13.7.14

perchè uso l'intuito


  ti potrebbe interessare  sempre  sull'intuito  perchè usarlo   e  ed  alcuni esercizi  su  come svilupparlo  

IPoichè  al molte persone   non basta mai quello che  scrivo  ecco  , un articolo interessante    su l perchè  uso  ( anche  troppo  devo trovare   un equilibrio   fra intuito  e  vita  reale  )    l'intuito  

da http://www.macrolibrarsi.it/speciali/l-intuito-un-arma-a-disposizione-di-tutti.php

Anche se è vero ,  ho avuto delle esperienze  in merito    che


Perchè l'intuito sbaglia?


L'intuito può essere utilizzato male: le informazioni continuano ad arrivarci in gran numero, ma il nostro cervello non riesce più a distinguere quelle utili, e quindi le immagini che ci invia non sono più giuste. L'eccessiva esaltazione dell'intuito porta a conoscere la realtà solo mediante "presunte" percezioni, e non mediante la logica, e l'esperienza concreta. Si chiama sensitività alterata.
Questo non è l'unico errore che può compiere il nostro intuito: esso è influenzato dal nostro vissuto, cioè da tutte quelle esperienze e informazioni che risiedono nella nostra memoria e per la maggior parte hanno avuto origine nell'infanzia. L'intuito viene fortemente influenzato da questa memoria inconscia, e perciò può fornire informazioni tendenziose, elaborando solo i segnali che vanno in una determinata direzione, quella già nota alla mente inconscia e voluta, e ignorando tutti gli altri. 
Così se uno è abituato a essere amato, vedrà negli sconosciuti potenziali amici, e ignorerà i segnali di ostilità che il loro corpo gli manda.
Non m'importa ---  come dice sempre l'articolo in questione --- Per questo motivo l'intuito è una caratteristica più femminile che maschile.
Infatti le donne hanno una maggior capacità di valutare il non-detto ossia tutto ciò che può essere solamente sentito, percepito proprio grazie alla loro maggiore empatia, alla loro sensibilità che gli permette di cogliere un lampo di sorpresa nello sguardo, un sorriso furtivo, una lieve tensione nel tono di voce, le mani che gesticolano velocemente.




E' quella che si chiama intelligenza emotiva: un ragionamento velocissimo della mente, che fotografa l'ambiente circostante, e immediatamente estrapola da esso tutti i dettagli. Il frutto di tale ragionamento è l'intuito.Tuttavia essendo l'intuito così rapido ed istantaneo, il nostro cervello è impossibilitato a farci ripercorrere tutti i passaggi che ha effettuato. Per questo motivo preferisce comunicare con noi in modo più immediato: attraverso immagini, emozioni, o anche sensazioni fisiche. Infatti questo tipo di ragionamento si chiama "sentire con la pancia": per indicare quel ragionamento che proviene dal nostro corpo, quella sensazione vaga e impossibile da descrivere, ma al tempo stesso solida nelle sue convinzioni.Proprio per l'assenza di dati certi, individuabili lucidamente, il "ragionare con la pancia" è stato a lungo disprezzato, in quanto forma di pensiero basato sulle emozioni viscerali, anzichè su un ragionamento più evoluto e condivisibile.
Ma facendo il bilancio fra 1) conferme a volte posteriori a volte immediate , 2) figure di merda , equivoci \ malintesi , etichettature ( per essere poi a volte smentite ) sei complottista , ecc  me  ne frego e  come  dicevo nel  post  precedente  vedere  url  sopra  continuo  ad  usarlo  ed  m'alleno ad  usarlo meglio   .

Perchè usare l'intuito?


Nonostante i suoi difetti, l'intuito resta comunque una grande strumento a nostra disposizione. Ci aiuta a risolvere problemi complessi, fornendoci una visione più ampia e completa della situazione. Spesso ci fornisce soluzioni originali, e più pratiche di quelle che usiamo di solito. Ma soprattutto, in un mondo così veloce e rapido come quello di adesso, la capacità di prendere rapidamente decisioni corrette, senza stare troppo a pensarci su, magari anche senza i tempi e le informazioni adeguate, è sempre più vitale.
Semplicemente, come tutti gli strumenti, prima di utilizzare l'intuito abbiamo bisogno di conoscerlo un pò meglio. Purtroppo per l'intuito non esiste un libretto di istruzioni, pertanto per sfruttarlo correttamente è necessario scoprire prima sè stessi: infatti la conoscenza del sè, del nostro interiore,permetterà di distinguere i falsi messaggi dalle intuizioni corrette.E di prendere le decisioni giuste, grazie alla nostra vocina interiore. 
Questo testo  da me  citato  è stato ispirato e  riprende  indirettamente  al sito di Simona Oberhammer   (  foto   qui  a sinistra  )   naturopata e ideatrice della Via Femminile.

11.7.14

Vuoi sviluppare l’intuizione? Ecco come faccio io


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Ecco  , per  chi mi dice    : <<  m<  tu  ti droghi  ?  .,  hai  amici  nei servizi segreti  ? ., sei un medium  esperto di magia  ? ed  altre menate  varie  ,  quando riesco  ad intuire  quello che  succederà   di un evento  . Ecco  come   riesco ad  essere molto perspicace  senza  uso  di mezzi dannosi ed artificiali  (  eccesso di alcool  e di droghe  )  ed   azzeccarci  al  70-90 %   , c'è  sempre  un  10-20 % d'errore  .

