Vi raccontiamo una storia, o meglio una delle tante storie e battaglie, l’ultima in ordine di tempo, di una ragazza straordinaria. Lei è Ely, una vera forza della natura nonostante il peso di quello che lei stessa definisce un “mostro” che un giorno improvvisamente le ha cambiato la vita.
Oggi Ely ha bisogno del nostro aiuto e per questo abbiamo deciso di realizzare questa breve intervista, per farvi conoscere la sua storia di lotta, resistenza ed il suo diritto ad una vita di qualità.
La tua storia ci ha molto colpiti, in particolare per il livello di assurdità ed ingiustizia da te vissuta per via di questo rifiuto istituzionale, che ti impedisce di avere accesso ad un mezzo utile, non solo alla tua mobilità, ma anche alla tua salute psico-fisica. A Raccontaci però tu stessa i dettagli di questa vicenda.
L’ATASSIA CEREBELLARE è un mostro che quando entra nella tua vita, non chiede permesso…spalanca la porta a calci, la sfonda e da quel momento nulla sarà più come prima…difficile è rassegnarsi a vivere con un inquilino così quando la propria vita era fatta tutta di sport, viaggi in tutto il mondo e vita attiva, in giornate in cui il massimo della mia attività è quella di riuscire ad alzare il cucchiaio. E’ difficile quando ogni giorno ti si presenta una nuova prova, quando molte terapie falliscono e dovremmo trovare una nuovi trattamenti da sommare a tutti gli altri perché il tremore è veramente devastante e prende talmente i muscoli da non riuscire a stare in piedi, l’equilibrio peggiora e il nostro modo di parlare diventa a volte incomprensibile ai più. Io non mi sono mai data per vinta e per questo ho ancora tanta voglia di viaggiare con la persona che amo a costo di pagare prezzi altissimi, ma è così bello avere attimi di felicità così profonda. Sono stanca di chi non riesce a capire che cosa voglia dire morire un po’ ogni giorno e per questo voler lottare per vivere ogni giorno. L’amicizia, l’amore, la stima ed aver uno scopo sono le medicine migliori per non lasciarsi andare nell’oblio in cui il dolore e la sofferenza fisica e mentale ti fanno facilmente cadere. La malattia mi ha permesso di incontrare un’altra me stessa e tutto l’amore che ho intorno mi permette di trovare la pace con lei, nonostante tutto. Lo sport è sempre stato molto importante prima che la malattia me lo portasse via e ora ho trovato questa possibilità di tornare a fare qualcosa che mi rende felice.
Grazie ad una fisioterapiasta che ho incontrato sulla mia strada e che mette tanta passione nel suo lavoro, che crede in quello che fa, perla rara in questi tempi, mi sono messa in contatto con un apposito ufficio che mette in contatto le persone con disabilità con le associazione e fondazioni che fanno sport adattato e da lì mi si è aperto un mondo! Ho iniziato a fare Danza su carrozzina e mi sono sentita di nuovo viva, handbike, grazie all’enorme cuore di un amico che mi ha fatto un prestito a “lungo termine” di una handbike che non usava più. Da quel momento in poi mi sono sentita di nuovo molto più viva e quella specie di torpore in cui stavo cadendo si stava dissolvendo. Lo sport per i disabili è molto importante, per tenersi allenati, come distrazione ma anche e, non è poco, per migliorare la propria QUALITA’ DI VITA.
Lo sport porta anche aggregazione sociale e questo per molti di noi è molto importante, spesso i luoghi di allenamento diventano anche luoghi di confronto, amicizia e di conseguenza un BENESSERE A 360 GRADI!
Quindi ho cominciato a cercare di capire cosa potevo fare per migliorare anche la mia muscolatura, io in piedi non rimango a lungo, l’equilibrio mi manca e spesso cado ma ho ancora un pò di forza nelle gambe e nelle braccia e voglio sfruttarla!
E dalle mie ricerche è spuntata una bicicletta reclinata o trike che in molti paesi d’Europa è proprio usata dai disabili con problemi di deambulazione ma con ancora capacità motoria. Ed ecco il primo ostacolo…il prezzo, circa 4000 euro…poi il secondo…nonostante abbia provato, non riesco a farmela passare come ausilio dall’ASL competente, per problemi puramente burocratici di assenza del mezzo nel nomenclatore! In Italia non è riconosciuta con ausilio per disabili e quindi non può essere fornita come tale dall’ASL competente! Mi possono passare un triciclo, dal quale rischio di cadere, perché dalla posizione eretta della bici non sono in sicurezza ma non questa!
Insomma una bellissima carrozzina performante, un batec mini elettrico per spostarmi in sicurezza ma quel po’ di gambe che ho ancora vorrei sfruttarlo! Vorrei ancora fare le ciclabili insieme a mio marito e ai miei amici e sentirmi VIVA finché lo sarò!2.Vorremmo, grazie al tuo contributo, evidenziare l’importanza che può avere lo sport per chi soffre come te di una malattia degenerativa, non solo a livello fisico, ma e soprattutto a livello di benessere mentale e di qualità della vita in relazione alla propria malattia.
Parliamo anche di cannabis. Ci hai raccontato quanto è importante per te la cannabis terapeutica, ma anche di quante battaglie hai già dovuto combattere in passato per potervi solamente accedere. Ti chiediamo quindi di descrivere com’è oggi la situazione reale della cannabis terapeutica in Italia, per una persona che come te ne necessita quotidianamente.
