Estate,
vissuta come se fosse l'ultima,
ogni suo attimo invece
porta alla nascita.
Allegri fiori ed erbe odorose,
montagne così vicine
che pare poterle toccare.
Una brezza leggera e indefinibile
racconta lunghe storie.
Cieli azzurri e luce accecante
di un sole caldo
che ritempra anche il cuore.
Notti zeppe di stelle
e tu, luna, cosa racconti?
Canzoni di festa lontane
fuochi d' artificio,
ricordi e sogni.
Attimi di eternità.
La mia estate è piena di vita.
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
30.6.06
La mia estate
28.6.06
Senza titolo 1359
Scivolare fino alla partenza
C'è stato un lungo periodo in cui aspettavo arrivasse per me un grande e grosso punto e a capo. Lo immaginavo come una folgorazione, tipo S.Paolo sulla via di Damasco, uno spartiacque netto tra il prima e il dopo. Un giorno avrei trovato la forza e il coraggio di cambiare rotta, un po' come gli ex alcolisti definiscono il loro momento di illuminazione. Avrei smesso con i vecchi comportamenti, zac, un taglio netto e via.
Ma questo grande e grosso punto e a capo non arrivava mai, nonostante ce la mettessi tutta nell'aspettarlo con speranza e convinzione.
E dato che le ricadute battevano sempre la forza di volonta, facendo di necessità virtù ho acquisito nel tempo una tolleranza via via maggiore verso i fallimenti, fino a elaborare una piccola teoria, che ho battezzato
"Scivolare fino alla partenza". Questa rinuncia al grande e grosso punto e a capo, che non si arriva mai a mettere e mantenere, e tiene conto dei fallimenti non come errori da cui imparare (tanto continuiamo tutti ad essere recidivi), bensì come test della propria ostinazione.
E' l'ostinazione che mantiene viva l'intenzione di cambiare nonostante le cadute e le ricadute.
Certo l'ostinazione si accompagna agli autoinganni, i vari "da oggi", "da domani", "da lunedi", "dal primo gennaio", ma questi bisogna metterli in conto. Più della forza di volontà, che da sola non basta, serve resistere ai fallimenti, senza rinunciare all'obiettivo. Tutto ciò non garantisce il raggiungimento del traguardo (smettere i vecchi comportamenti e adottarne di nuovi, più proficui), ma porta a scivolare, prova dopo prova verso una partenza quasi inconsapevole, che evità cioè il trauma dell'inizio (il grande e grosso punto e a capo, spaventoso per la sua valenza categorica e per i possibili insuccessi)
Di conseguenza si arriverebbe, il condizionale è d' obbligo, a rendersi conto d'avere oltrepassato la linea di partenza a cose fatte, quando si realizza di aver mutato i propri atteggiamenti.
Lo scivolamento ostinato ha però il suo punto debole nella esasperante lentezza con cui procede e che potrebbe inficiare la validità della teoria stessa. A questo trascurabile particolare sto ancora lavorando.
27.6.06
Senza titolo 1358
WWW.L'ITALIA di Francesco De Gregori
Viva l'Italia,
l'Italia liberata.
L'Italia del valzer.
l'Italia del caffè,
l'Italia derubata e colpita al cuore.
Viva l'Italia,
l'Italia che non muore.
Viva l'Italia,
presa a tradimento.
L'Italia assassinata dai giornali e dal cemento,
l'Italia con gli occhi asciutti nella notte scura.
Viva l'Italia,
l'Italia che non ha paura.
Viva l'Italia,
l'Italia che è in mezzo al mare.
L'Italia dimenticata,
e l'Italia da dimenticare.
L'Italia metà giardino e metà galera.
Viva l'Italia,
l'Italia tutta intera.
Viva l'Italia,
l'Italia che lavora.
L'Italia che si dispera,
e l'Italia che si innamora.
L'Italia metà dovere e metà fortuna.
Viva l'Italia,
l'Italia sulla luna.
Viva l'Italia del 12 dicembre.
L'Italia con le bandiere,
l'Italia nuda come sempre.
L'Italia con gli occhi aperti nella notte triste.
Viva l'Italia,
l'Italia che resiste.
Oggi che l’Italia ha vinto due volte difendendo la sua Costituzione e battendo l’Australia( anche se con una battota di culo ) , possiamo dire di essere non solo coglioni e indegni ma anche schifosi.
Quando Speroni ha detto che l’Italia fa schifo non potevamo non essere d’accordo con lui vedendo il gioco della nostra nazionale. Ma invece al novantesimo l’Italia ha detto un altro no!
E ora che abbiamo ottenuto i risultali l’Italia, nazione e nazionale, devono cogliere l’entusiasmo per dare un gioco migliore a tutti gli italiani, indegni e non. Perché l’Italia si merita di più di queste destra e sic di questa sinistra
Due passi avanti sono stati fatti, e allora ancora Forza Italia ! . Dato che con le sconfitte infllitte a questa destra arrogante si è dimostrato che essa non si può appropiare di una cosa che è di tutti gli italiani indipendentemente dal ragruppamento politico cultutrale a cui appartengono e non solo di una parte sola .
Per il momento mi sento Italiano e festeggio la vittoria (INDEGNA?) della Nazionale. Spero che bossi e C. mantengano la promessa ed immigrino in svizzera anche se poi come sempre certe pèersone stra parlano perchè adesso leggo su Repubblica che al contrario ci vuole riprovare??? certe persone straparlano sempre e non mantengono mai . Per fortuna l'incubo di un' ITalia divisa e un presidente con troppi poteri e finita sul nascere . Forse adesso quando vado all'estero rideranno un po' meno di noi. L'entusiamo per il no è ovunque nei blog esempio da sonounindegno.splinder.com un utente anonimo scrive : << Caro Silvio e compagni destrorsi: come avete potuto vedere l'unica costituzione che siete liberi di sfasciare è la vostra costituzione fisica, il mondo intero non sentirà mai la vostra mancanza, fatevene una ragione. Per i padani che votano Lega proporrei un aumento del 600% sul prezzo di alberghi eristorazione quando osano andare al sud a trastullarsi in quel mare che il destino saggio ha negato loro. W L'ITALIA CHE ANCORA UNA VOLTA A DETTO NO A UN BRANCO DI FARABUTTI >> e io aggiungo di caffoni ed irrispettosi comeil loro capo che ogni volte che ha paura offende , senza rendersi conto che cosi si da la zappa dei piedi . Infatti caffebabel dice :
<<
Due spiegazioni sembrano a prima vista ovvie. Da un lato il Paese non ne può più di politica dopo le elezioni politiche e regionali, dall’altro è vero che le riforme interessano ben 60 articoli e il dibattito in questione è molto complesso.
Però queste spiegazioni non sono sufficienti. I temi legati alla Costituzione sono così importanti che la campagna elettorale, quasi completamente insensibile ad un dibattito sui valori, avrebbe dovuto affrontarli in modo più articolato. Mentre il centrosinistra si è trincerato dietro ad un “no” assoluto alla costituzione, ha rifiutato o non è stato capace di delineare un’alternativa alla proposte avanzate dalla destra, tanto da non essere in grado di spiegare il suo impegno a mantenere la costituzione così com’è. Questo atteggiamento ha fatto sì che la campagna della sinistra sia apparsa indecisa. Non solo. Ha permesso alla Lega Nord di attirare su di sé l’attenzione dei media dei media. La Lega afferma che se questa riforma – che prevede anche
una redistribuzione dei poteri tra Regioni, Parlamento e Senato – non passasse dovrà ricorrere a mezzi non democratici per realizzare l’autonomia del Nord dal Sud.
Si è parlato anche di creare un Partito democratico per unire almeno qualcuno dei nove partiti – che vanno dai cattolici di centro a Rifondazione comunista – dell’Unione. In questo caso sarebbe necessario un cambiamento ideologico se il nuovo Governo volesse affrontare problemi gravi come la crisi economica. Ma per un nuovo partito che vuole lasciarsi alle spalle il berlusconismo ed essere democratico, è ancora più importante creare un programma che sappia rivolgersi anche al 50% degli italiani che ha votato per il centrodestra. Dovrà poi sviluppare un nuovo modello di impegno politico con cui mandare in pensione la violenza del linguaggio berlusconiano. Infatti Berlusconi ha di recente bollato come “indegni” di chiamarsi italiani coloro che votano contro la riforma istituzionale e durante le politiche aveva già chiamato “coglioni” gli elettori dell’Unione.
La sua forte identità locale, basata su città e regioni, fa dell’Italia il Paese che assomiglia di più all’Unione Europea. Il suo centrosinistra è la coalizione più europeista, i suoi tentativi di rivitalizzare il proprio tessuto politico sono quanto mai importanti.
