10.10.06

Senza titolo 1472

Ricevo  via email da  francesco  Trento ( conosciuto   quando  venne a tempio insimme  ad amadei a presentrare  il libro venti sigarete a  Nassyria  )  la presentazione   del suo ultimo libro\dvd    con  gli inviti presentazione ( per chi è di  Roma  e dintorni ) 
eccovi al lettera 
 
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Cari amici,
 

siamo assai fieri di informarvi che "Matti per il Calcio" approda finalmente in libreria, con la formula dvd + libro, in elegante cofanetto.

Da martedì 10 Ottobre sarà disponibile sul territorio nazionale nei migliori rivenditori. Chiedete al vostro libraio di fiducia. Se non ce l'ha, percuotetelo ben bene con un randello e vedrete che in due o tre giorni arriva...

Per festeggiare l'uscita, vorremmo invitarvi Mercoledì 11 Ottobre, dalle 18 alle 20, a bere un aperitivo con noi alla Feltrinelli di Largo Argentina e per chi non potesse Venerdì 13 Ottobre, alle 20.30, alla libreria Aseq in via dei sediari, 10, traversa di Corso Rinascimento, per la prima presentazione romana del libro\film.

Diffondete questo invito e se potete aiutateci a sostenere "Matti per il Calcio". Teniamo molto al messaggio che veicola. Parte del ricavato verrà devoluto alla squadra del Gabbiano per continuare la sua opera terapeutica. Sperando di vedervi di persona,un abbraccio Volfango & Francesco

 

P.S.
(ovvero terzo e quarto invito): Il 21 ottobre alle 18.00 il Gabbiano, la squadra protagonista del documentario, sfiderà la Nazionale di Calcio Scrittori capitanata da Alessandro Baricco e allenata da Paolo Sollier a Roma, al campo Fulvio Bernardini (via dell'Acqua Marcia 51). Un'occasione per vedere il Trento in maglia azzurra mangiarsi una dozzina di goal. Seguirà una festa per l'uscita del documentario all'ESC, in via dei Reti 15, verso le 21.30.  Vi aspettiamo.

 

 

Per quei pochi che non siano già stati tartassati in questi anni dalle nostre mail a proposito del documentario e delle sue varie evoluzioni, e che quindi fossero all'oscuro del contenuto, alleghiamo qui sotto la scheda di presentazione della casa editrice.

 

Scheda di Presentazione "Matti per il Calcio"          
“Direttori sportivi che chiudono gli arbitri negli spogliatoi, arbitri e giocatori intercettati, campionati addomesticati. Basta, se lo tenessero il loro calcio. I malati sono loro, non noi. La gente dovrebbe spegnere i televisori e venirsi a vedere le nostre partite, perché è il nostro il calcio vero: la polvere,  il fango, le porte con le reti tutte rotte. E soprattutto la voglia di stare insieme. Un calcio sano, sanissimo, anzi terapeutico.  Perché a me il calcio m’ha salvato la vita. Nel vero senso della parola”. (Carlo Strappaghetti, capitano del Gabbiano, la squadra campione d’Italia dei dipartimenti di Salute mentale)  eccone alcune  foto gentilemtne concesse dagli autori del  libro \dvd

          
                                   



 




Quindici pazienti psichiatrici, un ex calciatore e uno psichiatra per allenatore. È la squadra del Gabbiano, impegnata in un campionato di calcio per pazienti psichiatrici
   
Tutti i suoi giocatori sono in cura con psicofarmaci e lottano per reintegrarsi nella società. Il pathos del risultato sportivo convive in questo documentario con le storie di ogni ragazzo. Storie dense, crude, come quelle di Marione, il bomber sovrappeso dal tiro micidiale, colpito dalla schizofrenia dopo un lungo viaggio in Oriente. Di Sandro, l’ex poliziotto dei corpi speciali ora pittore e poeta. Di Valerio, il portiere silenzioso che spera di non ricadere nella droga. Di Benedetto, l’ala destra che parla con le “voci”. E dei loro compagni, uniti per un anno da un unico obiettivo: vincere il campionato e sconfiggere gli eterni rivali del Tucano. Ironico, commovente, appassionante, “Matti per il calcio” è un grido contro la stigmatizzazione della malattia mentale, e un inno alla poesia dello sport. Al potere taumaturgico del calcio, alla sua capacità di unire, di far rinascere, di far sognare.  Con un’intervista esclusiva a Damiano Tommasi e l’audio alternativo dei play off con le voci del mondiale di Germania: Fabio Caressa e Josè Altafini. La prefazione del libro "Matti per il Calcio" è firmata da Walter Veltroni.        

 



                                                                                 







 







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Dicono del documentario:






Walter Veltroni , Sindaco di Roma:  "Ci ho ritrovato l'atmosfera eroicomica dei racconti sul calcio di Osvaldo Soriano. L'emozione è costante e si intreccia sempre al divertimento. I ragazzi del Gabbiano con il loro disagio e la loro voglia di farcela possono insegnare la poesia del calcio, regalando a tutti una grande lezione di vita".
Damiano Tommasi, calciatore:  "Mi sono divertito molto, anche se i problemi affrontati in Matti per il calcio sono seri e complessi, e mi è venuta davvero voglia di giocare con i ragazzi del Gabbiano, di lottare con loro. Sono tornato indietro agli anni in cui anche io correvo dietro ad un pallone nei campetti di periferia, quando contava solo il piacere di stare insieme, di migliorare attraverso lo sport". 



Maurizio Scelli, commissario straordinario della Croce Rossa , giocatore semiprofessionista in gioventù e grande appassionato di calcio: "Matti per il calcio dimostra come il pallone, ed in generale lo sport, possa abbattere ogni barriera e diversità. La squadra del Gabbiano riesce a vincere lo scudetto della vita e ci mette davanti alla realtà: i matti siamo noi".




Tonino Cantelmi, responsabile per la Psichiatria della regione Lazio: "Da un recente sondaggio è emerso che circa il 70% degli italiani, se avesse un figlio affetto da schizofrenia, terrebbe la cosa nascosta. Ciò significa che l'ultimo muro da abbattere per 'aprire' davvero i manicomi è quello della vergogna. In Matti per il calcio il disagio mentale e la follia sono affrontati con naturalezza e semplicità, senza pietismi inutili, ma, anzi, con ironia ed autentica partecipazione".



Valeria Golino, attrice : “un documentario fatto con cuore e maestria. Ci si commuove e ci si affeziona seguendo le avventure della squadra del Gabbiano sul campo e nella vita: personaggi come Sandrone o il bomber Palomba rimarranno a lungo con me. De Biasi si conferma come uno dei registi più promettenti del giovane cinema italiano: io faccio il tifo per lui".





 



Gli autori:




Volfango De Biasi ha realizzato numerosi cortometraggi, documentari, spot e video musicali, presentati a vari festival internazionali (Venezia, Locarno, New York, Bruxelles, etc.) e diffusi dalle televisioni italiane ed estere. Come sceneggiatore, in Italia, ha lavorato per Cattleya, Medusa, Rusic Company, Titti film, De Angelis Group; In Francia per Bloody Mary Productions. Insegna Sceneggiatura all’Istituto Europeo di Design dal 2003. Se Dio vuole sta per esordire con il suo primo lungometraggio cinematografico.


Francesco Trento è autore, con Aureliano Amadei, di Venti sigarette a Nassirya (Einaudi Stile Libero, 2005). E’ il capocannoniere della Nazionale Scrittori.


