27.7.06

Senza titolo 1382

i pregiudizi sono durei  a morire  leggete  questo articolo .    lo so che  è  la  solità  unità  ,  ma  almweno  per  il momento   npon ho trovato la news da  nessun'altra parte ( se dovessi  trovarla da  altre parti  , la  posterò  nela categoria  aggiornamento post  ) 



Roma, licenziati perché omosessuali


Alessia Grossi





Galleria Alberto Sordi

Licenziati perché «non in linea con la filosofia del bar» in cui lavoravano, cioè perché gay. Marco Carbonaro, 43 anni, romano e il suo compagno Aldo Pinciroli si trovano così da un momento all´altro senza un posto di lavoro, senza stipendio e dal momento che non hanno la possibilità di assumere un legale a loro spese si rivolgono alla linea «Gay Help line» (il numero verde nazionale di supporto e assistenza per le persone gay e lesbiche, finanziato dal Comune e dalla Provincia di Roma). Il numero verde, ricorda Fabrizio Marrazzo, presidente dell´Arcigay della capitale, «da quando è stato attivato, 4 mesi fa, ha ricevuto oltre 10mila telefonate di denuncia». L´associazione, come in molti altri casi da´ il suo appoggio alla coppia discriminata e denuncia l´accaduto sul sito dell´Arcigay Roma. Marco, lavorava dal primo luglio come direttore dei bar della Galleria Alberto Sordi di Roma con un contratto a progetto. «Quando sono arrivato i bar non avevano un direttore da oltre un anno, racconta Carbonaro, che aggiunge di aver «subito iniziato a lavorare e i risultati non hanno tardato ad arrivare, e il general manager mi ha dimostrato in più di un occasione il suo apprezzamento». «Una settimana fa, continua l´ex direttore, il manager ci comunica la necessità di assumere nuovo personale e ci chiede di presentargli persone di fiducia». A questo punto Marco propone il suo compagno Aldo che da «anni lavora come barman» e il capo lo assume.«Tutto andava benissimo, assicura Carbonaro, poi si deve essere sparsa la voce della nostra relazione e lunedì siamo stati licenziati in tronco». Nessuna giustificazione per i due, neanche una lamentela, né formale, né informale. La sola colpa della coppia sarebbe, a detta dell´imprenditore Fabrizio Gallina, di «non essere in linea con la filosofia del bar» cioè di essere omosessuali. «Io ho 43 anni e ora è difficile per me trovare un altro lavoro, non solo da dirigente, anche da cameriere. Ci hanno lasciato da un momento all'altro in mezzo a una strada, senza una ragione e la cosa più grave è che non c'è nessuno, nessuna legge che ci tutela», conclude Carbonaro.
Immediatamente alla coppia arriva l´appoggio del deputato ds Franco Grillini che con un´interrogazione (leggi il testo sul sito di Franco Grillini) parlamentare si rivolge al ministro per le Pari Opportunità Barbara Polastrini e al ministro del Lavoro Cesare Damiano sottoponendo alla loro attenzione il caso di Marco e Aldo e di tutti coloro che ancora in Italia subiscono sul lavoro discriminazioni per il loro orientamento sessuale. Con una lettera al sindaco di Roma, Walter Veltroni, il deputato si assicura il sostegno dell´amministrazione comunale della capitale. «Richiedo pertanto, si legge in un passaggio della lettera di Grillini al sindaco, un intervento al fine di valutare, data la gravità dell'accaduto, la possibilità di richiedere alla società che gestisce i due bar della Galleria stessa la riassunzione delle persone ingiustamente licenziate e, nel caso di un rifiuto, di ritirare la licenza di gestione ai bar come prevede sia la normativa comunale che la legislazione nazionale». «Conoscendo la tua sensibilità sui temi della lotta alle discriminazioni siamo certi di un tuo interessamento». La risposta del Campidoglio non si è fatta attendere e attraverso l'assessore comunale alle Pari opportunità Mariella Gramaglia, si sta adoperando per giungere «al più presto a una conciliazione concordata e serena» della vicenda. «Con il sostegno del sindaco, che segue il caso da vicino ed è direttamente impegnato contro ogni forma di discriminazione, ho parlato, ha spiegato l'assessore Gramaglia, con tutti i protagonisti della vicenda: l'imprenditore, Fabrizio Gallina, i due lavoratori, Marco Carbonaro e Aldo Panciroli e i vertici romani dell'Arcigay. La mia viva speranza è che si giunga al più presto a una conciliazione concordata e serena. E per questo obiettivo mi sto adoperando, ha conlcuso l'assessore».

Spirito Libero

Angolo di pace



Sono
uno spirito libero,
volo di cielo in cielo,
di stelle in stelle,
di sole in sole.

Mi fermo poi
in un angolo
di roccia,
mi ritiro dal mondo
e ascolto.

Odo le onde del mare,
il vento e i suoni,
guardo le rondini
in fuga.

Libera ancora,
riprendo il volo
in mano all'infinito.


Giovanna Nigris

26.7.06

Senza titolo 1381


 Poichè alcuni mi dicono che  sono fazioso  nel  riportare le news   e nell'usare le  fonti  , riporto  questo editoriale   e  questa news  da  u  sito cattolico reazionario ( o  clerico  fascista   come si usava iun tempo e  come   contiuinuano ad usare alcune frange dela sinistra antagonista  e radicale  )  da  questo   sito  qui www.fattisentire.net 
 Perchè la contro informazione   siòla si fà usando anche   fonti che  non condividi e  che sono diverse per  cultura   dalle tue  .


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Lo stupore ci coglie in questi giorni nel constatare che molti - anche tra i cattolici - invece di porsi in doloroso e commosso ascolto delle grida e dei gemiti degli indifesi,( come sdi puo vedere da una foto  qua  a  sinistra  , ne  trovate  altre  sui siti riporttati alla fine  post )  da qualunque parte essi si possono trovare, preferiscono lasciarsi guidare dai sentimenti e dagli interessi sollecitati ad arte dal quel potere mediatico, posto a servizio di uno o dell'altro dei contendenti.
É per questa ragione che ritengo importante dare spazio alle parole del Santo Padre e alla testimonianza che ci giunge dalla Chiesa locale in Libano, quale
autorevole contributo per una riflessione e valutazione di questo nuovo capitolo della tragedia medio orientale. Auguri di ogni bene.

      


Giuseppe Biffi


«QUESTO È UN NUOVO OLOCAUSTO»

«Cari amici, in questi ultimi giorni le notizie dalla Terra Santa sono per tutti motivo di nuove gravi preoccupazioni, in particolare per l'estendersi di azioni belliche anche in Libano, e per le numerose vittime tra la popolazione civile. All'origine di tali spietate contrapposizioni vi sono purtroppo oggettive situazioni di violazione del diritto e della giustizia. Ma né gli atti terroristici né le rappresaglie, soprattutto quando vi sono tragiche conseguenze per la popolazione civile, possono giustificarsi. Su simili strade - come l'amara esperienza dimostra - non si arriva a risultati positivi»
(Benedetto XVI, Angelus, 16 luglio 2006)




DICHIARAZIONE DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE   20-07-2006

Di fronte all'aggravarsi della situazione in Medio Oriente, la Sala Stampa della Santa Sede è stata incaricata di comunicare quanto segue:



1. Il Santo Padre segue con grande preoccupazione le sorti di tutte le popolazioni interessate ed indice per domenica prossima, 23 luglio, una speciale giornata di preghiera e di penitenza, invitando i Pastori ed i fedeli di tutte le Chiese particolari come tutti i credenti del mondo ad implorare da Dio il dono prezioso della pace.



2. In particolare, il Sommo Pontefice auspica che la preghiera si elevi al Signore, perché cessi immediatamente il fuoco tra le Parti, si instaurino subito corridoi umanitari per poter portare aiuto alle popolazioni sofferenti e si inizino poi negoziati ragionevoli e responsabili, per porre fine ad oggettive situazioni di ingiustizia esistenti in quella regione, come già indicato da Papa Benedetto XVI nell' Angelus di domenica scorsa, 16 corrente mese.



