26.7.21

la vera dittatura sanitaria è un altra è quella L’obiezione di coscienza e il caso Molise dove l'unico ginecologo che pratica l'interruzione volontaria della gravidanza rimanda la pensione perché non arriva un sostituto


Cari   anti green pass  e  cari antivacinisti (  acritici e  critici ) 
prima  di usare  le paroile  appuratevi  del 
 significato  . La vera  dittatura  sanitaria  è  un altra  cosa  .  Non è,  visto che  qui  si tratta  di provvedimenti  emergenziali   vista  la  pandemia   quella contro cui  voi  vi  opponete   al Green Pass negli irresponsabili  vista  la  mancanza    della diastranza  di siucurezza  e  l'uso di mascherina  ,  assembramenti di piazza dei giorni scorsi. La vera dittatura sanitaria viaggia sotto il nome di obiezione di coscienza, viene agita da decenni in tutte le strutture sanitarie e benché metta a rischio il diritto alla salute psicofisica di oltre la metà della popolazione, non fa alcun rumore  se  non qualche  voce isolata  . Nessuna istituzione la mette in discussione e anzi è protetta ed esercitata come se fosse intoccabile. In questo Paese è considerato pacifico il fatto che preservare l'integrità di coscienza di poche persone sia più importante che garantire il diritto di milioni di donne a decidere se essere madri o no.ed in alcuni casi  curatrsi   qual'ora  l'aborto  sia  spontraneo  .
Questa dittatura sanitaria ha conseguenze drammaticamente rilevanti sulla vita e sulla salute delle donne, perché le costringe a cercare strade alternative, più costose nei casi fortunati o meno sicure in tutti gli altri, per ottenere quello che in teoria sarebbe codificato come servizio essenziale del sistema sanitario nazionale, quindi garantito. Il caso dell'ultimo medico non abortista del Molise che non può andare in pensione perché nessuno si è presentato per sostituirlo mostra con chiarezza il cortocircuito normativo in cui siamo costrette a vivere in Italia.Stavoltà do ragione   alla  radical  chic  \   intellettuale  da  solotto    Miche  la murgia   quando dice    che 
 [...] Il contesto di questi pensieri è patriarcale, perché considera le donne funzioni del sistema e non persone; per questo Florynce Kennedy amava ripetere il paradosso che se gli uomini potessero rimanere incinti, l'aborto probabilmente diventerebbe un sacramento. Non sapremo mai se è vero o no, ma nel caso del Molise una certezza l'abbiamo già ed è che abbiamo un problema democratico: il diritto a obiettare per i medici è infatti garantito ovunque, mentre una donna che non vuole diventare madre deve avere abbastanza fortuna da vivere nella regione giusta. Se davvero vi indignano le dittature sanitarie, considerate questa, se non altro perché, a differenza dell'altra, è vera. [ ... ] da    repubblica   comment del 26\7\2921 

Infatti Nel nostro sistema ci sono infatti due diritti confliggenti: quello di decidere di non generare e l'altro, quello di sottrarsi a uno specifico compito medico regolato dalla legge. Poiché il secondo diritto è considerato indiscutibile, quando a rivendicarlo è la maggioranza dei medici di un territorio, appare chiaro quale dei due sia davvero prevalente: in assenza di ginecologi che facciano il loro mestiere  nel  pubblico  e  per intero, le donne perdono la garanzia di poter scegliere se fare o non fare una delle scelte più importanti  e  spesso  dolorose  (   dipende  da  casao  a caso    vedi la vicenda  di  Alice  Merlo   foto a  destra      intervistata      su queste  pagine che  non ha  provato     dolore  non l'aver  scelto  di ricorrere  all'interruzione  volontaria di  gravidanza  )   della loro vita. Le più fragili ed esposte tra loro - perché giovanissime, precarie o in relazioni abusanti - pagano conseguenze
che nessuno sembra considerare rilevanti. 
Su molti dei media che commentano la notizia si sente volentieri la specificazione che il Molise sarebbe una delle regioni a più basso indice di natalità d'Italia, come se i due dati - libertà di scelta e culle vuote - fossero collegati o dovessero esserlo. Eppure è proprio il caso del Molise a dimostrare che, anche in condizioni di quasi impossibilità di interruzione delle gravidanze, chi non vuole diventare madre non lo diventa comunque. Dietro quel pensiero, sostenuto apertamente dai partiti di destra e dai loro esponenti istituzionali, c'è però un ragionamento fallace: se siamo un Paese di vecchi la colpa è delle donne egoiste che non fanno più figli. La soluzione al problema della natalità nazionale per molti sarebbe evidentemente quella di obbligare le donne a riprodursi anche quando non vogliono, trattandole come fattrici di stato, gravide obtorto collo per procura nazionale.Il contesto di questi pensieri è patriarcale, perché considera le donne funzioni del sistema e non persone; per questo Florynce Kennedy amava ripetere il paradosso che se gli uomini potessero rimanere incinti, l'aborto probabilmente diventerebbe un sacramento. Non sapremo mai se è vero o no, ma nel caso del Molise una certezza l'abbiamo già ed è che abbiamo un problema democratico: il diritto a obiettare per i medici è infatti garantito ovunque, mentre una donna che non vuole diventare madre deve avere abbastanza fortuna da vivere nella regione giusta. Se davvero vi indignano le dittature sanitarie, considerate questa, se non altro perché, a differenza dell'altra, è vera.
Ecco quindi      che   per  continuare a garantire l'aborto in Molise Michele Mariano, 69 anni,  foto  in  alto ad inizio post   unico ginecologo non obiettore a praticare le interruzioni volontarie di gravidanza nella regione, ha rimandato la pensione. Per sostituirlo non si è fatto avanti nessuno. L'avviso pubblico per reperire altri medici non obiettori è stato una chiamata nel vuoto. Così per Mariano è arrivata la proroga, che lo terrà in servizio all'ospedale Cardarelli di Campobasso fino alla fine dell'anno. La caccia al sostituto continua, ora è stato bandito un concorso. Intanto, da pochi giorni, l'Azienda sanitaria ha assegnato al Dipartimento Ivg la ginecologa Giovanna Gerardi, che affiancherà Mariano per 18 ore a settimana. Una buona notizia, che però non basta a tranquillizzare i sostenitori della 194.
  
