1.4.07

Senza titolo 1734


by Viaceslav


Respiro


tregua…


pausa…..


un giorno?


un anno?


sempre?


Intanto………


 ascolto smarrita


il mio cuore……


che


 incessantemente


mi dice…


 l’ amo


Silvana

Senza titolo 1733


immagine


*****


Un uomo di 92 anni, piccolo, molto fiero, vestito e ben rasato, una mattina alle 8.00, con i suoi capelli perfettamente pettinati, trasloca in una casa per persone anziane.


Sua moglie di 70 anni è recentemente deceduta, cosa che lo obbliga a lasciare la sua casa.


Dopo parecchie ore di attesa nella hall della casa per anziani, ci sorride gentilmente quando gli diciamo che la sua camera è pronta.


Mentre si reca fino all'ascensore con il suo deambulatore, gli faccio una descrizione della sua piccola camera, includendo il drappo sospeso alla sua finestra come tenda.


"Mi piace molto", dice con l'entusiasmo di un ragazzino di 8 anni che ha appena ricevuto un nuovo cucciolo.


"Signor Angelo, lei non ha ancora visto la camera, aspetti un attimo".


"Questo non c'entra niente" dice.


"La felicità è qualcosa che scelgo a priori. Che mi piaccia la mia camera o no non dipende dai mobili o dalle decorazioni, dipende piuttosto dal modo in cui la percepisco".


"Nella mia testa è già deciso che la mia camera mi piace. E' una decisione che prendo ogni mattina al mio risveglio."


"Posso scegliere, posso passare la giornata a letto contando le difficoltà che ho con le parti del mio corpo che non funzionano oppure alzarmi e ringraziare il cielo per quelle che funzionano ancora."


"Ogni giorno è un regalo e finchè potrò aprire i miei occhi, focalizzerò sul nuovo giorno e su tutti i ricordi felici che ho raccolto durante tutta la mia vita".


"La vecchiaia è come un conto in banca. Prelevi da ciò che hai accumulato".


Perciò il mio consiglio per voi, sarebbe di depositare molta felicità nel vostro conto in banca dei ricordi.


Grazie di aver partecipato a riempire il mio conto in banca, dove continuo a depositare.


Ricordate queste semplici regole per essere felici:


1. Liberate il vostro cuore dall'odio


2. Liberate la vostra testa dalle preoccupazioni.


3. Vivete con semplicità.


4. Date di più.


5. Aspettatevi di meno.


31.3.07

Senza titolo 1732



da qn.quotidiano.net/

 
 <<
BULLISMO A SCUOLA   Intervista indecente alla prof  Il video finisce su internet

Un filmato di oltre 4 minuti girato in un'istituto per geometri. Gli alunni sottopongono la docente, incapace di reagire, a domante pesanti a sfondo sessualeAosta, 30 marzo 2007 - Un nuovo video su youtube, girato in una classe di un istituto per geometri (molto probabilmente nelle vicinanze di Aosta, come si evince dalle risposte della professoressa coinvolta) e segnalato da un utente all'Associazione Meter onlus di don Fortunato Di Noto, che subito ha inoltrato alla Polizia Postale e delle Comunicazioni di Catania il links di riferimento.
Il video contiene "domande illecite alla professoressa" e "un'intervista indecente porno e hard" che viene ripresa senza battere ciglio. Il filmato è della durata di 4 minuti e 15 secondi, già visitato da 1.268 utenti e datato il 23 marzo 2007. Anche se non esiste nessun fotogramma porno, le domande dello studente che intervista sono alquanto pesanti.
Don Fortunato Di Noto, presidente dell'Associazione Meter onlus, afferma che avrebbe "reagito con ceffoni e una nota di espulsione dalla scuola. Invece si assiste all'assurdità di una situazione nella quale una professoressa non riesce a reagire a tale scempio della sua stessa dignità di persona e di docente, palesamente violata nella sua privacy da parte di studenti che irridono ripetutamente della sua persona".


>> 

Quando il  " tranquillismo " è  esagerato  . io  come  minimo  gli avrei  denunciati sbito  e  li  avrei  sospesi con obbligo di frequenza  e condfannati come hanno fatto  a prestare servizio alla caritas  nel sociale  come  sono stati condannati  . Non ci si comporta cosi  ne  da parte dela prof  troppa  buona  ne  da parte  degli alunni  . la mia gnerazioni  ,  ne faceva di casino e di scherzi stupidi  , ma non  è mai arrivata   a  una tale mancanza di  rispetto 

Senza titolo 1731

Sempre  sul gioco del calcio oltre il libro di Cavina  da me recensito    qui sul blog  ho trovato  nel  bolettino  ANNO I numero 4 APRILE 2007     letterario e culturale  che  m'arriva  via email  dell’Associazione Culturale Gennaro Sparagna ( direttore responsabile e proprietaria della testata  Sparagna Irene - redazione: via stazione snc - 04026 Tremensuoli di Minturno (Lt)   Email irene@irenesparagna.it   Web www.irenesparagna.it   ) ho  trovato questo bel  racconto  breve  che  s'intitola   La partita Racconto breve di Sandra Cervone e  che  ripropongo  sotto