  tratto  da  

Vi siete mai trovati nella situazione in cui il vostro “istinto” vi ha detto una cosa, ma la vostra mente razionale ne ha detta un’ altra? Ti è mai capitato di essere in una situazione in cui il suo “istinto” ti ha detto una cosa, ma la tua mente razionale ne ha detta un’altra? Se hai seguito il tuo cervello, piuttosto che la tua intuizione, c’è una buona probabilità che hai finito per rimpiangere la tua decisione. La tua intuizione è il leader del tuo subconscio, purtroppo, molte persone non riescono a darle il giusto rispetto, ma se impariamo ad ascoltare questa bussola interna potrebbe aiutarci a prendere decisioni migliori e a vivere una vita più appagante.
“L’ intuizione è come il sottile sapere, senza mai avere alcuna idea del perché lo sai”, spiega Sophy
Burnham, autore del bestseller The Art of Intuition, The Huffington Post. “E ‘diverso dal pensiero, è diverso dalla logica o l’analisi … E’ un fatto senza che si abbia la conoscenza di saperlo.”
E ‘il ragionamento inconscio, la guida che ti costringe a girare a sinistra quando tutti i segni possono essere rivolti a destra. E’ spesso il sussurro dentro che può portare ai migliori risultati possibili, se si vuole solo imparare a lasciarsi andare e darle una possibilità.
L’intuizione è comunemente associata con il misticismo New Age o ad un modo di pensare metafisico, ma non deve essere così. La nostra intuizione era qui molto tempo prima che qualcuno ne abbia fatto parola e sarà qui per molto tempo dopo.
“C’i sono delle evidenze scientifiche aneddotiche combinate con gli sforzi di ricerca che suggeriscono che l’intuizione è un aspetto critico del modo in cui gli esseri umani interagiscono con il nostro ambiente e di come, in ultima analisi, prendiamo molte delle nostre decisioni”, ha detto Ivy Estabrooke dell’Ufficio of Naval Research, che sta indagando sul potere dell’intuizione che ha aiutato le truppe a prendere decisioni importanti e rapide durante il combattimento.
Che si tratti di decidere quale lavoro fare, in quale direzione girare quando ci siamo persi, o come gestire un conflitto in famiglia, l’intuizione a volte conosce meglio della mente razionale la soluzione. Il problema è che molti di noi hanno seppellito quella vocina così profondamente interna, ed è molto difficile sentire o percepire dove ci sta guidando.
La buona notizia è che la tua intuizione è ancora lì, devi semplicemente imparare di nuovo ad ascoltarla, proprio come facevi quando eri un bimbo.
Infatti Se avete dato ascolto alla vostra mente razionale, piuttosto che alla vostra intuizione, c’è una buona probabilità che abbiate finito col rimpiangere la vostra decisione.
La propria intuizione è il leader subconscio a cui molte persone non riescono a dare il giusto valore . Ma imparare ad ascoltare questa bussola interna potrebbe aiutarvi a prendere decisioni migliori e vivere una vita più appagante.
“Io definisco l’ intuizione come il sottile sapere, senza però avere alcuna idea del perché lo si sa”, spiega Sophy Burnham, autore del bestseller The Art of Intuition, The Huffington Post. “E ‘diverso dal pensiero, è diverso dalla logica o l’analisi … E’ un sapere senza saperlo.”
E ‘il ragionamento inconscio, la guida che ti costringe a girare a sinistra quando tutti i segni possono essere rivolti a destra. E ‘spesso il sussurro interiore che può portare ai migliori risultati possibili, se solo s’ imparasse a lasciarsi andare e dargli una possibilità.
L’intuizione è comunemente associata con il misticismo New Age o un modo di pensare metafisico, ma non deve essere così. La nostra intuizione era qui molto tempo prima che qualcuno trovasse una definizione per essa, e sarà qui per molto tempo dopo che altre parole di moda saranno scomparse.
“C’è un crescente corpo di evidenze aneddotiche, combinato con seri sforzi di ricerca, che suggerisce come l’intuizione sia un aspetto critico del modo in cui l’ essere umano interagisce con il proprio ambiente e di come, in ultima analisi, prendiamo molte delle nostre decisioni”, ha detto Ivy Estabrooke dell’Ufficio della Naval Research, che sta indagando il potere dell’intuizione e che ha aiutato le truppe a prendere decisioni importanti e rapide durante il combattimento.
Che si tratti di decidere quale lavoro fare, quale direzione prendere quando ci si sente persi, o come gestire un conflitto in famiglia, l’intuizione a volte conosce meglio della nostra mente razionale. Il problema è che molti di noi hanno seppellito quella vocina così profondamente dentro, abbiamo una grande difficoltà nel sentire o percepire dove ci sta guidando.
La buona notizia è che la vostra intuizione è ancora lì, si deve semplicemente imparare ad ascoltarla di nuovo.
Lavorare su come diventare più intuitivo richiede di adottare abitudini più sane e una mentalità sana. Queste sono cose che sono buone per il vostro benessere mentale, emotivo e fisico, non importa quale sia il vostro obiettivo finale. E se coltivati ?? regolarmente, potrebbero aiutarvi a migliorare i vostri processi decisionali e a godere di più felicità generale.

Potete  iniziare  con un esercizio semplice  semplice  : mettetevi sdraiati  su letto o  sull'amaca   se  siete in giardino  ,  prendete  la  radio mettete  a  basso  volume  una stazione  che trasmetta   solo musica  o eventi sportivi  (  mondiali  o  olimpiadi  )  chiudete  gli occhi ed  immaginatevi   come prosegue quell'azione o  evento  oppure    la  canzone  . Se poi volete   aumentare  o siete   abituati  a  farlo  Ecco i 7 modi per poterlo fare , proposti  dal , Eccetto il  corsivi  che  sono   i l mio metodo   per  applicarli   alla  vita  di tutti  i  giorni  , dal primo url  sopra  citato    :

1. Meditazione: Trascorri del tempo in silenzio, semplicemente ascoltando  la radio , la  tcìv , i rumori e  le voci della strada  ,  del vicinato , o della  campagna  
2 Comunione con la natura. Obiettivo quello di stare a contatto con essa una volta ogni singolo giorno.
3. Creatività: Sfrutta il tuo artista interiore disegna, scrivi, dipingi o fai musica anche semplicemente muovendo le mani in aria o battendole sul tavolo o tamburellando le dita 
4. Imparare ad ascoltare: In generale, ascoltare gli amici, le famiglie, il silenzio, e te stesso. Anche le semplici chiacchiere da bar e da strada .
5. Sii corpo cosciente: Impara ad apprezzare i piccoli segni e segnali dal tuo corpo, quando ti dice che è stanco, gioioso, ha bisogno di amore, o di ammalarsi.
6.Lasciare andare le  idee ed  i pensieri  non c’è bisogno per  forza   di controllare e di bloccare\ fermare tutto. La vita continua a anche se non la controlli o no! Relax.
7. Pensare positivo o quanto meno trovare un equilibrio   fra il negativo  ed  i positivo  facendo  dieta   di cose  negative   e  delle  cose  inutili   cioè   battere  e levare  


 Uno studio del 2013 sulla rivista Psychological Science ha scoperto che essere di buon umore potenzia tutte le nostre capacita, quindi, sorridi!



per   chi invece  volesse iniziare   a  sviluppare   La capacità innata di intuire ecco un link interessante   

  N.B  ovviamente  le   frasi in grassetto sono mie   e riportano  miei esperienze  e  metodi  che uso 

Sviluppare l’intuizione non è difficile se si tiene conto del fatto che stiamo parlando di una qualità che ognuno di noi possiede fin dalla nascita ma che, purtroppo, perdiamo precocemente  per pura  d'essere emarginati  o giudicati strambi o peggio cassandre  poiché viviamo in una società dominata dalla razionalità . 
Infatti   chi manifesta  troppo  tale sua capacità viene    visto come un matto  o  un sgnatore  o peggio un illuso . 




