27.8.09

ALBA DI ROMAGNA



DSC00340                                             Foto di Marilicia

Abominio

 


Gianni Guido, terzo responsabile del massacro del Circeo, scarcerato lo scorso anno, è adesso definitivamente in libertà. Proprio nel periodo in cui la violenza contro le donne, diseguali per eccellenza, raggiunge il suo acme. Valga per lui quanto scrissi per il "cervello" della sua banda di assassini, Angelo Izzo. Adesso si assocerà a Svastichella, l'aguzzino dei due gay (il quale scommette sulla sua prossima liberazione, "tanto son matto", ha ridacchiato spavaldamente mentre gli agenti lo portavano via)? Alla fine, condividono gli stessi ideali "politici"!



Daniela Tuscano

Abominio


Gianni Guido, terzo responsabile del massacro del Circeo, scarcerato lo scorso anno, è adesso definitivamente in libertà. Proprio nel periodo in cui la violenza contro le donne, diseguali per eccellenza, raggiunge il suo acme. Valga per lui quanto scrissi per il "cervello" della sua banda di assassini, Angelo Izzo. Adesso si assocerà a Svastichella, l'aguzzino dei due gay (il quale scommette sulla sua prossima liberazione, "tanto son matto", ha ridacchiato spavaldamente mentre gli agenti lo portavano via)? Alla fine, condividono gli stessi ideali "politici"!

Senza titolo 1630

  LA CONOSCETE LA FIABA IL TOPO CHE MANGIAVA I GATTI ?  :-)


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26.8.09

Non siamo tutti uguali


Da ieri sera, e per altre ventiquattro ore, la mailing list dedicata a Enzo Baldoni (EnzoB@yahoogroups.com) sarà aperta ai messaggi in occasione dei cinque anni dalla scomparsa del giornalista. Un lustro. Lustro come il ricordo, forse, oppure no. Giorni fa, su Facebook, ho inserito un video di Telepace, che informava dellatitolazione d'una piazza a lui, a Enzo. Non ho ricevuto nemmeno un commento.

Lustra è la nostra memoria, appianata, morta, forse mai vissuta. Enzo è diventato, suo malgrado, un segno e una coscienza.

Il corpo di lui, uomo così fisico, ancora non c'è. Enzo è associato a un passato che ci sormonta, alla dabbenaggine dei nostri governanti di allora, che sono gli stessi di adesso, alle ingiurie urticanti della stampa viscida e servile, alla foschia delle sabbie, ad altri Drogo persi, nel sole cisposo, manciate di minuti, secoli fa.

C'è chi non ha dimenticato, si capisce. Molti, anzi. Ma non se ne parla in giro, pertanto non esistono. "Ci manchi", "Addio balena" (era il suo soprannome). Per tutti valgano le accuse di Franco Gialdinelli, coordinatore della lista: "...mercoledì 26 agosto saranno trascorsi esattamente 1.825 giorni (comprese 14.600 ore lavorative diurne) durante i quali, mi risulta che nessun politico, nessun intellettuale noto, nessun magistrato e nessun rappresentante delle istituzioni e dello Stato, non ha mai poggiato un solo dito su una tastiera di un telefono o di un computer per denunciare che Enzo era stato trucidato anche grazie all’indifferenza e ai giochetti di scaricabarile del governo, dell’opposizione e della Chiesa". Enzo non era come tanti altri, non era uguale. Non siamo tutti uguali: lo ha ricordato ai sindacati (solo Cisl e Uil, la "sovversiva" Cgil è stata emarginata) il ministro Sacconi, di scuola socialista (craxiana) a proposito della differenziazione dei salari.

Non è mia intenzione disquisire in questa sede di economia. E' ovvio che la distribuzione di denaro varia da lavoro a lavoro. Ed è vero che sono stati commessi, in passato (e nel presente), degli abusi. Ma continuo ad arrovellarmi su quella frase, "non siamo tutti uguali", e, per quanto cerchi di limitarla e contestualizzarla, non posso che trovarla inquietante, sinistra. Disgustosa. E' buttata là, con impassibile sciatteria verbale, tale da non farci stupire se poi, come risulta, le matricole universitarie non conoscono più l'italiano. Le parole sono preziose, vanno centellinate. "Non siamo tutti uguali" sancisce una disparità di principio, genetica, irreversibile, è qualcosa legato al sangue, alle cellule. Il principio di diseguaglianza, innalzato a valore supremo dalla (in)cultura odierna, è l'esatta antitesi del diritto alla diversità su cui la democrazia si fonda e per il quale i nostri predecessori si sono battuti, e sono morti. E' in nome del principio di diseguaglianza ("non siamo tutti uguali") che sono stati condannati a una morte orribile, e nell'indifferenza generale, ottanta eritrei su indegni barconi d'immondizie. Immondizie umane. Non siamo tutti uguali. C'è qualcuno, pertanto, che ha la precedenza, che è più "umano" di altri, che va aiutato; ad altri, meno uguali, tocca necessariamente una sorte diversa. Nell'Ottocento si chiamava darwinismo sociale. E' in nome di questo darwinismo sociale riverniciato che il rappresentante d'un partito di governo può invocare impunemente l'eliminazione dei bimbi rom (o meglio, come dice lui, "dei" zingari).