3. In realtà, i Libanesi hanno diritto di vedere rispettata l'integrità e la sovranità del loro Paese, gli Israeliani hanno diritto a vivere in pace nel loro Stato ed i Palestinesi hanno diritto ad avere una loro Patria libera e sovrana.



4. In questo doloroso momento, Sua Santità rivolge pure un appello alle organizzazioni caritative, perché aiutino tutte le popolazioni colpite da questo spietato conflitto.



Parla il Vescovo maronita di Byblos: «Ma quale guerra? Questa è un'apocalisse, anzi un olocausto ai danni della popolazione libanese...».

«Ma quale guerra? Questa è un'apocalisse, anzi un olocausto ai danni della popolazione libanese perpetrata dal Dio d'Israele e dal Dio dei musulmani». Così monsignor Beshara Rai, vescovo cristiano maronita di Byblos, una cittadina sul mare a nord di Beiurt, a metà strada tra la capitale e il confine con la Siria. Una città fino a pochi giorni fa tranquilla, un'oasi di pace abitata da cittadini di tante religioni, molti i cristiani.
Monsignor Beshara Rai, cosa sta succedendo?
«Una crisi di portata immane. Siamo di fronte ad un Paese, Israele, che si permette di violare tutte le norme del diritto internazionale per motivi che nessuno in Libano riesce a comprendere. Israele sta distruggendo tutto: case, strade, ponti, macchine. Ci stanno isolando. Se le cose vanno avanti così tra poco tempo moriremo per mancanza di cibo. Si sta profilando un vero e proprio olocausto. Il tutto con il silenzio della comunità internazionale. Dov'è l'Occidente? Perché nessuno ci aiuta?».
L'offensiva di Israele non è la risposta agli attacchi dell'Hezbollah?
«Sì certo. Ma allora Israele dovrebbe prendersela con la Siria e l'Iran che finanziano l'Hezbollah e non con il Libano».
Però l'Hezbollah siede nel Parlamento libanese?
«Sì, ma vi siede per conto della Siria e dell'Iran. Lo sanno anche i sassi».
Insomma siete in mezzo ad una contesa che non vi riguarda?
«Esatto. Israele da una parte, Siria e Iran, sfruttando l'Hezbollah, dall'altra, stanno usando il Libano come fosse un campo di calcio in cui contendersi un loro trofeo. È un'ingerenza assurda e incomprensibile. Che cosa cerca Israele? Forse ha un arsenale da smantellare e si diverte a scaraventarlo su di noi».
Come vivete a Byblos?
«Malissimo. Migliaia di libanesi innocenti sono arrivati - e continueranno ad arrivare - a Byblos in cerca di una zona un po' più tranquilla. Noi abbiamo accolto tutti. Abbiamo sistemato famiglie intere, donne, bambini ed anziani, negli edifici pubblici, nelle chiese, nelle palestre, nei campi, dove e come possiamo».
Vi arrivano degli aiuti?
«Niente di niente. Tra qualche giorno le riserve di cibo finiranno. Come sfameremo la gente? Siamo destinati a morire per isolamento».
Però in questi giorni richieste di pace sono arrivate da più parti, anche dal G8?
«Da dove? Per favore, non scherziamo. Tutti parlano ma nessuno fa niente».
E le parole del Papa?
«Le uniche sensate. La popolazione del Paese, o meglio di Byblos, le ha ascoltate attentamente e sono le uniche pronunciate con coerenza».
Cosa ne sarà dei cristiani libanesi?
«Forse sono i cristiani che i signori della guerra vogliono fare fuggire. Se va avanti così non solo i cristiani, ma anche tanti altri cittadini di altre religioni dovranno fuggire in Occidente».

di Paolo Luigi Rodari



IL TEMPO   19 luglio 2006


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 da bellaciao.org


DALLA BASE DI CAMP DARBY LE TERRIBILI BOMBE GBU-28 CHE SQUARTERANNO IL LIBANO?



ISRAELE/LIBANO- NICOTRA (PRC) : "DALLA BASE DI CAMP DARBY LE TERRIBILI BOMBE GBU-28 CHE SQUARTERANNO IL LIBANO? GOVERNO ITALIANO INTERDICA USO BASE PER OPERAZIONI DI GUERRA"

"Ci sono motivate ragioni che inducano a pensare che le terribili bombe GBU-28 a guida satellitare e laser richieste agli Usa dal governo di Tel Aviv, siano già stoccate nella base americana di Camp Darby. Probabilmente sono già state spedite in questi giorni tramite speciali navi o aerei da cargo.Se così fosse il territorio italiano sarebbe di nuovo usato per operazioni di guerra in barba al dettato costituzionale e alle disposizioni della legge 185 che vieta il commercio e la triangolazione delle armi in paesi in guerra o che siano responsabili della violazione del diritto internazionale." E’ quanto afferma in una dichiarazione Alfio Nicotra, responsabile nazionale del Dipartimento Pace del Prc. ( continuia qui  )


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Ci sono immagini non certo gradevoli, ma penso ci sia una grande differenza fra un telegiornale che dica ’’8, 10, 40 vittime civili’’ e guardare ’’quella’’ persona, ’’quella’’ tragedia, che non può più lasciarci indifferenti. Il nostro Paese, l’Europa, gli Stati Uniti, stanno sostenendo il governo israeliano (in nome della lotta al terrorismo ?!?) e per gli ultimi episodi si sono limitati a qualche bonario dissenso...


 foto





25.7.06

Senza titolo 1380

L' evento dedicato a Fabrizio .De.Andre. si intitola 'FABER,SUONI E PAROLE CANGIANTI' e si svolgerà a Tempio Pausanua  (sassari )  capitale culturale della Gallura, nel nord-est della Sardegna, il 4 e il 5 agosto 2006.

Il  4  la  giornata musicale  ( trovate sotto la locandina  )

E' la SECONDA EDIZIONE e dopo la presenza, lo scorso anno, dell' ospite internazionale Kevin Dempsey, che ha cantato in genovese il repertorio del Maestro, aspettiamo gli artisti del Corou de Berra (Francia) certi della originalità e della bellezza dei loro adattamenti. Saranno in compagnia del gruppo sardo ANDHIRA che ha prodotto il cd 'Sotto il vento e le vele.. incontro con FDA' di grande levatura artistica, di ISKELIU, gruppo di musica e ricerca etnica che fondato dieci anni fa da  il maestro etnomusicologo Sandro Fresi  e con il quale ha prodotto, nel 97, il cd 'iskeliu' che  porta la prestigiosa prefazione di Fabrizio. E che insieme all'attore MATTEO GAZZOLO ha prodotto un reading musicale tratto dall'unico romanzo di De André 'un destino ridicolo', e di DOC SOUND, cover-band di professionisti che eseguirà il repertorio più conosciuto del nostro Fabrizio . Si partirà con una serie di brevi concerti pomeridiani (dalle ore 18) in luoghi fra i più suggestivi del centro storico di questa piccola città di pietra che il maestro elesse a sua dimora. A cadenza di trenta minuti ciascuno, gli artisti si alterneranno tra chiostri secenteschi, oratori medioevali, palazzi storici e piccole piazze per poi concludere con un grande concerto in Piazza Gallura, dalle 21.30. L'evento è patrocinato dall' assessorato alla Cultura del Comune di Tempio Pausania sotto la   direzione artistica. di Sandro Fresu 



Il giorno 5 ci sarà invece la premiazione  ( vedere copertina sopara  ) del 1° concorso letterario 'UNA STORIA SBAGLIATA  ( di cui    avevo pubblicato il bando   sempre questo blog  )  dedicato all'opera del maestro, evento patrocinato dalle  associazioni culturali Iskeliu, Carta dannata e dalla libreria Max 88 in collaborazione con l'Amministrazione comunale, presso l'Ufficio Turistico.Presidente della giuria  Giorgio Todde.

