4.9.06

Senza titolo 1426

Ho appena  finito di leggere  libro mondo deve sapere di Michela Murgia  ( copertina al lato  )  regalòatami da mio cugino e sua moglir    Ed  è proprio  di questo  libro che  propongo nel post d'oggi  ensione  -intervista  all'autrice. IL libro   può essere considerato  un racconto autobiografico, in forma di diario infatti   Michela Murgia è  Camilla tra le pagine del libro . Esso è un  SPOILER libro-diario in cui l’autrice racconta la sua esperienza di operatrice in un call-center e descrive il singolare modello lavorativo del lavoro simbolo della precarietà. La trama di base è molto semplice: la protagonista viene assunta da un call center come telefonista; lavorando qui per un mese prende confidenza con le tecniche di vendita invasive e stressantei  adottate dall'azienda e con quelle di mobbing nei confronti degli stessi dipendenti. Racconta il tutto ad un'amica distante, attraverso internet. Questo blog diventerà poi il libro. SPOILER .
Esso  si legge
con scorrevolezza e rapidita . Infatti la narrazione si presenta come una curiosa amalgama tra la serietà dei temi trattati - primo fra tutti quello del lavoro precario - e la frizzante informalità con cui vengono affrontati. L'umorismo è sottile in questo diario e il divertimento non forzato ; quello stesso per cui si ride di una caduta altrui. L'autrice prende la risata come mezzo per addentrarsi e mostrare un mondo che in realtà di divertente ha ben poco. Così ridendo si riflette e riflettendo si ride di nuovo, ma con una consapevolezza amara: quella di chi ride per non dover piangere. E' un misto tra un diario e una denuncia, tra un romanzo-verità e un film alla Bridge Jones. La scrittura è semplice e non ricerca picchi letterari. Buon esordio. Può solo migliorare. Esso è un romanzo d'esordio totalmente calato nella realtà dei nostri giorni, che dà voce a lavoratori, ma soprattutto a lavoratrici, che normalmente stanno nell'ombra: le operatrici di call center che offrono "buoni omaggio" alle casalinghe, sperando poi che i venditori ("gli squali") riescano ad appioppare alle sventurate signore un elettrodomestico con 64 accessori. Il tutto per la  " modica "cifra di 3mila euro , eletrodomestico che sul mercarto Usa  costa  si e no  400-450 dolari . !! . Il libro   SPOLIER Con implacabile ironia, Murgia mette in scena la tragicommedia quotidiana del precariato e, tra una risata (amara) e l'altra, solleva il velo sui molti lati inquietanti dell'universo di un certo tipo di lavoro in Italia. Un mondo nel quale si vive di slogan altisonanti ("Lavoro di squadra: il modo in cui gente comune raggiunge risultati non comuni") e di sms deliranti inviati alle 8 di mattina dall'aggressiva teamleader alle lavoratrici ("Non sei un lavoratore qualunque, perché non fai un lavoro qualunque. Non sei una persona comune, perché sei una persona di successo. Il tuo successo è già dentro di te! Io ti aiuterò a tirarlo fuori. Buona giornata"). Il tutto, come si vede, ruota intorno alla parola "successo", che nella pratica si traduce in un certo numero di appuntamenti fissati al telefono. Per chi non riesce a raggiungere l'obiettivo, oppure decide che questo lavoro non corrisponde alle proprie aspettative, la parola è, ancora una volta, inequivocabile: "perdenti". Come dire, l'apoteosi del manicheismo. Tra riunioni settimanali di motivazione e straordinarie tecniche di dissimulazione telefonica, il libro di Michela Murgia denuncia anche lo sfruttamento: "Le telefoniste che nel loro turno di quattro ore non prendono il numero prefissato di appuntamenti per due giorni consecutivi, il terzo giorno sono tenute a fare due turni di quattro ore per rientrare in pari". L'azienda, però, offre una lettura diversa di questa procedura: 'Non è una punizione. E' la possibilità che vi offriamo per raggiungere il vostro obiettivo, è un'opportunità".Il libro di Michela Murgia non restituisce un'immagine molto lusinghiera delle aziende (in questo caso si tratta dell'americana Kirby) e mette alla berlina tutte le situazioni vagamente surreali in cui ci si imbatte entrando nel mondo del lavoro, operazione che già Massimo Lolli aveva portato con successo sulla pagina con il suo romanzo "Volevo solo dormirle addosso". L'ironia di Murgia è sempre attivissima e, alla fine, ci troviamo addirittura di fronte a un vero e proprio elogio sarcastico della precarietà: "Penso che il precariato in questa situazione è la sola cosa che mi dia speranza. L'idea di fare la telefonista alla Kirby in maniera stabile è una prospettiva da reparto psichiatrico. L'unico pensiero positivo di questa situazione è che - appunto - è instabile, transitoria. Mi daranno il premio Nobel per il precariato. Per poi levarmelo dopo due mesi". Se i manager sono abili a giocare con le parole, anche le telefoniste non sono certo da meno .SPOILER  Lo consiglio caldamente perchè oltre a scoperchiare un mondo di cui tanto si parla ma poco si sa,in certi punti è davvero esilarante!!leggetelo subito riesce a descrivere una realtà terrificante e angosciante in un modo leggero e pungente e a farti capire come funziona realmente il lavoro oggi. Finalmente dopo alcuni acceni in vari romanzio ed in particolare chi ha ucciso Silvio berlusconi di giuseppe caruso anche in Italia c'è , anzin inizia a farsi strada una letteratura che parla del lavoro della gente comune: era ora.Inoltre dopo aver eltto questo libro vi farete ( o rafforzerete ulteriormente,come nel mio caso, se nel caso avete ricevuto telefonate ) la conoscenza sui trucchi che chi in malafede chi in buona fede usano ( e sono costretti a usare per poter lavorare ) quelli di questi call center e di come essi sono i nuovi schiavi del millennio ( questa è l'idea che mi sono fatto andando a verificare il sito della ditta citata nel libro  oltre a vari siti cercando con google “ la kirby ha denunciato michela murgia“ potete tovare : o stralci di post su forum di alcuni portali come per esempio questo qui  o se avete pazienza di cercare o conoscete l'inglese annche siti di kirbbysti ( clienti o ex lòavoratori ) pentiti che parlano di questo aspirapolvere e tutto quello che c'è dietro e che Michela racconta benissimo in questo libro ( che  è il suo primo  romanzo  ) . A voi il piacere di trarne le conclusioni a riguardo   su  chi ha ragione  se  Michela\ camilla o la  kirby   . Per concludere posso dire  che  Esso ha   un discreto successo   senza  : 1)  essere stato scritto  da  una minorenne  ; 2) aver  , allmeno per il momento ,  fatto lo stesso batage  pubblicitario in tutte le trasmissioni  pattumiera  da  Porta  a Porta  su rai Uno  e il  maurizio Costanzo Show  su canale  5 e affini , almeno per ora  perchè   in quelle trasmissioni pur di fare  ascolti  un posto non si mega  anessuno    3)  se   magari avrebbe  messo all'interno   un po' di sesso  avrebbe  superato la stessa Melissa P di cento colpi di spazzola , ma lei  da   sarda   testarda   preferisce  , almeno per  il momento  non, per  parafrasare " la  mia patria "di  Sabrina Guzzanti << le  domande  sul mio destino  non vado a farle al Costanzo Show >>   ( trovate  qui il testo


E ora l'intervista  a l'autrice  del libro  , il quale  è stato il libro del mese di giugno nella trasmissione radiofonica Fahrenheit di Radio 3 Rai 

