16.12.14

a che serve essere buoni a natale se ....


ma LA GENTE SA SOLO LAMENTARSI E NON AGIRE ? Il passaggio a livello blocca il paese automobilisti in fila un ora

Barrali (  Cagliari )  passaggio a livello sbarrato
Il paese rimane isolato per un'ora

                                                La coda di auto a Barrali
Questa mattina dopo il passaggio del treno la sbarra non si è più rialzata.
Un paese prigioniero per un’ora con gli automobilisti costretti a fare la fila al passaggio a livello: è quanto accaduto questa mattina a Barrali dopo il passaggio del treno lungo la linea ferrata alla periferia del paese. La sbarra è rimasta bloccata con le auto costrette ad una infinita fila aspettando il miracolo. Tra gli automobilisti in coda anche il sindaco Fausto Piga.
"I tecnici sono arrivati da Monserrato - ha detto il sindaco - per risolvere la situazione. Resta la rabbia per l'accaduto - continua - Un paese e tanti automobilisti imprigionati per un'ora. Una occasione - prosegue Piga - per sottolineare l'importanza della fine dei lavori della circonvallazione 11 che consentirebbe di scavalcare la linea ferrata e di immettersi sulla 128". Progetto inserito nel piano provinciale delle opere pubbliche.
"Fino a quando non sarà completata la nuova strada potrà sempre capitare che gli automobilisti restino imprigionati da un passaggio a livello - conclude Piga - perché oggi quello è l'unico accesso alla 128".
 
 

14.12.14

lo spirito del natale non èuna guida o dei consigli su come affrontarlo ma anche piccoli gesti come la tregua di natale del 1914 fra le armate tedesche e inglesi

  per il momento   ancora  confermo anche  se  in parte   quanto ho detto nel post precedente , in quanto  vedendo i video  sotto  riportati in comincio  a sentire   e  a trovare  in mezzo all merda   (  pubblicità stucchevole  , film ,  serie  tv , cartoni , articoli di  giornali , auguir  fatti a forza , ecc  )    sembra  che stia ritrovando  lo spirito del natale  . Ma    rimango  fermo non  volere ( almeno fin
ora  )  fare la  consueta  e tradizionale guida natalizia  .
E a chi continua   a chiedermi   come mai  quest'anno non faccio  la  solita  guida   natalizia  , rispondo senza  mandare  a   ..... perchè  preferisco riservarlo per  rotture ( non necessariamente lettori fissi o occassionali o di passaggio  )    più  serie oltre al fatto che  siamo vicini a  natale ,  che  : 1) quest'anno sono accorto d'idee   originali  rispetto ai giornali  e  tv ed  internet    che fanno inserti simili  ., 2) dopo 4 anni che  lo faccio  sento  la stanchezza  e la monotonia , e  stava per  diventare   ripetitiva  


Quindi   vi rimando  alle  guide   degli  ultimi  4  anni  . le potete trovarte   sfogliare   i medi  di novembre  \  dicembre   anno per  anno  oppure   cercando i  tag , regali  , natale  , come sopravvivere  al  natale   come non sprecare  , regali  , ecc  chi  non ne  avesse  voglia  o tempo  ecco una puntata  sui regali della  guida  del   2013  http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.it/2013/12/come-risparmiare-e-non-sprecare-in_3.html.


Poichè il natale   non è  ( almeno in teoria  consumismo o buonismo  forzato )  ma   fratellanza    \ pace , ecc   eccovi per  chi ama  il mio tag  storie  \  le  storie   cosa  successe   esattamente  durantre  il natale  di  cento anni  fa  , quando  imperversava la  grande  guerra  di cui quest'anno  si celebra  il primo  dei 4  centenari

il  film  \  cortometraggio  della vicenda



 



                                          lo spot




  se  non capite l'inglese   o   non vi  basta   eccovi notizie  storiche  su tali eventi   tratta    dalla  voce  di    wikipedia  Tregua di Natale




Soldati tedeschi del 134º Reggimento sassone e britannici del Royal Warwickshire Regiment si incontrano nella terra di nessuno il giorno di Natale del 1914.

Per "tregua di Natale" si intende una serie di "cessate il fuoco" non ufficiali avvenuti nei giorni attorno al Natale del 1914 in varie zone del fronte occidentale della prima guerra mondiale.
Già nella settimana precedente il Natale, membri delle truppe tedesche e britanniche schierate sui lati opposti del fronte presero a scambiarsi auguri e canzoni dalle rispettive trincee, e occasionalmente singoli individui attraversarono le linee per portare doni ai soldati schierati dall'altro lato; nel corso della vigilia di Natale e del giorno stesso di Natale, un gran numero di soldati provenienti da unità tedesche e britanniche (nonché, in misura minore, da unità francesi) lasciarono spontaneamente le trincee per incontrasi nella terra di nessuno per fraternizzare, scambiarsi cibo e souvenir. Oltre a celebrare comuni cerimonie religiose e di sepoltura dei caduti, i soldati dei due schieramenti intrattennero rapporti amichevoli tra di loro al punto di organizzare improvvisate partite di calcio[1].
La tregua non fu un fatto organizzato, né universalmente diffuso: in diverse zone del fronte i combattimenti proseguirono per tutto il giorno di Natale, mentre in altri i due schieramenti negoziarono solo tregue momentanee per seppellire i caduti. Gli episodi di fraternizzazione con il nemico furono giudicati negativamente dagli alti comandi e severamente proibiti per il futuro: già l'anno successivo alcune unità organizzarono cessate il fuoco per il giorno di Natale, ma le tregue non raggiunsero il grado di intensità e di fraternizzazione di quelle del 1914; per il Natale del 1916, dopo le traumatiche esperienze delle sanguinose battaglie di Verdun e della Somme e la diffusione dell'impiego di armi chimiche, nessuna tregua venne organizzata.
Nei primi mesi del conflitto, quando ancora la guerra di trincea era agli inizi, gli episodi di tregue spontanee tra le opposte fazioni non costituirono episodi rari, né limitati al solo periodo natalizio: in molti settori si instaurò un rapporto di "vivi e lascia vivere" tra i soldati, e unità opposte schierate a stretto contatto limitarono spesso gli atteggiamenti aggressivi o permisero atti di fraternizzazione, come lo scambio di sigarette o cessate il fuoco non ufficiali per permettere il recupero di morti e feriti dalla terra di nessuno; la tregua di Natale del 1914, tuttavia, rappresentò l'episodio maggiormente significativo di tutto il conflitto sia per il gran numero di uomini coinvolti più o meno contemporaneamente, sia per l'alto grado di partecipazione e fraternizzazione che si sviluppò.

