Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
4.3.07
Senza titolo 1677
3.3.07
Senza titolo 1676
Ci sono stati uomini che hanno scritto pagine
Appunti di una vita dal valore inestimabile
Insostituibili perchè hanno denunciato
Il più corretto dei sistemi troppo spesso ignorato
Uomini o angeli mandati sulla terra per combattere una guerra
Di faide e di famiglie sparse come tante biglie
Su un'isola di sangue che fra tante meraviglie
Fra limoni e fra conchiglie... massacra figli e figlie
Di una generazione costretta a non guardare
A parlare a bassa voce a spegnere la luce
A commentare in pace ogni pallottola nell'aria
Ogni cadavere in un fosso
Ci sono stati uomini che passo dopo passo
Hanno lasciato un segno con coraggio e con impegno
Con dedizione contro un'istituzione organizzata
Cosa nostra... cosa vostra... cos'è vostro?
E' nostra... la libertà di dire
Che gli occhi sono fatti per guardare
La bocca per parlare le orecchie ascoltano...
Non solo musica non solo musica
La testa si gira e aggiusta la mira ragiona
A volte condanna a volte perdona
Semplicemente
Pensa prima di sparare
Pensa prima di dire e di giudicare prova a pensare
Pensa che puoi decidere tu
Resta un attimo soltanto un attimo di più
Con la testa fra le mani
Ci sono stati uomini che sono morti giovani
Ma consapevoli che le loro idee
Sarebbero rimaste nei secoli come parole iperbole
Intatte e reali come piccoli miracoli
Idee di uguaglianza idee di educazione
Contro ogni uomo che eserciti oppressione
Contro ogni suo simile contro chi è più debole
Contro chi sotterra la coscienza nel cemento
Pensa prima di sparare
Pensa prima di dire e di giudicare prova a pensare
Pensa che puoi decidere tu
Resta un attimo soltanto un attimo di più
Con la testa fra le mani
Ci sono stati uomini che hanno continuato
Nonostante intorno fosse tutto bruciato
Perchè in fondo questa vita non ha significato
Se hai paura di una bomba o di un fucile puntato
Gli uomini passano e passa una canzone
Ma nessuno potrà fermare mai la convinzione
Che la giustizia no... non è solo un'illusione
Pensa prima di sparare
Pensa prima di dire e di giudicare prova a pensare
Pensa che puoi decidere tu
Resta un attimo soltanto un attimo di più
Con la testa fra le mani
Pensa
ma ora bando alle coiancie ed ecco il blog
buone news su un valore che sembrava scomparso o di nicchia ( vedere in apertura del blog il banner di solidarietà ai ragazzi di locri www.ammazzatecitutti.org in particolare ai loro oleader aldo pecora ) la legalità la prima è questa
dal corriere della sera online di sabato 3\3\2007 se non ricordo male
A sanremo , finalmente un saremo decente e come si dice , vince fra le nuove proposte un rap antimafia Al Festival arrivano i primi verdetti. Si chiude la gara dei giovani con il voto combinato delle tre giurie (demoscopiche, televoto e giuria di qualità ). A contendersi il successo gli otto cantanti promossi nelle serate di martedì e mercoledì: Marco Baroni, Stefano Centomo, Romina Falconi, Sara Galimberti, Jasmine, Elsa Lila, Fabrizio Moro e Pquadro. La scaletta resta a sorpresa: l’ordine di uscita viene infatti sorteggiato in diretta, a inizio trasmissione. Alla fine il vincitore è Fabrizio Moro, con il suo rap contro la mafia, la più impegnata e difficile tra le canzoni presentate nellla sezione. Alle sue spalle nella classifica Stefano Centomo e Pquadro. Fabrizio Moro è diventato subito il favorito nella categoria Giovani di questa edizione del Festival di Sanremo perchè il suo brano, «Pensa», concentrato su temi di impegno civile, è immediato e intenso allo stesso tempo. «Impegnato? Non è un termine che fa per me» si schermisce Moro. Ma intanto dopo una lunga gavetta ha finalmente colpito nel segno ottenendo insieme successo e riconoscimento intellettuale tanto che nel videoclip di «Pensa», diretto da marco Risi, compare anche Rita Borsellino. La canzxone, infatti, è dedicata a Falcone e Borsellino «e a tutti gli eroi morti per la libertà» come ha spiegato Moro.
Provo qui a mettere un video di un utente di youtube su tale canzone . Se questo tentativo non dovesse funzionare perchè è la prima volta che provo a mettere qui un video di youtube in questo caso trovate gli url per vedervelo . Scusate se sono in neretto e sottolineati , ma splinder , non capisco il perchè e al mio post sul blog soluzioni non ho avuto ancora risposta , se lo metto come url me lo taglia )
http://www.youtube.com/watch?v=WMYg_cxcpy8
http://youtube.com/watch?v=QljIZGrBe0M
esibizione a san Remo
http://www.youtube.com/watch?v=OkgMnca-KmA http://www.youtube.com/watch?v=FiohgoiKw40
gli altri due video fatti , come quello da me postato dagli utenti di youtube .
la seconda è questa tratta da uno dei giornali locali , la nuova sardegna del 3\3\2007 , ed un sintomo molto importante per due ragioni innuna terra in cui la desamistade adesso unita alla criminalità continua ad esistere ; sono sempre più forti soprattutto qui nel nord ( leggi portocervo e porto rotondo , bagaglino , porto bello ) sono sempre più preoccupanti i segnali di infiltrazioni mafiose e usura \ riciclaggio e la presenza degli oligarchi russi
Legalopoli , il senso civico in 49 caselle .l'idea è degli studenti del liceo classico che ora chiedono il copyright
TEMPIO. Miglior riconoscimento non potevano, di sicuro, ricevere gli studenti del liceo “Paolo Dettori” che, guidati dalle insegnanti di religione della loro scuola, hanno partecipato al progetto So.Le. (acronimo che sta per società e legalità) con un’idea davvero originale. Mancato per un soffio il primo posto, hanno ricevuto una valanga di complimenti per l’originalità dimostrata, ottenendo anche la promessa che il gioco di società da loro ideato diventerà presto un brevetto grazie alla Formez e alla Regione. In effetti, il gioco inventato dagli studenti del liceo tempiese esige il copyright proprio per l’originalità dei suoi contenuti. «Un modo - spiegano - per porre l’accento su principi, norme e valori che dovrebbero regolare la quotidianità, sia a scuola che al di fuori delle aule e delle lezioni». Niente di meglio, allora, di un gioco di società in cui deve essere temperato lo spirito di competizione e dove il rispetto dei ruoli ha una parte rilevante. Concepito come un gioco elettronico da tavolo, Legalopoli (questo il nome del gioco) è stato presentato su un pannello di legno con sopra disegnato un circuito di caselle in cui una pallina elettronica, azionata da un sensore, segnala la risposta giusta o sbagliata. Come in tutti i giochi di questo tipo, va avanti e accumula punti il concorrente che risponde bene alle domande, altrimenti si osservano dei turni di riposo e si subiscono altre penalizzazioni. Basteranno due dadi, cinque pedine e altrettante squadre composte da quattro alunni, per avviare il gioco. Ovviamente i quesiti a cui bisognerà dare risposta riguardano la città della legalità, vale a dire Legalopoli. Alla fine, vincerà chi per primo giungerà in piazza So.Le. Qual è il senso del gioco? Attraverso le 49 caselle, il giocatore darà un voto al proprio senso civico. Domande e caratteristiche del gioco sono state elaborate dopo un lavoro preliminare consistente nella somministrazione di un questionario a diverse decine di studenti. Dal materiale schedato sono state derivate percentuali e dati sulla reale conoscenza che i giovani hanno dei temi della legalità.