Io sono abituata a lottare per i miei diritti e per questo non mollo nemmeno questa volta per questo TRIKE, in passato, nel 2016 aprii un gruppo su facebook, DOLORE E CANAPA TERAPEUTICA, che ebbe così tanto successo che in pochissimo tempo entrano migliaia di persone che io quotidianamente aiutavo ad accedere alla cannabis terapeutica, cercando di fargli evitare gli ostacoli che avevo trovato io in quegli anni! Percorso irto di problemi ma anche di grandi soddisfazioni, da interviste sulle maggiori testate, arrivai persino a parlare per prima di cannabis terapeutica sulla RAI a Nemo, Cartabianca e a SKYTG24 come paziente che la usa con grandi risultati, tavoli tecnici aperti in diversi regioni e incontri col ministro della salute. Purtroppo il rovescio della medaglia, in questo Stato, a volte troppo ottuso, furono minacce a me e alla mia famiglia, molto gravi che mi portarono a lasciare la onlus appena fondata. La cannabis terapeutica non è una panacea per tutto e per tutti, ma è sicuramente una possibilità medica che deve essere prescritta senza bigottismi perché migliora la QUALITA’ DELLA VITA…e si va sempre a finire lì! QUALITA’ DELLA VITA…sembra nulla ma è TUTTO e purtroppo i medici non ci badano quasi mai ed è l’esempio la bicicletta che mi sto battendo per acquistare per tornare a fare sport così come la cannabis, non è un capriccio, non è una pazzia, è una voglia di sentirmi ancora viva, di sentirmi tornare quel sorriso sulle labbra quando riesci a fare quella strada che volevi fare, accanto alla persona che ami, agli amici che vuoi con te.
Per le persone senza problemi di salute è vita normale, per chi combatte contro certe malattie è VITA.
Ma i medici ci curano il dolore, il tremore, le distonie ma troppo spesso non pensano alla qualità della nostra vita, alla voglia che avremmo di sentirci ancora vivi nella vita di ogni giorno. Ci riempiono di medicine, che è vero, a volte sono fondamentali ma difficilmente ci ascoltano a tal punto da capire i veri bisogni, se chiediamo di avere una parvenza di vita di nuovo normale, se la cannabis ci può far star meglio, dormire sereni, prendetela in considerazione e smettetela di pensare solo DROGA e “chissà che vuole questo”. Prima che malati siamo persone, con ancora sogni e desideri…
Per alcuni è tornare a cavallo, per altri in piscina, per me gli sport invernali, la danza, la bici, la socialità…Ma per capirlo ci vuole un’anima che capisca che anche far riaffiorare un sorriso è CURARE…
Tornando alla tua campagna di raccolta fondi, ti aspettavi tanto affetto e vicinanza da parte della gente comune che hai trovato online e nei social?
Quando ho capito che non sarei riuscita ad averla come ausilio, per un momento mi sono fatta prendere dallo sconforto e poi sempre quella santa della mia fisioterapista mi ha detto “ma perché non provi con una raccolta fondi?” Con fatica, perché ci si sente umiliati a non avere l’aiuto da chi te lo dovrebbe dare, ho chiesto un aiuto per realizzare il mio sogno di acquistare questo trike che mi permetterà di nuovo di fare giri sulle ciclabili, il costo è molto alto per noi che viviamo con la mia pensione di invalidità al 100% e lo stipendio da operaio ma a volte io SOGNO ancora…
L’ultima non è una domanda, ma una richiesta. Appena acquisterai il tuo nuovo mezzo vogliamo come minimo una tua fotografia da pubblicare e per festeggiare, quello che sarà di certo un tuo prossimo successo.
Sarà a prima cosa che farò! e sarà festa grande con tutti quelli che vorranno venire a pedalare con noi!
Ecco che a parole sono tutti strenui combattenti “pronti a morire per la patria”.Ma, quando c’è la partita, diventano tutti docili agnellini e pavidi conigli. Insomma, il classico fascista.Niente di nuovo, da 70 anni .
repubblica 1\09 \2021
di Viola Giannoli
Una foto mostra alla partita della Roma uno dei capi di Forza Nuova, alla guida delle rivolte contro la Certificazione verde. Ma all'Olimpico si entra solo con quella. Lui dice: "Ho presentato il risultato negativo del tampone". Che in realtà è proprio uno dei tre modi per averla
01 SETTEMBRE 2021
Poté più la fede calcistica della rivolta contro il "regime sanitario". Circola via chat una fotografia di uno dei leader di Forza Nuova, Giuliano Castellino, ritratto alla balaustra dello stadio Olimpico durante la partita di Conference League di giovedì scorso, 26 agosto, Roma-Trabzonspor. Fino a qui tutto bene.
Se non fosse che Castellino - protagonista dell'estrema destra romana che ha cambiato cento volte sigla ma non ideologia e già destinatario di un provvedimento di sorveglianza speciale a gennaio scorso per i disordini in piazza del Popolo contro il Dpcm - si è messo da tempo alla guida dei No Green Pass romani.
Oggi parteciperà al blocco dei treni, sabato scorso era in prima fila nel corteo contro l'obbligo di Certificazione verde, arrigando la folla seduto sul tettuccio di un auto parcheggiata contro il Pass, definito da Forza Nuova "l'arma definitiva necessaria al regime per procedere sulla via di un altrettanto definitivo controllo sociale fondato sul terrore, che potrà essere solo ancora più asfissiante e spietato
contro i dissidenti".
Ora, viene da chiedersi, quali sono le regole per entrare allo stadio e assistere alle partite? Ovviamente l'obbligo di Green Pass. Per tutti, dai 12 anni in su. Dunque, si direbbe, anche per Castellino. Che per averlo avrebbe dovuto vaccinarsi, essere guarito dal Covid o fare un tampone 48 ore prima del match.
Eppure ad agosto Forza Nuova aveva diffuso tra i suoi militanti una rigidissima circolare che recitava: "Sarebbe assolutamente inconcepibile che un forzanovista pensasse di combattere questa guerra avendo scaricato il passaporto sanitario, mentisse a se stesso e ai suoi camerati fingendo di fare il guerriero, ma avendo già venduto l'anima al nemico". Di più: "Chiunque, militante o dirigente, per qualunque ragione si adeguasse a questa intollerabile e, nelle intenzioni del sistema, definitiva operazione di controllo sociale- si leggeva nel documento - subirà l'immediata e irrevocabile espulsione da Forza Nuova".