Indice [nascondi]
1 Antefatti
2 La tregua del 1914
2.1 Reazioni dell'opinione pubblica
3 Le altre tregue
4 Commemorazioni
5 Nella cultura di massa
6 Note
7 Bibliografia
8 Altri progetti
9 Collegamenti esterni

Antefatti


Il 3 agosto 1914 la Germania dichiarò guerra alla Francia, iniziando le operazioni sul fronte occidentale: seguendo i dettami del cosiddetto "Piano Schlieffen", le truppe tedesche invasero il neutrale Belgio al fine di aggirare le difese francesi poste lungo il confine tra le due nazioni e puntare su Parigi; dopo alcuni iniziali successi, l'azione dei tedeschi venne fermata nel corso della prima battaglia della Marna (5-12 settembre 1914) ad opera delle truppe francesi e del da poco sopraggiunto corpo di spedizione dei britannici (British Expeditionary Force o BEF), ma la seguente controffensiva degli anglo-francesi venne fermata nel corso dell'inconcludente prima battaglia dell'Aisne.
Nei mesi successivi i due contendenti cercarono di aggirare reciprocamente il fianco settentrionale dell'avversario, che a causa della rapida avanzata tedesca non era ancora ben definito, dando luogo alla serie di eventi nota come "corsa al mare": i combattimenti si estesero progressivamente verso nord, nella regione belga delle Fiandre, mentre lungo la linea del fronte presero a comparire i primi sistemi di trincee. Per la fine di novembre del 1914, dopo la conclusione della prima battaglia di Ypres, la situazione giunse a un punto di stallo: la guerra di movimento cessò e il fronte si stabilizzò lungo una linea continua di trincee estesa dal Mare del Nord alla Svizzera, dietro cui i due contendenti si ammassarono a difesa[2].
Con l'approssimarsi del Natale del 1914, furono intraprese diverse iniziative a favore della pace: una Open Christmas Letter ("Lettera aperta di Natale") fu pubblicamente sottoscritta da un gruppo di 101 suffragette britanniche e indirizzata alle "donne di Germania e Austria" come messaggio di pace tra le opposte fazioni[3][4]; il 7 dicembre 1914, invece, il Papa Benedetto XV avanzò la proposta di sottoscrivere una tregua natalizia tra i governi belligeranti, chiedendo che "i cannoni possano tacere almeno nella notte in cui gli angeli cantano", richiesta che tuttavia fu ufficialmente respinta[5][6].

                                                                  La tregua del 1914 .
Due discendenti di veterani di guerra commemorano la tregua di Natale (2008)
Benché nessun accordo ufficiale tra i belligeranti fosse stato pattuito, nel corso del Natale del 1914 circa 100.000 soldati britannici e tedeschi furono coinvolti in un certo numero di tregue spontanee lungo i rispettivi settori di fronte nelle Fiandre[7]. I primi episodi ebbero luogo durante la notte della vigilia, quando soldati tedeschi iniziarono a porre decorazioni natalizie nelle loro trincee nella zona di Ypres (in particolare nel settore dei villaggi di Saint-Yvon/Saint-Yves, Plugstreet/Ploegsteert e Comines/Warneton), dove Bruce Bairnsfather (noto umorista e cartoonist britannico, all'epoca capitano di un'unità di mitraglieri del Royal Warwickshire Regiment) descrisse l'episodio: i tedeschi presero a mettere candele sul bordo delle loro trincee e su alcuni alberi nelle vicinanze, iniziando poi a cantare alcune tipiche canzoni natalizie; dall'altro lato del fronte, i britannici risposero iniziando anche loro a cantare, e dopo poco tempo soldati dell'uno e dell'altro schieramento presero ad attraversare la terra di nessuno per scambiare con la controparte piccoli doni come cibo, tabacco, alcolici e souvenir quali bottoni delle divise e berretti[8].
In molti casi gli episodi di fraternizzazione proseguirono anche la mattina di Natale: una forte gelata indurì il terreno e disperse l'odore di putrefazione dei cadaveri insepolti, e diversi gruppi di soldati dei due schieramenti si incontrarono nella terra di nessuno per scambiarsi doni e scattare foto ricordo; il livello di fraternizzazione fu tale che vennero persino organizzate improvvisate partite di calcio tra i militari tedeschi e quelli britannici[9].
La tregua fornì poi l'occasione per recuperare i caduti rimasti abbandonati nella terra di nessuno e dare loro sepoltura; durante questa fase, furono organizzate anche funzioni religiose comuni per tutti i caduti. Nei settori del fronte interessati dalla tregua l'artiglieria rimase muta e non si verificarono combattimenti su vasta scala per tutto il periodo natalizio; anche così, comunque, in alcuni casi soldati che si avvicinavano alle trincee nemiche furono presi a fucilate dagli avversari. Nella maggior parte dei settori interessati la tregua durò solo per il giorno di Natale, ma in alcuni casi si prolungò fino alla notte di Capodanno[6].
Bruce Bairnsfather, testimone degli avvenimenti, scrisse: "Non dimenticherò quello strano e unico giorno di Natale per niente al mondo... Notai un ufficiale tedesco, una specie di tenente credo, ed essendo io un po' collezionista gli dissi che avevo perso la testa per alcuni dei suoi bottoni [della divisa]... Presi la mia tronchesina e, con pochi abili colpi, tagliai un paio dei suoi bottoni e me li misi in tasca. Poi gli diedi due dei miei bottoni in cambio... Da ultimo vidi uno dei miei mitraglieri, che nella vita civile era una sorta di barbiere amatoriale, intento a tagliare i capelli innaturalmente lunghi di un docile "Boche"[10], che rimase pazientemente inginocchiato a terra mentre la macchinetta si insinuava dietro il suo collo"[11][12].
Un altro testimone britannico, il capitano Sir Edward Hulse Bart, riferì che il primo interprete che incontrò nelle linee tedesche era originario del Suffolk, dove vi aveva lasciato la propria ragazza e la propria motocicletta; Hulse Bart descrisse anche di una canzoncina "terminata con un "Auld Lang Syne" che unì noi tutti, inglesi, scozzesi, irlandesi, prussiani, württemburghesi etc. Fu una cosa assolutamente incredibile, e se l'avessi vista in una pellicola cinematografica avrei giurato che fosse una messiscena!"[13]. Il tenente tedesco Johannes Niemann scrisse: "afferrato il binocolo e scrutato con cautela oltre il parapetto, ebbi la vista incredibile dei nostri soldati che scambiavano sigarette, grappa e cioccolato con il nemico"[14].
                                     