>>
per chi avesse qualche dubbio ecco i dati
AFFLUENZA: 52.9% pari a 25.092.600 elettori circa
SI: 38.7% pari a 9.610.000 preferenze circa
NO: 61.3% pari a 15.482.000 preferenze circa
IN SARDEGNA
AFFLUENZA: 46.6%
SI: 27.7%
NO: 72.3%
per i dati completi: http://snipurl.com/sd17
26.6.06
Senza titolo 1357
Per essere più precisi, con una quarantina di milioni di euro si possono comprare aree minerarie, inserite nel contesto del Parco Geominerario ( il contenitore benedetto dall'Unesco che riunisce e valorizza le aree minerarie dismesse della Sardegna occupandosi anche delle bonifiche delle aree degradate e danneggiate ), distribuite tra Masua, Monte Agruxau, Ingurtosu, Pitzinurri e Naracauli situate nella Sardegna sud-occidentale tra il Guspinese e il Sulcis Iglesiente. .
L´obiettivo, almeno secondo quanto si legge anche nel bando già pubblicato sul sito internet della Regione Sardegna dovrebbe essere quello di valorizzare il patrimonio minerario dismesso e in alcuni casi abbandonato . L´amministrazione regionale ha già pubblicato, sul sito istituzionle sia la delibera con cui si dà il via libera al progetto di affidamento con bando internazionale sia il bando che dovrebbe portare alla vendita di cinque aree particolarmente ambite dagli imprenditori. Con una spesa di 32 milioni di euro si possono acquistare i compendi di Masua e Monte Agruxau, situate nel Sulcis Iglesiente e, la prima delle due, a meno di cinquecento metri dal mare e dal faraglione di Pan di Zucchero, una delle baie più incontaminate e belle dell'isola. Un´area che si estende per 318 mila ettari, e,come si legge nel bando di gara pubblicato anche sul sito della regione «sarà consentito il recupero e la realizzazione della volumetria esistente sino al limite massimo 160mila metri cubi, divisi in 120mila per Masua e 40mila per Monte Agruxau».
Luoghi diventati famosi soprattutto grazie al film " il figlio di Bakunin "di gainfranco Cabiddu e punto di riferimento per appassionati di turismo minerario o comunque alternativo. L´altra area in vendita si estende per 329 mila ettari e comprende Ingurtosu, Pitzinurri e Naracauli. Una zona del Guspinese diventata celebre sia per le riprese del film di Cabiddu sia perché raccontata e descritta ampiamente nei romanzi di Giampaolo Pansa e del figlio di bakunin di Sergio Atzeni . In questo caso, si legge ancora nel bando «sarà consentito il recupero e la realizzazione della volumetria esistente sino al limite massimo di 100mila divisi in 30mila metri cubi per Ingurtosu e 70mila per Pitzinurri e Naracauli».
«La Regione intende garantire la conservazione del patrimonio paesaggistico e naturalistico dei villaggi operai del Sulcis - si legge ancora nel bando -, ma anche la conservazione e la valorizzazione dell'attività mineraria». Breve premessa per dire che «nella gara, che sarà aggiudicata all'offerta economicamente più vantaggiosa, si terrà conto: della proposta progettuale per il 60 per cento, del tempo e del programma di esecuzione dei lavori per il 15 per cento e dell´offerta economica per il 25 per cento».
Tra le caratteristiche richieste dal bando anche una proposta di piano urbanistico per la riqualificazione territoriale e paesaggistica e inoltr e un progetto economico e gestionale di sviluppo. Progetti, giusto per essere brevi che, come si legge più avanti, dovranno prevedere uno «sviluppo di funzioni turistiche, quali strutture alberghiere ricettive, centri benessere, strutture sportive e per il golf, interventi di miglioramento ambientale e di forestazione, realizzazione di strutture di supporto alla fruizione turistica dei siti di archeologia industriale». Senza dimenticare poi un progetto «di sviluppo delle infrastrutture viarie e di collegamento e un'offerta economica per l'acquisto degli immobili in dismissione».
A manifestare interesse per l'operazione, la scadenza del bando è prevista per le ore 13 del 3 luglio, ci sono parecchi imprenditori. I nomi quasi si sprecano. Dal gruppo Pirelli agli investitori della Costa Smeralda che si chiamano Aga Kan e Tom Barrak continuando con Ligresti e altri imprenditori sardi. A confermare le visite nelle aree minerarie dismesse è anche il presidente dell'Igea, la società controllata dalla Regione Sardegna e costituita proprio per la gestione delle aree minerarie. «Ogni tanto - spiega Franco Manca - ci vengono presentate delle richieste per poter visitare le zone di Masua o le e noi acconsentiamo, sempre nel rispetto della sicurezza. Di più non possiamo comunque dire». Che ci sia un grosso interesse per la partita miniere in vendita lo confermano anche gli uomini dello staff del presidente della Sardegna Renato Soru. «In un caso, quando gli impreditori del gruppo Pirelli sono stati a Cagliari per altri motivi - fanno sapere dallo staff del presidente della giunta regionale, fondatore di Tiscali - è stato lo stesso presidente ad accompagnarli nelle aree che oggi saranno vendute con il bando di gara internazionale».
Non è comunque l'unico caso. «Qualche mese fa anche l'imprenditore Ligresti è stato accompagnato dal governatore nelle aree di Masua - fanno sapere ancora dallo staff del presidente - mentre è recente l'interessamento di altri imprenditori come l'Aga Kan e Tom Barrak, il patron della Colony Capital, l'azienda che ha rilevato la Costa Smeralda». Interesse confermato anche dallo staff di Barrak il finanziare libanese che due anni fa ha preso dimora nel nord Sardegna, che, attraverso l'ufficio relazioni esterne chiarisce: «Mister Barrak, in questo momento, preferisce non entrare nel merito, in ogni caso ha manifestato interesse per il bando internazionale delle aree minerarie, però ha mostrato interesse per quell'area». Cosa poi si potrebbe realizzare nelle volumetrie delle miniere dismesse è ancora un mistero. «Su questo la linea che si adotta è quella del silenzio anche perché non si sa ancora nulla del bando. In ogni caso qualsiasi intervento sarà effettuato nel rispetto della legge e della norma salvacoste varata dal governo Soru che mister Barrak ha, più volte e pubblicamente, manifestato di apprezzare e di voler rispettare».
Non è tutto. Qualche altro elemento sugli eventuali progetti del finanziare libanese comunque trapela. «L'idea sarebbe quella di realizzare strutture diciamo moderne che valorizzano e recuperano quanto già esiste anche perché una situazione di miniere vicino al mare è forse unica al mondo». L'operazione promossa dal governatore della Sardegna però non risparmia le polemiche. Le rassicurazioni del governatore che spiega come «con questo intervento non sarranno cancellati o danneggiati monumenti storici e non ci saranno altre colate di cemento o speculazioni», non placa il fronte dei contestatori.
A criticare duramente l'operazione «soprattutto per la mancata concertazione con gli abitanti delle aree minerarie e con le parti sociali» è la Cisl, che rompendo il fronte sindacale annuncia una mobilitazione a oltranza. «Se si vendono queste aree minerarie che fine fa il Parco geominerario - chiede Fabio Enne, segretario della Cisl - e soprattutto chi dovrà occuparsi delle bonifiche ambientali finanziate dai fondi nazionali?». Sulla stessa linea o forse ancora più diffidenti anche le associazioni come la rete Lillinet sarda che ha annunciato inziative di protesta, o ancora il Social forum che ha attivato i suoi militanti per promuovere «una serie di iniziative volte a trovare soluzioni alternative».
E non risparmia critiche al progetto di vendita dell'area neppure il fronte ambientalista. Massimo Manca, ex assessore comunale all'ambiente con la giunta di centrosinistra al Comune di Quartu Sant'Elena per cercare di contrastare l'iniziativa ha realizzato un sito internet e iniziato una campagna di sensibilizzazione con conferenze stampa e iniziative pubbliche. «Si sta vendendo un pezzo di storia e una fetta di territorio che è un paradiso naturale» ripete. A fargli eco anche altri rappresentanti delle associazioni che per il 30 giugno hanno deciso di realizzare una manifestazione di protesta davanti al villaggio minerario di Masua. La protesta comunque continua.
Infattti secondo ultime news
CAGLIARI. La scadenza del 3 luglio potrebbe essere prorogata per ragioni tecnico-politiche: le società interessate a partecipare al bando della Regione per la vendita delle aree minerarie stanno infatti ponendo numerosi quesiti agli uffici regionali perché si tratta di una normativa inedita. Il suggerimento della proroga viene dagli uffici, la giunta di Renato Soru potrebbe pronunciarsi martedì.