Senza titolo 1379

11 settembre 2001: rompere il muro del silenzio



L'11 settembre del 2001 ha cambiato il corso della storia e ha modificato l'intero quadro mondiale. A seguito del tragico e spettacolare attentato, in cui hanno perso la vita circa tremila persone innocenti, gran parte delle certezze occidentali sono andate in frantumi. Ne è seguita un'offensiva statunitense che ha già prodotto due guerre e ha modificato non solo la geopolitica di intere aree del pianeta, ma tutti i rapporti di forza consolidati nei decenni precedenti.


Sebbene i responsabili dell'attacco siano stati additati al mondo con singolare rapidità, una spiegazione complessiva degli avvenimenti dell'11 settembre, e della loro preparazione, ha impiegato oltre tre anni per venire formulata da una commissione d'inchiesta del Congresso degli Stati Uniti. Un solo, presunto responsabile, è stato giudicato da un regolare tribunale e condannato all'ergastolo.


Tuttavia dopo un'analisi attenta si evince che la versione ufficiale è non solo lacunosa in decine di punti essenziali, ma in altre decine di punti essa è dimostrabilmente falsa.


La falsità, le reticenze e le palesi incongruenze della ricostruzione ufficiale, sollevano altri, pesantissimi interrogativi. Non vi è bisogno di mentire quando la verità è chiara. Dunque, se i poteri mentono, ciò significa che vogliono impedire l'emergere della verità. E la menzogna indica che i presunti kamikaze non hanno agito da soli e che essi hanno avuto potenti alleati a diversi livelli dell'establishment statunitense, nelle stesse strutture difensive, nelle istituzioni preposte alla difesa della sicurezza del paese.


I media – a cominciare da quelli statunitensi – hanno, salvo rarissime eccezioni, seguito l'interpretazione ufficiale, e negli anni successivi hanno lasciato cadere la cortina del silenzio assoluto. Essi hanno applicato la legge del giornalismo contemporaneo, secondo cui “ciò che non dovrebbe essere vero, non lo è” (Gore Vidal). Noi non accettiamo questo criterio.


L'eccezionale rilevanza dell'evento 11 di settembre, e delle sue ripercussioni planetarie , appare del tutto incompatibile con tali e tante omissioni, distrazioni, dimenticanze, silenzi. La tesi dell'inefficienza, delle incompetenze, non regge alla più elementare delle verifiche. Tanto da indurre il sospetto che vi sia stata e vi sia tuttora una deliberata intenzione di impedire l'accertamento della verità.


Di fronte a tante inspiegabili stranezze che circondano un evento cruciale per la nostra storia comune, è doveroso porre domande e cercare risposte. Molti hanno già cercato di farlo in questi anni e una enorme mole di fatti, di dati, di analisi, di immagini è già stata raccolta e posta sotto il vaglio rigoroso delle verifiche. Esse confermano tutti i sospetti.


Noi intendiamo portare il nostro contributo a questo lavoro, consapevoli che la pace e la democrazia corrano gravi pericoli fino a che non si riuscirà a fare luce sulle responsabilità e sulle stesse modalità con cui gli attentati terroristici del 11 settembre furono compiuti.


E' stato scritto autorevolmente che la verità sull'11 settembre non la saprà questa generazione. Noi non possiamo pretendere di sostituirci agl'investigatori che hanno svolto la loro opera a partire dai dati primari raccolti sui luoghi e ascoltati dai testimoni diretti. Ma i materiali che essi stessi hanno prodotto rivelano falsità ed errori che possono essere dimostrati.


Nostro compito non potrà dunque essere quello di ricostruire integralmente la verità dei fatti, ma quello di verificare se, dove, come le ricostruzioni fin qui tentate (quelle ufficiali e quelle di studiosi, giornalisti, ricercatori, esperti, esponenti dei servizi segreti) siano coerenti con i fatti accertati e con le deduzioni praticabili in termini scientificamente e logicamente corretti. Solo dopo avere evidenziato l'errore si cercherà di procedere oltre nella ricerca delle possibili spiegazioni.


La gigantesca opera di raccolta dati e di analisi impone un lavoro di gruppo. Noi intendiamo portare avanti una ricerca collettiva, il cui obiettivo sarà di produrre una serie di iniziative informative multimediali, capaci di raggiungere in primo luogo il pubblico specialistico e i giornalisti. Una serie di verifiche preliminari ci consente di affermare che il livello d'informazione attorno a questo evento e alle sue implicazioni è estremamente basso perfino ai livelli delle decisioni politiche e dei luoghi dove l'informazione viene elaborata.


Siamo consapevoli che toccare questo argomento significa esporsi al rischio (minore) di vedersi inclusi nella categoria dei visionari, dei complottisti, dei dietrologi. E al rischio (maggiore) di essere sottoposti all'attacco (prevedibile) del mainstream informativo, cioè di coloro che hanno finora taciuto. Per questa ragione abbiamo coinvolto e coinvolgeremo un gran numero di specialisti di provata competenza nei diversi campi dell'indagine. Essi daranno le garanzie sufficienti per evitare rischi di manipolazione e di interpretazione malevola e partigiana del lavoro che stiamo compiendo.


Noi siamo consapevoli del fatto che le valutazioni sulla ampiezza delle complicità più o meno ufficiali possono essere assai diverse, ma siamo accumunati dalla convinzione della necessità di una investigazione indipendente, resa indispensabile dall'enorme vastità delle implicazioni. In nome delle vittime prima di tutto, ma anche per difendere la pace mondiale e la nostra stessa vita di cittadini, i cui diritti civili e umani sono stati, a partire dall'11 settembre, già seriamente minati, così come sono state lesionate le fondamentali regole della convivenza internazionale.


Chiunque condivida queste preoccupazioni sottoscriva questo manifesto, “per rompere il muro del silenzio” cliccando QUI


Leggi la lettera di Giulietto Chiesa ai firmatari del manifesto

24.7.06

Senza titolo 1378

NO ALL’AGGRESSIONE MILITARE ISRAELIANA CONTRO I POPOLI PALESTINESE E LIBANESE
IL PREMIER ISRAELIANO EHUD OLMERT E’ PERSONA NON GRADITA IN ITALIA

La mozione presentata e letta all’assemblea degli autoconvocati del 15 luglio scorso a Roma, in cui si chiede l’abrogazione dell’accordo di cooperazione militare tra Italia ed Israele e l’adozione di sanzioni diplomatiche e commerciali verso Israele ha lanciato un appello alla mobilitazione per il 27 luglio, giorno della visita del capo del governo di Tel Aviv Olmert. Di fronte all’escalation israeliana in Medio Oriente il documento sta raccogliendo adesioni in tutta Italia.


Sentiamo la necessità di una risposta forte e immediata all’ennesima aggressione israeliana e in solidarietà ai popoli palestinese e libanese e alla loro resistenza all’occupazione militare il cui carattere criminale è sempre più evidente: il 90% dei morti provocati dai bombardamenti israeliani sono civili, donne, bambini.

GIOVEDI' 27 LUGLIO 2006
CORTEO A ROMA
ore 17,30 P.zza Della Repubblica

23.7.06

Senza titolo 1377

Mentre  mi accingo a scrivere  un commento  sdegnato  sull'ennesima censura  rai ( trovate sotto  lo'articolo )   in canna  nel mio lettore cdv  c'è  questa canzone che rapressenta  sia  cosa  è successo   5 anni  fà al  g8   di genoiva  si di  come  si  sia passata  da  una manifestazione pacifica (   quella del 19 luglio la  cosidetta  dei migranti   ... salvo quache  scaramuccia  con i Blak blok ... a  lle  repressioni   di quelle  del 20-21-22  .