Come mai questo titolo al libro ?  Il titolo ha per me un valore ironico; salta fuori da una conversazione avuta con l'amica a cui dedico il libro, a proposito dell'opportunità di aprire il blog tematico o meno, a suo tempo. Chiaramente il mondo campa lo stesso anche se non lo sa, ma solo dopo la pubblicazione mi sono resa conto che  questa "ignoranza" di chi non vive in stato di precariato è un danno grande tanto quanto il precariato stesso: la precarietà del lavoro non è un problema solo di chi la vive, perchè conduce a una precarietà delle relazioni e del vivere comune che interessa tutti quanti. Ecco perchè, al di là dell'ironia iniziale con cui è stato formulato, il titolo esprime comunque una necessità autentica di conoscenza della realtà.Ti và di descrivere il “travaglio interiore “ che ho spinto ad accettare Massimo Coppola, l’autore e conduttore della trasmissione, mi contattò proponendomi invece un contratto editoriale per la pubblicazione integrale del blog con la ISBN, la sua casa editrice. ?  Non è semplice. Pubblicare dal niente può sembrare una occasione da cogliere senza pensarci su più di tanto.  Io ci ho invece riflettuto a lungo, perchè sapevo che raccontando quelle cose avrei potenzialmente danneggiato, nella misura in cui il libro si fosse venduto, le persone che lavoravano in quel settore. E' come quando aderisci a una campagna di boicottaggio di un prodotto che - a puro titolo di esempio - utilizza il lavoro minorile. Chiaramente se le richieste di quel prodotto in seguito al boicottaggio calassero, chi svolge quel lavoro perderà probabilmente il pur poco invidiabile impiego, ma questo non rende la campagna per l'affermazione di un principio meno giusta o meno necessaria. E' attraverso gesti come queste campagne che i palloni del calcio oggi non sono più cuciti dalle piccole mani dei bambini del sud del mondo. Dal canto mio considero meglio lavare scale che lavorare alle condizioni che ho visto realizzarsi dentro il call center, perchè davanti a una scala pulita hai la sensazione che un pezzo di mondo sia migliore grazie a te, mentre nel call center ho avuto spesso la sensazione opposta proprio nell'istante in cui raggiungevo il risultato che mi veniva richiesto. Per cui, al di là del danno relativo che potevo causare ai miei pochi ex colleghi - spesso gente senza scelta, a differenza di me - ho considerato però il beneficio oggettivo che poteva venirne a una intera categoria, sollevando un tema di cui non si parla mai. Paradossalmente gente che parla tutto il giorno altelefono non ha alcuna voce, vive in un contesto dove un rappresentante sindacale non è mai entrato e persino le persone con cui andrai in pausa le decideper te la capotelefonista. Non c'è solo il discorso del tipo di contratto, che resta legale nonostante sia indubbiamente immorale; c'è anche  : 1) il tema della pressione psicologica sul posto di lavoro, ; 2) del mobbing elevato a metodologia motivazionale, ; 3) del denaro come sola meta meritevole, ; 4) della perdita del senso del bene-lavoro come cosa di tutti.Argomenti di cui non si parla mai abbastanza. Se oggi si discute tanto a livello nazionale di abusi nell'applicazione del contratto a progetto, ho la presunzione di sperare che un pò possa dipendere dai molti libri che sono usciti negli ultimi mesi sull'argomento precariato, il mio compreso. Un pò, lo confesso, speravo che il libro servisse anche ai miei colleghi per prendere consapevolezza minima di quello che stavamo vivendo. Molti credevano alle promesse di un futuro da ricchi, di un orizzonte da persone che si sono realizzate umanamente vendendo aspirapolveri al decuplo del loro prezzo. Se in questo io abbia fatto centro, non lo so e forse non lo saprò. Probabilmente il mondo che deve sapere è anche quello con la cuffia all'orecchio. Chi è Silvia quella a cui dedichi il libro ?  Un'amica lontana, che abita a Livorno, a cui interessava seguire quel mio  percorso personale . Hai “ censurato “ o aggiunto qualcosa nel passafggio dal blog al libro ? No. Il libro rispecchia integralmente i contenuti del blog, senza alcun lavoro di editing oltre alla correzione bozze, titoli interni compresi.Infatti il termine romanzo è in gran parte improprio, stilisticamente parlando, perchè gli manca quello che lo rende tale: la trama, che in gergo si chiama plot.Sul fatto che invece il libro una trama ce l'abbia, diversi critici commentatori ne sono convinti, sicuramente con basi più autorevoli delle mie . Demando alle loro recensioni.  prendevi appunti fra una telefonata e l'altra e appena tornata a casa li scrivevi \ li mettevi in rete sul blog oppure li mettevi fra una pausa e l'altra ? Non scherziamo. Al lavoro si lavorava e anche sodo. L'unica pausa era necessaria per prendere un caffè e darsi la carica per ricominciare.Era la mia vita e sulla vita non si prendono appunti.Il blog lo tenevo a casa mia, dal mio pc personale, in privacy totale. Mentre scivevi il blog hai ricevuto suggerimenti \ critiche o anche insulti da altri colleghi delo stess call center o di altri ? e sempre nello stesso periodo hai ricevuto minacce implicite o pressioni dai vertici della kirby ? Mentre scrivevo il blog non supponevo nemmeno lontanamente che qualcun altrooltre alla mia cerchia di amici lo avrebbe letto, e nessuno di loro sapeva per quale ditta lavorassi.Le pagine sono rimaste on line un mese esatto e in quel periodo di tempo nessuno che lavorasse per una qualunque delle concessionarie Kirby in Italia è mai intervenuto dando segno di essersi accorto di quello che scrivevo. Gli insulti li vedo ora, nei numerosi forum dove il libro viene consigliato con il passaparola.Ma immagino sia normale, dopottutto solleva il sipario su un sistema che funziona proprio perchè se ne sa molto poco. A molti questo non fa piacere di sicuro.Ho avuto io invece il piacere di essere contattata da alcune ex colleghe che si sono sentite rappresentate dal mio racconto.  sempre   nello stesso periodo hai ricevuto minacce implicite  o  pressioni dai vertici della  kirby ? Come sopra: no.  come hai  reagito  la  kirby  alla  pubblicazione  del libro? Non sono a conoscenza di nessuna reazione, forse perchè la Kirby s.p.a. non esiste.Kirby è un brand che riguarda un prodotto, ma non è il nome di nessuna ditta, nemmeno di quella americana che li produce tecnicamente. In Italia vendono il kirby un paio di centinaia di ditte, tutte s.r.l., tutte diverse e dislocate, nessuna delle quali si chiama Kirby. Per mio conto, non ho mai scritto nel libro, nè dichiarato altrove, il nome della ditta per cui io ho lavorato, per cui la storia del libro può parlare di una qualunque di queste filiali. Se qualcuna ritenesse che il mio libro descriva il proprio modus operandi così fedelmente da riconoscercisi, immagino che mi contatterà o contatterà la casa editrice.   Nel caso  ti portassero in tribunale, puoi provare la veridicità di quello che hai scritto  nel libro  ?  Se uno viene denunciato per diffamazione, l'onere di provare che quello che ha scritto è diffamante spetta a chi si sente leso.  In realtà io sin da bambina volevo fare la centralinista, quando le altre giocavano con le barbie io costruivo telefoni in cartone e simulavo telefonate commerciali. Una  curiosita Ma come mai con studi teologici hai fatto la telefonista ?   La parentesi in teologia è stato uno sbandamento temporaneo rispetto alla mia vera vocazione. Ancora oggi mando curriculum alla Telecom e alla Tiscali ogni due per tre.  


 con questo  è tutto  buona lettura 





3.9.06

Senza titolo 1425

come  promesso eccovi alcune dele  discussioni suscitarte  dal mio intervento riportato  in un post  precedentre  e che diceva  :  esiste l'esitenza  ? >>















Da: Ardea Cinerea - vedi profilo
Data: Ven 1 Set 2006 14:30


<giuseppe_sc...@hotmail.com> a écrit dans le message de news:
1157103705.431128.320...@h48g2000cwc.googlegroups.com...

rispostra  sentire  la vostra   .  in attesa  vi saluto
  viva òla  vida muerte  a la  muerte


A. C. Il senso della morte e l'amore della vita sono strettamente collegati.
Perciò chi contrappone la morte alla vita non ha capito una mazza... ma è
comune di questi tempi.


Quanto al quesito, mo' vedo se ritrovo un aneddoto che postai tempo fa...


Saluti


A. C.



























Da: marcofuics - vedi profilo
Data: Ven 1 Set 2006 15:15








Ardea Cinerea ha scritto:


> A. C. Il senso della morte e l'amore della vita sono strettamente collegati.
> Perciò chi contrappone la morte alla vita non ha capito una mazza...


Beh, non mi trovo completamente d'accordo.... in un certo senso la
morte e' solo un passaggio, ma comunque essa riflette la cessazione di
un determinato episodio, di una determinata concretezza di fatti e
sensazioni.
Ad esempio, secondo te il momento in cui si nasce qual e'?















Da: Ardea Cinerea - vedi profilo
Data: Ven 1 Set 2006 15:25


"marcofuics" <marcofu...@netscape.net> a écrit dans le message de news:
1157116553.136413.305...@m79g2000cwm.googlegroups.com...

Beh, non mi trovo completamente d'accordo.... in un certo senso la
morte e' solo un passaggio, ma comunque essa riflette la cessazione di
un determinato episodio, di una determinata concretezza di fatti e
sensazioni.


A. C. Quello che di solito non si capisce è che la morte non è un evento ma
una condizione. Noi possiamo morire in ogni momento perchè *siamo mortali*.
Il senso della morte è dunque parte della vita e ama davvero la vita solo
chi è pienamente cosciente della propria mortalità. O altrimenti la ama in
maniera irresponsabile e irrealistica.


Ad esempio, secondo te il momento in cui si nasce qual e'?


Quello in cui si nasce.... (che t'aspettavi?...)


A. C.


    a  chi interessa  continua qui

2.9.06

Senza titolo 1424

Finalmente  qualcuno che dice  no . Non più di qualche anno fa avrebbe ancora provocato qualche moto di indignazione. Poi ci fu il diluvio: alla pubblicità, tranne rari casi, le canzoni le hanno date tutti, i Rolling Stones, Madonna, perfino il vecchio scorbutico Bob Dylan che, spiazzando tutti, mise a disposizione della catena di lingerie Victoria's secret non solo la sua musica ma anche la sua screpolata e poco femminile faccia. In Italia lo stesso: Zucchero, Lucio Dalla, Baglioni, Giorgia, Ennio Morricone, e per ultimo Vasco Rossi, il quale però alla terza richiesta di una canzone per la campagna Fiat, ha detto no . La decisione di Vasco Rossi «Mai più le mie canzoni per gli spot» «Ho sbagliato. Non voglio vendere più i miei sogni che sono anche quelli dei miei fans»


   corriere dela sera  ( 
www.corriere.it )

1  settembre  2006

ROMA

Vasco Rossi dice basta all'utilizzo delle sue canzoni per gli spot pubblicitari.Stavolta infatti il Blasco ha deciso di non concedere 'Ti prendo e ti porto via' per il nuovo spot della Fiat perchè intende preservare il suo repertorio «dal rischio di un uso eccessivo negli intervalli pubblicitari». A renderlo noto è il suo entourage.