La decisione sul rinvio del termini non è affatto certa. Tutto dipenderà dall’eventuale relazione dell’ufficio tecnico che si sta occupando del bando internazionale. Non ci sono indiscrezioni né sulle pratiche già formalizzate (sinora pochissime) né sulle società che hanno presentato i quesiti per avere spiegazioni su molti aspetti del bando. Dato che la scadenza del 3 luglio non è sulla partecipazione alla gara ma sulla manifestazione di interesse da parte dei gruppi imprenditoriali, la giunta - proprio per favorire il massimo del coinvolgimento - potrebbe decidere di dare più tempo a disposizione.
Ma c’è anche chi pensa che la proroga sia inopportuna. Sulla vendita delle aree minerarie del Sulcis-Iglesiente, infatti, sono già state numerosi e forti le polemiche sul giro in elicottero di Soru con alcuni imprenditori, sulla recente visita di Barrack (a gara aperta) alla Regione, sulla decisione di passare dalla concessione pluriennale alla vendita, sui fondi per la bonifica dei territori inquinati. E la giunta, probabilmente, non vuole dare altri motivi alle opposizioni e a diversi settori degli ambientalisti di sferrare nuovi attacchi.
Polemiche non mancano neppure sul Piano paesaggistico. E’ al lavoro da alcune settimane la commissione Urbanistica del consiglio regionale, presieduta dal diessino Giuseppe Pirisi, che deve esprimere il parere sul documento «adottato» dalla giunta. Dopo aver ricevuto il parere, non vincolante, la giunta potrà approvare il Piano in via definitiva. La commissione, secondo quanto si è appreso, non sta valutando la situazione nelle singole zone, per verificare il giusto grado di tutela. Ma intende dare suggerimenti sulle aree da vincolare ulteriormente. L’obiettivo principale dell’organismo consiliare, ha spiegato Pirisi, è quello di «realizzare una norma che sia invulnerabile rispetto a qualsiasi ricorso». Perché eventuali debolezze farebbero correre il rischio di far crollare tutto l’impianto, così come era successo con i Piani territoriali paesistici. Un aspetto che la commissione sta verificando è quello delle cosiddette «norme discrezionali»: si vuole in sostanza evitare che la tutela delle singole zone non dipenda da un quadro generale di insieme ma da scelte soggettive della giunta regionale o delle amministrazioni locali.
La stessa esigenza - anche nella lotta all’abusivismo - è stata formulata, però, anche dall’assessore all’Urbanistica Gian Valerio Sanna. Il quale, in un confronto con i vertici di Legambiente, ha lamentato il fatto che gli Uffici del Paesaggio fanno spesso scelte non condivisibili anche perché ’’l’attuazione delle leggi è troppo discrezionale’’.
INIZIATIVE DI LOTTA
- l'appello del sito http://blog .libero.it/admetalla/view.php è stato pubblicato un appello ed è possibile sottoscriverlo ed automaticamente alla Regione.più precisamente qui
- i vari articoli dello stesso sito
Senza titolo 1356
Sono stato con lo Stato molto garbato,
il capo chinando rispettoso.
Non ho fucilato, nè impiccato lo Stato -
ma esso un tantino ha impiccato me.
Dinanzi agli occhi freddi dello Stato
parlo senza aspettare un giusto tribunale:
non merito una simile perfidia,
perchè perfido non sono stato mai.
Stato, ho cercato di amarti,
esserti utile volevo seriamente,
ma sentivo che decisamente mi logoravo,
se, come al bastone il cane, ti ubbidivo.
Stato, tu servitorame, signori, sempre
regno di lusinga, delazione, ostilità.
Il senso della Patria e il senso dello Stato
mai nell'uomo saranno insieme fusi
Evtusenko
25.6.06
Senza titolo 1355
LETTERA DA UN CANE ABBANDONATO
Poi sei risalito … e … no!!! Non puoi esserti dimenticato di me, non può essere così. Si, sono certo che tra un attimo sarai qui !
Mi siedo sul bordo della strada … ho paura delle macchine che passano veloci ma cerco di pensare a te e ai nostri giochi, ai momenti bellissimi e anche ultimamente ai tuoi nervosismi verso di me.
Ma sarai stato arrabbiato per altri motivi, io a te non ho mai fatto nulla ! Forse quella è la tua macchina, che gioia, lo sapevo che tornavi a prendermi.Sono trascorsi tre giorni e sono ancora qui ! Sto morendo di dolore, di fame, di sete, di tremenda solitudine.
I miei occhi non vedono più lontano; seguono ora soltanto il battito del mio cuore stanco che sta lasciandomi per sempre. Eppure so che tornerai e resisto in segno della mia fedeltà verso te, perché tu non puoi essere cattivo.
Un cane abbandonato
Quanti padroni non ritornano … quanti cani muoiono così …
Senza titolo 1354
CURRE CURRE GUAGLIO'
(Persico - Jovine- Messina)
22.9.1991
Un giorno come tanti ma non certo per qualcuno
qualcuno che da giorni mesi anni sta lottando
contro chi di questo stato na gabbia sta facendo
reprimendo ascolta dico reprimendo
chi da solo denuncia e combatte sti fetiente
e sa bene che significa emarginazione
esattamente quanto costa amare un centro sociale
Officina 99
Curre curre guagliò
Siente sti parole d’odio e pure d’ammore
si nu scatto di manette strette ai polsi dentro a un cellulare
guagliò
fa più rumore nel tuo cuore di un comizio elettorale
guagliò
si nu bisogno soddisfatto sei sicuro non ti puoi sbagliare
guagliò
vale cchiù ’e na bella giacca c’ ’o telefonino cellulare
guagliò
allora è chisto ’o mumento e tu l’he ’a superà
ca te piace o t’allamiente e ’o mumento d’occupà
Curre curre guagliò
Si può vivere una vita intera come sbirri di frontiera
in un paese neutrale, anni persi ad aspettare
qualcosa qualcuno la sorte o che ne so la morte
ma la tranquillità tanta cura per trovarla
sì la stabilità un onesto stare a galla
è di una fragilità guagliò
è di una fragilità guagliò
forse un tossico che muore proprio sotto al tuo balcone
forse un inaspettato aumento d’ ’o pesone
forse nu licenziamento in tronco d’ ’o padrone
forse na risata ’nfaccia ’e nu carabiniere
non so bene non so dire come nasca quel calore
certamente so che brucia so che arde so che freme
e trasforma la tua vita no tu non lo puoi spiegare
una sorte di apparente illogicità
ti fa vivere una vita che per altri è assurdità
ma tu fai la cosa giusta te l’ha detto quel calore
che ti brucia in petto è odio mosso da amore
da amore guagliò
Curre curre guagliò
Tanta mazzate pigliate
Tanta mazzate pigliate
Tanta mazzate ma tanta mazzate
Ma tanta mazzate pigliate
Tanta mazzate pigliate
Tanta mazzate pigliate
Tanta mazzate ma tanta mazzate
ma una bona l’aimmo data
è nato è nato è nato
n’atu centro sociale occupato
n’atu centro sociale occupato
e mò c’ ’o cazzo ce cacciate
Curre curre guagliò
Pecché primma mettite ’e bombe e po’ ’o vulite a me
e me mettite ’e mane ’ncuollo si ve chied’ ’o pecché
mammà ’e guardie a casa s’avette ’a veré
e nu spazio popolare nun è buono pecché
pecché è controculturale o ammacaro pecché
rompe ’o cazz’ a troppa gente si ma allora pecché
tu me può rompere ’o cazzo e no i’ pure a tte
e me se ’ntosta ’a nervatura e ’o saccio buono pecché
pecché me so’ rutt’ ’o cazzo pure sulo ’e te veré
figurammece a sentì’ che tiene ’a ricere a me
strunzate ’e quarant’anne ’e potere pecché
’a gente tene famme e se fa strunzià’ ’a te
e tu me manne ’o celerino ca me sgombera a me
ma nun basta ’o manganiello mo’ t’ ’o dico oi né
pecché nun me faje cchiù male aggio ’mparato a caré’
Curre curre guagliò
ex 99 posse
sfogliando i giornali del bar , ho trovato queste insulse dichiarazioni di Buffon :
<<
dall'inviato DUISBURG
«Abbiamo dimostrato di avere grossi attributi». È l'attacco che vale una difesa di Buffon, portiere azzurro impegnato al Mondiale di Germania, uno dei due grandi «inquisiti» (l'altro era Cannavaro) alla vigilia del torneo. Per lui e per l'altro juventino la rivincita morale arriva dal campo mentre in Italia partono i primi deferimenti. «Ancora una volta io e Cannavaro abbiamo dimostrato di essere uomini veri e con grossi attributi. Con tutte le pressioni che abbiamo avuto...Non ha senso parlare adesso - continua Buffon - di quello che sta accadendo in Italia per calciopoli. Tra l'altro non c'è ancora niente di ufficiale. Le dichiarazioni di Nedved? È il suo pensiero e va rispettato». «Orgoglioso di essere interista» è il commento di Materazzi uomo del giorno al ritiro azzurro di Duisburg. «Noi siamo puliti - attacca il nerazzurro sul calciopoli - e al di sopra di ogni sospetto. Però ieri quando ho segnato ho visto una macchia d'oro che correva ad abbracciarmi. Era uno juventino, Buffon».