Dalla foce al porto (ciò che non siamo)
(di Vito Rorro)

 


Guarda il mondo coi miei occhi… vai nel mondo coi miei piedi
Ama il mondo col mio cuore… porta al mondo la mia vita
Prendi in mano la mia storia… prima che sia nebbia e stato
Quando ci sarà vittoria… io sarò fra chi ha creduto
Quanti fiori e quanti amori… ho incontrato per le strade
Quanti sogni ho respirato… quanti non li ho mai contati
Io li ho visti rifiorire… quando a Genova c’è il sole
Mi son detto in questo giorno… è impossibile morire  
La brutalità sulla mia pelle… nuova libertà che sale… sale… sale  
Sotto i grandi riflettori… le speranze per il mondo
Otto grandi incantatori… e un rigurgito profondo
Polizia che sta fumando… e allacciandosi i bottoni
Polizia che quando è notte… non si tengono riunioni
Mai i ragazzi di corteo… che si stringono la mano
Hanno zoccoli e canzoni… per andare più lontano
Io li ho visti rifiorire… quando a Genova c’è il sole
Mi son detto in questo giorno… è impossibile subire… soffrire… fallire  
La brutalità sulla mia pelle… nuova libertà che sale… sale… sale…  
Guarda il mondo coi miei occhi… ruba al mondo il tuo futuro
Perché ciò che noi non siamo… è ciò che noi non vogliamo


Infatti  leggendo la news    in queastrione   ci s'accorge che   : 1) Ivano  Fossati con  cara democrazia   e Franco battiato  con Povera patria; 2) che  l'analisi storico antropologica fatta da( fcopertina  a  sinistra )  il paese mancato  dal miracolo  economico  agli anni  ottanta  di Crainz Guido ( anche se  secondo me l'Italia  è  uin paese mancato dallla morte di Cavour     fino  ad oggi   )  : 3) le reazioni suscitate da quelli del polo ( Cdl )  quando   si parlava degli anni  70\80 e a i collegamenti con gli anni 90   con le trasmissioni di  Blunotte Lucarelli    che parlare di tali argomenti in tv  , soprattutto in fasce orarie  di maggiore  ascolto  sia  ancorta un tabù e  che lo stesso discorso  fatto ( vedere post precedentisul calcio ) del  panem   et  circenses  si può applicare  anche alla  tv  che non sia via  sattellite  -


ecco l'articolo  in questione la 
fonte unità online del 22\7\2006


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Rai, oscurato «Primo piano» su Genova e G8. I giornalisti: «Solo un caso?»




Doveva essere dedicata alla ricostruzione dei fatti di Genova la puntata di venerdì sera di «Primo Piano», programma di approfondimento del Tg3. Ma improvvisamente è saltato sia il segnale digitale sia quello satellitare. «È stato un caso o c'è stato dolo nell'interruzione del segnale di trasmissione su satellite e sul digitale durante l'edizione di «Primo pian» di venerdì sera?» A chiederselo sono i telespettatori della trasmissione che continuano a telefonare in redazione per avere una piegazione, ma anche i giornalisti stessi del telegiornale di Rai tre. Nel comunicato del Comitato di Redazione del tg, infatti, si legge che la redazione chiede all´azienda chiarimenti sull´accaduto. «Una domanda legittima, sottolinea il Cdr del Tg3, a cui l'azienda deve dare una risposta. «La puntata di «Primo piano» di venerdì sera aveva come obiettivo quello di aggiungere un tassello di verità a una vicenda, quella del G8 di Genova e degli avvenimenti che hanno causato la morte di Carlo Giuliani, che ha lacerato il Paese. Il percorso di ricostruzione indicava la faticosa ricerca giornalistica di testimonianze e fatti che riguardavano il G8» si legge ancora nel comunicato del Cdr. Ma la fatica giornalistica è stata premiata con l´interruzione del segnale e non si è visto più nulla. «Solo per la durata della trasmissione», sottolineano i giornalisti.

«Il Tg3, ricorda inoltre il Cdr, non è nuovo a questa esperienza. Già un'altra volta, in quest'ultimo anno, nell'occasione della trasmissione di un reportage scomodo su Gerusalemme, si è verificato il medesimo problema. Allora potemmo parzialmente appurare i fatti. Oggi, conclude il comunicato, chiediamo all'azienda di fare luce fino in fondo e di assumere provvedimenti, se necessari».

dì sera di «Primo Piano», programma di approfondimento del Tg3. Ma improvvisamente è saltato sia il segnale digitale sia quello satellitare. «È stato un caso o c'è stato dolo nell'interruzione del segnale di trasmissione su satellite e sul digitale durante l'edizione di «Primo pian» di venerdì sera?» A chiederselo sono i telespettatori della trasmissione che continuano a telefonare in redazione per avere una piegazione, ma anche i giornalisti stessi del telegiornale di Rai tre. Nel comunicato del Comitato di Redazione del tg, infatti, si legge che la redazione chiede all´azienda chiarimenti sull´accaduto. «Una domanda legittima, sottolinea il Cdr del Tg3, a cui l'azienda deve dare una risposta. «La puntata di «Primo piano» di venerdì sera aveva come obiettivo quello di aggiungere un tassello di verità a una vicenda, quella del G8 di Genova e degli avvenimenti che hanno causato la morte di Carlo Giuliani, che ha lacerato il Paese. Il percorso di ricostruzione indicava la faticosa ricerca giornalistica di testimonianze e fatti che riguardavano il G8» si legge ancora nel comunicato del Cdr. Ma la fatica giornalistica è stata premiata con l´interruzione del segnale e non si è visto più nulla. «Solo per la durata della trasmissione», sottolineano i giornalisti.
«Il Tg3, ricorda inoltre il Cdr, non è nuovo a questa esperienza. Già un'altra volta, in quest'ultimo anno, nell'occasione della trasmissione di un reportage scomodo su Gerusalemme, si è verificato il medesimo problema. Allora potemmo parzialmente appurare i fatti. Oggi, conclude il comunicato, chiediamo all'azienda di fare luce fino in fondo e di assumere provvedimenti, se necessari».

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P.s
Ora  poichè ogni  ulteriore  commento  a tale avvenimento  è  superfluo  ,  vi lascio all'articolo  .Traete voi ognio  giudizio  . meditate gente  meditate  .
P.s 2
per chi volesse  approffondire  sul G8 del 2001   consiglio di leggersi o rileggersi 
il post del 21\7\2006

22.7.06

Senza titolo 1376

A mia madre, esempio di sensibilità, saggezza.

Alla donna che mi ha cresciuta, dato forza e amore smisurato.

A lei che mi ha insegnato a vivere

a credere, amare e sperare.

A chi ha sempre accettato i miei limiti,

facendomi sentire comunque Grande.

A chi mi generato per poi lasciarmi vagabondare libera

a sfamare la voglia di respirare il mondo.

A colei che non si arrende

che accoglie le sfide con simpatia e coraggio

e che da qualche tempo ha preso per la prima volta in mano un mouse,

buffamente... ma che oggi ha imparato a navigare

ed è una lettrice affezionata di queste pagine, dei vostri commenti.

A te, amica sincera, madre, donna d'incomparabile valore,

una dedica in dialetto.





UNA ROSA

In su jardinu terrestre est naschida

una rosa benigna e verdadera

ch'est de sos ojos mios veru incantu.

Su coro palpitante bramat tantu

a simile tesoro esser amante

bramat tantu su coro palpitante

esser amante a simile tesoro

bramat tantu su palpitante coro

de un'amore perfetu e sinceru

In su jardinu terrestre est naschida

una rosa benigna e verdadera

ch'est de sos ojos mios incantu veru.

Ses s'ammiru de su mundu interu

ca s'amore prufundu dat regiru

de s'interu mundu ses s'ammiru

ca dat regiru s'amore prufundu

ses s'ammiru interu de su mundu

relichia chi m'as postu in disilvios.

In su jardinu terrestre est naschida

una rosa benigna e verdadera

incantu veru de sos ojos mios.

Minerva, Melpomanu, Eratu e Clio

ti cunservat che rosas in beranu

Eratu, Clio, Minerva e Melpomanu

che rosas in beranu ti cunservat

Eratu, Clio, Melpomanu e Minerva

relatan simpatia justa e vera.

In su jardinu terrestre est naschida

ch'est de sos ojos mios veru incantu

una rosa benigna e verdadera.