Pentito delle scelte fatte in merito finora e con tutta l'intenzione di non «vendere» quelli che lui definisce «i miei sogni che sono poi anche quelli dei miei fans» dichiara oggi: «Ho sbagliato. Ma, come sempre mi è accaduto nella vita, dovevo prima provare sulla mia pelle per capirlo. Quando un'azienda come la Fiat, qualche mese fa, si è rivolta a me per inserire 'Senza parole' nello spot di lancio della nuova Punto, gliel' ho concessa volentieri...beh, era la Fiat! Alla seconda richiesta, invece, (Rewind) ero già molto più dubbioso. Ora che mi si ripresenta l'occasione con 'Ti prendo e ti porto via' ho deciso di dire di no, non voglio più che una mia canzone venga legata a uno spot».
«È un fatto personale - specifica Vasco Rossi - non ho nulla contro la pubblicità nè giudico chi la fa. Ma per quel che riguarda me, adesso sento primaria la necessità di proteggere le mie canzoni da un'esposizione che ritengo esagerata in pubblicità. Errare è umano, perseverare sarebbe diabolico come recita un vecchio e saggio proverbio. E io ho scelto, per quanto sta nelle mie possibilità, di non vendere i miei sogni, che sono poi anche quelli dei miei fans».

 sempre   dal corriere ma stavolta  del  2 settembre  2006

l cantante dice addio alla promozione Fiat. L' azienda: scelta che rispettiamo. Da Ligabue a Zucchero, gli altri casi
«Basta con gli spot», Vasco ritira la sua canzone
Il cantautore: esposizione esagerata in pubblicità, non vendo più i miei sognitv & musica

ROMA - «Non voglio più che una mia canzone venga legata a uno spot», Vasco Rossi ha detto basta e ha rifiutato di dare la sua «Ti prendo e ti porto via» al nuovo filmato della Fiat a cui aveva già «prestato», un anno fa, «Senza parole» e poi, lo scorso aprile, «Rewind». «Ho sbagliato», spiega adesso il rocker. Ma il suo non è un pentimento tardivo: «Come sempre mi è accaduto nella vita, dovevo prima provare sulla mia pelle per capirlo». E lui, che già in passato aveva prestato la sua musica per altri spot, aggiunge: «È un fatto personale, non ho nulla contro la pubblicità né giudico chi la fa. Ma per quel che riguarda me, adesso, sento primaria la necessità di proteggere le mie canzoni da un' esposizione che ritengo esagerata in pubblicità. Errare è umano, perseverare sarebbe diabolico recita un vecchio e saggio proverbio... E io ho scelto, per quanto sta nelle mie possibilità, di non vendere i miei sogni, che sono poi anche quelli dei miei fan». Garbata la risposta che arriva dall' azienda di Torino: «Quella di Vasco Rossi è una scelta artistica che noi rispettiamo». E, infatti, è già pronto il nuovo spot, in onda da domani. La colonna sonora sarà «l' inno non ufficiale» della nazionale italiana ai mondiali di calcio, quel «po-po- ro-po-po-po» cantato in coro dai tifosi e rubato a «Seven Nation Army», la canzone dei White Stripes. «Abbiamo puntato sulla celebrazione dell' Italia e dei suoi successi, in Europa e nel mondo - sottolinea Giovanni Perosino, responsabile marketing communication della Fiat -. Ci sembrava che la musica dei White Stripes fosse coerente con quest' idea». Insomma, il matrimonio si è rotto, ma senza polemiche. Ed è sparito da radio e tv anche lo spot Omnitel legato a «Happy Hour» di Ligabue, tormentone dell' estate. Ma in questo caso, per la prima volta, il rocker aveva concesso soltanto un brano e per un periodo molto limitato (due mesi): un' operazione di marketing, fatta per raggiungere gli adolescenti, in concomitanza con il tour negli stadi del Liga. «Prestare» una canzone per una pubblicità è un rito al quale in pochi si sottraggono. Persino l' ombroso Bob Dylan ha dato (fra le polemiche) la sua voce e la sua immagine a un filmato che pubblicizzava lingerie. L' inafferrabile Mina nel 2001 ha scelto di farsi rivedere in tv, dopo 23 anni di assenza, nel film (breve) di una marca di telefonini. La voce di Madonna è servita per lanciare un profumo. Le canzoni di Zucchero, Giorgia, Enrico Ruggeri hanno accompagnato le immagini di omogenizzati, macchine, calze autoreggenti. Spesso è una scelta che ai giovani porta fortuna. Come al pianista Giovanni Allevi: la sua musica è stata preferita ai brani di Springsteen e Santana dal regista Spike Lee per «mostrare» la nuova Bmw. «Il progetto ha fatto il giro del mondo - racconta Allevi -. Dopo quello spot ci sono state sei ristampe dello spartito del mio album. A me è sembrato di aver vinto le Olimpiadi». Il cantante emiliano ha prestato la sua «Happy Hour» per lo spot a puntate della Vodafone con Laura Chiatti (in alto). Ma solo per due mesi

ora  su indymedia  forum  il pubblico si divide  sulla  sua  scelta   : 1) Ma fottiti Blasco....sei finito!!!! E' troppo tardi ormai, coglione!!  ; 2) anto di cappello invece dopo che mostri sacri della musica hanno venduto alla pubblicità tutto il vendibile lui dopo due canzoni dice basta   Io sono  un po' scettico   e allo stesso tempo fiducioso  .
Scettico = perchè  sta  andando di moda  e fa vendere di più  dopo  l'ultimo  cd  di caparezza  andarfe contro  il sitema e contro corrente  .
Fiducioso  = perchè  vasco mi sembra  coerente con gli editoriali scritti  su XL  (  mensile del gruppo  repubblica  )  e  con il suo andare  sempre contro corrente  e  sperimenbtare sempre  nuovii persorsi  . E quindi se V ha  fattto tale scelta   deve averlo fatto perchè  ha sentito il rigurgirto che  viene dai fans  club .Comunque  chi vivrà vedrà cioè sara il tempo   dire  se  sarà stato coerente  o meno   con questa scelta   che speriamo sia seguita  da altri  cantanti italiani  come il Liga  che hanno ceduto le loro canzoni alla  macchina  degli spot 


per saperne di più

http://www.vascorossi.net/
dove  fra le news potete trovare , più precisamente  qui   la versione integrale del comunicato stampa








1.9.06

Senza titolo 1423

Quando ci dimentichiamo di essere umani

Io schiavo in Puglia di Fabrizio Gatti





Il padrone ha la camicia bianca, i pantaloni neri e le scarpe impolverate. È pugliese, ma parla pochissimo italiano. Per farsi capire chiede aiuto al suo guardaspalle, un maghrebino che gli garantisce l'ordine e la sicurezza nei campi. "Senti un po' cosa vuole questo: se cerca lavoro, digli che oggi siamo a posto", lo avverte in dialetto e se ne va su un fuoristrada. Il maghrebino parla un ottimo italiano. Non ha gradi sulla maglietta sudata. Ma si sente subito che lui qui è il caporale: "Sei rumeno?". Un mezzo sorriso lo convince. "Ti posso prendere, ma domani", promette, "ce l'hai un'amica?". "Un'amica?". "Mi devi portare una tua amica. Per il padrone. Se gliela porti, lui ti fa lavorare subito. Basta una ragazza qualunque". Il caporale indica una ventenne e il suo compagno, indaffarati alla cremagliera di un grosso trattore per la raccolta meccanizzata dei pomodori: "Quei due sono rumeni come te. Lei col padrone c'è stata". "Ma io sono solo". "Allora niente lavoro". l'articolo continua QUI e poi  QUI e ancora Che dire, come sempre complimenti a Gatti, che oltre alla sua professionalità, non dimentica la dignità di queste persone.Italiani brava gente , invasi da orde di extracomunitari clandestini, malfattori, assassini che riempiono le pagine dei nostri Tg, che gli tolgono il lavoro, che gli stuprano le donne, che ci fanno parlare tanto per dare aria alla bocca, chissà quanti Italiani brava gente così ci sono nelle nostre beneamate città.Si chiama RIDUZIONE IN SCHIAVITU' no...non è più concessa..anche se vi fanno così schifo.

Senza titolo 1422

Dopo  aver letto questa  news  mi chiedo  se  il nostro paese  è unos tato laico  o  uno stato  creatico  per nopn dire  servo (  ziraccu    come  diciamo dala mie pareti  )  del Vaticano   cioè dele  gerarchiè ecclesiastiche  ? 
Ecco  a voi la news   traetene   voi le conclusioni 


'Associazione padri separati contro la sentenza: ''Neanche stessimo a Kabul''

Cassazione: il catechismo prevale sul diritto di vedere i figli


Annullata la condanna ad una madre, che non aveva rispettato la disposizione del tribunale che stabiliva che il marito vedesse la figlia nello stesso giorno della catechesi



Roma, 31 ago. (Adnkronos/Ign)


Le lezioni di catechismo prevalgono su  tutto,anche sul diritto dei genitori separati di vedere i loro figli. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione annullando la condanna inflitta ad una madre romana di 46 anni, che non aveva rispettato la disposizione del giudice civile che, in sede di separazione, aveva disposto che il padre vedesse la figlia minore nello stesso giorno in cui la parrocchia aveva fissato la lezione di catechismo. Per la Suprema Corte, le decisioni dei parroci in materia di catechismo sono insindacabili e dunque le disposizioni del giudice in materia di visita devono cedere il passo a quest'ultime.


Scrivono i supremi giudici della Sesta sezione penale, nella sentenza 27613, che ''le lezioni di catechismo sono collettive in quanto interessano i ragazzi di ambo i sessi di una determinata fascia d'età appartenenti ad una parrocchia e l'organizzazione di esse (giorno, orario) è stabilita dal clero preposto alla parrocchia in questione compatibilmente con gli impegni dei sacerdoti che le impartiscono ed agli impegni scolastici dei ragazzi che debbono seguirle''. Di diverso avviso erano stati i giudici del Tribunale di Roma (luglio 2004) e della Corte d'appello della capitale (dicembre 2005) che avevano condannato la mamma ad una multa di 800 euro (pena sospesa in appello) per elusione dei provvedimenti del giudice in sede di separazione.