  ecco    cosa  ha  dichiarato lui stesso  a   https://www.repubblica.it/  qui l'articolo  integrale  

Dottore, come è possibile?
"La nostra è un'anomalia, è vero, ma il problema è nazionale. I medici non obiettori mancano in tutta Italia. E una volta tanto devo spezzare una lancia per l'amministrazione. Magari in passato non ha agito bene, ma stavolta non ha colpe: ha bandito subito un avviso, sta bandendo un concorso. Ora è arrivata anche la collega che ci darà una mano ed è già una piccola vittoria".

La dottoressa Gerardi quanto rimarrà? Prenderà il suo posto?
"Non lo so. Non so nulla purtroppo".

Perché non sono arrivate risposte per l'avviso?
"Perché chi fa aborti non fa carriera: trovatemi un primario che ne faccia. In Italia c'è la Chiesa, e finché ci sarà il Vaticano che detta legge questo problema ci sarà sempre. Ci sarà sempre un vescovo che chiama il politico di turno e si assicura un primario non obiettore per un pugno di voti. E poi perché la maggioranza dell'opinione pubblica - e dei colleghi - considera chi pratica le Ivg come qualcuno da mettere da parte, ginecologi di serie B, che fanno qualcosa di brutto. Io qui sono "il medico degli aborti": si scordano che faccio anche partorire".

Soffre a essere definito così?
"Sono 40 anni che faccio questo lavoro. Non mi sento un sicario, come disse Bergoglio, applico solo la legge. Nessuno si diverte a fare interruzioni di gravidanza. Per strada mi salutano solo le donne che ho fatto partorire, di rado le altre, perché c'è vergogna. Ma sapesse quante mi ringraziano privatamente per averle aiutate a interrompere una gravidanza, specie quelle che lo hanno fatto per ragioni mediche".

Che presentimento ha per il concorso: arriveranno domande?
"Prevede l'assunzione a tempo indeterminato, per cui è possibile che arrivino. Ma è anche probabile che chi si presenta lo faccia solo per essere assunto e poi diventi obiettore. La mia speranza è che si presenti qualcuno che davvero desidera continuare il mio lavoro".

Un solo non obiettore per tutta la regione non è comunque poco?
"Con il concorso si fa una graduatoria da cui pescare. Può essere assunta una persona, due o tre. La situazione potrebbe migliorare".

Rispetto all'applicazione della 194, quali sono i problemi nazionali cui faceva riferimento?
"Prima di tutto l'obiezione di coscienza. La legge la consente, e allora la battaglia va fatta a monte: già all'università, non bisognerebbe permettere a chi vorrà fare il ginecologo di diventare obiettore. Poi bisogna impedire che un ginecologo possa scoprirsi di colpo obiettore dopo essere stato assunto magari con un concorso bandito per garantire l'applicazione della 194. In Svezia, i ginecologi che rifiutano di praticare le Ivg vengono licenziati, perché un aborto è parte del loro lavoro. In Italia no: si fanno assumere, diventano obiettori e arrivederci. La lotta va condotta a livello nazionale, su scala locale si può fare poco. Poi è vero, le amministrazioni territoriali trascurano il problema, ma anche un direttore generale non può mettersi contro una legge che permette ai medici di esercitare un diritto".

Lei in pensione ci vuole andare?
"Io no, ne ho di tempo davanti per bighellonare al mattino e la felicità di far nascere bambini mi spinge a continuare. Ma ho la sensazione che, dati i tempi dell'Italia, non si riuscirà a fare questo concorso per quando me ne dovrei andare".
Se non c'è un sostituto resterà?
"Io ci sono, ma non sono Highlander. Io lavoro e lo faccio per il bene delle persone, ma in un modo o nell'altro dovrà finire. Probabilmente mi prorogheranno ancora".

In Sardegna cane pastore non scappa di fronte alle fiamme per proteggere il gregge, salvato da un veterinario

da :
1)
https://www.lastampa.it/la-zampa/cani/2021/07/25/news/ qui il link originale
2) https://www.fanpage.it/attualita/ qui l'articolo originale


In Sardegna cane pastore non scappa di fronte alle fiamme per proteggere il gregge, salvato da un veterinario

In Sardegna cane pastore non scappa di fronte alle fiamme per proteggere il gregge, salvato da un veterinario

Il suo corpo è ricoperto di ustioni. Le più gravi sul muso e sui polpastrelli. Avrebbe potuto mettersi in salvo da quelle fiamme che stanno devastando la Sardegna, evitarsi queste ferite che segneranno per sempre il suo corpo. Ma lui non è un cane qualunque. Lui è un cane pastore. Lui è quel cane che deve organizzare e proteggere il suo gregge. E così non si è allontanato, non ha abbandonato il suo ruolo ed è rimasto bloccato su un muretto.

