22.5.21

la cultura ( ? ) dello stupro colpisce ancora . anche lady gaga se la sarebbe cercata ?

 Lo so che  più  rimestoli la merda più  puzza e  più ti sporca  . Ma   a volte   non   se  ne  può fare  a meno    specie  davanti  a   simili cose  .
Stavo   sminchionando  sui miei gruppi  facebook  e proprio su  quello  di  https://www.facebook.com/groups/analfabetismofunzionale/ ho   trovato     questo post  di 


Ora  Infilare il discorso ( ormai   stancante    e  soporifero   come aveva previsto Gaber   sia  qui che  qui  e in chiave  aggiornata Dado  poi  destra-sinistra in una notizia che parla di violenza, è il segnale che da qualche parte l'istruzione e  anche la teoria Darwiniana dell’evoluzione della specie  ha  fallito .Provi a pensare ad una situazione simile e moltiplichi per 100 e poi FORSE capirà perché per una donna stuprata è difficile denunciare subito. A questo aggiunga che spesso il colpevole non viene neanche punito. E poi provate , lo  so  che   mi legge    e dall'inizio lo avrà già visto e quindi se lo dovesse saltare non ne faccio un dramma , ad immaginare Cosa succederebbe se un uomo andasse a denunciare una rapina e le donne che raccolgono la sua denuncia cominciassero a fare domande su com’era vestito quando è stato derubato? Oppure se osservassero che i suoi abiti inducono a pensare che stia bene e che quindi, insomma, un po’ se l’è cercata se poi qualcuno ha pensato di rapinarlo ?Se state pensando  come dice    il  sito  da  cui  l'ho preso   

che siamo impazziti, aspettate un attimo. Ma se state pensando che il modo in cui ci si veste non possa in alcun modo giustificare una rapina, non possiamo che essere d’accordo con voi.
Fermi tutti, però. Perché, invece, se le stesse domande vengono poste ad una donna che denuncia una molestia o uno stupro, vengono percepite come “normali”?


Lo sketch di BBC Comedy

È quello su cui vuole far riflettere uno sketch realizzato da BBC Comedy (uno dei canali del network della TV pubblica britannica) in cui un uomo ben vestito va a denunciare di essere stato rapinato. Protagonista è la comica Tracey Ullman che conduce il seguitissimo show che porta il suo nome. Ecco il video, segue traduzione dei dialoghi.


L’agente che raccoglie la denuncia, una donna, comincia a fargli delle domande sulla dinamica dei fatti. Prima gli chiede di descrivere l’uomo che lo ha aggredito. L’uomo risponde e poi spiega che gli è stato messo un coltello alla gola e che, a quel punto, il ladro gli ha chiesto il telefono e l’orologio. È lì che cominciano le domande strane: “Era vestito come adesso?” chiede l’agente. L’uomo non capisce. “È questo l’orologio che indossava quando è successo?” insiste la donna. “Ehm, sì… ma…”. “Lei sembra provocatoriamente benestante” incalza l’agente. L’uomo si agita: “Non capisco come quello che indosso…”. “Be’, è una sorta di invito, no – lo interrompe lei -? Come se lo stesse pubblicizzando”. “Aveva bevuto? L’uomo tenta di rispondere, ma l’agente deduce che è stressato e chiama la psicologa. La seconda donna entra: “Quest’uomo è un po’ arrabbiato, è stato rapinato poco fa” le spiega l’agente. “Oh, caro… Aveva bevuto?” chiede la psicologa. “Sì, perché se aveva bevuto potrebbe aver mandato segnali confusi – spiega l’agente -. Un uomo ben vestito, con il telefono che alla fine dice: Non voglio essere rapinato…”. L’uomo tenta di riportare la questione ai fatti: “Mi ha puntato un coltello alla gola e mi ha chiesto le mie cose…” spiega. “E gliele ha date?” chiede la prima donna. “Ha urlato?” gli chiede la psicologa. “Vede, una persona come può capire che lei non è contento di dargli le sue cose se lei non chiarisce le sue intenzioni?” aggiunge l’agente. “Non ho urlato. Aveva un coltello! Ero terrorizzato” risponde l’uomo cercando di far capire la paura che ha vissuto. “E noi siamo molto solidali, ma lei deve assumersi parte della responsabilità”. Le email offensive Per aggiungere assurdo all’assurdo, entra nella stanza un agente in divisa che spiega che nell’altra stanza c’è un uomo che racconta dia vere ricevuto diverse email offensive. La donna che sta interrogando la vittima della rapina gli suggerisce di chiedere quale fonte abbia usato: “Se è qualcosa di civettuolo come l’Helvetica, probabilmente se l’è scritte da solo”.

