8.5.21

La tv di stato sospende il programma “Ulisse di Alberto Angela e lo sostituisce con .....

 
La tv di stato sospende il programma “Ulisse di Alberto Angela di Daniela Bionda
Ho appena saputo che la  televisione di stato “RAI “ ha appena  sospeso il programma di Alberto Angela “Ulisse” rinunciando a fare quello che la televisione di stato dovrebbe fare, ovvero “Servizio Pubblico” che porta la cultura nelle case degli italiani, non importa se molti o pochi, e preferendo affidarsi alla TV spazzatura.
Ma cosa è la TV spazzatura?  eccovi una spiegazione data dal Prof. Francesco Pira, docente di sociologia presso l’università di Messina


Di cosa parliamo quando parliamo di TV spazzatura? Il trash è un fenomeno sempre più diffuso a livello globale, il professor Francesco Pira, docente di sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’Università degli Studi di Messina ci ha spiegato il fenomeno della TV spazzatura e quello che ruota intorno a questo universo. 
Cosa è la TV “trash”?
“Per definire la TV trash possiamo prendere a prestito la definizione di spazzatura (trash) della Treccani come: la qualifica attribuita in tono polemico a prodotti ritenuti di cattiva qualità, di breve durata nel tempo, messi sul mercato a basso prezzo al fine di ottenere guadagni immediati; più spesso,
con riferimento al mondo dello spettacolo o dell’editoria, detto di programmi, trasmissioni, pubblicazioni considerati come ricettacolo di volgarità, programmati o diffusi solo per andare incontro ai gusti di un pubblico largo e poco esigente. Nella definizione emerge un elemento che trovo particolarmente significativo, ossia per chi sono confezionati questi programmi, un pubblico poco esigente. Eppure proprio questi programmi ottengono risultati in termini di ascolto particolarmente significativi tanto da avere contribuito alla grande rivoluzione avvenuta nella televisione e storicamente avviata negli anni duemila con l’arrivo di un nuovo format: il reality”. 
Letteralmente, dunque, “spazzatura”: un prodotto di bassa qualità e grottesco. Da anni assistiamo alla nascita e crescita di questo Minotauro fatto di spettacolo e spazzatura, un essere ripugnante ma che piace. Nella TV spazzatura domina il cattivo gusto, le urla, l’oscenità, la violenza, ed il tutto genera una spirale che ipnotizza milioni di telespettatori, ci tiene incollati allo schermo assetati di sapere cos’altro succederà. Perché? 
Perché ci piace questa “spettacolarizzazione del mediocre”?
In un saggio scritto a quattro mani con la collega Cava nel quale analizzavamo l’evoluzione del gossip abbiamo dedicato ampio spazio alla fenomenologia del voyeurismo che proprio un certo tipo di televisione estremizza e potenzia. – spiega il prof. Pira -. Qui la televisione diventa una protesi ottica che alimenta i desideri legati alla pulsione del guardare che stimolano il coinvolgimento emotivo. Una sorta di potere di osservare, senza essere visti, le storie degli altri, immedesimarsi, oppure ergersi a giudici delle vite esposte, dove riconosciamo pulsioni, difetti e miserie.