Qualche eccezione, la circolare di Forza Nuova firmata da Castellino, la prevedeva: "Non sarà interessato alla misura estrema chi, per ragioni familiari, personali o lavorative, facesse ricorso all'uso del tampone rapido. Fondamentale - si leggeva a caratteri cubitali - è non acquisirlo, non piegarsi, costi quel che costi". La Roma forse rientra tra le ragioni personali per cui "piegarsi" è lecito.
Raggiunto al telefono, Castellino fa un distinguo sottile: conferma di essere stato allo stadio ma nega di aver scaricato il Pass: "Ho fatto il tampone - dice - Quello si può fare, secondo le nostre regole. Sono entrato con il foglio che certifica il risultato negativo". Ai tornelli gli addetti ai controlli avrebbero l'obbligo di verificare tramite app i Qr Code e di non limitarsi ad acquisire certificazioni cartacee. Non c'è motivo di credere che Castellino abbia mentito. Ma il tampone entro 48 ore è proprio una delle tre condizioni per ottenere il tanto contestato Green Pass. A ben vedere le regole di Fn son le stesse dello Stato. E ora servono per andare allo stadio quanto per salire sui treni che oggi, nelle intenzioni del movimento, andrebbero bloccati perché "o salgono tutti (senza Pass) o non sale nessuno". Resta il dubbio che la rivolta dei "duri e puri" si fermi ai cancelli dell'Olimpico.
I murales sono di pietra: dove l'arte è inclusiva A Lettomanoppello, in Abruzzo, le opere murali sono pensate per essere fruite anche da chi non può vederle. E per 10 giorni arrivano artisti da tutto il mondo di Francesco Collina
Bianco e nero, luce ed ombra. Questa il tema del simposio “10 giornate in pietra 2021” che si tiene dal 18 al 29 agosto a Lettomanoppello, celebre “Città della pietra” che aspira ora a diventare il primo paese addobbato con murales in pietra pensati anche per essere fruiti dai non vedenti.
All’evento partecipano 5 artisti internazionali, 2 scalpellini e altrettanti studenti dell’Accademia con il contributo dello scultore non vedente Felice Tagliaferri, ospite speciale della manifestazione.
Per questa edizione, per avvicinare le giovani generazioni alla lavorazione tradizionale della pietra calcarea della Maiella, sarà presente un laboratorio in pietra curato dallo scalpellino Enrico Iacuone dove potranno partecipare scultori, bambini, o semplici appassionati.
“L’arte è inclusiva da sempre - precisa Felice Tagliaferri - la mia missione è quella di farla realizzare da tutti perché chiunque ha qualcosa da dare agli altri”.
di Francesco Collina
immagini aeree di Andrea D'Alimonte
Il servizio è stato pubblicato su Gedi Watch,ne riporto sopra il video , il magazine digitale del Gruppo Gedi: ogni settimana il racconto di attualità e personaggi dei territori, nei reportage esclusivi firmati dai nostri videomaker. Puoi trovare tutte le puntate qui: www.gediwatch.it
sottto ulteriori news sulla manifestazione prede da quest' articolo di www.terraecuore.net/
E’ tutto pronto per l’evento che si svolgerà per 10 giorni a Lettomanoppello “Città della Pietra” della Maiella con la direzione artistica di Stefano Faccini, Il tema è: “Maiella Bianca e Maiella Nera” le due facce della montagna madre, quella ‘bianca” della lavorazione della pietra alla luce del sole da parte di scalpellini e scultori e quella “nera” dei minatori che lavoravano nelle cavità sotterranee. A questa edizione parteciperà Felice Tagliaferri, artista non vedente, di fama internazionale, per il quale l’aspetto tattile della lavorazione del marmo rivela dettagli non percepibili con il solo uso della vista. Ad affiancarlo ci saranno 5 artisti internazionali, selezionati da una giuria tecnica e popolare. Scultori di spicco nel panorama artistico italiano e straniero: Claudia Zanaga, Giuseppe Colangelo, Luca Marovino, Michele Montanaro, Yunmi Lee. Ad accompagnarli due maestri scalpellini locali, Francesco Gigante e Gianni Alberico.
E’ tutto pronto per l’evento che si svolgerà per 10 giorni a Lettomanoppello “Città della Pietra” della Maiella con la direzione artistica di Stefano Faccini, Il tema è: “Maiella Bianca e Maiella Nera” le due facce della montagna madre, quella ‘bianca” della lavorazione della pietra alla luce del sole da parte di scalpellini e scultori e quella “nera” dei minatori che lavoravano nelle cavità sotterranee. A questa edizione parteciperà Felice Tagliaferri, artista non vedente, di fama internazionale, per il quale l’aspetto tattile della lavorazione del marmo rivela dettagli non percepibili con il solo uso della vista. Ad affiancarlo ci saranno 5 artisti internazionali, selezionati da una giuria tecnica e popolare. Scultori di spicco nel panorama artistico italiano e straniero: Claudia Zanaga, Giuseppe Colangelo, Luca Marovino, Michele Montanaro, Yunmi Lee. Ad accompagnarli due maestri scalpellini locali, Francesco Gigante e Gianni Alberico. Al simposio parteciperanno con le loro opere anche due ragazzi, Giorgia Tiberio dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e Matteo Marovino dell’ Accademia di Belle Arti di Carrara. Le 9 opere realizzate saranno degli altorilievi che andranno ad addobbare il centro storico del paese e consentiranno che Lettomanoppello diventerà il primo borgo del mondo con Murales in Pietra. L’artista Giuseppe Colangelo di Castiglione Messer Marino, ha preso parte a numerose mostre e simposi internazionali di scultura. Suoi materiali d’elezione sono marmo, terracotta, legno fino ad arrivare alla pietra della Maiella che da sempre utilizza per le sue opere. Il bozzetto ideato per le 10 Giornate della Pietra e che realizzerà durante il simposio, vuole presentarsi come una suggestione attraverso la quale ogni spettatore potrà trovare una diversa chiave di lettura. La Maiella, culla di piccoli fossili, che ad ogni spacco rivela la storia della montagna facendoci comprendere come la pietra sa trattenere il tempo. E’ un’occasione per partecipare a trovare la propria visione, oltre che prendere parte a narrazione di racconti, a laboratori della pietra, a mercatini di prodotti tipici e artigianali.