  chi lo volesse  in italiano   sottotitolato lo trova    :  

...DI PASSAGGIO Un ricordo di Franco Battiato © Daniela Tuscano

 


Ognuno è legato ad almeno un brano di Franco Battiato. Nella mia compilation ideale, #vogliovedertidanzare occupa un posto d'onore. Non è la mia canzone preferita, non è neppure la migliore, è uscita nel periodo più insidioso per un artista: quello successivo all'affermazione. Il momento in cui le case discografiche non lasciano tregua, esigono l'album piacione, che quasi sempre risulta la brutta copia dell'originale. Fase tanto più delicata per Franco, nato impopolare, guizzante e anarchico, soprattutto remoto: non si capiva mai da dove venisse, ma tutti sapevano che era qui #dipassaggio, come titola un'altra e più matura creazione. "Voglio vederti danzare" chiude un

disco non sempre felice ma, nella sua melodia inconfondibile, preludio - o eco, a seconda delle angolazioni - del Battiato più autentico, di quel suo libertarismo filosofico - spirituale, mentale - che lo portava sul palcoscenico di #ReNudo e al Teatro Greco di #Segesta, a posare travestito per una marca di divani e a esibirsi davanti a #giovannipaoloii . In tutti questi mondi Battiato entrava con la disinvoltura del ballerino, salutava e andava, ignoto come il dio dell'areopago. Poeta del fallimento, non della rivelazione; spirituale e antireligioso, Trinacria e Sibari, sufismo e teutoni, #lacura e #stranigiorni . Lo percepiamo sincero quando, in pieno deserto, confida all'amico beduino d'esser venuto "a fermare la latinizzazione della lingua araba"; perché non è una posa, perché c'è stata un'Europa che dialogava coi maomettani e lui lo sapeva. Gli si perdonavano le cadute - sempre leggere, attutite - perché era già altrove, di passaggio come tutti noi. Solo che Battiato, nel suo mistico nichilismo, l'aveva realmente compreso; altri s'aggrappano invano a minuscole deità.

© Daniela Tuscano

21.5.21

CHI LE CAPISCE LE DONNE . Un uomo si siede al tavolo di una ragazza mettendola a disagio

Quello che  mi  chiedo leggendo   la   storia  che  trovate  sotto     è  chi le capisce è bravo . quindi chiedo alle mie amiche comprese quelle femministe come possiamo allora corteggiarvi se ciò vi mettete paura o disagio ? Come è successo a questa ragazza qui sotto

 Ora   come dice   il  sito   https://www.curioctopus.it/   del 14\5\2021  cui  riporto    sia  il  video sopra   sia  la storia   \  vicenda  sotto    

 

Nessuno dovrebbe mai sentirsi come si è sentita questa ragazza. Nessuno dovrebbe mai provare paura, disagio, violazione della propria privacy e dei propri spazi. Nessuno dovrebbe mai trovarsi costretto a chiedere ad una persona di smetterla o di allontanarsi, minacciandola seppur in maniera impercettibile, perché questa non è in grado di capire che la sua presenza non è desiderata. Purtroppo è quello che una ragazza è stata costretta a fare quando un uomo più grande di lei le si è avvicinato.


ecco l'articolo  


Una ragazza di 18 anni ha condiviso un video su Tiktok, con una didascalia che fa già capire il suo disagio: “la notte più spaventosa della mia vita finora”. I video, che riprendono la ragazza nel cortile di un hotel, sono in poco tempo diventati virali sui social media e molte donne non solo si sono immedesimate nella sua situazione, ma dicono di averne vissute di altrettanto spaventose. Un uomo le si è avvicinato e si è seduto al suo tavolo mentre lei stava girando un video. Le ha chiesto se la sedia del suo tavolo fosse occupata e lei le ha detto di no, pensando che volesse portarla ad un altro tavolo. Invece l’uomo si è seduto e ha iniziato a parlarle.

Ma le espressioni della ragazza fanno capire che è a disagio e non è felice di quella situazione. Lui le chiede cosa stesse facendo e come si chiamasse e la ragazza risponde a monosillabi, cercando di non sembrare scortese o paranoica, e inventa un nome finto. Non appena la ragazza dice di essere in diretta video, l'uomo se ne va dicendo “piacere di averti conosciuto”.