Penso che la parola chiave sia propria la mediocrità, che diventa il fulcro intorno al quale si costruisce il programma. Basti pensare alla campionessa di ascolti Mediaset, Barbara D’Urso, per la quale ho coniato il termine barbaradursizzazione, riferito ad una forma di devianza del giornalismo, per evidenziare come si sia dato vita a un tipo di televisione che si poggia esclusivamente sull’emotainment, dove questioni intime e private vengono analizzate, ridicolizzate o pietisticamente presentate davanti alle telecamere e poi rivisitate sui social network con commenti molto discutibili. La condivisione dei sentimenti umani diventa così il traino di molti programmi che spingono lo spettatore ad identificarsi con le parti in causa”. 
Perché la TV spazzatura è così attraente? 
“In apertura dell’intervista ho fatto accenno al fenomeno dei reality, ritengo che proprio il successo di questo format abbia nel tempo costruito un rapporto privilegiato proprio con il pubblico giovane e questo per una serie di motivi. In primis lo storytelling specifico, la sceneggiatura del format dove personaggi coinvolti sempre più spesso vip o cosiddetti tali, si cimentano con situazioni dove la patina dell’irraggiungibile si confronta con il ridicolo. Poi la spinta tecnologica, con l’introduzione del satellitare, del digitale terrestre, della televisione via web e on demand, che consente, partendo dalla messa in onda del programma all’interno del palinsesto generalista, di spacchettare, rimodulare, personalizzare la fruizione del programma.
Ed in ultimo ma non per ultimo, l’interattività sempre più spinta, per cui il programma televisivo diventa spunto conversazionale all’interno dei gruppi sui social. Tanto che il format funziona tanto quanto riesce a penetrare nei flussi conversazionali. La fruizione non è più top – down. La televisione non è più al centro, ma diventa elemento che entra in un universo di connessioni, dando vita ad una permeabilità di contenuti e di pubblici e che alimenta l’audience diretta e indiretta. Il tutto con una velocità incalcolabile”.
Quali sono i rischi della TV spazzatura per l’homo videns? È innocente intrattenimento o pericoloso anestetico per le coscienze?
“Non credo alla TV complottista. Di pensare in partenza ad una televisione capace di anestetizzare le masse. Credo però, e questo è un discorso complesso, che la TV commerciale rispetto alla TV in bianco e nero del Maestro Manzi ha avuto esigenze diverse, è nata per catturare il telespettatore e farlo diventare un consumatore orientabile e condizionabile. E la storia della televisione italiana ci consegna un uso dell’infotainment a fini esclusivamente politici. In un’Italia che ha grossi problemi nello smaltimento dei rifiuti, la TV spazzatura rappresenta un ennesimo problema di smaltimento”.
Il professore conclude con una personale riflessione: “In questo momento storico la TV spazzatura in quanto tale non rappresenta la preoccupazione più grande. La televisione sarà vista da un pubblico che sarà composto sempre di più da persone anziane e con un basso livello culturale. E’ molto più preoccupante l’interconnessione tra TV e web concentrata su format on demand, che fanno credere all’utente di poter decidere il finale di qualunque proposta d’intrattenimento. E’ un’illusione, una pura illusione.”

