15.10.05

Per non di menticare

             


"La mafia è una montagna di merda....."(Dal film "I cento passi")


Sono siciliana e questo per me è un vanto....ma è un vanto penoso che sa di sangue e dolore....so che possiamo cambiare....perchè la Sicilia non vuole e non deve dimenticare....addio Peppino,Falcone,Borsellino,padre Puglisi...ogni giorno che passo davanti al Palazzo di giustizia o davanti al palazzo della Regione so che chi vi ha uccisi è ancora là....piccolo,vigliacco,inutile a se stesso e al mondo....ci mancate!!!


La banda del sogno interrotto...


A Palermo nel cuore del centro c'è un'antica focacceria
davanti alla Chiesa di San Francesco, si ritrovano sempre li
seduti al tavolo che fu di Sciascia a bere Heineken e caffè
sono la banda del sogno interrotto di una Sicilia che non c'è
C
'è Isidoro, c'è Simone, Beppe il biondo della pantera
Alex De Lisi l'artista da guerra che usa il pennello come una bandiera
il loro capo Ottavio Navarra è stato eletto adesso sta a Roma
si è comprato un vestito decente ma dentro ha ancora più rabbia di prima
Didilala-hey didilala-hay
se non sono ancora stanchi non si stancheranno mai
non li fermano con gli spari, non li fermano con le TV
sono i veri siciliani e non si fermeranno più
Hanno sfilato in manifestazione, raccolti distratta solidarietà
hanno pianto Falcone e gli altri, hanno guardato sbarcare i parà
volantinato Zen e Acquasanta e non so quanti altri quartieri
intanto il governo ha sbloccato gli appalti e la mafia riapre i cantieri
Non so se noi ne avremo il coraggio, se prenderemo la via del nord
o meglio ancora via dalle palle, fare in culo a tutti voi
perchè nella banda del sogno interrotto non sono molti i fortunati
sono in tutto quaranta persone di cui trentotto disoccupati
Didilala-hey didilala-hay...

14.10.05

Senza titolo 888


(Pensieri notturni)


HO VOGLIA DI AFFETTO


Non di:


occhi che mi fissano


di persone lontane


di un freddo glaciale


di risposte che non arrivano


 


mangio tanta cioccolata


leggo poco e mangio
quando capita


 


E penso proprio di essere impegnata qui fino a dicembre.. intanto io continuo a cercare e ad aspettare…



 


Stamane


 


On air A toys orchestra


 


E passerà anche oggi…!!!


Senza titolo 887

 



 


Uno sguardo dal ponte sullo stretto   « Hanno abbandonato Messina a se stessa.Al degrado,alla mafia.Due anni e  mezzo di abbandono.Pieno abbandono.E i risultati sono lì,sotto gliocchi di tutti: la mafia è  forte e potente,come la ‘ndrangheta . E si sommano agli altri problemi: il sottosviluppo, la disoccupazione,la piccola criminalità, il clientelismo » Monsignor Marra,arcivescovo di Messina,Corriere della Sera,5ottobre 2005


a  voi decidere  se volete il ponte  o meno  . io  sostengo  iol  sito  www.noponte.org


 


 

Senza titolo 886



il centro  storico ( o  almeno quello che ne rimane  )  della mia cittadina diventa il set di una fiction . Infatti la produzione di «Frontiera» (Rai1) cerca in città molte comparse Comunque vi terrò informati di eventuali sviluppi

tratto in parte dalla nuova  sardegna 
cronaca locale del 13\10\2005
TEMPIO. Si cercano comparse. Parte la selezione in vista della formazione del cast della fiction «Frontiera» di Rai Uno che fra breve sarà girata a Tempio. Il centro della città infatti vede i suoi spazi pubblicitari tappezzati di manifesti che danno notizia della prossima produzione televisiva e invitano gli interessati a partecipare alla selezione dei figuranti. Il casting è in programma domenica nel chiostro dell’Ex convento degli Scolopi, dalle 9 alle 13 e dalle 14.30 alle 18.30. Invitati a presentarsi uomini dai 18 ai 70 anni, preferibilmente dotati di barba e baffi, e quindi dai 18 ai 25 per raffigurare militari dell’Esercito Regio e Carabinieri Reali. E inoltre donne dai 18 ai 70 anni con capelli lungi e senza tinture. Infine bambini e bambine, dai 6 agli 11 anni. E’ ipotizzabile una massiccia partecipazione di aspiranti. Già dalla comparsa delle prime notizie sulla lavorazione in città dell’opera tv e sulla possibilità che avrebbe richiesto un gran numero di generici, erano stati in tanti a entrare in fibrillazione in vista di un’eventuale «scritturazione». E ciò sotto una duplice spinta: le ingenue velleità di ritrovarsi in qualche misura partecipe di un evento televisivo e la più prosaica possibilità di ritirare cash, a fine giornata, un compenso per un lavoro tutto sommato divertente. Nel contempo i manifesti che con foto d’epoca reclamizzano la selezione dei figuranti permettono anche di saperne di più sulla fiction di RaiUno che sarà girata prevalentemente a Tempio. Qui infatti gli esperti della «location» inviati dalla produzione avrebbero trovato i luoghi più adatti ll’ambientazione urbana della vicenda da traformare in immagini per la la televisione. Una vicenda tutta sarda, da collocare storicamente, a cavallo fra Ottocento e Novecento e alla cui sceneggiatura, accanto a Franco Bernini il regista, ha partecipato lo scrittore Marcello Fois. Alquanto evocativo appare pertanto il titolo : «Frontiera». Per la lavorazione della fiction, prodotta da Gabriele Andreoli e che avrà come interprete principale Fabrizio Gifuni, il recente De Gasperi televisivo, a Tempio c’è comprensibilmente grande attesa. Hanno accolto con grande favore, assicurando disponibilità e sostegno, gli amministratori comunali. I quali intravvedono, al di là di ogni altra ricaduta economica per la città, un grande ritorno in fatto d’immagine e di promozione in senso turistico . Sarà infatti il corso e altri scorci del centro cittadino [ o almeno di quello che non è  sato guastato  dalle speculazioni edilizie   che ne  hanno distrutto  un  parte  abbastanza notevole  del suo panorama   e  anche deturpato anzi chè  valorizzarlo ]   nel look opportunamente riportati indietro di un secolo, a fare da sfondo al dipanarsi della vicenda narrata. Sono in trepida attesa tutti coloro che sperano di esser scritturati come lavoranti. C’è infine curiosità da parte di tutti gli altri. Per un evento che vivacizzerà la città per diverse  settimane 


P.s


per chi volesse  conoscere la mia cittadina oltree ai miei post   " lettari  "  può anche consultare   questi siti  qui  e le  due  riviste  culturali 


Ridi pagliaccio...

E passerà anche questa notte...levato il mio naso da clown...ragalati sorrisi ai bambini...torno a casa e sono sola,nessuno mi sta aspettando e mi sento maledettamente triste...penso a Totò...alla sua preghiera del clown...manda qualcuno sulla terra capace di far ridere me come io faccio ridere gli altri...



