Cari anti green pass e cari antivacinisti ( acritici e critici )
prima di usare le paroile appuratevi del significato . La vera dittatura sanitaria è un altra cosa . Non è, visto che qui si tratta di provvedimenti emergenziali vista la pandemia quella contro cui voi vi opponete al Green Pass negli irresponsabili vista la mancanza della diastranza di siucurezza e l'uso di mascherina , assembramenti di piazza dei giorni scorsi. La vera dittatura sanitaria viaggia sotto il nome di obiezione di coscienza, viene agita da decenni in tutte le strutture sanitarie e benché metta a rischio il diritto alla salute psicofisica di oltre la metà della popolazione, non fa alcun rumore se non qualche voce isolata . Nessuna istituzione la mette in discussione e anzi è protetta ed esercitata come se fosse intoccabile. In questo Paese è considerato pacifico il fatto che preservare l'integrità di coscienza di poche persone sia più importante che garantire il diritto di milioni di donne a decidere se essere madri o no.ed in alcuni casi curatrsi qual'ora l'aborto sia spontraneo .
[...] Il contesto di questi pensieri è patriarcale, perché considera le donne funzioni del sistema e non persone; per questo Florynce Kennedy amava ripetere il paradosso che se gli uomini potessero rimanere incinti, l'aborto probabilmente diventerebbe un sacramento. Non sapremo mai se è vero o no, ma nel caso del Molise una certezza l'abbiamo già ed è che abbiamo un problema democratico: il diritto a obiettare per i medici è infatti garantito ovunque, mentre una donna che non vuole diventare madre deve avere abbastanza fortuna da vivere nella regione giusta. Se davvero vi indignano le dittature sanitarie, considerate questa, se non altro perché, a differenza dell'altra, è vera. [ ... ] da repubblica comment del 26\7\2921
Dottore, come è possibile?
"La nostra è un'anomalia, è vero, ma il problema è nazionale. I medici non obiettori mancano in tutta Italia. E una volta tanto devo spezzare una lancia per l'amministrazione. Magari in passato non ha agito bene, ma stavolta non ha colpe: ha bandito subito un avviso, sta bandendo un concorso. Ora è arrivata anche la collega che ci darà una mano ed è già una piccola vittoria".
La dottoressa Gerardi quanto rimarrà? Prenderà il suo posto?
"Non lo so. Non so nulla purtroppo".
Perché non sono arrivate risposte per l'avviso?
"Perché chi fa aborti non fa carriera: trovatemi un primario che ne faccia. In Italia c'è la Chiesa, e finché ci sarà il Vaticano che detta legge questo problema ci sarà sempre. Ci sarà sempre un vescovo che chiama il politico di turno e si assicura un primario non obiettore per un pugno di voti. E poi perché la maggioranza dell'opinione pubblica - e dei colleghi - considera chi pratica le Ivg come qualcuno da mettere da parte, ginecologi di serie B, che fanno qualcosa di brutto. Io qui sono "il medico degli aborti": si scordano che faccio anche partorire".
Soffre a essere definito così?
"Sono 40 anni che faccio questo lavoro. Non mi sento un sicario, come disse Bergoglio, applico solo la legge. Nessuno si diverte a fare interruzioni di gravidanza. Per strada mi salutano solo le donne che ho fatto partorire, di rado le altre, perché c'è vergogna. Ma sapesse quante mi ringraziano privatamente per averle aiutate a interrompere una gravidanza, specie quelle che lo hanno fatto per ragioni mediche".
Che presentimento ha per il concorso: arriveranno domande?
"Prevede l'assunzione a tempo indeterminato, per cui è possibile che arrivino. Ma è anche probabile che chi si presenta lo faccia solo per essere assunto e poi diventi obiettore. La mia speranza è che si presenti qualcuno che davvero desidera continuare il mio lavoro".
Un solo non obiettore per tutta la regione non è comunque poco?
"Con il concorso si fa una graduatoria da cui pescare. Può essere assunta una persona, due o tre. La situazione potrebbe migliorare".
Rispetto all'applicazione della 194, quali sono i problemi nazionali cui faceva riferimento?
"Prima di tutto l'obiezione di coscienza. La legge la consente, e allora la battaglia va fatta a monte: già all'università, non bisognerebbe permettere a chi vorrà fare il ginecologo di diventare obiettore. Poi bisogna impedire che un ginecologo possa scoprirsi di colpo obiettore dopo essere stato assunto magari con un concorso bandito per garantire l'applicazione della 194. In Svezia, i ginecologi che rifiutano di praticare le Ivg vengono licenziati, perché un aborto è parte del loro lavoro. In Italia no: si fanno assumere, diventano obiettori e arrivederci. La lotta va condotta a livello nazionale, su scala locale si può fare poco. Poi è vero, le amministrazioni territoriali trascurano il problema, ma anche un direttore generale non può mettersi contro una legge che permette ai medici di esercitare un diritto".
Lei in pensione ci vuole andare?
"Io no, ne ho di tempo davanti per bighellonare al mattino e la felicità di far nascere bambini mi spinge a continuare. Ma ho la sensazione che, dati i tempi dell'Italia, non si riuscirà a fare questo concorso per quando me ne dovrei andare".
Se non c'è un sostituto resterà?
"Io ci sono, ma non sono Highlander. Io lavoro e lo faccio per il bene delle persone, ma in un modo o nell'altro dovrà finire. Probabilmente mi prorogheranno ancora".