Come si evince dalla sentenza la madre, pur facendo seguire le lezioni di catechismo alla figlia nello stesso giorno in cui il padre Vittorio avrebbe dovuto vederla, si accordava comunque con l'ex marito per ''recuperare il mancato incontro''. Ciò nonostante la donna era stata denunciata ugualmente dal consorte e condannata sia in primo che in secondo grado per il reato previsto dall'art. 388 del Codice Penale. Una condanna ritenuta da lei ingiusta. Di qui il ricorso alla Cassazione che è stato giudicato ''fondato''. In proposito, i supremi giudici, bacchettando i colleghi del giudizio di merito, sottolineano che il comportamento di quella madre ''non è sorretto dal dolo''.

Piazza Cavour, che ha annullato la sentenza di condanna perché il fatto non costituisce reato, ricorda ancora che ''in tema di mancata esecuzione di un provvedimento del giudice civile, concernente l'affidamento di un figlio minore, il motivo plausibile e giustificato che può costituire valida causa di esclusione della colpevolezza, anche se non deve configurarsi l'esimente dello stato di necessità, deve comunque essere stato determinato dalla volontà di esercitare il diritto-dovere di tutela dell'interesse del minore, in situazione che non abbia potuto essere devoluta al giudice per eventuale modifica del provvedimento''. Da qui l'accoglimento del ricorso della mamma che aveva preferito che la figlia prendesse parte alle lezioni di catechismo piuttosto di farla stare con il padre nello stesso giorno.
Sulla sentenza della Cassazione si alza la protesta dei padri separati. ''In uno Stato laico, tutto ciò che riguarda la religione di pochi (o di molti) dovrebbe essere secondario rispetto alle leggi nazionali che riguardano tutti, senza distinzione di religione - evidenzia Giorgio Ceccarelli, presidente dell'associazione. ''La Cassazione -insiste Ceccarelli- neanche stessimo a Kabul, decide che gli impegni religiosi sono prioritari rispetto a quelli civili tra padre e figlio come stabilito da sentenza di un Tribunale Italiano''.

Senza titolo 1421

ecco  cosa succede  a chi  fà  tutti i giorni vera  antimafia  o antimafia dal basso e non  come quella  della  classe di politicanti   .   Questi ragazzi\e   che  parafransando  la  banda del sogno interotto dei Modena city ramblers  (   vedee  post  precedenti per  il testo  )     combattono  tutti i  giorni  contro al mafia  .




 Comunicato stampa  del sito  www.ammazzatecitutti.org


 E' proprio così, purtroppo. Il forum, la quale struttura di base era stata ripristinata questa mattina ed al quale stavamo ora lavorando per il ripristino manuale dei contenuti, è stato preso nuovamente di mira da chi evidentemente non ha altro di meglio da fare che DISTRUGGERE in pieno stile mafioso il lavoro e l'impegno degli altri. E poi dicono che la mafia non esiste... CHE SCHIFO!!!!
Anche se questa volta sembra un "avviso" più che un attacco in quanto è stata sostituita solo la pagina di accesso e SEMBRA non ci siano danni rilevanti al database, non accettiamo più in alcun modo che venga non solo distrutto il lavoro di dieci mesi di antimafia, ma che addirittura ora venga mortificato il lavoro di tutte quelle persone che hanno e stanno sacrificando il proprio tempo per darci una mano!
Ora ci appelliamo a tutta l'opinione pubblica nazionale e soprattutto ai media, affinché prendano seriamente coscienza della situazione ed alzino la voce assieme a noi. DIMOSTRATECELO CON I FATTI CHE "NON SIAMO SOLI"!


30.8.06

Senza titolo 1420

Molti di voi  mi scrivono via  email che   ho perso quello smalto che aveva il blog  , in quanto non  parlo  più   di me  e  delle mie esperienze  e problemi  . Ora  in parte  è vero  , pero  alcune  sono  cose troppo personali  e  non ancora  "archiviate  " o ben  metabolizzate   da metterle  qui  sul blog sono ancora  alla  frase  di precordi e  quindi ho preferito  ( ancora  per il momento )  tenerle nell'archivio cartaceo  .
Ma  proprio ieri notte  dopo aver letto  l'ultimo numero di dylan dog   SPOLLER    il quale  nel finale si chiede   :  emntrando in loop   : <<    esiste  l'esistrenza  ?  >>  e  si da anche la risposta Si e No  .  >> SPOLLER   poichè la  risposta mi sembra  banale  , ho provato  a  scrivere  sul mio archivio cartaceo  a  fare  oo srtesso processo psicologico  , ma non riuscendevi o riuscendovi parzialmente  ho scritto  degli sms  a dei cdv  (  noin necessariamewnte iscritti a questo  blog  o internetttianisalvo  due  \  tre  )  .
Prima di riportare i  loro sms  di risposta  e la mia  risposta   voglio sentire  il vostro parere  in merito  .  in attessa  vi saluto 
.

29.8.06

Senza titolo 1419

E ADESSO AMMAZZATECI TUTTI

Un urlo nella sera, un urlo nella testa,
cinque colpi che tu senti in questa stanza;
hanno sporcato di sangue la tua festa
ma quando finirà questa mattanza…
L’hai sentito alla radio, ti han descritto la scena
Fujitivìndidassàtici ‘sta terra ai farabutti”
ma tu stavolta gridi a voce piena:
E adesso ammazzateci tutti!”
Piangono i giovani, ma non sono piegati,
loro son stanchi di chi ruba la speranza.
Monta lo sdegno, ormai si son stancati:
hanno capito di questa lotta l’importanza.
Non c’è silenzio a Locri sulla sabbia,
la voce corre come in tutti i lutti,
ma non è un pianto, è un grande urlo di rabbia:
E adesso, ammazzateci tutti!”
Vengono i giovani, a pulire il sangue,
vengono da Polistena, da Reggio,
col volto bello, pallido ed esangue,
hanno capito che la paura è il peggio.
Si abbracciano, conoscendosi per strada,
si abbracciano, fratelli in mezzo ai flutti,
sanno che solo il coraggio sarà rada:
E adesso, ammazzateci tutti!”.
Siam dieci, cento, mille, e non siam tutti
se
avete tanto piombo, ammazzateci tutti!
Siam dieci, cento, mille, e non siam tutti
se
avete tanto piombo, ammazzateci tutti!
Siam dieci, cento, mille, e non siam tutti
se avete tanto piombo, ammazzateci tutti!
Siam dieci, cento, mille, e non siam tutti
se
avete tanto piombo, ammazzateci tutti
!Brilla la pioggia della terra di Montalto
piange anche il cielo su quel luogo profanato,
scivola come pianto di madre, sull’asfalto,
innocente del sangue lì versato.
Per pochi maledetti siamo sputtanati
per
pochi infami siamo sporchi e brutti,
noi invece siamo in tanti, e siam rinati:
E adesso, ammazzateci tutti!”
Nessuno parli di odio, nessuno invochi morte,
Nessuno parli di sangue, nessuno invochi lutti
chi
tanto ha sofferto, non augura stessa sorte.
E se ci riuscite “Adesso, ammazzateci tutti!”
La guerra la vinciamo se rinunciamo ad odiare
la
guerra la vinciamo col lavoro uniti tutti.
‘Sta guerra la si vince con il coraggio di amare:
e voi mafiosi oggi avete perso: ammazzateci tutti!
Siam dieci, cento, mille, e non siam tutti
se
avete tanto piombo, ammazzateci tutti!
Siam dieci, cento, mille, e non siam tutti
se
avete tanto piombo, ammazzateci tutti!
Siam dieci, cento, mille, e non siam tutti
se
avete tanto piombo, ammazzateci tutti!
Siam dieci, cento, mille, e non siam tutti
se
avete tanto piombo, ammazzateci tut

AMMAZZATECI TUTTI!
AMMAZZATECI TUTTI!
AMMAZZATECI TUTTI!
MMAZZATECI TUTTI!
AMMAZZATECI TUTTI!
AMMAZZATECI TUTTI!
AMMAZZATECI TUTTI!
AMMAZZATECI TUTTI!
AMMAZZATECI TUTTI!  
AMMAZZATECI TUTTI!
AMMAZZATECI TUTTI!
AMMAZZATECI TUTTI!
AMMAZZATECI TUTTI!
AMMAZZATECI TUTTI!
 A M M A Z Z A T E C I … T U T T I !!!


 


 


 


 


Credits:


Testo: Giovanni Pecora


Musica: Pino Barillà - Alessandro Luvarà


Arrangiamenti e realizzazione: Alessandro Luvarà


Chitarre: Giancarlo Mazzù


Seconda voce e cori: Tania Borgese ed alcuni "ragazzi di Locri"


Registrazioni, mixaggi e mastering: Alessandro Luvarà presso SpainAudio Studio - Molochio (RC)


Canta: Pino Barillà


 


contatti: info@pinobarilla.it - info@polistena.net


tel. 0966  0966 935 206 (tel. e fax) - 0966 936 036


cell. 338 8057236 - 349 366 8216


fax 178 227 1483 (attivo h24)

Senza titolo 1418

RIVIERA DI ULISSE”



MEMORIAL GENNARO SPARAGNA



PRIMA EDIZIONE 2006




PREMIO INTERNAZIONALE



DI POESIA



RIVIERA DI ULISSE”



MEMORIAL GENNARO SPARAGNA



PRIMA EDIZIONE 2006









Il premio si articola in due sezioni






1-SEZIONE POESIA



Si partecipa inviando una poesia, inedita.






2-SEZIONE SILLOGE



Si partecipa inviando una raccolta di 40 poesie inedite.



