18.2.07

Senza titolo 1647

 Proprio mentre  leggevo l'articolo di repubblica  sotto riportato  e da cui è scaturito il post  d'oggi  mi  è  venuto da canticchiare questa  canzone  di Jovanotti 


o penso positivo
perchè son vivo perchè son vivo,
io penso positivo
perchè son vivo e finchè son vivo.
Niente e nessuno al mondo potrà  fermarmi dal ragionare,
niente e nessuno al mondo potrà  fermare fermare fermare fermare
quest'onda che va,
quest'onda che viene e che va
quest'onda che va
quest'onda che viene e che va.
Io penso positivo ma non vuol dire che non ci vedo,
io penso positivo in quanto credo.
Non credo nelle divise nè tantomeno negli abiti sacri
che più di una volta furono pronti a benedir massacri,
non credo ai fraterni abbracci che si confondon con le catene,
io credo soltanto che fra il male e il bene è più forte il bene.
Bene bene be ne bene.
Io penso positivo perchè son vivo perchè son vivo,
io penso positivo perchè son vivo e finchè son vivo.
Niente e nessuno al mondo potrà  fermarmi dal ragionare,
niente e nessuno al mondo potrà  fermare fermare fermare fer ma re
quest'onda che va, quest'onda che vie ne e che va,
quest'onda che va, quest'onda che viene e che va.
Uscire da un metro quadro dove ogni cosa sembra dovuta,
guardare dentro alle cose: c'è una realtà  sconosciuta
che chiede soltanto un modo per venir fuori a veder le stelle
e vivere le esperienze sulla mia pelle, sulla mia pelle.
Io penso positivo perchè son vivo perchè son vivo,
io penso positivo perchè son vivo e finchè son vivo,
niente e nessuno al mondo potrà  fermarmi dal ragionare,
niente e nessuno al mondo potrà  fermare fermare fermare fermare
quest'onda che va, quest'onda che viene e che va,
quest'onda che va, quest'onda che viene e che va,
quest'onda che va, quest'onda che viene e che va,
quest'onda che va, quest'onda che viene e che va.
Io credo che a questo mondo esista solo una grande chiesa
che passa da Che Guevara e arriva fino a madre Teresa,
passando da Malcom X attraverso Gandhi e San Patrignano
arriva da un prete in periferia che va avanti nonostante il Vaticano.
Io penso positivo perchè son vivo perchè son vivo,
io penso positivo perchè son vivo e finchè son vivo,
Niente e nessuno al mondo potrà  fermarmi dal ragionare,
niente e nessuno al mondo potrà  fermare fermare fermare fermare
quest'onda che va, quest'onda che viene e che va,
quest'onda che va, quest'onda che viene e che va,
quest'onda che va, quest'onda che viene e che va,
quest'onda che va, quest'onda che viene e che va
quest'onda che va, quest'onda che viene e che va,
quest'onda che va, quest'onda che viene e che va.
quest'onda che va, quest'onda che viene e che va,
quest'onda che va, quest'onda...
quest'onda che va, quest'onda...





  repubblica  online  del 18\2\2007



l papa all'Angelus: "Nel mondo c'è troppa violenza e ingiustizia,per questo bisogna sbilanciare il mondo da male verso il bene"

Ratzinger: "Amare il nemico è la rivoluzione cristiana"





CITTA DEL VATICANO


Amando il nemico, il cristiano compie la sua rivoluzione che non si basa su strategie economiche o politiche. E' quanto ha affermato oggi Benedetto XVI in occasione della preghiera dell'Angelus celebrata in Piazza San Pietro.
Il Papa ha voluto spiegare il valore e il significato della non violenza cristiana come messaggio di fede e di amore nel mondo.
"L'amore del nemico - ha affermato Benedetto XVI - costituisce il nucleo della 'rivoluzione cristiana', una rivoluzione non basata su strategie di potere economico, politico o mediatico". "La rivoluzione dell'amore, un amore che non poggia in definitiva sulle risorse umane - ha spiegato il Pontefice - ma è dono di Dio che si ottiene confidando unicamente e senza riserve sulla sua bontà misericordiosa".

"Ecco la novità del Vangelo - ha osservato Benedetto XVI - che cambia il mondo senza far rumore. Ecco  l'eroismo dei 'piccoli', che credono nell'amore di Dio e lo diffondono anche a costo della vita". Nel mondo di oggi c'è troppa violenza e troppa ingiustizia, per questo bisogna "sbilanciare il mondo da male verso il bene a partire dal cuore dell'uomo", ha poi aggiunto Benedetto XVI .

Il Papa ha ricordato che il Vangelo di oggi contiene una delle parole più tipiche e forti della predicazione di Gesù: "Amate i vostri nemici", concetto che si trova sia nel testo di Luca che nelle "Beatitudini" di Matteo,"quasi un manifesto presentato a tutti, sul quale Egli chiede l'adesione dei suoi discepoli, proponendo loro in termini radicali il suo modello di vita".
"Ma qual è il senso di questa sua parola? Perché Gesù chiede di amare i propri nemici, cioè un amore che eccede le capacità umane?" si è domandato il Pontefice rivolgendosi ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro.
"In realtà, la proposta di Cristo è realistica - ha aggiunto - perché tiene conto che nel mondo c'è troppa violenza, troppa ingiustizia, e dunque non si può superare questa situazione se non contrapponendo un di più di amore, un di più di bontà". "Questo di più - ha aggiunto ancora Benedetto XVI - viene da Dio: è la sua misericordia, che si è fatta carne in Gesù e che sola può 'sbilanciare' il mondo dal male verso il bene, a partire da quel piccolo e decisivo 'mondo' che è il cuore dell'uomo".





Questa  è la chiesa  che  preferisco  , e questa  è la rivoluzione  che  va fatta  , non quella dela  lotta  armata  predicata dalle  Br  o  gruppi affini   o  di  destra  . Finalmente il pontefice ,   ha  capito che   la  gente   si  è  ....   di sentirlo parlare  sempre  dellla famiglia e di aborto  .Si vede  che deve aver ascoltato la canzone  io pensoi  positivo di Jovanotti   di chi trovate il testo in apertura 







concludo con una strofa della  canzone  Caro padrone  ( qui il resto del testo )   di Paolo Pietrangeli  ( regista dele trasmissioni di Maurizio costanzo ) 

(...)

compagni sia chiaro
che il giorno ventuno
migliore vendetta
sia proprio il perdono
e allora saremo
più grandi e più forti
se tutti i rancori
saranno sepolti

(...)



Senza titolo 1646

Poesie che girano il mondo
Passando di mano in mano, le banconote possono essere un veicolo per diffondere i pensieri. Commenta il libro di Alessandro Fo una studentessa del liceo Galilei di Siena


E’ capitato a tutti di osservare quante stranezze si trovano scritte sulle banconote: numeri di telefono, nomi, orari… Non è dunque inutile parlare di poesie, che, invece di essere scritte su un foglio di quaderno o di stampante si diffondono grazie alla cartamoneta. Il libro ‘Piccole poesie per banconote’ (2001) di Alessandro Fo è, appunto, una raccolta di poesie scritte dall’autore sul suddetto veicolo inconsueto: la banconota. La raccolta pone mano alla lira per cantare e testimoniare cose e storie del mondo e per diffondere messaggi ed esperienze di vita. L’autore. Alessandro Fo, è un insegnante di letteratura latina presso l’università di Siena e propone, come uno dei tanti significati di quest’opera la celebrazione della Lira che se ne va e l’Euro che subentra contribuendo a tener viva la memoria del passato, il ricordo di quel vecchio e ‘stanco’ conio rappresentativo di un’epoca, non chiudendo, però, le porte alla modernità e al cambiamento. Possiamo quindi interpretare il libro come un ‘arricchimento’, un dono spirituale che l’autore regala al suo pubblico. Vediamo, ora, di ‘entrare’ all’interno del libro ed analizzarne i temi. Questi ultimi sono diversi e molteplici. L’autore spazia, infatti, da temi comuni, quali oggetti o prodotti di uso quotidiano, e che comunemente acquistiamo con la cartamoneta, spesso specchio di noi stessi e dei nostri gusti: susine, melanzane, biscotti, libri, calze’ fino poi ad arenarsi in questioni più profonde, quali i sentimenti umani, condizione dell’esistenza, lacune della società, aspetti reali alcune volte trascurati. Alessandro Fo scrive tutto questo in chiave, però, ironica, giocosa, soprattutto diretta. Per comprendere il messaggio che l’autore ci vuole inviare è necessario fare attenzione al testo che lui propone all’inizio del libro:



Scrivo la mia poesia su questa banconota
per te, e perché non sia più ignota.
Nel tempo dei mercati è una soddisfazione
opporre ai fatturati una pura creazione
Inoltre a che varrebbe ‘pubblicare’
Per non farsi ascoltare e restare lontani?
E’ meglio circolare ‘così- per le tue mani.