In un altro video la ragazza ha spiegato che l’uomo sembrava avere circa 30 anni: era più grande di lei di molto e avrebbe dovuto capire che non fosse il caso di avvicinarsi ad una ragazza seduta da sola e visibilmente impaurita e a disagio.

Il video della ragazza è stato visualizzato più di 11 milioni di volte e non è difficile intuire il perché: molte donne sono state importunate da “uomini raccapriccianti” e hanno vissuto la stessa identica situazione. Una situazione in cui non si sa bene cosa fare: un sesto senso dice che c’è qualcosa di strano, dall’altro lato però non si vuole reagire in modo eccessivo.

#allamiaetà: L’incredibile storia di Titta Colleoni, sintetizzatori e libertà a cavallo degli anni Settanta

in sottofondo
Layla - Eric Clapton

Spesso anche i grandi hanno  bisogno dei piccoli  per essere  grandi o creare grandi cose   , ma  i media  non lo sanno  o  non gli danno importanza 


da   https://www.ecodibergamo.it/stories/eppen/cultura/musica del 21\5\2021     Grazie  a  #radioGavox per  la segnalazione  


                                      Astrid Serughetti 

 Il ricordo di Franco Battiato, le serate con il batterista degli Area Giulio Capiozzo e un giovane cantante a cui dare una mano come Edoardo Bennato. C’è tutto questo in una chiacchierata con Titta Colleoni, tastierista bergamasco che ha collaborato con i grandi della musica italiana








C’è stato un tempo in cui il meglio della musica alternativa italiana passava da Suisio, suonando al campanello di casa Colleoni. Era lo stesso periodo in cui, come spiega Titta Colleoni, “i produttori facevano ancora i produttori e i talenti li andavano a cercare negli studi di registrazione e nei locali”.
Sembrano passati secoli, eppure si parla degli anni Settanta, di una cinquantina di anni fa, più precisamente nel periodo che va dal 1972, anno dell’uscita di “Fetus” primo album di Franco Battiato, fino al 1976 circa. Anni in cui Titta suonava nei Perdio, trio bergamasco composto da basso, tastiera e batteria e riconosciuto come uno dei pionieri del prog italiano. Ma sono anche gli anni dell’uscita di “Non farti cadere le braccia”, esordio discografico di Edoardo Bennato e di “Arbeit macht frei”, storico disco degli Area.
“Bergamo ha un che di magnetico e speciale per la musica – racconta Titta – un po’ lo fa anche il nostro carattere, il modo di fare dei bergamaschi che non hanno mai troppo la puzza sotto il naso e ci si rende conto dei nostri limiti. Ma all’epoca Bergamo era quella mezza dimensione giusta per i musicisti, abbastanza vicina a Milano, ma meno caotica e più economica per i produttori che dovevano pagare i dischi”.
E ancora: “Perché una volta era così. Non è come adesso che i musicisti devono creare prima il brand e poi il prodotto. Una volta erano i produttori a girare in lungo in largo per cercare musica nuova e se credevano in un progetto pagavano tutto di tasca loro per farlo nascere. Ora, nella maggior parte dei casi se non stacchi un bonifico sostanzioso a chi di dovere non entri nel giro”.
Inutile negare che nelle parole di Titta Colleoni ci sia un po’ di amarezza nel confronto con un mondo musicale che non si può definire solo cambiato, piuttosto è stato trasformato dalle dinamiche dello streaming . Il tastierista bergamasco si permette di dirlo a onor del vero, visto che ancora adesso collabora con tanti giovani artisti, bergamaschi e non solo: “Ogni tanto mi chiamano dallo studio di Suisio, per ascoltare qualcosa e provare a inserire due note o un’idea e non sono tutti ragazzi persi. Ci sono molti bravi artisti all’orizzonte e mi sto adoperando per chiamarne qualcuno, anzi qualcuna, da far esibire in occasione della Festa della Musica di Brescia e, in prospettiva, per Bergamo e Brescia capitali della cultura”.