Ma  me ne frego perchè  : << Ma io sono fiero del mio sognare, di questo eterno mio incespicare e rido in faccia a quello che cerchi e che mai avrai...!!(Francesco Guccini) >>
Sviluppare l'intuizione per migliorare la propria vita
Sviluppare l’intuizione significa migliorare la propria esistenza aprendo un dialogo con la nostra interiorità che ci può, in questo modo, condurre verso le scelte migliori, attingendo ad una nuova energia positiva creatrice di abbondanza e gioia. Ma  soprattutto  ci serve  come allenamento contro la durezza della vita  


In più intuizione e deduzione sono due abilità che tornano utili in tutti gli aspetti della vita, quindi affinarle non fa che bene.
Chi sviluppa l’intuito riesce sempre a percepire molto più di quanto riescano a percepire i suoi simili.

Esercizi pratici per migliorare l'intuito
L’intuizione è una capacità che migliora con l’allenamento, ecco perché vi propongo alcuni esercizi che vi aiuteranno a sviluppare l’intuizione:

Esercizio 1
Ogni volta che vi arriva una lettera prendete in mano , possibilmente senza  ovviamente leggere  chi è il mittente   la busta e cercate di immaginare cosa potrebbe contenere al suo interno.

Esercizio 2
Prima di rispondere al telefono cercate di visualizzare  se  compare   un numero senza il nome memorizzato  , oppure   immaginando   se  c'è  l'anonimo  , chi è che vi sta chiamando.

Esercizio 3
Scegliete un filmato su Youtube e, dopo aver disinserito l’audio, guardate le immagini per 1 minuto. A questo punto bloccate il video e iniziate a scrivere su un quaderno quante più ipotesi possibili su come seguirà il filmato. Cercate di visualizzare quali saranno le immagini che seguiranno. A questo punto riattivate l’audio e guardate interamente il video per verificare se la vostra previsione è esatta. La  stessa  cosa si può fare  anche  chiudendo  gli occhi  per    10\30  secondi  o  davanti ad un film  , fiction  o  semplicemente una pubblicità  appena uscita    e  immaginare   come procederà  o  di cosa si tratta 
Esercizio 4
Si comincia sedendosi in un luogo tranquillo. La schiena rimane diritta e il corpo completamente rilassato. Respirate normalmente. Abbandonate ogni idea, immagine o emozione lasciando che la loro energia diminuisca. Lasciate che escano dalla vostra mente come delle nuvole spinte dal vento. Portate la vostra attenzione sul punto che si trova in mezzo alle sopracciglia, al centro della fronte. A questo punto visualizzate il colore viola cercando di fissare la vostra attenzione il più a lungo possibile. Concludete l’esercizio ripetendo per tre volte la seguente affermazione: “Mi apro al prodigio dell’intuizione!”


altri esercizi , ovviamente  se siete  i coloro  che uniscono l'irrazionale   al razionale  o  se  s'intende  tale  percorso in   modo spirituale  e religioso  in questi due  url qui  sotto

http://www.psicologianeurolinguistica.net/2011/10/sviluppare-lintuito-con-il-ragionamento.html
http://www.progettoevolutivo.it/crescita-personale/il-potere-dellintuizione/


9.7.14

Baby squillo, nuovo scandalo a Roma . vittime o puttane ?

  musica in sottofondo
"Like a Rolling Stone" -  bob  dylan

lo  so  che il titolo   è la solita  domanda   che mi  sono fatto precedentemente  in questi post




ma   la risposta




nonostante  condividessi  e  lo condivido (  anche se  messo in discussione davanti a  questi fenomeni del mondo adolescenziale  )    quanto scrisse una vecchia utente del vewcchio  blog





VENERDÌ 15 FEBBRAIO 2008
NE' PUTTANE NE' MADONNE


NON AVREI MAI PENSATO DI RISCRIVERE QUESTA FRASE...

NON AVREI MAI PENSATO DI DOVERE TORNARE IN PIAZZA PER DIFENDERE LA LEGGE 194....

NON AVREI MAI PENSATO CHE UN OBIETTIVO CIVILE RAGGIUNTO CON UNA FATICA IMMANE E CON COSTI MORALI E FISICI PAGATI DALLE DONNE SAREBBE STATO MESSO IN DISCUSSIONE DOPO TANTI ANNI...

IERI SERA, GUARDANDO IL TG, HO VISTO LE DONNE DI ROMA...

POCHE AL SIT IN, POI, COME TANTI ANNI FA, AIUTATE DAL PASSAPAROLA E DAI TELEFONINI DIVENTANO 100 E POI 1000 E DANNO VIA AD UN CORTEO NON ORGANIZZATO...

DONNE, CHE HANNO I CAPELLI BIANCHI ADESSO, MA CHE NON POSSONO DIMENTICARE LE AMICHE E LE COMPAGNE CHE SONO PASSATE ATTRAVERSO LE MANI DELLE COSIDDETTE MAMMANE....

DONNE, CHE HANNO DECISO DI TORNARE A FARSI SENTIRE, PER UN DIRITTO E PER UN DOVERE, VERSO LE FIGLIE E LE NIPOTI PERCHE' MAI PIU' NESSUNA DONNA DEBBA ESSERE TRATTATA COME CARNE DA MACELLO...

NE' PUTTANE NE' MADONNE SOLO DONNE....

CON ORGOGLIO
Pubblicato da Giuseppe Scano a 16:31

 ecco  perchè  ,  potete leggere altri  articoli nel blog  , occorrere  educare  alla sessualità e  ad un uso consapevole  del proprio corpo   fin dalle elementari  , anche   se ormai  è troppo  tardi  , ma  meglio  che  vedere  aumentare  fenomeni del genere  e  vedere  ragazze   che si vendono  per  una ricarica  o altro  finendo  nelle mani   di porci depravati come  è news  di questi  giorni

Minori, Garante privacy: non si trasformi informazione in voyerismo

ha ragione nella prima parte , ma non quando : << fino al dovere di astenersi dal pubblicare stralci di atti processuali la cui diffusione potrebbe, tra l'altro, pregiudicarne la dignità. Il diritto del minore alla riservatezza, specie quando è persona offesa, deve essere sempre considerato come primario rispetto al pur doveroso diritto di cronaca.>> allora spieghi cvome fare a parlarne senza publicare gli atti giudiziari





repubblica.it   09 luglio 2014

L'autorità ha aperto un'istruttoria sul caso e si riserva di adottare provvedimenti nei confronti delle diverse testate che abbiano violato i principi di garanzia: "I

ROMA - "Per l'ennesima volta un caso di cronaca che vede coinvolte minorenni diventa lo spunto per una spettacolarizzazione morbosa di vicende giudiziarie. Non si può trasformare l'informazione in una fiera del voyerismo". Il Garante per la Privacy, si legge in una nota, "stigmatizza con forza il comportamento di alcune testate che oggi, nel dar conto del caso delle minorenni romane raggirate da un fotografo di moda, hanno riportato dettagli e particolari eccessivi (soprattutto di natura sessuale), ampi brani di intercettazioni o sollecitato dichiarazioni delle ragazze coinvolte".