L’autore ci spiega l’importanza del veicolo comunicativo che noi utilizziamo. Spesso, infatti, nella dimensione di oggi, il messaggio che ci vuole trasmettere uno scritto rimane ‘chiuso’ tra le sue pagine e resta lì, su uno scaffale ad impolverarsi celando per sempre le sue verità. Il nuovo mezzo di comunicazione utilizzato da Fo aggira questo ostacolo, dandoci la garanzia che le nostre ‘parole’ non andranno perdute, anzi circoleranno attraverso ‘molte mani’ portando con loro saggezza ed esperienza. Passiamo, ora, all’analisi di alcuni aspetti che l’autore fa trasparire dalle sue poesie. Nei componimenti, spesso, troviamo riferimenti al passato, ad episodi dell’infanzia, a giochi, a scherzi. E’il caso della poesia ‘Potenza delle melanzane’ che l’autore scrive sui viola 20 euro. Lo stile, estremamente colloquiale e semplice è testimoniato dal fatto che l’autore dialoga con i personaggi (Francesca) ponendosi come protagonista del testo. La poesia ruota attorno a questo ‘buffo’ ortaggio, comunissimo in molti orti: la melanzana. Fo ci presenta una forma ‘caricaturale’ di quest’oggetto; ci parla, attraverso occhi di bambino, di serenità, gioco genuino, di amore. ‘‘Rubiamo una melanzana e, dai, che scherzo, un’altra, e là dov’era appesa prima ci lasciamo legato un pomodoro’’. Da questa parole si nota quanto la vita sia libera e spensierata per un bambino, capace di considerare la realtà attraverso la purezza dei suoi occhi cristallini senza i vincoli della società.
Altra frase importante è quella con cui Fo termina la poesia:’’che bello! Abbiamo le melanzane! Siamo felici!’; il significato di queste parole rimanda al sorriso che ha un bambino, capace di trovare gioie anche dalle situazioni più semplici della vita, ma forse le più importanti.
Tramite i suoi componimenti l’autore inserisce anche, talvolta critiche ad alcuni aspetti della società; un esempio è il controsonetto ‘Potenza delle zucchine’. L’oggetto principale della poesia è ancora una verdura che spesso troviamo sulle nostre tavole. In forma ironica, qui, osserviamo la condanna ai metodi usati per la presentazione dei prodotti che giungono nei nostri piatti: in particolare l’autore si concentra, in maniera indiretta, sulle sostanze tossiche che spesso vengono impiegate su frutta e verdura per renderle più ‘belle’:’’a verdure che verzicando sui banchi ci adescano e invece son radioattive e barbine’’. Parallelamente, però, alla società moderna, questo fatto non sembra interessarla più di tanto:’’per quanti problemi ne riescano, tacerne resta buona educazione’’ Insomma si preferiscono zucchine che sembrano smeraldi, piene di sostanze dannose per il nostro organismo, che prodotti naturali. La causa, però, è l’economia primaria, che per esigenze di mercato, è costretta ad ottimizzare la produzione, sconvolgendo a volte, addirittura, la natura genetica di una povera zucchina!.





L’autore, inoltre, parla di amicizia e d’amore. E’ proprio sui verdi 100 euro che lui scrive un sonetto ‘Mi sei mancato moltissimo’, che affronta, la comunicazione e il significato dell’amore. Mediante il suo, sempre presente, stile sobrio ed ironico, ci pone davanti i due pilastri della comunicazione tra i giovani: il telefono e il computer (PC). Denuncia che senza la posta elettronica ‘‘il PC ha esalato l’informanima’’ e il telefonino, comunicare nella gioventù di oggi, sarebbe proprio impossibile. Il sentimento d’amore, perciò, viene filtrato attraverso questi mezzi che ci portano a dimenticare il piacere di scrivere su un foglio di carta i nostri pensieri e ciò che proviamo (‘‘ non vorrai che usi carta e penna immagino’’). Nonostante questo nell’ultima terzina Alessandro Fo ci fa capire che in qualunque modo il ‘senso dell’amore’ sia ‘storpiato’ o ‘mutilato’ dalla società e dalla dimensione moderna l’emozione primaria, l’angoscia e il sussulto del cuore persisterà uguale nel tempo:’’Ma se immagino la vita senza te, un poco mi turbo, mi viene angoscia e dà fastidio’.
Nel libro non mancano, però, oltre a poesie apparentemente vivaci e colorate, componimenti più cupi e scuri che si allontanano dal tono giocoso e scherzoso che Fo utilizza per la maggior parte. Un esempio lo troviamo nei nove versi intitolati dall’autore ‘cuore di Pollo’ scritti sulle vecchie 2000 lire. Il linguaggio stesso del testo è, qui, molto tempestoso,crudo, quasi brutale. Le parole onomatopeiche e ricche di allitterazioni vanno a dipingere uno scenario di dolore drammatico: ‘‘E invece si dimena tra le mie mani mentre lo faccio a pezzi’’. In poche righe Fo sintetizza immagini importanti: Il sangue ‘‘ nero il sangue rappreso nei forami’’, il freddo ‘‘ gelido tutto’’, lo strazio, il rimorso, il silenzio ‘‘Non pulsa più’’.Quale realtà può portare davanti grazie a questa poesia?. Qual è il suo messaggio?. Usando la metafora, non per nulla banale, della ‘macellazione’ di un pollo, il poeta mette in luce un aspetto molto comune, ormai, ai nostri giorni: la violenza. Quest’ultima strazia e squarcia il mondo modificando, per sempre, la vita di molte persone. E’proprio in questo componimento che è ben evidente il significato dell’opera: comunicare, rendere il lettore spettatore e attore del mondo reale non celandone gli aspetti più profondi.
In conclusione, penso che lo scopo principale della raccolta sia quello di regalarci, nascosti tra i versi, degli insegnamenti. Quest’ultimi, finché esisterà la cartamoneta potranno viaggiare, attraversare la vita di miliardi di persone, testimoniando realtà, sentimenti, paure e dubbi, oppure, perché no, più semplicemente ci regaleranno un sorriso.

Senza titolo 1645

BRIGATE ROSSE...


Il brodo delle BrWpn_skorpion1


 La mitraglietta Skorpion che in realtà è una pistola semi-automatica - di fabbricazione cecoslovacca -  molto usata dalle Br storiche ci porta a fare una considerazione. Primo la continuità fra passato e futuro, non solo legata ad aspetti tecnico-militari, ma soprattutto all'agenda intimamente connessa a passaggi cruciali della vita politica dell'Italia. Ripeto, altro che marziani, girate un po' fra le università italiane frequentate le tante iniziative promosse da associazioni studentesche e non - utilizzando strutture pubbliche - e vi accorgerete della miriade di seminari, dove la parola d'ordine è una sola: insegnare ai nostri ragazzi ad odiare la casa democratica in cui abitano. Dai vaneggiamenti di padre Alex Zanotelli - che dispiace vengano da un uomo che sinceramente si spende per poveri e diseredati della Terra - alle tante manifestazioni impegnate o artistiche, il filo rosso è la materia che avvelena e indebolisce la capacità di distinguere più il vero dal falso. Vorrei che tanti colleghi giornalisti girassero per le facoltà italiane e poi si domandassero che futuro stiamo costruendo per il Paese. Ripeto che spesso capita di ascoltare tesi persino più estreme di quelle già "stravaganti" lette nei proclami dei gruppi eversivi. Il brodo, l'acqua  di cultura della nuova eversione è tanta, è un fiume in piena. Anzichè usare questa vittoria dello Stato sulle Br per rinfocolare polemiche, sarebbe utile usarla per fare ordine; ognuno in casa propria. A sinistra per uscire dalla storica ambiguità anti-occidentale, a destra per rendersi conto che essere  a favore dell'Occidente non significa essere reazionari, stare con confindustria, anche quando sbaglia, o con chiunque sia anticomunista, anche se criminale. Soprattutto significa amare la regola della legge che non sia "la mia regola contro la tua", come spesso avviene nello stivale. A chi oggi a sinistra si sente sotto pressione, discriminato, calunniato diamo il nostro sostegno morale solo se saprà usare coerenza ed eliminare ogni ambiguità dal proprio lessico e dalle proprie azioni. Altrimenti vale la regola delle parti. Le Br stanno a sinistra e la sinistra dovrà eliminarle.