Istella circulante in s'atmosfera

nara si bella nd'as 'idu assimizante

in s'atmosfera istella circulante

s'assimizante nd'as bidu nara bella

in s'atmosfera circulante istella

declara si nd'as bidu pius digna.

In su jardinu terrestre est naschida

ch'est de sos ojos mios veru incantu

una rosa verdadera e benigna.

Dea imperatrice in sa Sardigna

chi recreas dogni anima infelice

in sa Sardigna dea imperatrice

infelice dogn'anima recreas

in sa Sardigna imperatrice dea

prenda de oro sa pius famosa.

In su jardinu terrestre est naschida

ch'est de sos ojos mios veru incantu

verdadera e benigna una rosa.

O gema diamantina e preziosa

diadema giucunda e subrafina

o gema preziosa e diamantina

giucunda e subrafina diadema

diamantina e preziosa gema

abbagliu raru de cantos l'an bida.

Una rosa benigna e verdadera

ch'est de sos ojos mios veru incantu

in su jardinu terrestre est naschida.

Carlo Nonnis (Torpè)

21.7.06

Senza titolo 1375













La Legge Giusta « dei Modena city ramblers

Piccolo bastardo infame
Guarda cosa hai combinato
Con tutte le tue bandiere
E con i tuoi cortei
Con il tuo Che Guevara
E le canzoni di ribellione
Credi davvero che ancora qualcuno
Voglia ascoltare la tua voce?
Le auto sputano lingue di fuoco
Le strade piangono lacrime nere
Sulle pagine dei giornali
Hanno già i titoli pronti
Puoi nasconderti nei cortili
O fuggire per le scale
Tanto arriveremo
E poi faremo festa
Con le tue foto e i tuoi filmati
Con i tuoi slogan e pugni alzati
Credi davvero che ancora qualcuno
Voglia ascoltare la tua voce?
Le auto sputano lingue di fuoco
Le strade piangono lacrime nere
Sulle pagine dei giornali
Hanno già i titoli pronti
Genova brucia - Con il tuo sasso!
Qualcuno muore - Proprio adesso!
L'Italia cade - Con il tuo sasso!
Un colpo esplode - Non è reato!
Il dollaro sale - E' un attentato!
La borsa crolla - Con il tuo sasso!
Milano trema - Le tute bianche!
E il parlamento - Con il tuo sasso!
Vota la legge giusta
Un giorno sul ponte di Messina
Passeremo con le jeep
E ricorderai che non si scherza
con chi decide e chi comanda
Con i tuoi amici marocchini
E quei finocchi intellettuali
Farete meglio a stare zitti
Se tenete alla vostra testa
Le auto sputano lingue di fuoco
Le strade piangono lacrime nere
Sulle pagine dei giornali
Hanno già i titoli pronti
Genova brucia - Con il tuo sasso!
Qualcuno muore - Proprio adesso!
L'Italia cade - Con il tuo sasso!
Un colpo esplode - Non è reato!
Il dollaro sale - E' un attentato!
La borsa crolla - Con il tuo sasso!
Milano trema - Le tute bianche!
E il parlamento - Con il tuo sasso!
Vota la legge giusta



IL post  d'oggi vuole essere una risposta  anche se  con ritardo  sia  a  chi fra i pochi   fra cui   il cui  il nostro utente
Lapo   che nel commento al mio post precedente su carlo giulian dice  : <<  Scusate. Ma voglio capire. Ho seguito quello che ho potuto sui fatti di genova. Rispetto ogni persona che perde la vita in contesti simili. Ma mi chiedo come possa essere celebrato un ragazzo che è stato ripreso con un estintore in mano nell'atto di lanciarlo. Deprecabile anche il carabiniere che ha fatto fuoco verso un civile. La violenza è sempre sbagliata....non si può, con essa, professare nessun nobile ideale o alta virtù. Scusate, il mio mex non vuole essere polemico, voglio solo capire. >>  sia  a ch mi dice ----- fra i commenti ed  email  più " tenere  "  --- che   difendo un assassino, un teppista

Se  vedete il  filmato   "  QUALE VERITA' PER PIAZZA ALIMONDA ? Fotografie e filmati agli atti del procedimento archiviato " qui  per potervelo  scaricarvelo se  nel caso lo aveste perso conil quotidiano  liberazione  ), la  rapressentazione teatrale  Archivi&azione ( disponibile  anche in vhs e dvd , con emule in dvdx ) realizzata per la regia di Giorgio Scaramuzzino con gli attori del Teatro dell'Archivolto di Genova, costruita rigorosamente sulla base degli atti del procedimento di archiviazione disposto dal giudice per le indagini preliminari. Esso  è un ottimo documentartio mperchè dimostra  come l'archiviazione giudiziaria  ha così impedito che si potesse svolgere un dibattimento capace di fare chiarezza su tutte le contraddizioni, le falsità, le invenzioni, le omissioni che hanno contraddistinto le indagini sull'omicidio di Carlo Giuliani in occasione del G8 del luglio 2001. La rappresentazione riporta infatti fedelmente interi brani della ordinanza di archiviazione,le testimonianze rese,le foto ed i filmati,le controdeduzioni della difesa e le argomentazioni della parte offesa  con  le argomentazioni di un koro  consulente tese a dimostrare la falsità delle dichiarazioni dei consulenti del pubblico ministero.





Capirete perchè lo  difendo e lo celebro ,  facendone un simbolo , ma  senza  esagerare   come lo ha fatto  in maniera esagerata e strumentale il  movimento  o meglio  alcune  parti \ frange  radicali  ne  hanno fatto un martire o un icona da santificare .
IO considero sudetto avvenimento come un simbolo  di quei giorni di cinque anni fa  insieme  a : 1) le
inqualificabili ed indescrivibili  torture fisiche\psicologiche  sucesse  a Bolzaneto  indegne  di un paese  che si definisce  e viene considerato civile  e democratico ; 2) alla  repressione   e quello che si può definire a tutti gli effetti   al " massacro " del corteo pacifico  anche se carico di tensione del 21  in cui  erano scesi in piazza quasi  mezzo milione di persone ; 3) l'incursione  \ assalto  alla scuola  Diaz ( un esempio  di quella  che è stata la mattanza o della notte cilena -- come la chiamano molti del  il movimento no global --- verificatasi  li dentro la  si può notare   sia  dalle varie foto e filmati che si trovano su internet     in particolare secondo me  dalla  foto riporta qui sinistra  oltre  che dal  proscioglimento di tutti i 93 occupanti  )  . lo considero  un simbolo  anche,ed soprattutto, per la maniera  vergognosa a dir poco  su come il caso Giuliani  è stato  archiviato  . Ora  che sia   un assassino  o  meno (  dipende dai  punti di  vista  )  non mi sembra molto,anzi per niente, etico  e\o  moralmente   corretto  che  una persona  morta   o moribonda (  di qualunque  parte politica  sia  )  : 1)  sia  preso a calci  , gli vengano come affermano alcune testimonianze  ( secondo me  troppo  esagerate  , forse  per lo shock degli avvenimenti  di quella  giornarta  ed in particolare  di quelli che hanno portato al  fatto di piazza  alimonda  )  gli spengano  sigarette sulle  braccia   ; 2)   gli venga   spaccata la testa  con  un sasso  ( come  sembra  dimostrare questa  foto  pubblicata da http://www.rivistaonline.com e in particolare articolo in questione sempre della stessa fonte)    per  potersi creare  un alibi  e    affermare  come afferma  Lauro (  il  comandante del plotone di piazza  alimonda  )   in maniera  plateale  e  con un coup de theatre , magari organizzato  secondo il sito italo-francese www.bellaciao.org ( qui  per chi volesse leggersi l'articolo in merito   ) davanti alle telecamere di  canale  5   : <<  lo  hai ucciso   tui  con il tuo sasso  >> .