Camminava seguendo i suoi pensieri. Suo padre se n'era andato da casa che lui aveva solo sei anni. E Ivan,
allora, nonostante i suoi trentanni compiuti, si sentiva ancora un ragazzino e non capiva proprio cosa volessero
dire tutti quei: "Ma ormai sei cresciuto!". Adorava i bambini piccoli, quelli che sentiva più simili a lui. Voleva
solo guardarli, parlare con loro. Ridere, scherzare. Sentirsi ancora così tenero e tranquillo da non provare mai
più il dolore provato. I bambini non sanno fronteggiare le sorprese. Si lasciano andare agli sguardi, ricambiano
i sorrisi. Rispondono ai pensieri inespressi.
Ivan,perciò, usciva tutti i pomeriggi per andare a cercare i bambini. Prendeva un autobus e raggiungeva lo sta-
dio. A quell'ora tanti piccoli atleti si allenavano tra sudore e allegria. Ridevano, litigavano, gioivano per un
canestro, battevano le mani, tiravano il pallone con impeto e passione.
Ivan seguiva quel gioco guardando oltre la rete. E si rivedeva. Piccolo ma già grande per capire. Piccolo e im-
plorante le carezze dal padre che scappava. Proprio la sera prima della sua prima partita! Lacrime. Fiumi di
lacrime. E la mamma che non voleva spiegare.
Poi, tutte le volte, qualcuno interrompeva i suoi ricordi. "Ehi, giovanotto, che ci fai da queste parti? Ti avevo
detto di non tornare più...allontanati o chiamo la polizia".
E Ivan si risvegliava alle parole acide del custode del palazzetto, iniziava a correre forte per non sentire quel
ritornello. Poi, il pomeriggio seguente, tornava nei pressi della struttura sportiva e riprovava a sognare.
Un giorno, finalmente, riuscì a varcare una porta sempre chiusa e raggiunse i bambini fino alla palestra inter-
na.
Che belli! pensava. Che dolci! E batteva le mani per richiamare i loro sorrisi.
"La facciamo una partita? La facciamo?"
"C'e il matto! C'è il matto!" Ridacchiavano i bambini.
"Quale matto? Quale matto?" Intervennero gli allenatori.
"Sono io! Sono il matto!" Si mise ad urlare facendo piroette per divertire i bambini.
Ma gli adulti, si sa, non riescono mai a ridere troppo coi matti e allora Ivan si ritrovò per strada scaraventato
nel silenzio della follia riconosciuta.
Corse a lungo, graffiandosi il viso, imprecando a gran voce contro il mondo e la sfortuna...
Sudato e imbrattato arrivò nel paese vicino. Entrò in un bar ed urlò la sua pena. Lo cacciarono anche di lì e si
mise a dare calci alle vetrate.
Poi la vide. Piccola, indifesa, che giocava in silenzio con le foglie delle aiuole. Si avvicinò, le parlò, divenne
tenero come non era mai stato. "Che ci fai tutta sola per strada?" "Sono con la mamma"rispose la bambina. E
indicò un tavolino del bar dove una coppia di giovani donne prendeva un caffè con un uomo ed un ragazzino.
"Perchè ti hanno lasciata sola? -chiese Ivan seriamente preoccupato- Lo sanno che è pericoloso lasciare i bam-
bini da soli per strada?"
Fu a quel punto che allungò un braccio per farle una carezza ma lo zio della piccola fece in tempo a bloccarlo
aggredendolo con le parole. "Ma che vuoi? Ma chi ti ha detto di spaventare la bambina? Non ti permettere
nemmeno di sfiorarla...capito?"
Ivan farfugliò una risposta, poi cercò una scusa, poi rimproverò a sua volta quell'uomo avvertendolo dei peri-
coli che una bambian sola può correre per strada....
Poi sorrise e chiese: "Giochiamo a pallone?"
E quando il pugno gli arrivò dritto sul naso, indietreggiò spaventato e confuso e si lasciò cadere sul manto stra-
dale, come un birillo di legno colpito e abbattuto.
" Canestro!" riuscì ad urlare mentre una, due, tre macchine correvano all'impazzata...
Ivan sentiva soltanto il dolore. Ed il cielo, lontanissimo, diventava nero come non lo era mai stato.
"Papà...-ripeteva- non sono stato cattivo, perchè vuoi andare via? Perchè mi lasci solo?"
E quel fiotto di sangue sull'asfalto urlò più forte di una sirena impazzita.
Ivan tornava davvero bambino e gli allenatori di basket non lo scacciavano più...facendolo giocare nella pale-
stra più grande del mondo, con tanti amici che ridevano e gioivano mentre un pallone entrava nel canestro tra
gli applausi e le ovazioni.
"Papà: guardami...guardami ora!"
E del suo cuore non rimase che una coccarda appuntata proprio lì, in bilico tra la morte e la non-vita.
Per la "sua" partita, finalmente! L'ultima.


Sandra Cervone

Senza titolo 1730

le parole nere  sottolineate del mio post precedene sono dio collegamenti ipertestuali 

Scienza e laicità: una cosa sola


CONFERENZA CON LA HACK

Resoconto e foto dell'evento


Si è svolta oggi la conferenza( vedi post precedente)  con la grande scienziata Margherita Hack e con l'apprezzatissimo filosofo Piergiorgio Donatelli.


Sono stata onorata di accompagnare in macchina, insieme al mio amico Marcello, socio Uaar, la simpatica e affabile Margherita, dall'alloggio in cui era stata ospitata per pranzo, alla  bellissima sala in cui l'aspettavano molte persone, ansiose di ascoltare i suoi discorsi, chiari e sempre molto interessanti. Durante il tragitto la conversazione è stata simpatica e cordiale; si discuteva, ovviamente, sulle condizioni della nostra Italia e di come si stia tornando rovinosamente al Medioevo!


 


Al nostro arrivo è partito l'applauso. L'accoglienza è stata calorosa e familiare.


Continua a leggere



Senza titolo 1729


 


LitCamp è innanzitto un BarCamp (scopiazzando in giro la definizione, un BarCamp è un evento dove non ci sono spettatori ma solo partecipanti, un incontro con discussioni aperte e libere, con lo scopo di imparare dagli altri). Ma il LitCamp è il primo BarCamp letterario, quindi vorrebbe essere un modo divertente e diverso di mettere nella stessa stanza scrittori, lettori, editori, giornalisti e giornalai, per dire magari: sarà che con la rete siamo tutti scrittori, tutti lettori, tutti editori, tutti giornalisti, tutti giornalai?
Tutti i partecipanti possono preparare un intervento, una presentazione, una discussione o aiutare in una. Ci si può anche offrire come volontari e contribuire in qualche modo al supporto dell’evento.
Ma soprattutto: NESSUNO E' OBBLIGATO A PORTARE NULLA. PORTATE PERO' ALMENO VOI STESSI!
C'è anche questa interessante lettura: LeRegoleDelBarCamp.