Senza titolo 1471

Ecco a  che  punto arriva  l'ipocrisia dela noistra  classe politica  ( indipendemente  dall'ideologia   che    c'è al potere ) 



Doveva essere trasmesso questa sera su Italia 1 L'autore del programma, Davide Parenti: "Mai violata la privacy di nessuno"Alle Iene droga tra i parlamentari Il garante blocca il servizio






<B>Alle Iene droga tra i parlamentari<br>Il garante blocca il servizio</B>

ROMA - Il garante per la Privacy ferma le Iene. L'Authority ha deciso di bloccare il contestato servizio del programma di Italia 1 sul test antidroga a 50 deputati, che sarebbe dovuto andare in onda questa sera. In base alle indiscrezioni fatte trapelare dagli autori della trasmissione, il test, eseguito all'insaputa dei parlamentari, avrebbe dato esiti clamorosi, con ben 16 casi di positività all'uso di stupefacenti. Lo stop del Garante è legato alla "raccolta illecita di dati di natura sensibile in quanto attinenti allo stato di salute" che sarebbe stata effettuata nel servizio. Il provvedimento cautelativo dispone, con effetto immediato, "il blocco dell'ulteriore trattamento, in qualunque forma, di ogni dato di natura personale raccolto e trattato nel caso in esame, consistente in informazioni, immagini e risultanze di test".
L'annuncio del servizio delle Iene, fatto alla vigilia della prima puntata della nuova serie del programma, aveva subito scatenato polemiche fortissime. L'esame condotto è il cosiddetto drug wipe, un tampone frontale che secondo Davide Parenti, capo autore delle Iene, "ha una percentuale di infallibilità del 100%". I deputati sono stati avvicinati con la scusa di un'intervista. Poi una finta truccatrice si accorgeva che la fronte dell' intervistato era "troppo lucida" e tamponava. In realtà, l'ignaro si sottoponeva, senza saperlo, al test che svela se si è fatto uso di stupefacenti nelle ultime 36 ore.
Critico verso la decisione del garante il papà e autore delle Iene, Davide Parenti: "Andiamo in onda da dieci anni rispettando la privacy di tutti, perfino dei guaritori filippini e dei ladri di motorini, figuriamoci quella dei deputati. Abbiamo fatto decine di servizi in questi anni cancellando sempre i volti delle persone coinvolte".
Drastica la reazione del leghista Roberto Calderoli che chiede di spendere i senatori "che assumono
sostanze stupefacenti o abusano dell'alcol". Per il Codacons, invece, "l'indagine viola i più sacri principi della privacy. Chi assicura infatti che le prove, raccolte in modo illegale e con un furbo espediente, siano state distrutte e che quindi sia impossibile risalire ai singoli soggetti risultati positivi al test ?".
Ironico il ministro per la Famiglia, Rosy Bindi: "Alle Iene sono imbroglioni, ma se i miei colleghi non facessero uso di droghe, non si vedrebbe". Mentre il segretario dei  radicali   ora rosanel pugno i Daniele  Capezzone chiede la  messa in onda ovvero per usare le sue parole di "dissequestrare le Iene. La privacy vale, ma la libertà di informazione vale anche di più. Dico no alla censura". E anche Italia Bocchino di An chiede mandare in onda il servizio "facendo così chiarezza".


(   da www.repubblica.it 10 ottobre 2006 )


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In  Parlamento le prime reazioni sono state di malumore e disorientamento. Perplessità dal ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero: «Personalmente non apprezzo queste modalità di intrusione nella vita privata delle Persone», afferma, ma «la vicenda dovrebbe permettere al mondo politico di riflettere in modo più laico su questi temi, ben sapendo che i politici non rischiano di subire i controlli e le sanzioni che subiscono invece i normali cittadini». Duro il leader Udc Casini: «Le Iene quando fanno satira sono benvenute, ma questa cosa mi sembra una pessima trovata pubblicitaria. L'attendibilità di questa specie di esperimento scientifico è equivalente allo zero». Il segretario della Quercia Fassino se la cava con una battuta: «Così si fa più in fretta a cambiare la legge Fini sulle tossicodipendenze...»

da   www.unita.it  stessa data 

 

9.10.06

Senza titolo 1470

Vajont, l'importanza della memoria

La sera del 9 ottobre 1963, alle 22.39, dalle pendici del monte Toc, 300 milioni di metri cubi di roccia precipitarono alla velocità di 80 km/ora nel bacino artificiale della diga del Vajont, all'epoca la più alta d'Europa. La frana sollevò una immensa onda d'acqua e detriti che si abbatterono sui paesi di Longarone, Pirago, Rivalta, Villanova, Fae', Erto, Casso e sulle frazioni di San Martino, Pineda, Spesse, Patata, Il Cristo.Complessivamente, la tragedia causò la morte di oltre 2000 persone.In questa sezione sono raccolte le vere testimonianze dei sopravvissuti alla catastrofe. Tratto da sopravvissutivajont 
Qui il bellissimo spettacolo dell'attore teatrale  Marco Paolini sul Vajont proprioio   http://video.google.it/videoplay?docid=8879734850960378650&q=vajont



Senza titolo 1469

Ulteriori aggiornmamenti al post precedente è news  di   questi giorni che  La norma che vietava l'utilizzo di bevande alcoliche ai minorenni finisce fuori dalla legge finanziaria. Su proposta della commissione bilancio il presidente della Camera Fausto Bertinotti ha spedito pure questa legge, piuttosto contestata (vedi intervista accanto) fuori dalla manovra, perché l'articolo 90 era una «disposizione di carattere ordinamentale e organizzatorio che non comporta effetti finanziari né concorre in via strumentale ai fini della manovra di bilancio». «Meglio così, era solo proibizionismo»Ora proprio sul mio intervento contro questa proposta ho ricevuto un bel commento del nostro cdv AntaresStardust che aferma : << IL proibizionismo non porta mai da nessuna parte, però qualche altra strada va trovata assolutamente: non si può permettere che i giovani crscano con queste medie e percentuali di consumo d'alcool. E la stessa cosa si dovrebbe dire delle sigarette.>> e delle email ( poche visto che la maggior parte sono solo insulti e non hanno niente di costruttivo e quindi non vale neppure la pena di prenderle in considferazione ) In esse mi si chiedeva Cosa avrebbe dovuto fare allora il governo? Non metterlo in finanziaria ma discutrerlo a parte e fare un testo unico su tutte lòe nuove droghe perchè ll'alcool quando se ne abusa unha droga . Inoltre quello sui minori non sarebbe stato un intervento organico : bisogna fare un piano nazionale e affidarlo alle regioni, coinvolgere la scuola,i genitori , educare i gestori di locali pubblici.Insomma fare prevenzione oltre a far applicare , mai applicata o appplicata in maniera blanda , la vecchia legge . Ovvero trovare un approcio culturale al problema cioè costruire continuamente momenti di consapevolezza rispetto all'alcol ( ma anche sulle droghe ) . Chiediamo alle persone di fare un piccolo test prima di tornare e a casa. Poi gli chiedergli qual è il suo rapporto con l'alcol .E' importante ascoltare e capire senza giudicare e senza pregiudizi perchè il rifiugiarsi nell'alcool nasconde a volte una storia problematica Se si comincia a bere da giovani è un problema culturale, se lo si vieta diventa invece un limite imposto che è auspicabile superare.Un'altra email ( da cestinare , ma ho preferito vederla come una provocazione ) mi s'accusava di essere troppo liberista e  affermano  che la pubblicità  degli alcolici  va  vietata totalmente.Da Liberale e antiproibizionista << non ho >> come dice vasco rossi nell'editoriale dell'ultimo numero dela rivista XlL  cartaceo ( ma  lo  trovate  anche nella sezione editoriali sul  suo sito  www.vascorossi.net  ) << non ho niente contro la pubblicità anche se non l'ho mai amata : la condsidero una forma di comunicazione destinata [ al 90 % ] a creare un bisogno in più da soddisfare e generare frustrazione . Un male neccesario e certamente nel mondo c'è di peggio >> Sono favorevole al divieto di pubblicità degli alcolici soprattutto se legati a personaggi molto popolari a livello giovanile (ad esempio la birra di Valentino Rossi che è quella a più alta gradazione alcolica). Bisognerebbe fare invece molta informazione su cosa sono davvero gli alcol pops, bevande con alta gradazione alcolica e al sapore di frutta rivolte soprattutto al pubblico giovanile .Sempre a proposito di prevenzione Concordo con quanto dice Claudio Cippitelli del Coordinamento nuove droghe in un articolo \ intervista al il quotidiano ilmanifesto del 6\10\2005 : << facciamo come in Europa, un braccialetto e benefit nei locali per chi deve guidare e non può bere >> Infatti sono d'accordo con lui quando dice : << Hanno fatto bene a stralciarla, perché si trattava di una norma proibizionista e assolutamente improvvisata che non avrebbe risolto alcun problema >> che invece avrebbe preferito un intervento organico per affrontare il problema dell'abuso di alcol tra i minori , infatti ; << Sono contrario a logiche proibizioniste, soprattutto nella fascia d'età tra i 15 e i 18 anni. Come si vede con le droghe proibire serve solo a far crescere la voglia di trasgressione. E poi non c'è una legge che ne proibisce la cessione. L'alcol avrebbe potuto essere comperato da un "adulto" e ceduto a un minore >> o peggio come succede in America o Nel nord Europa i giovani usano documenti falsi per proccurarsi l'alcool . << Ma sono davvero i giovani quelli che bevono di più?No, i giovani hanno un atteggiamento rispetto all'alcol diverso da quello degli adulti. Bevono moltissimo per raggiungere uno stato alterato, per avere lo sballo, ma non è un alcolismo quotidiano, quello classico dei boccioni di vino tutti i giorni. E' legato all'evento, alla serata. Non è come vietare la vendita di sigarette ai minori, perché il fumo ha un uso quotidiano. Non è che sia meno pericoloso, ma è diverso. Bisogna produrre più consapevolezza. Cosa accade nel resto d'Europa? La situazione italiana è molto tranquilla rispetto ai paesi anglosassoni, dove il rischio più grave è quello della violenza dovuta al consumo alcolico. Da noi non c'è questo problema. Se togliamo enfasi a questi consumi possiamo raggiungere un buon livello di consapevolezza perché da noi quella dei giovani di oggi è una generazione molto attenta alla dieta, al fisico, alla salute personale. Io avrei invece promosso azioni come quelle del «guidatore designato». In tutta Europa è una prassi molto consolidata: chi non beve e deve guidare ha un braccialetto al polso riconoscibile può entrare gratis nel locale e ha una serie di benefit. >> Ora in base a quando detto qui e nel post precedente ed alla mia esperienza ( fino aiu 23\4 fatta di sbronze e ubriacature dicono NO al divieto assoluto dell'alcool , basta applicare la vecchia legge e affrontare come detto sopra un intervento oerganioc senza bisogno di ulteriori proibizioni


