27 Gennaio 2015 – «Il ministero degli Esteri mi ha
risposto che in quella zona non abbiamo margini di movimento, ma quando
ho sentito che sono state liberate le due cooperanti rapite in Siria, e
di questo sono felice sia chiaro, ho pensato a mia figlia. Per lei non
ci sono margini di movimento?». Alice Rossini ha la voce ferma e decisa,
ma il dolore per la perdita della figlia trapela da ogni singola
parola. Non vede la piccola Houda Emma dal 18 dicembre 2011, quando il
padre l’ha rapita e porta in Siria. Anni di angoscia e silenzi,
interrotti solo da sporadici contatti con l’ex marito che non ha mai
voluto riportare Emma dalla mamma. Eppure la piccola, che il 20 marzo
compirà 5 anni, è cittadina italiana a tutti gli effetti. Il padre,
Mohammed Nadeen Kharat, non ha mai registrato
in Siria il suo matrimonio con Alice e neppure la nascita della figlia.
Di fatto, Emma si trova in un paese straniero, in parte sotto il
controllo dell’Isis, da clandestina. L’uomo è arrivato a chiedere all’ex
moglie anche
un riscatto di 300mila euro per riconsegnare la bimba. Una storia terribile che, nonostante gli appelli lanciati in rete, le richieste d’aiuto fatte arrivare alle istituzioni, interrogazioni parlamentari, una lettera alla presidente della Camera e l’interessamento del Coordinamento internazionale associazioni per la tutela dei diritti dei minori (Ciatdm) e l’intervento dei media, da anni non arriva alla conclusione. Dal 20 gennaio al 20 marzo proprio il Ciatdm ha organizzato una sorta di flash mob virtuale su Facebook, invitando chi partecipa ad inviare una e-mail con la propria foto e con un cartello in mano con la scritta «io sono Houda Emma», da inoltrate poi al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.
un riscatto di 300mila euro per riconsegnare la bimba. Una storia terribile che, nonostante gli appelli lanciati in rete, le richieste d’aiuto fatte arrivare alle istituzioni, interrogazioni parlamentari, una lettera alla presidente della Camera e l’interessamento del Coordinamento internazionale associazioni per la tutela dei diritti dei minori (Ciatdm) e l’intervento dei media, da anni non arriva alla conclusione. Dal 20 gennaio al 20 marzo proprio il Ciatdm ha organizzato una sorta di flash mob virtuale su Facebook, invitando chi partecipa ad inviare una e-mail con la propria foto e con un cartello in mano con la scritta «io sono Houda Emma», da inoltrate poi al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.
Alice, da quanto non vede sua figlia?
«Non vedo Houda Emma dal 18 dicembre 2011. Il mio
ex marito ed io eravamo in fase di separazione. Durante uno dei giorni
in cui gli era consentito vederla l’ha portata via. Da quel momento è
iniziato il mio incubo».
Lei e il padre di sua figlia quando vi siete lasciati?
«Ci siamo separati ad agosto 2011, dopo mesi di
guerre e denunce. Andavo dai carabinieri a dire che mi minacciava. Mi
cercava al lavoro dicendomi: “Stai attenta perché se non stai con me tu e
la bimba siete morte”. Oppure alla nove di sera suonava alla porta per vedere
la bambina, pur sapendo che lei dormiva e che non era il giorno di
visita. Ad un certo punto è cambiato di colpo, diventando un padre
perfetto e accettando persino la separazione consensuale. Prendeva la
figlia nei giorni prestabiliti e la riportava a casa. Era tutto
organizzato per farmi tranquillizzare. Il giorno prima del rapimento ha
portato a casa la bambina con regali di Natale anche per me. Il giorno
dopo è scappato.
Mentre ero dai carabinieri ricevo un sms: ora voglio vedere cosa fai. Siamo in Siria e non ci vedi più».
Il suo ex marito è di religione musulmana?
« Definirlo così è un’offesa per i musulmani. Era credente a suo piacimento: non pregava mai, beveva, fumava e osservava
il Ramadan quando gli pareva».
Esclude che possa essere arruolato tra le file dell’Isis?« Io non credo sia con l’Isis, perché lui è un coniglio e un fifone,
anche se raccontava che all’asilo gli hanno insegnato a lanciare le
bombe. Risulta vivere nelle zone controllatedallo Stato islamico, ma non credo abbia contatti con loro».
Mohammed è cittadino italiano?
« No, aveva il permesso di soggiorno e stava per
ottenere la cittadinanza. Ora ha un mandato di cattura internazionale
per sequestro di persona. Non è irreperibile, perché la trasmissione
televisiva “Le Iene” in 2 settimane lo ha trovato».
In che modo è stato rintracciato?
«Ha dato i contatti alla trasmissione, così come
ho fatto con il ministero degli Esteri e con l’Interpol. Mi è stato
risposto che in quella zona l’Italia non ha margine di movimento.
Nessuno mi ha contattata e nessuno mi ha mai detto che sarebbero
iniziate le ricerche. Quando ho sentito che le due cooperanti (Greta
Ramelli e Vanessa Marzullo, ndr) erano state liberate, sono stata
felice. Ma per me e mia figlia perché non ci sono margini di
movimento?».
Alice ha idea di dove si trovi sua figlia adesso?
«La bambina non è con il padre, ma è stata affidata ai nonni paterni che sono anziani e malati».
A.P.
A.P.