Immagine di Franca Bassi, Orvieto - Luce del Pozzo di San Patrizio
L'uomo deve toccare il fondo, per vedere la luce del Pozzo di San Patrizio, Dio perdonaci per il male che facciamo. Franca Bassi
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
Immagine di Franca Bassi, Orvieto - Luce del Pozzo di San Patrizio
L'uomo deve toccare il fondo, per vedere la luce del Pozzo di San Patrizio, Dio perdonaci per il male che facciamo. Franca Bassi
A Valentina
La luna a falce
si pavoneggia in un mare
di velluto nero
e stelle
Notte d’incanto
Socchiudo gli occhi
E cavalcioni
mi dondolo nell’altalena
del sogno
di Pietro Atzeni
Resta ancora...a se vuoi, puoi andare. Resta ancora. Grazie per questo attimo di vita che mi dai. Resta ancora. In questo angolo di terra tra le tue braccia per un attimo ancora vorrei stare. Ma, ti prego, non mi svegliare: nel mio dolce sogno per un attimo vorrei ancora stare. Resta ancora...Ma, se vuoi, puoi andare.
Franca Bassi
La panchina su cui mi siedo domina la pianura.
All'ombra di un pino marittimo, lo sguardo accarezza i tetti delle case, i profili delle chiese.
Lontano, brilla impertinente il mare.
Due falchi scesi dalla montagna prendono quota, guidati da correnti ascensionali.
Ammiro le loro grida, l'apparente spensieratezza, la capacità di lasciarsi trasportare.
Se solo ne conoscessi il segreto.
li culori della vita
In l’occhj li culori di la ita
e d’una troppu culta ciuintura
colti insuliata e dugna dì fiurita
data contu cu amori e tanta cura.
Eu mi li figghjulaa middi olti
la cuntintesa m’incindia lu cori
culori chi ghirraani la to solti
e di la ita aiani lu saori.
Candu ti ni sei andata, chidda mani
chissi culori l’hai pultati infattu
n’hai fattu un mazzuleddu cu li mani
pinsendi-cussì beddi undi l’agattu!-
Abà unde’ noi è sempri arru pienu
la colti nostra ha paldutu li so’ fiori
lu cieli no ci pari più sirenu
pal noi la ita abà no ha più culori.
Ma undi sei tu è tuttu diffarenti
v’è luci dugna dì, da mani a sera
e li profumi spalti da li enti
comu chi fussia sempri primmaera;
in chissu locu è celtu chi la ita
chi pal te aìa affrisciatu li balconi,
pa miraculu è torra rifiurita
e so ancora culori, canti e soni!!
Erano belli i colori della vita
in un’infinità di sfumature
come una serra splendida e fiorita
oggetto di attenzioni e mille cure.
Arcobaleno di colori intensi
toni decisi, pieni di vigore
che trascinavano l’anima ed i sensi
e della vita avevano il sapore.
Colori che hai portato via con te
tenendoli stretti fra le dita
hai realizzato uno splendido bouquet
per allietare la tua nuova vita.
Ora per noi è sempre inverno pieno
c’è sempre nebbia, dentro il cuore e fuori
il cielo non ci sembra più sereno
la vita nostra non ha più colori.
Dove sei tu però tutto è diverso
colori forti accendon l’atmosfera
ed una luce avvolge l’universo
come se fosse sempre primavera
ed in quel luogo son certa che la vita
ormai vuota di sogni e di emozioni
per miracolo è ancora rifiorita
per darti ancora colori, canti e suoni.