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Ho visto padre zanotelli ieri sera in una trasmissione sull'Africa  su TV7 ...un documentario raccontava la storia della coltivazione delle rose  a opera di multinazionali ...le rose sono meravigliose, ma lo sfruttamento vergognoso di tantissime donne africane è stato uno spettacolo  orrendo...donne sfruttate  con una paga miserabile, il contatto continuo pallecon sostanze chimiche  le fa' ammalare  giovanissime, vivono in condizioni di miseria assoluta...ma le multinazioni si arricchiscono senza vergogna, 70 milioni di boccioli volano per il mondo con un guadagno di 500 milioni di euro...padre Zanotelli stesso che vive a contatto con queste donne subisce l'inquinamento  e spesso anche lui sta male, e il giornale LA STAMPA - l'articolo sopra è della redazione dice che padre Zanotelli Vaneggia. Ma io mi chiedo ma dove sta la Commissione per i diritti umani?


Ma perche'  sia che le aziende vanno bene sia che le aziende vanno male...i nostri salari e i nostri stipendi sono i piu' bassi d'Europa? LA FAMIGLIA AGNELLI NON L'ABBIAMO FATTA ARRICCHIRE ABBASTANZA?


Perche' non la facciamo finita di nominare Marx Lenin Stalin il comunismo ...e invece di progggetttare  in maniera delinquenziale  la rivoluzione  ...in pratica quattro gatti  con la mania di protagonismo...non ci si arma di un ciufolo   e si fa' la rivoluzione pacifica  al di fuori di partiti e sindacati  chiedendo che il danaro sia distribuito in maniera equa e solidale?


E' stata sventata l'ennesima paraculata  per rifar crescere gli stipendi dei MANAGER ...meno male che Di Pietro  è saltato sulla poltrona dalla rabbia...ma aumentare stipendi salari e pensioni   non se ne parla vero? pero' quelli dei Manager gia' alti , quelli si vero? e poi vi lamentate se qualche pazzo vuole fare ancora la Rivoluzione!!!!!!!!!!!!!!!!!


L'isola dei 300 vulcani

LANZAROTE: conosciuta come l'isola dei trecento vulcani, offre uno dei paesaggi più peculiari che si possano immaginare.
Leggi integralmente....
Un grande ingresso alle caverne vulcaniche si formò durante la preistoria, in seguito ad eruzioni del cratere Corona, che domina il paesaggio a nord dell'isola. Questa via attraverso le caverne, lunga circa 10 km, finisce sotto il livello del mare ed è interrotta verso l'alto in più punti del suo decorso.
Su una parte di questa zona vulcanica è intervenuto l'artista Cèsar Manrique, che l'ha resa accessibile ai visitatori con passaggi, terrazze, e giardini con bar e ristoranti. Il paesaggio non ne è risultato in alcun modo compromesso.


Ne sono buona prova i Jameos del Agua, nella parte settentrionale di Lanzarote, alle falde del vulcano Monte de la Corona (la cui ultima eruzione risale a 3.000 anni fa) un intricato labirinto di grotte e tubi vulcanici tra le più interessanti del mondo, un vero paradiso per i sensi, dove c'è posto per lo svago e la cultura.
Jameos del Agua fu il primo centro turistico di Lanzarote creato dall'artista canario. Fu realizzato da Jesús Soto y Luis Morales nel 1968 e terminato nel 1987 con la creazione dell' auditorio.
Jameo è un vocabolo aborigeno che designa la parte d'un tubo vulcanico, dal quale s'è sfaldato il tetto, a causa di esplosioni provocate della pressione dei gas, che generano aperture circolari che lasciano entrare la luce nel sottosuolo. Due di questi orifici ed il canale di scorrimento della lava sono la base della costruzione di Jameos del Agua.
All'entrata, infatti, troviamo il "jameo chico" trasformato in un bar-ristorante e pista da ballo cui si accede attraverso una scala a chiocciola, di pietra.
Comunica con il "jameo grande" attraverso una vasta area che contiene anche il famoso laghetto dalle acque trasparenti, dove abita il "jameito", una specie di granchio minuto, cieco, albino, sensibile ai rumori, di origini sconosciute ed unico al mondo! E' diventuto il simbolo di questo luogo.
Il Jameo Grande è stato convertito in un bellissimo giardino con specie vegetali tropicali ed un'esuberante piscina turchese. Al termine di questo spazio è stato creato un auditorio che contiene fino a 600 persone che gode di una straordinaria acustica (qui ha luogo il Festival de Música Visual di Lanzarote).
L'ultima porzione di grotta accessibile al pubblico è il Jameo de la Cazuela dal cui estremo sgorga una fonte d'acqua salata.
Un'esperienza unica è la visita a Jameos del Agua, nelle ore notturne per godere dello spettacolo dell'illuminazione calda e intima, in piena sintonia con l'armonia e la magia di questo luogo.

17.2.07

Lucia Merli - Amore materno

Lucia Merli - Amore materno


Lucia Merli - Amore materno


 

Senza titolo 1644

A chi fischiano le orecchie? «Provo fastidio nei confronti di chi predica il valore assoluto della famiglia fondata sul matrimonio, specie quando i predicatori conducono una vita dedita al libertinaggio e pullulata di mogli tradite e abbandonate. Delle tre possibili categorie di cattolici - il liberale, l´integralista, il libertino (non pratica ma vuole imporlo agli altri) - è quest´ultimo che più detesto».
Antonio Martino, ex ministro del governo Berlusconi, Libero 13 febbraio

Senza titolo 1643

Tutti quelli che  dicono che    tutti i  giovani siano apartici sono in malefede  ( per  non dire   di peggio )   e vedono le cose solomin  modo superficiali  e    di parte  .
 A dimostrare  che  nel mopndo  giovanile   è ancora vivo lo spirito critico  e non tutti hanno mandato il cervello all'omologazione  c'è   trovate  maggiori dettagli nell'articolo sotto  il necrologio  per i  407 anni  della  morte di Giordano bruno  fatto  dagli  studenti di due  classi  dei un liceo di Alghero ( sassari ) Gli studenti di Alghero pubblicano su Repubblica cartacea  di oggi   un annuncio per la morte (407 anni fa) del filosofo finito sul rogo: "Martire del libero pensiero" L'iniziativa nata dal dibattito sui Dico al classico "Manno" di Alghero le due  classi hanno discusso a lungo, poi hanno deciso e si sono tassate , Ha  trovato  l'assenso  ( cosa rara  per mia  esperienza personale  scolatica  da parte deoi progf  di  formazione cattolica  )

ecco  qui l'articolo tratto da repubblica  online del 17\2\2007 repubblica.it






Da un liceo sardo il necrologioper Giordano Bruno "Ricordiamo il martire del libero pensiero"




Il professore (di formazione cattolica): "Un pensiero modernissimo"
di VALERIO MACCARI



ALGHERO (SASSARI) - Chi ha aperto La Repubblica, oggi, alla pagina dei necrologi, potrebbe avere avuto, per una volta, una sorpresa piacevole. Un annuncio ricordava l'anniversario della morte di Giordano Bruno "vero filosofo, profeta dell'infinito, martire della libertà di pensiero" scomparso ben 407 anni fa.
L'idea è venuta alle seconde classi del Liceo Classio Manno di Alghero. Che hanno voluto tributare un
omaggio al filosofo morto sul rogo il 17 febbraio del 1600. "Volevamo ricordare a tutti un vero filosofo - spiega Gianni Piras, il professore di filosofia della classe - Bruno è stato un pensatore straodinario, la cui vicenda umana impressiona profondamente. E l'idea dell'annuncio nella pagina dei necrologi de "la Repubblica" ci è venuta durante una discussione in classe. Stavamo studiando Bruno, e i ragazzi si sono resi conto di quanto la sua filosofia, oltre ad essere poetica, fosse modernissima. L'iniziativa è stata sostenuta con entusiasmo da tutta la classe: il testo dell'annuncio non lo ho scritto io, ma i ragazzi. Che hanno anche voluto pagare. Ogni alunno ha speso di tasca sua circa 8 euro, per un totale di 229 euro e ottanta. Un po' caro".
Ma che bisogno c'è di ricordare Bruno, adesso? "In Italia c'è un ritardo culturale. Non abbiamo ancora metabolizzato qualcosa che il resto d'Europa ha imparato nel 1700 e che Bruno ha sempre predicato: la diversità fra atteggiamento religioso e atteggiamento scientifico. Non incompatibilità, solo diversità. E mi sembra proprio che, attualmente, ci sia bisogno di ricordarlo. C'è bisogno di offrire sitmoli per riattivare i nostri proccessi culturali".
Si riferisce alle polemiche sui Dico?