Tiz. Car.
>>
fonte il quotidiano il tempo del 24\06\2006
Ha ragione topozozo che su www.blogfriends.splinder.com/ dice : << E' triste e avvilente assistere a certe compiaciute e "virili" esternazioni. E' triste sapersi rappresentati (sportivamente, e in parte) da certi individui. E' triste sperare che siano i giudici a fare un po' di pulizia, laddove i tifosi (e i giornalisti) clamorosamente falliscono.>>
Ora leggendo questa frase mi è venuta un rigurgito e uno sdegno , perchè gli avrei voluto dire: " mio caro viziatello strapagato tu degli uomini veri, non conosci nemmeno gli attributi ". Gli uomi veri li incontro tutti i giorni e non fanno i calciatori ( o almeno ai tuoi livelli e l'alternano ad altre professioni ) non si strapazzano le veline o altre donne dello spettacolo , spesso cambiandole continuamente o fingendo con loro litigi o amori per farsi vedere sui media non solo quelli di o gossip per non essere dimenticati e rimanere sulla cresta dell'onda purchè si parli bene o male di loro ; non tirano cocaina , non si ingozzano con cocktails a base di ormoni o stimolanti , non scommettono 10.000 euro attraverso prestanomi per non farsi beccare con le mani nel sacco, questi uomini, fanno l'infermiere, l'operaio, il muratore, il falegname, l'elettricista, il medico, lo spazzino sono insomma gli uomini comuni, coloro che tutti i giorni lottano con la vita per un pugno di euro, per mangiare , per mandare i figli a scuolae vestirli , queste persone sono il motore della nazione, lavorano e producono e spesso crepano sul lavoro come è succeso ieri sul cantiere della Catania - Siracusa oppure spesso in numerevoli morti bianche che avvengono quotidianamente nel settore dell'edilizia in parrticolare e non fanno notizia o piccoli trafiletti nelle pèpagine delal cronaca o dei tg regionali se sono in nero come nel caso della regione calabria o della Sardegna ( mia regione quella dove vineni a sollazzarti in costa d'estate ) o perchè extracomunitari magari clandestini . Ecco Sono coloro che non possono permettersi nemmeno il lusso di una pizzae comprano gli abiti alla ferire o ai mercatini rionali . Caro "Buffoncino" abbi rispetto per gli uomini, quelli veri dico, non dei pivellini stramiliardari e strapagati solo per dare quattro calci ad una sfera o prendersi uno champagnino o per una presenza di un 15 minuti in un locale . Invece di giocare solo a calcio e il resto dela srettimana cazzeggiare e sminchionare vai a lavorare non solo per finta come hai fatto nella pubblicità sponsor di una famoso furgone , ma fallo sul serio e per parafrasre una vecchia canzone popolare ( qui trovate il testo originale ) : << capirai la differenza fra lavorare e comandar [ anzi meglio fra cazzeggiare e lavorare ] >>
24.6.06
Senza titolo 1353
Al referendum rispondiamo No! di fausto
Al referendum rispondiamo No!
A chi ha sconvolto la Costituzione
senza eccezione
rispondiamo No!
Al referendum noi diremo No!
Al referendum noi diremo No!
L’hanno sconvolta l’hanno scardinata,
è un’altra porcata
a cui va detto No!
Al referendum rispondiamo No!
Al referendum rispondiamo No!
Delle riforme fatte dai fascisti
un repulisti
lo si fa col No!
Su quella scheda scriveremo No!
Su quella scheda scriveremo No!
Ai quattro bischeri di Lorenzago
non diamo spago
e rispondiamo No!
Al referendum noi diremo No!
Al referendum noi diremo No!
A chi legifera dentro una baita,
anche se sbraita
noi diremo No!
A Calderoli noi diremo No!
A Calderoli noi diremo No!
Torni a curar le carie e si consoli
ché a Calderoli
noi diremo No!
A Calderoli noi diremo No!
A Calderoli noi diremo No!
Torni a cavare denti a suoi brianzoli
Ché a Calderoli
noi diremo No!
A Calderoli ripetiamo No!
A Calderoli ripetiamo No!
Magari è bravo a fare otturazioni
ma Costituzioni
certamente no!
Anche a Nanìa noi diremo No!
Anche a Nanìa noi diremo No!
La sua riforma è una gran porcheria
e anche a Nanìa
noi diremo No!
Anche a Pastore noi diremo No!
Anche a Pastore noi diremo No!
Torni in Abruzzo a pascolar le greggi
ché alle sue leggi
noi diciamo No!
Votiamo tutti e rispondiamo No!
Votiamo tutti e rispondiamo No!
Per dare un’altra sberla a questa destra
la via maestra
è risponder No!
Domani e lunedi giorni decisivi per le sorti del nostro amato - odiato Paese . Dopo una durissima campagna referendaria Essa è stata condotta con insulti da parte del principale esponente del Si giudicandoci indegni ( infatti sonounindegno.splinder.com ) mancando come è solito fare di rispetto .Ma è stata anche catratterizzata dall'intervento ambiguo e tardivo dell'autory infatti zeus news : << Non si riesce a capire bene come funzioni l'Authority per le Comunicazioni: lo spot Mediaset sul referendum costituzionale viene giudicato menzognero e falso solo 3 giorni prima delle votazioni e così le altre trasmissioni Rai e Mediaset a senso unico; ma Mediaset decide, ugualmente, di continuare a trasmettere gli spot faziosi e l'Authority si guarda bene dal sospendere le trasmissioni.L'intervento per bloccare il lancio di "Unico" di Telecom Italia, cioè il telefono fisso/mobile, utilizzabile in casa come telefono fisso con le tariffe corrispondenti e all'esterno come telefonino, è stato molto tempestivo, poiché l'uscita del prodotto era prevista per l'inizio di luglio mentre la decisione dell'Authority arriva in questi giorni. [ ..... ] ( continua qui ) >> il che ha permesso e permette tutt'ora a mmediaset e in parte alla Rai [ sic ] d'ingannare gli utenti e di non come dice questa vignetta di Staino
e distinguere le panzane ( metaforicamente parlando ) dalla verità e dalla demagogia : ma viste le reazioni dei dissidenti del centro destra ( quei pochi che ogni tanto usano il cervello e non l'hanno mandato all'ammasso e mantengono vivo il loro spirito critico o libero arbitrio senza appiattirsi completamente suq uello che dice il loro leader ) dicono ( fonte la versione online del quotidiano www.repubblica.it del 22\06\2006 ) :
<< Referendum, Tabacci e Follini "Siamo un gruppo di indegni" I centristi: un'assemblea costituente per la rinascita dell'Italia
Facendo il verso allo slogan usato ieri da Silvio Berlusconi ("Indegno dell'Italia chi non va a votare sì"), Follini e gli altri che voteranno No al referendum sulla Costituzione hanno chiesto di bocciare la riforma e di convocare subito dopo un'assemblea costituente per decidere in modo bipartisan i cambiamenti della Costituzione.
"Il nostro No - spiega Tabacci - si distingue da quello di Oscar Luigi Scalfaro, che considera intoccabile la Costituzione". Poi precisa che "crediamo sia utile un aggiornamento, che può essere realizzato in modo rispettoso dello spirito costituente". Tabacci mette in chiaro che la consultazione del 25 e 26 giugno "non è una rivincita".
Follini, silenzioso durante la conferenza stampa, non si è però tirato indietro di fronte ai microfoni, dicendo che "una larga parte del centrodestra voterà No", e che questa parte, una volta contati i voti, "sarà numericamente importante".
Ha usato parole dure per la "riforma sbagliata e truffaldina", approvata dal suo schieramento, anche il Dc Publio Fiori, secondo cui, "con questa riforma il premier diventa forte con l'opposizione ma debolissimo con i partiti della sua maggioranza". Fiori ha concluso il suo intervento augurandosi la vittoria del No in modo da poter tornare al punto di partenza e in maniera "più facile far ripartire il confronto sulle riforme necessarie". Anche i liberali, ha spiegato Stefano De Luca, sono "nettamente schierati per il No", precisando che se la riforma del centrosinistra del titolo V della Costituzione è stata "sgradevole", ma quella del centrodestra è "devastante", "un pasticcio realizzato mettendo insieme cose scombinate, come il premierato, il federalismo, l'indebolimento della Corte Costituzionale".