Dobbiamo farcene una ragione, la natura stessa dell’essere umano è cambiata. Nel mondo delle tecnologie iper-invasive l’homo sapiens si evolve in – o regredisce a – homo videns (Sartori, 2007). L’essere umano che sembra dominare la realtà è paradossalmente più vulnerabile ad essa, la realtà è paradossalmente più vulnerabile ad essa, la sua libertà all’apparenza assoluta sembra sciogliersi nei pixel di uno schermo. 




Serena Valastro
Laureata in Lingue e culture europee, amante di cinema, musica, arte, informazione, storie. Scrivere è entrare in nuovi spazi, conoscere qualcosa di nuovo, vivere situazioni e sensazioni sempre diverse per trasmetterle a chi vuole viverle.

7.5.21

anche accettare i propri limiti è segno di grandezza . IL caso della salita su cui Girardengo disse: io mi fermo qui

Riascoltando in radio la canzone il bandito ed il campione mi sono messo a cercare news su Girardengo che non fossero solo quelle , ormai fissate dalla famosa ballata ( chi fosse interessato ne trova una sintesi qui,   meno male   che    c'è  in aiuto ,  su  https://web.archive.org/web perchè il sito  originale http://www.storiedisport.it/ sembra  che  l'abbia  rimosso    visto che in archivio  non l'ho   ritrovato tale  url  )  che lo vedono legato a Sante pollastri o Pollastro come si firmava ed ho trovato questa curiosità che riguarda il giro d'Italia del 1921 . In quell'edizione Costante Girardengo stava dominando dopo aver vinto le prime quattro tappe . Ma alla quinta tappa da Chieti a Napoli, prevede l’attraversamento dell’Appennino e alcune salite terribili. Costante rimane vittima di una caduta e si ferisce piuttosto seriamente. Sul Macerone, tre chilometri devastanti con pendenze sino al 14%, il Campionissimo inizia a soffrire. A poco a poco, sulla Vandra e sulla salita di Roccaraso, per lui diventa un dramma. Inizia l’ascesa da Rionero Sannitico al Piano delle Cinque Miglia e Costante proprio non ne ha più. Le tremende rampe si trasformano in muri quasi invalicabili, che tenta di oltrepassare facendo appello alle sue forze residue. Ed infine, la vetta: Gira ce l’ha fatta anche questa volta. Mentre la gente lo osserva stupita, Costante scende di bicicletta e traccia una croce nella polvere dello sterrato. “Girardengo si ferma qui!”, sussurra con la voce stravolta dallo sforzo, prima di abbandonare la corsa. Ora qualcuno dirà ma sono storie di cent'anni fa che senso ha raccontarle ora . Ma  :

  1. ci sono storie che non hanno età  e  che  a prescindere  al tempo rimangono impresse   e  si trasmettono alle  generazioni successive   rimanendo  nella  storia e  nella memoria generazionale   e  collettiva   almeno  fin che      ci  sarà qualcuno     che la  ricorderà  o    riuscirà   con  l'arte (  vedere  video   sotto  )  a  bloccarla    ed  evitarne l'oblio 
  2. c'è  dolore  e    dolore   

     
quindi mi trova  d'accordo   quanto   si racconta    qui sotto 

 non ho nient' altro  d'aggiungere  . allla prossima 

6.5.21

il lato nascosto



ma i media sanno occuparsi solo di quello che dice fedez trascurando che ci sono leggi come quella della bigenitorialità che non tutelano dal femminicidio

 Va bene  che  il decreto Zan ,  è  importante   dipende  da punti di vista  , ma  non capisco  perchè  i media e  i  vari movimenti  (  salvo rari casi  )   che   di  solito   aderiscono  alle giornate del 8 marzo e  del  25  novembre, ignorino che   Il problema reale, l'emergenza prioritaria è questa roba qua  : Donne mezze morte (  quando   non vengono uccise  fisicamente  ) e uomini che dicono che sono cadute dalle scale 

[...]

Non è che potete sfrangiare le gonadi con il bacio di Biancaneve ,Zan, Fedez e tutto il corredo medio di notizie, fingendo indignazione ad intermittenza, ignorando completamente e volutamente che questo è il problema reale.                                                        Donne che non vanno protette in quanto "minoranza", (siamo maggioranza), ma in quanto nascere femmine in un sistema patriarcale è una penalità. Va smantellato il sistema di dominio patriarcale, lo stesso che odia le minoranze o quanto non sia convenzionale e funzionale al sistema. Poi sia chiaro evviva Biancaneve, evviva Zan e Fedez e qualsiasi altra cosa serva a confrontarsi e andare avanti. Ma quando in questo paese si parlerà realmente di violenza, e se ne parlerà come priorità, pretendendo rivoluzioni culturali, legislazione adeguate e la piena attuazione della convenzione di Istanbul ? 


Ma   è  soprattutto    figli\e   "sequestrati " dal padre e dalle Istituzioni che avallano la tutela ad oltranza della patria potestà. Un concetto normato da una legge, quella della bigenitorialità, che nelle mani di un violento diventa diritto di vita o di morte, e esercizio di potere e controllo.