7.10.06

Senza titolo 1468

conconcordo in pieno con  questa  lettera   trovata sulla   comunity  ( a cui sono iscritto  )   http://blogfriends.splinder.com/


Lettera che    sottoscrivo  perchè invece di occuparsi dellla fesseria   del prodi rap   non  si preoccupano di cose più serie  ?


Alla cortese attenzione dei componenti della Commissione Parlamentare per l'Indirizzo Generale e la Vigilanza.
Scrivo in merito alla recente lettera redatta all'attenzione del Consiglio di amministrazione RAI da tre dei suoi componenti (Giorgio Merlo, Gennaro Migliore, Esterino Montino, sulla trasmissione del video satirico sul Primo Ministro Romano Prodi al TG2. Sono costernato da tale presa di posizione, mirata a favorire un provvedimento del cda nei confronti di una scelta editoriale del Tg2. Possiamo e dobbiamo discutere delle scelte editoriali dell'informazione italiana, e voi tra tutti dovreste avere più a cuore la vicenda. Siete chiamati a difendere il diritto degli italiani ad un informazione obiettiva e completa, dovete difendere un Diritto Costituzionale. Invece da tre dei vostri membri viene mossa un'accusa di vilipendio al Tg2. Sono distrutto. Ma soprattutto sono sfiduciato da questa classe politica che si dimostra una volta di più incompetente. Sapete cosa non va nell'informazione italiana? Leggete il documento il cui link riportato alla fine di questo messaggio: un documento che illustra la "top 10" delle crisi umanitarie dimenticate. Ci sono zero minuti per Colombia, Indonesia, Somalia e tante altre. Nulla si è detto per il Nepal, che per anni ha chiesto un po' di spazio. Nulla si è detto, nulla si è fatto: l’ opinione pubblica è rimasta all'oscuro di tutto e più di 10.000 persone sono morte. C'è il Darfur, una tragedia immane perennemente sottaciuta dai media. Quando prenderete una posizione in merito? I cittadini italiani vi pagano profumatamente per adempiere a compiti precisi, quali il controllo della qualità dei contenuti, che sistematicamente deludete. In quanto cittadino e vostro datore di lavoro chiederò a gran voce il vostro licenziamento, se persevererete in questa colpevole inadempienza. Oppure potreste agire, prendere in mano la situazione, onorare il vostro ruolo e redigere un comunicato in cui accusate la televisione di stato di omissione di servizio pubblico, per la reiterata assenza nei telegiornali e nel palinsesto delle crisi umanitarie più gravi. E se proprio volete concludere in bellezza potreste firmare l'appello per il Darfur a questo indirizzo: http://www.savetherabbit.net/darfur/ Sarebbe un gesto splendido da una classe politica di cui troppo spesso ci vergogniamo. Una classe politica ben pagata ma poco efficiente, in cui l'incompetenza ed il menefreghismo dilagano. Sbugiardatemi signori! Dimostrateci il contrario! Ve ne saremmo riconoscenti per sempre. Ecco il link al documento di cui sopra: crisi dimenticate
La lettera sarà spedita domani. Attualmente i firmatari sono: Andrea, Serena, STR, Beren . Per chiunque voglia aderire: mandare nome e cognome al mio indirizzo email. Tra stasera e domani mattina aggiungerò un file di testo con gli indirizzi email di tutti i componenti della commissione.

lettera a prodi di una mandre

'Ndrangheta, la madre di una vittima a Prodi
"Tutti noi attendiamo verità e giustizia"


Massimiliano Carbone fu assassinato due anni fa a Locri Ora Liliana Esposito scrive al presidente del Consiglio La vedova di Fortugno: "Identificare i responsabili dei delitti impuniti". Lunedì il premier a Locri


LOCRI (Reggio Calabria) - Mario  congiusta  padre di Gianluca, ucciso a Siderno 17 mesi fa, [  già noto  per  le sue lotte antimafia  in particolare  per la sua lettera aperta ai  ragazzi di Locri e  di tutta la calabria ] invita a portare un fiore sulle tombe dei nostri figli; sarei d'accordo, se non ritenessi eccessiva pena per lei quella di dare compito al suo portaborse di comprare fiori per i tanti morti ammazzati di Calabria, 'terra prediletta'. A me, mamma di Massimiliano Carbone, ucciso due anni e dieci giorni fa a Locri, basterebbe il più piccolo dei suoi pensieri pieni di bonomia". Queste le parole con cui la signora Liliana Esposito si rivolge in un messaggio al presidente del Consiglio, Romano Prodi.
"Almeno questo - aggiunge la donna - considerato che da un bel pezzo vacilla quella 'fede' raccomandataci personalmente dal signor Loiero il 7 luglio a palazzo Nieddu. Mario Congiusta, io stessa e tutti quanti attendiamo verità e giustizia, non soltanto promesse, ma concretate nei fatti, portiamo fieri, come la più alta delle onorificenze, la memoria dei nostri figli, i nostri 'onorevoli figli'".
Lunedì, a un anno dall'assassinio del vice presidente del Consiglio regionale della Calabria Francesco Fortugno, Prodi sarà a Locri per rendere omaggio alla tomba dell'esponente della Margherita. Fortugno è stato ucciso dalla 'ndrangheta lo scorso 16 ottobre. Un omicidio che, per la prima volta in Calabria, ha provocato un movimento popolare contro la criminalità organizzata.E nell'imminenza dell'anniversario parla la vedova di Fortugno, Maria Grazia Laganà: "E' importante che i riflettori dell'opinione pubblica nazionale si stiano accendendo nuovamente sulla Locride e sulla Calabria a distanza di un anno dall'uccisione di mio marito". "Una sola risposta - ha continuato - la magistratura, le forze dell'ordine e tutti gli organi amministrativi preposti devono fornire all'opinione pubblica italiana e calabrese: l'identificazione dei responsabili di migliaia di gravissimi delitti di mafia rimasti impuniti, la confisca dei patrimoni illecitamente accumulati, la risoluzione di ogni rapporto tra pubblica amministrazione e soggetti infiltrati dalla 'ndangheta".
"Sarebbe gravissimo ed inaccettabile - ha concluso la Laganà - che le indagini relative all'omicidio di mio marito non proseguissero in ogni direzione e si fermassero dinanzi al livello politico. E' essenziale l'intervento diretto della Direzione nazionale antimafia nelle indagini "