INCHIESTE Baby squillo, nuovo scandalo a Roma
VIDEO - TESTIMONIANZA 1 / 2

Il Garante "richiama dunque tutti i media e i siti web al più rigoroso rispetto dei principi sanciti dalla Carta di Treviso e dal Codice deontologico dei giornalisti". "Pur nel legittimo esercizio del diritto di cronaca su fatti di rilevante interesse pubblico - prosegue la nota - gli organi di informazione devono astenersi dal riportare dettagli e dati personali che possano rendere in qualunque modo identificabili i minori, evitando ogni forma di accanimento giornalistico, così come di soffermarsi su particolari superflui che non aggiungono nulla alla conoscenza dei fatti, ma che appaiono rivolti solo a sollecitare la curiosità dei lettori".
Il Garante ha aperto un'istruttoria sul caso e si riserva di adottare provvedimenti nei confronti delle diverse testate che abbiano violato i principi di garanzia posti a tutela dei minori - a partire da quelli della liceità e della essenzialità dell'informazione - fino al dovere di astenersi dal pubblicare stralci di atti processuali la cui diffusione potrebbe, tra l'altro, pregiudicarne la dignità. Il diritto del minore alla riservatezza, specie quando è persona offesa, deve essere sempre considerato come primario rispetto al pur doveroso diritto di cronaca.

l'attrezzatura fotografica di Molhem Barakat dopo la sua morte.

 A mia nipote  (  e  ai figli \e  dei miei amici e conoscenti  ) acquisita  figlia  di mio cugino  ,   che a  6  anni  sa'  già come  fotografare  con il cellulare   dedico  questo   post  di  
https://www.facebook.com/CameraServiceItalia
perchè Purtroppo queste immagini raccontano del fatto che le fotografie non riportano solo felici emozioni.... Talvolta anche tristissime realtà di guerra, e nello specifico anche la fine di un grande narratore...
Questa è l'attrezzatura fotografica di Molhem Barakat dopo la sua morte.



A 17 anni il fotografo Molhem Barakat lavora come freelance per Reuters. Molhem è stato ucciso ad Aleppo, in Siria, mentre documentava la guerra civile tra le forze di ribellione ed i lealisti del governo il 20 dicembre 2013. Barakat è morto nell'ospedale Kindi, Aleppo. Egli documentava una guerra civile nella quale, propri per la mancanza di misure di sicurezza e protezione per i media, sono stati impiegati pochissimi reporter professionisti.

  fra i tanti commenti  che trovate  chi  ha  fb   qui   il più interessante   che poi   è la  summa  di come  dev'essere la fotografia  è  questo   di Yeshua Quitar  : << La fotografia è anche questo, anzi soprattutto questo e non foto ai gattini o alle modelle. Anche il più grande fotografo di tutti i tempi è morto così, sul campo. >>

8.7.14

storie di Sardegna . Elio Tulli e Roberto Diana con i lowlandspavia

La  sardegna   non è  solo costa  smeralda   e altri luoghi del vip  e  di gente danarosa   ed altri artisti più  a me  noti   ai media  ufficiali    ma   è anche    altri artisti     che  non hanno  passerelle sui media  ma  che  sono ugualmente    famosi ed importanti     anche se  di nicchia  (  almeno  qui  in italia  )  eccovi qui due  storie  . 
Elio Pulli  un pittore, scultore , artigiano  la prima . Roberto Diana  ed  il suo gruppo i lowlandspavia


da  http://lanuovasardegna.gelocal.it/
di Pasquale Porcu
SASSARI. Elio Pulli ieri ha compiuto 80 anni. Per molti quella è un'età che certifica l'anzianità. Per l'artista sassarese 80 è solo un multiplo di 20. E dei ventenni Elio conserva l'energia creativa, la curiosità e la passione di vivere. Nel suo laboratorio di Tramariglio anche sabato, giorno del compleanno, pur col solito via vai di amici, il maestro ha continuato a dipingere e a lavorare.Insomma, quello che ha sempre fatto. Fin da quando, ancora bambino frequentava, nel centro storico di Sassari, la bottega del padre scultore di statue di cartapesta e animatore di un cenacolo di artisti che riuniva, la "meglio gioventù" del suo tempo: da Costantino Spada a Libero Meledina al fior fiore dei talenti del tempo.A Elio quell'imprinting artistico del padre è rimasto. Non c'è attività manuale che Pulli non riesca a fare. E a fare benissimo, dando a tutti i manufatti che passano dalle sue mani quel tocco che trasforma un pezzo di artigianato in opera d'arte: che si tratti di una scenografia o di una cassapanca o un letto in ferro.