"In classe ne abbiamo discusso, con la prudenza doverosa dell'insegnante che ha un ruolo pubblico. Inoltre, io ho un'educazione profondamente cattolica. E ho portato ai ragazzi l'esempio di una mia esperienza familiare. Mio zio era prete, e mia zia era la sua perpetua. Quando è morto, se non fossi intervenuto io, mia zia avrebbe perso tutto. La discussione che ne è nata in classe è stata molto vivace e stimolante. Da lì l'idea di un tributo a un martire della libertà di pensiero."
Ma che cosa si aspettavano i ragazzi?

"Sicuramente più partecipazione. Quando hanno visto che c'era solo il loro annuncio sono rimasti un po' delusi. Come mai uno solo? si sono chiesti. E, confesso , anch'io mi sono sentito un po' deluso. Solo un liceo di
Alghero, alla periferia dell'impero, ha voluto ricordarlo. Ma confido che sia perché l'anniversario non era proprio tondo. Mi auguro che il 17 febbraio del 2010, quando saranno passati 410 anni dalla morte, ce ne sia qualcuno di più". Ai miei ragazzi dico sempre che la storia è un fiume formato di molti rivoli. Nessuna esperienza, tantomeno quella di Bruno, è fine a se stessa."
E i ragazzi mostrano interesse in questo genere di iniziative?

"Ma sì, glielo ho detto. I ragazzi di oggi non sono solo quelli degli episodi di bullismo. Ne abbiamo discusso anche in classe. Sembra che a scuola vengano solo i teppisti. Non è così. E comunque, la responsabilità non è loro, ma è degli adulti. in molte famiglie manca il principio di autorevolezza. I miei alunni, per esempio, hanno famiglie responsabili ma aperte." E come hanno preso l'iniziativa di Bruno? "Sa una cosa? Sono stati contenti . Oggi il padre di uno di miei ragazzi mi ha fatto i complimenti e mi ha confessato di aver comprato "la Repubblica" apposta. Ed è uno che vota Udc."






APPROFONDIMENTI



GLI AMICI DI ISABELLA


SOLIDARIETA'


IL blog DEGLI AMICI DI ISABELLA, è stato creato per Isabella, una ragazza di 16 anni affetta dalla sindrome di Laron, malattia genetica resistente all'ormone della crescita. La sola terapia possibile per la cura della malattia è un farmaco non commercializzato in Italia, e attualmente non si comprende quale casa farmaceutica lo produca. Il farmaco si chiama Increlex.La ragazza l'aveva assunto riportando una crescita di 5 cm e mezzo...poi non è stato più possibile reperirlo.

Si invitano tutti i blogger a diffondere questo appello e ad applicare il banner da richiedere agli amici di Isabella. 



LE SUE PAROLE:


"Ricevere quel farmaco per me è stato ed è veramente essenziale...Sembrava che le cose si stessero rimettendo al loro posto quando, all' improvviso..."

-ooo-



Grazie dell'attenzione

-ooo-


Rosalba Sgroia



Cosa posso fare per CAMBIARE? La parola a voi!!!

Piccola come il mare, di Fulvio FerruaOgnuno di noi, ogni nostro atto non è che una goccia nel mare


ma il mare è fatto di gocce...!



 


Anche gli studi e le previsioni più pessimistiche dicono che abbiamo ancora  tempo... magari poco, ma qualcosa si può fare, subito!


 


La diffusa conoscenza delle notizie non deve essere un pretesto per compiangersi ma il punto di partenza per la ricerca della soluzione.


 


Per questo vorrei invitare chi passa per questo sentiero


ad attivarsi,


ad impegnarsi lasciando scritta una proposta concreta,


a suggerire ogni piccola e apparentemente banale azione


che possa essere utile a frenare questo treno in folle corsa.


 


A prendere un impegno, qui, davanti agli altri lettori


di portare attenzione nelle sue azioni quotidiane, di fare tutto il possibile per mettere in atto almeno le proposte che ritiene alla sua portata.




Passa sul nostro blog



http://semperscriptamanent.splinder.com/



...aspettiamo il TUO prezioso contributo!




Grazie a te, e grazie a Compagnidiviaggio per aver ospitato questo appello!


 

Senza titolo 1642

alla  faccia di  chi vuole combattere  internet  con la repressione  e la censura.IL video della prof  di Lecce  è ancora  disponibile in chiaro   ,  cioè  con i  visi  non coperti  e   dove adirittura  si  chiamano con  nome  . ecco  per dovere di cronaca  e non per  fare pubblicità alla cosa ,   il sito  www.metello.com  in cui si trova e   dove  sono presenti altri video di bulli  ,  che prontamente ho segnalato  ai gestori nell'apposito  form  presente   sotto ogni video , dove puoi commentare ,  o mandarlo via email , e  contattare  la redazione    per prooporne altri o  se  esso non è di tuo gradimento 

Senza titolo 1641






Carissimi cdv


IL post d'oggi vuole rispondere a una domanda , a cui finora non avevo dato peso e cestinavo per l'ovvietà dela risposta , che mi viene posta tantissime volte , quindi chiedo scusa ai cdv della prim'ora se dovessi ripetermi


Come mai nel tuo blog accogli gente che la pensa in maniera totalmente o agli antipodi per usare una tua espressione ( i più cafoni ed irrispettosi chiamano feccia ) ?

 


<< Per sbarazzarsi di certi tipi di dogmatismo  andate in cerca di persone con cui siete in disaccordo e leggete un giornale [un libro , vedete un sito o un programma , parlate ] di un partito che non sia il vostro Se queste persone e il giornale vi sembrano pazzi , perversi , maligni ricordate che voi sembrate tali a loro . >> ( Bertrand Arthur William Russell  1872 – 1970 , scrittore, filosofo e matematico britannico, premio Nobel nel 1950 per la letteratura esponente del movimento pacifista )
Perché continui a dire che sei uno spirito libero invece sei un catto comunista ovvero sono né cattolici ,né comunisti,sono il nulla organizzato
Io non sono né cattolico ( inteso nel senso dogmatico ) né comunista ( ortodosso , ma eretico ) , a meno che prendere o condividere qualcosa con loro non significhi esserlo , allora lo sono . Infatti io sono stato educato da mio padre mio zio al comunismo extra parlamentare da mia madre e mia zia a quello parlamentare . Cosi pure per quanto riguarda la religione cattolica in senso laico dai miei e da mia zia materna ; sia conservatrice \ dogmatica ovvero quella bigotta dai miei nonni paterni e in parte quelli materni. E poi in seguito da letture personali e dai contatti avuti con alcuni membri della bottega locale del commercio equo e solidale , da libri che mio zio regalava a mia nonna d'esponenti cattolici ( preti e frati ) che i cattolici reazionari e retrogradi di destra e di sinistra chiamano catto comunisti , o i più equilibratori dispensatori di etichette cattolici del dissenso o cattolici  di sinistra  . dall'iscrizione alle  Nw del portale pacifista
peacelink.it e al gruppo degli ecumenici la lettura  dela  rivista impegnato sui temi del dialogo tra le fedi e le culture, del pluralismo e dell’educazione alla pace.( cosi andrrebbe insegnata la religione  a scuola  )  più info  e qui il sito    www.confronti.net/ li testi per  l'esame  poi non dato  perchè avevo cambiato ordinamento   di stroria delle religioni   di storia delle religioni dei cattolici della liberazione e del dissenso . E grazie a cio' che ho iniziato a credere in senso laico credente ovvero  << non posso dirmi solo cristiano >>  come diceva  Padre Balducci  .- Situazione  che può essere  rappresentata  dalle canzoni , da me più volte citata in questo blog , Dio è morto di Guccini e quella di corrado guzzanti "Laico Reggae" di "Rokko e i suoi Fratelli", sigla di chiusura della trasmissione "Avanzi" nel 1993 e dell'ultima puntata di "TUNNEL", nel maggio 1994)Laico Reggae eccovi il testo " di "Rokko e i suoi Fratelli", sigla di chiusura della trasmissione "Avanzi" nel 1993 e dell'ultima puntata di "TUNNEL", nel maggio 1994)