>>
con questo è tutto a martedi \ mercoledi con il reportage di questo referendum
23.6.06
Senza titolo 1351
Chi può chiedere informazioni su di noi?
I Savoia, tramite le forze dell'ordine, assumevano informazioni attraverso le banche dati dell'Interno; ma troppi enti sono autorizzati a farlo legalmente. IL Sovrano Militare Ordine di Malta'ex principe Vittorio Emanuele di Savoia e suo figlio Emanuele Filiberto sono indagati, tra gli altri reati, anche per aver assunto informazioni riservate su molte persone, attraverso sottoufficiali e funzionari delle forze dell'ordine, consultando illegamente le banche dati del Ministero degli Interni. ( continua) e le scuse ipocrite di maria doria ( la moglie di vittorio emanule di savoia ) sono ancora più convinto nel riprorre quella elucubrazione fatta ai costituzionalisti : << siamo ancora in tempo a fare un'altra legge per mandarli indietro ? >> fatta in un post precedente
Senza titolo 1350
Non è un referendum come gli altri questo, è determinante per decidere se continuare a vivere in un paese che, con tutti i suoi pro e contro, è un paese che dà diritti e garanzie ai cittadini, con istituzioni pienamente democratiche,
oppure scegliere un paese in cui comanda un uomo solo, che decide tutto e a cui nessuno, uomo o istitutuzione, può opporsi. Un paese in cui non ci sarebbero più diritti uguali per tuti (vedi scuola e sanità) ma dove solo i ricchi potrebbero garantirseli. Un paese, insomma, fuori dai canoni dei paesi democratici occidentali.
Non si tratta di destra o sinistra, si tratta di fermare una riforma che ricalca il Piano eversivo della P2, e che non a caso ha ricevuto gli elogi di Licio Gelli...
Per questo io voterò NO, e invito tutti a farlo.
Se volete farvi un'idea di questa riforma e informarvi meglio prima di votare, CLICCATE QUI e leggetevi questo breve opuscolo.
Non sprechiamo questo voto...
Senza titolo 1349
momenti magici
Prenditi cura di un battito d'ali
Coltiva e proteggi anche quelle
piccole pulsioni
di malinconia e quegli strani
slanci di dolcezza
che riesci a cogliere.
Sono preziose rarita'
che potrebbero regalarti
momenti magici.
22.6.06
Senza titolo 1348
Berlusconi non cambia copione
Ora il «coglione» è «indegno»
Puntuale, a tre giorni da voto, la scena attesa e inevitabile. Insulti e corde vocali tese allo spasimo. Il copione elettorale di Berlusconi ormai è andato a memoria anche agli spettatori. Alla manifestazione di chiusura della campagna referendaria del centrodestra non poteva mancare. Del resto, dopo la grande rincorsa delle Politiche, l´attore presume che il pubblico sia sempre soddisfatto.
L´ex presidente del consiglio chiama «indegno» l´elettore che vota No. Così come, ad inizio di aprile, aveva chiamato «coglione» l´elettore intenzionato a votare sinistra. La sostanza retorica del disprezzo per l´avversario non cambia. Così come la postuma auto interpretazione e la mezza smentita che irride le polemiche.
«Ho scritto una lettera che spero arrivi a 10 milioni di famiglie italiane, nella parte finale della quale ho detto che un italiano che ha avuto la fortuna e la ventura di nascere e vivere in un paese meraviglioso come il nostro guardandosi allo specchio possa sentirsi degno di essere italiano se domenica e lunedì non sarà andato a dare il suo Sì all'ammodernamento della Costituzione». Questa, nella sua sgangherata sintassi, l´esatta frase pronunciata dal presidente di Forza Italia sul palco del palazzo dei Congressi di Roma accanto agli altri leader della Cdl. Qualche ora dopo, negli studi di Canale 5, arriva la seconda versione: «Mi riferivo a chi non va a votare. Chi non va a votare penso che non possa ritenersi cittadino italiano al cento per cento».
Non cambiano gli stratagemmi retorici d´annata. L´incitamento alla platea: «Vi faccio una domandina semplice semplice e voglio una risposta franca: volete morire comunisti?». Scontata la risposta. L´Unione lancia un monito a Bruno Vespa, che nella serata di giovedì, ospiterà Berlusconi e Fassino a Porta a porta: «Da un conduttore della professionalità di Vespa - dichiarano nzo Carra della Margherita, Antonello Falomi di Rifondazione Comunista, Loredana De Petris dei Verdi e Nuccio Iovene dei Ds.- ci aspettiamo un freno all'incontinenza verbale di Berlusconi, per fare in modo che lo speciale di domani sulla prima rete del servizio pubblico non si trasformi in un comizio di Forza Italia».
fonte: www.unita.it
21.6.06
Senza titolo 1347
da il sito gemello www.censurati.it
Il posto è la Maddalena, una perla di isola invidiata da tutti, all’Unesco si parlava di rendere il posto patrimonio dell’umanità.
Il protagonista della storia si chiama Andrea, per gli amici è indios, ama la sua terra come un indiano difendeva la propria. Definisce il suo territorio “la riserva”.
Il fatto è la lotta per un diritto inviolabile: l’acqua. Da oltre quindici anni, gli abitanti della Maddalena comprano acqua per cucinare, per lavarsi i denti, per bere, non si usa l’acqua dei rubinetti perchè esce di un colorito strano, quando sembra pulita e ci si azzarda a fare docce, si esce con eritemi sulla pelle. Questo diritto inviolabile, infatti, pare continuamente violato, e non solo, chi non accondiscende alle decisioni prese dal comune (e cioè pagando come potabile un’acqua che non lo è affatto, oppure non accettare bollette a forfait, invece che a consumo, come vorrebbe la legge), è considerato una “testa calda”, come il nostro Indios, un sovversivo, che spinge la popolazione a ribellarsi a un sistema illegale, solo perchè in comune ci sono le casse vuote. E a farne le spese sono i pensionati e gli abitanti con basso reddito. Un paio di anni fa, un padre di famiglia fece fare le analisi batteriologiche a sue spese perchè gli era nata una bimba prematuramente e “pretendeva” di fare i bagnetti con la sicurezza di non rischiare la salute della piccola. I risultati delle analisi fecero accapponare la pelle: infiltrazioni di acque fognarie nelle tubature.
Praticamente nella Maddalena si lavano con acqua e qualche pezzettino di cacca (residui fecali, dicono le analisi, noi la chiamiamo cacca). Sarà per questo forse che c’è nella Maddalena una bella serie di malati di salmonellosi, dermatiti e virus intestinali. Inizialmente i cittadini pensavano a qualche allergia a saponi, poi vedendo che cambiando sapone la situazione non migliorava, è rimasta solo l’ultima ipotesi: l’acqua inquinata. All’ufficio idrico dicono che è stata potabilizzata, ma gli abitanti continuano a star male, ad avere dermatiti, a sentire un cattivo odore, e a vedere il colorito a volte giallognolo, che fa desistere dall’attaccarsi al rubinetto, anche con l’aria sempre più torrida. Andrea/indios, il nostro protagonista, ha cominciato a fare ricerche sulla legalità delle strutture nell’isola, e ha cominciato a coinvolgere tutte le famiglie che non arrivano a pagare le salatissime bollette che arrivano, nonostante l’acqua non sia usata da nessuno.
Ed è quindi cominciato il calvario, una petizione che ha visto coinvolti gli abitanti del posto. Ogni firma è stata protocollata in comune, tutte le firme richiedevano un corretto utilizzo delle risorse, bollette eque e per tutti. La gente ha cominciato a dare segni di stanchezza. Lavorare per pagare un servizio che non è stato mai erogato, non è umano. Tutti hanno diritto ad una vita dignitosa, e Indios ha cominciato ad affiggere locandine in tutta l’isola, per informare la popolazione delle irregolarità a cui si andava incontro. Ogni volantino regolarmente timbrato dal comune, pagando di tasca propria.
E ai volantini seguiva il silenzio assordante delle amministrazioni comunali. Per far notare che la protesta non poteva passare inosservata, indios ha cominciato a fare striscioni con lenzuola nello stile delle proteste antimafiose che seguirono alla morte di Falcone e Borsellino. E così la gente comune ha cominciato a esporsi in prima persona. Indios aveva di fatto aperto la strada a tutti quelli che volevano ribellarsi a questo stato di fatto. L’amministrazione comunale è assente? gli uffici di competenza non danno spiegazioni? Ecco che si parte con le lenzuola: “coca cola, e sai cosa bevi - acqua cosa, e sai solo quanto paghi”.