Prima di giudicarmi fazioso o   totalmente di parte  v'invito a  consultare  le versione ufficiale  di piazza  alimonda   con    i filmati    e gli articoli  delle  contro inchieste   e  con i documenti    giudiziaria  delle  due parti in causa    (  la famiglia e i magistrati    )  e  poi  ditemi se  Giuliani  è un assasino  o uno  che  si stava  difendendo anche se violentemente  ?  o   chi  è  l'assassino  se  colui che   ha sparato Placanica , cosa che io  non credo dato che  ci sono diverse immagini in Rete ( fra cui i filmati  riportati  nelc collegamenti  del post  e del dopo post  )  secondo cui non sarebbe stato Placanica a sparare, quanto un altro carabiniere, ammanicato con le alte sfere.  o  Giuliani    ?   Se  poi  ne  volete  parlare  ancora  io sono qui  . Concludo , prima di  passare ai documenti  per chi volesse  leggersi o rileggersi  un mio resoconto personale  ( tenendo conto che non ero presente  al G8  di Genova  -- tanto  da meritarmi  la  dedica  di Stefano Tassinari nel suo romanzo  sui fatti del G8  i  Segni  sulla Pelle << A  Giuseppe  che a Genova .... c'era  con il cuore  >> ho collaborato   tramite internet  al libr Genova nome per nome ----  trovate  a destra la copertina  -- di Carlo Gubitosa  uno dei responsabili del comitato giustizia e verità per  genova qui l'url )    cercate  nel mese diluglio dello scorso anno  oppure  per  chi  è  preso da pigrizia  o non ha  voglia  di cercare  nell'archivio  del nostro  blog   lo  trova qui Non so  più  che  altro dire  , se non  lasciarvi agli approfondimenti    sconsigliabili ai deboli di stomaco  e alle persone troppo sensibili



DOCUMENTI APPROFONDIMENTI

DOCUMENTI UFFICIALI





Contro inchieste






ed in particolare  questi articoli :
1)
Il passamontagna di Carlo Giuliani accusa le forze dell'ordine: chi infierisce su Carlo morente e perché?
L'analisi di foto nuove di P.zza Alimonda (ma conosciute dai magistrati) fa emergere una sconvolgente verità: intorno alle ore 17.30 del 20 Luglio 2001, in presenza di ufficiali di grado elevato della polizia e dei carabinieri, qualcuno infierisce su Carlo Giuliani ferito invece di aiutarlo, senza sapere se sia vivo o morto. [...] E' questo orrore che si voleva coprire con l'archiviazione? Spaccare intenzionalmente la testa ad un moribondo invece di soccorrerlo è ancora reato in questo paese?
2) Le Pulci della Daloiso: Dove si spiega, senza ombra di dubbio, perché è impossibile che il proiettile colpisca il sasso e ne venga deviato
Andando a spulciare le quarantotto pagine dell'ordinanza con la quale la GIP Elena Daloiso dispone l'archiviazione nei confronti di Mario Placanica ci siamo imbattuti in una serie impressionante di imprecisioni e contraddizioni. Alcune, apparentemente, di poco conto, altre più significative. Ma di certo la pulce più grossa è proprio quella che riguarda il famoso sasso che avrebbe frantumato e deviato il proiettile che colpisce Carlo Giuliani. Noi diciamo che questo è IMPOSSIBILE e vi spieghiamo il perché.
3) Assi nelle maniche nere: un profilo dei periti che hanno preparato la tomba alla verità su Genova-G8
A cosa servono i periti? Come si diventa perito? I periti *fanno* le sentenze? 4 assi, un mazziere e una matta. Un profilo dei periti che stanno seppellendo la verità sul G8 a Genova. Una partita giudiziaria truccata e senza regole insulta il bisogno di giustizia e verità sulla morte di Carlo Giuliani, sui fatti della Diaz e sulle responsabilità politiche e militari del massacro del G8.
4) P.zza Alimonda: l'organigramma dei CCIR (i carabinieri d'assalto)
Chi sono davvero i CCIR? Goteborg e Genova. I rapporti con il Tuscania. Troppi comandanti, alcuni troppo giovani. La polizia che punisce. Una prima parziale analisi delle relazioni dei comandanti dei carabinieri a Genova-G8. Come sempre con nomi e cognomi.
5) La "bestia nera" in P.zza Alimonda: un profilo dei protagonisti
Un riassunto delle puntate precedenti. Chi da' il via ai CC in via Tolemaide? Il ruolo della *Legione straniera* e i para' dei cc a GenovaG8. La formazione dei reparti. Check Point Tolemaide? I guai della Folgore. La stampa pon pon. Il quarto uomo: il mondo e' piu' piccolo del retro di un defender. Una foto. Un'inchiesta virale.

per  ulteriori  documenti e articoli  potete  consultare  il  blog  interno al  sito  della famiglia Giuliani    eccovi anzi  rieccovi l'url
http://snipurl.com/tlky



20.7.06

Senza titolo 1374


 

(A Sylvia Plath)


Questo saettante grido cessa,

feconda musica giunge inattesa

il male è gesto meticolosamente

udito, adornato e scorticato

come rinnovata geremiade in

demonizzato rumore.

Infanzia negata

Ci sono limiti oltre i quali non si può andare, libertà che non possono essere concesse, scelte che non possono essere avvallate, “diversità” che non possono essere accolte.

Così, non riesco a tollerare che il tribunale dell’Aja abbia legittimato la lista “Pnvd”, acronimo di Partito dell’amore fraterno, della libertà, della diversità. È una sigla dietro la quale si nasconde il partito dei pedofili olandesi, anzi non si nasconde proprio…rivendica la propria libertà di organizzarsi in un partito politico e di presentarsi alle prossime elezioni elettorali di novembre.[leggi tutto]

Senza titolo 1373

oggi sono 5  anni 


Piazza Alimonda. Genova. 20 luglio 2001. Carlo.

Piazza Alimonda. Genova. 20 luglio 2001. Carlo.




Una canzone-poesia sui fatti di GENOVA


«Questa canzone è un inno alla vita e un urlo contro chi ce la vuole negare. Questa canzone parla di me, del mio amore per Genova, del caffè che prendo ogni volta che arrivo al chiosco fuori dalla stazione di Piazza Principe, della lunghissima galleria che il treno attraversa prima di sbarcarci. Questa è la mia canzone, e io alle 17 e 30 del 20 luglio 2001 ero a nemmeno – l’ho scoperto alcuni mesi dopo tornandoci - trecento metri da Piazza Alimonda. “Tutto questo è vivo, non me lo hanno ucciso né con la distanza né con i vili soldati”.»

(Alessio Lega)



E poi dall'ultima galleria
sembra mai più poter riaprirsi il sole
e quando luccica dal fondale
dalla rugginosa ferrovia

Dalle budella della grande vedova
diritto in faccia a un muro alto
Porta Principe in un sussulto
ti vomita addosso a Genova...

Io quando tornerò a Genova per prima cosa col caffè di rito
nel piazzale della stazione, dal baracchino il passo addormentato
lo muoverò per riconquistare la dignità di me stesso al mondo
ed il dovere di camminare a testa alta guardando il fondo

guardare in fondo, guardare il mare, guardare il punto fermo sull'abisso
vedere tutto tornare, urlare, fronte spezzata da un chiodo fisso
fronte spaccato, fronte diviso, fonte che anneghi al pozzo San Patrizio
del mare rosso del nostro sangue plebeo che soffoca nel precipizio,
che soffoca nel precipizio...

Quando ritorneremo a Genova ritorneremo sopra la criniera
bianca dell'onda che si frange al frangiflutti che mangia la sera
e scuote il senso del presente, della memoria che si schianta
quando Genova ritornerà quella del luglio del sessanta

Quando ritorneremo a Genova e quando Genova sarà tornata
quando torno, torno al nostro inverno la resistenza verrà dichiarata
quando in tutto quest'inferno ritroveremo i nostri sentimenti
verremo in braccio alla natura, verremo sopra i quattro elementi...

Chi siamo noi? Ora siamo il mare, il mare nero che si scatena
che si rovescia sopra al porto, sopra al porco che lo avvelena
il mare più salato che ci avete fatto lacrimare
date un bacio ai vostri candelotti, giusto prima di affogare.