Senza titolo 1675
Un modello dimenticato
Da alcune settimane sentiamo spesso dalla Chiesa, più precisamente dalle alte gerarchie improperi sui Dico: ma davvero la Chiesa è caduta ulteriormente cosi in basso ? Da Laico credente mi chiedo : Perché la sua attenzione non è rivolta alle vere brutture che ci circondano ? Mai sentito un "illustre" rappresentante della Chiesa lamentarsi per le offese che, solo per citare il politico più noto e più volgare , Berlusconi rivolge a destra e a manca , mai uina parola di solidarietà per tutte le persone truffate dai i nostri finanzieri nostrani . È una Chiesa visibilmente schierata,non certo dalla parte del più debole ( almeno per quanto riguarda le alte sfere per ulteriori approfondimenti vedere i miie post in cui parlo di quelli che io reputo la vera chiesa ) poteri forti. Quanti politici, mi roicorda una vecchia canzone popolare contro quello che allora era il governo Degasperi che dice : << (...) ministro dell'interno è un certo Mario Scelba \ che spara sulla gente / e poii prega il padre eterno (...) >> pur dichiarandosi grandi cattolici ( in maggior parte nel centro destra ) comportamenti che di cattolico non hanno niente ? Se si decide di interferire nella politica bisogna farlo anche nei momenti più scomodi Forse è tempo di pensare che la verità non sta nelle solo nelle parole del Papa né di monsignor Ruini e company , ma nella coscienza di ognuno di noi , laico , credente o a teo che sia . Bisogna stare in mezzo alla gente per poter capire i bisogni e le esigenze di tutti. Non credo che il pensiero attuale della Chiesa possa essere avvicinato al modello che ci ha lasciato un uomo degno di stima e ammirazione… Gesù Cristo ! che per noi è morto sulla croce e poi risorto .
Quindi consifdero più coerente con tale messaggio quando affermano alcuni preti dissidenti sui dico per maggiori news www.gaynews.it/view.php
2.3.07
Senza titolo 1674
O'Neill accusa: "Ai miei tempi in Italia le partite erano sempre truccate"
Senza titolo 1673
Canzone Composta collettivamente da un gruppo di partigiani a Castagneto di Ramisèto nella primavera del 1944 sull'aria di una vecchia marcia fascista cantata durante anche la guerra di Spagna (ma la cui origine più antica potrebbe essere ottocentesca e garibaldina), è considerato l'inno quasi ufficiale delle brigate garibaldine della provincia di Reggio Emilia. Impossibile non ricorda-re l'interpretazione dell'indimenticabile Giovanna Daffini contenuta nell'album La Resistenza nell'Emilia Romagna
note storiche tratte da www.cantilotta.org/index.htm
Libertà... sì. Libertà... sì.
Noi siamo i partigiani fate largo che passa la brigata Garibaldi
la più bella, la più forte, la più ardita che ci sia,
quando avanza, quando avanza,
il nemico fugge allor
tutto rompe, tutto infrange
con la forza e con l'ardor.
Abbiam la giovinezza in coi., simbolo di vittoria
marciano sempre forte e non temiam la morte, la stella rossa in fronte la civiltà portiamo
ai popoli oppressi
la libertà noi porterem.
Fate largo, che passa la brigata Garibaldi
la più bella, la più forte la più ardita che ci sia
quando passa, quando avanza
il nemico fugge allor siamo fieri, siamo forti per cacciare l'invasor.
Col mitra e col fucile siam pronti per scattare ai traditor fascisti
ce la farem pagare
con la mitraglia fissa
e con le bombe a mano le barbarie commesse sul nostro popolo fede
Complimenti agli eredi dei due rami di Giuseppe Garibaldi e alla poco coraggiosa posizione dela sovraintendenza che non ha avuto il coraggio ( almeno provarci o tentare ) di mediare fra i due litiganti o al massimo ( situazione preferibile ) nel nome di Garibaldi imporre un compromesso o una tregua fra i due rami ereditari dell'erore dei due mondi proprio in una occasione cosi importante come un bicentenario .
Infatti a causa di questa diatriba e di questi rancori familiari si potranno celebrare all'ìnterno del piazzale dela casa museo solo gli eventi ufficiali
Quindi quest'anno a causa : dello scarsissimo coraggio diplomatico della sovvraintendenza di Sassari ., della litigiosità dei pronipoti da parte di Anita la prima moglie di Garibaldi che soi distinguono per due N ., del fatto che solo Giuseppe Garibaldi l'unico pronipote maschio che può passare l'estate nella casa museo di Caprera , quest'anno in particolare , anche se non è una novità in quanto accade da sempre .
Un vero peccato in quanto le diverse associazioni garibaldine e sono tante , si aspettavano soprattutto che nel bicentenario le cose andassero in maniera diversa e non uguale e ripetitiva .
E tutti saranno costretti ad accontentarsi di qualche altro palcoscenico, o della sala con-siliare o della biblioteca. Purtroppo per la mancata ( se mai c'è stata ) collaborazione tra i due gruppi degli eredi , che a dire il vero non c'è mai stata tanto meno tra i pro nipoti dell'Eroe che --- il bisnonno e la bisnonna anita e gli altri parenti collaterali figli dell'amante e dellla seconda moglie si rivolteranno nella tomba gareggiano per conqnel bene e nel maleuistare uno spazio . Impedendo che una manifestazione culturale sia ridotta solo a livello ufficiale e non solo anche di popolo e sia vissuta con tranquilità .