: vi svelo come è nato l'oro Fogli di calcolo e test di sincronia: Filippo Di Mulo racconta il percorso che ha portato al trionfo olimpico. E rivela cosa si sono detti i campioni prima dell’impresa
Le carrozzine speciali per la paralimpiadi Dalla scherma al basket all'atletica: c'è una variante per ogni sport. Siamo entrati in una fabbrica dove si forgiano gli strumenti che accompagnano gli atleti a Tokyo
ho letto poco fa su twitter , poi ritwittato suul mio account , questo post della bellissima notizia
Fra le loro storie ho scelto quella di Oney Tapia . La sua storia è , come suggerito da lorenzo tosa , una delle storie di disabilità che merita davvero di essere raccontata.Cubano di nascita, una grande passione per lo sport nazionale, il baseball. Poi l’arrivo in Italia, nel 2002, a 26 anni, a un’età in cui la carriera di un atleta dovrebbe essere all’apice. Ma per lui, quella vera, non è ancora neanche all’orizzonte. Gioca professionalmente a baseball, poi a rugby. Solo che non basta per sbarcare il lunario, così Oney trova lavoro come giardiniere. È il 25 maggio del 2011 quando un enorme tronco, piegato dal taglio, gli crolla sul viso, all’altezza degli occhi, provocandogli lo scoppio dei bulbi oculari.La diagnosi dei medici è impietosa: << Mi dissero che non avrei più visto.All'inizio ridevo quando mi spiegavano quante cose possono fare i non vedenti, non mi sembrava possibile” racconterà un giorno, “anche perché quello era stato un mondo a me totalmente estraneo fino a quel momento. E invece ho scoperto che era vero.>>
Abbandona baseball e rugby e si dà all’atletica paralimpica, specialità lancio del disco. Ed è un successo dietro l’altro. Primatista italiano nel 2013, argento a Rio 2016, campione europeo nel 2018 con tanto di record del mondo. Infine - è notizia di queste ore - lo storico bronzo a Tokyo nel getto del peso a 45 anni compiuti. Nel frattempo si è tolto pure la soddisfazione di vincere l’edizione 2017 di “Ballando con le stelle”, esibendosi in una salsa da brividi insieme alla maestra Veera Kinnunen bendata.<< Sinceramente non farei a cambio con uno che ci vede>> dice lui. <<Questa esperienza mi sta arricchendo. >> .va precisato che il bronzo l'ha vinto in una disciplina non sua, il getto del peso; per il lancio del disco, che si svolgerà nei prossimi giorni ed è la sua specialità, possiamo sperare anche in una medaglia di materiale più pregiato! IL che dimostra che non tutti gli Invalidi e che ha delle disabilità si piange addosso . Ma lo accetta e nene fa la sua corazza .Infatti insieme a Bebe Vio, Assunta Legnante , Oney Tapia è il simbolo di questa Paralimpiadi da record. L’Italia , e qui concordo con Tosa , da cui - specie in questi tempi di indecenza morale - avrebbe da imparare a vivere. Infatti Mentre siamo subissati dal disagio patologico e violento dei cosiddetti No pass che scendono in piazza e pestano i giornalisti straparlando di libertà, senza neanche sapere dove stia di casa, leggere (e anche scrivere) storie come quella di Oney Tapia e di tutti i grandi atleti azzurri che stanno facendo la Storia alle olimpiadi prima e adesso alle paraolimpiadi di tokyo, fa bene alla salute. Ogni tanto bisogna ricordarsene che esistono anche esseri umani come lui, altrimenti ce ne dimentichiamo. Infatti
Anna Maria Masina Lorenzo Tosa ciò che sta accadendo alle paraolimpiadi non è altro che il riflesso della vita di tutti i gg delle persone disabili. L’isolamento, l’indifferenza, la non accettazione del diverso ( diverso poi rispetto a quale parametro??? Booo) l’impossibilità di muoversi in una città come Roma, la mancata inclusione, la lotta giorno per giorno per ottenere un nulla rispetto a ciò di cui si avrebbe bisogno LA TOTALE SOLITUDINE del disabile e della sua famiglia nemmeno la immaginate. E se non sei qualcuno o se non hai soldi… si vive nello sprofondo più assoluto!
vero ma impariamo da queste storie !! mai arrendersi
Avevo appena finito di scrivere di Lui che m'arriva una notifica dai miei contatti twitter , in cui si riporta l'incredibile storia di
A 50 anni vince l'ARGENTO nella cronometro H3, sua 14esima medaglia in 11 Paralimpiadi (3 sport: atletica, sci, handbike) La Rossa Volante è una leggenda dello sport. Unica al mondo
repubblica 24 agosto .
dove no riesce la polizia postale riescono loro iweb attivisti .