Regolamento





  1. si può partecipare ad entrambe le sezioni




  2. è richiesta tassa di lettura di 5,00 euro a sezione. Suddetta quota può essere direttamente allegata agli elaborati, o tramite versamento su postepay (numero 4023600400730174 intestata a Sparagna Irene) in tal caso allegare fotocopia dell’avvenuto pagamento.




  3. i testi, completi dei dati anagrafici (solo su una copia), dell’indirizzo, del recapito telefonico e del curriculum dell’Autore, eventuale e-mail (più copia dell’opera in floppy disc per inserimento nel sito internet), dovranno essere inviati entro il 10 settembre 2006, in 10 copie al segretario del premio: Sparagna Irene – via Stazione snc - 04020 Tremensuoli (LT) recapito telefonico 393-6593511 indirizzo e mail irenezago@tiscali.it indirizzo web www.irenesparagna.it




  4. Il giudizio della Giuria è insindacabile;




  5. La cerimonia di premiazione avrà luogo in data da stabilirsi, entro dicembre 2006, nella Sala Consiliare Del Palazzo Municipale della Città di Minturno , (Lt), via Principe di Piemonte, n.9




  6. Ai vincitori del premio di poesia andranno 1000,00 (mille) euro, equamente ripartiti, tra le due sezioni, il testo della motivazione, pergamena di merito.




  7. Ai secondi e terzi classificati di entrambe le sezioni andranno opere artistiche, il testo della motivazione, pergamena di merito.




  8. I vincitori, ai quali sarà tempestivamente comunicata la data di premiazione, dovranno assicurare, con telegramma o con lettera prioritaria, la Loro presenza alla cerimonia conclusiva. L’inosservanza di questa norma comporterà, per i concorrenti, la perdita del diritto alla riscossione dei premi.








Giuria del Premio






Presidente : Renato Filippelli



Segretario: Irene Sparagna



Componenti: Giuseppe Bianco; Marcello Cali-man; Sandra Cervone; Giuseppe Limone; Mario Rizzi; Elodia Rossi; Ines Scarparolo; Luciano Somma; Raimondo Venturiello









Il premio si articola in due sezioni






1-SEZIONE POESIA



Si partecipa inviando una poesia, inedita.






2-SEZIONE SILLOGE



Si partecipa inviando una raccolta di 40 poesie inedite.



Regolamento





  1. si può partecipare ad entrambe le sezioni




  2. è richiesta tassa di lettura di 5,00 euro a sezione. Suddetta quota può essere direttamente allegata agli elaborati, o tramite versamento su postepay (numero 4023600400730174 intestata a Sparagna Irene) in tal caso allegare fotocopia dell’avvenuto pagamento.




  3. i testi, completi dei dati anagrafici (solo su una copia), dell’indirizzo, del recapito telefonico e del curriculum dell’Autore, eventuale e-mail (più copia dell’opera in floppy disc per inserimento nel sito internet), dovranno essere inviati entro il 10 settembre 2006, in 10 copie al segretario del premio: Sparagna Irene – via Stazione snc - 04020 Tremensuoli (LT) recapito telefonico 393-6593511 indirizzo e mail irenezago@tiscali.it indirizzo web www.irenesparagna.it




  4. Il giudizio della Giuria è insindacabile;




  5. La cerimonia di premiazione avrà luogo in data da stabilirsi, entro dicembre 2006, nella Sala Consiliare Del Palazzo Municipale della Città di Minturno , (Lt), via Principe di Piemonte, n.9




  6. Ai vincitori del premio di poesia andranno 1000,00 (mille) euro, equamente ripartiti, tra le due sezioni, il testo della motivazione, pergamena di merito.




  7. Ai secondi e terzi classificati di entrambe le sezioni andranno opere artistiche, il testo della motivazione, pergamena di merito.




  8. I vincitori, ai quali sarà tempestivamente comunicata la data di premiazione, dovranno assicurare, con telegramma o con lettera prioritaria, la Loro presenza alla cerimonia conclusiva. L’inosservanza di questa norma comporterà, per i concorrenti, la perdita del diritto alla riscossione dei premi.








Giuria del Premio






Presidente : Renato Filippelli



Segretario: Irene Sparagna



Componenti: Giuseppe Bianco; Marcello Cali-man; Sandra Cervone; Giuseppe Limone; Mario Rizzi; Elodia Rossi; Ines Scarparolo; Luciano Somma; Raimondo Venturiello

Senza titolo 1417

mentre mi prendevo una pausa  dalla palla  di HEGEL che devo studiarfe per l'esame di storia dela filosofia  ,   nei  titoli  ansa  del tg  dele  18.30 ho letto : <<  attacco al  forum di http://www.ammazzatecitutti.org/

 >>  e mi  è  venuta  in mente 

Cento passi   dei Modena  city ramblers 

"Sei andato a scuola?Sai contare?""Come contare?""Come contare?1,2,3,4,sai contare?""Si,so contare""Sai camminare?""So camminare""E contare e camminare insieme lo sai fare?""Si!Penso di si!""Allora forza!Conta e cammina!dai... 1,2,3,4,5,6,7,8...""Dove stiamo andando?""Forza!Conta e cammina!9... 90,91,92,93,94,95,96,97,98,99 e 100!Lo sai chi ci abita qua?A?U zù Tanu ci abita qua!!""Cento passi ci sono da casa nostra,cento passi!"
(tratto dal film "I cento passi" di M.T.Giordana)
E' nato nella terra dei vespri e degli aranci, tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio..
Negli occhi si leggeva la voglia di cambiare, la voglia di Giustizia che lo portò a lottare..
Aveva un cognome ingombrante e rispettato, di certo in quell'ambiente da lui poco onorato..
Si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un'ideale ti porterà dolore..
"Ma la tua vita adesso puoi cambiare solo se sei disposto a camminare, gridando forte senza aver paura
contando cento passi lungo la tua strada"..
Allora.. 1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!
"Noi ci dobbiamo ribellare" (dal film)
Poteva come tanti scegliere e partire, invece lui decise di restare..
Gli amici, la politica, la lotta del partito.. alle elezioni si era candidato..
Diceva da vicino li avrebbe controllati, ma poi non ebbe tempo perchè venne ammazzato..
Il nome di suo padre nella notte non è servito, gli amici disperati non l'hanno più trovato..
"Allora dimmi se tu sai contare, dimmi se sai anche camminare, contare, camminare insieme a cantare
la storia di Peppino e degli amici siciliani"
Allora.. 1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!(x 2 volte)
Era la notte buia dello Stato Italiano, quella del nove maggio settantotto..
La notte di via Caetani, del corpo di Aldo Moro, l'alba dei funerali di uno stato..
"Allora dimmi se tu sai contare, dimmi se sai anche camminare, contare, camminare insieme a cantare
la storia di Peppino e degli amici siciliani"..
Allora.. 1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!(x 2 volte)
"E' solo un mafioso, uno dei tanti"
"E' nostro padre" "Mio padre! La mia famiglia! Il mio paese!Io voglio fottermene!Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare!" (dal film)



e mentre la canticchoiavo  s ono andato  subito sul sito   e ho avuto  la conferma  ufficiale  :


(ASCA) - Locri (Rc), 29 ago - ''Vi abbiamo fregato il server. Firmato ...''. La frase era scritta in inglese, e seguiva il nome di un hacker a cui non vogliamo certo dare il gusto di avere pubblicita' gratuita. Ecco come si presentava questa mattina ai visitatori la pagina d'ingresso del forum telematico dei ragazzi di Locri del movimento ''E adesso ammazzateci tutti''.
In pratica un hacker, dopo essere riuscito ad intrufolarsi nel database, aveva effettuato non solo quello che in gergo tecnico si chiama ''defacement'', cioe' la sostituzione di una o piu' pagine di un sito con una pagina falsa, riportante frasi ingiuriose e a volte oscene (di questo genere di attacchi ormai il sito non ne conta piu' il numero), ma addirittura questa volta mettendo praticamente K.O. quasi mortalmente l'intero forum telematico''.

La storia viene raccontata in un comunicato dell'Associazione dei Ragazzi di Locri (Rc) ''E Adesso Ammazzateci Tutti''.
''Di solito eravamo abituati a leggere queste notizie in relazione ai siti di importanti istituzioni come banche, ministeri, agenzie internazionali, dove i delinquenti del web si misurano per dimostrare la loro folle ed inconcludente bravura informatica. Molta meraviglia ha suscitato tra i responsabili del sito www.ammazzatecitutti.org - continua la nota - vedere che oggetto delle ''attenzioni'' di uno di
questi delinquenti virtuali il proprio sito, certamente uno dei piu' conosciuti in Italia nel settore dell'impegno sociale della lotta alla mafia, ma certamente di alcun interesse dal punto di vista economico o istituzionale.
''Chi ha effettuato questa mascalzonata - scrive Aldo Pecora, ideatore e gestore del sito e del forum - non ha puntato certamente ad arrecarci un danno economico. E' evidente che l'intento e' quello di danneggiarci e comunque di colpire l'esistenza di un forum che ormai ha superato i 1.300 iscritti, diventando di fatto il piu' importante luogo di aggregazione virtuale in Calabria, ed anche in Italia, dei
giovani antimafiosi. E questi numeri a qualcuno evidentemente danno fastidio. Adesso bisogna capire a chi''.
''L'atto di oscurarci il sito con un'azione di criminalita' informatica - continua Aldo Pecora - equivale ne' piu' ne' meno ad un attentato. E' come se alla sede di un'associazione si appiccasse il fuoco nella notte, e per questo la nostra risposta e' identica a quella che avremmo avuto se ci avessero incendiato la sede, e cioe' la denuncia immediata alle Autorita' di Polizia. Speriamo che un'indagine condotta dagli specialisti della Polizia delle Comunicazioni possa produrre rapidamente risultati risalendo all'autore di questo crimine.
Ai nostri affezionatissimi visitatori ed agli iscritti al forum diciamo solamente che stiamo lavorando come matti per ripristinare al piu' presto possibile la condizione di normalita'. Certo, il rischio c'e': perdere oltre dieci mesi di lavoro.
Al delinquente che l'ha effettuata, ed eventualmente al mandante che l'ha commissionata, mandiamo a dire che non solo non ci intimoriscono e non ci demotivano con queste azioni, ma che invece raddoppieremo la nostra presenza ed i nostri sforzi per essere sempre piu' punto di riferimento e testimonianza vivente di quella Calabria che non vuole piegarsi piu' alle prepotenze delle diverse mafie che l'hanno umiliata per secoli''.
''Il forum di Ammazzatecitutti.org - conclude Aldo Pecora - e' l'esempio piu' bello di voce libera e priva di censure che in meno di dieci mesi e' riuscita ad unire l'Italia della legalita' e dell'antimafia da Bolzano a Pantelleria. E questa volta il ''pizzino' lo mandiamo noi: guai a quella mafia che oggi sta al passo coi tempi e crede, anche virtualmente, di poterci tappare la bocca''.