Cuore
Ho preso questo cuore mesto e afflitto,
e triste l'ho gettato in mezzo al mare:
ma prima sopra col mio sangue ho scritto...
per non amare più, per non amare
Antonio de Curtis (Totò)


 

13.10.05

Senza titolo 885


Oggi recensisco il sito di due compaesani  e faccio loro una   intervista   nata da  una chiaccherata   conn loro che poi sono anche gli autori  del sito  www.ilche.net In rete dal 25-06-05 per  contattare  gli  autori (  Jacopo Carta e Mattia Cugini )  : jmche@tiscali.it . Ilmolto  completo  sulla figura del  Chè  nasce  da  una passione  sfegattata  per questo eprsonaggio  come  dimostrano le  riflessioni  dei  due autori  . Mattia  e Jacopo << Figura eterodossa del panorama rivoluzionario mondiale fortemente intransigente nei confronti di sé stesso prima ancora che degli altri. La sua pazienza e il suo umanesimo lo portarono INEVITABILMENTE ALL’AZIONE e ne fecero il più grande interprete del “pensiero ribelle”.La vocazione libertaria sconfinò quasi nel donchisciottismo, ma la nobiltà dei suoi comportamenti gli valse l’ammirazione dei giovani del ’68 (..) ;  Jacopo << Molte volte utilizziamo internet come fonte per le nostre ricerche, ma molto spesso le notizie risultano scarse e non sempre veritiere. Tra noi giovani si sente nominare "ad abundantiam" il nome di Ernesto "Che" Guevara, ma lo conosciamo veramente? La risposta è no. Allora ci siamo posti il problema di come poter imparare e allo stesso tempo divulgare le nostre conoscenze "sull'uomo più completo della sua epoca" (Sartre).( ..); .mattia  : << l’elaborazione di un sito, era un’esperienza che mi mancava, e che da un po’ di tempo programmavo di realizzare assieme al mio amico Jacopo Carta. Quando abbiamo iniziato eravamo scettici, pessimisti e increduli di riuscire a portare a termine “l’impresa” ma forti di quel motto gramsciano che contrappone il pessimismo dell’intelligenza all’ottimismo della volontà, siamo riusciti a concludere il lavoro. trovate qui  il testo  integrale delle loro motivazioni  .IL sito  , imho , andrebbe un po' aggiusto   graficamente  dato che  è poco leggibile per  chi soffre di problemi di vista   come  me  , però  è ben fatto dal punto di vista  ccontenutistico  . S'apre  con una biografia cronologia  e  con richiami a foto del Che  . Poi si passa  alla  sezione   la    storia  e  della  rivoluzione  cubana  ,  di notevole spessore  anche se manca  ,  il contesto  qualche cenno  sulla dittatura   di battista  Il sito  neccessità  di alcuni  miglioramenti   grafici e  di leggibilità  : 1) scarsa  leggibilità a causa  di una foto  troppo grande  ,   nella sezione aforismi  : 2)  la sezione   sitografia  ( gli  il'url dei link non   è  cliccabile  ; 3)   nella sezione forum  andrebe sostituita  da  un guest book  e oppure  inserire  un forum con vari argomenti \ sezioni come quello  dela cdv  mareluna  .Il   giudizio  complessivo   è che   un bellissimo sito  . concludo   questa mia recensione   con un'intervista  ai due autori    fatta  via posta  ellettronica     1) come mai  l'idea  di fare un sito  su u personaggio   ultra  popolare  ?      ragione quando dici che il Che è un personaggio ultra popolare, è presente praticamente ovunque. La sua popolarità è dovuta ad un'improvvisa conoscenza generale del personaggio storico oppure ad una moda giovanile che lo vede simbolo e soggetto principale di coloro che si definiscono di sinistra? Secondo noi le conoscenze che i giovani, soprattutto quelli che si definiscono "ribelli", hanno sul "Che" sono scarse; noi con il nostro sito abbiamo voluto costruire uno strumento basato soprattutto sul contenuto e non sull'aspetto grafico, (come si può ben notare), per cercare, per quanto è possibile, di divulgare le nostre conoscenze sul "Che" ai nostri amici e .... compagni     2 ) cosa ne pensate   dell'utilizzo  dell'icona  ( la  foto con il sigaro  e quela del famoso discorso )   sulle magliette  ,  nella pubblicità e ora  anch  se una bevanda  ?  il Che è divenuto un personaggio la cui icona è presente ormai ovunque, (le magliette e  i cappelli con la scritta HASTA LA VICTORIA SIEMPRE! .......e cosi via). Le icone nel mondo moderno sono utilizzate a dismisura: non esiste un musicista rock, di affermata fama, che non compare sulla maglietta di qualche ragazzo.  Il Che rappresenta un personaggio "particolare" e si sà, i giovani apprezzano questo tipo di personaggi. Comunque per tornare alla tua domanda, apprezzavo l'utilizzo che si faceva una volta della sua icona ma adesso si sta un pò esagerando e questo danneggia quella che è l'integrità del personaggio in questione    3)  della guerra per  i diritti   dei suoi libri  , quandfo poi in realtà  ( almeno da quello che ne  so )   fra i suoi eredi e altre persone   per  i diriti delle sue opere  ?     Come ben sai quando si è di fronte ad un personaggio così famoso, la cui fama continua anche dopo la morte, si scaturisce una lotta per i diritti. Ma in verità questo poco ci interessa, anche se sembra che questo argomento interessi molti quotidiani nazionali. Certamente questa lotta non si trova in sintonia con il pensiero del "Che", a cui, di sicuro piaceva lottare ma non per i soldi, bensì per gli ideali (che ormai pochi sanno cosa ono...) !!     4 ) come  giudicate   l'indifferenza  dela sinistra  ufficiale e locale   al vostro sito   ?    Caro Giuseppe,il nostro sito, come ti abbiamo spiegato ampiamente, è dedicato ad un pubblico di giovani interessati al personaggio. Quando abbiamo pubblicato il sito, l'abbiamo fatto vedere un pò in giro e ci hanno pubblicato un articolo sulla Nuova Sardegna (se non l'hai letto te lo spedisco via e-mail) ma non abbiamo mai cercato di contattare la sinistra che tu definisci "locale", certo che un interessamento non ci sarebbe dispiaciuto, ma adesso per il prossimo mese abbiamo in mente qualcosa per cercare di pubblicizzarci.

Senza titolo 884



Ieri ho visto “La fabbrica di cioccolato”


A me è piaciuto tantissimo..


Bellissime le espressioni di Johnny Depp.


 


Solo che sento imbarazzo se mentre guardo qualcosa mi ritrovo a sentire uno sguardo rivolto verso di me…


 


Anche una persona forte cede ad un certo punto… non si ha certo un cuore insensibile… però fortuna ci sono loro che se ne accorgono senza parlare…


 


“Scegli 1frase breve da urlare sennò dopo ti viene il mal di gola”


Sogno oro, vedo e attendo


Stop all'indignazione, via al virtual game politico.

Più volte nell’ultimo periodo è capitato al cittadino italiano di indignarsi. Ma indignarsi servirà a qualcosa? E soprattutto, quante volte al giorno ci toccherà farlo? Indignarsi per Berlusconi assolto, indignarsi per la nuova legge elettorale, indignarsi per la nuova finanziaria, indignarsi per la salva Previti, indignarsi per la depenalizzazione del falso in bilancio.. Sarebbe meglio, forse, per dirla alla Grillo, ammettere di essere diventati “guardoni del potere” e non della democrazia, parola che continuiamo a ripeterci prendendoci per i fondelli. Sarebbe meglio smettere di far finta di protestare e dichiararci sudditi. Ma se la smettessimo di indignarci, cosa faremmo nel tempo libero che ci avanzerebbe? I nostri politici, anche in questo caso, hanno pensato a noi. [L’articolo che segue è di Stefano Benni, scritto per Il manifesto.]

Avete tutti visto «Virtual Attack», l'esercitazione di Milano e Roma, dove è stato messo in scena un possibile attacco terrorista, in modo che tutti (specialmente i terroristi) possano studiare bene cosa non ha funzionato. Se fosse una normale procedura di protezione civile, poco male. Ma sospettiamo che per il nostro governo abbia ben altro significato. Cioè la resa della politica alla logica militare, con un pizzico di nostrano terrorismo propagandistico. Meglio rassegnarsi al peggio che cercare di evitarlo, meglio la paura che il dialogo. Ma poiché tutti si sono divertiti un sacco (meno i cittadini) sono pronte altre esercitazioni e videogiochi ispirati alla realtà.

Rapinator numero due
La prima mossa virtuale di questa esercitazione è simulare che un cretino incompetente che ha già distrutto una volta l'economia italiana, possa tornare a guidarla. Questa sciagura riciclata, che chiameremo Tremont, allestisce una legge finanziaria che come al solito non tocca il patrimonio del capo e della gang, ma taglia le spese ai comuni, alle regioni, alla cultura, lascia crescere le bollette e debordare i falsi in bilancio. In questa esercitazione l'obiettivo primario è togliere le auto blu ai sindaci, mentre per dare il buon esempio il presidente del consiglio non userà più le auto blu, ma le farà tingere in fucsia.