La critica della fantomatica anti – politica come inganno lessicale per non parlare di corruzione e mafia politica

  sempre  su  napissan ops  Napolitano     ti potrebbe interessare  

  Proprio mentre  finisco di legere  l'articolo    sotto riportato  integralmente  ,   nel cd  in canna  nello stwereo   suona  la  canzone   la  canzone   sotto  riportata 

   

Ora   riscoltandola   mi  accorgo che  : non solo  ha  ragione  l'autore  del video  , ma  che il testo specie    quiesto verso    :  (  ... )  Camminano sopra l'acqua, passano attraverso il muro. \Camminano sopra l'acqua, passano attraverso il muro. \Nascondono il passato, parlando del futuro, \e se trovano la cruna dell'ago se la mangiano di sicuro.  ( ...  qui il resto )  

Ma Ora  lasciamo   che    a parlare  sia  l'articolo di  cui  parlavo  prima  
 da  https://www.cosapubblica.it  del

antipolitica-corruzione
Un ennesimo inganno lessicale che mina la democrazia e la capacità critica degli italiani. Si è appena consumato in questi giorni di “sdegno” più o meno sentito realmente verso quel sistema di corruzione mafiosa e politica che l’inchiesta Mafia Capitale ha scoperchiato. Ne ha approfittato Giorgio Napolitano che nella sede “super partes” dell’Accademia dei Lincei ha affermato: «La critica della politica e dei partiti, preziosa e feconda nel suo rigore, purché non priva di obiettività, senso della misura e capacità di distinguere è degenerata in anti-politica, cioè in patologia eversiva». Affermazioni secondo noi fuori luogo se riferite a presunte infiltrazioni criminali nella politica, presunte solo perché ormai è la politica corrotta che di per sé è criminale, ma fuori luogo anche se riferite a chi critica la politica corrotta: quindi organi di stampa, opinion makers e alcuni esponenti politici ‘non allineati’ come Beppe Grillo e Matteo Salvini. Entrambi definiti senza speranze e pericolosi quanto quelli che invece sono “banditori di smisurate speranze” (come Renzi?).
Ebbene inviteremmo il presidente della Repubblica e chi crede alle sue parole come oro colato che non è colpa di chi critica la politica dei ladri, dei mafiosi, dei corrotti se questa è diventata malata. Non esiste l’anti politica se non come inganno lessicale. Il problema è che non esiste ancora la ribellione a quella politica ladra, mafiosa, corrotta. Quindi, caro presidente, tanto di cappello a chi cerca di svegliare in una qualche maniera gli italiani aprendogli gli occhi sui meccanismi della politica che non è ormai quasi più ricerca e costruzione del bene comune, ma solo del bene della propria tasca – sia che si chiami Grillo, Salvini o Scarpinato e Cantone . Nessuno di loro fa anti politica, ma cerca solo di stimolare gli italiani a ritornare alla politica vera, ovvero all’amore e al rispetto per la polis, per il bene comune e di tutti. Se questa “sveglia” intellettuale porterà poi ad una rivoluzione pacifica, con la quale si otterrà che tutti i ladri al potere vadano via per ripristinare nell’agorà l’onestà, allora ben venga anche la rivoluzione!
Purtroppo ne siamo ancora lontani, purtroppo. Forse a causa degli inganni lessicali e continui che ci propinano…
Laura Marinaro

13.12.14

non è mai troppo tardi Divisi da guerra riuniti da Facebook finalmente sosi dopo 70 anni

E' un amore senza età quello fra Antonia Gottifredi, 86 anni, di Bellano (Lecco) e Giovanni Molinari, 89 anni, ex dipendente Eni, di San Donato Milanese.
Fidanzati da giovani, dopo 70 anni si sono rincontrati e oggi si sono sposati nella chiesa del paese che si affaccia sulle rive del Lario. I due si erano conosciuti da ragazzi: lei commessa al Cotonificio
Cantoni, lui militare poi assunto all'Eni. Le loro strade si erano poi separate, lei rimase sulle rive del

Lario, lui invece tornò nel Milanese. A distanza di quasi 70 anni si sono ritrovati, complici anche i post su Facebook che i due si sono scambiati con l'aiuto dei familiari. Poi la visita di Giovanni Molinari a Bellano, l'incontro con Antonia che è ora nonna e presidente della Filodrammatica Bellanese. Entrambi vedovi, hanno iniziato a frequentarsi come quando erano giovani. E stamani, nella chiesa dei Santi Nazaro e Celso, le nozze: lei in abito grigio con pelliccia accompagnata dal figlio all'altare, lui in smoking a braccetto con la nipote all'ingresso in chiesa, che era stata addobbata con rose rosse, "il nostro fiore preferito" ha detto Antonia. A celebrare il parroco, don Cesare Terraneo: "Il vostro sogno - ha detto durante la cerimonia - si sta ora avverando".

Ma che razza di presidente è uno che invece di condannare i corrotti e i ladri condanna che come eversivo chi fa politica dal basso e critica le istituzioni marce e corrotte

canzoni consigliate  
da




Il Presidente della Repubblica deplora l'antipolitica come “patologia eversiva” criticando in tal modo la doverosa azione dell'opposizione , componente essenziale della democrazia. La pretesa di accrescere il numero di senatori non eletti dal popolo e di conferire maggiori poteri al presidente del Consiglio esautorando il Parlamento con una legge elettorale incostituzionale, va contro il principio di rappresentanza democratica. La vera antipolitica eversiva è quella di chi mantiene in vita un sistema di leggi che assicura ai corrotti dissipatori del pubblico denaro la impunità con pene irrisorie , mentre punisce duramente i ladri dei supermercati, che difende la prescrizione di gravi delitti e vuole una giustizia subalterna. La vera antipolitica è quella che si arricchisce sulla pelle dei cittadini e dei meno abbienti. Sono loro i nemici della democrazia e della eguaglianza dei diritti sociali. L'opposizione, pur con i suoi errori, difende milioni di cittadini senza reddito o con redditi non dignitosi che fanno ricorso a forme di protesta radicale per vedere riconosciute esigenze essenziali di vita. Sono gli sfrattati, i senza casa, i disoccupati, i reietti, i precari, gli esodati, gli studenti, i docenti, le vittime dell’inquinamento, le vittime della distruzione dell'ambiente, e del patrimonio storico e artistico della nazione in Val di Susa e a Firenze. Sono cittadini che hanno rotto il silenzio e l’indifferenza del sistema con azioni di protesta civile contro i privilegi di chi ha sempre di più e sfrutta i deboli . Nella speranza di vedere finalmente attuati quei diritti che la Costituzione definisce inalienabili: il lavoro, la salute, la casa, una retribuzione dignitosa, un ambiente sostenibile, una scuola gratuita, servizi efficienti nel trasporto e nella sanità. Una massa di disperati che reclamano da tempo “l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica , economica e sociale” affermati dalla Costituzione.Cittadini, spinti da bisogni estremi, hanno attuato forme di lotta eclatante. In tal modo hanno violato un codice penale non coerente con la Costituzione. Decine di processi pendono in tutta Italia per interruzione di pubblico servizio, invasione, danneggiamento, violenza, blocco stradale, rapina . Per i promotori delle azioni di lotta sociale non vi è indulgenza. Per i reati loro attribuiti, il codice prevede pene severe, sproporzionate . Pene coerenti con gli interessi del momento storico in cui furono concepite: il fascismo. Si tratta di reati che fanno parte di un codice penale figlio di quell’epoca. Mentre occorre ancorarlo ai principi solidaristico sociali sanciti dalla Costituzione. Adeguando le varie fattispecie alla nuova realtà e le sanzioni a nuove esigenze di risocializzazione e a nuove scriminanti. E' questa la vera patologia che il Paese deve curare , non la opposizone che deve esistere e grantisce le minoranze contro la dittatura e gli a busi della maggioranza.