Dal suo laboratorio sono passati in tanti: ministri e presidenti della Repubblica, cardinali, generali, giornalisti famosi e attori di Hollywood (lo scorso anno Kevin Costner in persona è andato a chiedergli una cassapanca sarda ma Elio gli ha risposto picche).Nella sua bottega di Tramariglio trova il tempo per fare tutto: inforna i piatti di ceramica artistica e subito dopo si sposta a dare un colpo di martello e scalpello a un "Ecce homo" che gli hanno commissionato i frati del monastero di San Giovanni Rotondo, quello di padre Pio.Poi, eccolo di fronte a un quadro di una marina: una barca in primo piano esibisce colori tenui come quelli che ti dà la luce del tramonto. Il sole calante lo intuisci ma non lo vedi. E' così anche per quelle donne sarde in preghiera, uno degli ultimi quadri dipinti: i volti di quelle anziane sono sfumati, non hanno forme nette, ma la loro espressione di  raccoglimento la cogli.
L'artista  al lavoro nella sua bottega 
altre  foto  nel link  sotto  
 E noti anche l'espressione arcigna di quella figura un po' appartata, non vedi bene la faccia ma capisci che quella deve essere "sa meri", la padrona.E non vedi neanche, in quel gruppo le mani giunte ma ti sembra quasi di sentire la preghiera di quelle donne.Il silenzio e l'intensità del raccoglimento sì, quello lo cogli. E' un'atmosfera che ti racconta la Sardegna più di un trattato di antropologia.Come quell'altro quadro, lì accanto, per terra, in cui un gruppo di cavalieri e di cavalli nervosi sono pronti per correre l'Ardia di Sedilo. Anche qui è dal buio di quell'alba che emergono le personalità di quegli uomini ma anche d quei cavalli. In lontananza si intuisce l'attesa del pubblico, assiepato ai bordi delle strade e impaziente di assistere a quella prova di ardimento dove non si sa dove cominci la fede e dove finisca il coraggio e la balentia.Ecco, l'arte di Pulli è così, apparentemente impalpabile, con quelle pennellate ampie che fanno sfumare le figure in un'aria che diventa malinconica o allegra, cupa o gioiosa a seconda del gioco complessivo che emerge dal dipinto. Come se fosse una poesia nella quale le parole sono ridotte all'osso e in cui le cose non dette contano molto di più delle cose esplicite.I seriosi critici del mondo accademico lo hanno spesso ignorato. Ma è a lui che il Vittoriano lo scorso anno ha dedicato una mostra: Pulli da un lato e dall’altra parte Cezanne.
Ottanta anni. Ma che cosa ha imparato un artista a 80 anni? « Quando ero piccolo avevo fame_ scherza_ ora sono famoso».Ma un uomo così forte e determinato di che cosa ha paura? «Lo ammetto_ dice- ho paura della morte. Credo che camperò altri 80 anni, ma temo la morte. Quando dovesse arrivare vorrei davvero non esserci…»



dal  canale  di  youtube di https://www.youtube.com/user/tonymaso1957


Roberto Diana chitarrista  Lurese    emigrato  nella penisola   dove  ha  formato  i <<"Lowlands* uno di quei gruppi per cui andare fieri d'essere italiani, anche se non li troverete mai nelle pagine musicali dei quotidiani nostrani che tirano, band pavese tosta e arcigna con il piede nel presente, il cuore nel passato, e la fama internazionale più grande di quella nazionale.">> ( da  http://enzocurelli.blogspot.it/2014/07/recensione-chris-cacavas-edward-abbiati.html )  
Purtroppo  i mie  video  che  girai  al loro    concerto tempiese   sono andati  perduti   e cancellati  per   un errore  dal mio canale  di  youtube   e  quindi devo [ sic  ] , ma  ne vale la pena  ,   ricorrere  a  video esterni 


Il servizio andato in onda martedì 26 aprile 2011 durante la pagina dello spettacolo nel TG di Cinquestelle Sardegna. La band sardo-lombardo-inglese, che esprime una musica di pura contaminazione di generi diversi, dal country all'etnico, è piacevole da ascoltare. Ottimi i musicisti e eccellente il loro sound. Le riprese e il montaggio del servizio sono di Sandro Manca. Il servizio a cura di Antonio Masoni

*
http://www.lowlandsband.com/



                foto  presa da http://youtu.be/AiDVeS2s7EE

Ma Roberto* , purtroppo non sono mai riuscito ad andare vederlo da vivo nonostante fosse in zona , ha sia che suoni con il suo gruppo   o  da  solo   :   ha  << Un talento puro della chitarra che continua a sviluppare le sue "radici" e le fa decollare sui palcoscenici di tutto il mondo. Come l'astore libera le sue ali e vola alto. Conserva dentro di se l'umiltà che è intelligenza, lontano anni luce dalla spocchia di chi si sente arrivato e non lo è. Un sorriso semplice e accattivante proprio come la sua musica d'autore. Ora sta per pubblicare il suo secondo disco, Raighes (vol. 2°) dopo il successo del primo lavoro.>>   dalla discalia  del  video   sotto 




http://robertodiana.altervista.org/
* http://youtu.be/AiDVeS2s7EE intervista   agli esordi 

l'incredibile storia di Odón, ingegnere di Buenos Aires che ha brevettato un sistema per aiutare i parti difficili ispirato al trucco per tirare fuori il tappo caduto nella bottiglia






STORIE DELL'ALTRO MONDO
Un meccanico in sala parto

Odón aveva un’officina vicino a Buenos Aires, poi ha inventato un sistema semplice e geniale per aiutare i parti difficili che potrebbe far sopravvivere buona parte di quei 5 milioni di neonati che muoiono ogni anno nel mondo per complicazioni mentre vengono alla luce. Ispirato al trucco per tirare fuori il tappo caduto nella bottiglia


TESTO E FOTO DI ENRICO FANTONI





        Jorge Odón, 60 anni, nello studio di casa sua a Banfield, piccola località in provincia di Buenos Aires