CI HANNO OSCURATO IL FORUM !!











AVVISO A TUTTI GLI UTENTI DEL FORUM

Questa notte (28-29 agosto) ignoti hacker hanno oscurato per intero i l CUORE di questo sito internet: il nostro Forum telematico.
Questa è un'ulteriore prova che il nostro Movimento evidentemente sta dando troppo fastidio. Ci resta da capire A CHI.
Stiamo cercando di risolvere il problema, ma questa volta non è come le altre. Anche i tecnici del server hanno detto che potrebbe trattarsi di parecchie ore di lavoro. E non è assicurato che dopo il ripristino saranno ripristinate anche tutte le discussioni del Forum.
Il rischio è quello di perdere più di dieci mesi di Antimafia attiva e libera!
Naturalmente faremo l'impossibile per evitarlo e NATURALMENTE SULL'ACCADUTO STA GIA' INDAGANDO LA POLIZIA POSTALE E DELLE TELECOMUNICAZIONI.




Ora  è   evidentre  che    fare antimafia dal basso dà fastdio   soprattutto quando si pubblicano  commenti   che i media  nazionali  o  ignorano o  riportano  in piccolim trafiletti  o  quelli   locali li considerano come piccole  beghe  locali . E  poi  a simboleggiare l'attualità  della loro protesta  e  che  tale  vile gesto  è  stato fatoi proprio   nella notte  fra  il 28-29 cm  ,  esarttamente  15 ad oggi in cui hganno ucciso libero grassi  un imprenditore  che  s'era rifiutato  di pagare il pizzo


[ IL COMMENTO ]

"Basta con l'antimafia di parata!"
Due paroline alla signora Adriana Musella da una 17enne "ragazza di Locri"...



Il 4 agosto scorso la Consulta Regionale Antimafia ha promosso ad Ardore (Rc) un seminario dal tema “Legalità e territorio”, al quale hanno preso parte i sostituti procuratori della DDA di Reggio Calabria e di Firenze, Nicola Gratteri ed Ettore Squillace Greco, la signora Adriana Musella, l’On. Maria Grazia Laganà, il presidente del consorzio di cooperative GOEL Vincenzo Linarello e due delegazioni di studenti provenienti dalla regione Toscana e Lazio.


Se da un lato l’incontro si è rivelato interessantissimo, soprattutto grazie agli interventi dei due magistrati, i quali hanno ribadito quanto siano necessarie leggi più moderne per combattere la ‘ndrangheta, dall’altro è stato davvero molto deludente.
Con amarezza ho constatato ancora quanto si perseveri nell’antimafia di parata e nella falsità più ipocrita.
A farmi “assaporare” questa ipocrisia, che credetemi, questa volta ha sfiorato i limiti dell’assurdo, è stata proprio la signora Adriana Musella, Presidente dell’associazione "Riferimenti", nonché segretaria della Consulta Regionale Antimafia e non so che altro ancora ha scritto nel suo preziosissimo biglietto da visita.
Io una cosa da aggiungere ce l’avrei: organizzatrice di parate antimafia, nonché apparente convinta sostenitrice dei ragazzi di Locri, che tanto ama ed incita, ma che quando uno di questi chiede la parola per intervenire al seminario organizzato dalla Consulta Regionale Antimafia e da lei stessa moderato, ti risponde “No, preferisco che parli un altro”. Un altro?
La signora Musella non è colei che puntualmente ad ogni conferenza o intervista dichiara la sua vicinanza ai giovani, e invita tutti quanti a sostenerli? E però nei fatti poi si smentisce e non li fa neppure parlare. Vogliamo dare un nome a questo atteggiamento che è di prepotenza?
Mi dispiace per la signora Musella, ma in questa nostra regione sfortunata, un giovane che vuole testimoniare il suo impegno antimafia, soprattutto se è un “ragazzo di Locri”, lo si ascolta sempre, indipendentemente dal fatto che il suo intervento sia o meno gradito dalla moderatrice  del dibattito, nonché presidente di “Riferimenti”, nonchè segretaria della Consulta.
Che bella figura ci ha fatto la moderatrice-presidente-segretaria, che rappresentava in quel momento la Regione Calabria, quando il pubblico presente ha nei fatti imposto la concessione della parola alla sottoscritta? Cosa avranno pensato i due magistrati sconcertati?
Col senno di poi non posso che dare ragione a chi le aveva già cantate di santa ragione alla signora Musella ed al suo modo di “fare” antimafia.
Basti pensare al “Valantain”, il ristorante di Villa San Giovanni costretto a chiudere a seguito delle continue estorsioni ed attentati minatori. Della vicenda fu la stessa Musella a riempirsene la bocca di belle parole in TV, disertando poi, però, la manifestazione di solidarietà del 2 giugno.Mi piacerebbe capire quale sia la posizione della Musella anche sul caso del povero Fedele Scarcella, il testimone di giustizia bruciato vivo nella sua auto a Briatico. La signora Musella sostiene che <<prima di parlare devi INFORMARTI tu e i tuoi amici di AMMAZZATECI TUTTI! Fedele Scarcella non è morto perché ha denunciato alcune cosche>>.
Ma del caso Scarcella dove si “informa” la Musella, visto che ciò che noi umili mortali sappiamo lo sappiamo solo attraverso i giornali?
Mi spieghi anche perché lei stessa si batte tanto affinché non ci siano vittime di serie A e di serie B, quando poi obietta persino su casi simili!
Penso che Fedele Scarcella fosse una persona onesta, un uomo a cui è stata tolta la vita ed io, cara signora, ho il dovere di pretendere giustizia, anche per la sua morte.
E mi disgusta terribilmente leggere su un giornale di Calabria, una pagina intera dedicata alle “amare” confessioni di una donna che sfrutta ogni occasione per piazzarsi sui giornali, minacciando di lasciare la Calabria e (quel che è peggio) screditando l’operato “genuino” di noi ragazzi.
Come sarebbe a dire, signora Musella, che <<c’è del veleno tra alcuni ragazzi di Locri>>, che <<ci sono serpi>>? Ma non si vergogna solo a pensarle certe cose?
Di veleno ho toccato con mano il suo, che con acredine ha tentato di censurarmi (e francamente non ne comprendo il motivo, sebbene cerchi invano di trovare un “perché” all’ostile atteggiamento che ha assunto nei miei riguardi) rivelandosi un’altra persona rispetto a quella che avevo conosciuto qualche mese fa.
<<Nell’antimafia c’è mafiosità. Mi sono resa conto che coloro che si definiscono antimafiosi agiscono con prevaricazione, prepotenza, arroganza, cercando di sopraffare l’altro per non farlo parlare, per limitarne gli spazi>>, ha dichiarato la stessa signora Musella.
Ma, signora Musella, non è che lei sta parlando proprio di se stessa? Chi ha alzato la voce e con un “TACI, DEVI TACERE” più grande di me, voleva “sopraffarmi affinché non parlassi”?
Inviterei invece la signora Musella ad impiegare le sue gerbere per qualcosa di più concreto.
Se si dedicasse “con tutta se stessa” alle iniziative per le quali noi ragazzi così “avvelenati” come ci ritiene lei (io invece direi “indignati… e di brutto”) ci stiamo battendo, sarebbe tanto di più guadagnato…fermo restando, che non so quanto guadagni in termini monetari già lei di suo, grazie alla nostra Regione… su questo mi “INFORMERÒ”, può starne certa!Il dottor Gratteri nel suo intervento al seminario di Ardore sottolineava il fatto che qui da noi occorrono delle leggi serie! Benissimo, a tal proposito, le propongo, gentile signora, di sostenere nei fatti  il “DdL Lazzati”, disegno di legge che si pone l’obiettivo di recidere la sporca collusione tra delinquenza, politica e malaffare al momento elettorale. Già approdato in Parlamento 14 anni fa, questo disegno di legge, ispirato dal giudice di Cassazione nonché fondatore del Centro Studi “Lazzati” Romano De Grazia, è stato ad oggi sottoscritto, anche grazie all’impegno di noi ragazzi, da oltre 120 parlamentari a Montecitorio e 35 al Senato.
Se il DdL Lazzati dovesse finalmente divenire legge dello Stato si avrebbe una legge-orgoglio per la nostra terra, in risposta alle leggi-vergogna della Regione Calabria.
La SUA Regione Calabria, cara signora Musella, nasconderà gli atti amministrativi e i conti della REGIONE, impedendone per motivi di “privacy” la loro pubblicazione sul Bollettino ufficiale! E’ doveroso fare appello a tutti coloro che hanno a cuore la democrazia e soprattutto se stessi ad urlare "VERGOGNA" a chi propone una legge simile!
Ma tutte queste parole sono sprecate, perché purtroppo anche lei, la Musella, fa parte del “Palazzo” e non tralascia occasione per schierarsi contro proprio i ragazzi, quei ragazzi con i quali dovrebbe condividere lo stesso sogno: perché alla fine la mia Calabria è anche la sua, nonostante tutto.