Infatti   dovrebe  prendere  esempio  da  Pertini 


caso del prof inglese morto in solitudne per la legge suylla privacy la difesa dei medici: «David rifiutava le visite»

  nuova  puntata    nella  vicenda  del prof  inglese  morto in solitudine  per  via dell  legge  sulla   privacy  mentre    era ricoverato in  ospedale   nel post  sotto  la prima puntata 
 
 
 
I medici  si  giustificano    arrampicandosi   secondo me  sullo specchio 
 

caso
Morto in solitudine, la difesa dei medici: «David rifiutava le visite»

Il direttore della Stroke Unit: «Gli amici del docente inglese respinti per la privacy? No, era lui che non voleva essere visto» di Luca Fiori   da la  nuova sardegna del  13 dicembre 2013 









SASSARI. Il muro di privacy con cui si sono scontrati gli amici, i colleghi, i vicini di casa e gli studenti del docente dell'università David Paul Bollard durante il suo ricovero in ospedale a Sassari, a causa di un ictus, sarebbe stato eretto dai sanitari con il suo stesso consenso. O quanto meno – in alcune circostanze – per tutelare la sua dignità. È la posizione del dottor Antonio Manca, responsabile della Stroke Unit del Santissima Annunziata, il reparto in cui il lettore esperto linguistico dell'ateneo sassarese, morto a fine ottobre a Thiesi a 63 anni, era stato ricoverato subito dopo un malore avuto due mesi fa durante una lezione di inglese nella facoltà di Veterinaria.

 David Paul Bollard
Ieri sia la vicina di casa di David, Marzia Manca, sia il collega e connazionale Chris Pain, docente di inglese a Sassari dal 1983, a cui Bollard nel 1987 aveva fatto da testimone di nozze, hanno confermato a Tom Kington, corrispondente del “Times”, di non essere riusciti a vedere David durante il ricovero in ospedale a Sassari. Il docente, arrivato in città nel 1979, si era innamorato della Sardegna e non era più voluto andare via. Con la sua terra d'origine (era nato in un paesino vicino a Manchester) aveva tagliato i ponti. L'unico parente stretto un fratello, Frank, con cui non aveva rapporti da anni. È stato lui, rintracciato dopo oltre un mese in cui il corpo di David è rimasto in una cella frigo, ad autorizzare il funerale che si è celebrato due giorni fa nella cappella del cimitero di Sassari.
«Quando all'inizio di ottobre si è sentito male ed è stato accompagnato all'ospedale civile di Sassari non ha espresso il desiderio di avvertire nessuno – precisa il direttore della Stroke Unit –. I medici hanno cercato disperatamente di avere notizie per fare un’anamnesi del paziente più completa possibile. Al momento della registrazione al paziente, se è in grado di intendere, viene sottoposto un documento in cui si segnalano contatti e numeri telefonici delle persone alle quali i medici sono autorizzati a fornire informazioni cliniche del degente. Lui non ha indicato nessuno – ribadisce Antonio Manca –, per questo motivo la direzione sanitaria ha attivato i servizi sociali della Asl che a sua volta hanno attivato i servizi sociali del Comune di Sassari». Durante il ricovero però diversi colleghi hanno provato a visitarlo o sapere come stesse, ma tutti raccontano di non essere riusciti ad avere sue notizie. «Nelle due settimane di degenza all’ospedale civile di Sassari il personale medico ha chiesto più volte al paziente se volesse incontrare quella determinata persona che chiedeva di lui. Favoriamo sempre l’ingresso di familiari e amici perché ci sono utili per la cura del paziente». Ma, aggiunge il dottor Manca, «tutte le volte in cui è stata rifiutata la visita è perché il paziente in quel momento vigile ha espressamente manifestato dissenso. Sicuramente non voleva essere visto in quello stato. Solo in una occasione il paziente ha accettato di vedere uno studente con cui peraltro ha parlato, probabilmente era lo stesso giovane che lo aveva soccorso al momento del malore». Intanto ieri mattina il corpo di David Paul Bollard è stato cremato. I prossimi giorni le sue ceneri torneranno in Inghilterra. Nell'isola resterà il suo ricordo tra i tanti amici che si era fatto nei 35 anni vissuti a Sassari. La sua nuova famiglia, quella che avrebbe voluto stargli vicina negli ultimi giorni di vita. Ma che ha potuto salutarlo al cimitero di Sassari solo un mese e mezzo dopo la sua morte.
 