In Viaggio
“Girano i Sufi in tondo nello spazio,
Nel tempo,
Salgono in verticale i monaci in clausura,
Immobili,
Viaggiano l’alto il basso senza abbellimenti
(Cadono di vertigine…
Cadono di vertigine…)
Strisciano verso il ritmo i tarantolati schiacciati dallo spazio senza tempo
Viaggiano i viandanti viaggiano i perdenti
Viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti viaggia Sua Santità
Consumano la terra in percorsi obbligati i cani alla catena
Disposti a decollarsi per un passo inerte più in là
Coprono spazi ottusi gli idoli
Clonano miliziani dai ritmi cadenzati
In sincrono
Viaggiano i viandanti viaggiano i perdenti
Viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti viaggia Sua Santità
Viaggiano i viandanti viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti
Viaggia la polvere viaggia il vento viaggia l’acqua sorgente
Viaggiano i viandanti viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti viaggia Sua Santità
Viaggiano ansie nuove e sempre nuove crudeltà
Cadono di vertigine…
Cadono di vertigine…
Cadono di vertigine…
Cadono di vertigine…”
Mentre cerco l'ispirazione per riprendere gli studi e ritentare l'esame letteratura italiana II finisco dio leggere il bel libro di poesie “Il porto degli sconfitti”di Francesco autore cittadino nato nel 1977, vive nella città gallurese. Neo laureando in scienze politiche . Fondatore e redattore della ex rivista cultura "Gemellae"( www.gemellae.it il cui archivio è disponibile online ) . Una sua poesia è stata esposta a Firenze ( Palazzo Vecchio) nella bacheca dove vengono selezionate le opere dei migliori artisti emergenti. Ha ricevuto premi e segnalazioni in alcuni concorsi poetici locali e internazionali e ha fondato insieme ad altri poeti locali l'associazione poetica in viaggio ( vedere post precedenti mi spiace di non riportare l'uirl mdella'rticolo ma no sono riuscito a trovarlo o ho poco tempo per cercarlo nell'archivio ) . Per chi volese contattarlo o chidergli una copia del libro stampato a proprie spese eccovi la sua email francescopasella@gmail.com
Fra le tante poesie in esso contenute questa è luna delle più belle e che descrive la situazione in cui mi trovo adesso
osservo senza imparare
imparo senza osservare
sono cosi rare le occasioni
in cui non vorremmo
che il domani fosse l'oggi
Devo riconoscere che rispetto alle sue poesie ( e racconti ) già precedentemente pubblicate su riviste online ( fra cui la rivista stessa Gemellae ) o su altri siti se volete leggerne qualcuna qui ne potete trovare alcune è molto migliorato e sta incominciando a dosare meglio e ad usare insieme cuore&mente .
A prima vista per chi legge il titolo del libro ( è capitato anche a me alla prima lettura ) sembra pessimista , ma poi parlando con l'autore esso può : << essere interpretato sotto un duplice aspetto: quello immediato, a rappresentare un luogo fisico permeato di luci e ombre, attuale, dispersivo e solipsista; in cui i “visionari” dissolvono i propri passi in sterili labirinti moderni, a caccia d’anestetici distillati in gocce di passione artistica. Nella seconda accezione, “ Gli sconfitti” vivono il loro “non-luogo” come approdo, darsena nella quale rifugiarsi a contemplare e meditare, in cui scrostare la ruggine accumulata nelle arterie troppo intasate dai tossici residui del pensiero. Fase transitoria, per prepararsi a veleggiare, soli e/o in compagnia verso “spiagge sicure”, lottando sino alla fine per raggiungerle prima di disperdersi tra misteriose onde in cui si intravede l’assoluto. >> Infatti esso conferma la mia teoria ovvero un titolo che indica la fine di un determinato viaggio\ percorso e l'inizio di un altro diverso .
Inoltre in esso c'è una buona contaminazione ( ad incominciare dalla copertina inviatami dall'autore ) con disegni di un altro artista locale poliedrico di cui ho recensito su queste pagine la mostra tenuta a tempio nel dicembre 2005 \ gennaio 2006 e di cui potete trovare qui l'articolo sul suo sito le sue opere .
Ora non riuscendo a scannnarizzare il disegno allegato a tale poesia e per non seccare di nuovo l'autore riporto qui due dipinti dell'artista di Tomaso pirigheddu che a mio avviso sono adattissimi a tale opera . Essi sono :
Il sogno del viaggiatore
N.B
tali immagini sono tratte dal sito http://www.voltidarte.it/ con il consenso dell'autore e sono prelevate dalla sezione dipinti del sito in questione http://www.voltidarte.it/opere/dipinti/dipinti.htm per coloro che volessero contattarlo per informazioni o altro posso scriverli al tom-art@tiscali.it
Concludo affermando che sia Francesco che Tomaso sono due ottimi artisti e ne sentiremo ancora parlare di loro . Essi sono capaci di descriversi e di descrivere il mondo senza : 1) parlarsi addosso ., 2) senza che : sia necessario che : << (...) ci sia uno che ti raccolga , risusciti , ti racconti a te stesso e a gli altri come in un giudizio finale . (....) >> da il giorno del giudizio di Salvatore Satta . Concludo con un altra citaziopne , essi sono per tempio , come una famosda canzone anarchica del del vbentennio : << (...) i fior più puri \ fiori non appassiti \ daI lezzo dei tuguri. (..) >> qui l'intero testo con le note storiche
...Ed eccomi qui ...