Questa storiava avanti per un paio di mesi, finchè qualche coraggioso “essere” la notte del 10 giugno ha deciso di pestare indios, per il servizio fatto. Già precedentemente erano arrivate minacce alla moglie, bruciarono l’automobile, e ora siamo passati ai fatti. Portato in un vicolo isolato dalla macchina dei carabinieri senza nessun apparente motivo, tre personcine perbene sono sbucate all’improvviso e hanno gonfiato il nostro amico come una zampogna. Ha perso i sensi e si è risvegliato dentro l’ambulanza, con vari ematomi e contusioni nel costato e agli arti. Circa una settimana di prognosi, che servirà a ricarburarsi prima di riprendere la battaglia.
Un modo molto codardo per dare una lezione. Tre contro uno, di notte, con tanto di effetto sorpresa. Stranamente proprio il giorno dopo il pestaggio, il comune annuncia fiero che ha fatto pulizia togliendo le lenzuola usate per la protesta. Se questa sia stata un’azione coordinata non lo sappiamo, certo è che sono stati casualmente tempestivi, nel togliere tutto proprio mentre lui era fuori combattimento. Ma sapete... se andate a caccia e non ammazzate il leone al primo colpo, allora non vi rimane che scappare, perchè diventa cattivo. E molto.
e sempre dai commentia tale articolo
Anto...altri dettagli sul fattaccio!!! By Vanni on Ven, 16/06/2006 - 10:29
Haa... il mondo è piccolo e By Tamburrino Roberto on Gio, 20/06/2006 - 18:09
Haa... il mondo è piccolo e i controlli grandi! In una piccola isola dei poveri conterranei non hanno servizi igienici adeguati e comprano acqua pulita(?!?) arricchendo qualche terza persona sulla loro pelle,"poveri concittadini"!
Un nuovo rinnegato per i funzionari di comune che raggirano il comune stesso e con esso lo stato. Dietro un pestaggio di spavento si nasconde
l'amara verità ossia funzionari che tradiscono lo stato stesso,vilipendi viventi che uccidono ciò che di buono ha costruito lo stato italiano con le sue leggi tutelanti ma arginate da funzionari che la raggirano tra mille mani leste,dei "rinnegati che ti appellano a rinnegati"!
a voi ogni commento
20.6.06
Senza titolo 1346
fonte la nuova sardegna del 20\06\2006
LO SCANDALO SAVOIA «Non sono un lestofante e non puzzo»Parla il meccanico di Alghero che ha scatenato le ire del principe «Occhio che quello anche se è nobile non paga, mi avevano avvertito i colleghi»
SASSARI.
Quando si tratta di debiti, non sempre nobiltà e ricchezza sono sinonimo di affidabilità. «I soldi dei pescatori, lo dico per esperienza, puzzeranno anche di pesce: ma sono onesti e arrivano sempre». Quelli dei più ricchi, al contrario, spesso si fanno desiderare. Così Angelo Angius, meccanico Caterpillar, non si è fatto incantare da stemmi e corone: prima di immergere la chiglia della barca di Vittorio Emanuele nelle acque di Castelsardo, ha preteso i suoi 15 mila euro.
«Mi avevano avvertito dei colleghi, forse erano rimasti scottati: occhio che quello, anche se è principe, non paga». A luglio, dopo che in banca era stato varato un bonifico, anche il regale 12 metri riprende la via del mare. Ma un motore, qualche giorno dopo, fa le bizze. A due miglia dalla costa si leva l’ira dei Savoia. L’11 luglio, alle 18,10, sua altezza furibonda chiama il suo segretario particolare Gian Nicolino Narducci: N:VE: «Io abbastanza bene». N: «Ma ho saputo che la barca questa mattina non andava». VE: «Per me non hanno revisionato i motori. Hanno fatto finta e ce li hanno fatti pagare per rubarci e basta. Son sicuro. Perché non vanno mica bene, sa? Non cammina mica bene la barca». N: «Ma roba da...». VE: «Sa, sono sardi, sono pezzi di merda, sono eh! Ohu!». N: «Una cosa vergognosa, vergognosa». Ve: «No, ma io in Sardegna vado soltanto al ristorante perché si mangia bene. Vado a comprare delle co... Non voglio più ma neanche che mi guardino la barca!». N: sospira. VE:N: «Ma robe da pazzi». VE: «Vede. Ma tanto lì... senta, quei sardi lì, l’unica cosa che sanno fare, è incul... le capre». N: «Ecco...». Ve: «E basta...». N: «E basta. Perchè loro amano le capre. (ride)». VE: «Sì. E poi puzzano la stessa cosa». N: «Puzzano che fanno schifo». VE: «Ma tra un diesel e una capra, non lo possono mica incul... un diesel, eh!». N: «Gli chiedo i danni... ci hanno rubato 30 mila euro». VE: «Si, ma io lo uccido per quello. Lo uccido».
Ora: un motore che ti pianta in asso in mezzo al mare è una di quelle cose capaci di far sbarellare l’eloquio di qualsiasi animo, anche del più compassato e regale . Ma un rigurgito verbale così feroce è difficile immaginarselo fuoriuscire a fiotti da un’ugola principesca. Ed è una volgarità ancora più fastidiosa perché spalmata a macchia d’olio su un’intera isola. I commenti più sobri che si leggono su Internet suonano così: «I Savoia non si ricordano quando i sardi gli hanno salvato il cu...?». E ancora: «Redimerda, se vieni ancora qui ti diamo in pasto ai maiali».
Lo stesso Angelo Angius, titolare della Nautica Service di Alghero, non l’ha presa benissimo. «Mi sento toccato in prima persona. Non fa piacere passare per incompetente e lestofante. Ho subito un danno di immagine come professionista e mi sento offeso come sardo». Il principe l’ha conosciuto nel 2004. «La sua barca, che poi non è questo granché, un catorcio di 12 metri vecchio di vent’anni, aveva problemi al motore. Uno dei due Caterpillar da 375 cavalli non partiva. Gli ho fatto un primo intervento». Si trattava di una riparazione provvisoria: «Servivano dei lavori ben più radicali all’impianto di iniezione». Finita la stagione, a zonzo tra Santa Teresa e la Corsica, lo skipper Savoia lascia in consegna l’imbarcazione per la revisione. «Non avevamo stabilito nessuna data di consegna. A metà giugno il principe mi chiama: è pronta la barca? Guardi che io devo andare in vacanza, c’ho gli ospiti. Mi raccomando. Con un tono da ricco viziato». Quanto alla puzza: «Io con lui ho avuto a che fare solo per telefono, non l’ho mai incontrato», e difficilmente una cornetta può restituire odori, compresi quelli di officina. Luglio si avvicina e il pressing aumenta. «Mi chiama lo skipper, e poi Narducci: ma come, non si fida? Le pare che un principe possa non pagarla?». La signora Marina Doria, ha ben altri toni: «Se non ci consegna subito la barca, mi ha detto, se la vedrà con i miei avvocati». Angelo Angius, in bilico tra diffidenza sarda e saggezza professionale, punta i piedi: «Col cavolo che la mettevo in acqua: a quel punto il proprietario ha il diritto di riprendersi la barca, e chi li rivede i soldi?». Arriva il bonifico e lo yacht parte per Cavallo. «Mi telefona lo skipper, è molto seccato: il motore fa fumo, venga subito». L’appuntamento è a S. Teresa: «Avevano fatto rifornimento con gasolio sporco. Ho ripulito il serbatoio e cambiato i filtri. Problema risolto». Prezzo dell’intervento: niente, tutto gratis.
Gentile omaggio, di un sardo, a sua maestà.«Buonasera altezza reale, come va?». « Perché io adesso c’ho la barca che non va dopo aver pagato 35 mila euro! Ohu!... non c’è nessuna revisione fatta da quei figli di puttana! Puttana di Dio! E allora? Che quel coso lì... e che non venga sin qui... perché rischio di revolverarlo, eh!».
--------------------
Poichè i continentali i diranno che riporto solo le testimonianze dei sardi , riporto la testimonianza di un " continentale " d'adozione
Rombodituono sospende l’allenamento con gli azzurri e si sfoga con i giornalisti« I sardi sudano perché lavorano» Dura replica di Gigi Riva ai giudizi sprezzanti e volgari del Savoia
DUISBURG. «I sardi puzzano perchè sudano. Sono abituati a lavorare al contrario di qualcuno nato nella bambagia che nella vita non ha fatto altro che vendere, di tanto in tanto, qualche quadro». Gigi Riva sfila la maglia dell’attaccante e, per una volta, indossa quella del difensore. Nel ritiro azzurro di Duisburg, un angolo di Germania dove vivono 200mila nostri corregionali, sfoglia le pagine dei quotidiani nazionali e fa un salto sulla sedia quando legge l’opinione che Vittorio Emanuele di Savoia ha dei sardi.