Infatti    Anche   il garante dela privacy  gli ha  fatto il  cazziatone   e  il times  nella  sua  asciutezza   , tipica  dei  giornali anglosassoni  .  si è indignato
 
Italian red tape condemned Briton to lonely death
 
universita centrale di sassari 
 
 
A Briton who taught English in Sardinia for decades has become front-page news in Italy after red tape was blamed for him dying alone in hospital and his body being left in a mortuary for seven weeks before being buried.
David Bollard, 63, from Salford, made scores of friends after being hired at the University of Sassari in the 1990s, but doctors refused them access to his hospital bedside for three weeks after he had a stroke because of privacy laws that give only family members access to patients.
After he died on October 21, it took the authorities weeks

 

10.12.14

siamo a vicini a natale ma io .... non sento l'aria e lo spirito

  canzone consigliata  ( e  in  sottofondo  )   canto di natale - Modena  city Ramblers  



Quest'anno  , mi sento  come  il post  dell'amica non solo  facebookiana  e   compaesana 

 
Daniela Piga 9 dicembre alle ore 22.22 ·



 Non mi piace il Natale! Più passa il tempo, gli anni e meno mi piace, anzi non solo non mi piace, mi mette una tristezza infinita. I motivi sono innumerevoli apparentemente partono dal fatto che se non hai un lavoro o non lo hai stabile Natale diventa un'occasione di spese eccessive e inutili alle quali per quanto provi ad esimerti ti trovi a fare i conti comunque. Ma in fondo il vero motivo che mi fa detestare questa festa è l'ipocrisia, la falsità e la cattiveria che la accompagna. Il finto perbenismo magari di chi non perde una messa, una novena, un regalo dovuto ad amici, conoscenti, maestri, vicini di casa o parenti di cui ci si ricorda solo per le grandi abbuffate correlate alle feste, solo perchè...beh cosa fai a Natale non fai regali, non ti riunisci a Natale, vuoi stare da solo a Natale? Regali, la corsa ai regali, per cosa mi chiedo per farti vedere, per far credere che sei migliore degli altri che tu te lo puoi permettere di fare regali a tutti? Ma che tristezza!! Tutti più buoni a Natale, ma dove, ma chi? Che poi si pensa solo a se stessi allo sfarzo, al dare per ricevere, alle cazzate inutili
traduzione  = felice niente
quali decorazioni, fiori, oggetti inutili sopratutto per chi non ne ha bisogno che poi è anche chi né riceve di più. Quante di queste persone davvero rivolgono un pensiero a coloro che vivono la festa con la dignità silenziosa della rinuncia, quanti di coloro che affollano le funzioni religiose ricordano che intorno a loro magari nel portone accanto vivono anziani soli, genitori che hanno perso il lavoro è che per non far mancare i regali ai figli arrivano a vendere ogni centimetro della dignità che gli resta. Quanti di questi rivolgono un pensiero agli anziani senza più nessuno nelle case di riposo, alle persone rinchiuse negli ospedali, ai tanti nelle case famiglia, o semplicemente a chi vive vicino a te e semplicemente vede la serie di feste riunite come l'ennesima accasione per sentirsi diverso o meno fortunato. Certo qualcuno si pulisce la coscienza con un pò di beneficienza ma basta poi? D'altra parte Gesù, quello che festeggiate, per chi ci crede, è nato in una mangiatoia scacciato, messo in croce da persone esattamente uguali a quelle che oggi affollano con la loro mediocre ipocrisia le sue chiese...potrei continuare per ore, e scrivere pagine sull'assurdità di queste ricorrenze e delle finzioni che le accompagnano ma non servirebbe che a farvi dire...poverina che brutto odiare il Natale, deve essere una brutta persona per questo. Beh può anche darsi che io lo sia, una brutta persona, può darsi che io sia semplicemente arrabbiata, o può darsi che abbia solo deciso di togliere la testa fuori dal secchio e dire quello che penso e che pensano in tanti...ecco, bello il Natale, davvero fantastico godiamocelo!!! Ahhh se non cambio idea, per quest'anno gli auguri a tutti li ho già fatti oggi, quest'anno auguro a tutti un bel "sagumemuci", con affetto  


Lo so  che  come mi accusano in molti\e  che  dovrei scrivere  qualcosa  di mio  , ma  a  volte succede  come in questo caso  che : 1)   qualcuno\a  t'anticipi   e  ti  tolga le parole di  bocca  .,  2)   che  la pensa  esattamente  come te  .  3)  che non essendo allenato  ad esprimere le  tue  emozioni  \  sentimenti  lo faccia  usando  quando corripondono , quelle degli altri\e   .
Infatti non so  se   farò la mia consueta  da  quattro anni  a questa parte  (  cercate   nei  tag  come sopravvivere alle feste  di natale  )   guida  per natale o posst  consiglia regali  .
Ecco quello del  2013  . Ovviamernte  sta a voi decidere   se  usare i regali ivi consigliati oppure   seguendo i consigli  aggiornalo  ad oggi  con  altri libri  , cd  , ecc  http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.it/2013/12/consigli-per-i-regali-di-natale-2013.html  .
 ma mai dire  main .  ci potrebbe essere  qualche sorpresa    come  quella  che trovate  sotto  se  nel caso  decideste di fare qualcosa  di anti conumistico






Ritornano di moda i vecchi oggetti; un regalo azzeccato, con una spesa contenuta, per questo Natale di crisi. Successo a Olbia per la fiera del ''vintage''. Il servizio è di Giampaolo Cuccuru. L'intervistata è: ELENA NARDI ORGANIZZATRICE ''FIERA VINTAGE'' - OLBIA

Muore da solo in ospedale, è colpa della privacy Inglese colpito da ictus: non ha parenti, i medici tengono lontani gli amici

Leggendo   la  storia   della nuova  sardegna del  10\12\2014  . che trovate sotto , capisco  perchè la gente  s'avvicina  di più al  qualunquismo e populismo . Ma soprattutto    raforza  in me  le tendenze libertarie  \  anarchiche  , anche se  ancora   rimango legato \ credo , ma anciora per  per  poco , al valore  del voto  . Mi chiedo inoltre , ma perchè  c.... [ scusate  ma qudo ci vuole ci vuole ] di legge è quersta sulla privacy . ma aboliamola tanto crea solo danni e rotture di balle . Tanto è solo una panacea visto che anche se c'è la privacy le telefonate moleste di spam le ricevi lo stesso  e tutti sanno tutto di  tutti  , visto che  i primi a chiederla sono gli stessi che su facebook  la " violano  " parlando  dei  ... loro  anche privati .  Prima di lasciarvi    all'articolo vorrei aggiungere :  che questo è il paese dove di norma le leggi vengono calpestate quando c'è la convenienza di farlo. Si diventa rigoristi solo quando non c'è in ballo il proprio tornaconto personale. Do ragione  a  questi commenti esopressi  sul sito  di huffingpost.it  più  precisamente qui in quest'articolo 