Alessandro Ducoli, Titta Colleono e Jean-Luc Stote (Foto Tomasz Fiedziuk)



Titta Colleoni, infatti, è tutt’altro che in pensione. Grazie a un altro amico di vecchi data come Jean Luc Stote, storica voce di Radio Onda d’Urto e direttore artistico della Festa della Musica del capoluogo bresciano, una delle più riuscite d’Italia, riesce a mantenere il contatto con molte realtà della nuova musica emergente. Il tutto, conferma, senza provare nostalgia: “Mi viene solo un po’ di invidia perché vorrei entrare dentro il loro progetto, essere parte attiva di qualcosa che nasce”.
Eppure tanto è cambiato dai suoi vent’anni e dal suo fare musica e a spiegarlo è proprio lui, tramite le parole di un grande maestro che ci ha lasciato da poco, Franco Battiato: “Mi ripeteva sempre che serve l’educazione all’ascolto, non al sentire”.
Titta e Franco hanno collaborato insieme durante la prima fase della carriera del cantautore siciliano e in questi giorni la tristezza si mescola con i ricordi: “La prima volta che ci siamo visti è stato a Milano nella sede della casa discografica Bla Bla. Lui stava lavorando al suo primo disco. Poi, una sera noi stavamo suonando all’Auditorium ed è comparso sotto il palco con un tabarro nero come quello che usano gli anziani. Dopo il concerto abbiano iniziato a parlare e da lì ci siamo visti sempre più spesso. Lui ha cominciato a frequentare Suisio e Bottanuco e in sala prova sperimentavamo con i sintetizzatori, ed era tutto nuovo. C’era la possibilità di filtrare gli strumenti e creare variabili infinite maneggiando direttamente il suono. La fantasia poteva agire liberamente”.


Titta Colleoni e Giovanni Salis



Non solo i mezzi tecnici permettevano di provare a comporre con nuove soluzioni armoniche, le occasioni che nascevano con la musica e il fermento di quel periodo davano stimoli continui: “Una sera dovevamo suonare a Casatenovo ed eravamo d’accordo che sarebbe venuto anche Franco. Sulla strada ha incontrato un autostoppista polacco che aveva con sé un violino. Non serve che ti dica com’è andata, alla fine sono saliti entrambi sul palco con noi e il violinista credo abbia anche suonato poi in un suo disco”.
L’album che più di tutti sancisce la collaborazione fra il tastierista bergamasco e Battiato è “Sulle corde di Aries”, terza pubblicazione per l’etichetta Bla Bla del maestro siciliano. Titta ricorda così quell’incredibile tournée: “Abbiamo fatte una serie di date in Sicilia, dove il pubblico era veramente eccezionale. Alcuni concerti magnifici, poi siamo risaliti sulla sua Nsu prinz arancione e in due giorni siamo tornati a Milano, cantando parecchio e ridendo ancora di più. Era un guidatore improbabile”.
Altri anni, altre abitudini, altri modi di sperimentare e vivere la musica. “Una sera invece avevamo un concerto a Bergamo con il Banco del Mutuo Soccorso. Mi si avvicina il loro produttore Sandro Colombini e mi parla di un ragazzo che aveva dei bei pezzi che andavano ‘un po’ tirati insieme’ e dice che me lo vuole affidare”. Il ragazzo in questione è Edoardo Bennato che una settimana dopo arriva a Suisio. “Passavamo le giornate in un’osteria di Città Alta che aveva il pianoforte per arrangiare i pezzi, poi in un alberghetto di Oltre il colle abbiamo lavorato a tutto il disco e infine abbiamo registrato a Milano”.





In quel periodo la frequentazione era assidua anche con gli Area, al lavoro a Zingonia sul loro capolavoro più noto. “A Giulio, il batterista, non piaceva tanto stare a Zingonia e quasi ogni sera veniva da me a Suisio”.
Cosa sia capitato invece ai Perdio che quel successo discografico lo hanno solo sfiorato è lo stesso Titta a spiegarlo: “Ad un certo punto siamo andati a Genova per registrare un Lp per Patty Pravo e Riccardo Fogli. Era il nostro trampolino di lancio, ma volevano farci cambiare una frase di un testo e ce ne siamo andati. Non se ne fece più nulla, in quegli anni avevamo l’idea che dovevamo rifiutare la commercializzazione a ogni costo. Ci abbiamo ripensato tutti, spesso, a quell’occasione persa, forse avremmo dovuto comportarci diversamente, ma in quel momento contava solo mantenere la nostra purezza”.
Titta Colleoni ha vissuto una vita a dir poco intensa, fra alti e bassi e ritorni alla musica. La racconta in “Sette bicchieri quasi uguali”, un volume nel quale si racconta al cantautore bresciano Alessandro Ducoli. Insieme c’è anche un disco, “In The Garden Of Eden” (potete acquistarlo qui).