Il cane beve acqua in clinica, segnali di speranza dopo le ustioni in Sardegna

Oltre 20mila ettari di territorio, di boschi, oliveti e campi coltivati sono stati ridotti in cenere, aziende agricole devastate, case danneggiate. È pesantissimo il bilancio del gigantesco rogo scoppiato nel Montiferru, nell'Oristanese. E a questo, alle oltre 1500 persone sfollate, si aggiunge anche il dramma degli animali: non si conoscono i numeri, ma stanno arrivando moltissime immagini di animali bruciati vivi o morti soffocati per il fumo inalato.

Rogo Oristanese: strage di pecore nelle campagne

Questo cane, trovato a  Tresnuraghes, ce la farà grazie al pronto intervento di Angelo Delogu, il veterinario che lo ha salvato: «Rimasto fermo sul muretto mentre le fiamme lo avvolgevano – scrive su Facebook  –.  No, non l’ho soppresso perché guarirà. Non ha il chip, dubito che succeda ma se qualcuno dovesse riconoscerlo si faccia sentire».

Ora il povero animale è stato stabilizzato e trasferito nella Clinica Veterinaria Duemari per l’ospedalizzazione. Ce la farà, uno dei simboli di speranza di questo dramma.

Il miracolo di Cabras: due cani si salvano dalle fiamme nascondendosi dentro un ulivo

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il suo corpo è ricoperto di ustioni. Avrebbe potuto mettersi in salvo da quelle fiamme che stanno distruggendo la Sardegna. Ma lui, cane pastore, ha preferito restare fermo davanti quel muretto e proteggere il suo gregge a Tresnuraghes, nel Montiferru, la zona più colpita dagli incendi sull’isola. Ora si trova alla clinica veterinaria Duemari di Oristano: “I grandi ustionati non migliorano. Perdono pezzi. Si tratta di vedere quanti pezzi perderà. Se supera una determinata percentuale sarà morto”, fanno sapere a Fanpage.it dal centro.
                                A cura di Biagio Chiariello





Non solo campagne, terreni e migliaia e migliaia di ettari divorati dalle fiamme in Sardegna. Gli incendi nell’Oristanese hanno visto vittime moltissimi animali, alcuni dei quali non sono riusciti a scampare al fuoco. Altri, invece, come un cane da pastore recuperato a Tresnuraghes, al confine con la regione storico-geografica del Montiferru, sono stati più fortunati: sarebbe rimasto fermo davanti al muretto per difendere le sue pecore. L'animale, di cui non si conosce il nome, è diventato il simbolo degli incendi in Sardegna. Ora è ferito con ustioni alle zampe, ai polpastrelli e al muso, i veterinari della clinica veterinaria Duemari di Oristano, dove è ricoverato, non sanno ancora se riuscirà a sopravvivere.
"I grandi ustionati non migliorano. Perdono pezzi di pelle. Si tratta di vedere quanti ne perderà. Se supera una determinata percentuale sarà morto – fanno sapere a Fanpage.it dalla clinica – Il rene collassa. E non riesce più ad allontanare la tossicità che derivano dalla necrosi. Un altro cucciolo ha avuto i polmoni ustionati dalla inalazione dell’aria rovente. È sotto ossigeno ma soffre terribilmente".
Le fiamme in Sardegna hanno devastato oltre 20mila ettari di territorio, distrutto aziende agricole, danneggiato case, provocato migliaia di sfollati. Questo il pesantissimo bilancio dell'enorme rogo scoppiato nel Montiferru, nell'Oristanese. A ciò si aggiunge il dramma degli animali: non si conoscono le cifre, ma sui social e sui media locali giungono ora dopo ora immagini di animali bruciati vivi o morti soffocati per il fumo inalato.



25.7.21

Il soldato Adler torna in Italia per riabbracciare i tre bambini della sua foto: una colletta per il viaggio (ansa) L'appello della figlia del soldato americano che, oggi 97 anni, arriverà il 23 agosto per incontrare i tre di Monterenzio

 Di cosa  stiamo   parlando  
non ricordo    l'url del  mio   blog sove  scrissi  di tale storia    riportoqui  i  link  dell'articolo  citato  

N.b se non doveste vedere il videolo trovate a questo   url  https://bologna.repubblica.it/cronaca/2021/07/25/news/il_soldato_adler_torna_in_italia_per_riabbracciare_i_tre_bambini_della_sua_foto_una_colletta_per_il_viaggio-311712420/

Il soldato Adler torna in Italia per riabbracciare i tre bambini della sua foto: una colletta per il viaggio




BOLOGNA  Un appello, per aiutare il veterano di guerra americano 97enne Martin Adler ad abbracciare i tre bambini sbucati da una cesta a Monterenzio, nel Bolognese,  immortalati dalla sua macchina fotografica durante la Seconda Guerra Mondiale e ora ritrovati, grazie ai social media,  a distanza di tanti anni. A lanciarlo - raccolto sul suo profilo Facebook dal giornalista Matteo Incerti, autore del libro sulla vita dell'ex militare statunitense 'I bambini del soldato Martin' - è la figlia dell'uomo,  Rachelle Shelley Adler Donley.