«Gente di merda - dice volgarmente il principe di casa Savoia in una delle tante intercettazioni ordinate dalla Procura della Repubblica di Potenza, in un’indagine che spazia dallo sfruttamento della prostituzione all’associazione per delinquere -. Gente che puzza, abituata a convivere (ed è un eufemismo) con le capre». Un giudizio sprezzante e assolutamente gratuito. Un insulto che Rombodituono, sardo di Leggiuno, non digerisce.
Quando riconosce l’inviato della “Nuova” nel gruppo di giornalisti presenti all’ellenamento della Nazionale, interrompe i discorsi sul pallone e si toglie il peso dallo stomaco: «Ho letto che Vittorio Emanuele di Savoia non ha una grande opinione dei sardi. Ha detto che puzzano dimenticando che se puzzano è perchè sudano. Perchè da sempre sono abituati a lavorare. Mica come qualcuno che ha avuto la fortuna di nascere nella bambagia e in vita sua non ha fatto altro che vendere, di tanto in tanto, qualche quadro».
Parole dure e orgogliose. Parole pesate con attenzione da parte di chi, non sardo ma sardo di elezione, ha scelto di mettere radici nell’isola.
«I miei figli sono sardi - ha detto con orgoglio Gigi Riva -. La mia nipotina è nata Cagliari. Certe affermazioni mi lasciano allibito. A maggior ragione se penso a tutte le attenzione che il nostro paese ha riservato a questo signore. Abbiamo modificato la Costituzione, lo abbiamo accolto con tutti gli onori ed ecco come veniamo ripagati. Io non entro nel merito dell’inchiesta giudiziaria - ha concluso l’ex bomber rossoblù e della nazionale italiana - ma non posso accettare che l’Isola venga insultata da chi non si è mai dovuto sporcare le mani in vita sua».
«E’ facile parlare di puzza - conclude amaramente Gigi Riva - per chi profuma di Chanel, ma provi il signor Vittorio Emanuele a guadagnarsi da vivere con un gregge di pecore e un fazzoletto terra. Provi che cosa vuol dire lavorare e chissà che non impari a tenere la bocca chiusa».
Senza titolo 1345
di Antonio V. GELORMINI
Charles Louis de Montesquieu nella sua idea di stato moderno aveva fatto ricorso alla metafora della diligenza per rappresentare e affermare la dottrina della separazione e dell’indipendenza dei tre poteri fondamentali dello stato: il legislativo, l’esecutivo e il giudiziario (i cavalli trainanti), equilibrati, coordinati e influenzati dai vari organi previsti nella prassi costituzionale di ogni nazione civile (le redini, le briglie e i finimenti).
L’assalto alla diligenza di Montesquieu è stato poderoso e irresponsabile, col rischio di avere effetti davvero devastanti sugli equibri complessivi della Carta Costituzionale. L'hanno chiamata riforma “federalista” per non dare nell’occhio e non mettere paura. In realtà, il testo votato dall'allora maggioranza cambierebbe radicalmente i connotati alla nostra Costituzione.
Certo la Costituzione italiana, nata in un contesto caratterizzato da equilibri di natura proporzionale, avverte oggi la necessità di interventi per adeguarla e “aggiornarla” a una nuova e ben diversa realtà, dove un sistema maggioritario, sebbene incompiuto, ne evidenzia gradualmente limiti e distonie.
Al tempo stesso, ciò che la rende forte e inossidabile è la sua intrinseca modernità: frutto della lungimiranza dei Padri fondatori, che dopo aspri scontri e animatissime discussioni, durati circa un anno e mezzo, seppero trovare i percorsi d’incontro necessari a darle forza politica e alto spessore nei contenuti; approvandola a stragrande e qualificata maggioranza, con soli 60 voti contrari su 556.
Se Mortati, Barile o Calamandrei hanno dedicato interi capitoli dei loro trattati a questo argomento, è perché la nostra è una Costituzione giovane e dopo circa 60 anni, gran parte del disegno abbozzato nei suoi principi generali resta ancora tale e non è stato ancora realizzato. Esso, pertanto, va completato, magari aggiornato, certamente non distrutto.
Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale, nel suo saggio breve edito dal Il Mulino – La Costituzione, 2004, ci ricorda che: “Nelle civiltà umane le leggi scritte si rivolgono dapprima e essenzialmente agli individui, ai soggetti, ai sudditi di coloro che esercitano l’autorità nella società. Sono l’espressione dell’autorità. Esse stabiliscono gli obblighi dei soggetti e fissano le sanzioni per coloro che li trasgrediscono”. E continuando nell’analisi-confronto aggiunge: “Le moderne Costituzioni, invece, vengono scritte per fissare i limiti al potere di chi comanda, per definire le condizioni e i modi in cui l’autorità deve essere esercitata e per fissare i diritti dei soggetti nei confronti dell’autorità, che non può legalmente violarli”.
Alla luce di queste considerazioni “illuminanti”, diventa ancora più devastante il tentativo di manomissione della Carta fondamentale della Repubblica. La riforma, sottoposta ora al quesito referendario, definisce una nuova forma di governo, modifica la forma di stato, cambia la struttura del Parlamento, assegna nuovi poteri agli organi di garanzia.
Con la riscrittura di ben 53 articoli, la Carta ne esce stravolta, lacerata e geneticamente modificata. Con il testo approvato nulla sarà come prima. Basterebbe pensare a cosa significa concretamente avere una situazione in cui non è più il Parlamento che sfiducia il capo del governo, bensì il capo del governo che sfiducia il Parlamento. Oppure pensare a cosa vuol dire un sistema in cui è il voto che fa aggio su tutto: chi è eletto non deve avere contrasti in Parlamento e nemmeno giudici in tribunale perché è stato eletto dal popolo.
Col rafforzamento dell’esecutivo, così come è concepito nell’attuale proposta, ci spiega Francesco Paolo Casavola – altro presidente emerito della Corte Costituzionale: “Si consolida una prassi preoccupante, viene meno la separazione tra potere esecutivo e legislativo, si scivola verso il governo personale. E il parlamento fa il sarto su misura”.
E poi aggiunge: “Un presidente del consiglio responsabile di un indirizzo politico, non può diventare di fatto il titolare dell’azione legislativa, il cui 80-90% è del governo, che chiama poi il parlamento ad una mera azione di ratifica. Anche il Capo dello Stato, con questa riforma, viene ad avere una funzione puramente notarile, se gli si toglie la decisione sullo scioglimento delle camere, si aggrava lo stato di onnipotenza del premier”.
Un potere riservato al Capo dello Stato presente anche nelle tradizioni delle moderne monarchie, dove il re scioglieva i parlamenti che non funzionavano, ma dove il re non era un giocatore in campo. Tale potere di scioglimento se non resta tra le prerogative di una figura di garanzia, diventa in pratica potere di intimidazione.
La Costituzione per sua natura non è di destra o di sinistra, e la nostra è ed stata per più di sessant’anni la casa di tutti gli italiani. Stiamo parlando di una legge fondamentale, della carta dei valori di fondo, dei diritti di tutti e delle regole per tutti. Parliamo di un testo, quindi, che proprio per questo fu voluto dall’Assemblea dei Costituenti “comprensibile”, leggibile nelle scuole o da chi non ha nozioni di diritto.
Sempre Valerio Onida ci ricorda che la nostra Costituzione “è scritta in un italiano scorrevole ed elegante” e il testo finale, redatto da gente che aveva studiato molto, venne sottoposto all’esame di un gruppo di letterati per renderlo ancora più accessibile all’opinione pubblica. Anche il linguaggio, d’altronde, è un termometro per misurare una vocazione democratica.
Prendiamo l’articolo 70, quello che riguarda la formazione delle leggi. Nel testo originale del ’47 sono due righe: “La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due camere”. Si capisce tutto. Non c’è bisogno di tante spiegazioni. Non possono esserci equivoci.
Il nuovo articolo 70, scaturito dalla riunione dei 5 saggi di Lorenzago, è composto da 102 righe. Una montagna di parole, con concetti che rimandano altrove, frasi che giocano a rimpiattino, periodi che inciampano. Un italiano da azzeccagarbugli in una logica da prontuario ad uso dei condomini.