Titta Colleoni su Wikipedia

20.5.21

Uno scorcio di Sicilia interna tra le Catania ed Enna riscoperto grazie alla passione di militanti e agricoltori. Pronti a sfidare discariche e mafie dei pascoli

non è mai tardi La laurea a 85 anni di Francesco Pitocco: "La mia tesi scritta a mano. La didattica online? Con i nipoti"

 

  repubblica  20\5\2021
Sarà il primo studente a laurearsi in presenza all'università di Modena e Reggio Emilia, ora che sono finite le restrizioni per la pandemia. Ci ha messo anni, dopo una frase detta da un collega dalla quale tutto è partito


Francesco Pitocco 


Ha avuto qualche problema con la didattica online, lui che ha scritto la sua tesi a mano, per poi farla copiare al computer da una stenografa. Ma Francesco Pitocco, 85 anni, domani sarà il primo studente a laurearsi in presenza all'università di Modena e Reggio Emilia (Unimore) dopo la fine delle restrizioni dovute al Covid. "Sono molto contento che questo giorno sia arrivato - ha detto alla vigilia - anche se in un periodo per me molto complesso, costellato da dispiaceri e lutti: ho perso un nipote di quarant'anni e appena otto giorni fa è mancato mio fratello, il mio fratellone, colui che mi ha sempre sostenuto in questo lungo percorso, incominciato molti anni fa e che, a causa del lavoro e della famiglia, ha conosciuto un lungo periodo di stop".
L'ultraottantenne di Reggio Emilia, abruzzese di origine, ha completato il suo percorso di studi in Giurisprudenza con una tesi in diritto penale che discuterà davanti ad una commissione di 11 componenti, presieduta da Marco Gestri, docente ordinario di diritto internazionale. Relatore sarà Francesco Diamanti, ricercatore di diritto penale e da molti anni docente a giurisprudenza. Titolo della tesi: ’I soggetti responsabili nel diritto penale della sicurezza del lavoro'.
"Ho lavorato per 35 anni in una società telefonica - ha raccontato ai tanti che gli chiedono in questi giorni del suo stato d'animo - una volta un collega mi disse 'ho ragione io perché sono laureato', ci ho messo un po': mi sono iscritto, ma ho impiegato anni per arrivare alla tesi. Il passaggio alla didattica online dovuto alla pandemia, mi ha dapprima provocato un certo disagio perché ho poca confidenza con gli strumenti informatici. Devo dire, però, che mi sono subito adattato grazie all'aiuto dei miei nipoti e alla gentilezza e disponibilità dei docenti: ho affrontato due esami online e anche tutti gli incontri con il mio relatore per discutere della tesi si sono svolti a distanza. Mi sono così tanto abituato che quasi mi dispiace laurearmi in presenza".
Le discussioni delle tesi dei dieci laureandi sono in programma venerdì mattina nella sala del consiglio del dipartimento di giurisprudenza, nel pieno rispetto di tutte le norme in materia di prevenzione del contagio, e inizieranno alle 9.30 proprio con Francesco Pitocco. "Siamo particolarmente contenti - spiega Elio Tavilla, direttore del dipartimento di giurisprudenza - di tornare a svolgere gli esami di laurea in presenza. Per quanto la macchina organizzativa sia particolarmente complessa, proprio in ragione dello scrupoloso ossequio di tutte le disposizioni anti-contagio, ritengo che gli studenti e le studentesse abbiano il diritto di vivere un momento tanto importante negli spazi deputati, con tutte le emozioni proprie di questa modalità e, soprattutto, lontani dagli schermi del computer. Come dipartimento e, più in generale, come ateneo - conclude Tavilla - abbiamo sempre ritenuto la didattica online parte fondamentale del nuovo contesto pandemico: nessuno, però, ha mai ceduto alla tentazione di considerarla sostitutiva della presenza e della prossimità, modalità che continuano ad essere il punto centrale del nostro modo di intendere l'università".