Io, infiltrato tra i No Vax per bloccare i gruppi che diffondono falsità online"
di Federica Cravero
Francesco, 30 anni, torinese, e altri attivisti guidati dall'anonimo "Capitan banana" sono riusciti a far chiudere 21 diramazioni locali della rete No Green Pass su telegram
Francesco ha trent'anni, è torinese e ha un nickname che protegge quasi al pari della sua identità perché è quello con cui si è infiltrato assieme ad altri amici di tutta Italia in una serie di gruppi negazionisti, si è accreditato ai loro occhi fino a diventarne amministratore e poi li ha chiusi a tradimento.Finora ne hanno sabotati una trentina e il coup de théâtre è stato un paio di settimane fa, quando hanno chiuso contemporaneamente ben 21 diramazioni locali della rete No Green Pass Italia: Roma, Torino, Alba, Legnano, Asti, Rivoli, Valli di Lanzo, Val Sangone, tanto per citarne alcuni, e anche Chivasso, uno dei centri più attivi visto l'epicentro della Torteria nelle manifestazioni contro vaccini e mascherine.A coordinare tutta l'operazione è stato un pioniere di queste attività, un giovane romano che sul web si fa chiamare Capitan Banana. Si presenta nei video con il volto mascherato da occhiali da sole e fazzolettone sul viso, si diletta in un'operazione di educazione collettiva facendo screenshot delle più assurde panzane che la gente scrive sui social e corredandole di commenti pungenti.Già questo gli vale insulti, minacce di querele - "ma non mi è mai arrivato alcun atto giudiziario", chiarisce l'attivista romano - ma anche una collezione privata di trofei virtuali accumulati dall'essersi introdotto in una serie di gruppi complottisti di diversa natura, che poi ha messo alla berlina e in alcuni casi ha fatto chiudere.Vedendo il ripetersi nelle iniziative no vax della Torteria, Capitan Banana aveva invitato i chivassesi a una reazione. Che è arrivata con una contromanifestazione in piazza ma anche con una strisciante guerra che Capitan Banana, Francesco e gli altri ragazzi, torinesi ma non solo, hanno messo in atto nei vari gruppi Telegram."Il nostro impegno è contro la disinformazione che circola sui vaccini anti-Covid", racconta Francesco. "C'è un mondo su Telegram di fake news assurde, ma anche pericolose - continua Marta, un'altra infiltrata - Frequentando quei gruppi ci siamo accorti che oltre alle bufale sui microchip o l'Aids inseriti con il vaccino, ci sono anche madri che non fanno più uscire i figli di casa perché hanno paura che vengano contagiati dai vaccinati, mica dal virus e alcune persino non li portano dal medico e cercano consulti online: e se a causa di queste follie ci scappa un morto? Noi vogliamo fare la nostra parte per evitarlo".Le armi per smontare negazionismi e complottismi sono quelle del sarcasmo e dell'ironia, più da "acchiappa bufale" che da giustizieri alla Charles Bronson. "La strategia è di mettersi in evidenza nelle conversazioni ma senza destare sospetti - illustra Francesco - Bisogna avere pazienza e aspettare il momento opportuno per dire la parola giusta che conquista la fiducia. Alla fine sono loro gli stessi organizzatori del gruppo a chiederti la disponibilità a dare una mano e ti nominano amministratore".A quel punto uno degli infiltrati ha le chiavi del gruppo, ma anche gli amici sono pronti a uscire allo scoperto al momento opportuno. E i ragazzi di Capitan Banana hanno scelto di farlo tutti nello stesso momento, postando a raffica immagini di banane per sbeffeggiare i partecipanti del gruppo prima di oscurarli. "Naturalmente non la prendono bene - conclude l'animatore dell'iniziativa - Alcuni giorni fa come ritorsione la nostra pagina è stata inondata di immagini pedopornografiche e abbiamo segnalato l'episodio alla polizia postale. Ma non demordiamo. Noi non diremo mai a nessuno di vaccinarsi e rispettiamo anche chi non lo fa, ma deve essere una scelta individuale e ragionata, non come conseguenza di una campagna distorta che semina terrore sui vaccini sbandierando tesi infondate e clamorose falsità".
Radici, Storie di Libertà / Valentino Notari: "Io, bisex, posso amare senza limiti. E grazie al cosplay posso essere chiunque"
"Sì, noi bisessuali esistiamo. Non siamo persone confuse, non siamo gay repressi, non siamo eterosessuali curiosi. Siamo semplicemente degli esseri umani che si innamorano di qualcuno a prescindere dal suo genere". Valentino Notari, cosplayer di fama mondiale, racconta nella nuova puntata
della rubrica "Radici, Storie di Libertà" di Repubblica, la sua passione per il cosplay, l'arte di travestirsi da personaggi di videogiochi, fumetti o letteratura fantasy. "Credo che non ci sia limite a ciò che si può diventare con il cosplay - spiega Notari, che ha rappresentato anche l'Italia al World Cosplay Summit in Giappone - perché è un'arte che permette di trasformarsi davvero in qualunque cosa o in qualunque person
a. Per me è stato un modo per avvicinarmi al mio lato femminile e per scardinare quegli stereotipi che io stesso avevo interiorizzato durante la mia vita". Notari è autore del romanzo Cosplay Girl (Mondadori) in cui racconta la storia di Alice, una bimba considerata "strana" che crescendo scoprirà, grazie a un'amica conosciuta al Lucca Comics and Games, che le strade per realizzare i propri sogni sono molte di più di quelle che aveva immaginato.
da https://www.facebook.com/groups/analfabetismofunzionale
Una giovane donna purtroppo viene trovata morta dal compagno nel suo appartamento ( vedi url sopra ) per cause ancora da chiarire . Ovviamente gli avvoltoi e le carogne gongolano (merdacce con rispetto per la merda ) dando già la colpa al vaccino. Oggi si paventa la possibilità di un omicidio di genere o meglio un femminicidio , infatti la procura ha aperto un inchiesta in merito per omicidio volontario, e ovviamente tali minus habentes non ci stanno: è tutto un complotto per insabbiare la verità . Ma certa gente lo sa cos'è il pudore ? che altro dire se non che è una dura fatica trattenermi da odiare le persone ed incanalare ( vedere i miei post precedenti in particolare questo : non esistono più gli odiastori di una volta ) l'odio non verso le persone ma verso il loro pensiero .
E che mi sono Mi sono proprio rotto le .... di parlare con certi odiatori complottisti è come dare le perle ai porci . Infatti Va bene avere dei dubbi , ed odiare perchè fa parte della natura e dell'animo umano . Ma arrivare a negare tali situazioni ed insistere fa di te una carogna , un asino impastato che non ha rispetto per simili tragedie omicidio o suicidio oppure omicidio inscenato in suicidio .