Mio figlio è un bambino sequestrato.
Sequestrato dal padre e dalle Istituzioni che avallano la tutela ad oltranza della patria potestà. Un concetto normato da una legge, quella della bigenitorialità, che nelle mani di un violento diventa diritto di vita o di morte, e esercizio di potere e controllo.
Mio figlio, dicevo, è sequestrato perché non può avere il suo documento d'identità. Quindi non può andare nemmeno alla gita della Parrocchia.
Ora, se non fossimo in Pandemia, se fossimo in tempi normali a mio figlio sarebbero preclusi i concorsi musicali nelle più importanti città italiane, le gite con la scuola, i viaggi nella penisola e all'estero, i normali movimenti di un adolescente, insomma.
E quindi nemmeno io potrei muovermi, perché dove andiamo io e mia figlia, senza mio figlio? Perché così vuole il padre.
Un padre che anche solo per questo, è ovvio sia un violento. Cioè è chiaro anche ad una persona con un quoziente intellettivo minimo, che questa è violenza ed è la conferma di una condotta abusante per la quale io e i bambini dobbiamo passare da mitomani.
Dovrebbe essere chiaro, che il privarci della libertà, la libertà, non è che un work in progress iniziato tantissimo tempo fa e ora rimodulato sulle condizioni attuali. [ ... ]



Ragazzi che non possono avere il suo documento d'identità. Quindi non può andare nemmeno alla gita della Parrocchia o scolastica . Ora, se non fossimo in Pandemia, se fossimo in tempi normali a tali ragazzi sarebbero preclusi i concorsi musicali nelle più importanti città italiane, le gite con la scuola, i viaggi nella penisola e all'estero, i normali movimenti di un adolescente, insomma. E quindi << [...] nemmeno io potrei muovermi, perché dove andiamo io e mia figlia, senza mio figlio? Perché così vuole il padre. [...]  continua  qui in questo  suo  post  >> ( testimonianza di Patrizia Cadau ,  vedere   gli estr di cui  ho già raccontato la sua vicenda  qui  sul  blog  .Vicenda,  per la 💩  che riceve e  che  gli viene  continuamente  gettata  addosso    solo per  aver  avuto il  coraggio  di      dire  basta  ed  ribellarsi  alle  violenze   in continua evoluzione   come  dimostrano  gli estratti    di due  recenti post  , sopra  riportati  e    come dimostra il suo account facebook  https://www.facebook.com/patrizia.cadau  in  continua  evoluzione  ed  aggiornamento  ) .
Un  orco è orco sempre. Misero, banale, stupidissimo e miserabile ma in questo protetto dalle istituzioni, senza tutela alcuna delle vittime.
La tutela della responsabilità genitoriale del padre violento, vale quando c'è da fare un dispetto al figlio\a .  I figli hanno   bisogno di un intervento medico  Serve il consenso del violento. Devono  andare dallo psicologo per elaborare le ferite della violenza  esercitata  su di loro  oltre  che sula madre   dal violento? Serve il consenso del violento.  <<  Che poi, guardate la gravità: una bambina o un bambino hanno necessità dello psicologo per parlare della violenza subita, ma serve l'autorizzazione del mostro, a cui magari non si vuole fare sapere nulla per evitare ulteriori ritorsioni  >>  (   sempre  dalla  testimonianza  di  Patrizia  cadau  )  La madre deve prendere gli assegni familiari che servono al figlio ?  Serve il consenso del violento. Ecco  quindi che  in  questo la legge è precisa: serve il consenso del violento, punto, che è presunto tale fino a quando non ci scappa il morto o s e  tutto  va bene  quindici anni di processo. La responsabilità genitoriale a senso unico  nei casi di violenze  in famiglia  e femminicidio   però, dice che il padre debba contestualmente preoccuparsi della cura della prole. Invece, e qui la legge fa spallucce, il violento non paga un centesimo. Essendo un abusante , quando  va  bene  , ovviamente, poco gli importa di sapere come vivono i suoi figli o peggio di dover contribuire per nutrirli e farli crescere.I soldi, letteralmente rubati alla prole, vengono usati per altri  scopi   tranne che per i figli.Il cui carico grava esclusivamente sulla madre.Insomma, non solo questi violenti sono legittimati ad essere tali come violenti nella loro indole più evidente. Ma la giurisdizione si è organizzata per permettere a queste bestie di continuare ad esercitare abusi che apparentemente sono meno gravi.Come se limitare la libertà di movimento   dei suoi figli e  della moglie     possa sembrare meno grave.   << La libertà, capito? Voi che vi lamentate per il covid e chissà quando torneremo a viaggiare liberamente. Sappiate che io e i miei figli dobbiamo comunque aspettare il compimento del diciottesimo anno di uno dei due. Ce ne mancano 5. E non sapremo  >>  sempre  dalla  testimonianza  di Patrizia    <<  mai cosa vuole dire fare una gita noi tre insieme.  Sono felicissima che si parli di diritti civili, tanto. Però a noi vittime di violenza, a noi madri e figli imprigionati, quando ce li riconoscete ? Quando ci liberate dalla violenza ? >> 