"SAI CHE MI E' SEMPRE MANCATO
UNO SPIRITO ETICO, AUTENTICO E ADDOMESTICATO.
MA E' TARDI ORMAI PER LA QUESTIONE MORALE
E' COME IMPORRE AI TUOI VENTISEI FIGLI L'ANTICONCEZIONALE...
SULL'ABORTO, INVECE, E' LEI CHE DEVE DELIBERARE
PERCHE' L'UOMO E' CACCIATORE MA HA PAURA A SPARARE!
MA ALLA MIA ETA'
VIVO BENE ANCHE QUESTE CONTRARIETA'
GUARDO IN ALTO E MI CONVINCO CHE DIO E' LAICO COME ME! E' LAICO COME ME!
LA VITA IN SE' E' PREZIOSA, CHI L'HA MAI NEGATO?
MA PURTROPPO NON C'E' NULLA AL MONDO CHE SIA PIU' A BUON MERCATO!!!!!!!
PER QUESTO CREDO CHE, CON UN PLURIASSASSINO,
AVREMMO PURE IL DIRITTO DI FARCI QUALCHE BEL GIOCHINO...
DISPREZZO, INVECE, QUESTE PERVERSIONI DEL SESSO
MA SE NON PICCHIO MIA MOGLIE, IL CANE NON SI GODE L'AMPLESSO!
MA ALLA MIA ETA'
VIVO BENE ANCHE QUESTE CONTRARIETA'
GUARDO IN ALTO E MI CONVINCO CHE DIO E' LAICO COME ME! E' LAICO COME ME!
GENETICA, ETICA, DIMMI SE PASSIAMO LA SOGLIA (QUALE SOGLIA??????)
SE CLONANDO UN UOMO NON SI RISCHIA DI CLONARE..  LA NOIA!
MA COME PUO' EVOLVERSI L'UOMO POI, SE FA L'IMPIEGATO?
IMPARANDO DEI BUONI MOTIVI PER DARSI MALATO???????????
NELL'ETICA, COME PER RADERSI, CI VUOLE ESERCIZIO:
LA PRIMA LAMA SOLLEVA IL PELO, LA SECONDA IL VIZIO..."



E poi non è vero che sono il vuoto assoluto , basta vedere le figure  ( alcuni non più in vita  ) Padre Ernesto balcducci Giorgio La Pira, David Maria Turoldo, Lorenzo Milani, Danilo Cubattoli, Silvano Piovanelli, Mario Gozzini, Bruno Borghi, Raffaele Bensi e molti altri cattolici democratici e "di sinistra" , Vitaliano_Della_Sala , don Gallo , Luigi ciotti  ,  ecc l'elenco potrebbe continuare perchè se pochi hanno il coraggio di emergere , molti rimangono nascosti come  mette in evidenza  l'inchiesta  di qualche tempo fa fatta  dal settimanale  l'espresso   ( qui l'articolo integrale con i commenti e  a destra  la copertina )  dove  Nei confessionali di cinque città ha  raccolto le risposte dei preti su aborto  ( l'unica  ad  nonnessere incontrato  con le gerarchie  )   Eutanasia, condom, staminali, omosessualità.  Che molto spesso sono in netto contrasto con le direttive di papa Ratzinger .





16.2.07

Senza titolo 1640

FATTA LA LEGGE TROVATO L'INGANNO... leggere attentamente l'articolo di oggi del  Corriere della Sera, piccolo piccolo in fondo alla pagina di Ecomia...l'ho riscritto e pubblicato per ultimo.

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7 febbraio 2007 - Operazione trasparenza, emanata la direttiva Nicolais sul patrimonio dei manager pubblici


Immagine di una mano che firma un foglioCon la direttiva di Nicolais è scattata un’importante operazione trasparenza. Gli alti dirigenti, infatti, devono comunicare alla propria amministrazione i propri redditi, nonché i beni in loro possesso. Inoltre, le stesse amministrazioni sono obbligate a verificare la legittimità degli incarichi conferiti ai propri dipendenti e comunicarla alla Funzione Pubblica che dovrà riferirne in Parlamento. Il tutto in nome, appunto, della “trasparenza e fedeltà di chi lavora per il pubblico”.
In realtà, esiste già una legge degli anni ’90 che prevede che vengano comunicati l’ultima dichiarazione dei redditi, gli immobili posseduti, azioni o quote di partecipazione a società, altri tipi di investimenti finanziari, incarichi nei consigli di amministrazione o nei collegi dei sindaci di società.
Finora, la legge è stata inapplicata, ma da oggi diverrà vincolante e consentirà a tutti di consultare i redditi dei burocrati italiani. Inoltre, la direttiva (che sarà inviata a tutte le amministrazioni pubbliche, centrali e periferiche, alle università e agli enti locali) impone che ogni amministrazione debba pubblicare sul proprio sito i compensi pagati ai dirigenti esterni, ai consulenti, ai membri di commissioni e collegi, ai vertici degli enti, agli amministratori delle società di proprietà pubblica. Il buon esempio l’ha dato proprio il Ministero di Nicolais, che ha pubblicato gli stipendi annui dei 12 consulenti esterni e dei 7 consiglieri del Ministro.


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Giovedì, 15 febbraio 2007



  • I direttori pronti a cacciare i travet
    Una trentina di capi del personale di ministeri ed enti hanno messo a punto la loro riforma del pubblico impiego. Un documento corposo e molto duro, articolato in vari capitoli dalla mobilità alle sanzioni disciplinari, che ieri è approdato al Ministero per la Riforma e l’Innovazione nella P.a. Se il giuslavorista Pietro Inchino invoca misure drastiche per risolvere i problemi dell’amministrazione pubblica italiana, liberandola dalla zavorra dei fannulloni, i direttori del personale dimostrano di non essere da meno: cancellare gli aumenti a pioggia per la produttività dei dipendenti pubblici, differenziare i salari in base a una valutazione reale del merito, ma anche trasferire d’ufficio i dipendenti in esubero verso le amministrazioni che hanno carenza di personale e, nei casi estremi in cui non sia possibile ricollocarli, licenziarli. Estranei all’equilibrio tra opposte esigenze, quelle del Governo e quelle dei sindacati, che ha partorito il memorandum sul pubblico impiego dello scorso gennaio, i capi dei travet ci vanno giù duro. (Italia Oggi)


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Finanziaria: 500mila euro tetto stipendi manager pubblici


17 novembre 2006 alle 18:04 — Fonte: repubblica.it2 commenti


Si fermerà a 500.000 euro l’anno lo stipendio di manager delle società non quotate partecipate dal ministero dell’Economia.


Le stesse società dovranno avere cda più snelli, i cui membri dovranno dire addio a stipendi e liquidazioni da nababbi. Nel maxiemendamento alla Finanziaria viene recepito un emendamento già presentato dal governo che stabilisce che dovrà essere contenuto il numero dei componenti del consiglio di amministrazione e per il conferimento di nuovi incarichi il ministero “determina la misura dei compensi e gli eventuali trattamenti accessori, del legale rappresentante e dei dirigenti, in misura non superiore a un tetto massimo di 500mila euro all’anno”. È possibile derogare solo per “comprovate ed effettive esigenze” per decisione del ministero.


I cda, invece, “non possono deliberare con il proprio voto favorevole clausole contrattuali che, al momento della cessazione dell’incarico o del rapporto di lavoro, prevedano per gli stessi soggetti benefici economici superiori ad un’annualità di indennità o stipendio”. Si mette così un freno alle ‘liquidazioni d’oro’ dei manager pubblici.


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Dal Corriere della Sera di oggi


MANAGER PUBBLICI SALTA IL TETTO DEGLI STIPENDI


Roma, il colpo di mannaia  assestato dalla Finanziaria agli stipendi degli altissimi dirigenti dello Stato è scongiurato. Il consiglio  dei ministri dovrebbe infatti approvare oggi un disegno di legge che, di fatto aggira il tetto dei 250 mila euro lordi annui  agli stipendi dei manager esterni che assumono incarichi di qualsiasi tipo nell'amministrazione pubblica , negli enti  e nelle societa' pubbliche non quotate.   ( ma non erano 500 ? aggiungo  io )


La nuova norma servira' innanzi tutto ad evitare la possibile uscita di quanti dal 1 gennaio  di quest'anno rischiavano in virtu' di quel comma della Finanziaria, di vedersi pesantemente decurtato lo stipendio.