Giorgio Giordano · Top Commentator · Politecnico di Torino
Parafrasando Marie-Jeanne Roland de la Platière : Privacy quanti delitti si commettono in tuo nome! Da quello - piccolo - di non esporre, in certe scuole, i tabelloni con gli esiti degli scrutini a quello - ben più grave - di fare morire in solitudine un essere umano.
  • Raffaele Rosi · Top Commentator · Politecnico di Torino
    Sig. Giordano: aggiungiamo il non pubblicare i nomi di chi viene condannato? Oppure quello degli evasori? Tutta 'sta privacy, e poi spiattellano in giro sui social network QUALUNQUE cosa personale... Finanche il colore delle mutande che mettono...
    Saluti, Raffaele
  • Raffaele Bilotta · Top Commentator · Università degli Studi di Palermo
    Raffaele Rosi La privacy sembrerebbe come la pelle di certe cose! Ma siamo sicuri che non sia,invece,ignoranza e/o vigliacco scarico da responsabilità?
SASSARI.
 È morto solo, in un letto dell'ospedale di Thiesi dove era stato trasferito dopo un ricovero di alcuni giorni all'ospedale civile di Sassari a causa di un ictus. Solo. Perché la legge sulla privacy che dovrebbe tutelare il diritto alla riservatezza a volte può ritorcersi contro chi preferirebbe forse stringere la mano di un amico, piuttosto che vedersi tutelato da un muro di silenzio sulle sue condizioni fisiche e sul suo trasferimento da un reparto ad un altro, da un ospedale a un centro di riabilitazione.

                                                     L'ospedale di Thiesi

 
È la storia di David Paul Bollard, collaboratore esperto linguistico di inglese, deceduto il 22 ottobre scorso a 60 anni, dopo una vita dedicata all'insegnamento. Il docente di origine britannica era a Sassari da una vita. Solo oggi, dopo un mese e mezzo, i suoi amici, i suoi colleghi e i suoi tantissimi studenti potranno dargli l'ultimo saluto. Alle 15.30 nella cappella del cimitero ci sarà una breve funzione prima della tumulazione. Fino a pochi giorni fa del suo corpo si erano perse le tracce: la privacy lo aveva fatto sparire. Una vicina di casa aveva provato a buttare giù a spallate il muro della riservatezza e della burocrazia, senza risultato: «David è morto la notte tra il 21 e il 22 di ottobre, ci conoscevamo da più di 25 anni, non eravamo amici, solo vicini di casa. Si scambiavano due chiacchiere per le scale, niente di più».
E proprio nell'androne delle scale che a metà ottobre la donna lo aveva trovato accasciato, soccorso dai suoi studenti che lo avevano accompagnato a casa pensando a un semplice malore, ma che viste le condizioni peggiorate avevano chiamato l'ambulanza del 118. «Io stavo andando a lavorare, ma mi sono fermata con loro. David non riusciva a parlare, aveva difficoltà a coordinare i movimenti, si stava agitando. Ho lasciato ai paramedici il mio numero di cellulare, dando la mia disponibilità in caso di bisogno, lo stesso hanno fatto gli studenti». Da quel momento la situazione è diventata grottesca. Il docente britannico non aveva parenti prossimi in vita o facilmente rintracciabili. Nessuno che potesse decidere per lui.Tramite conoscenze in ospedale la vicina di casa viene a sapere che David ha avuto un ictus, non è in grado di ricevere visite, anche perché sedato a causa di crisi di agitazione. La donna continua ad andare in ospedale inutilmente: «Tutti, dagli infermieri ai medici, perfino al primario, mi ripetono solo l'odiosa parola privacy». La gestione del caso è affidata ai servizi sociali e a un tutore legale.
«Faccio presente che David non è un barbone, ha un lavoro e una casa, ci sono persone disposte ad aiutarlo». Il 22 ottobre la vicina riceve la notizia che il docente è deceduto. «Mi viene detto: complicazioni. Ovviamente la privacy fa il resto. Vengo anche a sapere che da tre giorni era stato trasferito a Thiesi in un reparto di lunga degenza, per la riabilitazione. Nel pomeriggio, ricevo la visita di due assistenti sociali, mi chiedono se ho le chiavi di casa di David, vorrebbero dei vestiti. A questo punto mi arrabbio, dico alle due donne che è un po' tardi per farsi vedere, che le chiavi di casa David le aveva con sé quando è stato caricato in ambulanza, che se ci avessero permesso di aiutarlo forse tutto questo non sarebbe successo. Che lo hanno lasciato morire come l'ultimo degli ultimi».
Dopo la privacy ci si mette la burocrazia. Per qualche giorno il cadavere del docente rimane in ostaggio a Thiesi. Quelli senza nessuno come lui vengono sepolti nel comune in cui sono deceduti. Ma il funerale non si può fare prima delle disposizioni dell'ambasciata britannica. A Thiesi però non c'è cella frigo e il corpo del docente torna a Sassari. Solo questo pomeriggio, a un mese e mezzo dalla sua scomparsa, ci sarà l'ultimo saluto.

8.12.14

India: l'Università Mussulmana apre la biblioteca alle donne dopo mezzo secolo


Per la prima volta dopo quasi mezzo secolo, una storica università mussulmana del nord dell'India ha ammesso l'ingresso delle donne nella principale biblioteca. Un gruppo di studentesse della Aligarh
Muslim University (Amu) sono entrate ieri mattina nella storica Maulana Azad Library, dopo l'ordine di un tribunale che ha costretto l'ateneo a rimuovere l'arcaico divieto che discriminava le ragazze. L'università pubblica che sorge ad Aligarh, nello stato dell'Uttar Pradesh, è stata fondata 94 anni fa, prima dell'Indipendenza indiana, ed è tra le più antiche e prestigiose del Paese asiatico. "E' un momento storico per le donne di questo campus - ha detto una giovane al Times of India - e anche per il prestigio dell'università".
   Donne indiane impegnate nello studio
 La polemica era scoppiata circa un mese fa quando il vicerettore Zameeruddin Shah aveva detto che l'ingresso alle studentesse nella storica biblioteca centrale non era possibile perché le ragazze "avrebbero attirato troppi studenti maschi" e "non c'erano spazi sufficienti". Dopo l'introduzione del divieto negli Anni Sessanta, a diverse riprese le associazioni studentesche femminili avevano chiesto di poter studiare nella biblioteca (che permetteva soltanto il prestito dei libri on line), ma la loro domanda era sempre stata respinta.