Per questo e non assistere ad attacchi e batibecchi ( e qui non gli posso biasimare , anche se potevano mostrare un po' più d'iniziativa e concedere spazi ad entrambi gli eredi ) le dirigenze del museo si guardano bene dal non concedere udienze separate a gli uni e a gli altri . Ma per non incorrere negli spiacevoli episodi che si ripetono ogni due giugno, per non suscitare gelosie di sorta ( cosa che secondo me , non si avrebbero se il comune e la sovraintendenza concedessero ad entrambi senza privilegiare l'uno o l'altro ramo ) che si potrebbero scatenare durante il Bicentenario, Caprera festeggerà quasi sottotono iduecento anni della nascita dell'Eroe
Con le solite parate e maifestazioni di sempre . Con i pellegrini che s'aggireranno nel museo e i soliti discorsi vuoti e retorici . Niente di nuovo come sempre , un occasione mancata per celebrare in maniera non retorica uno che ha dato la sua vita e se stesso non solo per l'unita del nostro amato-odiato paese ma anche per altri popoli ( vedere ggli approfondimenti a fine post ) . Niente di nuovo , dunque , per la decisione pilatesca della sovraintenza e po' troppo neutralista della direzione del museo Garibaldino guidata da Wally paris cultrice e studiosa di Garibaldi oltre che custode umana del suo compendio e delle sue memorie come se fosse un vero e proprio masuoleo .
Approfondimenti
eventi per il bicentenario
fra cui la 1 e la 2 tappa del giro d'italia di quest'anno , quest'ultima parte dalla mia cittadina
siti di comitati per Bicentenario della nascita eleco estratto dall'ottima voce http://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Garibaldi
- Sito del comitato per il bicentenario della nascita
- Comitato internazionale Giuseppe Garibaldi
- Garibaldi a Rosario Bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi
- Nice-garibaldi.org - Approfondimento
siti su Garibaldi
- it.wikipedia.org/wiki/Brigate_Garibaldi
- Giuseppegaribaldi.info - Approfondimento
- Sito su Garibaldi
- Clelia e-book in italiano sul progetto Gutenberg
- Libri vari ("Clelia" e "Lettere a Speranza von Schwartz") e-book in italiano sul progetto liberliber
- Opere di Giuseppe Garibaldi: testo con concordanze e lista di frequenza
- www.capannogaribaldi.ra.it/
- www.garibaldini.it/ sito del A.N.V.RG ( associazione nazionale volontari reduci garibaldini )
Senza titolo 1672
James Webb è stato segretario alla US Navy ai tempi di Reagan.
«Quando ero segretario della Marina io, e fino a tempi molto recenti», ha detto, «non abbiamo mai mandato delle portaerei nel Golfo Persico perché, primo, il raggio di svolta è molto stretto, e secondo, è alto il rischio di andare in collisione accidentale contro qualcosa che può provocare un problema diplomatico».
Una portaerei infatti fa fatica a cambiare rotta di 180 gradi nel Golfo (le occorrono almeno una dozzina di miglia di mare aperto), specie nello stretto di Ormuz, un braccio di mare che è largo come un fiume; e da cui passano praticamente tutte le petroliere del mondo.
Bush, di portaerei, ne ha mandato due - la «Stennitz» e la «Eisenhower» - con le loro relative squadre d’assalto, di supporto e di protezione; una terza, la «Nimitz» con propulsione atomica, è attesa a giorni, secondo il giornale Gulf News del 21 febbraio.
Ad occhio e croce, almeno un centinaio di navi da guerra americane (e inglesi) affollano il braccio di mare più stretto e congestionato del pianeta.
Tutto è pronto per creare «l’incidente» necessario alla Casa Bianca, con le navi americane praticamente immobili a portata di missili iraniani - veri o presunti.
Il vice-ammiraglio Patrick Walsh, che sta per lasciare il comando navale del Central Command (CENTCOM) ha ventilato che gli iraniani possano posare mine per bloccare lo Stretto.
E le mine, ha detto Walsh, sono «armi offensive di tipo terroristico».
Nuovissima dottrina.
Le mine marine sono per definizione «difensive».
Ma è ovvio che essendo l’Iran lo Stato terrorista per eccellenza, tutti i suoi mezzi di difesa sono illegali e terroristici.
Come diceva Fedro: «Superior stabat lupus, inferior agnus…».
Del resto è dal 2003 che gli USA hanno approntato il piano di battaglia contro l’Iran, in codice TIRANNT (Teather Iran Near Term) il cui scopo ufficiale è «proteggere gli interessi vitali degli Stati Uniti nella regione, ossia il sicuro e ininterrotto accesso degli USA e alleati al petrolio del Golfo».
E come ha scritto il Washington Post del 23 aprile 2006, citando «ufficiali al corrente del piano», «un attacco terroristico può creare la giustificazione e insieme l’opportunità ora mancante [sic] per ritorsioni contro bersagli noti».
E’ pronta la lista dei bersagli: siti industriali, infrastrutture civili come strade, ponti e acquedotti, edifici governativi oltre alle installazioni nucleari.
Almeno 10 mila bersagli, a quanto dice il Gulf News.
L’uso di armi nucleari come bunker-buster («tattiche») non è escluso.
La vera speranza viene dalla rivolta che cova nel Pentagono.
Fonti britanniche hanno detto al Sunday Times che «cinque o sei generali ed ammiragli darebbero le dimissioni se Bush ordinasse l’attacco all’Iran», alcuni perché non credono che un simile attacco sia «efficace o anche possibile», altri per «problemi di coscienza».
Lo stesso Robert Gates, il ministro che ha sostituito Rumsfeld al Pentagono, ha più volte messo in guardia contro l’attacco all’Iran, e chiarito che questa è la posizione dei comandi supremi USA.
Si aggiunga che il generale Peter Pace, nuovo «chairman of the joint chief of staff», il 14 febbraio scorso ha sbugiardato le notizie di presunta «intelligence» secondo cui le armi e i proiettili usati dai «terroristi» in Iraq siano di fabbricazione iraniana.
Siccome questa «intelligence» viene o è ispirata dalla Casa Bianca (lo stesso tipo di intelligence sulle armi di distruzione di massa di Saddam), la posizione del generale è stata letta come una aperta sfida a Bush.
Secondo Hillary Mann, che è stata fino al 2004 la massima esperta di Iran nel Consiglio di Sicurezza Nazionale, l’uscita di Pace («Un soldato molto serio e leale») è segno di «un grave scontento ai vertici della gerarchia militare».
Il generale Pace stesso sarebbe uno di quelli pronti a dimettersi se Bush ordinasse l’attacco «in coordinazione con il primo ministro israeliano Ehud Olmert», secondo Robert Parry di ConsortiumNews, che anche lui cita le proprie «fonti nelle gerarchie».