una bella notizia per le appassionate e le tifse di calcio . adeso anche le donne che ratoicano questo sport hanno visibilità
IL CAMPIONATO FEMMINILE HA FINALMENTE UNA COPERTURA TV DEGNA DI QUELLO MASCHILE .« HO L’ ADRENALINA A MILLE », CI DI CE LA CONDUTTRICE FRANCE SCABRI ENZA
Spesso , come dice Lorenzo Tosa, la parte più interessante, quella fondamentale quando si parla di questi temi, la scovi non nei grandi e strazianti fatti di cronaca ( quella è la punta dell’iceberg ), bensì nei dettagli, nell’uso sottile del linguaggio, nelle sfumature di significato. E questo è uno di quei casi. Sotto questo post leggerete decine e decine di commenti (quasi sempre di uomini) che - magari anche in buona fede - diranno di non capire perché questa frase sarebbe maschilista. Perché la verità, di base, è che ogni maschio, non solo in Italia, è cresciuto con questo esatto retaggio culturale (me compreso) e toglierselo di dosso richiede una lunga, lunghissima educazione emotiva. Anche per quello insisto: su quello bisogna lavorare, sulle parole, sul linguaggio, sull’educazione emotiva dei nostri figli. Altrimenti tra trent’anni saremo qui a fare gli stessi identici discorsi, a invocare pene severe, forche, gogne, ad ogni nuovo femminicidio. Che è la via della rabbia e della pancia, ma non risolve i problemi. Li sposta solo un po’ più in là.
Infatti ecco cosa è successo recentemente a Motta Sant’Anastasia,per commerare l'ultima ( per ora ) vittima del femminicido \ violenza di genere
Il sindaco di Motta Sant’Anastasia, primo cittadino di una giunta leghista, comune nel catanese, è finito sul banco degli imputati per una targa applicata su una panchina in memoria delle vittime del femminicidio e che sui social è stata giudicata da più parti “maschilista”. Un
“Il valore di un uomo lo vedi nel sorriso della donna che ha accanto”, recita così la frase scelta per commemorare le donne. In. calce, come se fosse una firma, i nomi di battesimo dei promotori di questa iniziativa. Rimane da capire in che modo questa frase commemori le donne. E soprattutto, varrebbe la pena approfondire come ci sia arrivati a queste parole nelle settimane che ci hanno restituito l’ennesima incolpevole vittima di un femminicidio questa volta proprio in Sicilia.
La targa “maschilista” sulla panchina rossa contro il femminicidio che ha fatto infuriare i cittadini nel catanese. Polemica contro il sindaco
Nel mirino della comunità c’è finito il sindaco del comune, responsabile dell’iniziativa. Il comune di Motta Sant’Anastasia dista solo 30 minuti di auto da Aci Trezza, la sensibilità verso quello che è accaduto è stata tanta in tutto l’hinterland. Ma questa scelta ha irretito tutta la comunità. “Non credo si possano scegliere parole peggiori per commemorare le vittime di violenza di genere”, si legge nel post con foto sul gruppo di attivisti Laboratori di genere. “Sempre e solo loro al centro dell’universo, che poveracci”, commenta una utente, seguita da
chi rilancia: “Chissà chi l’ha messa, bisogna fare un blitz e toglierla” e da chi sottolinea: “C’è poco da indagare, l’amministrazione comunale leghista del mio paese. Lo so, è squallido sottolineare che trattasi di amministrazione leghista ma così è”. Anche alcuni consiglieri comunali hanno detto la loro. “Ringrazio l’Amministrazione leghista di non avermi coinvolto nella realizzazione di questa imbarazzante targa, – scrive il consigliere Festa. – Oltre a inserire i nomi di battesimo dei singoli consiglieri di maggioranza, consegnando al paese un messaggio di parte (per non dire propagandistico) e non universale (così come dovrebbe essere), si utilizza una frase che pone al centro l’uomo e il suo “valore” quantificato dal sorriso di una donna, magari intenta a esprimere il proprio valore, sottaciuto e meno importante di quello dell’uomo, pulendo casa o lavando i piatti. Una frase banale e dannosa. Lo dico sempre, le parole sono importanti e lo sono molto più dei gesti. Purtroppo c’è ancora tanta strada e tanto lavoro da fare”.
Generalmente uso facebook per ripondere al commenti dei post che scrivo o condivido , ma quando la risposta è troppo lunga , meglio un altro canale comunicativo , il blog a cui l'account e la pagina sono appendici , in questo caso . Nel post d'oggi rispondo a questo commento
haagione perché la legge sul green pass è fatta a .... Ultimamente siete diventati anche costituzionalisti, grande posto FB, specialisti a gogò..
fattomi su questo post https://bit.ly/3BrUyw9Non c'è bidsogno d'essere costituzionalisti per dire che questo provvedimento è fatto a .... ed il dereto è applicato come dimostrano questi due video caustici di del comico Dado
Io sono per il green pass , ma l'applicazione dev'essere fatta bene e per tutti allo stesso modo Infatti a mio avviso tale strumento andrebbe usato per luoghi molto frequentati come entri commerciali , estetisti , ecc . Infatti nel mio paese ( circa 10\2 mila abitanti ) i focolai si sono diffusi perchè gente contagiata che dovrebbe rimanere in quarantena domiciliare è andata dall'estetita o fare la spesa . Quindi in tutti i luoghi e non in alcuni si ed altri no come dice la lettera , anonima come al solito , publicata dal sito cittadino Gallura news e da me commentata nel post prima citata
Allora, io sono ligio anche se critico alle regole soprattutto quando riguardano la salute pubblica , o almeno cerco di esserlo, sono bi-vaccinato, ho il Green pass e non faccio che scrivere "editoriali " ed condividere post per dire che i no vax e i noGreen pass [ termine generici perchè non tutti\e che fanno questa scelta la fanno perchè sono creduloni di bufale ascientifiche , ma lo fanno per paura e per motivi di salute ] sbagliano a non tentare o a combattere . E ricevo fior di lettere ed commenti civili la magffior parte dei medesimi no vax e no Green pass, i quali tentano di spiegarmi che hanno ragione loro, che gli effetti a lungo termine, che la sperimentazione, che le case farmaceutiche, che tanto è come un raffreddore... Eh no, ribadisco io, soprattutot neoi confronti degli ultimi due casi ascoltate i medici delle terapie intensive, guardate le cifre, leggete le tremende confessioni di chi dal letto d’ospedale si dice pentito di aver rifiutato la punturina. Mi sembra tutto così limpido, così lineare: se sei vaccinato va tutto bene, se non lo sei corri rischi, e oltretutto non puoi andare a cena fuori, al cinema, allo stadio, al museo eccetera eccetera. Sarebbe proprio il caso di dire: più chiaro di così si muore.