Jorge Odón, un meccanico di 60 anni di Banfield, piccola località vicino a Buenos Aires, ha inventato un apparecchio che salverà la vita a centinaia di migliaia di neonati. Non è un seggiolino per auto più sicuro, e nemmeno un nuovo sistema di frenaggio, ma qualcosa che aiuterà i bambini a nascere. E potrebbe far sopravvivere buona parte di quei 5 milioni di neonati (e circa 150 mila madri) che muoiono ogni anno nel mondo per complicazioni durante il parto.
Tutto è cominciato otto anni fa, con un tappo di sughero finito sul fondo di una bottiglia di vino. Jorge Odón stava pranzando con i dipendenti della sua officina quando uno di loro gli propose una sfida: estrarre il tappo
dalla bottiglia vuota, senza romperla. Arrendendosi all’impresa impossibile, Jorge dovette ricredersi osservando le mosse dello sfidante: l’uomo aveva inserito una busta di plastica per la spesa nel collo della bottiglia, lasciandone fuori l’estremità coi manici, poi aveva inclinato la bottiglia in modo che il tappo entrasse in contatto col sacchetto, infine aveva soffiato nel sacchetto per gonfiarlo, aveva tirato le maniglie e... pop! Il tappo era uscito docilmente.
Era solo per l’azione combinata di due principi fisici (la pinza pneumatica e il nastro trasportatore), ma a Odón parve una magia. Quella stessa notte si svegliò con un’idea in testa: lo stesso principio poteva essere usato per aiutare i neonati a lasciare l’utero materno, operazione spesso difficile. Jorge, padre di cinque figli, un po’ di esperienza sul campo ne aveva. «Mi succede spesso di svegliarmi nel cuore della notte con soluzioni a vari problemi», confida quando mi riceve nello studio ricavato nella soffitta di casa sua, una villetta con giardino in una zona residenziale a un’ora dal centro della città. «Di solito non chiamo mia moglie, ma quella volta lo feci e le dissi cosa avevo pensato. Lei si girò e si rimise a dormire».
Il prototipo nel garage
Il giorno dopo Jorge ripete il trucco con Carlos Modena, un amico ingegnere: a fine pasto gli lascia sul tavolo alcuni oggetti - un coltello, un cavaturaccioli, una forchetta - e un sacchetto di plastica. Poi lo invita a tirar fuori il tappo dalla bottiglia con gli oggetti a disposizione. Si danna una buona mezz’ora, Carlos, prima di darsi per vinto e vedere l’espressione trionfante sulla faccia dell’amico quando estrae il tappo dopo avere soffiato nel sacchetto. Jorge gli spiega la sua idea e gli offre di mettersi in società: «Lui mi rispose: ma tu sei un meccanico, che ne sai di parti?». Così Carlos prese appuntamento con un amico ostetrico. Pochi giorni dopo, eravamo nel suo studio. L’amico si mise a sedere dall’altra parte della stanza, come a dire: io non c’entro niente con questa follia. Ma a dimostrazione finita disse: idea geniale.
Seguono mesi di febbrili esperimenti nell’officina di Jorge. Prima provano con un barattolo di biscotti e un bambolotto; poi con un utero di vetro che Jorge si fa costruire da un artigiano, da cui cercano di estrarre Luna, la bambola preferita di Jadira, sua figlia più piccola. «Stavamo ore chiusi in bagno a trafficare con le bambole: i miei impiegati pensavano che fossi diventato pazzo», confessa Jorge.
Il prototipo sembra funzionare: è l’ora di cercare alleati autorevoli. Javier Schvartzman è un ostetrico del Cemic, un centro medico nato nel 1958 che dipende dall’Università di Buenos Aires: dal 2008 è anche il ricercatore principale del dispositivo, colui che lo ha svilupparlo e testato. Quando lo incontro lo riconosco subito: Schvartzman ha fatto nascere mia figlia Anna, 13 anni fa. Anche lui si ricorda di me, o meglio, del parto «più complicato» della sua carriera. Quel 2 febbraio 2001 era comiciato tutto come al solito - la rottura delle acque, la corsa in ospedale, le contrazioni. Poi qualcosa andò storto, le facce dei medici e delle infermiere tradivano preoccupazione. Era la posizione: Anna era supina, il collo piegato e le spalle incastrate nel canale del parto. Schvartzman decise di usare il forcipe: mentre tirava, due infermiere si erano distese sul ventre della madre, facendo pressione. «Non esce, non ci riesco», fu l’ultima frase del dottore, prima di ordinare alle infermiere di prepararsi per un cesareo. Nessuno pensò a dirmi di uscire e così la prima immagine che ho di mia figlia fu mentre veniva estratta dalle viscere della madre, la pelle grigia per l’anossia. Passata la paura, tutti concordammo che solo la freddezza di Schvartzman, nel decidere per il cesareo, aveva salvato la vita di mia figlia.
Pensavano a uno scherzo
Sei anni dopo, nel dicembre 2007, il dottor Schvartzman conosce il meccanico di Banfield. Grazie a un giornalista amico riesce a contattare Enrique Gadow, genetista di fama mondiale, che presiede il Cemic. Questi non vuole scontentare l’amico, ma l’idea di conoscere un ostetrico dilettante non l’entusiasma. Da secoli non s’inventa niente di nuovo in quel campo: il forcipe ha 400 anni e la ventosa è poco più giovane. Possibile che ci riesca un meccanico? Gadow passa la patata bollente a Javier Schvartzman, un suo sottoposto. «La prima volta che l’ho incontrato credevo fosse uno scherzo, una candid camera», confessa. «Quando Jorge ha tirato fuori dalla borsa una bottiglia e un sacchetto di plastica, cercavo di indovinare dove fosse la telecamera. Poi, quando ha ripetuto il trucco con un bambolotto e un utero di vetro, ho ammesso che la cosa era interessante». I due, a cui si unisce un altro medico del Cemic, Hugo Krupitzki, cominciano a riunirsi periodicamente per perfezionare il dispositivo. Le modifiche apportate in officina sono passate al vaglio dei medici: è Schvartzman a notare che non è necessario avvolgere tutto il corpo del neonato, basta la testa. Anche Mario Merialdi, l’italiano a capo del Human Reproduction Team della World Health Organization è scettico quando i medici del Cemic insistono perché dia un’occhiata all’invenzione: a Buenos Aires per il congresso plenario dell’organizzazione, Merialdi concede all’inventore 10 minuti in una saletta di un hotel. Dopo due ore, Merialdi diventa il principale sostenitore dell’idea e chiede a Schvartzman e Krupitzki di elaborare per la WHO i protocolli necessari all’approvazione del dispositivo - la prima cosa da dimostrare è che non sia dannoso - e il “facilitatore di Odón” passa il test.
L’ok degli scienziati
Il resto è storia recente: adottata dalla WHO, l’invenzione è testata con successo su 30 donne. Jorge assiste a tutti i parti, apportando modifiche fino a rendere il dispositivo molto simile a quello che la BD (Becton, Dickinson and Company), la ditta Usa che si è aggiudicata il brevetto, comincerà a produrre a breve. L’Odón Device è composto di un manico di teflon attorno a cui si attorciglia una speciale borsa di plastica con due forti maniglie. Il manico è quello che serve al posizionamento nell’utero, una coppetta di gomma aderisce alla testa del bebé indicando quando è in posizione. A quel punto il medico o l’infermiere (il dispositivo è molto semplice) srotola la borsa, rimuove il posizionatore e aziona una pompetta che gonfia la borsa, stringendola come un delicato cappio attorno al collo del bebé - non c’è rischio di soffocarlo, ancora respira attraverso il cordone ombelicale. Poi si tirano le maniglie, fino a far uscire la testa
Il 99% dei decessi di madri e neonati si registra nei paesi in via di sviluppo: ecco perché Jorge Odón ha preteso (e ottenuto) che BD aggiungesse come clausola del suo contratto una lista di 70 paesi del Sud del mondo dove il dispositivo verrà offerto al prezzo di costo: 50 dollari. Ma ci sono altri effetti benefici: «L’abbattimento dell’incidenza dei tre principali fattori di morte materna: atonia uterina, infezioni dell’utero e parto ostruito», spiega Schvartzman. Un altro effetto virtuoso è di limitare il contatto del bebé con le mucose del canale di parto, principale causa di eventuale trasmissione del virus Hiv al neonato». Nei paesi più sviluppati potrebbe anche ridurre la necessità di ricorrere al parto cesareo, costoso e spesso inutile. Nel Cemic c’è grande attesa per la fase 2 della sperimentazione, che durerà tutto il 2014, su due gruppi di donne al primo parto: il primo lo affronterà coi mezzi consueti, al secondo verrà applicato il dispositivo di Odón. I risultati saranno poi messi a confronto.
Nel frattempo, la vita dei protagonisti di questa storia è cambiata: Mario Merialdi ha lasciato la WHO e lavora per la BD come responsabile dello sviluppo. Schvartzman e Krupitzki, rimasti a capo del team di sperimentazione, sono invitati ai simposi di mezzo mondo e non sembrano preoccupati del fatto che non avranno partecipazioni sui proventi: «Aver contribuito a un’invenzione che potrebbe cambiare la storia non ha prezzo», dicono. Il cambiamento più radicale è avvenuto nella vita l’ex-meccanico di Banfield: ceduta l’officina al figlio, oggi si dedica totalmente alla sua invenzione e passa le mattine in teleconferenza con Singapore, dove si danno gli ultimi ritocchi al dispositivo che porta il suo nome. La sua storia è finita sul New York Times e Forbes ha inserito la sua tra le 5 invenzioni più interessanti per ricadute sociali. Non si sente un pesce fuor d’acqua, tra gli scienziati di tutto il mondo: «Essere un meccanico è un vantaggio», dice. «Perché devi sempre inventare nuove soluzioni»