In un rapporto riservato, Pace avrebbe fatto presente che l’impegno contro l’Iran ridurrebbe in modo drammatico la capacità USA di fronteggiare un’altra minaccia.
Ben tre portaerei impegnate ridurrebbero infatti la presenza americana nel Pacifico con i loro tipici mezzi di egemonia.
Tale la situazione.
Che induce Dedefensa a ventilare una interessante ipotesi: il nuovo ministro Gates, che è un uomo del gruppo realista Baker-Hamilton «impiantato» nell’amministrazione, ha indotto Bush a promuovere generali e ammiragli che si rivelano tutt’altro che docili alla Casa Bianca; al contrario di Rumsfeld, egli sostiene i suoi generali nella rivolta.
Uno di questi generali, esaltati come fedelissimi, espertissimi e perciò messo da Bush al comando delle operazioni in Iraq, è David Petraeus: e il generale ha appena dichiarato che l’America ha sei mesi di tempo in Iraq per cogliere una qualche vittoria, «se no ci troveremo davanti a un collasso nel sostegno pubblico e politico tipo Vietnam, e che può obbligare le forze armate ad una ritirata precipitosa».
Quanto al viceministro Gordon England, uomo di Gates, ha scritto un memorandum in cui si legge: «Per assicurare ai combattenti e ai contribuenti il massimo beneficio dalle attuali iniziative [ossia dalla guerra in Iraq, Afghanistan] sarebbe altamente auspicabile completare i progetti in corso entro l’estate-autunno del 2008».
Insomma, finiamola lì con la «guerra al terrorismo globale» appena dopo la fine del mandato di Bush, o anche prima.
Forse per questo la Casa Bianca si è detta disposta, d’improvviso, a intavolare trattative con Siria e Iran per stabilizzare la situazione in Iraq; una avance subito corretta dal portavoce Tony Snow: «Nessun dialogo bilaterale con Siria e Iran».
Snow ha inoltre ripetuto l’accusa (smentita da Pace) che gli iraniani forniscono armi ai terroristi (leggi: guerriglieri) iracheni.
La voglia di incenerire l’Iran resta; ma potenti forze stanno opponendo resistenza.
Maurizio Blondet
Senza titolo 1671
1.3.07
Senza titolo 1669
LETTERA DALLA COORDINATRICE DEI PRECARI CALABRESI MARIA DONATI A PADOA SCHIOPPA A PROPOSITO DEI COMPENSI MILIARDARI DI UNA AZIENDA PUBBLICA COME LA *RAI*: ALMENO 50 DI NOI CO CO PRO SAREBBERO STATI STABILIZZATI A VITA...SENZA MORALISMI MA RITENIAMO SIA UN VERO SCHIAFFO ALLA MISERIA ...il tutto e' potuto avvenire grazie alla circolare Nicolais...grazie Ministro i precari ringraziano!
Il patrimonio dello stato e' in buone mani - qualche dato sulla signora Follini
I Coniugi Follini
tratto dal sito http://kelebek.splinder.com/
Oligarchi
La fantasiosa polarizzazione destra-sinistra, con i suoi due fantasmi - il Regime Berlusconi e l'Arrivo dei Comunisti a Cavallo - ci distrae dalla percezione di come funziona realmente l'oligarchia sotto cui viviamo.
Che è costituita da un giro assolutamente trasversale di imprenditori e affaristi vari, con tecnici, giornalisti e guitti al seguito, spesso imparentati tra di loro.
I politici costituiscono un contorno carnevalesco e presenzialista, ma contano solo nella misura in cui fanno parte del giro giusto: non basta certo essere eletti in parlamento per essere qualcuno.
Prendiamo due piccoli esempi.
"Conflitto d'interesse", in Italia, significa la questione, certo macroscopica, del capo dell'opposizione che è anche proprietario delle tre reti Mediaset. Un conflitto d'interesse di cui la sinistra parla da tredici anni, senza aver mai fatto nulla per risolverlo quando era, ed è, al governo.
Eppure il termine "conflitto d'interesse" descrive perfettamente anche il fatto che la moglie del vicepresidente del Consiglio è una dipendente del capo dell'opposizione: la signora Barbara Palombelli, moglie di Francesco Rutelli, è infatti stata assunta, certamente con un bellissimo contratto, al Tg5.
Su questo conflitto d'interesse, il silenzio è unanime, perché non conviene né alla destra né alla sinistra farne un problema.
A volte, però, nelle furibonde e insensate risse tra i poli, i calci fanno girare qualche sasso, permettendoci di vedere i vermi che si nascondono sotto.
Un commentatore di questo blog, Stradivari, ha fatto notare che in questi giorni i siti di destra pullulano di insulti contro una certa signora Elisabetta Spitz, di cui nessuno aveva mai sentito parlare prima.
Ecco un breve riassunto, tratto da un blog di destra:
"Cercando sul sito del Governo, si vede che, effettivamente, il 2 febbraio 2007, durante la seduta del Consiglio dei Ministri n.36 , “Il Consiglio dei Ministri.. sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, Romano Prodi.. con il parere favorevole del Ministro dell’Economia Bersani”, è stato deciso, tra i tanti provvedimenti all’ordine del giorno, anche il “rinnovo per un triennio dell’incarico di Direttore dell’Agenzia del demanio conferito all’architetto Elisabetta SPITZ”, che altri non è che la moglie di Follini.
Qualcuno potrebbe pensare che se l’incarico della signora Follini è la riconferma di un incarico triennale precedente, allora la sua nomina sia avvenuta all’epoca del nepotista governo Berlusconi.
Ma non è così.
L’architetto Spitz, infatti, fu nominata Direttore dell’agenzia del demanio (che dipende dal Tesoro) nell’aprile 2000, da Vincenzo Visco, con contratto privato.
Quella nomina suscitò polemiche e fu presentata anche una interrogazione parlamentare da Luca Volonté e Mario Tassone, che sono (anzi, erano) compagni di partito di Follini. Essi chiedevano di sapere se fosse vero che l'architetto Elisabetta Spitz -che risultava aver già progettato la ristrutturazione della sede del partito dei DS, a Roma, in via delle Botteghe Oscure- avesse sottoscritto il contratto da direttore dell'istituenda agenzia del catasto per circa 650.000.000 annui”.
La signora Spitz, ovviamente, interessa ai destri perché è piuttosto evidente che il rinnovo del contratto privato alla moglie di Follini, ha qualcosa a che fare con il fatto che Follini ha scoperto poche settimane dopo di avere il cuore che batte a (centro) sinistra.