La cosa non è di poco conto e il pericolo che incombe è veramente grande nonché preoccupante. La Cdl, facendo a pezzi la Costituzione, ne ha assegnato un pezzo a ciascuna sua componente. La Lega si è presa la devolution e An si è presa la clausola dell’interesse nazionale, che in mano a un governo centralista può ridurre ai minimi termini l’autogoverno locale. La stessa An e Berlusconi hanno poi introdotto in questa riforma una inaudita concentrazione di poteri in capo al primo ministro che, per dirla con una battuta, finirebbe per avere tutti i poteri che hanno Bush e Blair messi insieme, ma senza nessuno dei limiti e dei contrappesi che regolano negli Stati Uniti il potere del primo e in Gran Bretagna quello del secondo (F. Bassanini).
Diritti, libertà dei cittadini, regole democratiche non possono essere appannaggio del vincitore delle elezioni, in tal modo si rischia una dittatura della maggioranza o addirittura la dittatura di un uomo solo. La “zeppa” del referendum è l’ultima occasione per fermare questo ingranaggio impazzito. Bisogna fermarsi e azzerare tutto.
Perché non siamo affatto certi che alla fine del processo riformatore nato a Lorenzago di Cadore si ritrovino, vivi ed operanti, i valori di quella eguaglianza democratica, di quella liberazione progressiva e di quello spirito di solidarietà che hanno fatto della Carta del ’47 la casa di tutti gli italiani.
Restituire la Costituzione agli italiani. Questo sarà l’obiettivo del prossimo referendum. Essa costituisce un patrimonio che non può essere disperso, così come non può essere dispersa la memoria storica che ne testimonia il valore e consente di trasmetterlo di generazione in generazione. Ne siamo tutti consapevoli e sapremo farne tesoro anche per il nostro futuro.
Un compito arduo, come afferma Leopoldo Elia, ancora un presidente emerito della Corte Costituzionale, “in un’Italia cloroformizzata dalla congiura del silenzio della grande stampa e distratta dall’elusiva informazione radiotelevisiva”.
Questa Costituzione fu il frutto di un grande “compromesso” che dette vita a un Ordinamento giuridico fondato sul “lavoro” (art. 1 della Costituzione). Il lavoro non inteso come “astrazione collettiva”, bensì quale “valore costituzionale essenziale”. Il “fondamento” sul lavoro sta ad indicare, secondo V. Onida, il valore che la Repubblica attribuisce all’apporto del lavoro di ciascuno (secondo le proprie capacità, e le proprie scelte – art. 4), in luogo di altri fattori in passato determinanti, come la nobiltà di nascita o di ricchezza, ai fini del ruolo sociale dell’individuo.
Basterebbe solo questo a motivare un grande plebiscito referendario, capace di spazzare via ogni velleità revisionistica della legge fondamentale della nostra Repubblica.
Diciamo quindi NO a questo tentativo di riforma, per avviarne poi uno più condiviso e più equilibrato. Sbagliare la riforma della Costituzione, significa sbagliare senza rimedio la vita stessa del Paese. E questo, davvero, non ci è consentito.
fonte: www.wema.it
Senza titolo 1344
Le ultime parole sull'asfalto
<<Mamma, sono uscita con amici. Sono andata ad una festa e mi sono ricordata quello che mi avevi detto: di non bere
alcolici. Mi hai chiesto di non bere visto che dovevo guidare, così ho bevuto una sprite. Mi sono sentita orgogliosa di me stessa, anche per aver ascoltato il modo in cui, dolcemente, mi hai
suggerito di non bere se dovevo guidare, al contrario di quello che mi dicono alcuni amici.
Ho fatto una scelta sana ed il tuo consiglio è stato giusto.
Quando la festa é finita,la gente ha iniziato a guidare senza essere in condizioni di farlo. Io ho preso la mia macchina con la certezza che ero sobria. Non potevo immaginare, mamma, ciò che mi aspettava...qualcosa di inaspettato!
Ora sono qui sdraiata sull'asfalto e sento un poliziotto che dice: "il ragazzo che ha provocato l'incidente era ubriaco". Mamma, la sua voce sembra cosí lontana.Il mio sangue é sparso dappertutto e sto cercando, con tutte le mie forze, di non piangere.
Posso sentire i medici che dicono: "questa ragazza non ce la fará".
Sono certa che il ragazzo alla guida dell'altra macchina non se lo immaginava neanche, mentre andava a tutta velocità.
Alla fine lui ha deciso di bere ed io adesso devo morire...
Perché le persone fanno tutto questo, mamma? Sapendo che distruggeranno delle vite? Il dolore é come se mi pugnalasse con un centinaio di coltelli contemporaneamente.
Dì a mia sorella di non spaventarsi, mamma, dì a papà di essere forte.Qualcuno doveva dire a quel ragazzo che non si deve bere e guidare... Forse, se i suoi glielo avessero detto, io adesso sarei viva.... la mia respirazione si fa sempre più debole e incomincio ad avere veramente paura.
Ti voglio bene e....addio.>>
Queste parole sono state scritte da un giornalista che era presente all'incidente.
La ragazza, mentre moriva, sussurrava queste parole ed il giornalista scriveva... scioccato. Questo giornalista ha iniziato una campagna contro la guida in stato di ebbrezza.
19.6.06
» Al referendum rispondiamo
dal bollettino di www.ildeposito.org
Dopo 32 anni dall'uscita dell'album "L'ultima crociata", dedicato al referendum sul divorzio, Fausto Amodei ripropone una canzone per votare "NO!" al referendum consultivo del 25 e 26 giugno, contro l'approvazione della riforma costituzionale approvata dal governo Berlusconi.
Questa è una registrazione fortuita, dato che è stata realizzata durante un'intervista dello "staff" del deposito.org a Fausto Amodei (avvenuta il 15 giugno 2006). Durante quest'intervista è venuta fuori questa canzone, abbiamo registrato il tutto e Fausto ha acconsentito alla diffusione di questo prezioso reperto.
Siete tutti invitati a diffondere la registrazione di questa canzone (sia audio che video), possibilmente citando la fonte.
file audio mp3 circa 4 mega
file video WMV, circa 10 mega
-
https://www.cuginidicampagna.com/portfolio-item/preghiera/ Una storia drammatica ma piena di Amore.Proprio come dice la canzone Una stor...
-
dalla nuova sardegna del 17\10\2011 di Paolo Matteo Meglio le manette ai polsi, piuttosto che una pallottola in testa. C...
-
Aveva ragione de Gregori quando cantava : un incrocio di destini in una strana storia di cui nei giorni nostri si è persa la memor...
Quanto successo è ripugnante, ho contattato il moderatore di Sardinia Forum (gommone@freemail.it) per avere ulteriori dettagli in merito.
Benchè "gommone" risulti evidentemente schierato a dx, Vi riporto la sua mail di risposta con alcuni dettagli utili per la nostra battaglia....
Hasta siempre!
Vanni
Ciao,
purtroppo è vero quanto affermi : l'acqua fa schifo in tutti sensi .... piombo, zinco, colibatteri & C. abbondano e gli amministratori comunali ( avidi come sempre e con stipendi da favola ) pretendono pure che i cittadini gliela paghino come acqua minerale ( una media di 250 euro procapite ovvero col vietatissimo forfait ! ). E' una storia lunga che s trascina da 15 anni almeno. Io sono uno di quelli che non la paga e che li ha denunciati 3 volte ma la magistratura.....dorme alla grande troppo impegnata ( forse) ad indagare anche dalle nostre parti il Berlusca.
Vere anche le notizie delle proteste con lenzuola, manifesti, volantini, forum, blob & C....proteste per le quali l'organizzatore sta pagando con, nell'ordine, motorino bruciato, poi la macchina ed in ultimo, qualche giorno fa, le botte con conseguente ricovero in ospedale.
Una vera storia mafiosa!
Interverrà stavolta la magistratura ? Io dico di no ma NOI comunque andremo avanti e che il Comune ( Sindaco e sua maggioranz se la prendano...immaginati dove !
(....e si dichiarano pure di sinistra sti' inetti )
Saluti
Francesco
-----Messaggio Originale-----
Da: "vannipaladini\@libero\.it"
Ciao,
ho visto che sei il moderatore in Sardinia Forum delle tematiche relative a La Maddalena.
Vorrei domandarti quanto c'è di vero sul fatto che l'acqua per gli usi civili non risulti essere "troppo potabile", e più in particolare se hai notizie circa determinate azioni di protesta dei cittadini verso il comune al fine di metter a posto il sistema idrico del paese.
Ho sentito parlare di lenzuola bianche esposte in segno di protesta verso l'inattività del comune.
Ne sai qualcosa per caso?
Grazie