Rome against rapinator
Anche la sinistra ufficiale fa la sua esercitazione, riunendo tutti a Roma contro la finanziaria e simulando che andare in piazza sia un diritto democratico. Il popolo di sinistra, stupito perché le chiedono di mobilitarsi anche senza Elton John, ci va volentieri. Ma qualcuno si chiede come mai in tutto questo tempo chiunque andava in piazza si sentiva dare del newglobal o del metalmekkanik. E se manifestare contro un governo che è il primo motore di illegalità, sia un problema di legalità, di decenza, o di sopravvivenza. Se insomma, la parola «legalità» sia un po' più complicata delle semplificazioni fatte anche da sinistra. L'esercitazione comunque ci sarà, anche se sarebbe stato meglio farne una al giorno in tutte le città e i paesi, fino alla scadenza elettorale. Ma si sa, a Roma c'è la copertura televisiva.

Save the president
Un premier vede i suoi amici e collaboratori finire uno per uno in galera o rischiare di andarci. Ha due opzioni: uno, dimettersi, ammettendo che ha violato le leggi e si è circondato di disonesti, oppure, due, cercare di truffare con leggi speciali. Purtroppo il tasto del videogioco che comanda l'opzione uno è bloccato e si può usare solo il tasto due. Nel videogioco (ovviamente ciò non può accadere nella realtà!) il premier, una legge per volta, riesce a depenalizzare o a mandare in prescrizione i suoi reati e quelli degli amici. Ma gli resta il labirinto col boss finale: Caesar Previti. Costui ne ha combinate tante che è difficile evitargli la condanna. La legge Salvacesare è difficile, e sulla sua strada ci sono mostri orribili come le togherosse, e guerrieri integerrimi come Follini, Casini, e anche un tale Toto Riina che dice: «allora anch' io». Riuscirà il presidente a salvare se stesso e i suoi amici? Comprate il gioco in tutti i negozi Fininvest.

Tiraemolla
Esercitazione di recitazione e simulazione politica. Un gruppo di ex-democristiani, portaborse e poltronofili, simula per un breve periodo di essere un gruppo politico autonomo, dotato di etica ferrea e capace di svincolarsi dal potere del malvagio Silvio. Parlano, gridano, giurano che mai e poi mai si piegheranno ai suoi diktat: poi l'esercitazione finisce, e il gruppo torna uggiolando a obbedire e incassare posti. Però è stato bellissimo: sai che brivido, per Follini parlare davanti a cinquanta microfoni, quando per registrare le sue balle basterebbe il verbale di un vigile?

Primarium certamen
Esercitazione-torneo nel quale la sinistra sceglie il campione che dovrà sfidare il campione avversario. Tutti sono a cavallo, meno Prodi che combatte sopra un Tir.

Kal Derool
Il barbaro Kal-Derool, il dentista di Dio, è l'eroe di un videogioco per palati forti e dentature sane. Aiutato da una tigre dipinta di verde che teneva nel giardino di casa, vaga per le lande di Padhania alla ricerca di mostri nemici quali islamici, culattoni e cittadini alfabetizzati. A colpi di mazza e trapano da dentista ne uccide a migliaia per arrivare fino alla Città Eterna e impossessarsi di Devolution, la spada che ha il potere di non far pagare più tasse. Kal-Derool entra nel palazzo reale, ma prima della stanza di Devolution e del boss Silvio, deve affrontare il mago Letta. Letta lo stordisce, gli offre un posto da ministro, un mazzo di sottosegretariati e un piatto di rigatoni con la pajata. Il terribile Kal-Derool, rivestito in un fracchettino verde, si rimangia tutto quello che ha detto. Resterà a Roma, a imparare il galateo di corte.

Uragano
Si simula con effetti speciali che un uragano distrugga una città americana. Il gioco consiste nel salvare tutti gli ospiti degli alberghi di lusso e lasciare a mollo i poveracci.

Virtual victory
Il wargame del momento. In una lontana terra mediorientale, si simula un bombardamento cosmico e si dichiara di avere vinto. Ma il paese precipita in un nuovo baratro, si continua a morire, e nessuno ha il controllo del territorio. L'esercitazione cercherà di far credere all'opinione pubblica, ai propri soldati e soprattutto agli iracheni che muoiono, che la vittoria c'è effettivamente stata, e che quella è la pace.

Intimidation
Gioco assai semplice e infantile ma di sicuro effetto. A ogni critica o rilievo rispondere « non ci lasceremo intimidire». Ultimamente l'hanno ripetuta tutti da Al Qaeda a Bush, da Berlusconi a Casini, da Castelli a Rutelli, da Luciano Moggi al cardinal Ruini. Vince chi riesce a dire tutto di un fiato: non ci lasceremo intimidire da quelli che non si lasciano intimidire da quelli che non si lasciano intimidire.

Sacrifice
Esercitazione in cui un commando di patrioti italiani entra nelle ville di Silvio ad Arcore e in Sardegna e gli porta via tutto. Il finto Partenone, i bronzi di Riace leopardati, i trecento water, le confezioni di pelo di orango e la scorta di orologi d'oro da regalare a Bush. E soprattutto, il libretto di assegni dei conti italiani e esteri triplicati. Così almeno ci rimette qualcosa anche lui.

Senza titolo 883

Ma  che figure ci facciamo   davamti  all'opinione pubblica   con questa  news  ?  Peccato che non succeda  con gli intellettuali ( quelli  ufficiali )   , politici e  gente dello show buinees  ovvero con i potenti  mentre  chi sà perchè non succede  con  gli  quelli scomodi   ( come in questo caso )  o  con i poveri cristi 




Brescia, arrestato Ferlinghetti. “Macché poeta, è un clandestino” • da La Repubblica del 13 ottobre 2005, pag. 28


di Tiziano Cubani

Un giorno, forse, i due poliziotti bresciani protagonisti di questa storia la racconteranno ai loro nipotini. Ormai hanno capito chi è davvero quel signore con la barba bianca e l’aria simpatica che risponde al nome di Lawrence Ferlinghetti e che loro hanno arrestato, inflessibili, “in ottemperanza della legge sull’immigrazione Bossi-Fini”. Il fatto è accaduto ieri. Ferlinghetti era arrivato in Italia per partecipare a Trento a un incontro dal titolo “Oltre la Beat generation”. E’ la seconda volta in pochi mesi che il Prevert d’America – come l’ha definito Fernanda Pivano – viene in Italia. Recentemente era già stato proprio a Bresciaper un reading che aveva fatto impazzire il sindaco Paolo Corsini. Ma il grande rimpianto di quell’occasione fu per Ferlinghetti la mancata visita ai luoghi dei suoi genitori (Carlo Ferlinghetti, il papà, era della provincia di Brescia e aveva vissuto in città per qualche anno assieme con Clemence Alberatine Mendes-Monsanto). Mancanza di tempo, fu il motivo. Così questa volta il poeta si è organizzato, arrivando in Italia con alcuni giorni di anticipo. Insieme con l’organizzatore dell’appuntamento in Trentino Ferlinghetti si fa accompagnare in via Cossere, nel cuore della vecchia Brescia, una strada abitata quasi esclusivamente da anziani.Al civico 20 abitarono, un giorno, i suoi genitori. Il portone è chiuso. Comincia a suonare un po’ a caso ai citofoni, nella speranza che qualcuno apra. Esce un’anziana signora che non capisce una parola d’inglese. Lui le sorride, prova a spiegarsi ma quella niente. La donna a questo punto rientra in casa ma continua a tenere sotto controllo la situazione da dietro la finestra. Ferlinghetti comincia a scattare un po’ di fotografie, in attesa che qualcuno gli apra. L’anziana si insospettisce e chiama la polizia. Che arriva nel giro di dieci minuti. Gli agenti sono tranquilli. Chiedono i documenti. Stanno per lasciare andare i due quando si rendono conto che quello con la barba bianca è in Italia da otto giorni e non ha dato comunicazione ufficiale a nessuno. Inutili le grida dell’accompagnatore: “Fermi! Questo è Ferlinghetti”. La legge è chiarissima: in casi come questo devono scattare le manette, e poi “questo Ferlinghetti chi sarà mai?”. E così l’ottantaduenne Lawrence Ferlinghetti poeta beat diretto a Trento per una conferenza si è trasformato in Ferlinghetti lawrence immigrato irregolare diretto in Questura. Per sciogliere l’equivoco, qualche ora dopo, è dovuto intervenire lo stesso sindaco Corsini, chiamato dall’accompagnatore del poeta che si era fortunatamente ricordato del loro ultimo incontro bresciano.