Ma proprio per questo una vicenda estremamente interessante finisce nel solito tifo calcistico, come se il problema fosse, "Follini si è fatto comprare". Una sciocchezza, perché Follini non sarebbe Follini, se non fosse un venduto in partenza.
In realtà, sugli aspetti veramente interessanti di questa vicenda, i destri sono costretti a tacere.
Quello che segue è il mio tentativo di ricostruire la faccenda, con tutti i limiti di una breve ricerca su Google fatta da un modesto traduttore di manuali tecnici: sono quindi pronto a correggere ogni eventuale errore.
In pratica, a quanto pare, abbiamo un architetto, la signora Elisabetta Spitz coniugata Follini, socio di una società privata di "consulenza e progettazione", chiamata Abt.
Se è vero che la signora Spitz aveva appena ristrutturato la sede centrale dei Ds in via Botteghe Oscure - credo che sia stata poi venduta o affittata a privati - ne possiamo dedurre che la Spitz non mancasse di ottimi contatti a sinistra.
Verso la fine del passato governo di centrosinistra, il ministro di centrosinistra Visco mette questa signora a capo della neonata Agenzia del Demanio, cioè in pratica di tutto ciò che lo Stato possiede, con uno stipendio lordo di 650.000.000 di Euro l'anno (quasi 2.000 Euro al giorno, per capirci). [1]
Nella gestione del demanio, Visco ci piazza anche Gualtiero Tamburrini,
"professor universitario a Urbino; presidente dell'Osservatorio sul patrimonio degli enti previdenziali presso il ministero del lavoro e della previdenza sociale; direttore tecnico di NOMISMA fondata dal professor Prodi... "
Il progetto del sinistro Visco passa con i voti di tutto il centrodestra.
I casi sono due. O la signora Spritz è responsabile di tutto ciò che è successo al demanio dopo il 2000; oppure ha intascato cifre astronomiche per non fare nulla (come sostiene Maurizio Blondet). Io ovviamente non sono in grado di giudicare.
Comunque si dice che Visco abbia affidato sempre all'Abt un contratto per ristrutturare il grande palazzo dei Monopoli nel cuore di Roma, futura sede del ministero della Finanza.
Ora, siamo costretti a scrivere "si dice", perché Visco ha "secretato il provvedimento di assegnazione dei lavori", evitando la gara pubblica e anche di dire a chi ha assegnato il lavoro. Scopro così che il segreto di stato non si applica solo ai rapimenti CIA in territorio italiano.
Poco dopo, la signora Spitz diventa consigliere di amministrazione anche dell'Eur Spa, che è proprietaria dell'attuale sede del ministero delle Finanze, proprio quello che verrà trasferito appunto dopo nell'ex-palazzo dei Monopoli.
Ora, i duemila Euro al giorno (se tanti sono), la signora Spitz li riceve durante un periodo preciso: quello della svendita del patrimonio dello Stato italiano ad amici, cugini e committenti.
Sono infatti cinque anni che il centrosinistra denuncia, e a ragione, le devastazioni senza precedenti che sono state compiute sotto il governo demaniale della signora Spitz, attribuendo però tutto a quel comodo diavolo che è il "berlusconismo" e senza dire che la Spitz è nata sotto il centrosinistra.
Infatti, la signora Spitz in Follini naviga felicemente dal governo di centrosinistra a quello di centrodestra, dove,nel 2002, passa sotto i suoi auspici un decreto che istituisce la Patrimonio S.p.A.: a quanto ho capito, una ditta a partecipazione statale che incamera i beni dello Stato, rendendoli ipotecabili e permettendo così di usarli come garanzia per prestiti.
Tra i beni messi nel cosiddetto "listone" della Patrimonio S.p.A., c'erano beni commerciali, monumenti, boschi, spiagge, tutti mescolati alla rinfusa.
La cosa era talmente sconvolgente, che quando l'anno scorso si è votato, e io sono rimasto a casa, l'unico piccolo dubbio mi era sorto proprio su questo: "forse il centrosinistra, in materia patrimoniale e ambientale, sarà un pochino meno peggio..." Con la rinonima della signora Spitz, il dubbio mi è passato.
Poi la signora Spitz in Follini - o se lei è solo un prestanome, l'ente che lei dirige - ha venduto, pare, tutti gli uffici dei tre enti previdenziali italiani a qualcosa che si chiama Fip, un consorzio di banche tra cui Banca Imi Spa, Barclays Capital, Lehman Brothers International (Europe) e The Royal Bank of Scotland Plc. Poi la Fip dovrebbe affittare le stesse sedi agli enti previdenziali. [2]
E così via. In tutto ciò che riguarda il patrimonio italiano in questi ultimi anni, in tutte le operazioni poco chiare (e distruttive sul piano culturale e ambientale), c'è sempre lei: la signora Spitz in Follini.
E il bello è che continuerà a esserci.
Nota:
[1] Maurizio Blondet parla invece di 300 mila Euro l'anno nel 2004.
[2] Il contratto d'affitto dura nove anni, ma prevede che l'Inps debba ripagare l'intero valore dell'immobile entro sette anni, oltre a occuparsi della manutenzione.
28.2.07
Senza titolo 1668
Senza titolo 1667
La ballata dei coglioni
Se l'ha detto Berlusconi
di sicuro siam coglioni.
Gente misera e meschina
che si alza ogni mattina
e s'avvia verso il lavoro
con il senso del decoro.
S'incamminano a milioni
questi bolsi pecoroni
allineati e di gran fretta
che la metro non aspetta
e se perdi un minutino
ti s' arrossa il cartellino.
Se sei stato fortunato
e già t'hanno registrato,
che sennò basta un minuto
e ti trovi licenziato...
Tu sei solo un' appendice,
devi far quel che ti dice
il tuo capo onnipotente,
testa bassa ed ossequiente.
Si, lo so dei tuoi diritti:
Quelli lì li puoi far fritti!
Sei del tutto inesistente,
e che t'entri bene in mente!
Come dice il gran mediurgo
sei del popolo lo spurgo,
sei la feccia inconsistente
che non vale quasi niente.
e le tue buone ragioni
sono quelle dei... coglioni!
E allor diamoci una mossa,
su, coglioni, alla riscossa!
Ricordiamo al gran cazzone,
pur tra tanto starnazzare,
che si dia delle ragioni:
senza il seme dei coglioni,
serve solo per pisciare!
NB
evviva San Remo !
Sanremo: altri vecchi miliardari di Stato
Maurizio Blondet
27/02/2007
I due conduttori dell'edizione 2007 del Festival di Sanremo
Ora sappiamo: per divertire i contribuenti italiani, Michelle Hunziker ha chiesto e ottenuto un milione di euro più 60 mila, un paio di miliardi di lire.