5.5.21

POESIE MALEDETTE DI GIOVANI AMANTI

Potrebbe essere un'immagine raffigurante una o più persone, giacche e il seguente testo ""Ma forse un giorno tu busserai ancora alla mia porta ed io, mi amerò così tanto da non aprire" Aforismi Official Paqe (Francesco Roversi)"Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "Lui tornerà ad essere un estraneo dopo che avrete fuso le vostre vite in una sola, vi siate confidati 1 segreti più nascosti e avrete abbattuto il muro di qualunque pudore. Sarete due estranei anche se conoscete il ritmo del vostro sonno, i vostri odori, le vostre abitudini. Due estranei che si conoscono meglio di chiunque altro e le cui vite non si incroceranno mai più se non per caso. Insanity. A. Baricco" Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "Bene, ora mi stai guardando tu quasi accidentalmente. sovrappensiero non sei consapevole, ti ho indotta io. Così, in questo istante torno a guardarti anche 10 come se ti avessi colto. Te lo dico col pensiero ti ho scoperta. Imbarazzata per il fraintendimento non puoi fare niente. Sono 10 a rifiutarti a passare sui tuoi occhi come se niente fosse scivolarci sopra fino all'altro lato andarmene via. Jon Noj"


 Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "Ho pensato i tuoi occhi così tante volte che alla fine il pensiero mi è imbalzato addosso e non ho più avuto un gesto che non fosse riflesso dal tuo sguardo. Questo dirò a discolpa quando dovrò spiegare perché della mia vita ho fatto cosa aliena e complicata. MICHELE Cento poesie d' amore a Ladyhawke"

L'angelo nero di Daniela Bionda poesia

Potrebbe essere un'immagine in bianco e nero raffigurante 1 persona

Una bellissima poesia di Ada Merini recita :”Ho bisogno di alleggerire le spalle, perchè da troppo tempo sono cariche di pesi che non ho chiesto, e poi sotto ci sono le mie ali, ci sono io che ho bisogno di volare”. Tutti noi abbiamo bisogno di alleggerirci se pur per poco le spalle, liberarci dall'oscuirtà che ci avvolge, riposare serenamente senza pesi, cosi ho scritto una poesia intitolata “l'Angelo Nero” che naturalmente non si pone come paragone con la più grande poetessa italiana, ma è da considerarsi solo un omaggio.

 

L'angelo nero


Sei tu dunque angelo nero che mi avvolgi tra le tue calde piume custodendomi nella notte? O non sei che un angelo di luce ammantato di nero, che accogli dentro di te le mie paure, i miei peccati, per farmi dormire il sonno del giusto. Non si raggiunge forse la pace immaginando figure di luce, e negando l'oscurità che ci portiamo dentro?Desiderato ho a lungo una mano che mi aiuti a rialzarmi e camminare

perdono

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