Ecco perché non mi va giù la faccenda dei ristoranti che obbligano i “Greenpassisti” amangiare al chiuso. Sì, perché in giro per l’Italia sta succedendo esattamente questo (vedi anche una delel tantger lettere ricevute riportata sotto ) . In questo ultimo anno, anno e mezzo moltissimi locali si sono dotati di tavoli all’aperto, e tanti di loro adesso “riservano” quei posti a chi non è vaccinato. Tu Greenpassista magari hai prenotato proprio in quel ristorantino che conosci, dove sai che mangerai vista mare (o montagne), ti presenti con la famiglia, esibisci orgoglioso la tua patentina verde e - sorpresa - il gestore ti prega di accomodarti all’interno, già bello pieno, ed è rimasto solo posto all’uscita della cucina, o davanti alla porta del cesso, o a un metro dal forno delle pizze. Protesti, certo. Ma lui, il gestore, poveretto, ti spiega che già aveva rischiato di chiudere baracca, e quindi non può permettersi di perdere gli incassi dei no vax. Li fa mangiare all’aperto, che altro deve fare ? E tu, caro cliente ligio alle regole, siediti brontolando dove loro, i resistenti, i refrattari, i complottisti, i paurosi non possono entrare. È la beffa del momento. La grande rivincita dei no vax . Sì, proprio quelli che ti guardano sogghignandomentre sbafano gli spaghetti alle vongole godendosi il bicchiere di bianco ghiacciato, l’aria pulita, il cielo terso, la dolce risacca della spiaggetta lì sotto, e intanto a te tocca l’antro buio e impregnato degli odori di fritto. A me non è (ancora) capitato, ma se ne parla, eccome. E non si può neppure dare la colpa ai ristoratori che, salvo rare eccezioni, ce la devono mettere tutta per non fallire. Prendersela col governo, allora? Che senso avrebbe? L’introduzione del Green pass è una misura doverosa, pensata per ridurre le occasioni di contagio e in definitiva garantire la salute di tutti. Faccio appello ai miei sbiaditi ricordi universitari di Filosofia: questa vicendami pare l’esemplificazione perfetta di quel fenomeno che si chiama (attenzione: espressione difficile 😒) eterogenesi dei fini. Cioè, tu compi un’azione che ha un determinato scopo (in questo caso, agevolare chi è vaccinato) e per una serie di circostanze esterne ottieni l’effetto opposto (in questo caso, agevolare chi non è vaccinato).Vabbè, passerà anche questa. Come si usa dire, c’è di peggio, nella vita, che cenare al chiuso, e c’èdimolto peggio in questa pandemia. Anche perché questo famigeratoGreen pass, finora, non sembra aver attecchito più di tanto. A parte chemolti vaccinati non riescono ad averlo (vedi la lettera di Silvia nella pagina seguente), non sempre viene chiesto, e non sempre viene verificato con l’apposita app. Quando succede, però, è una grande soddisfazione anche se momentanea visto che i controlli fatti a ... casaccio nel sapere che , anche se non mi piace tanto essere monitorato ed reputo il green pass il green pass per come 'è applicato è una gran cazzata, enorme proprio, un ricatto , ma non essendoci altri sistemi per monitorare l'epidemia e fare il tracciamento lo acetto , sto andando da qualche parte in sicurezza anzi che stare in casa quasi h24 .
Caro Ulisse
le scrivo nella speranza di dare visibilità ad un problema di cui non si sta parlando molto: la schiera di coloro che, pur avendo diritto al Green pass, si ritrovano ghettizzati perché a causa di intoppi burocratici non sono ancora in possesso del documento. Sono stata vaccinata ormai più di tre mesi fa, dopo la prima dose mi sono accorta che il codice fiscale riportato sul certificato vaccinale era errato. Poco male, mi sono detta, il giorno del richiamo lo farò correggere. Cosa che avviene. Ma passano i giorni e il codice non arriva. Inizio ad attivarmi, illudendomi di risolvere in breve tempo. Purtroppo non è stato così e a oggi, 23 agosto, mi ritrovo senza documento e con una gastrite derivante dalla frustrazione di non riuscire in nessun modo a risolvere il guaio. Il numero 1500 e la mail predisposti dal ministero si limitano ad attivare segnalazioni che regolarmente cadono nel vuoto. Ho contattato Asl, Ats, centri vaccinali e tutti sostengono di non poter fare nulla. Il ministero rimanda all’Asl, l’Asl rimanda al centro vaccinale, il centro vaccinale rimanda al ministero. Morale, io a oggi non posso andare a mangiare una pizza, entrare in unmuseo, prendere un treno e la lista potrebbe continuare. Mi chiedo se il governo non può, in questa fase, allentare la rigidità del controllo rendendo valido, almeno temporaneamente, il certificato vaccinale. Complimenti per la rivista, nella mia casa da almeno 40 anni ogni settimana.
Silvia
Cara Silvia, non saprei dirle quanti vaccinati siano nella sua stessa situazione visto che ogno giorno sui media e sui social comaiono proteste ed lamentele . Personalmente, conosco almeno un’altra persona che, regolarmente vaccinata, non riesce ad avere il Green pass. E la sua proposta mi sembra ragionevole e da prendere in considerazione .
La storia di bebe vipo la conoscete tutti . Ma la medaglia vinta a queste paraolimpiadi la ripaga di quello che ha dovuto affrontare per essere a questa edizione delle paraolimpiadi di Tokyo . Infatti
leggo sul corriere della sera d'oggi che
Paralimpiadi, Bebe Vio vince l’oro: «Non è scontato essere qui, ad aprile ho rischiato la morte per un'infezione»
di Redazione Sport
La schemitrice oro nel fioretto femminile. Altre quattro medaglie sono venute dal triathlon e dal nuoto
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Bebe Vio conquista la medaglia d’oro a Tokyo, bissando il trionfo di Rio 2016. La 24enne veneziana ha battuto la cinese Zhou 15-9 nella finale di fioretto individuale categoria B. Conquistato un vantaggio di ben 5 lunghezze di vantaggio sull’avversaria, ha avuto un piccolo sbandamento, subendo tre stoccate consecutive. Poi ha ripreso in mano il match e ha chiuso la sfida. «Ho avuto un infortunio abbastanza grave, parecchio grave e mi han detto che neanche era» scontato «tornare a tirare.