 

omaggio alle api

Oggi è la giornata mondiale delle api per questo ho voluto fare loro un omaggio in poesia

 

 


                                                       Ode all’ape – Pablo Neruda


Moltitudine di api!
Entra ed esce
dal carminio, dall’azzurro,
dal giallo,
dalla più tenera
morbidezza del mondo:
entra in
una corolla
precipitosamente,
per affari, esce
con un vestito d’oro
e gli stivali
gialli.      
Perfetta
dalla cintura,
con l’addome rigato
da sbarre scure,
la testolina
sempre
pensierosa
e le 
ali
bagnate:
entra
in tutte le finestre odorose,
apre
le porte della seta,
penetra nei talami
dell’amore più fragrante,
inciampa

in
una
goccia 
di rugiada
come in un diamante
e da tutte le case
che visita
estrae 
il miele
misterioso,
ricco e pesante
miele, spesso aroma,
liquida luce che cade a goccioloni,
finchè al suo
palazzo
collettivo
ritorna
e nelle gotiche merlature
deposita
il prodotto
del fiore e del volo,
il sole nuziale serafico e segreto!

Moltitudine d’api!
Elevazione sacra
dell’unità,
collegio
palpitante!

Ronzano
sonori
numeri
che lavorano
il nettare,
passano
veloci
gocce
d’ambrosia:
è la siesta
dell’estate nelle verdi
solitudini
di Osorno. Sopra
il sole inchioda le sue lance
nella neve,
risplendono i vulcani,
ampia
come
i mari
è la terra,
azzurro è lo spazio,
ma
c’è qualcosa
che trema, è
il bruciante
cuore dell’estate,
il cuore di miele
moltiplicato,
la rumorosa
ape,
il crepitante
favo
di volo e oro!

Api,
lavoratrici pure,
ogivali
operaie, 
fine, scintillanti
proletarie,
perfette,
temerarie milizie
che nel combattimento attaccano
con pungiglione suicida,
ronzate,
ronzate sopra
i doni della terra,
famiglia d’oro,
moltitudine del vento, scuotete l’incendio
dei fiori,
la sete degli stami,
l’acuto
filo
di odore
che raccoglie i giorni,
e propagate
il miele
oltrepassando
i continenti umidi, le isole
più remote del cielo
dell’ovest.

Sì:
la cera innalzi
statue verdi,
il miele
sparga
lingue
infinite,
e l’oceano sia
un alveare, 
la terra
torre e tunica
di fiori,
e il mondo
una cascata,
chioma,
crescita
inesauribile
di favi!


17.5.21

i figli della luna sono tra noi

 Leggi anche  

inno alla luna poesia di Daniela Bionda


Oggi In occasione della Giornata mondiale contro l'Omofobia, la Transfobia e la
Bifobia,
ribadisce il suo sforzo per la costruzione di società più inclusive e sostenibili attraverso la promozione e protezione del pieno godimento di diritti umani delle persone LGBTIBandiera arcobaleno#IDAHOT






Ed è proprio a loro oltre che a noi stessi dedico questo video

 

Dopo Tempio Pausania il Barber Shop Giambattista Aisoni Giomba per gli amici apre anche all’Isola Rossa

 da   https://www.galluraoggi.it/cronaca
17 MAGGIO 2021 

 Un nuovo Barber Shop all’Isola Rossa. Aprire una nuova attività in tempo di pandemia è qualcosa di speciale, di coraggioso, qualcosa che va sottolineato e di cui essere orgogliosi. Gian Battista Aisoni, affermato barbiere di Tempio Pausania e la moglie Valentina il coraggio lo hanno preso per mano e insieme hanno deciso che al punto vendita di Corso Vittorio Veneto 5 poteva essere aggiunto anche un altro locale, più vicino al mare, all’Isola Rossa, frazione del comune di Trinità d’Agultu. Un locale che potrà essere importante anche per la valorizzazione turistica della splendida frazione che si sviluppa sulla costa


.

La promozione del nuovo punto vendita che inaugurerà a giugno 2021 è stata realizzata tramite un video con utilizzo di un drone che valorizza la meraviglia paesaggistica dell’Isola Rossa e servirà da volano per il turismo in una zona della Gallura in cui l’emergenza Covid ha colpito duramente.