( da  www. repubblica.it   del 7 ottobre 2006)


 





Senza titolo 1467

Roberto oggi vola negli Usa, raccolti 600mila euro per la cura che può salvarlo



È partito con due portafortuna: le felpe della Prociv-Arci «Ti daranno forza. Con queste abbiamo affrontato e superato terremoti e alluvioni». Tutta Gavoi ha salutato il piccolo Roberto che, oggi, andrà negli Stati Uniti per tentare una cura.


Roberto, siamo con te!!!!

Senza titolo 1466

Gocce di amore

 



Se qualcuno ti chiede di andare con lui per un miglio va insieme per due miglia: quando uno sarà tentato di stanchezza, l'altro l'aiuterà a non fermarsi, e quando uno smarrirà per un istante il cammino, l'altro sarà pronto a riportarlo sulla retta via.

Non permettere mai che qualcuno venga a te e vada via senza essere migliore e più contento.

Sii l'espressione della bontà di Dio: bontà nel tuo volto e nei tuoi occhi, bontà nel tuo sorriso e nel tuo saluto.

Non lasciare che passi un solo giorno senza che si sia levato un raggio di felicità su un cuore triste.

Chi nel cammino della vita ha acceso anche soltanto una fiaccola nell'ora buia di qualcuno non è vissuto invano.

Madre Teresa di Calcutta

6.10.06

Senza titolo 1465



Continua lo straordinario lavoro del gruppo "11 settembre" per cercare di girare un film-documentario da mandare in tutti i cinema, per rompere il muro del silenzio che circonda i fatti dell'11 settembre.


  • Per vedere come si fa per diventare co-produttori del film (partecipando così ai relativi guadagni)

  • Per versare una quota a fondo perduto a sostegno delle spese di produzione

  • Per vedere scaricare i filmati del servizi in proposito apparsi a Matrix e Report


4.10.06

Senza titolo 1464





AIUTIAMO ROBERTO!



raccolgo volentieri l'invito di una gentile blogger e vi chiedo di aiutare il Piccolo Roberto a vivere! andate sul sito:  http://www.proroberto.it/     

    Grazie.