E' sempre in nome del darwinismo sociale, supportato in questo caso da una massiccia dose di moralismo, che il responsabile dei gay accoltellati a Roma se ne stava a piede libero, e a casa l'hanno anche trovato, una volta che si è deciso di trascinarlo in guardina. Pare lo chiamassero "Svastichella" per note simpatie politiche e l'ammirazione nei confronti di mons. Fisichella, il quale, subito dopo l'aggressione dei due ragazzi, si sarebbe affrettato a premere sui politici affinché non approvassero una legge anti-omofobia, la quale, secondo lui, aprirebbe la strada ai matrimoni gay (!). Ho provato a immaginare la storia di Svastichella, la sua vita senza scopo, senza colori, attratta e insieme terrorizzata dai dolci dolori, dalle dune mosse, dai mille soli, dai domani alternati che la diversità dell'amore sa offrire e profondere. E che tanto sconvolgono gli animi anchilosati dei gendarmi della Diseguaglianza. Nel loro cupo universo non può esserci spazio per le scie dorate. Un coltello ha usato, non una pistola. Nessun modo migliore per deflorare un'assordante tenerezza che lo infastidiva, perché non poteva ammansirla, renderla uguale, lineare. Ed era tanto più convinto di essere nel giusto, che non aveva minimamente pensato a nascondersi. Perché? Da anni, ormai, lo sentiva ripetere, in televisione, dai pulpiti, sui giornali: non siamo tutti uguali. Da un lato noi, i buoni; dall'altro loro, i cattivi, i diseguali. Da eliminare; o, almeno, da prendere a calci in quel posto, come asseriscono altri simpatizzanti del governo in carica.



"Cosa spinge l’uomo a prevaricare un altro uomo fino a giungere alla esclusione e allo sterminio: il potere? Il sadismo? Il danaro? La sopravvivenza? - si chiede acutamente Silvio D'Amico. - Eppure se noi analizziamo i luoghi del razzismo questo attecchisce anche nei luoghi dove maggiore è la ricchezza e il benessere. Da ciò possiamo dedurre che la sopravvivenza poco ha a che fare con il razzismo e molto invece con tutto il resto. Ecco che allora di fronte a questa recrudescenza [...] si cela una battaglia etica. Riportare alla luce l’etica è il compito di chi crede che l’esclusione e il dominio non appartengano ai propri valori... L’universalità del pensiero non deve confondersi con il pensiero unico, in quanto universale essa è capace di racchiudere nell’universalità le diversità. E’ questa la ricchezza dell’Universalità. Cosa diversa è il pensiero unico da cui nasce il Totalitarismo. Se noi ci limitassimo a combattere il neorazzismo perderemmo di vista il problema dell’uomo. La fatica di accettare le diversità esita nel premio della sublimazione e colloca l’uomo e la donna nella sfera del divino. Facile è la condanna e l’esclusione, sublime è il perdono e l’accoglienza. La logica dell’esclusione genera un sentimento di paura che limita l’azione degli uomini e delle donne verso l’evoluzione sociale. La paura blocca le coscienze e innesca un meccanismo di autoconservazione generando l’istinto di sopravvivenza sorretto dalla necessità di esclusione. L’uomo è annichilito, incapace di comprendere le diversità, di accoglierle. Diventa un mero esecutore di azioni indotte da messaggi subliminali che dettano la pratica. Un meccanismo di perversione offusca le coscienze e conduce all’involuzione. Il germoglio della vita subisce il vento della violenza piegandosi fino a insabbiarsi. L’agonia della vita strazia le coscienze e innesca un meccanismo di rimozione che accantona l’evoluzione. Nella scala della vita il gradino più alto diventa insormontabile, meglio tornare indietro. Eppure dopo quel gradino iniziano le distese del mondo che dispiega tutta la bellezza del creato. L’armonia delle diversità si compongono nell’universalità dettando le note per un soave canto. La musica sublime allieta l’esistenza e apre un percorso nuovo di conoscenza. Eppure nella storia quel limite è invalicabile. Perché?". Vi lascio con questo interrogativo.