Si realizza il sogno del soldato Usa Adler: rivedere i tre bambini conosciuti nel 1944

Il 97enne, si legge sul profilo del giornalista, il  23 agosto da Miami via Londra atterrerà all'aeroporto di Bologna e abbraccerà i fratelli Bruno, Mafalda, Giuliana Naldi, i tre ex piccoli di Monterenzio, ora residenti a Castel San Pietro. Poi per due settimane sarà sull'Appennino bolognese , una tappa in Toscana e Napoli e Roma per incontrare le persone conosciute al tempo della Guerra e che sono rimaste nella sua memoria e nel suo cuore. Durante il suo tour italiano "il veterano - viene spiegato da Incerti - realizzerà disegni che metterà all'asta per beneficenza. A Bologna andranno in beneficenza all'Associazione Genitori Ematologia e Oncologia Pediatrica in memoria di Irene , bimba di 13 anni morta la scorsa settimana che sognava di incontrare Martin". Il viaggio, viene spiegato ancora da Incerti , "avrà costi altissimi vista l'assistenza medica di cui Martin e la moglie  hanno bisogno. E' partita la raccolta fondi per dare una mano" e  quello che avanzerà andrà al progetto di educazione ambientale e civica della Scuola nel Bosco di Siano, nel Salernitano. Sul suo profilo, Incerti, pubblica integralmente il lungo l'appello della figlia di Adler.   "Con il vostro aiuto - scrive in un passaggio  prima di ricostruire tutta la vicenda del 'ritrovamento dei tre 'piccolì bolognesi -   Martin ripartirà ancora una volta per l'Italia! Questa volta in una missione di pace e celebrazioni, invece che come soldato di unità di combattimento durante la seconda guerra mondiale. Le spese saranno molto alte per i voli di oltre 13 ore e gli alloggi giornalieri. Non sappiamo quale sarà il costo finale. Sarebbe un sogno che si avvera per lui tornare in Italia con sua moglie Elaine che ha bisogno anche lei di assistenza. Martin sogna di riabbracciare Bruno, Mafalda e Giuliana".  militare americano, ricorda la figlia in un altro passaggio, "non aveva ancora 20 anni quando arrivò a Napoli il 21 marzo del 1944 mentre il Vesuvio eruttava. Sono passati settantasette anni da quella felice fotografia sull'Appennino bolognese con tre bellissimi bambini: Bruno, Mafalda e Giuliana.Mentre stavano cercando tedeschi nascosti, mio padre John Bronsky (deceduto nel 2011), videro un grande cesto chiuso muoversi e dal quale si udivano rumori. Nessuno uscì, nemmeno dopo essere stato avvertito. Martin dice che è stato Dio a farli esitare nel premere il grilletto e sparare.  All'improvviso da quel cesto sono usciti tre bambini. Piccoli e bellissimi. Sollevato e sopraffatto dalla gioia, mio padre abbracciò i bambini. Poi chiese di scattare una fotografia con loro. La loro mamma acconsentì, ma solo dopo che questi si fossero cambiati con i loro migliori vestiti, quelli della domenica. Per settantasette anni, Martin ha amato quella foto e si è sempre interrogato sulla sorte di quei tre  bambini". Ora, rintracciati grazie al Web su cui la foto è volata, la possibilità di riabbracciarli.

esistono gli eroi a 4 zampe Palinuro, l'ultima impresa dei cani eroi: labrador salva un'altra bagnante

 e   poi  si vuole  vietare l'ingresso dei cani  in spiaggia  o relegarli  in spiagge  a  loro dedicate  

  da reubblica  

Gli animali ci risolvono (e ci salvano) la vita più spesso di quanto siamo portati a
credere. È di una settimana fa il salvataggio di una ragazza di 15 anni sulla spiaggia di Palinuro da parte di due lifeguard d’eccezione: Luna e Igor, i labrador della Sics, la Scuola italiana cani da salvataggio - Tirreno. Ed ecco una nuova potenziale vittima che deve ringraziare un amico dei due eccezionali labrador per averle evitato una morte certa.La costa cilentana, da Santa Maria di Castellabate verso sud, ogni anno scrive numeri a due cifre nel registro degli annegati, a causa di correnti fortissime, che trascinano via i bagnanti – anche i più esperti – senza possibilità di salvezza. A Palinuro, la donna che ha passato un brutto quarto d’ora, stavolta, era una cinquantenne che non pensava – come tutti – che a 60 metri dalla riva si potesse essere presi come da un vortice e portati lontano, mentre, inutilmente, si cerca di nuotare controcorrente.

Cilento, labrador salvano 15enne dalle onde: "Ora sono la mascotte della spiaggia"


Ma è arrivata Neve, una labrador color miele di 5 anni, con il suo conduttore Sebastiano, e, agganciatala, l’hanno riportata a riva sana e salva. Il mare di Licosa, San Marco, Santa Maria è infido e trae in inganno anche i più esperti nuotatori a causa dei bassi fondali: appena "non c’è più piede" cominciano i guai, la corrente trascina in mare aperto e la lotta per approdare diventa strenua. Molti non ce la fanno, e quel tratto di costa detiene un triste record. Con i cani da salvataggio, però, qualcosa è decisamente cambiata. Lo spiega Biagio D’Aniello, professore di Zoologia alla Federico II e con il suo cane Flash (ora in pensione) detentore del record mondiale di salvataggi (20) con la stessa scuola Sics: «Dal 2013 siamo in convenzione con il Comune di Palinuro e collaboriamo con la Guardia costiera. Da quando ci siamo noi nei fine settimana si registrano zero morti. Prima non era così». La Sics, la più grande scuola d’Italia, con più di mille iscritti, ha però soltanto 400 unità cinofile sul territorio nazionale, che sono un vanto italiano: gli Usa ora vogliono dotarsi di cani da salvataggio, e per farlo chiamano i nostri istruttori.