Senza titolo 882

 


 


OCCHIO  GENTE 


 


ogni  tanto  mi vengono nuove idee  o mi accorgo di errori ( nelle foto , do gramamtica  , o nell'incomplettezza  delle news  ,  ecc )   e quindi aggiorno   e visto che molta gente  si  è lamentata  da oggi ho deciso che ogni qualvolta    che faccio  degli aggiornamenti  vi avverto  . 


 in questi giorni ho aggiornato : 1)   quello su Lapo ; 2)  quello sui reality ; 3)   e aggiunto  libri , canzoni  ed  altri riferimenti  a quello sugli anni  60-80 

Senza titolo 881

Mi risveglio

tra gli sguardi di questa notte.

Abbandonato nel silenzio della vita.

solo.

In balia di questo campo incontaminato. 

Disteso tra le fresche punte dell’esistenza

rimescolo l’anima tormentata.

Sussurrando al vento la voglia esagerata

di sprofondare tra le ombre

di questa vita.

 

È come un richiamo.

Una musica capace di leggerti il cuore.

Un’irresistibile tentazione.

 

Sono tonalità

in grado di violentare

ogni goccia di sangue.

Canti infernali

liberi nelle loro fiamme.

Orizzonti mai raccontanti

che si nascondo nelle profondità.

12.10.05

Senza titolo 880


Non ho molti pensieri oggi, forse..


Ecco alcuni spezzoni di alcune canzoni che da stamane ascolto ininterrottamente+ci sarebbe un sogno ad occhi aperti.. ma i sogni si postano altrove…


 


“Uno è il ritratto di me sotto il quale non c’è più il tuo cuore che osserva silenzio,
due labbra gravide che partoriscono lingue vestite di burro e d’argento,
tre corpi davanti a me che minacciano fiori cantando le lodi all’amore,
quattro tuoi petali rosa che bagnano d’aria le dita mie intrise di noia.
Cinque minuti d’assenza mi parlano di una banale invasione di scienza,
sei come il gioco più caldo del fuoco e più freddo del giorno che verrà domani,
sette secondi ed ho il tuo respiro capace di uccidere un uomo da dietro,
otto ed andrò a navigare in un cielo che parla ad un servo della sua morale.”


“Alzo lo sguardo e ad un passo da me sei tu ridente e instabile,
muovo le mani che neanche son mie, io non ti ferirò.
Sogno oro, vedo e attendo”


“Piccoli dettagli al buio che splendono,
colorano favole a cui non credo più... restano libere.”


“C’è da scegliere nuova immagine, non è più Settembre.
Io raccoglierò qualche foto in più, come farò sempre.”


“Un lembo di vita
mi cerca e si adagia su di me.
Cambiando i colori
di quello che ho avuto tranne te.
Non è che un istante d’immaginazione
che non c’è.
Mi osservo stupito per cosa ho perduto e perché”


“Prendo a calci te, io ti rovinerò tanto cosa me ne importa.
La tua vita è mia, la dimenticherò a stento.
Colpisci qui, vicino all’occhio.
Oh che male fa ma non commento,
non crescere all’ombra di un’idea,
capisci che è stata persa?”


“Sai di me anche più di me,
frasi nascoste in un angolo,
poi vola via il desiderio
di rimanere estasiato,
so che dirai vado via da te.”


“Leggo il tempo e vedo che
si scioglie al sole la mia inquietudine.
E non è, più non è
lo stesso cielo che ha urlato il mio stupore.
E non è, più non è
che il dolce amaro come volevi tu.”


“Gocce di gloria”


“Niente di me sembra comprendere
cosa non è impercettibile.
Colorerò sogni più tiepidi,
comprenderò cose invisibili.
Oggi che sento il tuo sapore non mi muoverò,
sento odori che non saranno mai più vicini a me.
Oggi che sento il tuo profumo non aspetterò.
Il mio cuore non si spaventerà, sa che guarirò.”

Senza titolo 879

Come se non bastava la vicenda calisano  adesso anche la vicenda  Lapo  .  Oltre le trasmissioni di  sia  di  uscio ad uscio   porta  a porta    di Vespa  e matreix  di mentana  ,   striscia  e per  foinire  la  la  Nw   di  barzelette di super eva  da cui  ho  tratto foto  e  testo  ( e da cui  con molta  probabilità  mi cancellerò  visto il cinismo dimostrato  in questa situazione  )  ; FIAT" in latino vuol dire "Sia fatto". E Lapo Elkann pare abbia preso alla lettera il rilancio del marchio e "si è fatto" un po' troppo...(Grazie a Sandrino per la segnalazione) ; Ad un party esclusivo, pieno di VIP, Lapo Elkann avvicina Francesco Totti e gli chiede:- Scusa, che c'hai la coca ? Francesco, sorpreso dalla domanda, risponde:- No... a casa mia cucina mi' madre...


 




E' disponibile in tutti i concessionari la nuova Grande Punto "Elkann" con aspirapolvere (aspira la polvere più fina). Disponibile fino ad esaurimento (o ricovero).




Lapo Elkann, affettuosamente chiamato dagli amici "El Kannabis", ha saputo rilanciare il marchio automobilistico italiano con riuscitissime imprese di marketing. A breve annuncerà l'uscita della nuova Punto Turbo con overdose (al posto del più banale overboost).