Daniela Tuscano




Non siamo tutti uguali

Da ieri sera, e per altre ventiquattro ore, la mailing list dedicata a Enzo Baldoni (EnzoB@yahoogroups.com) sarà aperta ai messaggi in occasione dei cinque anni dalla scomparsa del giornalista. Un lustro. Lustro come il ricordo, forse, oppure no. Giorni fa, su Facebook, ho inserito un video di Telepace, che informava dellatitolazione d'una piazza a lui, a Enzo. Non ho ricevuto nemmeno un commento.

Lustra è la nostra memoria, appianata, morta, forse mai vissuta. Enzo è diventato, suo malgrado, un segno e una coscienza.Il corpo di lui, uomo così fisico, ancora non c'è. Enzo è associato a un passato che ci sormonta, alla dabbenaggine dei nostri governanti di allora, che sono gli stessi di adesso, alle ingiurie urticanti della stampa viscida e servile, alla foschia delle sabbie, ad altri Drogo persi, nel sole cisposo, manciate di minuti, secoli fa.C'è chi non ha dimenticato, si capisce. Molti, anzi. Ma non se ne parla in giro, pertanto non esistono. "Ci manchi", "Addio balena" (era il suo soprannome). Per tutti valgano le accuse di Franco Gialdinelli, coordinatore della lista: "...mercoledì 26 agosto saranno trascorsi esattamente 1.825 giorni (comprese 14.600 ore lavorative diurne) durante i quali, mi risulta che nessun politico, nessun intellettuale noto, nessun magistrato e nessun rappresentante delle istituzioni e dello Stato, non ha mai poggiato un solo dito su una tastiera di un telefono o di un computer per denunciare che Enzo era stato trucidato anche grazie all’indifferenza e ai giochetti di scaricabarile del governo, dell’opposizione e della Chiesa". Enzo non era come tanti altri, non era uguale. Non siamo tutti uguali: lo ha ricordato ai sindacati (solo Cisl e Uil, la "sovversiva" Cgil è stata emarginata) il ministro Sacconi, di scuola socialista (craxiana) a proposito della differenziazione dei salari.

Non è mia intenzione disquisire in questa sede di economia. E' ovvio che la distribuzione di denaro varia da lavoro a lavoro. Ed è vero che sono stati commessi, in passato (e nel presente), degli abusi. Ma continuo ad arrovellarmi su quella frase, "non siamo tutti uguali", e, per quanto cerchi di limitarla e contestualizzarla, non posso che trovarla inquietante, sinistra. Disgustosa. E' buttata là, con impassibile sciatteria verbale, tale da non farci stupire se poi, come risulta, le matricole universitarie non conoscono più l'italiano. Le parole sono preziose, vanno centellinate. "Non siamo tutti uguali" sancisce una disparità di principio, genetica, irreversibile, è qualcosa legato al sangue, alle cellule. Il principio di diseguaglianza, innalzato a valore supremo dalla (in)cultura odierna, è l'esatta antitesi del diritto alla diversità su cui la democrazia si fonda e per il quale i nostri predecessori si sono battuti, e sono morti. E' in nome del principio di diseguaglianza ("non siamo tutti uguali") che sono stati condannati a una morte orribile, e nell'indifferenza generale, ottanta eritrei su indegni barconi d'immondizie. Immondizie umane. Non siamo tutti uguali. C'è qualcuno, pertanto, che ha la precedenza, che è più "umano" di altri, che va aiutato; ad altri, meno uguali, tocca necessariamente una sorte diversa. Nell'Ottocento si chiamava darwinismo sociale. E' in nome di questo darwinismo sociale riverniciato che il rappresentante d'un partito di governo può invocare impunemente l'eliminazione dei bimbi rom (o meglio, come dice lui, "dei" zingari).