QUANDO


 


sabato 12 maggio 2007, dalle 10 alle 18 (pausa pranzo inclusa)

  http://barcamp.org/LitCamp


 


 

30.3.07

Senza titolo 1728



Finalmente dopo  60 anni di attesa, sono stati decorati i primi piloti di colore dell'esercito americano. I "Tuskegee Airmen" sopravissuti sono ormai ottantenni e hanno ricevuto la medaglia d'oro del Congresso, più alta onorificenza civile statunitense. L'unità, basata appunto nella città di Tuskegee in Alabama, ha formato tra il 1943 e il 1949 i primi 994 piloti neri dell'esercito americano. Prima della loro esistenza, pilotare un aereo militare era esplicitamente vietato agli afroamericani. Sono invece 450 i Tuskegee Airmen ad aver operato durante la seconda guerra mondiale, scortando nei cieli europei i bombardieri Usa. I piloti dovevano inoltre fronteggiare, tornati dal fronte, una forte discriminazione razziale che non era affatto attutita dal loro ruolo in guerra . 
Meglio tardi che mai 

Senza titolo 1727


Vino avvelenato.......



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VICENZA: 'NO AL DAL MOLIN', BOICOTTAGGI VINI E BANCA




(ANSA) - VICENZA, 30 MAR - Con un presidio ''musicale,conviviale e ludico'' il Presidio Permanente contro la nuova base Usa a Vicenza sara' presente domenica prossima davanti a Vinitaly per protestare contro le posizioni favorevoli all'ampliamento della presenza militare americana espresse dall'imprenditore vitivinicolo Gianni Zonin.
''Poiche' l'imprenditore sosteneva di non conoscere vicentini contrari al Dal Molin - affermano i 'no al Dal Molin' - ci impegneremo a presentargli il piu' alto numero possibile di cittadini fortemente contrari attraverso il boicottaggio''.
''Le imponenti manifestazioni - aggiungono - non sono bastate a convincerlo della contrarieta' della popolazione''? A Vinitaly, e' stato reso noto, ''al nostro fianco ci saranno gli organizzatori di 'criticalwine' e tanti piccoli produttori che offriranno vini e prodotti della loro terra in alternativa
ai vini di Zonin''.
''Non ci limiteremo a non bere vini 'di guerra' - concludono - ma inviteremo anche i giovani a non aprire i nuovi conti 'Feelfree' alla Banca Popolare di Vicenza (presieduta da Gianni Zonin, ndr), dove si e' svolto l'ultimo incontro con l'ambasciatore americano, perche' vogliamo una citta' warfreee.
Invitiamo inoltre i vicentini a cancellare i propri conti informa collettiva''.


(ANSA).




BE 30-MAR-07 12:16 NNNN


Senza titolo 1726

Durante una pausa  dallo studio   per  l'esame  di letteraturas italiana II , ho  esplorato il blog dell'utente  donnaprassede78  che aveva  visualizzato  il  mio profilo  .
In esso  ho trovato, oltre notevolissime  concordanze  con il mio spirito ribelle  e libertario , un ottimo video ( che trovate  sotto )  -- ancora oggi, nonostante  risalga al 1965,attuale in  tempi  come questi le cui ingerenze  interne ed esterne , sempre esistite nel nostro paese dall'unità, sono  notevoli più che mai in  cui  un  grande  della Letteratura  Italiana 
( ancora attuale  nonostante sia morto 32  anni fa ) Pier Paolo Pasolini, mettendo  da parte   ogni pregiudizio  ideologico   intervista  Ungaretti  un  altro grande  della letteratura  italiana del secolo scorso . Inoltre  le parole  introduttive al documentario  sono  ancora  valide   : << Appurato  che  gli Italiani , di fronte  a  delle domande  generali  oppongono  una serie   e un po'  di balordi   NO COMMENT  . ( ...) >>  infatti esistono  al 90%  certi tabù  o  altarini  in detterminati  argomenti   come  questo qui  dell'omosessualità
 


Concludo  con  "Andrea"   del grande   Fabrizio De André 

Andrea s'è perso, s'è perso e non sa tornare.
Andrea aveva un amore, riccioli neri,
Andrea aveva un dolore, riccioli neri...
(...)
Occhi di bosco, contadino del regno, profilo francese;
occhi di bosco, soldato del regno, profilo francese.
E Andrea l'ha perso, ha perso l'Amore,
la perla più rara ;
e Andrea ha in bocca un dolore, la perla più scura... ".



una delle più poetiche evocazioni dell'amore fra uomini apparse finora. Secondo  uno studio   fatto  fino  al 1986  di  Giovanni dall'orto   delle  canzoni italiane   : <<  Le parole sono maliziosamente ambigue, di modo che molti non si sono mai accorti del vero tema della canzone: l'amore di Andrea per un ragazzo morto nel corso della Prima guerra mondiale.>> La  cui   registrazione che potete trovarla nel cd " ed avevamo gli occhi troppo belli " del 2001   ( foto della copertina  al centro )
edito da A una  rivista Anarchica per  maggiori dettagli in merito  se nel caso  volete saperne di più acquistarlo  andate qui



 



Nota di G. Dall'Orto del 2003: Curiosamente, il tema omosessuale di questo testo mi è stato spesso negato dalle persone - specie omosessuali - a cui ne ho parlato negli anni; eppure è stato confermato esplicitamente dallo stesso De André, che così la presentò in occasione di un concerto nell'estate 1992: "Questa canzone la dedichiamo a quelli che Platone chiamava, in modo addirittura poetico, 'figli della Luna': quelle persone che noi continuiamo a chiamare 'gay', oppure, con una strana forma di compiacimento, 'diversi', se non addirittura 'culi'. Ecco... mi fa piacere cantare questa canzone, che peraltro è stata scritta per loro una dozzina di anni fa, così a luci accese, anche a dimostrare che oggi, almeno in Europa, si può essere semplicemente se stessi senza bisogno di vergognarsene " >>    di cui trovate qui l'articolo integrale  e qui una seconda parte  di tale  studio ed analisi




P.s
ogni riferimento  alla situazione  italiana  attuale  è puramente casuale  ed  involontario

Tranquille donne di campagna...