non sempre frugare nella merda per creare letame o trovare perle è utile . il caso Adinolfi e Paola Egonu

 lo so che non dovrei dare visibilità e rispondere ad insulto con altri insulti ad odio con odio a tale feccia ( con risposto per la feccia visto che a volte in essa possono esserci delle perle o d'esse nascere i fiori ) ma non ce la faccio . Infatti era uno di quelli che ( percvhè per me non importa se uno\a è conservatore \ progressista o di pensiero di verso dal mio ) seguivo ed interagivo su fb , ma poi vista la deriva sempre più omofobica , razzistica ( vedere il commento sotto ) , ed adesso sempre più exenofoba l'ho rimosso . Tanto da credere che fosse , visto il silenzio , scomparso o morto . Leggendo il suo vergognoso post da me riportato mi sono reso conto di aver fatto bene e di non provare nemmeno pe r un istante rimpianto ed rimorso nell'averlo rimosso senza darli una seconda chance Ma quando la merda è troppo puzzolente è inutile rimestarla alla ricerca di perle o per crerarci letame per far crescere i fiori .




FESTA DEGLI INUTILI © Daniela Tuscano

FESTA DEGLI INUTILI
#25luglio. Data fatidica, che per la storia d'Italia ha segnato un capitolo drammatico. Ma da oggi, questa data è altro. Per volere di #PapaFrancesco è diventata la #giornatamondialedeinonniedeglianziani. Cioè a dire, delle persone che soprattutto nelle società occidentali - ma non soltanto, l'ultimo romanzo di #abdellahtaïa lo dimostra - sono viste come inutili, improduttive, "eccedenti". Sì, il tempo umano è sempre un eccesso. Nel "Mondo Nuovo" di #Huxley, dove una comunità post-umana appariva sempre esteticamente gradevole, i sessantenni di colpo sparivano - #Orwell avrebbe detto "vaporizzati" - in cliniche misteriose e di loro non si sapeva più nulla. Ancora in forma fisica, eppure ormai scaduti, travalicanti l'efficienza tecnologica, a rischio malattia, degenza, cura. Inutilità, appunto.
Ricordare oggi l'inutilità, dell'anziano ma, in generale, dell'umanità intera, è rivoluzionario. Di più: è profetico. Rammenta che per inutilità siamo nati, e, per chi crede, il servo perfetto è quello inutile. I #serviinutili del #vangelo non equivalgono però a degli incapaci. Il servo inutile è colui, o colei, che non attende ricompensa. È il servo gratuito che offre la sua opera non per dovere ma per un moto del cuore. Che è sempre spontaneo, mai estemporaneo. Non un vago sentire, poiché la vocazione umana è amare e null'altro.
Gli anziani raffigurano più di tutti questa gratuità/inutilità. Vanno amati non solo perché hanno dato e continuano a dare - in Italia, secondo gli analisti, rappresentano il #welfare che lo Stato non sa fornire -, ma perché esistono, col loro corpo fattosi storia e radici, con la loro impossibilità, talora, di ricambiare. Non in una logica mercantile, almeno; in un certo senso, gli anziani sono un naturale argine alla pervasività del Capitale.
Il #covid_19 è in questo senso una epidemia molto "moderna", avendo falcidiato dapprima gli "inutili", le radici. Un altro passo verso l'atomizzazione dell'umano e il conseguente annichilimento. Ci è rimasto Francesco, un vecchio del tempio inutile, ché la religione, santa e cattolica, cioè universale, contraddice in nuce la privatizzazione di Dio a immagine e "utilità" dei singoli. Ben venga quindi la giornata degli anziani, la nostra. Ben venga questa risacca d'inutilità.
© Daniela Tuscano