...vi porto un soffio di colore ...
...un sorriso....
e..
...un bacio grande...
Affettuosamente
Benny
L'undici settembre della chiesa
Padre Georg e padre Doubt discutono sulla opportunità di abolire i seminari.
Il demone del sesso è entrato nella nostra struttura. E' necessario prendere provvedimenti drastici.
Basta con i dubbi, padre Doubt. La nostra missione è quella di indicare la retta via ai fedeli senza tentennare mai.
Se si continua così, la chiesa li perderà tutti i suoi seguaci.
Questi discorsi potrebbero risultare offensivi per alcuni.
Costoro fingono di offendersi perché non hanno capito la gravità della situazione.
Dove pensa che sbagliamo?
L'errore è ab ovo.
Mi scusi, ma negli ultimi tempi ho curato esclusivamente l'aspetto fisico.
Ab ovo significa dalle fondamenta.
Di cosa sta parlando?
I seminari forniscono una cultura sessuofobica - come sostengono perfino molti vescovi americani - che favorisce le perversioni sessuali. La donna viene presentata come il diavolo.
Non le sembra di esagerare?
Tutt'altro. I seminaristi non fanno che studiare, giocare a pallone e pregare.
Li costringiamo a fare questo per abituarli al sacrificio.
Però si esagera. Non si può fare il bagno vestiti e dormire con le braccia sopra le coperte e poi confessarsi tutte le volte che si cede alla tentazione del diavolo.
Spesso in seminario si stringono delle belle amicizie.
Lei sa meglio di me che gli amici sospetti vengono spiati e, se ritenuti colpevoli, espulsi dal seminario. Questo è come segregarli in un carcere di massima sicurezza.
Il prete autentico deve ignorare il suo corpo.
Allora dio perché glielo ha dato? Per farlo soffrire?
Se il giogo della castità è insopportabile, perché tanti vanno in seminario?
Perché è l'unico modo che hanno per farsi strada nella vita. Quando però si accorgono che del sesso non possono proprio fare a meno, i superiori rispondono loro di arrangiarsi con il sesso nascosto. Ecco perché tanti preti diventano dei pervertiti sessuali.
Perché si preoccupa tanto di una cosa contro natura come il sesso?
Non faccia l'ipocrita. E' la castità che è contro natura. Se il seminario inculca l'ossessione del peccato, i preti non si realizzeranno mai come uomini, per cui non potranno mai capire i loro simili.
Considerato però che per loro è indispensabile essere casti, dobbiamo aiutarli a resistere alle pulsioni sessuali con il cilicio e i digiuni.
Facciamola finita con questi strumenti di tortura...
"Tuorne areta, Santità / simmo contro 'a castità"...
Chi sono costoro? E cosa diavolo dicono?
Sono gli ultimi quarantadue seminaristi napoletani. Dicono al papa di tornare ai tempi in cui ai preti era concesso di sposarsi.
Inaudito! La situazione è diventata davvero esplosiva. Lei ha ragione. Occorrono rimedi drastici. Ha qualcosa da suggerire?
Dica al papa di affacciarsi e di promettere la chiusura dei seminari.
E' arrivato l'undici settembre anche per la chiesa, ma il papa non può farci niente. E' già tornato tanto indietro che più indietro non si può. Io non so che fare. Si arrangi.
29 luglio 2007
Marciapiedi arsi
motorini parcheggiati
fermi nell'attesa
di una piacevole brezza
illusione piacevole
che resta tale
strade deserte
pochi passanti
negozi serrati
superstiti cittadini
refrigerati dalla frescura
dell'aria artificiale dell'unico
centro del consumismo
aperto
unica salvezza
contro l'afa
soffocante
barboni sulle panchine
ubriachi chiedono elemosina
non curandosi
della torrida
giornata
immuni
a tutto ciò che li circonda
hanno altro a cui pensare.