*L’incontro con l’Amica natura è sempre un incontro speciale, come una donna che si concede fra le braccia del suo uomo dopo averlo a lungo cercato, atteso. Il cielo è complice e il vento una carezza che, leggera, ti sfiora e se ne va. Gli occhi, curiosi e vispi, catturano ogni sfumatura, mentre sulla pelle corrono mirabili vibrazioni ed emozioni.
Profumi di libertà nell’aria, li senti insinuarsi dolcemente fra i tuoi pensieri fino a scoprirti splendida e nuda.
Voglia di camminare a piedi nudi sull'erba. Voglia di profumi di primavera che risvegliano i sensi. Voglia di fango sulla pelle e di lunghe passeggiate a cavallo, rapita solo dal delicato colore delle margherite, scaccio via mosche e vespe, mangiando pane e cacciatorino in compagnia e bevendo del buon vino casereccio, rigorosamente rosso...
*


Splendida e nuda,come una stella tu brillerai ...lontana da quell'arida realtà che è nei vestiti tuoi...[Citando A.Celentano - Splendida e Nuda]
VIDEO SPLENDIDA E NUDA
VIDEO - LA PIGIATURA


Con un bacio e un abbraccio per tutti voi, compagni di viaggio..^_*Angelika


29.3.07

Senza titolo 1725

Dietro il silenzio
viaggi
chissà in quale spazio, forma, contenuto
mi piacerebbe sapere dove sei
ma so` che mi leggerai
e ti interrogherai ancora una volta
sul colore del tuo arcobaleno.
Sappi che io volo con te
nella speranza che il tuo occhio
sia pieno di luce
come io l`ho percepito ed ammirato,
che il tuo cuore
pulsi d`intensità e di gioia,
e soprattutto che nostra sintonia
sia piena di ricordi felici
e la nostra amicizia
piena di un ritrovarsi, qua e là
senza spazio e senza tempo.

Finalmente la nota pastorale della Cei sulla legalizzazione delle unioni di fatto (dico)

La nota della CEI: tutta “secundum scripturas”



Sandro Magister autore del blog




Dopo una vigilia un po’ confusa, scompigliata anche dall’inopinato “motu proprio” del cardinale Tarcisio Bertone (vedi il post precedente), mercoledì 28 marzo il consiglio permanente della conferenza episcopale italiana ha finalmente prodotto la superannunciata nota su famiglia e unioni di fatto.



Eccola integrale qui sotto. Chi si aspettava sorprese non ve ne trova. Il testo ricalca pari pari le precedenti autorevoli “scritture” di Joseph Ratzinger papa e cardinale. Ai “cattolici che operano in ambito politico” non intima obbedienza. Chiede coerenza.



*
Nota del Consiglio Episcopale Permanente a riguardo della famiglia fondata sul matrimonio e di iniziative legislative in materia di unioni di fatto



L’ampio dibattito che si è aperto intorno ai temi fondamentali della vita e della famiglia ci chiama in causa come custodi di una verità e di una sapienza che traggono la loro origine dal Vangelo e che continuano a produrre frutti preziosi di amore, di fedeltà e di servizio agli altri, come testimoniano ogni giorno tante famiglie. Ci sentiamo responsabili di illuminare la coscienza dei credenti, perché trovino il modo migliore di incarnare la visione cristiana dell’uomo e della società nell’impegno quotidiano, personale e sociale, e di offrire ragioni valide e condivisibili da tutti a vantaggio del bene comune.



La Chiesa da sempre ha a cuore la famiglia e la sostiene con le sue cure e da sempre chiede che il legislatore la promuova e la difenda. Per questo, la presentazione di alcuni disegni di legge che intendono legalizzare le unioni di fatto ancora una volta è stata oggetto di riflessione nel corso dei nostri lavori, raccogliendo la voce di numerosi Vescovi che si sono già pubblicamente espressi in proposito. È compito infatti del Consiglio Episcopale Permanente “approvare dichiarazioni o documenti concernenti problemi di speciale rilievo per la Chiesa o per la società in Italia, che meritano un’autorevole considerazione e valutazione anche per favorire l’azione convergente dei Vescovi” (Statuto C.E.I., art. 23, b).



Non abbiamo interessi politici da affermare; solo sentiamo il dovere di dare il nostro contributo al bene comune, sollecitati oltretutto dalle richieste di tanti cittadini che si rivolgono a noi. Siamo convinti, insieme con moltissimi altri, anche non credenti, del valore rappresentato dalla famiglia per la crescita delle persone e della società intera. Ogni persona, prima di altre esperienze, è figlio, e ogni figlio proviene da una coppia formata da un uomo e una donna. Poter avere la sicurezza dell’affetto dei genitori, essere introdotti da loro nel mondo complesso della società, è un patrimonio incalcolabile di sicurezza e di fiducia nella vita. E questo patrimonio è garantito dalla famiglia fondata sul matrimonio, proprio per l’impegno che essa porta con sé: impegno di fedeltà stabile tra i coniugi e impegno di amore ed educazione dei figli.



Anche per la società l’esistenza della famiglia è una risorsa insostituibile, tutelata dalla stessa Costituzione italiana (cfr artt. 29 e 31). Anzitutto per il bene della procreazione dei figli: solo la famiglia aperta alla vita può essere considerata vera cellula della società perché garantisce la continuità e la cura delle generazioni. È quindi interesse della società e dello Stato che la famiglia sia solida e cresca nel modo più equilibrato possibile.



A partire da queste considerazioni, riteniamo la legalizzazione delle unioni di fatto inaccettabile sul piano di principio, pericolosa sul piano sociale ed educativo. Quale che sia l’intenzione di chi propone questa scelta, l’effetto sarebbe inevitabilmente deleterio per la famiglia. Si toglierebbe, infatti, al patto matrimoniale la sua unicità, che sola giustifica i diritti che sono propri dei coniugi e che appartengono soltanto a loro. Del resto, la storia insegna che ogni legge crea mentalità e costume.



Un problema ancor più grave sarebbe rappresentato dalla legalizzazione delle unioni di persone dello stesso sesso, perché, in questo caso, si negherebbe la differenza sessuale, che è insuperabile.



Queste riflessioni non pregiudicano il riconoscimento della dignità di ogni persona; a tutti confermiamo il nostro rispetto e la nostra sollecitudine pastorale. Vogliamo però ricordare che il diritto non esiste allo scopo di dare forma giuridica a qualsiasi tipo di convivenza o di fornire riconoscimenti ideologici: ha invece il fine di garantire risposte pubbliche a esigenze sociali che vanno al di là della dimensione privata dell’esistenza.