Non pochi, considerato che lo stipendio del direttore generale  di un ministero importante come ad esempio quello di Vittorio Grilli al ministero dell'Economia, è ben superiore al tetto dei 250 mila euro, rappresentato dallo stipendio del primo presidente di sezione della Corte di Cassazione, parametro della norma. La modifica prevista dal Sdl ( Non sara' un decreto per non urtare la sensibilita' del Parlamento, che aveva voluto ibtrodurre la norma) serve, pero', anche in prospettiva. Perche' è altrettanto evidente la difficolta' di reperire sul mercato, con un simile tetto allo stipendio, manager cui affidare compiti spesso molto delicati. Il disegno di legge prevede che il limite si applichi non piu' solo ai "dirigenti esterni", ma anche a quelli nel ruolo della pubblica amministrazione . Prevedendo pero', per entrambi la possibilita' di una deroga con la semplice comunicazione al Governo e al Parlamento e la pubblicazione dei nominativi dei relativi emolumenti e delle ragioni della deroga sul sito internet dell'amministrazione. Con lo stesso Ddl dovrebbero essere ampliati anche i vincoli posti alla Finanziaria alla spesa del Tesoro per le consulenze relative alle privatizzazioni.


Senza titolo 1639

Pubblichiamo il seguente appello del prof. Alberigo, cui abbiamo aderito.



Per sottoscriverlo basta inviare un messaggio con nome e cognome a Giuseppe Alberigo, professore dell'università di Bologna    alberigo@alma.unibo.it.


TESTO:



“ La chiesa italiana, malgrado sia ricca di tante energie e fermenti, sta subendo un'immeritata involuzione.


L'annunciato intervento della Presidenza della Conferenza Episcopale, che imporrebbe ai parlamentari cattolici di rifiutare il progetto di legge sui "diritti delle convivenze" é di inaudita gravità.


 


Con un atto di questa natura l'Italia ricadrebbe nella deprecata condizione di conflitto tra la condizione di credente e quella di cittadino. Condizione insorta dopo l'unificazione del Paese e il "non expedit" della S.Sede e superata definitivamente solo con gli accordi concordatari.


 


Denunciamo con dolore, ma con fermezza, questo rischio e supplichiamo i Pastori di prenderne coscienza e di evitare tanta sciagura, che porterebbe la nostra Chiesa e il nostro Paese fuori dalla storia.


 


Si può pensare che il progetto di legge in discussione non sia ottimale, ma è anche indispensabile distinguere tra ciò che per i credenti é obbligo, non solo di coscienza ma anche canonico, e quanto deve essere regolato dallo stato laico per tutti i cittadini.


 


Invitiamo la Conferenza Episcopale a equilibrare le sue prese di posizione e i parlamentari cattolici a restare fedeli al loro obbligo costituzionale di legislatori per tutti.


 




15.2.07

Senza titolo 1638

mio cugino poliziotto cia' il figlio in polizia


mio cugino carabiniere cia' il figlio carabiniere


mio cugino finanziere cia' il filgio finanziere


mio cugino in croce rosse cia' il figlio in croce rosse


mio cugino lavora alle poste cia' la moglie la  figlia e la nuora che lavorano alle poste


mio cugino che lavora alla rai cia' il figlio che lavora alla rai


mio cugino che lavora alla regione cia' il figlio alla regione


mio cugino che lavora al comune cia'  il figlio che lavora al comune


mio cugino fa' il politico e il figlio fa' il politico


mio cugino fa il giornalista e il figlio fa il giornalista


mio cugino sindacalista ha sistemato tutta la famiglia nel pubblico impiego mica è scemo


mio cugino...palle





 

Senza titolo 1637

 Sono di nuovo tornati il  bulli   :   a Milano  dove  dei  Dodicenni picchiati e costretti dai bulli a fumare l’hashish (  qui  l'articolo integrale ) ; un altro  in nun piccolo paese  del sud   dove  ancora una volta  Protagonisti della vicenda due adolescenti.  Anzi, due poco più che bambini. Un dodicenne che frequenta la scuola media “Venisti” di Capurso,( paese  in provincia di bari )   sarebbe stato sorpreso mentre ordinava ad un suo compagno di baciarli i piedi. In segno di rispetto, o meglio, di obbedienza e sottomissione . Ma  non si tratta solo di questo infatti secondo http://www.ilmeridiano.info/ : << Sei minorenni, appena 14enni si sarebbero macchiati di questi episodi nei confronti dei compagni più piccoli che frequentano le prime classi. I cd ad esempio. In qualche caso costringevano i compagni a duplicarli. A volte si impossessavano dei loro oggetti, delle cose che custodivano nello zaino o nell’astuccio. Nessuna richiesta di denaro, ma un clima di intimidazione che ha spinto alcune vittime a confidarsi con i genitori prima e con i militari poi. I più piccoli erano terrorizzati dalle continue vessazioni che erano costretti a subire e che sono maturate all’interno di un ambiente sociale niente affatto degradato. ( continua  qui )  ; ed  infine il fatto peggiore  ad Olbia  ( paese  a  45  \ 50 miunuti dal mio )  .






Dove  a  farne le  spese  è  stato un pprof  disabile   gentile  e cortese   secondo  alcuni miei amici che inmsegnano in quella scuola  .  Ecco dal sunto dell'unione sarda di oggi 15\2\07  ( articolo completo fa parte  dell'edizione  online  che  è su abbonamento , leggi , a pagamento ) 


<<


Un animo gentile e un lieve handicap fisico: due colpe imperdonabili per un gruppo di bulletti che lunedì mattina ha preso di mira un insegnante del liceo classico "Gramsci" deriso durante la lezione.


Si sono intrufolati nell'aula durante il cambio dell'ora e hanno aspettato che il professore si sedesse in cattedra, per allestire il loro teatrino dello squallore. Schiamazzi, parolacce, insulti e dileggi ai danni dell'insegnante affetto da alcuni problemi fisici. Il tutto davanti ad una ventina di alunni sconcertati da tanta violenza. Cinque bulli, due dei quali maggiorenni, tutti provenienti da altre scuole superiori, lunedì mattina hanno deciso di dare mostra della loro stupidità ai colleghi più piccoli di una quarta ginnasio del liceo Classico Gramsci. Far vedere come si possa andare oltre i soliti scherzi goliardici ai danni dei compagni "sfigati". O come si riesca a non essere da meno rispetto ai coetanei che girano i video a luci rosse con il videofonino. Questa volta bisognava puntare davvero in alto, senza il minimo senso di pudore: colpire direttamente l'autorità, il professore. Prendersi gioco di lui con i peggiori insulti, contando sul fatto che nessuno dei presenti in classe avesse il coraggio di muovere un dito in sua difesa, salvo rischiare una bastonata all'uscita da scuola. E soprattutto senza che il dirigente potesse prendere provvedimenti disciplinari nei loro confronti. I cinque bulli lunedì, hanno saputo giocare sul fattore sorpresa. Cambio dell'ora in una scuola dove nessuno li conosceva, in una quarta ginnasio composta da adolescenti che mai si sarebbero sognati di reagire alle provocazioni. E poi il professore che in quella classe si è trovato per caso, a dover coprire l'assenza di un collega, senza conoscere gli alunni ai loro banchi. Il tutto, per di più, nella sede staccata del liceo, nel centro commerciale Damasco di via Roma. Il piano perfetto, con via di fuga facile, per mettere in piedi la scenata poco edificante che ha riportato a galla l'emergenza bullismo ad Olbia, a qualche mese di distanza dal raid notturno che devastò il laboratorio di musica e video dell'Istituto tecnico Deffenu. «Non posso fare altro che condannare questo gesto che colpisce la nostra scuola. ? dice la preside Plinia Falferi ? Ma il discorso, non può fermarsi all'atto incivile. Va preso da più lontano. Mi chiedo, per esempio, quali siano le posizioni degli adulti, quanto vigilino sui propri figli e quanto si preoccupino di ciò che accade. Non parlo solo dei genitori, perché è giusto che anche la scuola si prenda la sua parte di responsabilità. Ci troviamo davanti a troppa indifferenza, ad un eccesso di permissivismo che danneggia i nostri ragazzi». Dei cinque bulli, almeno due, forse quelli più piccoli trascinati dai capobanda, potrebbero essere alunni del Deffenu. «Due sarebbero stati individuati ? spiega Gerardo De Luca, preside del tecnico ? ma non abbiamo ancora la certezza che si tratti di alunni della mia scuola. Una volta che avremo la conferma, faremo una bella chiacchierata e prenderemo provvedimenti in seno al consiglio di disciplina». Sicura una sospensione dalle lezioni con l'aggiunta di una punizione meritata. «Si dedicheranno ai lavori socialmente utili come altri loro colleghi ? prosegue De Luca ? una scelta che è stata inserita nello statuto degli studenti del Deffenu. Una risposta precisa al recupero del ragazzo, che prevede qualche extra di lavoro la sera a scuola, nelle associazioni di volontariato o in parrocchia».


