va bene che i telefoni a scuola sono fonte di cazzeggio e di distrazione . ma qui si non si riesce a distinguere la regola dall'eccezione . Infatti come dice in un commento all'articolo Mario Zonca:<< Dite alla Preside e all'insegnante, che sulla Gazzetta Ufficiale N. 244 del 18 Ottobre 2010 è stata pubblica la LEGGE 8 ottobre 2010 , n. 170 Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico. Dite alla Preside e all'insegnante che nel sito del MIUR esiste apposita sezione al riguardo, se leggono la Nuova, allego il link, per facilitarle: http://www.istruzione.it/urp/dsa.shtml >> .
da la nuova sardegna del 11 gennaio 2015
Sassari: ragazzo dislessico, smartphone vietato
Insegnante e dirigente del Margherita di Castelvì lo minacciano di sospensione. La mamma: per lui è indispensabile
Giovanni Bua
SASSARI. John Lennon e Jules Verne, Walt Disney e Guglielmo Marconi, John Fitzgerald Kennedy e Muhammad Alì. Tutti legati dalla loro grandezza? Sì, ma anche da un disturbo specifico dell’apprendimento scoperto negli anni ’40 negli Stati Uniti, che per primi parlarono di “cattivi lettori”, e che oggi si calcola affligga in Italia 350mila alunni tra i 6 e i 19 anni, il 4 per cento della popolazione scolastica.
Cattivi lettori. Si tratta della dislessia, conosciuta e normata da una legge ad hoc (arrivata nel 2010), ma ancora troppo spesso mal diagnosticata e liquidata da dirigenti scolastici, docenti (e a volte genitori) con scarsa voglia di fare, di apprendere, di concentrarsi o ubbidire.
Cattivi maestri. Così sembra essere successo anche in un istituto superiore cittadino, il liceo Margherita di Castelvì, dove un ragazzo al primo anno, affetto da documentata (e comunicata all’istituto) dislessia e disgrafia (difficoltà a scrivere), è stato di recente duramente redarguito da una docente e poi dalla preside. E domani dovrà presentarsi, insieme ai genitori, per ricevere “comunicazioni disciplinari”. Motivo? Usava il cellulare in classe durante la lezione.
Lo smartphone. Il ragazzo infatti, come già aveva fatto per tutto il corso delle scuole Medie, aveva tirato fuori da tasca il cellulare per registrare i compiti a casa che la prof stava dettando alla classe. Lo scrivere sotto dettatura è infatti una delle difficoltà insormontabili per chi è affetto da disgrafia, e registrare i compiti uno dei trucchi più semplici per aggirare il problema. La professoressa però non ne era a conoscenza, o comunque poco le interessava. Per lei usare lo smartphone durante la lezione è semplicemente «male».
Cattivi lettori. Si tratta della dislessia, conosciuta e normata da una legge ad hoc (arrivata nel 2010), ma ancora troppo spesso mal diagnosticata e liquidata da dirigenti scolastici, docenti (e a volte genitori) con scarsa voglia di fare, di apprendere, di concentrarsi o ubbidire.
Cattivi maestri. Così sembra essere successo anche in un istituto superiore cittadino, il liceo Margherita di Castelvì, dove un ragazzo al primo anno, affetto da documentata (e comunicata all’istituto) dislessia e disgrafia (difficoltà a scrivere), è stato di recente duramente redarguito da una docente e poi dalla preside. E domani dovrà presentarsi, insieme ai genitori, per ricevere “comunicazioni disciplinari”. Motivo? Usava il cellulare in classe durante la lezione.
Lo smartphone. Il ragazzo infatti, come già aveva fatto per tutto il corso delle scuole Medie, aveva tirato fuori da tasca il cellulare per registrare i compiti a casa che la prof stava dettando alla classe. Lo scrivere sotto dettatura è infatti una delle difficoltà insormontabili per chi è affetto da disgrafia, e registrare i compiti uno dei trucchi più semplici per aggirare il problema. La professoressa però non ne era a conoscenza, o comunque poco le interessava. Per lei usare lo smartphone durante la lezione è semplicemente «male».