Siamo consapevoli che ci sono situazioni concrete nelle quali possono essere utili garanzie e tutele giuridiche per la persona che convive. A questa attenzione non siamo per principio contrari. Siamo però convinti che questo obiettivo sia perseguibile nell’ambito dei diritti individuali, senza ipotizzare una nuova figura giuridica che sarebbe alternativa al matrimonio e alla famiglia e produrrebbe più guasti di quelli che vorrebbe sanare.



Una parola impegnativa ci sentiamo di rivolgere specialmente ai cattolici che operano in ambito politico. Lo facciamo con l’insegnamento del Papa nella sua recente Esortazione apostolica post-sinodale Sacramentum Caritatis: “i politici e i legislatori cattolici, consapevoli della loro grave responsabilità sociale, devono sentirsi particolarmente interpellati dalla loro coscienza, rettamente formata, a presentare e sostenere leggi ispirate ai valori fondati nella natura umana”, tra i quali rientra “la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna” (n. 83). “I Vescovi – continua il Santo Padre – sono tenuti a richiamare costantemente tali valori; ciò fa parte della loro responsabilità nei confronti del gregge loro affidato” (ivi). Sarebbe quindi incoerente quel cristiano che sostenesse la legalizzazione delle unioni di fatto.



In particolare ricordiamo l’affermazione precisa della Congregazione per la Dottrina della Fede, secondo cui, nel caso di “un progetto di legge favorevole al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, il parlamentare cattolico ha il dovere morale di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto di legge” (Considerazioni della Congregazione per la Dottrina della Fede circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali, 3 giugno 2003, n. 10).



Il fedele cristiano è tenuto a formare la propria coscienza confrontandosi seriamente con l’insegnamento del Magistero e pertanto non “può appellarsi al principio del pluralismo e dell’autonomia dei laici in politica, favorendo soluzioni che compromettano o che attenuino la salvaguardia delle esigenze etiche fondamentali per il bene comune della società” (Nota dottrinale della Congregazione per la Dottrina della Fede circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica, 24 novembre 2002, n. 5).



Comprendiamo la fatica e le tensioni sperimentate dai cattolici impegnati in politica in un contesto culturale come quello attuale, nel quale la visione autenticamente umana della persona è contestata in modo radicale. Ma è anche per questo che i cristiani sono chiamati a impegnarsi in politica.



Affidiamo queste riflessioni alla coscienza di tutti e in particolare a quanti hanno la responsabilità di fare le leggi, affinché si interroghino sulle scelte coerenti da compiere e sulle conseguenze future delle loro decisioni. Questa Nota rientra nella sollecitudine pastorale che l’intera comunità cristiana è chiamata quotidianamente ad esprimere verso le persone e le famiglie e che nasce dall’amore di Cristo per tutti i nostri fratelli in umanità.



Roma, 28 marzo 2007




dal blog di Sandro Magister  http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/

28.3.07

Senza titolo 1724


diviso dalla sua Pina, Happy percorre 12 km di notte nei campi e torna da lei al canile


La storia di Happy e Pina è di quelle che ispirano i narratori di favole. Per loro, però non c’è un castello incantato, ma il canile di Merate e la vicenda che li ha portati in quella struttura è caratterizzata da continui maltrattamenti al limite della tortura e dall’abbandono.
Happy è un meticcio nordico di 5 anni che, con la compagna Pina, coetanea e della stessa razza, da diverso tempo alloggia presso il canile di Brugarolo. Con loro, fino a non molto tempo fa, c’erano anche i cuccioli, due esemplari di un paio d’anni che, più fortunati, sono stati adottati in coppia da una famiglia desiderosa di avere una compagnia a quattro zampe. La storia di questi animali risale a diversi anni fa quando erano a loro volta poco più che cuccioli. Vivevano a Verderio Superiore e secondo il racconto delle associazioni di difesa del cane, intervenute dietro sollecitazione di alcuni vicini, il loro “padrone” li sottoponeva continuamente a maltrattamenti e vessazioni, costringendoli spesso alla fame e a convivere, in quattro, in un luogo angusto e sporco.
latrati di sofferenza e di fame avevano finito per attirare l’attenzione di alcune persone che hanno sentito il dovere di avvertire le autorità locali e le associazioni di difesa dei cani. Gli animali sono stati tolti all’uomo e, per quanto nel loro futuro ci fosse solo il canile, era sempre meglio delle angherie subìte. I quattro cani hanno così potuto vivere assieme, due in una gabbia, due in un’altra fino a non molto tempo fa, coccolati dai volontari e dalla presenza degli iscritti all’associazione che ha in gestione la struttura che, con l’adozione a distanza, regalano loro qualche ora di libertà in passeggiata. I due fratelli, se così si possono chiamare, non molto tempo fa sono stati adottati in coppia e hanno potuto trovare un ambiente sereno, nel quale hanno riacquistato la fiducia nei confronti dell’uomo. Happy e Pina, invece, non sono stati così fortunati e hanno continuato a vivere al canile anche perchè per due cani già adulti è molto difficile trovare un nuovo padrone e dunque una nuova casa. Ma un signore di Vimercate è giunto alla struttura di Via Ca’ Rosse con l’intenzione di prendere un cane e adottarlo, portandolo a casa propria. Accompagnato dai responsabili, ha fatto il giro delle gabbie fra l’abbaiare insistente degli animali che al passaggio di persone mai viste si “scatenano”, sperando che qualcuno si accorga di loro. Giunto, al box di Happy e Pina, il colpo di fulmine.
La coppia di meticci è bella, affiatata, nulla da invidiare ai cani di razza pura ma il vimercatese non ha la possibilità di poter gestire e mantenere due animali e così sceglie Happy, il maschio, meno diffidente rispetto alla compagna, ancora traumatizzata per i maltrattamenti subiti. Compilati i moduli necessari, l’uomo si porta a casa, il nuovo “compagno” a quattro zampe, gli offre attenzioni e cibo, una cuccia e un giardino dove stare. Ma il richiamo per l’altra “metà”, lasciata sola nella gabbia del canile è troppo forte. Durante la notte Happy riesce a scappare dall’abitazione del nuovo padrone e, grazie all’inconfondibile fiuto e istinto che caratterizzano questi animali, ripercorre la strada a ritroso, fino a raggiungere di nuovo il canile. La nuova sistemazione è ottima, ma senza Pina, Happy non può stare. Al buio percorre i 12 chilometri che separano l’abitazione del suo nuovo padrone e la Via Ca’ Rossa a Brugarolo. Gran parte della distanza la copre attraverso i campi. Il suo fiuto lo guida verso la compagna di una vita. Al canile giunge che è ancora buio. Si accuccia rannicchiato fuori dal cancello e attende l’alba. Quando l’operatore arriva al canile Happy balza in piedi e gli corre incontro. Lo segue e quando questi apre il cancello schizza dentro e raggiunge subito la gabbia dov’è custodia Pina. All’addetto non resta che aprire la porticina e farlo entrare. Inutile tentare di riportarlo a Vimercate. Il padrone è dolcissimo, l’alloggio caldo e il cibo abbondante. Ma c’è troppa solitudine. E tanta nostalgia per quella gabbia che con Pina è diventata la sua casa. All’uomo non resta che assecondare il desidero del cane di restare a Brugarolo oppure adottare anche Pina. Intanto che ci pensa i due cani scodinzolano felici dentro la gabbia. Sembra proprio una storia da fiaba. Che, almeno per ora, come tutte le fiabe che si rispettano, ha un lieto