23.7.21

esistono anche i cattolici praticanti pro ddl zan intervista ad Irene Spadaro

Prima d'iniziare  il post  dìoggi intendo  tranquillare   chi fra i vecchi o  nuovi " fans " hanno abbandonato  o stanno    abbandonando   la  nostra    appenmdice   social  del  blog   (  www.facebok.com\compagnidistrada )  perchè    troppo ci sono troppi  articoli e  troppi post   contro il decreto  e su posizioni     anti Ddl Zan  .  Io non sono    contro   ma a  favore    anche  se  con delle riserve  . Infatti ,i post  che   condivido    o scrivo    compreso quello   che   scrivo   ed  il  post   sotto lo dimostrano   (  o  almeno ci provano   ). Infatti   ho  e  continuerò  ad essere a  360  gradi     , ospitando i pro  ed  contro   quando non scrivo o  condivido  io  miei  post  . 
Per  dimostrarlo  annuncio      che  seguiranno  altre interviste\  chiaccherate  ad  amici   e  compagni
ditrada     cosi   rispondo  anche  allle lettere  ed  ai messaggi   di  cattolici  praticanti    pro  DDL  ho   deciso  d'intervistare  ,  in reatà poi si è trasformata  in   una  piacevole  e  d interessante   e  formativa   chiaccherata ( non si finisce mai  d'apprendere   cose   nuove    e  capire    che  l'idee  \  concetto   che avevi  prima su quel fatto vanno o approfondite a o cambiate   )  , Irene  Spadaro Attrice, regista, autrice presso Teatra'ndo vai   una  mia catrissima  amica  \  compagna  di  strada    pre  blog e pre  social   , ovvero i miei pensieri   e lo scabio  d'opinioni   vernivano via  email  o  su Icq  e i miei  pensieri  o dei miei  comapgni di viaggio  \  di strada  e  lo scambio  d'opinioni      veniva  diffuso  \  fatto coircolare   attraverso  una Mailist  \  News letters  artigianale  .
Dopo  questo spiegone       andiamo    al post  veero e  proprio  .
Come   spesso mi accade  , avendo  un  scarsa conoscienza   su tale argomenti  ,    sono partito  con il  piede   sbagliato  chedendole  : <<  poichè sei l'unica cattolica che io conosco che è  schierata  a favore del decreto zan , ti farebbe piacere intervistarti per il mio blog www.ulisse-compagnidistrada.blogspot.com t'antrebbe ?  >> 
Meno male   che  è una  tipa  alla mano  oltre     ad  aver  accettato    ha    voluto   precisare    che   <<  
 Non sono l'unica. >>
Dopo  questa  Gaffe  ecco  che  arrivano  le  mie prime  donande  : <<  il decreto zan va bene coasi come è o ha qualche criticità ? l'identità va separata dal sesso come chiedono le femminister anche del mondo lgbt+ della vecchia guardia ? se ci fosse qiualcosa da cambiare cosa avesti cambiato o votato contro ? >>
Infat lei mi  ha chiesto  se   <<   per identità intendi identità di genere giusto ? ma  soprattutto  <<  Per femministe della vecchia guardia cosa intendi? >> . Io   con la  faccia in terra  stavo per  mollare   tutto e   ed  lei  lo ha  capito   e mi ha  consigliato  di   farle  delle domande precise che e  che   semmai aggiustiamo anche la domandaCosa  che ho    fatto     .
Mi sono dato da  fare   è finalmente sono arrivato  a  l'intervista  vera  e propria 
 

N.,b
I=io  e IR=irene 

I( IO )   da cattolica praticante che ne pensi di tali assurde dicharazioni : << Mai andare oltre quello che ci è stato consentito, altrimenti si perde il concetto di essere umano >> Così la senatrice della Lega Antonella Faggi ha concluso il suo intervento nel corso della discussione generale sul Ddl Zan nell'aula del Senato. <<Se il Signore ci avesse voluto così molteplici, così diversi, avrebbe fatto in modo che da

soli potessimo cambiare il nostro sesso e il nostro modo di fare. Invece non siamo così - ha detto Faggi - Noi siamo come Dio ci ha fatto e dobbiamo accettarci. Non possiamo spingerci oltre, mai spingersi oltre la natura >>di solito molti cattolici praticanti sono contratri al decreto zan tu come se tra quelli favorevoli perchè  ?
Ir ( Irene  )
Persone che rivestono ruoli politici e si esprimono come Faggi finiscono per essere più "realisti del re". Convinti di accaparrarsi il consenso cattolico basano la loro forza su affermazioni che non hanno senso. Se dovessimo tenere le cose per come Dio le ha messe nel magnifico giardino dell'Eden, dalla tecnologia alla medicina, dalle specializzazioni dell'agricoltura all'allevamento sono, come il cambiamento climatico ci sta evidenziando, contro natura e secondo il loro sillogismo contro la volontà di Dio. La dottrina cattolica necessita di alcune formule istituzionali rigide, ci sono delle necessità ereditate dal potere clericale che doveva governare non la crescita spirituale dei propri fedeli ma i propri beni e domini. Ora, gran calma. Questi parlamentari non hanno come gost writer un team parrocchiale che chiede la difesa del loro diritto di gridare "ah frocio de merda" al ragazzino più dolce e delicato dell'oratorio, ma hanno alle spalle studiosi di marketing e le loro affermazioni sono studiate per creare allarme, ponendo davanti degli spauracchi terrorifici in cui tantissimi cattolici non si riconoscono. Ora, tutelare delle persone perseguitate, umiliate in pubblico, a cui viene fatta terra bruciata per una disabilità, o per il proprio orientamento sentimentale. Eh sì perché si fa tanto baccano sulla "lobby gay" ma nel DDL Zan c'è anche la difesa dei disabili e fa meno "dalla parte degli ultimi" osteggiare una legge che tuteli una delle parti di marginalità spesso cavalcata per raccogliere consensi elettorali .
Una grande realtà che il dibattito sul DDL Zan mette a nudo è quella della foto che ti ho mandato. Gli italiani si voltano, le italiane votano. Quando alle italiane fu consentito votare, diedero come indicazione di andare al seggio senza rossetto. Quale disturbo psichiatrico agisce in una donna, secondo il parametro di un uomo, a baciare la cedola elettorale appena segnata?
Carissimi uomini, onorevoli sostenitori del diritto di poter dire la propria opinione, vi devo consolare, è vero, non si può più dire niente. Se il vostro vocabolario ha solo insulti, paura che un uomo guardi il vostro culo come voi guardare quello di una donna, paura che vi fa reagire prendendo a sprangate due che camminano per mano, se tutto il vostro linguaggio si esaurisce in affermazioni di svalutazione del corpo, della sessualità, affettività degli altri allora sì, è vero, siete destinati al silenzio. Ma voglio lanciarvi una speranza, si possono avere molte più parole di quelle che usate, lo so è una medicina amara che viene somministrata in luoghi terribili dove si spaccia gratuitamente. No, dai non è il parchetto sotto casa, ma è quel posto in cui la vostra ignoranza, iniziando dai libri per bambini, verrà annullata. Sì sto parlando delle biblioteche, in quanto un libro non vi azzardate a comprarlo a meno che non dia ragione a quel che già pensate.