Senza titolo 1463

Fra i provvedimenti della finanziaria c'è anche quello che prevv3ede il giro di vite sulla vendita degli alcolici ai minori . A chi credeva che il proibizionismo fosse di destra si sbaglia di grosso , ora è anche a sinistra . Questo nuovo proibizionismo non è il modo migliore di risolvere le cose è non risolve il problema ovvero quello dell'aumento del consumo degli alcolici fra gli adolescenti e l'inizio sempre più precoce della prima sbronza e dell'età a cui s'inizia a consumare alcool .
Per fortuna anche a destra ( intendendo come destra i conservatori e benpensanti ) c'è anche chi non è d'accordo a questo insensato proibizionismo . Infatti i Salesiani sono critici , Non ha dubbi, don Antonio Ibba, direttore del centro giovanile dell’oratorio salesiano di Latte Dolce[ uno dei quartieri più disagiati della città di sassari ] , sulla «inefficacia del proibizionismo». Don Ibba, da 36 anni vicino ai ragazzi, direttore di centri giovanili a Roma, a Lanusei, a Cagliari e infine a Sassari, ogni settimana si confronta con centinaia di giovani e con le loro famiglie. Conosce bene la realtà degli adolescenti e i loro problemi. «Se non si fa capire ai giovani quanto fanno male gli alcolici - afferma don Ibba -, proibire la vendita risulta del tutto inutile, non aiuta nessuno. Al contrario, potrebbe avere soltanto effetti negativi. Nessuno vuole vedere adolescenti ubriachi, ma prima di imporre divieti, è necessario diffondere nelle nuove generazioni la cultura del rispetto del proprio corpo e della propria salute». Secondo don Ibba non avere fatto distinzione tra superalcolici e alcolici «è molto grave.Siamo fuori da ogni logica - conclude il salesiano -, questo dimostra che i politici che fanno le leggi non conoscono i problemi dei giovani e il modo in cui si possono risolvere ». =Orta è vero il problema esiste infatti nella mia regione ed in particolare in alcune zone ad esempio nel lle zone intetrne . Ora Tra leggenda e verità, la fama della Barbagia come terra di grandi bevitori resiste ormai da decenni. Il merito (si fa per dire) è delle tante voci che circolano sulle abitudini dei sardi e su presunti dati statistici che ci vedrebbero ai vertici dei consumi nazionali pro capite. La grande confidenza dei sardi con l’alcol è quasi un’ assioma . Anche se è accertato che I sardi bevono il primo bicchiere a 11 anni Nell’isola un preoccupante record nazionale .
Pochi, molto pochi purtroppo sono quelli che fanno qualcosa per smentire il dato. Lo striscione “7 giorni su 7 sbronzi” viene esposto sugli spalti tutte le volte che la Nuorese scende in campo al Quadrivio, ed è apparso anche in numerose trasferte. Il numero di bar e circoli è degno di città di dimensioni ben più elevate e, almeno apparentemente, i gestori riescono tutti a “tirare avanti”.Trattandosi di dati empirici e non scientifici, difficile smentire o confermare la tesi di partenza.
Bisogna affidarsi perciò agli esperti del settore, quelle persone che hanno a che fare quotidianamente con tematiche e problemi legati al consumo ed all’abuso di alcol. È evidente che un problema legato all’abuso dell’alcol è reale. Ricordo che già vent’anni fa la preoccupazione esisteva, e gli ultimi dati analizzati parlavano di un deciso aumento del consumo di alcolici, specialmente tra i giovani. Purtroppo dalle nostre parti è abitudine consolidata - prosegue Podda - passare parte del tempo libero nei bar. Si inizia da giovani e poi l’abitudine rimane».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il comandante della polizia stradale Antonio Pigozzi: «Riscontriamo spesso questa realtà, sia durante i controlli che nei nostri interventi. In circa il 30-35% dei casi di incidente le persone coinvolte hanno un tasso alcolemico superiore ai limiti fissati dalla legge. Il dato è allarmante e sembra destinato a crescere, ma bisogna precisare che è pienamente in linea con la media nazionale».
La circostanza sembrerebbe dunque smentire le leggende, ma qualche dubbio rimane. Il grosso problema, come riconoscono Antonio Pigozzi ed Efisio Podda, risiede nella straordinaria e radicata diffusione di una sottocultura in cui l’alcol è forma privilegiata di aggregazione. Il consumo e l’abuso diventano fatti di cui vantarsi, una forma distorta di balentìa.«Questo rende difficile la nostra lotta - spiega ancora Pigozzi - e ci obbliga ad affiancare alla repressione la prevenzione, iniziando proprio dalle fasce di età più basse. Per questo motivo promuoviamo incontri con i ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado».
«È importante che sin da piccoli si impari a rapportarsi con l’alcol. L’alcol è dannoso - precisa il dottor Podda - specialmente per l’organismo dei più giovani, che non è in grado di metabolizzare l’alcol».
La missione è, dunque, tenere i giovani lontani dall’alcol. In questa ottica un grosso aiuto potrebbe giungere dall’introduzione dei provvedimenti restrittivi che, a partire dai prossimi mesi, potrebbero limitarne fortemente vendita e consumo nei locali pubblici. I dubbi sono legati all’effettivo controllo sull’osservanza delle restrizioni. Nessuno, comunque, appare disposto ad abbassare la guardia nella speranza che un divieto del genere possa risolvere ogni male.Proprio in questi giorni partirà un corso di primo livello per sommelier organizzato dall’associazione italiana di categoria assieme alla Camera di commercio ed all’Aspen.Sarà forse un caso ma il successo dell’iniziativa, testimoniato dal grande numero di iscrizioni (tanti i giovani), lascia sperare in un approcio con il vino e gli alcolici più corretto.
Va bene che Il Governo è stato costretto vistao il notyevole invcremento del problema ad una scelta importante e ancor più necessaria, alla luce del recente parere dell’Istat. Se, infatti, nel periodo 1998-2005 si è registrato un trend sostanzialmente stabile nella popolazione in generale, non così è per i giovani, in particolare le donne. Il consumo di alcol è aumentato dal 53,3% al 56,3% tra le ragazze di 18-19 anni e dal 57,6% al 60,4% tra quelle di 20-24. E l’incremento riguarda soprattutto i super alcolici. I rischi maggiori riguardano i minorenni. Le immagini raccontano sempre più spesso di giovani e giovanissimi che circolano la sera con una bottiglia in mano, spesso di birra. Per quanto riguarda i sardi sono tra i più forti consumatori d’Europa proprio in questo campo. I dati, quelli che non si vedono, dicono anche che nell’isola, a Cagliari ad esempio, si inizia a bere attorno agli 11 anni. E queste sono le cifre di una ricerca condotta da Roberta Agabio, del dipartimento di Neuroscienze dell’università di Cagliari, tra ragazze e ragazzi delle medie inferiori. Numeri più preoccupanti di quelli nazionali, che portano a 12 anni le prime esperienze alcoliche.
« È stato dimostrato che chi inizia a bere in giovanissima età - spiega Agabio, allieva di Gian Luigi Gessa e presidentessa regionale della Società italiana di alcologia - rischia di diventare alcolista in età adulta. E questo indipendentemente dalla quantità di alcol che si assume. Mentre in coloro che iniziano a fare uso di queste bevande tra i 19-20 anni, questa possibilità diminuisce notevolmente». Ma il fatto «più paradossale è che queste prime esperienze alcoliche - continua Agabio - le si fa non di nascosto, ma in ambito familiare. Un fatto che la dice lunga sulle responsabilità dei genitori e sulla loro mancanza di informazione». E ancora: in Europa, e Italia e Sardegna non fanno eccezione, l’alcolismo è la prima causa di morte nei giovani tra i 15 e i 29 anni. «Sia per gli incidenti in motorino, per i minorenni - spiega Agabio - che per i suicidi, a cui sono maggiormente soggette le ragazze ».
Un quadro che ha fatto da sfondo alle recenti norme, inserite in Finanziaria e relative al divieto di vendere negli esercizi pubblici (bar, ristoranti, discoteche, pub ecc.) alcolici ai minori di 18 anni. Proibizione allargata a qualsiasi acquirente per gli autogrill delle autostrade (aspetto, questo, che non interessa la Sardegna in quanto l’isola possiede solo superstrade). Infatti gli stessi esperti che lavorano sin questo settore fra cui « Ma siamo sicuri che il problema dell’alcolismo giovanile sia risolvibile con un divieto?», dice Gian Carlo Deidda, presidente regionale della Federazione dei pubblici esercizi della Confcommercio, nonchè titolare di un noto ristorante e pizzeria cagliaritani. «Non è forse - continua - un fenomeno ben più complesso?». Gli operatori del settore accusano di proibizionismo le norme: «La storia dimostra infatti che queste impostazioni sono state sconfitte, nel senso che hanno prodotto effetti contrari a quelli sperati». In questo caso, afferma il legislatore, si tratta di proteggere uno dei settori più fragili, i più giovani. «Mi sembra però una norma di facciata - continua Deidda - altrimenti perchè non si interviene anche verso i negozi e supermercati, non esercizi pubblici, che vendono alcolici senza alcun divieto? Credo siano sufficienti le vecchie norme che proibiscono di vendere ai minori di sedici anni. Lo spostamento di due anni non risolve il problema ma, semmai, crea questioni di non facile soluzione: non è facile riconoscere un giovane di 17 anni e mezzo da uno di 18. Per noi sardi, poi, si rischia di creare difficoltà anche all’economia del turismo: molti giovani stranieri si troveranno con divieti a cui non sono abituati ».E poi i turisti degli Usa e del nord d'europa in cui è vietata la vendita e somministrazione degli alcolici ai minori , si troveranno a disagio in quanto ne approffittavano per lasciarsi andare
Le cifre, però, raccontano - come si è visto - scenari inquietanti. «Il problema - precisa Deidda - va visto in termini educativi e di formazione. Allora mi domando: perchè questa nuova legge non prevede forme di sensibilizzazione delle famiglie e degli stessi giovani? Non dimentichiamo che quest’età è quella che accetta meno i divieti, soprattutto se non argomentati e convincenti».
Aspetto, quest’ultimo, raccolto in parte anche dai consumatori. «Se da un lato una morma che regoli la vendita degli alcolici ai minorenni è bene accetta - commenta Romano Satolli, responsabile regionale dell’Unione consumatori - dall’altro i giovani vanno educati. L’eccesso fa sempre male, ma bisogna insegnarlo: anche chi mangia troppo si fa male. Il divieto è una scorciatoia debole, che si lascia dietro una serie di contraddizioni».
Poi, se da un lato c’è troppa condiscendenza verso l’alcol, dall’altro «sarebbe importante insegnare a farne uso con attenzione. Il miglior modo di salvaguardare sia la salute che la cultura del vino è imparare a bere bene, senza creare danni ». Quindi mi sembra , come giustamente affermano molto , che solo vietrare ovvero repriomere non serve a niente , anzi potrebeb peggiore la situazione perchè : 1) i minorenni andranno negli ipermercati e supermercati ad acquistare ciò che nei bar e loro proibito , o se la faranno comprare da ragazzi\e persone più grandi di loro ; 2) e poi come dimostra la storia il proibizionismo ha fallito e nonostante ci siano ancorta articolo proibizionisti sia negli Usa che nel nord europa l'aumento dei ragazzi alcoolizzati è in forte aumento : E poi di questo proibizionismo potrebber o approfittarne le mafie alimentando, col contrabbando, la crescita della criminalità organizzata ( come i gangster degli anni 20\30 in america ) con la divisione delle città in territories per la vendita clandestina degli alcolici. >> e come ci fatto notare nelle prime due serie ( in particolare la II )  de  IL padrino nel film gli intoccabili ed  infine nell'episodio della serie tv The  Simpsons  intitolato  " homer  contro  il 18° emnendamento " 3) e poi se andate nei bar il fiine settimnna o la mattina ( quando molti studenti bigiano la scuola ) o la sera vedete moltiragazzi anche al di sotto dei 16 che fanno uso d'alcool . Se passerà questa legge antiliberale vedremo ragazzi checompreranno ( visto che li non è proibito ) comprarsi li gli alcolici .
Quindi di dico NO a questo decreto illiberale e repressivo


30.9.06

Senza titolo 1462

Un giorno, tanto tempo fa, un orso grande e grosso sentì dire che lo scricciolo era il Re degli uccelli.
Lo scricciolo però è un uccellino così piccolo, ma così piccolo che l'orso non voleva credere che fosse Re.