7.12.14

A Napoli c'è "Obey", l'uomo che infiltrò la street art alla Casa Bianca



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Inaugurata al Pan di via dei Mille la mostra dedicata a Shepard Fairey, in arte "Obey". Rimarrà allestita fino al 28 febbraio. E' la prima volta in Europa che un museo dedichi un'intera personale al guru della Street art americana, classe 1970, da alcuni definito come il "Warhol vivente". In tutto, 90 opere esposte, che ne raccontano l'evoluzione artistica. C'è anche la famosa serie dei manifesti elettorali di Barack Obama nel 2008. Obey realizzò infatti un'immagine in quadricromia, peraltro non ufficiale, del futuro presidente Usa, associata alle parole "Hope" (speranza), "Change" (cambiamento), "Progress" (progresso). L'immagine, neo icona pop, è stata giudicata dalla critica come "l'illustrazione politica più efficace nella storia americana, seconda solo al volto dello Zio Sam". Accanto ai manifesti, un'ulteriore gigantografia di Obama, lunga quasi quattro metri e alta due e mezzo. Le altre opere spaziano tra tematiche legate alla guerra, alla repressione, al razzismo, soffermandosi in particolar modo sulla guerra tra Stati Uniti e Iraq. Celebre la tela "Zio Sam", qui ritratto con un ghigno mentre regge teschi sotto la scritta "Do as he says", fà come dice lui. Accanto, i volti di rivoluzionari: dalle Pantere nere alle guerrigliere, associando a mo' di ossimoro, un simbolo di morte come il Kalashnikov alla scritta "Peace", con rose inserite nella sua canna. Simboli di lotta e capitalismo si susseguono ironicamente nello stesso disegno, molto colore rosso. La mostra, curata dal critico Massimo Sgroi, è organizzata dall'associazione "Password onlus", presieduta da Luca Giglio, in collaborazione con l'assessorato comunale alla Cultura ed il Consolato generale degli Stati Uniti a Napoli. All'inaugurazione hanno partecipato il sindaco Luigi de Magistris, il console generale americano Colombia Barrosse e l'assessore alla Cultura Nino Daniele. Dalle prevendite arrivano già prenotazioni di visite da Torino, Milano e Bari, che lasciano ben sperare di chiudere il 2014 con oltre 100 mila visite al Pan più del doppio rispetto all'anno scorso. Complice anche la grande mostra su Andy Warhol, che ha attratto oltre 45 mila persone. Il museo è aperto tutti i giorni: dal lunedì al sabato, dalle 9.30 -19.30, domenica fino alle 14.30. Cataloghi edizioni "Drago", ingresso 8 euro, info www. obeynapoli. com.


(testo e foto paolo de luca)

  Esso  è  un evento importante   tanto   che  sempre    repubblica  ne  fas  un ottima recensione

Al Palazzo delle Arti del capoluogo campano arrivano le opere di Shepard Fairey, l'artista che ricoprì le strade americane con il volto e gli slogan di Obama trasformandolo in icona pop

di VALENTINA BERNABEI

Tutto iniziò con un semplice adesivo. Trasportarlo costa poco, si attacca e stacca in fretta sui muri e tutti lo possono guardare. Deve aver pensato questo a 18 anni Shepard Fairey, uno dei più celebrati street artist americani, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Obey, quando, nel 1989, un anno dopo essersi diplomato all'Accademia d'arte in South Carolina, pensò di realizzare "the Giant Has a Posse". Disseminò letteralmente i muri della sua città con semplici adesivi raffiguranti il lottatore di wrestling André the Giant. Presto gli stessi stickers furono replicati da altri artisti in diverse città.  Iniziò così la carriera artistica di Shepard Fairey. Ora, dal 6 dicembre, e fino al 28 febbraio 2015, la città di Napoli di dedica una grande mostra, al Palazzo delle Arti (Pan) dal titolo "Shepard Fairey # Obey", organizzata dall'associazione milanese Password Onlus, in collaborazione con l'assessorato alla Cultura e al Turismo del comune di Napoli e curata da Massimo Sgroi, che ha selezionato i lavori dell'artista.
Un po' come Andy Warhol aveva fatto con Marilyn Monroe - riconoscendola come volto destinato a diventare icona del suo tempo e sottolineandolo - Obey ha scelto Obama. Lo ha gettato nelle strade americane in quadricromia, proprio nel momento in cui la campagna elettorale del futuro presidente
degli Stati Uniti
d'America era nel pieno del suo svolgimento. Correva l'anno 2008 e il volto nero di Barack si sovrapponeva sui manifesti alle parole Hope (speranza) e Change (cambiamento). Alcuni poster riportavano anche termini come "Progress" e "Vote": anche se il comitato elettorale di Obama prese le distanze dall'artista, soprattutto perché i manifesti erano affissi illegalmente (come vogliono le "regole" della street art), il presidente americano, una volta eletto, inviò una lettera a Obey per ringraziarlo di averlo reso "parte dell'opera d'arte".
Barak Obama, come, André the Giant però, per Obey, non sono davvero il punto centrale. L'artista sceglie i suoi soggetti prestando più attenzione al linguaggio della comunicazione che al resto. La forza visiva di chi viene rappresentato vince su tutto: Fairey, come sosteneva il sociologo canadese Marshall McLuhan, usa il mezzo come messaggio, e non è un caso che Obey stesso, nel manifesto che firmò nel 1990, parlò della sua arte come "fenomenologia", citando  il filosofo tedesco Martin Heidegger. La mostra napoletana di Obey porta per la prima volta in uno spazio museale italiano un centinaio di opere dell'artista. Guardandole si può cogliere l'evoluzione stilistica di Shepard Fairey dal suo inizio ad oggi. Parecchi pezzi provengono da collezioni private internazionali e italiane (molte da Verona e Roma) ma anche dalla galleria milanese The Don, specializzata in street art sin dalla sua apertura, avvenuta nel 2008.  Al Palazzo Roccella di Napoli, sono esposti anche lavori di Obey mai mostrati finora, come la serie realizzata per la città di Venezia, "Capitol hill", sette metri di colori e sguardi in pieno stile Fairey.

Info utili
  • SHEPARD FAIREY #OBEY
Napoli, Pan Palazzo delle Arti Napoli - Palazzo Roccella (via dei Mille 60) Dal 6 dicembre 2014 al 28 febbraio 2015 Orari: dal lunedì al sabato dalle ore 9.30 alle ore 19.30; domenica dalle ore 9.30 alle 14.30.  Ingresso: € 8,00 intero € 6,00 ridotto (ragazzi dai 6 ai 26 anni; over 60; insegnanti; giornalisti non accreditati con tesserino; forze dell'Ordine non in servizio; T. C. I.; titolari di apposite convenzioni)  € 4,00 ridotto portatori di handicapGratuito per bambini fino a 5 anni, accompagnatore di disabile e giornalisti accreditati Biglietto famiglia valido per 4 persone: € 20,00  Ridotto scuole € 4,50 (Min 15/ Max 25) con due accompagnatori gratuitiRidotto gruppi € 6,00 (Min 15/ Max 25) con un accompagnatore gratuito  Informazioni: tel. 3315257660 - www.obeynapoli.com

benvenuta Giorgia da http://millimetroemezzo.blogspot.it/

 