Un saluto per chi lavora ancora, un po di colore dalla verde Puglia, grazie alle bellissime immagini che mi ha donato l'agronomo Pasquale Venerito . Consolatevi anch'io sto lavoranto, un caro saluto a tutti gli amici dei Blog. franca bassi
A Cristina
Sorridi
Ora lo so
Sei una ladra
Le tue labbra
Hanno rubato
La freschezza al mandorlo
In fiore.
Pietro Atzeni
I dissenzienti cattolici al passo coi tempi, non potranno mai confrontarsi con un papa a spasso coi gamberi.
La chiesa ha fondato il suo potere sul controllo della sessualità. Adesso che ha perduto la capacità di esercitare questo controllo persino su se stessa vive nel terrore di perdere, oltre al potere, il monopolio dell'etica. Questo è il motivo per cui i sacerdoti sfruttano ogni occasione per scatenare crociate moralizzatrici contro i conviventi e le persone omosessuali.
Durante la celebrazione di un matrimonio in una chiesa alla periferia di Napoli, l'officiante inaspettatamente si è messo a inveire contro i progetti di legge sulle unioni civili, attaccando, more solito, i sovversivi che mirano a sfasciare la famiglia tradizionale.
La filippica ha finito tuttavia per segnare un altro punto a vantaggio delle categorie prese di mira.
Lo zio dello sposo ha ribattuto infatti che non era venuto in chiesa ad ascoltare un comizio. Visto quindi che il sacerdote lo redarguiva perché si era permesso di interromperlo, lo ha mandato a quel paese ed è uscito dalla chiesa, seguito da un codazzo di dissenzienti.
Convinto di averla avuta vinta, il sacerdote ha ripreso a scagliarsi con rinnovato vigore contro le minoranze, ottenendo come unico risultato quello di costringere a squagliarsela il resto della compagnia.
L'insolito evento ha risvegliato i credenti dal loro torpore abituale. Da tre giorni infatti in paese non si parla d'altro che delle ingerenze dei preti nei loro affari privati, che ha oramai superato il limite di guardia, e del fatto che essi non si sono ancora resi conto che su questo terreno non hanno più seguito.
Francesco il più piccolo dei quattro figli, mi ha regalato una bellissima pianta di orchidee gialle, e ha detto: "Gialle come il sole". Non era la mia festa.
Ha scritto per me
Un pensiero con il cuore,
un pensiero che sà di sole,
un pensiero un amore.
Tuo figlio piccolo, grande e di più.
Ti voglio bene mamma.
francesco -franca bassi-
disteso al
tapeto tra
lacrime
di fango ed una
smorzata preghiera
quasi mi
arresto nel
silenzio della
colpa i tuoi occhi
intrisi le mie labbra
scalze lo sbiascicare
delle colpe come
stelle infrante
ancora sotto
uno strato di
rugine scola
il sangue come
cenere errante che
non sa cadere e
tutti i nostri passi
sembran lacrime
di neve che
scaldi su altra
pelle mentre
squami il tuo
sorriso tra perle
di ricordi ed il
tuo falso paradiso
resto alla finestra a
contare i corpi
nell'incertezza
che non ti voglio
se tu torni
Firenze - Attimi di terrore presso un call center di Firenze ieri mattina. Un noto tossico dipendente della zona, F. C., è scappato dall'opsedale Careggi di Firenze dove era stato ricoverato a seguito di una coltellata da parte di un vecchino su Ponte Vecchio e si è rifugiato presso un call center ubicato a dieci min uti dal noto nosocomio toscano. Le operatrici telefoniche si sono ritrovate dentro l'ufficio un uomo in pigiama, con un sacco per salasso trasparente fra le braccia collegato alle sue vene da un doppio tubo di plastica. Le donne alla vista del sangue hanno avuto molta paura. Due di loro si sono recate presso il bar le altre hanno chiamato i carabinieri di Firenze Rifredi. Le dirigenti del call center, notando che le forze dell'ordine non giungevano hanno ben pensato di condurlo presso l'ospedale con la loro macchina. F. C. è un ragazzo di orgini meridionali che come tanti ha tentato la fortuna al nord, non riuscendosi e cadendo nel giro della droga. Si tratta di un uomo solo, abbandonato al suo destino sfruttato da persone senza scrupoli che pur di arricchirsi non disdegnano di vendere "veleno" a chi è debole psicologicamante.
Romilda Marzari
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