E i discorsi al bar   che oggi al bar ho sentito  del tipo :  "era meglio se morivano tutti, il frocio (lapo) e quei trans..."che schifo !!.   stanno davvero infrangendo tutti i limiti del buon gusto   facendo diventare la satira  \  l'ironia   cinismo  . Infatti  ironizzare su una persona in prognosi riservata non è una gran bella cosa, ma a parte questo, posso capire che facendo parte della nostra classe dirigente , economica ( come in questo caso )  e culturale\ sociale l'opinione pubblica  abbia il diritto -- anche se  io cerco il più  possibile di non giudicare quelli  che fanno gli altri   perchè  :<< ( ...)  credo che  non è giusto  giudicare  >> coem dice  il personaggio del film   radio freccia di Ligabue  << perchè comunque  non puoi sapee un cazzo  dela vita  degli altri  >>  ( per  chi fosse interessato al dialogo integrale   lo trova   :  o qui per eseguirlo   subito  oppure : qui solo l'url  dell'elenco dei dialoghi  del film    è il secondo  in lista   )  -- di indignarsi  sul fatto che sia un cocainomane o  peggio tossico  . Allo stesso modo  anche per i suoi gusti sessuali i  quali , pero', credo facciano comunque parte del mondo privato ed inviolabile di un individuo. che  me ne frega se va con i transessuali, ma soprattutto, che cazzo cavolo  gliene frega a loro ? . Quell'intervista "a tradimento"al travone  trans sul marciapiede mi ha sinceramente schifato e disgustato  .Infatti  ciascuno di noii (  compresa  anche quella categoria di gente di cui parlavo prima  )  ha , o  meglio dovrebbe  avere , il diritto  di vivere la propria vita sessuale  " perversa " o " normale  che  sia purchè  questa  non sia  imposta  a  gli altri  . in particolare    in maniera  ipocrita e  falsamente bacchettona   da gente  dello show buinees  o politici   di entrambi  gli schieramenti   che si dicono  difensori  dei  "valori  tradizionali " (  leggi  opposizione  al referendum  di giugno e opposizione a  divorzio e  aborto  e ai pacs   )  e poi invece  fanno  il contrario  come chiedere  l'annullamento del proprio matrimonio  alla sacra rota per  potersi sposare in chiesa ... .;. Si potrebbe  continuare  all'infinito  ma  preferisco  fermarmi qui  per evitare denunciae  e  querele  perchè anche se  molti fatti ( vedere  dagospia  o i giornali, non solo quelli di gossip  )  sono  di npubblicoi dominio  ma si sa  che il potere in tutte le  sue forme  e varianti  non solo quelle  politriche    non ama  ( se non quando  è necessario per farsi pubblicità o  usare il metodo  parnem et  circenses   )  che  si parli della propria  vita  privata  . Concludo   riportando questa  frase finale  tratta  dal  solito  ng  sulla tv ( it.media.tv ) -- da me  citato  più volte in argomenti \ post    del genere -- Enzo Paolo : << anche le emorroidi non dovrebbero sconfinare dalla sfera strettamente privata. Benchè sia una patologia diffusa, c'e' chi la vive con tranquillità, ma c'e' pure chi la considera ancora un tabu' e quindi qualcosa di cui vergognarsi. Era dunque il caso di sputtanare una persona per un problema fisico ? Anche se tale problema puo' essere meno grave di altri, ho sempre ritenuto vomitevole ironizzare sugli handicap altrui >>.  .  Concludo questo mio post facendo mia la proposta  di  Marco travaglio  su bananas  (  rubrica  del quotidiano  , purtroppo solo cartacea  unità )  del 13\10\2005  :<<  premesso  che  per  quantoi ci riguarda  , i vizi  privati dele persone  dovrebbero restare privati  . Premesso che ha ragione Furio Colombo  , quando invita i  voyer   del mezzobustismo televisivo   a  lasciare  in pace  LapoElkann , paolo Calissano e  tutti quelli come loro  . Premesso  che i fatti privati diventano pubblici   solo quando qualche   ricopre cariche pubbliche  .  Ecco, premesso tutto  questo   ci permettiamo   di segnalare   qualche  spunto  a " porta  a porta  " e " matrix "   casomai  fossero   fossero a corto di argomenti    e volessero insistere  sul  filone droga  e vip  per rissollevare   un po'  i loro deprimenti indici d'scolto  . Potrebebro  occuparsi  (,,,)  >>  Potrebbero occuparsi del caso  Martello  pusher  del ministero dele finanze  e amico  di   del  vice ministro  dele finanze   fgianfranco miciche  (   trovarte  qui qualcosa per  chi lo avesse dimenticato  o   non lo sapesse  ) ;  oppure  a  di quello  che  è successo al figlio di dell'utrie  di come  è stato archiviato   e di cui nessuna  tv   e  nessun giornale  ( salvo  il  giorno  ---   di cui trovate qui l'articolo    --- il corriere dela sera  e  l'unità  )   ha parlato  chisa  perchè  ; delle   le telefonate   fra marcello  dell'm utri e e mangano  in particolare quella del febbraio 1980  in cui si parla  di "un cavallo  " da portare in albergo  e  di cui parla  borsellino nell'ultimna intervista  prima di morire  Paolo  Borsellino  qui alcune  e risposte  significative  in merito  oppure per il testo integrale e  nopn censurato  \  epurato da  rainews 24  lo trova  qui   Non credete a quello che vi dicono! Leggete voi stessi il decreto d'archiviazione del 3 maggio 2002 del gip di Caltanissetta per le stragi Falcone e Borsellino dopo le indagini su Berlusconi (Alfa) e Dell'Utri (Beta) (in formato PDF, dal sito www.societacivile.it  ) . << (   ...) ora  siamo certi  che i due campioni dela libera informazione   due scavezzacollo  coem Vespa e Mentana  , daranno presto il giusto spazio all'episodio .. L'audience  è  assicurata  >>   Con questo  è tutto 




 


 

Senza titolo 878

TRENO



Non sono una persona che viaggia spesso e quando mi trovo su un treno provo sempre una sensazione particolare… che è quasi profeta di avvenimenti straordinari, ed è un’idea di libertà e di riscatto. Più i viaggi sono lunghi e più questa sensazione acquista intensità. E’ strano, perché ogni volta, seduta su quel sedile affianco al finestrino, quello che accade non è niente di reale, è solo un lavorare concitato della mente. E quando scendo cosa succede? Niente di quello che avevo avvertito o pensato laboriosamente. Però rimane il fascino del viaggio, del buonumore dell’andata, della malinconia del ritorno. Rimane il fatto che spero sempre che qualcosa cambi e però ho sempre bisogno di un altro viaggio…

Senza titolo 877


olio su tela di Fabio Maria Turrini


La neve dell’anima


 ha fiocchi di baci


nell’ essenza di chi ricorda.


I resti di un amore


 - gocce di rugiada -


  addensate d’illusione.


Ti ho detto addio


ed ora piango lungo i viali


del mio vivere.


Mai giungerò al tuo cuore,


perché sono l’amore stesso


con saette di dolore


nella scorza del cuore.


Verserò lacrime,


spargerò il mio tormento


come un bambino lasciato solo


in un favola stinta.


______________


Silvana

11.10.05

Senza titolo 876

Informazione di servizio per i romani: qui è dove si vota domenica per le Primarie

Senza titolo 875


Oggi ad Ostia è morto Sergio Citti, l'ultimo testimone della Roma di Pasolini. Lui e Pier Paolo si erano conosciuti a Ponte Mammolo, quando l'artista vagava per borgate, cercando di catturare l'anima di una città.


E cominciò la collaborazione: come Virgilio con Dante, Sergio guidava Pasolini per la strade e per i cuori della Periferia, insegnandogli la lingua ed il pensiero di un popolo diseredato.


Divenne regista. Fuggì a Fiumicino, perseguitato dal peso della vecchiaia. E ora lo immagino a chiacchierare con il vecchio amico, raccontandogli le storie e le leggende di Borghetto Gordiani

Senza titolo 874


 Una  passeggiata  nel bosco ( la  parte  superiore  ) della mia cittadina  .  Una delle prossime volte postero   anche la parte  bassa  con il  viale  e le  panchine 


 


 


 





a volte  e  camminando  nella natura che  si trovano  le idee migliori  oltre   mens  sana   in corpore  sano . solo  prendendoti  qualche pausa (  e in questo momentio  ne  avevo  bisogno dovevo rimettere  ordine nella mia vita  \ opeepera  d'arte  )   in solitario  riesci ( almeno e per  me  )  a  riflettere  e ad  allenarti   e 


Ci vuole un fisico bestiale
Luca Carboni
Ci vuole un fisico speciale
per fare quello che ti pare
perché di solito a nessuno
vai bene così come sei
Tu che cercavi comprensione sai, comprensione sai
Ti trovi lì in competizione sai, competizione sai
Ci vuole un fisico bestiale
per resistere agli urti della vita
a quel che leggi sul giornale
e certe volte anche alla sfiga
Ci vuole un fisico bestiale sai, speciale sai
anche per bere e per fumare sai, fumare sai.
Ci vuole un fisico bestiale
perché siam sempre ad incrocio
a sinistra a destra oppure dritto
il fatto e' che e' sempre un rischio
Ci vuole un attimo di pace sai, di pace sai
di fare quello che ci piace sai, mi piace sai
Come dicono i proverbi
e lo dice anche mio zio
mente sana in corpo sano
e adesso son convinto anch'io.
Ci vuole molto allenamento sai, allenamento sai
per stare dritti contro il vento sai, contro il vento sai
Ci vuole un fisico bestiale
per stare nel mondo dei grandi
e poi trovarsi a certe cene
con tipi furbi ed arroganti
Ci vuole un fisico bestiale sai, speciale sai
anche per bere e per fumare sai, fumare sai
ci vuole un fisico bestiale
o il mondo e' un grande ospedale
e siamo tutti un po' malati
ma siamo anche un po' dottori
e siamo tutti molto ignoranti sai, ignoranti sai
ma siamo anche un po' insegnanti sai, insegnanti sai
Ci vuole un fisico bestiale
perché siam barche in mezzo al mare.


Luca  carboni    1992


 

Senza titolo 873


01.15:


 


"C’è da scegliere nuova immagine, non è più SETTEMBRE.
Io raccoglierò qualche foto in più, come farò sempre."


 


La laurea di un’amica


La stanchezza della sera prima,passata in un locale alquanto chic per me ma con la rimpatriata di amici e incontri con altri compagni dell’ISA


Meltin’pot e Max Mara


Mi ha mentito?


Forse di nuovo un IPERTESTO?


Un bagno caldo


Una sensazione bellissima lasciatami


Le ca****e di un film demenziale e ti chiedi: ma come cacchio le pensano certe cose?


È notte, metto le cuffie, ascolto DEASONIKA e scrivo ciò che sento…


Non importa il tempo…


Senza titolo 872

MEXICO



______________di ritorno..._____________


please wait . . .