Pippo Baudo (ancora lui, sempre lui) 750 mila euro.
Ma guadagnerà anche dalle «telepromozioni» che sta già girando, e che ci rifilerà con la scusa del Festival nelle cinque serate.
Affari suoi, ma non paghiamo già il canone?
Come noto, per poter pagare questi cachet, Luigi Nicolais, ministro (tenetevi forte) per «le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione» si è rimangiato la «riforma» che aveva appena varato: il tetto di 250 mila euro per i compensi che le pubbliche amministrazioni pagano ai «consulenti» (ossia amichetti) e dirigenti maximi.
Le leggi in Italia sono come l'elastico.
O come lo yogurt: appena fatte, già sono scadute.
E' la bronzea certezza del diritto nella culla del diritto.
Ora, visto che la Hunziker ha sfondato (il tetto), pretenderanno lo stesso sfondamento consulenti e dirigenti vari.
Allegria.
Una modesta nota: non solo paghiamo miliardi ai decrepiti senatori a vita ex presidenti della repubblica dall'incresciosa longevità, miliardi a Ciampi, Scalfaro, Andreotti; paghiamo salati anche dei nani e delle ballerine di età senile.
Giuseppe Raimondo Vittorio Baudo, in arte «Pippo», ha 71 anni, ed è su piazza da almeno 45. Dicono che sia bravo.
Non so.
Sicuramente è un gestore mafioso di grossi poteri, in questa società della politica-spettacolo; come un altro decrepito, Maurizio Costanzo, di cui nulla riesce a liberarci.
Sono loro che danno e negano comparsate, posti, particine, velinate, esibizioni nelle TV di Stato, e si fanno pagare miliardi, probabilmente due volte: una dagli aspiranti alla fama del menga nella
sub-TV italiota, una da noi contribuenti e beoti spettatori.
Fabio Fazio sta salendo nella stessa carriera di «gestore», una potenza vacua, noiosa e che non piace a nessuno, ma che ha infinite «prime serate» perché così vuole il partito di cui è servo, il PCI.
I neonati di oggi se lo troveranno sullo schermo durante tutta la vita, che auguriamo lunga: nel 2060, nel 2080.
Michelle Hunziker, dicono, deve il suo cachet favoloso al fatto che la RAI vuole strapparla a Mediaset: tanto mica pagano loro, paghiamo noi.
Quanto agli abiti con cui la svizzerotta si presenterà nelle cinque serate di Sanremo, sono altri miliardi: ma li pagano (speriamo) i cosiddetti grandi sarti italiani.
Naturalmente essendo Pippo Baudo il settantunenne-direttore del Sanremo 2007, ha invitato «giovani» della sua età: Jonny Dorelli (70 anni), Milva (68) e Marcella Bella (un fiorellino di 55 anni).
Si esibiranno anche le «Former ladies Supremes», ossia «le ex-signore dei Supremes»: questo è il complesso della fresca adolescente Diana Ross (63 anni), miracolo della chirurgia plastica.
Se queste sono «ex-signore», è perché sono uscite dal complesso per limiti di età, probabilmente hanno superato i 70: un coro di pensionate americane negre.
Pippo va sul sicuro, non rischia con le voci nuove.
Come abbiamo visto in TV, parteciperà a Sanremo anche un comico - di cui ci ostiniamo a non ricordare il nome - piuttosto lugubre, sfigato, che circola per motivi ignoti mascherato con costume di Amleto.
Questo personaggio ha un difetto che dovrebbe essere fatale per un comico: è il primo a ridere delle sue battute (e generalmente anche l'unico).
Ma ha un atout a suo favore: è sponsorizzato da Rifondazione.
Sicchè, anche se vi fa piangere e fare gli scongiuri, godetevelo.
Ha bisogno di un cachet, come negarlo a un compagno sfortunato?
La cialtroneria italiana sta diventando sinistra, affollata di gente ricca con i piedi nella fossa.
E' tramontata per sempre la speranza che, visto che abbiamo governi pieni di nani e ballerine, almeno ci potevamo divertire.
Macchè: nani decrepiti, ballerine svizzere, comici sfigati.
Paghiamo miliardi per avere spettacoli allestiti dalla terza età, da circolo delle bocce, o da ricreativa ANPI.
Forse apparirà a sorpresa Levi Montalcini, che si esibirà in una coreografia?
Un grazie al ministro Nicolais, che ha salvato la patria coi soldi nostri.
E poi ci si lamenta che i giovani restano disoccupati.
Maurizio Blondet
27.2.07
Senza titolo 1665
Financial Times, editoriale del 23 febbraio
Per prendere il potere in Italia basta saper giocare a Monopoly
Notte delle ultime elezioni.
I segretari di tutti i partiti stanno giocando a Monopoli. Mentre P va al cesso, il perdente in fieri, che chiameremo B, ne approfitta per rubargli varie case, terreni ed anche un po’ di contante. Quando B torna, capisce subito di essere stato defraudato, ma non ha le prove del misfatto. Ad ogni buon conto, anche se continua a brindare con gli altri, tiene duro senza più assentarsi, a costo di uno scoppio prostatico. E vince, con minimo scarto, una rappezzata poltrona di terza mano, traballante ancor prima di usarla. Ovvia constatazione; se B ha potuto allungare un pò le mani, è perché la Banca ha finto di non vedere (aveva i suoi motivi). Qui finisce la partita di Monopoli che , in ultima analisi, ha derubato milioni di italiani desiderosi di un cambiamento vero. Vi chiederete come mai la Banca non ha lasciato che B Si prendesse tutto il malloppo. La ragione è presto detta. Per quanto simpatico ai tycoon in veste bianca (per le sue idee autoritarie ed illiberali), B possiede dei mezzi che contribuiscono massimamente a laicizzare lo stato, diffondendo i modelli sociali di un dio chiamato Dollaro (altrimenti detto anche consumismo, o sindrome da Paris Hilton). Inoltre, B è poco europeista/germanista. Mal gliene incoglie, perché crede di essere stato autorizzato a rubare per tornare al suo trono in pelle, verosimilmente umana. Invece, lo hanno lasciato infilare le mani nella marmellata solo per evitare che P facesse il pieno. Loro preferiscono comunque un P europeista debole ad un B che vorrebbe vivere a Washington . Fin qui, tutto funziona a meraviglia. C’è solo da collaudare quanto una vittoria risicata possa dimostrarsi un efficace deterrente contro eventuali decisioni sgradite alla Banca più grande del mondo. E l’occasione si presenta presto. P infatti, ha la malaugurata idea di voler dare una giusta legge ai sans papier del letto a due piazze. Cosa sia successo dopo, lo sappiamo tutti, anche se non abbiamo mai giocato con il ferro da stiro, il cappello a cilindro, il fiasco o la candelina.