Chi siamo noi? Ora siamo il vento che non potete più fare ostaggio
aria libera dai mulini, dalle catene di montaggio
il vento che spazzerà via, cancellerà l'orma dei vostri passi
che schianterà muri e sbarre scatenandosi per Marassi

Chi siamo noi? Ora siamo il fuoco che non avete mai domato
quello che brucia in fondo agli occhi di questo grigio supermercato
quello che cortocircuita i fili dell'allarme e del divieto
mentre noi spargeremo sale sulle rovine di Bolzaneto

Chi siamo noi? Ora siamo la notte, la luna persa dei disperati
dice il poeta: "Quando cade un uomo, si rialzano i mercati"
e per quest'uomo di eterna notte, per questa luce che se ne muore
aspetteremo che il sole sciolga il blocco nero che portiamo in cuore...

E così torneremo a Genova, così ritorneremo a Genova
così libereremo Genova, così saremo liberi a Genova...

Io quando tornerò a Genova dal baracchino del caffè di rito
l'antico samovar della tristezza, che sta bollendomi dentro al fiato
questo dolore che mi ha tradito l'enorme sagoma del lutto
il mio tormento che ho malcelato e queste lacrime che tengo stretto...

e in una Genova liberata, senza chiusura, senza sgomento
senza sott'occhio la via di fuga, senza furore, senza spavento
avrà senso cadere in ginocchio, alzare e prendersi le mani
piangere in piazza Alimonda...

Pardon: in Piazza Carlo Giuliani.

Senza titolo 1372

un anniversario passato sotto silenzio


19 luglio 1992

"La scomparsa di Falcone mi ha reso destinatario di un dolore che mi impedisce di rendermi beneficiario di effetti comunque riconducibili a tale luttuoso evento"Queste furono le parole con cui Paolo Borsellino rifiutò il posto di superprocuratore che era rimasto libero dopo la morte del suo amico Falcone, ucciso a Capaci il 23 maggio 1992 assieme a moglie Francesca Morvilio, magistrato, e gli agenti di scorta Rocco Di Cillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro alla moglie Francesca Morvilio, magistrato, e agli agenti di scorta Rocco Di Cillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro.Poco tempo dopo anche lui avrebbe avuto la stessa triste sorte, assieme a Emanuela Loi (che fu la prima donna a far parte di una scorta), Agostino Catalano, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli e Walter Eddie Cusina. Era il 19 luglio 1992. quattordici anni fà.Impegnato a parlare di taxi, mondiali, Juve in B e DPEF ho commesso un errore terribile;ho dimenticato, lo scorso maggio, di rendere omaggio a Falcone. Lo faccio oggi, da queste pagine.  Vorrei lo faceste anche voi, mettendo una foto, una scritta, qualunque cosa ricordi ciò che è successo oggi. Fatelo, che non vi costa niente.Fatelo nell'anniversario del giorno in cui sembrava che fosse morta la speranza di sconfiggere la mafia.Oggi abbiamo Riina, Santapaola, Brusca e Provenzano in carcere.Segnale inequivocabile che ce la possiamo ancora fare.Segnale che ce la faremo.Onore agli eroi Giovanni e Paolo, alle persone morte assieme a loro, ai signori Impastato, Scaglione, Chinnici, Mattarella, La Torre, Dalla Chiesa, Costa, Grassi, Alfano, Livatino, Cassarà, Fava e tutti gli altri che non ho menzionato qui.Morti di mafia da Portella della Ginestra in poi."Vi giuro sul mio onore, a Catania la mafia non esiste" - il sindaco di Catania Munzone, il 5 maggio 1984, il giorno dopo l'uccisione di Giuseppe Fava.


18.7.06

Senza titolo 1371

nel post di   sabato 12 luglio   m'ero scordato e lo faccio qui d'aggiungere  fra i documenti e  gli approfondimenti   quesrto bellissimo libro su i fatti di seveso  .
 <<



Il 10 luglio ricorrono i 30 anni della tragedia di Seveso.

Attraverso alcune interviste la giornalista Nunzia Penelope ripercorre la dinamica della tragedia, il ruolo giocato dal sindacato e dall'INCA, l'approvazione di più adeguate norme legislative e direttive comunitarie, le nuove prese di coscienza sul rapporto ambiente, fabbrica, territorio.

>>


L'iniziativa è stata realizzata dall'INCA, dalla Fondazione Di Vittorio, dall'Associazione Centenario, in collaborazione con L'Unità (www.unita.it ) Conversazioni di Nunzia Penelope con Carlo Ghezzi, Carlo Smuraglia Rino Pavanello, Ermete Realacci, Giorgio Ruffolo. Prefazione di Guglielmo Epifani.
  lo trovate fra un paio di  giorni   sul settore vendite online del quotidiano l'unità più precisamente qui

P.s
a chi mi dice che  Nunzia Penelope  è comunista  gli dico  di  andarsi a cercare con gooogle  o qualunque altro motore di ricerca  news  sub di Lei . ma per i più esigenti e pigri  eccovi qualcosa

Nunzia Penelope, giornalista, per oltre dieci anni si è occupata di sindacato ed economia per l'agenzia di stampa AdnKronos. Attualmente lavora al Cnel.



16.7.06

Senza titolo 1370

APPELLO PER UNA COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA SUI FATTI DEL G8 DI GENOVA


In Italia, nel luglio del 2001, abbiamo vissuto quella che Amnesty International ha definito "la più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale".
Quella ferita, inferta così violentemente il 20 e 21 luglio, ha lasciato un'ennesima macchia di sangue nelle pagine della storia del nostro paese, il sangue di migliaia di giovani umiliati, malmenati e torturati da coloro che sarebbero stati addetti a preservarne la sicurezza; la vita rubata al giovane Carlo Giuliani, vittima sacrificale di una mattanza indistinta.
La ferita dei giorni di Genova è rimasta aperta e dolorante nelle coscienze di tanti italiani e italiane che ancora s'interrogano sulle responsabilità politiche e materiali di quei gravi fatti, di chi si chiede come mai a cinque anni di distanza ancora non si sia fatta chiarezza sulla linea di comando, sulle inadempienze, sugli abusi di potere, sugli occultamenti di prove o sulla loro invenzione.
Subito dopo quegli avvenimenti fu istituita una Commissione di indagine conoscitiva bicamerale dotata di poteri d'indagine limitati. La natura stessa della Commisione, nonché il breve tempo in cui si svolsero i lavori (conclusi il 20 settembre 2001) denotano la volontà del governo di centrodestra di chiudere velocemente la faccenda, auto-assolvendosi agli occhi del Paese. Tale Commissione ha conseguentemente prodotto solo una sommaria e lacunosa ricostruzione dei fatti accaduti a Genova, senza arrivare ad una ricostruzione puntuale degli avvenimenti.
Anche i successivi eventi processuali (a cominciare dalla archiviazione dell'omicidio di Carlo Giuliani) sono risultati viziati dalla stessa logica: chiudere la "pratica Genova" nel più breve tempo possibile. Si sono dunque banalizzati i fatti, riconducendoli ad una logica di "manifestanti violenti" contrapposti a "sporadici eccessi delle forze dell'ordine". Tutto questo col risultato di non poter vedere la precisa linea di repressione del dissenso di cui Genova ha costituito l'episodio più grave, seguito da altri meno noti ma non per questo meno inquietanti. Seguendo il solco ideale del disinteresse tracciato dalla Commissione parlamentare, possiamo leggere non solo le vicende processuali, ma anche la grave distrazione dei maggiori media italiani, che stanno lasciando scivolare i processi in corso per i fatti di Genova nella più completa apatia.
Se il nuovo governo vuole imprimere una svolta democratica al nostro paese, da qui deve cominciare, perché non può esserci futuro democratico laddove una macchia così grave viene lasciata alle spalle, perché non può esservi saldezza di diritti in un paese in cui rimangono troppi dubbi sull'omicidio di un giovane ad una manifestazione.
Il giorno dell'insediamento del nuovo governo è stato ripresentato al Senato un disegno di legge sostenuto da 60 senatori e senatrici che prevede l'istituzione di una commissione d'inchiesta sui giorni del G8 che abbia gli stessi poteri dell'autorità giudiziaria, che possa cioè utilizzare tutti gli strumenti utili ad acquisire informazioni necessarie al raggiungimento della verità. Analoga iniziativa è in corso alla Camera dei deputati, con la possibilità quindi di ottenere una Commissione bicamerale, che avrebbe ancora più peso politico. E' urgente che questo disegno di legge venga discusso al più presto dal Parlamento per essere approvato e l'inchiesta possa rapidamente partire.
E' necessario che tutti e tutte coloro che in questi anni hanno condiviso la lotta per ottenere verità e giustizia si impegnino a far si che ciò avvenga. Bisogna insistere affinché ogni parlamentare si senta in dovere di assolvere una richiesta forte proveniente dal paese: nessuna lungaggine burocratica, nessun ostacolo dovrà frapporsi questa volta all'istituzione di un organismo, realmente aperto all'ascolto di tutti i soggetti che hanno faticosamente lavorato in questi anni alla ricostruzione dei fatti, e che possa dunque far luce sul black out di civiltà che ha investito il nostro paese nel luglio del 2001.
Chiediamo a tutti e tutte di impegnarsi attivamente affinché si possa finalmente in questo Paese, almeno su questa vicenda, restituire alle parole verità e giustizia il loro significato.