10.10.05

Senza titolo 871


www.photoforum.ru


ATTIMI DI VITA


Tacita


come immagine lontana


 Foglie  morte


che il vento trascina via.


Ascolto…


 solo il battito del mio cuore


che si perde


in desideri


ormai distanti…


spenti


per sempre.


Attimi di esistenza,


- paura -


Anima imprigionata da barricate


egoismo e spietatezza


malinconia, lacrime, sconforto


- attimi cercati -


nella scia dell’essere.


incisi nei  ricordi


…senza fine



______________


Silvana


 

Senza titolo 870


 



 


CHE  FREDDO  ABBBIAMO GIA' ACCESSO  IL CAMMINO  E  SIAMO  AD  OTTOBRE  FIGURIAMOCI   COSA SARA' L'INVERNO  .


 FOTO  DEL MIO CAMINO 

Senza titolo 869

 dalla  nuova  del 10\10\2005


Con i laboratori di Guspini torno a casa e apro bottega






Li chiamano “Laboratori di transizione” e sono unici in Sardegna e in Italia. Un’esperienza analoga è stata attivata solo a Bologna e ha per nome “Le botteghe di transizione”. A Guspini questi “laboratori” sono una bella realtà produttiva partita due anni fa, bisognerebbe clonarla in tanti altri villaggi dell’isola dei nuraghi. Gli amministratori non si sono limitati a creare zone artigianali e industriali confidando poi nel “si arrangi chi può”. No, sono stati ostetrici di impresa, hanno consegnato chiavi in mano un locale di tot metri quadrati a chi era in grado di produrre. E poco importa che sforni mobili, coltelli o ripari la carrozzeria delle macchine. Può anche occuparsi di verde pubblico e privato ma anche di cablaggio multifilo e di automazione industriale. L’importante è accumulare fatturato, contribuire a mettere in moto la macchina lenta dell’economia. Meglio ancora se a far richiesta di questi laboratori sono emigrati di ritorno. Sì, perché a Guspini gli emigrati tornano a casa e si industriano mettendo su bottega. Non staranno vita natural durante in questa pianura dominata dalla collina di Urràdili, nella zona detta Cortes’e Muccu. Firmano un contratto di cinque anni, pagano l’affitto, poi dovranno lasciare il posto ad altri imprenditori. E se apriranno un negozio, un’officina all’interno del paese riavranno il 70% del canone versato nel quinquennio. Il sindaco, Francesco Marras, 45 anni, diploma di assistente sociale, emigrato tra l’Olanda e la Lombardia prima di vincere un concorso per vigile urbano a San Gavino, è soddisfatto di questa scelta: «L’amministrazione, da sempre, crede nella validità del creare posti di lavoro produttivi, il Comune deve sostenere e incoraggiare chi vuol fare impresa e anche la consegna di un locale attrezzato è utile. Chi più a lungo sta nei laboratori comunali più paga. Noi ci auguriamo che tra qualche anno ci siano nuovi arrivi, abbiamo già oggi alcune richieste. Anzi, ne siamo convinti: perché gli imprenditori che si sono insediati in questi laboratori, dopo il rodaggio e la messa a punto, sono decisi a transitare verso attività autonome». E per il futuro? «Abbiamno avviato un progetto per realizzare altri laboratori, ne faremo tredici, la richiesta c’è e noi dobbiamo assecondarla». I “Laboratori di transizione” sono nati con i fondi del primo Pip (Piano di insediamenti produttivi) decollato in Sardegna e sono rappresentati da un grande edificio a due piani nella zona di Cortes’e muccu, sulla strada verso San Nicolò d’Arcidano. All’interno diversi stand, uno per ogni azienda. C’è di tutto, a dimostrazione della versatilità di chi ha voglia e capacità di creare impresa. I fratelli Simone e Matteo Muscas, 33 anni il primo 28 il secondo, hanno un laboratorio di falegnameria e sono soddisfatti. «Il lavoro non manca, è importante essere professionali e puntuali nelle consegne». Simone ha lavorato in Piemonte e in Emilia dove si occupava di panfili e barche: «A Torino presso la Azimut, a Rimini presso il cantiere navale della Sagittarius off shore. Ero addetto alle rifiniture, ai trafori delle plancie. Qui ho imparato la precisione, la cura dei dettagli, è stata un’ottima scuola. Appena ho saputo di questi laboratori messi a disposizione dal Comune sono rientrato al volo». È emigrato di ritorno anche il fratello Matteo, andato a cercar reddito in Toscana, alberghi e trattorie, pulizia di camere e aiuto in cucina. Vicino ai Muscas falegnami c’è innovazione tecnologica con la”Elettrosolar System” di Marco Marongiu, 51 anni. Qui lavora la figlia Marcella, 22 anni, qualifica di operatrice elettronica conseguita all’Ipsia. «Papà era in cassa integrazione dopo aver lavorato per anni nella Sarda Telecomunicazioni, alla Sielte e alla Catel. Dopo il licenziamento è andato nella penisola dove fu impiegato in una ditta che costruiva impianti di fibra ottica. Questo laboratorio gli ha ridato fiducia e le commesse arrivano, c’è da sgomitare con la concorrenza ma siamo fiduciosi». Un’altra falegnameria, quella di Davide Porta, 35 anni. «Ho lavorato per vent’anni nella bottega di Gianni Lampis, poi presso la Iter di Giovanni Ruggeri che commercia in legnami. E adesso l’attività in proprio cogliendo al balzo questa occasione offerta dal Comune. Faccio ciò che i clienti chiedono: dalla camera da letto alle cucine, da qualunque tipo di mobile alle scale interne alle abitazioni». Nello stesso filone c’è “Ambiente Casa”, di Denise Fanari, 31 anni. Anche lei è un’emigrata di ritorno: «Ho lavorato per dieci anni in Emilia, a Sassuolo, nel polo della ceramica più intraprendente del mondo. Ero in un’azienda che commercializzava piastrelle in tutte le regioni italiane ma soprattutto verso il Regno Unito e la Francia. È stata un’esperienza importante, mi ha fatto crescere, ho visto l’organizzazione del lavoro su scala industriale e mi è stata molto utile per l’attività che ho avviato adesso. È molto importante che nei nostri paesi riprenda vigore l’artigianato perché è in grado di favorire animazione economica a tutti i livelli». Old e anche new economy. Anche se restiamo sempre nel lavoro manuale, artigianale, ma con una marcia in più, orientata verso i mercati nazionali ed esteri. Onorio Caponi ha 37 anni, a scuola si è fermato alla terza media ma ha frequentato un’ottima pratica aziendale: «Sono entrato nel 1990 in un’azienda di cablaggi, ho frequentato contemporaneamente alcuni corsi di specializzazione a Ivrea ed eccomi qui a Guspini, alla Procol Srl, l’amministratore delegato è Maurizio Ciardelli. Ci occupiamo di cablaggi multifilo». Dove e come