Spero, che prima o dopo, qualcuno si decida a dichiarare illegale il Monopoli. Per gli irriducibili , saranno allora allestite apposite beauty farm, con lavoro agricolo dall’alba al tramonto. Giusto per far capire a tutti la differenza tra realtà ed allucinazione da coca e incenso.
Il vento del tempo - Lucia merli
La vita ha molte tappe, tutte importanti... e tutte meritano di essere vissute.
Sono le grandi cose che segnano la vita, ma sono le piccole che le danno sapore
26.2.07
La fidanzata di Padoa Schioppa
La fidanzata di Padoa Schioppa
I due giovani «innamorati»
Anche gli illuministi cedono alla forza irrazionale della passione.
In età senile, Barbara Spinelli e Padoa Schioppa si sono innamorati: ciò non è strano come sembra.
I gerontologi sanno che succede così anche negli ospizi per vecchi.
In quei luoghi di vacanza pre-mortuaria dove «o' pesce», come lo chiamano a Napoli, «non ha più pensieri», infuriano passioni roventi, nient'affatto impediti da pannoloni e sedie a rotelle.
Padoa non ha mai dovuto render conto di nulla: non ha pensieri propri, letteralmente, a parte quelli che gli vengono dettati dal «Washington consensus» e dal Fondo Monetario.
Il suo cervello, felicemente libero, è aperto ai richiami di Cupido.
Fatto sta che Padoa Schioppa ha abbandonato la moglie Fiorella Kostoris, economista di scostante e immotivata presunzione, e s'è accasato con la sua Barbie.
Li unisce l'ideologia oligarchica: lei è figlia del massone Altiero, massimo artefice delle trame dietro le quinte che hanno proliferato l'eurocrazia a-democratica; e lui è stato l'inventore dell'euro e della «crisi monetaria pianificata» (quella che tutti ci ammorba) in qualità di economista preferito da Jacques Delors, in odore di pedofilia (quest'ultimo).
Si somigliano anche nella pretesa di pensosità, di emettere oracoli; e nella convinzione della loro superiorità su tutti gli altri goym.
Erano fatti per cadere l'uno nelle vizzose braccia dell'altro.
Questa circostanza privatissima doveva essere esposta in via preliminare, per comprendere l'enorme e furente articolessa che la Spinelli ha scritto per La Stampa di domenica. (1)
Un rovente editoriale a tutta pagina, che commenta la crisi del governo Prodi: o meglio prende le difese del suo Tommaso, ministro-chiave nel governo.
Qui, la forza dell'amore si rivela con gli ululati di rabbia, le bave d'odio che la Barbie vomita sulla sinistra estrema, colpevole secondo lei di aver rischiato di far cadere il suo Schioppa.
E' «un male italiano», ulula l'innamorata: «L'ideologismo di un'estrema sinistra che ha avuto la sciagurata leggerezza di candidare irresponsabili al Parlamento», anzi, peggio: «Una patologia che affligge la maggior parte dei politici e tutta la classe dirigente, attori economici, intellettuali, i giornalisti».
Questa patologia che colpisce tutti, Confindustria, ultrasinistri, artigiani, giornalisti de Il Corriere, elettori di sinistra (tutti tranne lei e il suo Tom) consiste in «un'amnesia»: questi, che si permettono di criticare le azioni del governo, dimenticano che il Prodi-Schioppa li ha salvati da «dieci anni dominati da Berlusconi».
E' questo il pericolo estremo che gli ultrasinistri («i perdenti radicali») hanno dimenticato.
Nella prosa furibonda della Barbie, il Cavaliere assurge al rango di Male Assoluto.
La metafora antinazista non è casuale.
Per la Spinelli, i senatori rifondaroli che hanno bocciato il loro stesso governo, anzi tutta la «classe dirigente, guarda da nove mesi al governo Prodi attraverso le lenti falsificatrici di Berlusconi».
Dunque ci siamo: chi critica il governo anche da sinistra si macchia «oggettivamente» di berlusconismo, è succube della sua nefasta influenza.
E' lo stesso ragionamento per cui chi critica Israele come oppressore è antisemita, negatore dell'olocausto e membro onorario del Terzo Reich.
Chi protesta contro un governo che lascia i soldati in Afghanistan, che ha aumentato l'esazione fiscale in modo spietato, che punisce gli artigiani, che fa comunella con il blocco dei banchieri nazionali e globali (Goldman Sachs) «adotta l'antipolitico spregio della politica ereditato dal decennio berlusconiano».
«Le menzogne di Berlusconi mirano a far apparire il governo illegittimo», grida la Spinelli: lesa maestà!
E gli irresponsabili di Rifondazione, soggiogati dalle TV di Berlusconi, gli danno ragione.
Un esempio? L'idea berlusconiana che «i senatori a vita non possono sostenere la maggioranza senza perdere dignità morale».
E' una menzogna: e l'innamorata, perso il lume della ragione, cita Cossiga che avrebbe votato in passato per Berlusconi senza essere allora accusato di immoralità.
Le sfugge - l'amore acceca - che la situazione qui è un po' strana: tutti i senatori a vita, nessuno
escluso, sono stati scelti e nominati «in quanto» sostenitori della sinistra.
Potrebbero essere sostituiti da robot, la Comau (FIAT) potrebbe fornirle macchine computerizzate ad un prezzo sicuramente più basso di quel che ci costano i robot Cossiga, Ciampi, Colombo e Scalfaro.
Tanto si tratta di votare in un modo solo.
L'ansia per le sorti del suo Tom la travolge.
Essa intima agli smemorati che hanno rischiato di rimettere in sella il Cavaliere: «Consegnare per la terza volta l'Italia a Berlusconi è un'opzione che deve sparire».
E' un diktat, è un ordine che viene dai piani alti, tutti squadra e compasso, che la Barbie frequenta da quando ce l'ha introdotta papà Altiero.
«L'opzione deve sparire» ha un senso alquanto inquietante.
Il Cavaliere ha tutti i difetti della sua superficialità ed ignoranza politica (basta vedere le persone di cui si è circondato).
Ma ha anche quasi il 30 % dei voti degli italiani.
Mettiamo che vinca le elezioni.
Come si fa a farlo sparire come «opzione»?
La Barbara Spinelli non arretra davanti all'ovvia risposta: con la «dittatura» di Prodi.