concludo questo post con  un video  ( l'altro  riguardante lo sfruttamento  per  elemosinare   lo trovate  nel colegamento ipertestuale  sotto ) promozionale sconsigliabile a chi soffre di pianto ( come me i nfatti non sono riuscito a vederlo per intero senza piangere e asciugarmi le lacrime  e in alcuni punti nonostante la musica di sottofondo   bellissimae triste  allo stesso tempo  a chiudere gli occhi ) e di rabbia e sia propenso all'ira e alla collera  l'altro video  è qui


Eccomi...

Un saluto e un ringraziamento a chi mi ha invitato su questo blog è doveroso.
Compagni di viaggio...
E' una scelta interessante perchè nel mondo si ha spesso la sensazione si essere completamente soli, anche se circondati da una folla di persone...
Ma trovare dei compagni con cui percorrere almeno un pezzo di strada è importante.
=^.^=
Lil'

27.3.07

Senza titolo 1723

Più passo il mio tempo a vivere e più mi convinco che la gente si nasconda.
Dietro uno o più gesti.
Dietro una o più parole;
taciute o deliberatamente inascoltate.
Più studio il comportamento umano, la sua quotidiana applicazione, più sono portato a credere che la menzogna, in noi uomini e voi donne, sia la pratica più diffusa, l'inclinazione mentale a cui tutti, volontariamente o meno, tendono. Quanti segreti si nascondono dietro l'evidenza? Quante pulsioni vengono ogni secondo represse dal comportamento che ci imponiamo di seguire, nella vita reale?
E' una domanda a cui non ho riposte, perché se c'è una cosa che ho compreso è che impossibile penetrare a fondo una mente che non sia la propria. Mi è dunque impossibile considerare il numero pressoché infinito di variabili che ogni singola persona può inserire in uno schema che in questo modo diviene letteralmente inafferrabile: la società.
Ma sto divagando.
Ciò che importa è tutto ciò che nascondiamo al mondo, e spesso a noi stessi.
Ciò che importa sono proprio quei gesti e quelle parole che ci lasciamo sfuggire.
Ciò che realmente ha un significato sono solo le espressioni del vostro viso, quelle che non riuscite a controllare, il tremito della vostra mano nell'avvicinarsi all'oggetto o alla persona che desiderate, lo sguardo che inevitabilmente ponete su esso, l'impazienza che provate nel non possederlo, e l'insoddisfazione che questo vi provoca, il dolore che questo vi porta, talmente intenso da divenire un abitudine o una necessità.
Quando agite, lo fate nella coscienziosa o involontaria speranza di esaudire le vostre pulsioni, di soddisfare il vostro innegabile istinto. Dopotutto, cos'è un desiderio se non un irrazionale necessità? Cos'è l'amore se non un inspiegabile desiderio? Cos'è la cupidigia se non la necessità di possedere tutto, troppo, immotivatamente? E l'avarizia non è forse un istinto di autoconservazione, pur sempre legato all'umano concetto del denaro? Scavate a fondo in voi, e sotto ogni vostro atteggiamento potreste trovare un secondo e più segreto fine.
Sotto ogni silenzio si potrebbe udire un enorme e straziante grido di desiderio represso, non esprimibile.
La domanda, ora è:
perché?
Perché farci del male così, fingendo di non volere nulla, fingendo che sia giusta e sana la repressione che il comune vivere e la nostra umana intelligenza ci costringono ad applicare su qualcosa che è l'espressione della stessa animalesca natura dalla quale inevitabilmente proveniamo?
La risposta sta forse proprio nella necessaria convivenza a cui la nostra specie è portata geneticamente:
se i desideri di tutti gli esseri umani del mondo, di tutte le genti che respirano, venissero sempre espressi, e l'irrazionale elevato a necessità comune, forse più nessuno di questi verrebbe ascoltato, nessuno più di questi avrebbe la pur lontana possibilità di essere, anche in minima parte, esaudito.
Forse per questo è giusto che la parte più irrazionale di noi stessi venga da noi stessi ignorata;
forse per questo è giusto soffrire, almeno un pò, ogni giorno.