vengono utilizzati? «Solo per fare alcuni esempi: per i flash delle macchine fotografiche, per macchine che producono filati, per i quadri elettrici, per le strutture dei bancomat, dei computer, dei telefonini». Altro laboratorio e altra attività tradizionale. Questa è una carrozzeria per veicoli industriali, si fanno riparazioni e sostituzione di vetri, «dai tir all’utilitaria, lavori anche a domicilio», spiega Anacleto Vacca, 36 anni. Lavorava in Corsica, soprattutto tra Aiaccio e Bastia, «ma finalmente sono potuto rientrare a Guspini, questa opportunità non poteva essere sprecata, mi trovo bene, mi auguro di restarci il minor tempo possibile per consentire ad altri di avviare la propria impresa». Un po’ di creatività ha fatto sorgere “Cart’Idea” bottega dove si fa produzione e vendita di scatole di cartone. Forse è l’aziendina più giovane, nata a maggio per iniziativa di Andrea Nicola Cappai, 33 anni. «Facevo un lavoro analogo da un mio zio, sul viale Monastir di Cagliari, sto cercando di acquisire nuovi clienti, il packaging è abbastanza richiesto, gli spazi ci sono, mi auguro di poter crescere per poter creare anche un solo posto di lavoro, ne sarei strafelice». Ed è decollata anche la “Comart” di Marino Pilloni, tecnico di contabilità aziendale. Un altro emigrato di ritorno è Roberto Sibiriu, 46 anni: «Ho collezionato vent’anni di lavoro in Lombardia, soprattutto nell’hinterland milanese. Ero assunto da una ditta specializzata in isolamenti termici e acustici, in coibentazioni. Ero partito nel 1977 e sono rientrato nel 1996. Per un po’ mi sono guardato attorno e adesso ho colto la palla al balzo facendo partire la IsolSib, che sta per isolamenti Sibiriu. Lavoro anche l’alluminio, il rame, ho già due collaboratori. Questo è un settore dove si può crescere anche all’interno di questa nuova Provincia ma senza disdegnare lavori dovunque mi vengano richiesti». Non poteva certo mancare una specialità, anzi un’eccellenza locale. Ed ecco il laboratorio della “Coltelleria artigianale Guspinese” che ha innovato in Sardegna in questo settore che arriva la lontano. I titolari sono due signori di 46 anni, Efisio Spiga e Pietro Cossu. Quest’ultimo commercializzava i coltelli made in Italy, a Scarperia presso Firenze e a Maniago in provincia di Pordenone. Si è chiesto perché mai doveva vendere solo i cortelli prodotti oltretirreno. «Così ho deciso di metter su la bottega per fare anche da noi una produzione di tipo artigianale ma in serie. Naturalmente facciamo anche i pezzi interamente a mano, ci muoviamo insomma in base alle richieste del mercato. La produzione media è di 35 pezzi al giorno, all’anno arriviamo a duemila, abbiamo punti di vendita a Santa Teresa di Gallura, ad Alghero, e poi vendiamo direttamente ai negozi, senza intemediari». Le cose vanno bene. Tanto che in questo laboratorio a lavorare sono già in tanti. C’è Maura Dessì, mamma di due figli, prima di indossare la tuta blu di questa bottega ha frequentato un corso comunale di coltelleria. Con lei ci sono Giancarlo Piccioni, 26 anni, diploma di ragioneria e il fratello Antonello, geometra. Giulio Fanari è l’artista che disegna le sculture sui manici o sulle lame, è uscito dal liceo artistico di Cagliari, ha seguito un corso di intaglio sul legno”. C’è dell’altro. Giuseppe Pilloni e Cristiano Bimbati gestiscono la “Umc” attivandosi nell’automazione industriale. C’è una cooperativa, la “Viviverde” nata nel 2002 con quindici soci ridotti ora a nove. Leader del gruppo è Renato Forte, 49 anni, ex cassintegrato dell’Enichem di Sarroch, ex emigrato in Lombardia tra Milano e Como dove ha vissuto dodici anni. «Anche qui nel campo del giardinaggio c’è tanto da fare, si tratta soprattutto di far capire che il decoro urbano è necessario quando il decoro della casa del singolo cittadino. Il lavoro non ci manca, speriamo di poter consolidare la nostra attività». Nella stessa zona di “Cortes’e muccu” c’è anche un imprenditore - Adis Scopel di 57 anni - che osa già per conto proprio con un suo laboratorio privato. È un mastro birraio giunto in Sardegna da Seren del Grappa in provincia di Belluno. Figlio di una famiglia contadina, diploma all’istituto professionale per birrai, ha lavorato prima alla Pedavena, poi è stato tre anni in Germania, a Monaco presso la Hoffbraeuhaus, alla Kronen di Leverkusen nella Renania settentrionale, poi a Francoforte alla Henninger. Nel 1973 lo adocchia l’Ichnusa che aveva già lasciato lo stabilimento cagliaritano di via Bacaredda per traferirsi a Macchiareddu. E qui Scopel passa dodici anni come responsabile della produzione. Fino a quando decide di mettersi in proprio. Prima a Capoterra, adesso a Guspini «dove l’acqua è più abbondante e qualitativamente superiore». In omaggio all’epopea mineraria ha creato la “Birra Montevecchio”, venduta solo in spina. «Uso l’acqua locale, il malto d’orzo che acquisto a Pomezia dal gruppo Peroni, il luppolo che mi arriva dalla Germania o dalla Cecoslovacchia e il lievito dalla Germania. A Capoterra facevo la birra Dolomiti, ora nel nome l’ho sardizzata, e le cose mi vanno bene, l’attività mi consente di vivere». La birra “Montevecchio” viene offerta anche ai visitatori delle miniere del bacino di Guspini-Arbus. A proporla ai turisti è Ivano Quartu, 46 anni, leader della cooperativa “Promoserapis”, ex emigrato che ora parla bene inglese, tedesco, fancese e spagnolo. Faceva la guida turistica anche a Londra, in Svizzera, ha lavorato alle Seychelles dell’Oceano Indiano per la società On Time, è stato anche a libro paga di Franco Rosso. Ed ora eccolo qui a sperare che il Parco geomineraio diventi una realtà. Questa zona dove oggi sorgono i “Laboratori di transizione” ha una sua storia. Risale ai primi anni dell’Ottocento quando la panura di “Urràdili” era una palude. Un prete progressista di Santulussurgiu, Giovanni Antonio Carta, dottore in Legge, fu prima arrestato e poi esiliato a Guspini perché ritenuto un sobillatore. Anche qui continuò la sua missione cristiana e laica: aiutare i poveri, far prosciugare la palude, realizzare canalizzazioni, si lavorava con i carri a buoi. Bonificata la zona il vicerè ne rivendicò i beni ma “Predi Carta” vinse la causa e i terreni restarono ai contadini che li avevano migliorati. Sono questi i terreni dove oggi sorgono i “Laboratori di transizione”. Con un pioniere: Predi Carta.

