L'iniziativa "Uno straccio di laicità" è partita per caso dai microfoni di Controradio News. Non ci si aspettava che potesse allargarsi a dismisura, invadendo persino il web. Ma tanto è...e anche io aderisco.
"Un gesto semplice per esprimere la nostra contrarietà alle pesanti e quotidiane ingerenze del Vaticano nella vita politica italiana. “Siamo tutti divorziati, tutti conviventi, gay, credenti e laici”, lo straccetto appeso alle borse, alle finestre, ad auto e scooter è un modo per dire basta. In maniera pacata e collettiva".
Ho bisogno di chiarire a me stessa ( e a chi vorrà partecipare al dibattito) il significato dei termini laico e laicità. Parole abusate a cui capita di attribuire significati del tutto arbitrari. Intanto ogni termine va inserito in un contesto preciso perché, nella lingua italiana, i significati si diversificano a secondo dei soggetti o degli oggetti a cui ci si riferisce. In secondo luogo, le parole sono soggette a modifiche sotto l’influsso di una corrente di pensiero o di una ideologia o addirittura della nascita di una nuova moda. Detto questo, mi avventuro in una sintesi!
Per un religioso, laico è un fedele non ordinato sacerdote e/o non appartenente ad una congregazione religiosa. Secondo questa prospettiva , ognuno di noi è laico! Il laico è partecipe “dell'ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo”, e il suo apostolato è “ partecipazione alla stessa, salvifica missione della Chiesa e a questo apostolato sono tutti destinati dal Signore stesso”. (Conc. Ec. Vat. II: Cost. Lumen Gentium, n. 31)
Nella vulgata comune, il termine assume un’ambiguità maggiore tanto che viene spesso assimilata a non cattolico, non credente, agnostico o ateo. È una distorsione generata dall’errore concettuale del definire il laico per mezzo di una negazione. In realtà, il laico non si definisce per antitesi a una posizione altrui, ma per occupazione di una posizione propria. Nel libro “Laicità, una geografia delle nostre radici”, a cura di Giovanni Boniolo, ho trovato questa definizione: “ La laicità è un atteggiamento intellettuale caratterizzato dalla libertà di coscienza, intesa quale libertà di conoscenza, credenza, critica e autocritica”.
Essere laico è, dunque, un valore, ma anche una scelta di vita consapevole . Laico è colui che pensa con la propria testa, che sa accettare le verità altrui, che sa dissentire ma anche accogliere le opinioni degli altri e sa argomentare per far rispettare le proprie idee. È , soprattutto, un uomo libero che non agisce in base ai dictat della religione, dell’ideologia o della morale perché rifugge da qualsiasi asservimento bigotto, ma che non esclude, a priori, il dialogo e il confronto tra “diversi”.
Nel suo intervento al congresso della Commissione degli episcopati della Comunità europea, riunita a Roma in occasione del cinquantesimo della firma dei Trattati di Roma, Prodi ha definito la laicità come “…la difesa serena, tranquilla, aperta dei valori comuni, la necessità di confrontarsi e convivere quotidianamente con valori profondamente diversi”. Il che richiama all’assunsione di valori forti, la capacità di un’apertura maggiore che superi il concetto di laicità inteso come separazione, opposizione, coercizione. In definitiva, una società che voglia definirsi laica non può “…chiudersi in un fortino ma dialogare in modo forte”.