Quindi essere qua è magnifico. Abbiamo preparato tutta l'Olimpiade in due mesi.
Quindi è stata veramente tosta». Ha dichiarato Vio dopo la cerimonia di premiazione. Dopo lo storico trionfo, la portabandiera italiana si è lasciata andare a un momento di felicità e commozione con il suo staff. Abbracci e pianti sulla pedana, poi è corsa verso la tribuna, per continuare i festeggiamenti. «Se sembra impossibile, allora si può fare...2 volte!», ha commentato l’atleta su Instagram. Parlando con i giornalisti a Tokyo, Bebe Vio ha spiegato nello specifico che tipo di difficoltà ha dovuto affrontare nel suo percorso fino alle gare: «I primi quattro anni della preparazione sono andati benissimo, anche nel periodo del Covid, anche grazie ai miei allenatori e alle Fiamme Oro perché ho ripreso persino prima delle altre avversarie.
L'ultimo anno, invece, è stato parecchio «sfigato» per via dell'infortunio che ho avuto», queste le sue parole. «Lo scorso 4 aprile mi sono dovuta operare e sembrava che questa Paralimpiade non doveva esserci, abbiamo preparato tutto in due mesi, non so come cavolo abbiano fatto. Non ci credevo di arrivare fin qui, perché ho avuto un'infezione da stafilococco che è andata molto peggio del dovuto e la prima diagnosi era amputazione entro due settimane (dell'arto sinistro; ndr) e morte entro poco. Sono felice, hai capito perché ho pianto così tanto? L'ortopedico ha fatto un miracolo, si chiama anche Accetta tra l'altro... è stato bravissimo, tutto lo staff lo è stato. Questa medaglia assolutamente non è mia, è tutta loro».
Paralimpiadi di Tokyo 2020, Bebe Vio non parteciperà alla gara di sciabola: «Spero di potervi dare spiegazioni»
Nel corso della giornata l’Italia aveva ulteriormente incrementato il già cospicuo medagliere con due medaglie, un bronzo e un argento conquistate nel triathlon, e altri due podi dello stesso tipo conquistati nel nuoto. Ad oggi l’Italia ha vinto 18 medaglie – 5 ori, 7 argenti e 6 bronzi – ed è il decimo paese nel medagliere.
le scoperte per caso sono uno dei fattori che mi fa ancora sperare nella vità e nel viverla
dal corriere dela sera
L’isola più a Nord del mondo? Scoperta (per caso) in Groenlandia grazie ai telefoni satellitari
di Agostino Gramigna
Atterrati con l'elicottero, alcuni
scienziati pensavano di essere a Oodaaq, che era l’attuale terra emersa
più a settentrione. Invece la geolocalizzazione ha fatto emergere la
novità. Si chiamerà «Qeqertaq Avannarleq» ed è lunga appena 60 metri
Per Wikipedia l’isola di Oodaaq,
dal nome fascinoso, scoperta dai danesi nel 1978, è la terra più a
settentrione del mondo. Si trova in Groenlandia. La storia tuttavia
potrebbe cambiare. C’è ancora terra a nord di Oodaaq: è un pezzullo largo trenta metri e lungo sessanta, apparso a chi non la stava cercando.
Perché così è andata: l’isola che scalza Oodaaq dal record, è stata scoperta per caso da alcuni scienziati atterrati in elicottero e convinti di essere su Oodaaq. Solo quando hanno acceso i satellitari hanno compreso di aver messo piede su un’altra isola, a 780 metri di distanza. «Non era nostra intenzione fare questa scoperta» — ha detto Morten
Rasch, esploratore polare e capo della struttura di ricerca della
Stazione Artica in Groenlandia —. Siamo andati lì solo per raccogliere
dei campioni». L’isola di Oodaaq era stata scoperta da un gruppo di
ricognizione danese nel 1978. «È un po’ come gli esploratori del
passato, che pensavano di essere sbarcati in un certo luogo per
accorgersi dopo di averne scoperto uno completamente diverso», ha
dichiarato l’imprenditrice svizzera Christiane Leister che ha finanziato
Il gruppo di esploratori che hanno scoperto la nuova isolasettentrionale».
Rivendicazione
Ghiacciai in movimento
Nel corso degli ultimi decenni in Groenlandia sono state segnalate più volte terre emerse ancora più a nord.
Ma si è trattato di terre composte di ghiaia, soggette all’azione delle
onde e dei ghiacci in movimento che le facevano poi scomparire. La
nuova scoperta, che misura circa 30 metri di diametro e un picco di
circa tre metri, è composta dal fango del fondale marino, da terra e
roccia lasciate dai ghiacciai. Gli scienziati hanno proposto di chiamarla «Qeqertaq Avannarleq», che in groenlandese significa «l’isola più settentrionale».
Rivendicazione
Bisognerà però aspettare. Qualsiasi speranza di rivendicazione
territoriale nell’Artico dipende dal fatto che si tratti effettivamente
di un’isola e non di un pezzo di terra che potrebbe essere inghiottito
dalle acque. Un’isola, per essere considerata tale, deve rimanere sopra
il livello del mare con l’alta marea. Rene Forsberg, professore e capo
della geodinamica presso l’Istituto spaziale nazionale danese, sostiene
che la nuova terra «risponde ai criteri di un’isola». Molto più prudente
la posizione del governo danese che attraverso un suo consigliere ha
dichiarato: «Rivendicazione territoriale? Calma. Queste piccole isole vanno e vengono».
28 agosto 2021 (modifica il 28 agosto 2021 | 20:14)