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progetti della nuova task force del comune di Osilo  «Pronti a trasformare il paese»  «Edilizia, artigianato e turismo i nostri fiori all’occhiello»  
  
 L’idea è sicuramente ambiziosa ma si riassume in tre parole: trasformare il paese. Nasce da una presa di coscienza collettiva e carica d’allarme sulle condizioni attuali di Osilo lungo due versanti basilari: il fortissimo decremento di popolazione - da seimila a tremilacinquecento abitanti in pochi decenni - e la scarsa visibilità nel territorio. La voglia di “rivoluzione” è venuta a un gruppo di giovani soprattutto, di diversa appartenenza politica: la nuova maggioranza che da metà maggio governa il Comune va dai Ds a Forza Italia, fino ad An. Il sindaco - Nanni Manca - appartiene alla Margherita. «Il coinvolgimento del paese ci rincuora - dice -. Con le forze esterne tentiamo di fare grandi cose, senza di loro potremmo essere solo un’amministrazione mediocre. La collaborazione dei cittadini, nessuno escluso, è la base principale per ottenere buoni risultati». -Il primo obiettivo? «L’edilizia. Da decenni non si può costruire: fin dal 1967 sul nostro paese esiste il vincolo della Sovrintendenza. Sono passati quasi quarant’anni. Noi cercheremo di sbloccare questa situazion». -Ma come, se c’è ancora il vincolo?«Trovando spazi fuori dal centro storico, nelle zone di espansione contrassegnate burocraticamente con la lettera C.» -Che significa visibilità, per voi?«Tornare al centro dell’attenzione attraverso l’offerta turistica alternativa a quella del mare-spiaggia. Abbiamo un bel bacino di utenza che è la città di Sassari, la vicinanza al mare di Castelsardo, di Alghero e della costa di Valledoria. Ai turisti siamo in grado di offrire cultura, ambiente, paesaggio, castello, valle dei mulini, tradizioni equestri, costumi». -E anche formaggio di qualità. O sbaglio?«Noi abbiano ancora venticinquemila pecore. L’idea del formaggio a marchio dop (di origine protetta) era nata dieci anni fa. Nel 1998 avevamo stanziato dei soldi. Oggi abbiamo un consorzio con pochi produttori di cui il Comune è socio, però manca la promozione del nome di Osilo. Ci vogliono le vetrine commerciali. Vetrine di marketing. Oggi le chiamano alla francese, boutiques». -Un’altra delle perle di Osilo una volta si chiamava artigianato. Oro e pietre di pregio. Oggi?«Ancora, perché no? Abbiamo una fortuna, la presenza corposa di artisti in vari settori, dalla lavorazione del legno a quella dell’oro e delle pietre, fino alla pittura e alla creazione di coltelli antichi. Ottime manualità. Anche i nostri artigiani-artisti hanno bisogno di un supporto, ma il privato deve metterci del suo, non può aspettare solo il Comune». -Si parla tanto di turismo, però chi sale fin qui non trova neppure un albergo.Purtroppo è vero. La nostra idea forte è offrire una seppur minima capacità ricettiva. Per mangiare ci arrangiamo, per dormire ancora no. Lavoriamo per la prossima stagione: avremo una ventina di posti-letto come albergo diffuso. Offriremo pacchetti di due-tre giorni, comprenderanno un giro per le bellezze del paese e delle frazioni. Abbiamo acquisito delle case sotto il castello, arriveremo a cinquanta posti-letto». -Questo d’estate. E per l’inverno? Fa freddo, qui.«Pensiamo agli studenti universitari. A Sassari l’Ersu ha molte difficoltà e si rivolge ai paesi limitrofi. Noi abbiamo dato la disponibilità per i mesi invernali. D’estate nei vari pacchetti turistici metteremo questi alberghi». -Agriturismi?
«Ne abbiamo due, ma non dànno alloggio. Sono aziende agricole. I tempi debbono ancora maturare, forse. C’è, in verità, qualcuno che pensa ai bed and breakfast. Se lo fa uno e funziona, probabilmente gli altri seguono». -San Lorenzo, Santa Vittoria, le tanto decantate frazioni.  Quali sogni cullate?«Abbiamo bellezze che molti ci invidiano. Purtroppo alcune tra queste attrattive oggi sono impraticabili o invisitabili. Lo diciamo a malincuore, a partire dal castello, un bel pezzo di storia. La valle dei mulini è unica. Ma dalle domus de janas alle tombe dei giganti fino alle chiese campestri, si registra un abbandono completo. Con una sola eccezione: il restauro di un mulino a Santu Larentu. Lo ultimeremo entro l’anno. Dobbiamo partire da un minimo di fruibilità». -Come?«Creando un percorso unico che abbracci tutto o privilegiando gli itinerari tematici: archeologia, ambiente, mulini. Oggi il nostro castello è pieno di erbacce, il turista non trova nulla all’infuori del bellissimo panorama che si può godere dalla cima. Ma non siamo con le mani in mano: il nostro Comune partecipa ad un progetto europeo, Interreg 3 A, transfrontaliero, con la Corsica e la provincia di Livorno tramite la Comunità montana dell’Isola d’Elba. Con noi ci sono altri sette paesi: Codrongianos, Ossi, Putifìgari, Romana, Tissi, Uri e Usini». -Alla fine dell’Ottocento il poeta nuorese Sebastiano Satta cantava i cavalli di queste alture.«Da una quindicina d’anni la passione antica è tornata in auge. Anche troppo, dice qualcuno. Ma l’unico luogo in cui la si può coltivare è l’agriturismo di Antonello Ruiu. Però abbiamo un comitato tecnico equestre, se ne occupa l’assessore Salvatore Sechi: dobbiamo costruire una struttura per tutto l’anno». -Vi è stato difficile formare la lista? «No, a parte qualche momento di confronto. Ma non sulprogramma, su quello erano tutti d’accordo: gli ostacoli venivano dalle appartenenze politiche. Ma li abbiamo superati, siamo persone serie, ci conosciamo bene. All’esterno contiamo su gruppi di giovani che fanno un grande lavoro dal punto di vista sociale. Il nostro obiettivo è di dare risposte a questi ragazzi». -Con quale spirito un sindaco giovane come te affronta la “summa dementia” di occuparsi della cosa pubblica?«Uno spirito combattivo, fatto di grande volontà e di buona consapevolezza: questo lavoro duro farà bene al paese. Dobbiamo dare risposte ai nostri elettori. Siamo però convinti di una cosa: non c’è amministrazione comunale al mondo che possa fare bene senza l’aiuto determinante dei cittadini. In questi cinque mesi di governo quello che stiamo dando ce lo contraccambiano con gli interessi. Oltre centotrenta persone collaborano con noi ogni giorno, a costo zero, con invidiabile spirito di sacrificio. Sappiamo di non essere soli». Lo diceva già Aristotele, nella “Politica”: l’uomo solo o è un dio o è un animale selvatico.


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«Un posto per il nostro pecorino nel paniere dell’Euromediterraneo» 
 


 
 OSILO. Nanni Manca ha 37 anni ed è sposato con una ragazza di Fonni, Graziella Piras, che gli ha dato due figli: Alessandro di due anni e mezzo e Marco di otto mesi. Fa una battuta: «Dobbiamo pur combattere il decremento demografico». Funzionario di un’azienda privata, non sa cosa sia il politichese: pane al pane, formaggio al formaggio. Nello specifico, è lecito modificare la forma dell’antico modo di dire, senza chiamare in causa il vino: la caseificazione è un antichissimo sapere osilese. Sapere unanimemente riconosciuto e oggi rinvigorito dalle possibilità di mercato. La più fresca tra le buone notizie viene da Bra, dalla mega fiera del formaggio che si è tenuta dal 16 al 19 settembre: «A Bra, con l’assessore all’agricoltura Pulinas, siamo andati per capire cosa potevamo portare a casa». Ma il viaggio in Piemonte aveva anche lo scopo di stare «vicini ai ragazzi del consorzio che forse negli ultimi anni erano stati trascurati e quindi hanno gradito molto la nostra presenza». L’altro aspetto fondamentale - per Nanni Manca - «è che abbiamo lavorato su tre fronti: il primo con Slow Food, il secondo con una rivista specializzata nel settore dei formaggi, Cheese Time, il terzo riguarda un inizio di rapporti con l’Ersat. C’era il capo, professor Benedetto Meloni». Di Slow Food esistono nove presidi in Sardegna, più uno o due in fase di costituzione. Ancora il sindaco: «Slow Food non ha una struttura che funziona, in Sardegna. I presidi si incontrano nelle fiere, pochissime volte all’anno, senza un coordinamento vero. Non c’è un’associazione che li tenga uniti almeno per promuoversi a livello di presidio. Come Slow Food, hanno fatto un bel lavoro in Veneto, dove un presidio si è fatto capogruppo, costituendo l’associazione regionale».Nanni Manca vorrebbe fare la stessa cosa in Sardegna? Risposta: «Noi ci siamo candidati a farci promotori di incontri preliminari per arrivare all’associazione regionale. Loro sono entusiasti perché finora non avevano grandi contatti con la nostra amministrazione comunale e quindi si lavorava con il consorzio ma solo per il tempo limitato e le possibilità ridotte che i nostri ragazzi avevano». Con la rivista Cheese Time, rivela il sindaco, «specializzata nel settore e curata da Stefano Mariotti, abbiamo iniziato un lavoro che si è concluso proprio pochi giorni fa in Sardegna. Mariotti è venuto ad Ollolai lo scorso fine settimana per il Fiore Sardo, in occasione di Cortes Apertas. Gli abbiamo chiesto di prolungare la sua visita di qualche giorno, ha fatto dei filmati e delle interviste ad Osilo con l’obbiettivo di farci aderire a una loro iniziativa: realizzare un dvd che dovrà essere oggetto promozionale e commerciale anche attraverso la catena di ristorazione. Mariotti scriverà su questa rivista, poi realizzerà i dvd, ce li darà e noi li promuoveremo». Capitolo Ersat. E’ sempre il sindaco a spiegare: «Con il professor Benedetto Meloni abbiamo iniziato un rapporto che fino a ieri non esisteva, parole sue. All’Ersat chiederemo l’assistenza tecnica per la valorizzazione del consorzio del formaggio pecorino. Abbiamo trovato un obbiettivo comune, per il quale ci siamo impegnati entrambi: inserire il pecorino di Osilo nel paniere dell’Euromediterraneo: una vetrina agroalimentare di tutte le regioni che si affacciano sul nostro grande mare». Quello di cui si ripete da sempre che separi il dire dal fare. E qui verrà il bello, ma il sindaco di Osilo è quel che ai tempi di Antonio Gramsci si sarebbe detto un ottimista della volontà