Marco Mezzano15/02/2007


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Senza titolo 1636


Lettera alle Brigate Rosse

20 marzo 1978        

So che la presente mia lettera, a ogni giudizio obiettivo e attuale non può apparire se non un vaniloquio ridicolo, idiota e scandaloso; (oltre che agli effetti pratici, un campione senza valore). E tale, anzitutto, apparirà ai miei presunti destinatari. Ma in certe ore estreme quando l’intelligenza non serve più, non resta che seguire i movimenti della propria coscienza disperata, anche se non vengono esclusivamente dalla ragione e se, purtroppo, si è consapevoli della loro inutilità.
     Rivolgendomi a voi brigat. (rimosso l’orrore che per mia natura di fronte a ogni violenza mi farebbe ammutolire) io mi sforzo di non dubitare, almeno, che voi crediate in piena fede ai motivi da voi dichiarati per le vostre azioni; ossia che voi siate davvero, ai vostri propri occhi, dei rivoluzionari. Confesso che dato l’uso che ne è stato fatto nella storia fino a tutt’oggi, mi ripugna ormai di ripetere la parola rivoluzione (e fin di pronunciarla). Però questa parola, per quanto stuprata e tradita, in se stessa mantiene il suo significato primo e autentico: di grande azione popolare al fine di instaurare una società più degna. Ora, su questa chiara definizione, sono state sventolate troppe bandiere equivoche.
     E il primo equivoco è stato di scrivere, su queste bandiere ,il motto nazionale: il fine giustifica i mezzi.
Questo principio (non per niente sventolato da Benito Mussolini e dai suoi simili per le loro “rivoluzioni”) è sicura insegna di falsità. Anzi la verità sta nel suo rovescio: I mezzi denunciano il fine. Ora, i mezzi di cui voi vi servite attualmente corrispondono a un modello riconoscibile e preciso: quello stesso che distrusse le più oscure “rivoluzioni” del nostro secolo, e che si fonda su un carattere basilare: il totale disprezzo per la persona umana.


     Una società instaurata nel totale disprezzo della persona umana, qualsiasi nome voglia darsi, non può essere che oscenamente fascista: e può disporre oggi, inoltre, di tali mezzi, da raffinare ancora, se possibile, i propri metodi tradizionali. Da una simile società ormai non possono nascere che generazioni di castrati e di servi. Non crediate dunque di rendervi credibili auspicando il peggio, in nome di chissà quali catarsi successive.
     Voi per la vostra giovane età, non avete sperimentato sulla vostra carne, la storia di questo secolo. Forse non l’avete abbastanza studiata (nemmeno quella più recente) e contate sull’ignoranza e l’inesperienza di altri giovani per farne i vostri seguaci. Voglio credere che non vi rendiate conto della corruzione che potreste esercitare così, sulle loro coscienze, né delle conseguenze innominabili che ne ricadrebbero su di loro.
     A chi per caso avesse letto i miei ultimi libri, sarebbe nota quale stima io faccia delle società istituite. Ma per quanto inette e corrotte possano venir giudicate certe società presenti, io mi auguro di non vivere abbastanza per assistere a nuovi totalitarismi.


Elsa Morante        

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Nota bibliografica

La Lettera alle Brigate Rosse, datata 20 marzo 1978, incompiuta, è stata pubblicata su "Paragone" n.7 (456), 1988.

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Tutto il mondo è mercato


Il supermercato come metafora per niente ardita del mondo

E' come se tutti vivessimo in un supermercato a cielo aperto dove, in base alla ricorrenza, una voce suggerisse - melliflua - cosa fare e quando da potentissimi altoparlanti nascosti ovunque.
"Oggi è San Valentino" gracchia dal nulla la persuasiva voce. "Siete tutti invitati a fare un bel regalo al vostro compagno e alla vostra compagna. Sei single? Non c'è problema! Prenotati in lista nella discoteca Boia chi non ingoia per l'imperdibile appuntamento del Single Day!"
"Oggi è la festa del papà! Compra un regalo al tuo papà! E' diversamente vivo? [leggi: morto, ndr] Non c'è problema! Potrai fare un'offerta all'Associazione Salva Silvio presso tutti i raccordi autostradali!"
"Oggi è la festa della mamma! Compra un regalo alla tua mamma! La tua mamma è altrove? [leggi: morta, ndr] Dona alle mamme dei tuoi più cari amici il nuovo Mulinex Vibratutto Multiuso!"


E tutti (consumatori, non persone) ci mettiamo in fila, come se fossimo operai dell'acquisto dentro al film Metropolis di Fritz Lang (sì, nel 1926 lui CI FILMÓ), eseguiamo agli ordini della Voce convinti di essere veramente liberi.
Ma voglio essere io a parlare a me stesso dall'altoparlante della mia esistenza. Quando voglio, come voglio, su quel che voglio. Io decido le ricorrenze e le feste, insieme a chi mi ama. Perché se siamo qui a dire stronzate significa che ogni giorno è festa. Ed è festa perché siamo vivi, vivendo l'unica vita che abbiamo. Vivi per essere possibilmente sereni, non per far fare carriera a dei mentecatti, né tantomeno per sentirci in colpa se non appaghiamo bisogni indotti che non sono nostri.
La merda va rispedita al mittente.

Peter


14.2.07

Senza titolo 1635













Il senatore a vita, nel '77 ministro dell’Interno, ripercorre i conflitti sociali

«Non rimanderei i blindati in piazza
Molti autonomi finirono nelle Br»

Cossiga: «Co quell'intervento ho stroncato il movimento ma spinto le teste calde verso la violenza armata»































L'intervento dei blindati a Bologna nel 1977

L'intervento dei blindati a Bologna nel 1977


ROMA — Presidente Cossiga, nel suo libro 1977 Lucia Annunziata la chiama Dottor Stranamore, e la accusa di aver «fatto dello scontro politico una sfida personale con il movimento». «Sono amico della Annunziata, le presenterò il libro; così come ho amici cari tra gli ex di Lotta continua, tra i ragazzi del '68. Credevano di essere una grande partito operaio, i veri rivoluzionari. Non avevano capito che, se avesse potuto, Togliatti la rivoluzione l'avrebbe fatta eccome, proprio come a Praga, Varsavia, Sofia».

Con i gulag per voi democristiani?
«No. Si sarebbe concesso un partito cattolico: la Dc sarebbe stata come Pax in Polonia o come il partito dei contadini. E Nenni non sarebbe stato impiccato come Slansky ma avrebbe avuto la presidenza di una fondazione».

Cosa risponde a chi le rimprovera di aver soffiato sul fuoco del '77?
«La migliore risposta la potrebbe dare Fausto Bertinotti. Quell'anno lo incontrai a Torino. Parlammo a lungo. Tornato a casa, disse alla moglie: questo è il ministro dell'Interno più democratico che potessimo avere».

Non ha nulla da rimproverarsi?
«Ho uno scrupolo. Io ho stroncato definitivamente l'autonomia: mandando i blindati a travolgere i cancelli dell'università di Roma e rioccuparla dopo la cacciata di Lama; poi inviando a Bologna, dopo la morte di Lorusso, i blindati dei carabinieri con le mitragliatrici, accolti dagli applausi dei comunisti bolognesi. Tollerammo ancora il convegno di settembre; poi demmo l'ultima spazzolata, e l'autonomia finì. Ma la chiusura di quello sfogatoio spostò molti verso le Brigate rosse e Prima Linea».