Le caratteristiche del nuovo Barber Shop che aprirà in via Belvedere 2 a Isola Rossa sono le stesse di quelle di via Vittorio Veneto 5 a Tempo Pausania: a farla da padrone saranno le sapienti mani di Gian Battista Aisoni, barbiere per uomo che si è aggiudicato premi importanti al Cosmoprof di Bologna e in altre manifestazioni dedicate a moda e cura del corpo. Oltre a “Giomba” saranno i ragazzi del suo staff a curare i clienti con tagli alla moda e classici, con un occhio di attenzioe per la barba e i trattamenti tricologici. Saranno due le linee di prodotti utilizzate, Barbermind e Balente, entrambi per la cura e il benessere dell’uomo, Balente tra l’altro nasce e si sviluppa proprio in Sardegna.

inno alla luna poesia di Daniela Bionda

Potrebbe essere un'immagine raffigurante corpo idrico e testoInno alla 
 
Davanti agli occhi il mar, in ciel le stelle, e tu pallida luna, bianca come il ghiaccio, ti specchi tra le onde del mar come fossi Venere.
Odo nell'aria il tuo richiamo, avanzo pian piano nell'acqua, un passo alla volta, le mie lacrime diventano perle, gli occhi sfere di cristallo, neri, come è ner al buio il mare in inverno.
Vengo avvolta da un mantello di stelle, la mia paura oramai si placa e sento solo un sentimento di gioia e pace. O luna piena, o specchio di cielo, attorno a te brillano le stelle, sempre in gara tra loro rendendo così il ciel ancora più luminoso.
Intanto le onde accarezzano il mio corpo come fossero vestito, i miei capelli neri come la notte, pesano come sassi sulle mie spalle. Non sento più freddo, le mie labbra sanno di sale. O luna, dolce luna, affido a te i miei segreti, affinché li custodisca come beni preziosi.


16.5.21

adesso è chiaro cosa si nasconde dietro il video di grillo del 19 aprile

lo so che m'ero permesso , vedere qui il mio precedente post https://bit.ly/3ydYOhS , di non parlare del caso Grillo . Ma Adesso è chiaro il perchè del video di grillo ha preferito essere riempito di .🤮💩 pur di portare le indagini per le lunghe in modo che  quando  s'arriverà a  dibattimento il  reato si   prescriva  in  quanto  si  è andato    fuori tempo massimo  .  Infatti  prima   i media   non  ne  parlavano tanto   poi ha  iniziato   lui con  quel  video di .....  su chi  si già detto  di tutto  ed  inutile ripeterlo   ed  ora  sui  giornali   compaiono  nuove versioni  dei protagonisti e   dei testimoni   o persone  sentite  per  le  indagini 
 Infatti a quanto riporta questo articolo dell'edizione Genovese di Repubblica del
15 MAGGIO 2021   i legali dei 4 ragazzi genovesi indagati vogliono prendere visione dei nuovi atti depositati da Giulia Bongiorno che difende Silvia, la diciannovenne presunta vittima dello stupro.. Sicché, la richiesta degli avvocati farà slittare ulteriormente i tempi dell'inchiesta sul presunto stupro di gruppo e della violenza sessuale di cui sono accusati  Ciro Grillo, il figlio del Garante dei 5 Stelle, e gli altri tre amici genovesi (Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta). Tanto che dal Tribunale di Tempio Pausania fanno sapere che difficilmente si arriverà all'udienza preliminare entro la prossima estate. Ma c'è di più.
 [... ] 
I magistrati hanno acquisito anche l'intervista di Massimo Giletti (Non è l'Arena) al titolare del B&B di Palau, dove le due ragazze milanesi (l'altra è Roberta, anche questo nome di fantasia) hanno alloggiato nell'estate del 2019. In quell'intervista il titolare avrebbe cambiato versione rispetto a quanto dichiarato ai carabinieri in un primo momento ed alla stessa Procura, tutti verbali finiti agli atti dell'inchiesta. Inoltre, ci sarebbero anche le interviste rilasciate dalla istruttrice di kite surf a Repubblica ed al Corriere della Sera. Anche in questo caso vi sarebbero divergenze rispetto a quanto dichiarato agli investigatori.In settimana gli avvocati visioneranno gli atti e stanno valutando anche la possibilità di far interrogare (per la seconda o per la terza volta) qualcuno degli indagati. I 20 giorni canonici dalla notifica dell'Acip scadono il 23 maggio e le istanze dovranno essere presentate entro tale data, prima che la Procura possa chiedere il rinvio a giudizio (il processo) o l'archiviazione per i quattro o solamente per qualcuno di loro.

Quindi    Grillo ha  preferito  farsi passare    per  un  idiota  che  fa   gesti  insensati  ed  controproducenti  quando  invece    sa  benissimo quello che    sta  facendo    pur  di   salvare  il   suo  figliuolo  e  la  sua  combriccola  

perdono

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