Decise perciò di ficcare il suo nasone nella reggia del sovrano.

"Puah!" brontolò ad alta voce. "Questa sarebbe una reggia? Lo scricciolo è solo il Re degli straccioni!".
Ma nel nido c'erano i piccolini dello scricciolo, così minuscoli da essere quasi invisibili.

Sentendo le parole dell'orso saltarono su offesi e senza paura si misero a gridare: "Chiedi subito scusa, maleducato!".
L'orso se ne andò sghignazzando.

Poco dopo tornarono Re e Regina scriccioli. I piccoli raccontarono subito che cosa era accaduto.
"Non sia mai detto che i miei piccoli vengano offesi" disse il Re. "Dichiarerò subito guerra all'orso".
E così fece.

Quando l'ambasciatore piccolo piccolo di Re scricciolo andò a dichiarare la guerra, l'orso gigantesco rise ancora più forte e la sua risata soffiò via l'ambasciatore, che era un moscerino.

Intanto l'esercito di Re scricciolo si radunava. C'erano tutti gli animaletti con le ali: uccellini, farfalle, mosche, api...

Anche l'orso radunò il suo esercito. C'erano tutti gli animali più grossi a quattro zampe: lupi, cavalli, elefanti... Il comando supremo era affidato alla volpe, perché era la più astuta.

Prima di partire per la battaglia, la volpe spiegò il suo piano ai soldati: "Seguitemi e vi porterò alla vittoria! La mia coda sarà il segnale. Finché starà ritta avanzate e picchiate sodo. Soltanto se mi vedrete abbassare la coda, vorrà dire che le cose vanno male e dobbiamo scappare, ma questa è un'eventualità da non prendere neppure in considerazione...".

Nascosta nel cespuglio vicino, c'era una libellula del controspionaggio. Subito volò dal Re a raccontare quello che aveva udito.
"Bene" disse il Re. "Quando la volpe verrà avanti, la zanzara vada a pungerla sotto la coda!".

I due eserciti si fronteggiarono. La volpe aveva la coda ben dritta e, dietro di lei, orsi e lupi ironizzavano sui nemici.
Ma la zanzara piccola piccola volò sotto la coda della volpe e cominciò a pungerla e a pungerla finché essa fu costretta ad abbassare la coda per il dolore.
Vedendo la volpe con la coda abbassata, i soldati dell'orso pensarono: "Abbiamo perso!" e fuggirono a gambe levate.

E questa volta risero Re scricciolo e i suoi coraggiosi piccolini.







Se tutti i "piccoli" si unissero.....



Senza titolo 1461

Proprio in questi giorni per  celebrare  il 20° di Dylan Dog è uscita  una  storia in due  puntate   ( io  l'avrei fatta, visto che si tratta  di un evento speciale   e poi   non tutti  i fumetti vista  la crisi che  c'è arrivano a  20 anni,in unico numero ) interamente a colori, di cui  faro una  critica \ recensione appena   finirò di leggere  entrambe  le puntate    perchè  cosi darei un giudizio  globale  su Sclavi che  è  recentemente tornato in "servizio"  . Mi ricordo che incominciai   a leggerlo a scrocco da  amici  collezzionisti ,poi però avendo  litigato  con  alcuni di loro  , un altro ( uno con cui m'ero riappacificato   )  è moto in un  incidente  e l'unico che oltre  a leggerlo lo colleziona   era  partito  a studiare fuori dalla sardegna e non resistendo  tanto tempo   senza leggere   DD mi   sono comparato Zed  il n° 84 . D'allora   non  ho smesso   di comprare   tutte  le uscite regolari e non. Oggi dopo  20 anni  alcuni  numeri   più precisamente  i numeri °74,83 ( regalatimi  da un  mio  amico  che svendeva la collezione essendosi stancato   dopo che era arrivato al  numnero 100   ) ,84,100,200  ---- e altri che  ora non mi vengono in mente ---- sono conservati gelosamente perchè  ricordano  delle mie esperienze   ovvero  percorsi  \ tappe  dela mia opera d'arte  che  è la vita  .Altri sono  finiti persi durante i lavori di ristruturazione della mia palazzina   o regalati perchè  (  poi me ne  sono pentito amaramente  , ma  me rileggo  a scrocco  quando torna  quel mio amico dal continente  )  li ritenevo brutti o poco importantialtri buittati nerlla spazzatura    da mia madre  che non ne può più di fumetti  e continua  nostante  gli ho consigliato di leggere  Capire il fumetto di Scott McLoud edito da Vittorio Pavesio  come  mi   fu suggerito in risposta  ad  un post  sfogo (  di cui  avevo  già parlato  in qualche post  )   di  questo blog   sui  newsgroups  It.arti.fumetti  ( IAF )  e  it.arti.fumetti.bonelli ( IAFB )

Essendo  un tipo bordelaine e alla  ricerca di un centro di gravità permanente  esso   mi ha  atratto   fin dal  primo numero perchè  :  è un uomo moderno: scettico, cinico, annoiato, squattrinato, sfigato.Un uomo che soffre di claustrofobia, di vertigini, che ha paura degli insetti, che è stato alcolizzato (e forse per questo ha perso il suo posto alla polizia ) e che poi è diventato vegetariano e astemio. Che trascorre il suo tempo strimpellando al clarinetto l’unica melodia che conosce (“Il trillo del diavolo” di Tartini) e tentando di completare quel modellino di galeone (comprato assieme allo strumento musicale al negozio paranormale “Safarà”) che mai riuscirà a finire o quando c'è riuscito  si  sono scoperti   elementi  del suo passato  e si  arrivati a dei puntio sdi svolta  com,e il numero 100 .



Ha una casa, al numero 7 di Craven Road, piena di cianfrusaglie mostruose con un ‘campanello-urlo’ che, ad ogni suonata, fa saltare in aria dallo spavento. Dunque, agli antipodi rispetto a un qualsiasi eroe dei fumetti,


Dylan non è imbattibile, non è coraggioso, non è intraprendente (rifiuta inizialmente quasi tutti i casi che gli vengono proposti). Così è definito nel sito ufficiale della Bonelli  qui l'url   della  sua scheda  : «  Dylan è un anti-eroe, dunque? Neanche: soltanto un uomo. Un uomo che, a differenza di tanti, non rifiuta l'ignoto ma tenta anzi di penetrarlo e comprenderlo,[ senza preconcetti e pregiudizi ]  specialmente quando il mistero e l'orrore si celano nel profondo dell'inconscio. Ironico, impulsivo, problematico, pieno di dubbi su se stesso e sul mondo, forte e tenero nello stesso tempo »
E poi c’è Groucho, il suo assistente, ovviamente costruito da Sclavi con le sembianze e le caratteristiche dell’omonimo comico Groucho Marx. Groucho rappresenta la spalla perfetta: ironico, rassicurante, sfacciato e provvidenziale. Le sue barzellette nel corso degli albi pubblicati sono diventati una gamma irresistibile di humor inglese. La saga di Dylan Dog ha conquistato il pubblico anche per la saggezza dei suoi autori nella geniale caratterizzazione del personaggio. Le consuetudini, i tormentoni, i fatti che si ripetono e i personaggi che, episodicamente, ritornano. Come l’ispettore Bloch, un po’ il padre putativo di Dylan, come il dott. Xabaras,forse il vero padre, come Hamlin, lo strambo proprietario del bazar “Safarà”, come Morgana fidanzata di Dylan (o forse la madre ) o come la signora Trelkowski, la medium. E poi ancora i particolari ed il citazionismo che Sclavi si è divertito a sparpagliare quà e là nei vari episodi ("Settimo Sigillo" di Bergman "Fuori Orario" di Scorsese) . Quindi concludo  con gli auguri  di  buon compleanno, Dylan Dog. AntiEroe contemporaneo a caccia dei mostri peggiori: i suoi limit e le  sue paure e  fobie  e quindi anche i nostri continua  a solcare  nel mare dei nostri sogni  o incubi a kentos  annos ( a cent'anni ) mio " compagno di strada " 
