PER ADESIONI SCRIVERE A:
commissioneg8@yahoo.it

AIUTACI A DIFFONDERE L'APPELLO E A FARLO FIRMARE!
Scarica l'appello: http://www.piazzacarlogiuliani.org/carlo/include/dox/appello.doc

Le perle



Ho sentito la storia del vecchio cinese e delle sue perle.
C'era una volta un pescatore che portava un filo di perle intorno al collo. Un giorno il filo si spezzò e le perle rotolarono tutte per terra. Disperato, il vecchio provò a cercarle con gli occhi: ma erano troppo stanchi e non le trovò. Provò con le dita: ma erano troppo inaridite. Provò con la lingua: ma era troppo tempo che non sentiva i sapori. Sempre più disperato, continuò a cercare usando tutti i suoi sensi. Ma ogni sforzo fu inutile. Quando aveva ormai spesso di sperare, inaspettatamente ritrovò, una dopo l'altra, tutte le sue perle.

da P.Crepet, Solitudini

15.7.06

Senza titolo 1369

UN PO’ MERIDIONALE


 


      Parte  Prima


 


Personaggi reali:


Insegnante precaria, ormai da quasi un anno in quella scuola, conosce i nomi dei bambini ma  


                                 dimentica i cognomi.


Rappresentante dei genitori, giovane donna bella, alta, lunghi capelli biondi,  molto curata,


                                         abbigliamento alla moda ma di classe.


 


 


Ins.       -E’ riuscita a raccogliere tutte le quote per pagare l’attività di musica?-


Rappr.  –Me ne manca solo una, quella della Spatafora, non riesco mai a vederla-


Ins.       –Spatafora, Spatafo…è la mamma di chi ?-


Rappr.  –Spatafora, Rosy credo si chiami la bambina, quella…UN PO’ MERIDIONALE.


 


 


                                                  Parte Seconda


 


Personaggi reali:


Stessa insegnante precaria, ma in una scuola diversa.


Mamma di un bambino, giovane donna obesa, abbigliamento decoroso senza eleganza né


                                        stranezze.


 


Mamma.  –Mi ha detto Mirko che c’è una nuova a scuola-


Ins.          –Tra gli adulti o i bambini?-


Mamma    -Noo, è grande, deve essere una bidella, ha i capelli color melanzana, credo


                   sia…UN PO’ MERIDIONALE.


 


 


 


        EXSTRAREGIONALI, COME DIRE, PROVENIENTI QUASI TUTTI DAL SUD.


 


                                                 Parte Prima


Personaggi reali:


Interlocutori  scelti a caso in cortile.


Luca, ragazzo un po’ più a sinistra della sinistra, laureato in storia, fa parte di un’associazione


          che fa ricerca storica sui deportati nei lager nazisti, milita nel sindacato di base.


Stessa insegnante precaria, ossia io.


Stiamo aspettando insieme di sostenere la prova scritta di un concorso e siamo nel cortile del


mega Istituto Aldini Valeriani.


 


 


Io.     –Quanta gente che viene da fuori-


Luca. –No, non credo-


Io.      –Vuoi scommettere? Ora vedrai-


Con il pugno chiuso a mo’ di microfono mi rivolgo agli interlocutori intorno, che mi rispondono divertiti: “Scusi, un’intervista a caldo, lei da dove viene?”


Interlo. –Da Catanzaro-


Io.        –Sa bene cosa significherebbe vincere il concorso? Trasferirsi, cercare casa, che non si   


              trova, pagare un affitto alto, vivere con i costi di Bologna e uno stipendio non certo alto.


Interlo. –Lo so, ma dove c’è possibilità di lavoro io vado.


Dopo l’ennesima “intervista” con risposte simili (cambiava solo la provenienza, Caserta, Potenza, Campobasso, Lecce), mi volto sorridendo verso Luca: “Hai visto?”, gli dico. E lui:


-Però, non pensavo ci fosse tanta gente… EXTRAREGIONALE-


Gli faccio notare che ha appena coniato una definizione, mutuandola da extracomunitari, ma che esiste già un termine, meridionale, che non è una parolaccia.


Mi risponde, un po’ imbarazzato, che si, non ha usato la parola in questione per il timore di sembrare offensivo.


 


                                               Parte Seconda


 


Personaggi reali:


Giovane madre di un bambino di tre anni.


Direttrice della scuola.


Si è svolta da pochi giorni la riunione con i genitori dei bambini nuovi iscritti. A scuola sono stati letti due elenchi di nominativi. All’appello, i genitori alzavano la mano e veniva loro riferita  la classe di appartenenza del proprio figlio.


 


Madre. –Vorrei chiederle se è possibile per mio figlio cambiare classe-


Direttr.-Ormai le assegnazioni sono state fatte d’ufficio, secondo una graduatoria, ma se ci sono


              delle motivazioni valide, di solito proviamo a venire incontro ai genitori-


Madre. –Sa, alla riunione ho notato che in quella classe ci sono genitori, diciamo…diversi da me-


Direttr. –Vuole dire che c’erano molti genitori stranieri?-


Madre. –No, no voglio dire che ho “sentito” che c’erano molti genitori che non appartengono


              al mio ambito-


Direttr. –(?)-, in attesa di chiarezza.


Madre. –Si, mi è sembrato che avessero tutti in comune un’unica provenienza,


               che provenissero…PER LA MAGGIOR PARTE DAL SUD.


                Sa (frase ad effetto finale), io sono un insegnante.


 


Diffusa la notizia, riporto il commento di una bidella, 40enne, bolognese da sette generazioni:


“Bisognerebbe sapere dove insegna quella lì, per evitare di mandarci i figli a scuola, da una così”.


Approvo e sottoscrivo. Informo inoltre, che da oltre un decennio nelle scuole del comune di Bologna si lavora su progetti di multicultura per  l’integrazione di bambini con diverse culture di provenienza.(v. stranieri). Dico anche che i fatti narrati sono realmente accaduti, così come i personaggi sono persone reali, non leghisti, ma brave e comuni persone, che usano definizioni come UN PO’ MERIDIONALE per paura di risultare razzisti, o che addirittura evitano di pronunciare la parola meridionale, per il timore di sembrare offensivi; persone che, con un giro lessicale, chiedono che il proprio figlio non stia in classe con bambini i cui genitori provengono dal Sud.


Io un po’ ci rido, un po’ mi infiammo, constato, mi arrendo, allargo le braccia, a volte mi ricadono pesanti lungo i fianchi, non so che dire.


E che pensare.


              


     

Belluno, coppia di Tel Aviv rifiutata da un hotel: «Israeliani responsabili di genocidio, non sono ospiti graditi»

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