7.7.14

L'Insostenibile Leggerezza dell'Essere \ certe cose non cambiano mai I ragazzi che si amano si baciano in piedi contro le porte della notte e i passanti che passano li segnano a dito.






Ma i ragazzi che si amano
non ci sono per nessuno
ed è soltanto la loro ombra
che trema nel buio
suscitando la rabbia dei passanti
la loro rabbia, il loro disprezzo, i loro risolini
la loro invidia.
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno,
sono altrove ben più lontano della notte
ben più in alto del sole
nell’abbagliante splendore del loro primo amore.

(Jacques Prévert)

soddisfazioni

Leggendo  sulla  destra del mio  blog   la sezioni  post  più popolari   (  ne  trovate  sotto  un copia-incolla  ) 

Cosa ci ha insegnato o almeno dovrebbe la Grande guerra - prima guerra mondiale

Una  lettera interessante    da  repubblica  del  6\7\2014

Luca Zorzenon (  lucazorzenon@alice.it ) 

ABITO a Redipuglia, a 300 metri dal Sacrario,nella casa dei bisnonni costruita, come altre nei dintorni, all'indomani della fine della I  guerra mondiale, con materiali che la povera  gente di allora recuperava da un Carso devastato.
Per un secolo, da allora, i «centomila» morti e i men che mille vivi che popolano la frazioncina,ogni sera alle 17 odono una flebile  tromba che suona loro il «silenzio»: entrano,quelle note dignitose, in punta di piedi, mentre leggi o cucini, badi all’orto, giochi con i figli,studi.
Oggi, invece, il maestro Muti suonerà per tutti il Requiem verdiano, ed è un grande messaggio di pace e di fratellanza fra i popoli. Anche un omaggio alla Costituzione. Calca permettendo, ci sarò. Altrimenti, mi basterà tener le finestre aperte, per partecipare.
L’indomani, da quelle stesse finestre,rientrerà, quotidiano, il «silenzio». Ho letto su Repubblica il bel testo del Presidente Napolitano.*
Solo una cosa mi sento di dire, da professore  di liceo che ogni giorno parla ai giovani. Prova tremenda sofferta e vinta dal popolo  italiano da poco unito, prova molto meno  positiva delle sue classi dirigenti (politiche e  militari), la Grande guerra ci consegna non  un’Italia più unita e consapevole, ma anzi lacerata
ai limiti della guerra civile, dentro cui  le istituzioni dello stato liberale crollano e la  monarchia compie nel 1922 (quasi all’anniversario  di Caporetto), il passo irresponsabile  di consegnarne a Mussolini il governo. Meglio di me, perché ne visse sulla pelle le conseguenze, lo sa il Presidente: ed io questo dico  e ripeto ai giovani.


*
 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/07/05/europa-piu-unita-cosi-il-ricordo-della-prima-guerra-rafforzera-la-pace11.html


In un anno il giro del mondo in bicicletta. Su due ruote per ascoltare le persone, alla ricerca di storie sostenibili

vedi anche

da  repubblica.it

Stefano Cucca, per tutti 'Rumundu', 35 anni, sardo, ha percorso trentaduemila chilometri. "Pedalo per ascoltare le persone. E per gridare al mondo che il modello economico e sociale attuale porta a far si che ci siano poche persone ad avere denaro e potere. E ciò non è sostenibile per definizione"