(Se tra queste poche righe c''è qualche errore, perdonate, non avrò il tempo di rileggere, ne di correggere;
chiunque sia interessato ad un simile discorso, può facilmente trovarmi nell'enorme blogsfera di splinder)

Senza titolo 1722

Due settimane fa un ragazzo eritreo si è tolto la vita in pieno centro a Milano. Il suo gesto disperato è la conseguenza di una serie continua di sogni infranti, di sforzi per rialzarsi e di nuove cadute. Una storia, purtroppo, comune a molti immigrati, nei quali – per provare a sentire davvero quale sia la loro condizione – bisognerebbe ogni tanto immedesimarsi. È ciò che invita a fare l’orazione civile scritta da un operatore sociale in occasione del funerale del ragazzo eritreo. Si intitola “Immagina” e vi invito a leggerla
eccone alcuni stralci 

IMMAGINA

Immagina di fuggire dal tuo paese, ad esempio l'Eritrea, di dover lasciare il posto dove sei cresciuto e dove hai vissuto per trent'anni. Immagina di aver costruito in quel posto una famiglia, di avere tre figli con la donna che ami.
Immagina di fuggire da quel posto.
Adesso impegnati per credere che tu abbia attraversato, percorrendo trecento chilometri, uno stato in guerra con il tuo, per esempio l'Etiopia, per poter sperare in un futuro migliore.
Immagina adesso di esser salito su di un camion con altre decine di persone e di aver viaggiato per venti giorni in mezzo a un deserto per arrivare in Libia. E sforzati di credere che ti portavi dietro solo un litro d'acqua.
Pensa che ora, per essere al sicuro dal tuo paese, ti resta solo da attraversare un braccio di mare che separa la Libia dall'Italia, e poi finalmente la vita potrà ricominciare. Per il viaggio in mare ti servono ancora tremila euro e allora ti fai aiutare da qualche tuo connazionale per fare qualche lavoretto, con la paura che l'esercito ti trovi e ti rispedisca nel tuo paese. Sei mesi di lavoro e riesci a trovare i soldi per partire. La tua barca per la salvezza parte con te sopra e finalmente arrivi in un paese che ti può garantire la sicurezza che cerchi. In questo paese potrai lavorare e ricostruirti una vita con la tua famiglia.
Immagina ora di non conoscere la lingua di questo paese, di non avere né amici né parenti che ti possano aiutare. Vieni portato in un campo dove ti viene chiesto perchè sei lì. Alcuni giorni dopo ti viene dato un cartoncino e ti viene detto che da quel momento sei libero di andare dove ti pare. Ti viene consigliato da alcuni militari di andare a Milano perchè lì sapranno aiutarti. Ti insegneranno a parlare la lingua nuova – dicono –, ti daranno un posto dove dormire e ti aiuteranno a cercare un lavoro. Fiducioso sali sul primo treno per Milano, mentre il tuo biglietto, anche se non puoi saperlo, dice Salerno. Arrivi in stazione centrale a Milano che sei distrutto e frastornato. In inglese provi a chiedere informazioni alle persone che incontri senza ottenere risposte.  ( continua --- è il commento n 5 ---    sul il bellissimo blog  di  www.gugg.splinder.com/ )

Senza titolo 1721



8^ edizione 2007 del
Premio Letterario Internazionale
" Tra le parole e l'infinito "

di Narrativa e Poesia
Ideato da Nicola Paone
Il premio nasce nell’anno 2000 per una cultura del terzo millennio vera e per puro amore della parola.

Disposizioni di partecipazione:

Sez. Narrativa – inviare 1 racconto Max 7 cartelle formato A4.
Sez. Poesia – inviare 1 poesia Max 35 versi.
Sez. Autori Stranieri: Inviare le opere di Narrativa e/o Poesia,
assolutamente con traduzione in Italiano
Sez. Autori già premiati: Vi partecipano gli autori che hanno conseguito dal 1° al 3° premio in altri concorsi Letterari, allegando doc. del premio già ricevuto.
Tutti gli Autori dovranno inviare:
Quattro copie dei lavori firmandone una sola, dichiarando l’autenticità, includendo le generalità complete,e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali,
Inviando una foto colore, l’iscrizione e i lavori anche via email,
Per eventuale pubblicazione nell’antologia a colori del Premio Letterario.
I partecipanti tutti, dovranno allegare un contributo di 15,00 (quindicieuro) a sezione, per spese di segreteria, e due affrancature di posta prioritaria.
L'importo dovrà pervenire in contanti al seguente indirizzo:
Segreteria del premio " Tra le parole e l'infinito "
Via G. Amendola, 7 - 80023 Caivano Napoli Italia.
Scadenza degli invii 25 Giugno 2007.
I componimenti devono essere inediti,
Ai vincitori di ogni sezione sarà assegnato il nuovo trofeo Internazionale.
"Tra le parole e l'infinito"
Oltre ai primi 7 classificati d’ogni sezione, ci saranno premi di: Benemerito Culturale d’Onore e Speciali, Segnalazioni e premi di rappresentanza Istituzionale e Privata.
A tutti artistica pergamena personalizzata. Gli elaborati non saranno restituiti.
Sì potrà delegare per il ritiro del premio, previo contatti con la segreteria.
Gli autori non presenti alla serata di premiazione, potranno richiedere i premi,
Con spese di spedizione a loro carico.

Anche quest’anno si assegnerà un premio alla Carriera.
Giornalistica – Letteraria – Scientifica – Storica – Artistica
Forze di Polizia e Forze Armate.
A Personalità e Istituzioni, distintesi in ambito Socio-Culturale.
Il Gala di premiazione, si terrà nel mese di ottobre 2007, alla presenza del mondo Istituzionale, Culturale, Privato e degli Enti Locali, in Napoli (Italia), sede da definirsi.
La segreteria lo comunicherà in forma: E-mail e/o telefonicamente a tutti i partecipanti.
I lavori finalisti, quelli con maggiore punteggio, e le classifiche saranno pubblicati nel sito del premio, e in un’Antologia pubblicata e distribuita gratuitamente in tutta Europa
.
Info - line: 3338646774 - 3401063733 - nicpao1@libero.it www.traleparoleelinfinito.com
http://traleparoleelinfinito.splinder.com/

Senza titolo 1720

Petizione per il nobel per la Pace a GINO STRADA


Vogliamo promuovere la candidatura di Gino Strada al premio Nobel per la pace, non solo e non tanto per quanto da lui fatto, su tutti i terreni dove si svolgono "operazioni di pace", per salvare la vita degli ostaggi (ultimo Daniele Mastrogiacomo), ma per l'opera complessiva fatta con la creazione di Emergency, e per le migliaia e migliaia di persone alle quali, con la sua infaticabile opera, ha regalato un sorriso o una speranza.