Per chi volesse  approfondire  il personaggio di DD oltre  la complettissima scheda \ voce di  wikipedia e dellla casa editrice Bonelli   riportata nel primo collegamento ipertestuale   può trovare   qui degli altri  Url








P.s 


 se i collegamenti  iipertestuali   non dovessero esere di colore  blu   sono  nero   sottolineato  scusate ancora per i problemi   di conflittualità fra linux   mandriva  e la piattaforma  di  splinder






 


29.9.06

Senza titolo 1460

ricevo  da  una dele tante  ML  e Nw pacifiste   questa  news  anzi appello   chew qui   ritporto

Riteniamo importante far girare l'appello che dalla società civile Congolese è arrivato sino a noi  ci ha visto partecipare alla missione dei beati costruttori di pacein Congo martoriato dalla guerra  come  suporto alle prime elezione democratiche della loro storia.E' necessario ritornare a fine ottobre...se potete/volete,

vi preghiamo di far circolare.


Vittorio


----------------------
Il richiamo del Congo.
Ridesta al suo destino che resta un sentiero minato,
in tutti i sensi.

IL  suo futuro, con lui quello di una buona parte dell'Africa, dipende anche da quanto l'occidente si sforza di renderlo indipendente, da quanto gli occhi rimangono vigili su di una realtà tragica che non possiamo pensare ci è estranea, essendo così tanto inetto l'occidente ad esportare la democrazia, ma abilissimo e tanto navigato nell'istallare e fare affari con le guerre. Facciamo nostro il comunicato di Eugenio Melandri
con noi in Congo nella prima missione come osservatori internazionali volontari, e invitiamo a far correre voce.  fine ottobre c'è in ballottaggio la speranza di milioni di uomini e donne.

Vittorio alias guerrillaradio

approfondimenti:
.
-LA GRANDE SPERANZA DEL CONGO.
-DIARI CONGOLESI: Prologo
-DIARI CONGOLESI 2: la lezione di un'elezione

------------------------------------
Elezioni in Repubblica Democratica del Congo




Il 29 ottobre prossimo ci sarà la seconda tornata elettorale nella Repubblica Democratica del Congo. Si procederà al ballottaggio per le presidenziali e alla elezione dei Consigli delle Province (le nostre Regioni).
Si tratterà di un passaggio particolarmente delicato, anche perché la spinta ideale e la maturità politica espressa dalla popolazione nella prima tornata elettorale non sempre trovano un adeguato riscontro in chi
dovrebbe gestire il potere. Soprattutto a Kinshasa ci sono turbolenze che potrebbero minacciare tutto il processo in atto per la democrazia e la pace, fortemente voluto dal popolo congolese.
Dopo aver sperimentato il 30 luglio scorso, nella prima giornata di elezioni, quanto importante e quanto richiesta da tutti sia la presenza internazionale, come associazioni "Beati i costruttori di pace" e "Chiama l’Africa" rinnoviamo la proposta di partecipare come osservatori internazionali volontari, sempre nelle province del Sud e Nord Kivu al prossimo turno elettorale il 29 ottobre.
Sappiamo che i tempi per l’organizzazione sono strettissimi, chi può diffonda la notizia. Sarebbe molto interessante trovare persone disponibili degli Enti locali; darebbero uno specifico contributo di competenza. I dettagli del progetto verranno costruiti e condivisi assieme con quanti potranno partecipare; dobbiamo da subito però anticipare che ci saranno due fine settimana obbligatori per la formazione:
il 30 settembre - 1 ottobre

il 14 - 15 ottobre.

Per sostenere il finanziamento, la formula usata la volta scorsa ha permesso sia il reperimento fondi che la sensibilizzazione politica. Se ogni partecipante riesce a reperire 1000 euro sensibilizzando enti pubblici e associazioni, riusciamo contemporaneamente a realizzare il progetto, e a fare informazione e politica per l’Africa oltre la giornata elettorale.

Un saluto di pace,
"Beati i costruttori di pace" e Chiama l'Africa
Riteniamo importante far girare l'appello
che dalla società civile Congolese è arrivato sino a noi
e ci ha visto partecipare alla missione dei beati costruttori di pace
in Congo martoriato dalla guerra
come supporto alle prime elezione democratiche della loro storia.

E' necessario ritornare a fine ottobre...

se potete/volete, vi preghiamo di far circolare. ttorio


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Il richiamo del Congo.
Ridesta al suo destino che resta un sentiero minato,
in tutti i sensi.

Il suo futuro,
e con lui quello di una buona parte dell'Africa,
dipende anche da quanto l'occidente si sforza di renderlo indipendente,
da quanto gli occhi rimangono vigili su di una realtà tragica che non possiamo pensare ci è estranea,
essendo così tanto inetto l'occidente ad esportare la democrazia,
ma abilissimo e tanto navigato nell'istallare e fare affari con le guerre.

Facciamo nostro il comunicato di Eugenio Melandri
con noi in Congo nella prima missione come osservatori internazionali volontari,
e invitiamo a far correre voce.

A fine ottobre c'è in ballottaggio la speranza di milioni di uomini e donne.
Vittorio alias guerrillaradio

approfondimenti:
.
-LA GRANDE SPERANZA DEL CONGO.
-DIARI CONGOLESI: Prologo
-DIARI CONGOLESI 2: la lezione di un'elezione

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Elezioni in Repubblica Democratica del Congo




Il 29 ottobre prossimo ci sarà la seconda tornata elettorale nella Repubblica Democratica del Congo. Si procederà al ballottaggio per le presidenziali e alla elezione dei Consigli delle Province (le nostre Regioni).

Si tratterà di un passaggio particolarmente delicato, anche perché la spinta ideale e la maturità politica espressa dalla popolazione nella prima tornata elettorale non sempre trovano un adeguato riscontro in chi
dovrebbe gestire il potere. Soprattutto a Kinshasa ci sono turbolenze che potrebbero minacciare tutto il processo in atto per la democrazia e la pace, fortemente voluto dal popolo congolese.

Dopo aver sperimentato il 30 luglio scorso, nella prima giornata di elezioni, quanto importante e quanto richiesta da tutti sia la presenza internazionale, come associazioni "Beati i costruttori di pace" e "Chiama l’Africa" rinnoviamo la proposta di partecipare come osservatori internazionali volontari, sempre nelle province del Sud e Nord Kivu al prossimo turno elettorale il 29 ottobre.

Sappiamo che i tempi per l’organizzazione sono strettissimi, chi può diffonda la notizia.

Sarebbe molto interessante trovare persone disponibili degli Enti locali; darebbero uno specifico contributo di competenza.

I dettagli del progetto verranno costruiti e condivisi assieme con quanti potranno partecipare; dobbiamo da subito però anticipare che ci saranno due fine settimana obbligatori per la formazione:
il 30 settembre - 1 ottobre
il 14 - 15 ottobre.

Per sostenere il finanziamento, la formula usata la volta scorsa ha permesso sia il reperimento fondi che la sensibilizzazione politica. Se ogni partecipante riesce a reperire 1000 euro sensibilizzando enti pubblici e associazioni, riusciamo contemporaneamente a realizzare il progetto, e a fare informazione e politica per l’Africa oltre la giornata elettorale.

Un saluto di pace,
"Beati i costruttori di pace" e Chiama l'Africa oppure http://guerrillaradio.iobloggo.com/

Dal Blog di paslam

Dal blog di paslam: Alcune riflessioni.....


 


Ciao a tutti, facciamo finta per un momento di essere cattolici.


Proviamo a pensare che esista un dio, un dio che decide la vita, e la morte di tutti noi.