Maria Grazia Messineo, 17 anni, una “ragazza di Locri”

  Siderno, 7-8-2006 


il che  mi rioncuora  sapere   che  non tutti gli adolescenti sono   smns  o  mms  dipendenti  o  non hanno mandato il cervello all'ammasso o  hanno  le fette di melone  a gli occhi  o   sfogano il loro disagio  senza  fare   bravate  vandaliche  come  dale mie  parti  . concludo dedicando  a  Maria Grazia   e altri ragazzi di locri    voglio dedicare questa  canzone  sempre dello stesso  gruppo che ha aperto i la colonna sonora di questo post    e che  mi sembra  adatta   a questa situazione 


LA  BANDA  DEL  SOGNO INTEROTTO


A Palermo nel cuore del centro c'è un'antica focacceria davanti alla Chiesa di San Francesco, si ritrovano sempre lì;
seduti al tavolo che fu di Sciascia a bere Heineken e caffè
sono la banda del sogno interrotto di una Sicilia che non c'è
c'è Isidoro e c'è Simone e Peppe il biondo della Pantera
Alex De Lisi l'artista da guerra che usa il pennello come una bandiera
il loro capo Ottavio Navarra è stato eletto e adesso sta a Roma
si è comprato un vestito decente ma dentro ha ancora più rabbia di prima
Didilala-hey didilala-hay
se non sono ancora stanchi non si stancheranno mai
non li fermano con gli spari, non li fermano con le TV
sono veri siciliani e non si fermeranno più
Hanno sfilato in manifestazione, raccolto distratta solidarietà
hanno pianto Falcone e gli altri, hanno guardato sbarcare i parà
Volantinato Zen e Acquasanta e non so quanti altri quartieri
intanto il governo ha sbloccato gli appalti e la mafia riapre i cantieri
Non so se noi ne avremo il coraggio, se prenderemo la via del nord
o meglio ancora la via dalle palle e fare in culo a tutti voi
perchè nella banda del sogno interrotto non sono molti i fortunati
sono in tutto quaranta persone di cui trentotto disoccupati
Didilala-hey didilala-hay...






Senza titolo 1416

In  un paese  dove   regnava   l'omerta    le  cose stanno  cambiando  .
Dalla nuova sardegna  del  29\08\2006



Bici rubate ma subito restituite a Orgosolo  Il paese si è mobilitato dopo il furto ai danni di alcuni camperisti di Modena

MARIA GIOVANNA FOSSATI

ORGOSOLO. Ladri di biciclette ma per poche ore. Tutto il paese si mobilita perché ai turisti - una famiglia di Modena - sia restituito immediatamente il maltolto. Ma come, non siamo a Orgosolo, il paese che sull’omertà ha costruito la propria fama? La domanda è venuta spontanea a Nino Balboni che con consorte, figlia e nipote, trascorreva a Orgosolo qualche giorno di vacanza.
 Due ragazzi sono entrati in azione ieri intorno alle 10 in piazza don Muntoni, approfitando dell’assenza dei proprietari del camper, in giro per le vie dei murales. Hanno smontato le quattro biciclette sul mezzo in sosta, ma sono riusciti a portarne via solo due: forse si sono sentiti spiati e probabilmente i “rinforzi” che avrebbero dovuto montare in sella alle altre due, sono scappati. E pensare che il camper della famiglia Balboni era parcheggiato di fronte al commissariato di ps, su consiglio di un orgolese, «perché stessero al sicuro».
 Recuperate le bici, Nino Balboni chiama il giornale, vuole ringraziare i cittadini di Orgosolo, dai quali - vista la fama del paese - non si aspettava tanta solerzia: “Io turista emiliano a Orgosolo, mi sarei aspettato un atteggiamento del tipo: non so niente, non ho visto niente. Invece prima che ancora io sapessi del furto, una pattuglia della polizia - messa sull’avviso dagli avventori del bar nelle vicinanze del camper - ci ha informato dell’accaduto, nel frattempo il paese si mobilitava alla ricerca dei ladri”. Balboni racconta l’arrivo a Orgosolo domenica sera: la sua famiglia condividerà la disavventura, ma anche l’ospitalità del paese barbaricino con una famiglia di Padova: “Siamo arrivati a Orgosolo verso le 20 - racconta ancora Balboni - qualche attimo dopo, arrivano anche gli amici di Padova alla ricerca di un posto dove dormire. Si sistemano vicino a noi e dopo aver fatto conoscenza, tutti insieme ci rechiamo al bar vicino per un aperitivo. Quando siamo andati alla cassa ci hanno detto che era già tutto pagato. Siamo rimasti senza parole, ma contenti per il gesto ospitale”. Il copione si ripete la mattina seguente: stesso bar per la colazione, ma ancora una volta quando ci si reca alla cassa, niente da fare è già tutto pagato. Ad offrire cappuccino e cornetti è un avventore del locale che qualche ora dopo, nota i ladri, che in maniera quasi fulminea si impossessano delle biciclette.
 Dopo aver sparso la voce in paese, il signore in questione, riesce a scovare uno dei colpevoli e - a quanto pare - usando le maniere forti si fa dire chi è il complice e dove sono custodite le biciclette. I nomi dei due ladruncoli non sono noti, né si è saputo se siano stati denunciati, ma Marco il nipote tredicenne di Baldoni sentenzia: “Saranno due balordi, di un paese pieno di gente bravissima, dove mi piacerebbe tornare presto”.




27.8.06

Senza titolo 1415

Clandestino (  Manu chao )

Solo voy con mi pena
Sola va mi condena
Correr es mi destino
Para burlar la ley
Perdido en el
corazon
De la grande Babylon
Me dicen
el clandestino
Por no llevar papel
Pa' una ciudad
del norte
Yo me fui a trabajar
Mi vida la deje
Entre Ceuta
y Gibraltar
Soy una raya
en el mar
Fantasma
en la ciudad
Mi vida va prohibida
Dice la autoridad
Solo voy con mi pena
Sola va mi condena
Correr es mi destino
Por no llevar papel
Perdido en el
corazon
De la grande Babylon
Me dicen
el clandestino
Yo soy
el quiebra ley
Mano Negra
clandestina
Peruano clandestino
Africano clandestino
Marijuana ilegal
Solo voy con mi pena
Sola va mi condena
Correr es mi destino
Para burlar la ley
Perdido en el
corazon
De la grande Babylon
Me dicen
el clandestino
Por no llevar papel
Peruano clandestino
Nigeriano
clandestino
Boliviano
clandestino
Mano Negra ilegal



Proprio mentre  in radio   va  questa  canzone  leggo sul  giornale   di questa  storia   di cui  parla  Michele Serra 

<<

Iris, baby sitter eroe e clandestina
senza permesso di soggiorno



Una ragazza honduregna, in Italia senza documenti, è morta nel mare dell'Argentario nel tentativo, riuscito, di salvare la bimba che le era stata affidata. La sua storia ricalca quella dell'operaio senegalese scomparso due estati fa nel mare toscano mentre cercava di soccorrere un bagnante italiano in difficoltà tra le onde.
Si tratta di comportamenti esemplari, di quelli che si imprimono nei sentimenti di una comunità e lasciano una scia di gratitudine.
E fanno da utile contrappasso alle fosche cronache di stupri e altri delitti che - quando commessi da immigrati - sollevano un'onda di comprensibile diffidenza, frammista a inammissibile pregiudizio.
Al netto di questa equivoca contabilità, che la politica intorbida e falsifica, quanto rimane è in realtà molto più semplice e insieme molto più potente. Rimane la presenza silenziosa e indispensabile, accanto ai nostri vecchi e ai nostri bambini, di un piccolo esercito di stranieri che li accudiscono in nostra vece, in cambio di un salario che per gli italiani è trascurabile, ma per gli immigrati equivale al mantenimento in patria dei loro figli e dei loro anziani, abbandonati a oceani di distanza con indicibile patimento.
La fine generosa e memorabile di questa tata senza contratto dimostra, se ce ne fosse bisogno, quanto seria e preziosa sia l'opera di questi assistenti familiari, senza i quali la complicata e spesso turbinosa dinamica delle nostre vite si troverebbe scoperta e vulnerabile.
Piuttosto che litigare astrattamente sulle questioni della compatibilità culturale, delle difficoltà di inserimento, del faticoso impatto con usi e costumi, sarebbe più realistico e insieme più civile prendere atto del formidabile e insostituibile servigio che queste persone, già da tempo, assicurano a una società - la nostra - non più avvezza alla cura quotidiana dei figlioli e dei genitori anziani.