 ( I  )  secondo le femministe quelle della vecchia guardia ( vedi la terragni e il gruppo facebok I-Dee ) andrebbe separata l'identità di genere ( il cosidetto gender ) dal sesso , tu che ne pensi ?
( IR ) Per femministe della vecchia guardia cosa intendi?
 (  I )    quelle  di -Dee  questo gruppo https://www.facebook.com/groups/1555720544718714 che  si diferenziano  da    quelle     progressiste     come   Alice merlo  ( la trovi   nei  miei  contatti   e   cercando  nei post    del blog  )  
(IR ) Femministe classiche poi capiremo che diamine vuol dire. Il femminismo è un movimento che va ad ondate, dal primo discorso per chiedere diritto alle donne, passando per Mary Wollstonecraft a Simone De Beauvoir, ad oggi il femminismo più combattivo, quello che da fastidio come i mattoni lanciati contro le vetrine da parte delle suffragiste è il femminismo intersezionale che di sicuro non si protegge la schiena escludendo quanto di scomodo c'è oggi.
Teoria Gender! Santa patata. Ora a me piacerebbe tenervi una mezz'oretta davanti alla professoressa Rossella Ghigi (  foto  a  sinistra  tranquilli è etero, sposata ed ha anche figli) che vi fa capire quanto di confusivo ci sianelle argomentazioni di chi cavalca lo spettro inquietante della teoria gender. A me personalmente piacerebbe spostare il discorso dai genitali ai genitori, dal sesso insito nella parola all'educazione ai sentimenti. Si apre un discorso molto lungo che nelle parrocchie si fa poco, dato che in caso di sentimenti diretti verso qualcuno dello stesso sesso, viene raccomandata l'astinenza e lì si chiude il discorso ma si aprono le cantine, gli angoli bui, i mariti felici nelle foto ed infelici altrove che nell'armadio nascondono se stessi.
 Alla  fine   lei  mi   ha  scritto  <<  Boh è troppo generico quello che mi hai chiesto più di così non ti so rispondere >>   Ma  per  me       va benissimo   . tale   dibattito  è stato  molto  formativo    ed  utile  . 
IR << Gentilissimo. Mi fa piacere che hai messo una foto della prof Ghigi >>
I  << grazie a te della disponibilità , beh è ovvio , perche è  una studiosa in gamba , da quello che ho letto in rete   cercando chi è dopo che me l'avevi segnalato nelle risposte , ma poco nota al grande pubblico>>

caro Burioni non è con il sarcasmo che si convince la genre a vaccinarsi soprattutto quello che non lo vogliono fare per paura e che non sono bufalisti o complottistyi

 come ho  già  scritto  sul mio  facebook ( chi mi segue li    può  anche saltare  il post  oggi  ) 

Sinceramente sono deluso da Burioni, mi sarei aspettato un altro tipo di atteggiamento. Blastare e fare l'acidello/sarcastico in ogni situazione non è la soluzione per convincere la gente a vaccinarsi, anzi, fa estremizzare di più le opinioni soprattutto di chi ha paura a vaccinarsi . Questo atteggiamento andrebbe bene per i memers o al massimo per gli influencer, non di certo per un affermato professionista quale è lui.
Potrebbe essere uno screenshot di Twitter raffigurante 1 persona e il seguente testo "Roberto Burioni @RobertoBurioni Propongo una colletta per pagare ai novax gli abbonamenti Netflix per quando dal 5 agosto saranno agli arresti domiciliari chiusi in casa come dei sorci. 00:08 23/07/21・ Twitter for iPhone"

non bastavano gli scontri nel nostro paese ora dopo il fatto do Vogher a iniziano come negli Usa quelli tra i pro armi e quelli contro i no armi .



da https://www.lanotiziagiornale.it/
Effetto Lega: mai tante armi in giro. Boom di licenze dopo la legge voluta dal Carroccio. Ma dopo il caso Voghera cresce il fronte di chi invoca una stretta