di GIAMPAOLO COLLETTI  03 luglio 2014 


Rumundu vuol dire il mondo nel dialetto sussincu [  di sorso  ] , un slang tipico dell'entroterra sassarese. "E' il dialetto che parlava la mia nonna a Sorso. E da lì sono partito per il mio giro in bicicletta", racconta Stefano Cucca, per tutti appunto 'Rumundu'. Che poi il mondo Stefano l'ha girato davvero in lungo e in largo alla scoperta di storie e stili di vita sostenibili. Per un anno e per giunta su due ruote. Un viaggio che è stato raccontato in tempo reale attraverso testi e immagini sul suo diario di bordo Rumundu.it e sui social collegati, con un seguito che si è fatto di giorno in giorno più ampio, virale, condiviso.
Partito nel giugno 2013 dal suo paese di origine Sorso e rientrato nella sua Sardegna, precisamente a Cagliari lo scorso 4 giugno, ad un anno esatto dalla partenza. "Sono partito dalla leggendaria fontana di Sorso, quella che racconta come gli abitanti di questa comunità siano considerati un po' matti per via di quell'acqua. Ecco, rivendico con orgoglio l'elemento follia presente in ciascuno di noi", precisa Cucca. E quanto ha pedalato 'Rumundu', trentacinquenne sassarese, tante vite in una sola, nonostante la giovane età. Trentacinque anni, laureato in economia e commercio, master in progettazione europea, ha lavorato in Italia e all'estero. "Mi sono anche licenziato dal mio posto di lavorare, e ho iniziato a viaggiare". Un passato da direttore di un consorzio di cooperative sociali e poi a capo di un'azienda che si occupava di tracciabilità di prodotti alimentari. Animo da innovatore sociale, quello di Cucca: è partito per scoprire un mondo migliore. "Che esiste per davvero", giura da inguaribile ottimista.
Missione compiuta, quella di Stefano. Ed esperienza indimenticabile. "È stato un anno ricco di esperienze che non è semplice descrivere in poche parole, ma mi sento una persona molto fortunata. Ho imparato moltissimo e sono davvero tante le realtà visitate in questo viaggio", precisa Cucca.
Trentaduemila chilometri, cinque continenti, centinaia le persone incontrate, innumerevoli le storie da raccontare. E tutto sulla stessa bicicletta rotta un po' di volte e riparata e quattro zainetti. E mentre il sito si apre alla collettività, per il futuro Cucca sogna progetti di rural innovation e si mette alla ricerca di un venture capital per la creazione di un fondo. "Pedalo per ascoltare le persone. E per gridare al mondo che il modello economico e sociale attuale porta a far si che ci siano poche persone ad avere denaro e potere. E ciò non è sostenibile per definizione", precisa Cucca, con noi al 'Next' di Cagliari giovedì 10 luglio ore 19.30 in piazza Palazzo.
Che cosa ti ha spinto a compiere questo percorso e a macinare tutti questi chilometri?
"La mia pedalata è nata da una serie di riflessioni fatte alcuni anni fa. D'altronde se 85 uomini nel mondo hanno un salario annuale come quello di 3,5 miliardi di persone, questo modello non regge. Bisognerebbe fermarsi e riflettere. Così ho creato una piattaforma con storie di modelli di sviluppo economico alternativo al consumismo. Storie controcorrente".
Cosa ti sei portato con te nel viaggio?
"Con me lo stretto indispensabile. Un sacco a pelo, l'attrezzatura tecnica, un po' di vestiario e qualcosa da mangiare. Ecco il contenuti dei quattro zainetti. Avevo poche cose quando sono partito e ancora meno al ritorno".

Quale lezione hai imparato con trentaduemila chilometri alle spalle?
"Tante lezioni diverse, ma forse quella più significativa l'ho imparata in Indonesia, perché ho visto il percorso errato che è stato fatto in passato anche nella nostra terra sarda. In Sardegna negli anni '70 le tradizioni e le persone - quindi le ricchezze di un luogo - sono state accantonate per dar spazio alle multinazionali che tendono a 'normalizzarè i luoghi. Insomma la storia tende a ripetersi".
Quanti Paesi hai visitato sempre su due ruote?
"Tantissimi. Italia, Svizzera, Germania, Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda, ancora Germania, Danimarca, Islanda. E poi l'indimenticabile 'coast-to-coast' negli Stati Uniti passando per il Canada, Giappone. Ho toccato la Cina e poi il Vietnam e ho percorso i sentieri della Cambogia, Thailandia, Malesia, Singapore, Indonesia, Australia, Nuova Zelanda, Sud-Africa per poi rientrare in Italia attraversando la Turchia e la Grecia. E poi la bella, ciclabile, viva, colorata, seria e folcloristica, rilassante, fresca, verde e giovane, rossa e curiosa Amsterdam, in Olanda".
Pedalate alla ricerca di stili di vita sostenibili. E in tutto questo quanto ti sei portato con te della tua terra?
"Tantissimo. Lo scopo del progetto Rumundu era quello di girare il mondo in bicicletta alla ricerca di storie e stili di vita sostenibili, promuovendo allo stesso tempo la Sardegna".
Giro del mondo, ma anche d'Italia. Quali mete hai visitato del Bel Paese?
"La Sicilia con Palermo e Messina, per poi risalire tutto lo stivale passando per Capo d'Orlando, Cosenza, Maratea, Palinuro, Salerno, Napoli, Roma, Livorno, Firenze sotto un piacevolissimo temporale sul Ponte Vecchio. E Parma, Bologna e Novara. Fino a Milano".
Uno dei Paesi che ti hanno maggiormente colpito?
"Direi l'Islanda, sostenibile perché governata dalla natura. C'è anche Kyoto con il rispetto verso il prossimo o la Cina con Pechino patria dell'insostenibilità, l'Indonesia con la sua caotica Bali, o ancora la Tasmania, nei cui boschi si possono trovare luoghi magici dove si vive in completa armonia con la natura".

Stiamo raccogliendo i messaggi per la candidatura di Cagliari 2019. Il tuo slogan personale?
"Cagliari deve farcela e anzi ce la farà, perché partiamo dal presupposto positivo: siamo al centro del Mediterraneo e quindi potremmo riappropriarci di questo luogo centrale".
Prossimi obiettivi e... future pedalate?
"Vorrei dare la possibilità ad altri di popolare il sito con racconti di storie sostenibili che parlino di come e dove si vive nel mondo, dalla bioedilizia al cibo, dai mezzi di trasporto agli stili e ai comportamenti quotidiani che tengano conto del rispetto del territorio".
Ma quanto è impegnativo fare un viaggio del mondo in bicicletta?
"Penso che non sia una cosa impossibile farlo. Ognuno con il proprio ritmo potrebbe porsi nella condizione di esplorare e imparare a prescindere dai chilometri. Quelli sono relativi. Sono dell'idea che con la bicicletta si abbia la giusta velocità per ascoltare il mondo. Lo si capisce, lo si percepisce, lo si vive".
Quale messaggio ti senti di mandare ai giovanissimi 'nexter', gli innovatori del proprio tempo?
"Mai arrendersi e darsi sempre da fare. E poi nella vita occorre rimettere al centro le persone e non le cose. Una persona normale può girare il mondo con una bicicletta e quattro zainetti sulle spalle".

6.7.14

Il geco eroe salva il compagno dal serpente che lo stritol



Sta facendo il giro dei social network questo video pubblicato sul profilo Facebook dell'associazione ambientalista Aella: un geco in pericolo di vita, dopo essere stato catturato da un serpente, viene salvato da un altro geco che coraggiosamente attacca il rettile e libera il compagno. Tra i commenti, come prevedibile, chi si dichiara indignato perché le persone che riprendono la scena non intervengono, e chi sostiene la necessità di lasciare che la natura faccia il suo corso e la "battaglia" venga risolta tra i tre protagonisti

voleva rapire gianfranco zola ora la sua stria è un film . dal calcio alla mala la stroia spericolata del criminale redento fabrizio maiello

   chiedo scusa se   è in foto  non   ho     troppi impegni  e    non ho tempo  per  estrapolarne il testo  dal pdf