Un mondo iper-adulto, concentratissimo su vita lavorativa e consumi, che fatica a badare a tutto ciò che sta prima e dopo della produzione: l'infanzia e la vecchiaia. E ha trovato negli immigrati un supporto di incalcolabile valore economico, e di ancora più straordinario valore sociale.
Il lavoro delle baby-sitter, delle e dei badanti, implica una supplenza affettiva ben nota a chiunque ne abbia esperienza, spesso sentendosene rassicurato ben al di là della paga corrisposta. (Né le salaci storie su anziani raggirati da giovani badanti dell'Est vanno poi prese troppo sul serio: se non per aggiungere, magari, che lo smacco degli eredi rimasti a bocca asciutta spesso non vale l'insperata felicità senile del cosiddetto raggirato...).
E dunque, se davvero queste persone, ormai a centinaia di migliaia, rammendano gli sbreghi della nostra vita familiare, assistono chi è solo, imboccano neonati e puliscono vecchi, la cosa più ovvia e urgente da fare sarebbe buttare uno sguardo davvero politico sul loro status. E davvero politico, ovviamente, significa l'esatto contrario delle risse ideologiche su Est, Ovest, Nord e Sud.
Significa sveltire l'accidiosa burocrazia che rende infernali le pratiche di cittadinanza e di ricongiungimento (chi scrive ha passato una notte sul marciapiede della Questura di Bologna per verificare l'inutile bivacco degli immigrati in coda davanti a uno sportello che si sarebbe aperto la mattina successiva). Significa verificare che i datori di lavoro mettano in regola persone che hanno un compito così intimo, e così delicato: nessuno è meno clandestino di colui che ti abita in casa.
Significa provare a mettere ordine in una branca così nevralgica del lavoro precario, capire se i salari sono adeguati alle prestazioni, agevolare l'inserimento di queste persone a partire dal riconoscimento di ciò che già è in atto, il lavoro reso, il sostegno fornito, l'intelligenza spesso sorprendente con la quale gente venuta dall'altro capo del mondo afferra le nostre situazioni, le affronta, le sbroglia: e poche situazioni, questo è sicuro, sono più complicate da affrontare, anche psicologicamente, come l'assistenza ai vecchi e ai bambini.
Poi, ovviamente, è anche giusto discutere sul numero di anni necessario per assumere la cittadinanza. Sulle barriere da erigere contro i tabù religiosi, qualora configgano con le nostre leggi, e contro le violenze di tipo tribale o familiare. Ma sono discussioni che è meglio fare levando spazio ai fantasmi del futuro, e dandone il più possibile al bilancio concreto degli ultimi anni.
E in ogni modo la cittadinanza italiana, almeno postuma, si può conquistare anche in tre minuti, salvando la vita alla bambina che ti è stata data in consegna e poi sparendo in quel mare che ospita, ormai, così tanti migranti che il conto è perduto.
>>

Ora  mi  viene in  mente   "Kowalsky" dei Gang  ed in particolare  questo pezzo : << [...] Kowalsky come un gallo\tirando le sue frecce \chiese a Robin Hood\"quante sono le tue stanze\che fanno la tua terra?\la mia si chiama guerra\non ci tornerò più"  [...]   >> qui il testo integrale .
Ora  mi chiedo
  se invece  di  denunciare    chi cerca di  far  uscire  dalla clandestinità   gli extrra comunitari  dandogli un lavoro onesto , anzi   che  lasciarli  in balia dei novi  mercanti di schiavi   che  li fanno entrare clandestinamente  e  li constringono per  pagare  il passaggio a prostituirsi  o  a spacciare  o a vendere   paccotiglia o dvd e cd  masterizzati  e merce falsa  , talvolta  anche  a  sotto costo  perchè  perchè  il padrone  gli paghi     le  nostre   "bene amate"  forze dell'ordine  arrestassero  e faccessero   più controlli   versi  : 1) chi  produce  tali cose ; 2)  chi  li schiavizza facendoli fare tali cose  . la  clandestinità sarebbe più  umana  .  E  se  i nostri  beneamati  pitici  non m'importa se di destra o di sinistra  ( lo so d'essere qualunquista  , ma  purtroppo  , provando tali cose  sulla mia pelle   avendo  mia nonna  novantenne bisogno  di una  bandante  che l'assista perchè  non più sufficente  e  nessuna  o sempre di meno fra  gli italiani la vogliono fare ,  si ricorre  agli eìxtracomunitari ) mettessero da parte  per una  volta le loro beghe ... ehm contrasti  ....    e  facessero una  buona legge sull'immigrazione   sarebbe  un segno  di  civiltà  .
Concludo    rispondendo alle  email che  m'arrivano  e   anticipando  sicuiramente  quelle che m'arriveranno dopo questo post 
1) che  io  sono per il numero chiuso  , ma  fatto in maniera civile  e democratica  e non come  la  Bossi - Fini  non  perchè sonoi razzista o conservatore  , ma perchè   non possiamo accogliere tutti , per evitare  d'alimentare  ulteriormnente  forme  di  capo espriatorio   e  di razzismoi spicciolo tiopo :  <<  ci fregano il lavoro  ,  ci fregano le case  , ecc  >>   che  già covano sotto la cenere  .
  2) per la cittadinanza   breve   che preveda  una conoscenza delal nostra  lingua  e  delle  nostre legge  (  se  senza  per  questo  che  l'iimmigrato  sia  costretto  a ripudiare  le  sue usanze  e le  sue tradizioni  per  potersi  omlogare a noi  , ma  che integri al  sua cultura  con la nostra    ripudiando  ogni forma  di  fanatismo  o fondamentalismo estremo
3) un miglioramento e  uno snellimento   nel concedere lo statui  di  rifugiato politico dato che  molti d'essi vengono  da dove ci sono dittature e  guerre  .





.


Senza titolo 1414


Gian Paolo Ghisetti


E dopo il cupo inverno,

innevato, ma ormai stanco,

arrivò la primavera,

stagione lieve e dolce

come l’ armonioso suono di violino.

Ritmo, diverse volte  impalpabile,

altre, quasi tangibile

come il tocco leggero di un bacio.

Con l’arrivo delle rondini

tornasti tu amore.

Cantasti per me le melodie più tenere.

Mi accarezzasti come piuma

che si posa delicata sul dorso di mano.

Copristi le mie carni di tenere carezze,

di morbidi sguardi.

Non  fu  ironia

la mia incapacità d’amare

resti di altri tuoi amori finiti.

La mia certezza non eri più tu.


Silvana Bilardi

26.8.06

Senza titolo 1413

Lunedì 28 agosto alle ore 18.00 presso l'ufficio turistico a Tempio Pausania, per la rassegna "Incontri con l'autore" ,organizzata dala libreria  di massimo dessena  Marcello Fois presenterà il suo ultimo libro: Memoria del vuoto, Edizioni Einaudi introducono e presentano Daniele Carbini e Franco Fresi.
Ecco  alcune  news  riguardanti l'ultimo libro riguardante l'autore :
 
Marcello Fois Foto al lato )  racconta la vita di uno dei banditi sardi più spietati - l'uomo su cui Mussolini mise la taglia più alta - e attraverso la storia di una vita che in molti modi fu eroica, racconta anche il sacrificio di una terra che negli stessi anni era in cerca un'identità. Da bambino Samuele Stocchino sa molte cose, anche della sua vita futura; ma le ha dentro, senza una lingua per esprimerle. Da soldato in trincea recita silenzioso l'eroe senza macchia e torna in patria italiano e decorato. Dopo aver disertato a Caporetto è rispedito a morire: ritorna cambiato. I compaesani si sono spartiti i suoi averi e la sua vita: nasce il bandito, l'ultima deriva di un morto vivente.

Per chi volesse saperne  di più  su tale  autore   trova qui  ulteriori news 
 

 Ecco   un  articolo dela nuova sardegna  edizione  Gallura   del  26\08\06

Marcello Fois e la solitudine dei banditi dei banditi
Lo scrittore presenta l’ultimo libro, ritorna il passato della Gallura

TEMPIO.
La memoria può essere un’arma dalla doppia virtù: grave e pneumatica. Grave perché i ricordi, quando riaffiorano, possono pesare come macigni, pneumatica, perché la lunga rimozione può anche averla svuotata, fiaccandola e rendendola inoffensiva. È questa, se si vuole, una delle tante, possibili chiavi di lettura dell’ultimo libro di Marcello Fois, «Memoria del vuoto», che per la rassegna «Incontri con l’autore» sarà presentato a Tempio lunedì 28 agosto. Lo scrittore nuorese incontrerà i lettori galluresi, alle 18, nel salone dell’ufficio turistico comunale. A tenergli compagnia e ad introdurne l’ultimo lavoro saranno Daniele Carbini e Franco Fresi, entrambi scrittori e soci fondatori dell’associazione culturale «Carta Dannata», che, in sinergia con la Libreria Max 88, programma e organizza la serie di incontri letterari.
 Edito da Einaudi, il libro di Fois, racconta la vita di uno dei banditi più leggendari della storia della Sardegna: quel Samuele Stocchino che diede più di una gatta da pelare alla polizia del Fascio, costringendo Mussolini ad appioppargli la taglia più alta mai messa sulla testa di un fuorilegge. Scrittore noto in modo particolare per la saga narrativa incentrata sul personaggio di Sebastiano Satta, il poeta detective che viene a capo di intricati casi giudiziari, Fois racconta a suo modo una dimensione della Sardegna che gli è cara e di cui la vita del bandito leggendario, che uno strano e incontrovertibile destino sembrava aver marchiato sin dalla nascita, è la cartina di tornasole. Fois ripercorre la biografia di Stocchino, l’infanzia magicamente tragica precorritrice di un destino già avvertito dal protagonista, la partecipazione alla campagna di Libia, dove impara non solo ad imbracciare un fucile, ma ad uccidere, quindi la Grande guerra, la fuga da Caporetto e l’infelice ritorno al fronte. Dopo la guerra, lo attenderà una vita da spendere nella macchia, un’esistenza clandestina che farà parlare di sé le cronache dei giornali. Niente a che vedere, secondo Camilleri, con la mondanità di un Salvatore rispetto al quale la «disperata solitudine» di Samuele Stocchino racconta realmente di un altro mondo. (g.pu.)