sabato 6 dicembre 2014

benvenuta Giorgia

Cara Giorgia,
è da ben 11 giorni che ti chiamiamo così, dal giorno in cui sei venuta alla luce e da Millimetroemezzo sei passata a ben 49,5 centimetri d'amore e felicità.
Un giorno speciale.
Un giorno colorato e indescrivibile.
Un giorno in cui tutto è cambiato.
Un giorno in cui le emozioni hanno raggiunto l'apice.
Un giorno in cui tutto splende di una nuova luce.
Un giorno in cui abbiamo toccato con mano la felicità.
Un giorno in cui abbiamo stretto tra le nostre braccia un bellissimo fagotto.
Un fagotto atteso per nove mesi, che puoi solo immaginare come sarà, ma la realtà è molto più bella dell'immaginazione.
Sei nata col viso bello rilassato e non tutto stroppicciato come la pietra di Fantaghirò.
Sei nata con le meches, sorprendendoci con questo tuo look piuttosto bizzarro per un neonato.
Sei nata di notte, come ho sempre pensato.
Sei nata il 25 novembre, come ho pensato appena ci hanno detto la data presunta della tua nascita. 
Sei nata, e questo è ciò che conta.
Il tuo primo vagito, il tuo primo sguardo.
Immagini indelebili che tuttora mi fanno battere forte il cuore.
Penso alla natura, a quanto sia magica.
Penso alla danza della natura che ti ha portato fino a noi.
Una danza bellissima con un ritmo sorprendente.
Questa danza è finita.
Ora ne inizia un'altra ancor più bella.
La danza della vita.
Benvenuta piccola Giorgia. 
 
 
Io me la ricordo quella notte...
Notte di dolore e di sete
Notte di "stringimi la mano" e di "non ce la faccio più"
Notte di ostetriche, luci forti, voci sussur...rate
Notte di chi sta fuori a fumare e consumarsi
Notte di sms e telefonate
Notte di battiti sentiti tramite una macchina nell'attesa di sentirli dal vivo
Notte di lacrime, urla, spingi ancora , spingi adesso , spingi di più!

Notte che è una semplice notte , ma quella notte che ti cambierà la vita
Notte che segnerà il confine, oltre il quale, nulla sarà lo stesso e niente ti sembrerà uguale
Notte che ti cambierà tutto
Notte che ti restituirà
l'immenso
quando finalmente ti si squarcerà il cuore di gioia, felicità, amore, purezza e pienezza come non l'hai mai provata
quando lo vedrai e lo annuserai e ti sembrerà di odorare il giardino dell'Eden!
E mai , mai più scorderai quella notte
tanto che ti sentirai talmente piena che aspetterai l'alba, sveglia, per assicurarti che quello non sia stato un sogno... ma la tua splendida realtà.
Teresa Di Florio



ecco la risposta a chi usa pertardi contro gli animali

E'  vero che in periodi  di vacche magre  ( leggi crisi  )   non si stanno   , a  differenza  degli altri anni , sentendo botti  e   chi  più ne  ha ne  metta  , e  quindi tale  appello  post  potra   sembrare  inutile , ma non  si sa  mai  .
 
Per  gli educandi  estremi  e  i  falsi moralisti  linguistici  questa  foto  potrebbe  suscitare   indignazione  ed offendere  la  vostra  sensibilità 
 
 
 




"Vietato allattare", a Londra scatta protesta

il caso che ha dato origine alla protesta
http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2014/12/allatta-un-bimbo-mentre-prende-un-te-il.html

Essere fieri di mostrare le proprie tette. Non come le donne di Femen, che comunque hanno le loro buone ragioni di protestare. Ma per nutrire tuo figlio, lì, in giro, dove ti capita. In bus.i per strada o al bar.
Nell’epoca in cui sulla rete piovono foto di maggiorate e non che vendono telefonini con il seno da fuori, in tv ogni trasmissione ha la sua ballerina  semi nuda e non esiste giornale che si rispetti che non mostri foto di ragazze molto molto scollate per sponsorizzare qualsiasi iniziativa, ecc. c’è ancora chi rimane scioccato nel vedere al bar una madre che sbottona la sua camicetta per allattare suo figlio.Della serie i sensi che vanno a farsi benedire. Quello del pudore, della misura, del buon gusto, dell’apparire e dell’essere una persona che sa stare al proprio posto. NO! Ora va il senso dell’esibizionismo ai limiti dello sbracamento, il tatuaggio sul seno nudo, il piercing al naso e sulla lingua (questo per giusta causa aspirazionale), la cresta bionda sulla testa vuota in uno stadio pieno, il vuoto gravitazionale dei Razzi e dei leghisti. O tempora o mores, fatemi scendere dal treno asfittico dell’omologazione! Non mi offende vedere una donna che allatta il proprio bimbo, mi rattrista vederla al mercato mentre chiede l’elemosina, come mi sentirei io a disagio per lei in una sontuosa sala da tè!
Il fatto  è successo a Lou Burns  ( trovate maggiore  dettagli nell'url sopra oppure   qui   su   http://blog.you-ng.it/2014/12/04/offesi-dal-seno-madre-allatta-giovane-madre-costretta-coprirsi-in-hotel-lusso/ )  una madre di tre figli, che ha suscitato grande scalpore on line pubblicando una foto nella quale si mostra costretta ad indossare una copertura per nascondere il momento del pasto di suo figlio in un hotel di lusso. La questione è vecchia, ma evidentemente ancora non risolta : da  sempre le mamme rivendicano, come  afferma questo articolo di http://www.caffeinamagazine.it ,il diritto di allattare nei luoghi pubblici senza dover subire delle discriminazioni.
da  http://www.caffeinamagazine.it/

Sul tema è intervenuto - rispondendo a una domanda degli ascoltatori durante un'intervista radiofonica a Lbc - anche Nigel Farage. Per il leader del dell'Ukip, le donne che allattano "non dovrebbero ostentarlo pubblicamente ma sedersi in un angolo", per evitare l'imbarazzo di chi si trova intorno, ignorando bellamente la legge che in Gran Bretagna impedisce alle imprese di discriminare una donna che allatta. La polemica ha scatenato l’ira delle mamme che per protesta hanno organizzato, tramite Facebook e Twitter, la manifestazione #freetofeed: le donne si sono piazzate davanti all’hotel Claridge’s e hanno allattato pubblicamente i loro bambini. Intanto una portavoce del governo ha riferito che il premier David Cameron ritiene «totalmente inaccettabile» che una donna «sia messa a disagio mentre allatta in pubblico ».
 Quindi mentre in italia   ci