Chiediamo agli altri bloggers di aiutarci, promuovendo sui loro siti questa patizione. Grazie.

per riferimenti: www.tafanus.it

Per firmare la petizione CLICCA QUI

26.3.07

Senza titolo 1719

Come  colonna sonora   ho scelto dopo   di mettere  dopo una sofferta  scelta  ( perchè  entrambe    descrivono benissimo  tali storie  ) tra due  canzoni di De  andrè , più  precisamente  lòa  canzone scritta per la morte di  Pasolini  una storia  sbagliataPrincesa ho scelto  quest'ultima   ne  trovate  sotto  il  testo


Sono la pecora sono la vacca
che agli animali si vuol giocare
sono la femmina camicia aperta
piccole tette da succhiare


Sotto le ciglia di questi alberi
nel chiaroscuro dove son nato
che l'orizzonte prima del cielo
ero lo sguardo di mia madre



"che Fernandino è come una figlia
mi porta a letto caffè e tapioca
e a ricordargli che è nato maschio
sarà l'istinto sarà la vita"


e io davanti allo specchio grande
mi paro gli occhi con le dita a immaginarmi
tra le gambe una minuscola fica


nel dormiveglia della corriera
lascio l'infanzia contadina
corro all'incanto dei desideri
vado a correggere la fortuna


nella cucina della pensione
mescolo i sogni con gli ormoni
ad albeggiare sarà magia
saranno seni miracolosi


perché Fernanda è proprio una figlia
come una figlia vuol far l'amore
ma Fernandino resiste e vomita
e si contorce dal dolore


e allora il bisturi per seni e fianchi
in una vertigine di anestesia
finché il mio corpo mi rassomigli
sul lungomare di Bahia


sorriso tenero di verdefoglia
dai suoi capelli sfilo le dita
quando le macchine puntano i fari
sul palcoscenico della mia vita


dove tra ingorghi di desideri
alle mie natiche un maschio s'appende
nella mia carne tra le mie labbra
un uomo scivola l'altro si arrende


che Fernandino mi è morto in grembo
Fernanda è una bambola di seta
sono le braci di un'unica stella
che squilla di luce di nome Princesa


a un avvocato di Milano
ora Princesa regala il cuore
e un passeggiare recidivo
nella penombra di un balcone


o matu (la campagna)
o cèu (il cielo)
a senda (il sentiero)
a escola (la scuola)
a igreja (la chiesa)
a desonra (la vergogna)
a saia (la gonna)
o esmalte (lo smalto)
o espelho (lo specchio)
o baton (il rossetto)
o medo (la paura)
a rua (la strada)
a bombadeira (la modellatrice)
a vertigem (la vertigine)
o encanto (l'incantesimo)
a magia (la magia)
os carros (le macchine)
a policia (la polizia)
a canseira (la stanchezza)
o brio (la dignità)
o noivo (il fidanzato)
o capanga (lo sgherro)
o fidalgo (il gransignore)
o porcalhao (lo sporcaccione)
o azar (la sfortuna)
a bebedeira (la sbronza)
as pancadas (le botte)
os carinhos (le carezze)
a falta (il fallimento)
o nojo (lo schifo)
a formusura (la bellezza)
viver (vivere)






Fra i tanti   bl... bla  ... bla   che   ho letto sui giornali e sentito in tv  sullo scandalo  Vallettopoli  e  sul caso  Sircana  (  niente di nuovo  in quanto  nel mondo dello spettacolo succede  questo ed altro  , e i rapporti  fra   gossip  e politica  sono sempre esistiti  vedere il caso  -- anche se   di quasi  60 anni  --- di Wilma  Montesi )  oltre il  bellissimo  intervento  dell'amaca di   Michele Serrra sul  quotidiano la repubblica del 22\3\07   da me riportato  in un post  precedente ho letto  la  bellissima  e toccante lettera,pubblicata sempre da  la repubblica qualche  giorno fa ,  de\lla  
transgender Monica Ronano (   monicaromano1979@libero.it )   e ripresa online dal blog igbtq in difesa dei diritti dei transessuali
 ecco  qui  il  testo

<<



Io, trans e stufa di essere sinonimo di prostituta (di Anonima Siciliana 23/03/2007 - 00:55  )


Ho 27 anni e sono una donna transessuale dichiarata, visibile e "diurna", dal momento che non mi prostituisco per vivere .Sono laureanda in Scienze Politiche ed ho aspirazioni non differenti da quelle della maggior parte dei miei coetanei e colleghi,prima di tutto quella alla realizzazione professionale.Vivo con la mia famiglia, esco ogni mattina come tutti, lavoro part-time in un call-center, sto in mezzo alla gente e non in un ghetto.Ogni giorno devo lottare per affermare il mio diritto ad esistere, per difendere la mia dignità a fronte dei tanti pregiudizi legati al mio modo di essere. In tutto questo di certo non mi aiuta il messaggio che costantemente viene veicolato dai media sulle persone transessuali. Emblematico il caso Sircana.
Molti giornali non hanno neppure titolato che sarebbe stato immortalato in compagnia di una prostituta transessuale ma semplicemente con "un transessuale" come se esistesse una sorta di equivalenza fra questa condizione personale e la prostituzione, come se io e le tante persone transessuali che aspirano ad una vita "diurna" e ad un lavoro regolare nemmeno  esistessimo, come se fosse umanamente corretto declinarci al maschile con tutta la fatica ed il dolore che attraversiamo perchè il nostro corpo ci assomigli.
Veniamo costantemente rappresentate come prostitute per vocazione, caricature senza sentimenti ed umanità, mai come persone. Io, donna transessuale, chiedo il rispetto della mia dignità, mia e di altre 10.000 persone transgender italiane.

monicaromano1979@libero.it



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  a voi  tutti\e  ognoi commento in merito




Eros Socal, il funerale all'alba del pasticcere (come voleva lui): «Così verrà solo solo chi ci tiene veramente»

E' stato celebrato oggi alle 6 del mattino, come da testuali volontà, l’addio a  Eros Socal , il pasticcere di  Possagno  scomparso i gi...