Un bel giorno dio decide di richiamare nel regno dei cieli, qualcuno.


Prima di tutto lo fa ammalare, ma l' intervento dell' uomo, riesce a curarlo.


Secondo, lo fa ammalare di una malattia incurabile, ma l' intervento dell' uomo riesce comunque a limitare il danno, e con macchine speciali, lo tiene in vita.


Sembra proprio che l' essere umano intralci i piani di dio, ammesso che a questo dio ,venga in mente un piano simile.


Ora torniamo alla realta':


Chi siamo noi, per decidere di far soffrire chi non vuole piu' soffrire?


Il clero e' contro la morte, pero' professa che un certo gesu', ad un certo punto della vita, decide di morire in croce, seguendo i piani di dio.


Mi rivolgo a tutti i cattolici: quando gesu' stava per essere crocifisso, dopo tutte quelle frustate e umiliazioni, voi rivisitando questi fatti, avreste sperato in una crocifissione e una morte lenta, oppure optato per la morte immediata,  per porre fine a quella sofferenza?

27.9.06

Senza titolo 1459

Sabato scorso vista la mediocrita per non dire << una cagata pazzesca >> ( ballando con le stelle ) e l'eccessività didascalica ( ulisse il piacere della scoperta di Alberto Angela ) ho noleggiato due film tickets di Ermanno Olmi, Abbas Kiarostami, Ken Loac 2005 e Goodbye Lenin di Wolfgang Becker 2003 .


TICKETS


Una bella commedia . Tre modi di raccontare dei frammenti di vita attraverso il viaggio . IL film si svolge su un treno che parte dala Germania con destinazione Roma .
Nel primo episodio la storia di un anziano professsore e del suo amore per una assistente ; Nel secondo la storia di un obbiettore di coscienza e della sua accompagniatrice ; nel terzo ( dove si mescola serietà a comicità ) le avventure di alcuni tifosi - ultra scozzezi diretti alla partita di Champions League , intrecciano con la storia di una famiglia Albanese , gia vista negli altri due eepidodi , migrata irregolarmente che va a roma a trovare il padre partito qualche tempo prima .
Esso è divertente fresco nonostante alcuni limiti :in particolare mancanza di collegamento (se non il viaggio in treno ) fra il 2 e gli altri episodi .

Secondo Pero alcuni critici , e sarei d'accordo se la storia del ragazzo e della sua accompagniatrice fossero collegate a quella del professore e degli ultra scozzesi , non è un film a episodi ma un unico film in cui alcuni personaggi via via svaniscono mentre altri stanno ora sullo sfondo ora in primo piano. Il passaggio di mano in mano, da un regista all'altro, non è segnalato: anche se sono riconoscibili le diverse sensibilità, i rispettivi "tocchi".Esso è un inestricabile convivenza di cattiveria e bontà . ma non senza la volontà di gettare qua e là semi di inquietudine, dilemmi morali della vita di tutti i giorni, interrogativi che sono sotto i nostri occhi continuamente anche se la tentazione di girare la testa è prepotente sull'ingiustizia che divide chi - metaforicamente - può permettersi un "biglietto" - un ticket - e chi no.




Goodbye Lennin


un film divertente, toccante, narrativamente impeccabile, che ha ottenuto un notevole successo in Germania ( più di 5 milioni di spettatori) e Blauer Engel alla Berlinale come miglior film europeo . Come evitare di creare dispisceri ad una uscita dal coma e tutto ciò in cui credeva è crollato troppo velocemente ( il muro  di berlino   e  quindi  il governo  comunista   poi traformatosi in dittatura ) ne ha portato alla riunificazione delle due Germanie   ovvero  la ex RFT (  Repubblica Federale Tedesca  ) nota  come  Germania  ovest    che  apparteneva a Gli Usa  e  i suoi alleati  cioè   al patto nato  e la  ex Rdt (  Repubblica Democratica Tedesca ) , informalmente nota come Germania Est, che apparteneva alla ex URss ovvero al  Patto di Varsavia in unico stato
Esso    dimostra  come  provvedere da soli in mancanza dei medici : infatti Gli servirà, perchè� il medico, prima di squagliarsela all'ovest, raccomanda nessuno shock, nessuna notizia traumatica. Ecco quindi c  tale  film è una commedia amara, o se preferite un dramma comico infatti uesto film è un piccolo gioiellino (non per niente ha vinto il premio come miglior film europeo al Festival di Berlino 2003), divertente e, allo stesso tempo, ricco di contenuti. Sempre in bilico fra commedia e dramma, ma mai sopra le righe in nessuna circostanza. Mi sento senz'altro di consigliarne la visione a tutti: ultimamente mi sto avvicinando con interesse a parte del cinema tedesco contemporaneo e devo dire che ne escono ottime pellicole, certo lontane da quelle hollywoodiane (prive ad esempio di quel ritmo e di quegli effetti speciali che tanto colpiscono alcuni spettatori), ma, forse proprio per questo, più vere e profonde.


P.s 
  poichè  ho dei  problemi  tecnici per eventuali conflittualità fra linux mandriva  e  la piattaforma di splinder    se  trovate  delle frasi  nere anziche azzurre   cliccateci sopra  sono   dei collegamenti  ipertestuali  .

26.9.06

Senza titolo 1458

Eutanasia, ecco il kit fai da te


OGGI IN In Olanda e Belgio il kit per la "dolce morte", l'eutanasia, si vende in farmacia, costa 60 euro, non rimborsabili dalla mutua, lo possono acquistare i medici di base. In Olanda l'eutansia, in questo è stato il primo paese al mondo, è prevista dalla legge del 10 aprile 2001, in Belgio del 28 maggio 2002. In Belgio il kit, una scatolina con cinque fiale, qualche siringa usa e getta e un foglietto per le istruzioni, si trova in 250 farmacie del Paese, tutte quella della catena "Multipharma". Nel cofanetto ci sono tre ampolle da 20 ml di Pentothal, potente barbiturico da somministrare, due fiale da 10 milligrammi di Norcuron, paralizzante da tenere come farmaco di riserva e qualche dose di sonnifero.



Eutanasia/ Movimento per la Vita, una follia dibattere sull'onda dell'emotività



Su materie come l'eutanasia o il testamento biologico "non c'è nulla di peggio dell'avviare dibattiti sotto l'effetto di un'onda emotiva". Lo afferma il Movimento per la Vita che in una nota, a firma del presidente Carlo Casini, sottolinea che "sarebbe folle arrivare in Parlamento avendo negli occhi le immagini di Piergiorgio Welby che le televisioni hanno profuso in questi giorni". Casini ribadisce il "no secco ed incondizionato ad ogni forma di
eutanasia", chiarendo che "non è questione religiosa, ancora una volta è in gioco la ragione". 


"La presentazione di un caso particolarmente coinvolgente e capace di commuovere l'opinione pubblica - spiega la nota - è un metodo di azione Radicale ben noto e ripetutamente sperimentato in cui è presente una venatura di violenza perché intende cancellare con il fascino dell'emozione la
lucidità della ragione". Secondo il Movimento per la Vita, "un dibattito serio e costruttivo non può non prendere le mosse dal lavoro fatto dal Comitato nazionale di bioetica che più volte si è pronunciato in materia di eutanasia attiva e passiva. Molto recentemente esso ha valutato la proposta di riconoscimento del cosiddetto testamento biologico, riconoscendone un senso solo nella misura in cui esso consente la continuazione del dialogo medico-paziente senza vincolare scienza e coscienza del medico anche quando il paziente diviene incapace di intendere e di volere". 


"A questo documento - conclude Casini - occorre fare riferimento escludendo che la decisione di farsi uccidere sia un atto di libertà. La libertà infatti suppone la vita e come nessuno può rendersi schiavo vendendo la propria libertà così nessuno può disporre della propria vita se non quando si
tratti di salvare vite altrui".