Da quando sono cambiate le norme per la legittima difesa (leggi l’articolo), su input dell’allora ministro dell’interno Matteo Salvini, molti italiani hanno deciso di armarsi. Questo almeno è quanto ci suggerisce la cronaca nera, dove negli ultimi anni si sono susseguiti casi di omicidi in risposta a furti e rapine, e soprattutto i dati forniti dalla Polizia di Stato secondo cui, soltanto negli ultimi dodici mesi, per giunta nel pieno della pandemia, c’è stata una vera e propria corsa all’ottenimento di licenze e al consequente acquisto di armi. Secondo l’ultimo censimento, sono oltre un milione e 286 mila le licenze con un balzo in avanti di quasi il 10% rispetto al 2019, anno in cui si era verificata una diminuzione complessiva. Balzo in avanti anche per le licenze per tiro sportivo che sono passate dalle 548mila del 2019 alle 582mila del 2020. Unico dato in controtendenza è quello delle licenze per la caccia che sono 649mila, in flessione di 22mila unità rispetto all’anno precedente. A questi numeri vanno aggiunte anche le licenze di nulla osta, ossia un tipo di licenza che permette – al pari di tutte le altre – di possedere armi in casa, ma che non vengono conteggiate. Quel che è certo è che in Italia la diffusione domestica di pistole e fucili inizia a creare apprensioni, imponendosi come un tema politico da affrontare e risolvere. A volere
la nuova norma sulla legittima difesa era stato l’intero Carroccio con in prima fila Salvini e l’allora sottosegretario all’Interno Nicola Molteni. Ora però quel testo viene sempre più messo in discussione nel tentativo di rallentare la corsa all’argamento da parte dei privati. Che le cose stiano così lo dice Gianluca Ferrara, vicepresidente del di M5S al Senato, che pochi giorni fa ha raccontato: “Un anno fa ho presentato un ordine del giorno che impegnava il governo a creare un coordinamento tra le forze di polizia e le strutture sanitarie. L’obiettivo è quello di togliere le armi a persone che hanno sviluppato disturbi”. Sfortunatamente questa iniziativa non ha avuto seguito tanto che, prosegue il grillino, è stato aperto “il tavolo di lavoro con il ministero” ma l’iter è ancora lungo e “bisogna velocizzarlo”. Apprensioni che non riguardano solo i grillini tanto che, dopo quanto accaduto a Voghera (leggi articolo), anche il Partito democratico sembra iniziare ad interessarsi al problema. “Una cosa dobbiamo e possiamo farla: Stop alle armi private. In giro con le armi ci devono essere solo poliziotti e carabinieri”, è il testo pubblicato sui social dal segretario nazionale del Pd, Enrico Letta, commentando l’uccisione di un marocchino da parte dell’assessore leghista Massimo Adriatici.



Ora Un cittadino medio può accedere a due tipi di pistole : i revolver e le semi-automatiche. I revolver hanno il tamburo e non necessitano di “mettere il colpo in canna” per sparare. Basta tirare inidetro il cane e fare fuoco. Sembrerebbe poco sicuro ma è il contrario perché per far partire un proiettile servono una serie di gesti attivi, intenzionali e molto decisi. Se un revolver cade a terra, è quasi impossibile che parta un colpo. Ancora più improbabile che, maneggiato da qualcuno che non tiri intenzionalmente indietro il cane e prema il grilletto, un colpo possa partire. NOTA: oggi i revolver più diffusi sono a doppia azione e prevedono che tu non debba tirare indietro il cane per sparare il primo colpo ma, in quel caso, nel primo colpo sparato il grilletto ha una corsa molto lunga e prevede una pressione molto forte.Con le semi-automatiche è, specie se vecchie, è relativamente più facile, per questo tutti i modelli (a differenza dei revolver) hanno una sicura primaria e, spesso, una seconda sicura “passiva” o di sensibilità, che necessita proprio che tu prema il grilletto con decisione e intenzionalità per fare fuoco. Aggiungiamo che con le semi-automatiche il primo colpo lo devi mettere in canna tu, tirando indietro il carrello (meccanismo piuttosto duro). Solo quel punto la pistola è pronta per sparare. È per questo si portano in giro senza il primo colpo già in canna (per sicurezza e perché tenere il carrello sempre in tensione rovina la molla del meccanismo). Se una semi-automatica con un colpo in canna e con la sicura disinserita cade in terra, un colpo può partire. È molto, molto, molto, improbabile ma può succedere. Ma deve avere il colpo in canna e niente sicura.Detto questo rimangono però altri due problemucci da discutere.Se ti parte “accidentamente” un colpo di pistola che colpisce qualcuno, per succedere tu la pistola devi averla tirata fuori (altrimenti ti spari nel fianco o nelle chiappe) e la pistola deve essere messa in condizione di sparare e deve puntare verso un bersaglio.Ma andiamo ancora più indietro: perché possa succedere che tu spari a qualcuno in strada, una pistola devi non solo averla, ma portartela dietro. Cosa che, a meno che tu non faccia un lavoro che lo prevede o che tu abbia un rarissimo porto d’armi con dei permessi speciali, non è permesso dalla legge.






in sintesi




concludo  con quanto dice  qui   il testo integrale  il prof ed ex parlamentare Guido Melis 



[....] Ora,io sono un buon cittadino, ho la fedina penale immacolata. Sono persino stato deputato della . Le regole sono regole e mi pare giusto stare attenti a chi possiede armi.
Mi domando però come mai a me tanti controlli e questo sceriffo, lo chiamavano proprio così (a me solo da bambino,che avevo pure la stella), questo signore  se ne andava in giro come Tex Willer a svolgere controlli nel suo paese, sostituendosi a carabinieri e polizia di Stato. Quale titolo aveva per farlo? Era, mi si dice un ex commissario. Embè? Ex vuol dire che non lo era più. Anche io sono ex professore ,ma se pretendo di interrogare e dare voti mi mandano a quel paese come uno squinternato. 
Insomma, io a gente così non darei in mano neanche il fucile di nonno,che chissà se spara ancora. E questo giustiziere della notte ha ucciso un uomo. Un uomo,capite?


Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata IX SE NON POTETE SCAPPARE USATE I GOMITI E LE GINOCCHIA

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