Il governo che ci schiaccia il collo, specie ora che Prodi ha obbligato tutti i suoi partiti e partitelli a firmare i dodici punti, è diventato una «dittatura di salute pubblica».
E' «un CLN, il Comitato di Liberazione Nazionale formato tra le più diverse forze per ricostruire la legalità dopo il '43»: la dittatura provvisoria partigiana e antifascista.
A questo siamo di nuovo.
Il suo Tommaso è lì per servire la patria (e la Goldman) dal fascismo che torna con la faccia di Silvio.
E' lì come co-dittatore con Prodi.
Qualunque errore, contraddizione, tassazione o porcheria vanno perdonati a questo regime, perché è un governo di salute pubblica.
Qualunque critica è vietata.
Così si salva la democrazia: con la dittatura oligarchica dei tecnocrati e dei banchieri.
Così ha sempre pensato Altiero Spinelli, il papà.
Ma così pensano, fateci caso, le Brigate Rosse: se Berlusconi è il Male Assoluto (ancorchè votato a maggioranza relativa), se si tratta di liquidarlo come «opzione», allora è giusto - anzi un dovere - prendere le armi, incarcerare i dissidenti, gambizzare e ammazzare i suoi complici oggettivi.
Lo dice anche Giorgio Bocca, che c'è di nuovo il fascismo.
Lo dice anche Scalfari di Repubblica, che ha esortato Prodi a costituirsi in dittatura di salute pubblica.
E' il pensiero e l'intenzione di tutto un ambiente, potente e benissimo ammanicato, giù giù fino ai sindacati e al partito armato.
Ciò che allarma, è che questo dev'essere anche il «pensiero» (se così si può chiamare l'attività neuronale dell'individuo) di Padoa Schioppa.
L'innamorata ripete cose che i due si saranno detti a letto, nei salotti che frequentano insieme, nelle eurocrazie di cui entrambi sono interni.
Riflette i loro intimi scambi, quelli che gli americani chiamano i «pillow talks» («i discorsi del cuscino» post-coitum), e insieme la grande strategia del blocco parassitario di potere cui partecipano.
E temibile.
Le legittimità è solo la loro, perché si amano e ci guadagnano; la democrazia non conta, se contesta questa legittimità, e i posti lucrosi, e i lussuosi salotti di cui sono padroni o servi, le loro sinecure,
i loro privilegi.
Questo è il nostro destino: siamo vittime della forza dell'amore senile, come giustamente accade quando ci si lascia governare da decrepiti intramontabili e irresponsabili.
Solo un'ultima obiezione: la modesta proposta alla direzione di La Stampa di sospendere le collaborazioni della Barbara Spinelli, almeno fino a quando le fiamme dell'amore per il ministro dell'Economia non si saranno, non si dice estinte, ma cominceranno a languire.
La fidanzata del ministro non può scrivere a difesa del malgoverno del suo ministro convivente: c'è qui un conflitto d'interesse.
La Barbie parla palesemente «pro domo sua», letteralmente intesa come il suo nuovo nido d'amore. Mica solo Berlusconi ha i conflitti d'interesse.
Non c'illudiamo che la proposta possa essere accolta.
Ma non si sa mai.
Dopotutto La Stampa s'è privata degli articoli di un'altra innamorata pazza: quelli che Fiamma Nirenstein, sposata ad un colonnello del glorioso Tsahal, mandava da Israele.
Pezzi di un'oggettività e lucidità a tutti nota, ma alquanto oscurati dal palese conflitto d'interesse.
La Nirenstein oggi scrive su Il Giornale, dove può dare sfogo ai suoi ululati anti-semiti (anti-arabi) per amore di Sion e del marito: là non si guarda per il sottile.
Speriamo, dunque, contra spem.
Maurizio Blondet
Note
1) Barbara Spinelli, «Il perdente radicale», La stampa, 25 febbraio 2007.
Senza titolo 1664
tratto dal sito de La Stampa http://maxgiordani.blog.lastampa.it/mxgiordani/
Turigliatto for president.
Prodi chiede pieni poteri ad una massa di disperati allo sbaraglio che sentono oramai inevitabile una sconfitta che non li porterà più al governo almeno per i dieci anni a venire. Come bilancio non c’è male davvero: la destra, guidata da un vero leader (qui, ripeto, non discuto le idee che certamente non approvo ma la capacità di fare squadra e la personalità politica del cavaliere) ha governato per cinque anni di fila ed ora si prepara a governare per i prossimi dieci per un totale di quindici anni bell’e buoni contro ducento e passa giornatelle appena di questi signori che si sono rivelati tutto meno “di sinistra” e che ora si rimbeccano nel loro pollaio senza neanche la dignità che pure i perdenti dovrebbero avere.
Il povero Turigliatto messo alla gogna da Rifondazione per non aver obbedito agli ordini dei giochini di palazzo è l’unica figura degna di uscire a testa alta da questa vicenda che toglierà a Rifondazione ed ai Comunisti Italiani tanti di quei voti che forse non riescono ancora ad immaginare tutti intenti, ora, a sputare condanne verso la coerenza di un uomo.
Il governo sarebbe caduto anche se i Turigliatto & Co non avessero votato contro in quanto la sconfitta era gia stata decisa dal voto contrario dei senatori a vita tutti protesi verso piazza S.Pietro e via Veneto eppure ci tocca assistere a questa ignobile farsa della gogna che certamente aggrava ancor di più una situazione davvero imbarazzante.
Nei 12 punti di Prodi, si noti, non compaiono più i DICO, non compare più la legge 30 e tante belle cosine che ci avevano promesso per governare. I 12 punti sono un accozzaglia di richieste vaghe per i quali tutti tremanti di paura i signorini decaduti si affretteranno a dire si. Tutto a costo di non tornare ad indossare i jeans al posto della giacca di Caraceni ai quali si erano presto abituati.
Avanti pure Prodi-bis, ammesso che ce la facciate, fateci divertire ancora e per favore stavolta “dite qualcosa di sinistra” in attesa degli intellettualetti impegnati che ora ci diranno pure che il governo, anziché Bertinotti, lo avrebbe fatto cadere il povero Turigliatto.
Intanto sui muri delle periferie delle nostre città questa mattina si leggevano scritte fresche di vernice rossa. Una tra tutte ci fa sorridere e pensare mentre fermi al semaforo di Torre Spaccata angolo via Togliatti leggiamo: Turigliatto for president!
autore : m@xgiordani Il mio punto di vista sul mondo che vivo. Puoi leggermi anche su www.tifeoweb.it
l'importante non è la vittoria ma l'arrivo . Mario Bollini, chi è l'italiano arrivato ultimo alla maratona di New York a 74 anni: «La prima volta ho partecipato nel 1985»
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