Sta dicendo che se potesse tornare indietro non manderebbe più i blindati all'università di Roma o a Bologna?
«Mi farei più furbo. Incanalando la violenza verso la piazza, l'avremmo controllata meglio, e alla lunga domata. Riconquistando la piazza, si spinsero le teste calde verso la violenza armata».











Una famosa vignetta di Forattini del 1977 su Francesco Cossiga

Una famosa vignetta di Forattini del 1977 su Francesco Cossiga


Ne parlò mai con suo cugino Berlinguer?

«Berlinguer pose come condizione, per sostenere con l'astensione il primo governo Andreotti, che io rimanessi al Viminale, dove mi aveva messo Moro. Non avevamo bisogno di parlarne. E la disposizione che avevo dato alla polizia era: se sono operai, giratevi dall'altra parte; se sono studenti, picchiate tosto e giusto. Mai più i morti di Reggio Emilia. Dal Pci non vennero mai critiche alla linea dura. Anzi, un grande leader comunista e partigiano… ».

Pajetta?
«Questo lo dice lei. Un leader mi disse: ora che avete qualche terrorista in carcere, perché non gli date una strizzatina? Gli attacchi semmai venivano da uomini del mio partito, che mi chiedevano una risposta ancora più ferrea. E da Montanelli, che mi rimproverò di aver voluto la milizia rossa, quando Agnelli e Lama si accordarono per creare squadre di autoprotezione contro i sabotaggi in fabbrica. L'intesa avvenne al Viminale. Il presidente della Confindustria e il capo della Cgil però evitarono di incontrarsi. Restarono in due stanze attigue, e io facevo la spola».

In piazza c'erano gli agenti in borghese con la pistola, vero?
«Vero. Ma contro la mia volontà. Chiesi notizie al questore di Roma, che negò. Ma quando i giornalisti dell'Espresso mi mostrarono foto inequivocabili, andai alla Camera a chiedere scusa, e destituii il questore».

Fu un errore vietare i cortei per un mese e mezzo, dopo la morte dell'agente Passamonti?
«Quella decisione non fu mia, ma del comitato interministeriale per la sicurezza, presieduto da Andreotti. Ricordo che Donat-Cattin spinse molto per il divieto. Le mie perplessità furono zittite da Evangelisti, che mi disse: "Non hai le palle per farlo". Fu facile replicargli: "Come fai a dire questo a uno che non sa se tornerà a casa stasera?"».











Un agente in borhese con la pistola: la foto fu scattata da Tano D'Amico il 12 maggio '77 a Roma durante un sit-in radicale. Quel giorno una studentessa, Giorgiana masi, fu uccisa in Piazza Navona.

Un agente in borhese con la pistola: la foto fu scattata da Tano D'Amico il 12 maggio '77 a Roma durante un sit-in radicale. Quel giorno una studentessa, Giorgiana masi, fu uccisa in Piazza Navona.


Le misero anche una bomba in ufficio.

«Nello studio privato di via San Claudio, a mezzogiorno, un'ora in cui ero sempre là. Quel giorno il consiglio dei ministri si era protratto più del previsto. Sentimmo un botto. Un collega pensò al cannone del Gianicolo; ci avvertirono che era una bomba. Tutti balzarono in piedi tranne me, che dissi ad Andreotti: "Giulio, vedrai che l'hanno messa nel mio studio". Era stato un terrorista rosso travestito da frate. Non l'abbiamo mai beccato. I vetri del palazzo andarono in frantumi: dovetti mandare fiori a tutte le signore, ovviamente pagati con i fondi riservati del ministero».

Il 12 maggio fu uccisa Giorgiana Masi.
«Avevo supplicato in ginocchio Pannella di rinunciare alla manifestazione in piazza Navona. Gli ricordai che io stesso avevo mandato la polizia a impedire un comizio democristiano a Genova. Gli dissi che i radicali non erano in grado di difendere la piazza e chiunque si sarebbe potuto infiltrare. Tutto inutile ».

Chi fu a sparare?
«La verità la sapevamo in quattro: il procuratore di Roma, il capo della mobile, un maggiore dei carabinieri e io. Ora siamo in cinque: l'ho detta a un deputato di Rifondazione che continuava a rompermi le scatole. Non la dirò in pubblico per non aggiungere dolore a dolore».

Fuoco amico?
«Questo lo dice lei. Il capo della mobile mi confidò di aver messo in frigo una bottiglia di champagne, da bere quando sarebbe emersa la verità, pensando a tutto quanto ci hanno detto».

Capo dei giovani comunisti era D'Alema.
«La Fgci e Cl furono le uniche a contrastare gli autonomi. Infatti vennero prese di mira. Quando a Milano cadde Custrà e venne scattata la famosa foto dell'autonomo che spara, fu una delle due organizzazioni - non dirò quale - a dirci il nome del pistolero».

Adriano Sofri scrive di aver sostenuto l'amnistia nel '77 in quanto, presagendo il diluvio, bisognava comportarsi come se il diluvio ci fosse già stato.
«Stimo Sofri. Mastella dovrebbe avere un gesto di coraggio e graziarlo: è assurdo che Manconi sia sottosegretario e il suo ex leader rischi di dover tornare in galera. Considero Sofri innocente per la morte di Calabresi; credo sappia chi è stato, ma non lo dirà mai. Quanto all'amnistia, la si fa a guerra finita e vinta, non prima. Il Curcio di allora non era quello di oggi. So per certo che quand'era latitante un dirigente del Pci milanese, non dell' ala secchiana, lo contattò per garantirgli il perdono giudiziario in cambio della rinuncia alla lotta armata, invano. E poi Curcio mi è antipatico anche oggi: presuntuoso, supponente. Quando nel suo libro elenca i caduti e li compatisce, non ha una parola per Guido Rossa, su cui peraltro tacciono anche i Ds: nella cultura comunista non c'è comprensione per chi collabora con il potere; un compagno non va tradito neppure quando sbaglia. Questo spiega anche il silenzio sceso su Ugo Pecchioli».

Com'erano in realtà i suoi rapporti con Pecchioli?
«Fu sempre leale con me, e io con lui. Siamo stati i responsabili della manipolazione del linguaggio: quando ci accorgemmo che i sovversivi facevano presa sugli operai, cominciammo a chiamarli criminali. Questo non mi impedì, in una conversazione con Carlo Casalegno, di dire cosa pensavo davvero di loro».

Come andò?
«Ero a Torino. Casalegno mi chiese un'intervista. Risposi che avevo parlato fin troppo; ma che l'avrei visto volentieri, per dargli elementi per il suo articolo. Venne con Arrigo Levi. E io dissi che le origini ideologiche delle Br andavano ricercate nel marxismo leninismo storico, unito all'utopia cattolica appresa a Trento. Quando uscì il pezzo di Casalegno, venne da me Tonino Tatò, braccio destro di Berlinguer, a protestare. Tenni il punto: non è vero che Lenin escludesse il terrorismo; lo condannava come azione esemplare, ma lo approvava come detonatore della rivoluzione. L'idea delle Br, appunto. Pochi giorni dopo quell'articolo, Casalegno fu assassinato. E' un altro scrupolo che mi porto dentro. Aver raccolto le mie parole gli costò la vita ».

Con alcuni brigatisti lei ha poi avuto rapporti amichevoli.
«Sono stato in carcere a trovare Prospero Gallinari su richiesta della famiglia. Mi disse: io non sono un intellettuale come altri compagni che ha conosciuto, ero un operaio che leggeva di notte; resto un militante comunista, e lei per me resterà sempre il ministro dell'Interno. La cosa mi piacque. Mi adoperai per farlo uscire di prigione, dove sarebbe morto, malandato com'era».

Fu Gallinari a sparare a Moro?
«No. Né lui né Moretti. Mi risulta che fu l'ingegner Altobelli, Germano Maccari, l'ultima figura a emergere. Mancano ancora i due in motocicletta che fecero da staffetta in via Fani. Ma i brigatisti non ne diranno mai i nomi. Tutto si può chiedere a un irriducibile, non quello. Uno di loro mi scrisse, quando Alberto Franceschini prese la tessera Ds, per chiedermi la tessera dell'Udr: "In fondo lei ha portato il primo comunista al governo, D'Alema". La motivazione mi parve ineccepibile. Fui tentato di tesserarlo davvero. Mastella non avrebbe avuto obiezioni: per una tessera in più…».



Aldo Cazzullo




25 gennaio 2007



postato da: vogliopartire alle ore 17:31 | Permalink | commenti
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