E' sempre in nome del darwinismo sociale, supportato in questo caso da una massiccia dose di moralismo, che il responsabile dei gay accoltellati a Roma se ne stava a piede libero, e a casa l'hanno anche trovato, una volta che si è deciso di trascinarlo in guardina. Pare lo chiamassero "Svastichella" per note simpatie politiche e l'ammirazione nei confronti di mons. Fisichella, il quale, subito dopo l'aggressione dei due ragazzi, si sarebbe affrettato a premere sui politici affinché non approvassero una legge anti-omofobia, la quale, secondo lui, aprirebbe la strada ai matrimoni gay (!). Ho provato a immaginare la storia di Svastichella, la sua vita senza scopo, senza colori, attratta e insieme terrorizzata dai dolci dolori, dalle dune mosse, dai mille soli, dai domani alternati che la diversità dell'amore sa offrire e profondere. E che tanto sconvolgono gli animi anchilosati dei gendarmi della Diseguaglianza. Nel loro cupo universo non può esserci spazio per le scie dorate. Un coltello ha usato, non una pistola. Nessun modo migliore per deflorare un'assordante tenerezza che lo infastidiva, perché non poteva ammansirla, renderla uguale, lineare. Ed era tanto più convinto di essere nel giusto, che non aveva minimamente pensato a nascondersi. Perché? Da anni, ormai, lo sentiva ripetere, in televisione, dai pulpiti, sui giornali: non siamo tutti uguali. Da un lato noi, i buoni; dall'altro loro, i cattivi, i diseguali. Da eliminare; o, almeno, da prendere a calci in quel posto, come asseriscono altri simpatizzanti del governo in carica.

"Cosa spinge l’uomo a prevaricare un altro uomo fino a giungere alla esclusione e allo sterminio: il potere? Il sadismo? Il danaro? La sopravvivenza? - si chiede acutamente Silvio D'Amico. - Eppure se noi analizziamo i luoghi del razzismo questo attecchisce anche nei luoghi dove maggiore è la ricchezza e il benessere. Da ciò possiamo dedurre che la sopravvivenza poco ha a che fare con il razzismo e molto invece con tutto il resto. Ecco che allora di fronte a questa recrudescenza [...] si cela una battaglia etica. Riportare alla luce l’etica è il compito di chi crede che l’esclusione e il dominio non appartengano ai propri valori... L’universalità del pensiero non deve confondersi con il pensiero unico, in quanto universale essa è capace di racchiudere nell’universalità le diversità. E’ questa la ricchezza dell’Universalità. Cosa diversa è il pensiero unico da cui nasce il Totalitarismo. Se noi ci limitassimo a combattere il neorazzismo perderemmo di vista il problema dell’uomo. La fatica di accettare le diversità esita nel premio della sublimazione e colloca l’uomo e la donna nella sfera del divino. Facile è la condanna e l’esclusione, sublime è il perdono e l’accoglienza. La logica dell’esclusione genera un sentimento di paura che limita l’azione degli uomini e delle donne verso l’evoluzione sociale. La paura blocca le coscienze e innesca un meccanismo di autoconservazione generando l’istinto di sopravvivenza sorretto dalla necessità di esclusione. L’uomo è annichilito, incapace di comprendere le diversità, di accoglierle. Diventa un mero esecutore di azioni indotte da messaggi subliminali che dettano la pratica. Un meccanismo di perversione offusca le coscienze e conduce all’involuzione. Il germoglio della vita subisce il vento della violenza piegandosi fino a insabbiarsi. L’agonia della vita strazia le coscienze e innesca un meccanismo di rimozione che accantona l’evoluzione. Nella scala della vita il gradino più alto diventa insormontabile, meglio tornare indietro. Eppure dopo quel gradino iniziano le distese del mondo che dispiega tutta la bellezza del creato. L’armonia delle diversità si compongono nell’universalità dettando le note per un soave canto. La musica sublime allieta l’esistenza e apre un percorso nuovo di conoscenza. Eppure nella storia quel limite è invalicabile. Perché?". Vi lascio con questo interrogativo.

Senza titolo 1629

  L'AVETE LETTO IL LIBRO VOLA VIA CON ME ?  :-)


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Senza titolo 1628

  VI PIACEVANO LE COMICHE DI RIDOLINI ?  :-)


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25.8.09

Modugno "dannunziano"


Premetto che, per me, non è stata una grande estate: non di quelle indimenticabili, insomma, nemmeno da rimpiangere, eccezion fatta per una seducente settimana che un giorno o l'altro rievocherò. Un'estate, come tante, che va via; e già questo, comunque, basta a caratterizzarla, nel fluttuare dei giorni leggeri, che con gli anni diventano ancor più sciolti, inconsistenti e lontani, prima ancora che vi abbiano accarezzato. E' il mare, che perde e si perde. Trascorsi gli anni delle feste in spiaggia, resta il sapore dell'avvoltolarsi nella natura, d'una vita che sguscia via sfarinandosi, trillante come un lungo canto d'amore. Solo il grande Mimmo poteva permettersi di sbilanciarsi in vocalizzi sospirosi, non vergognandosi di quei vocativi, che nella sua ugola non suonano mai retorici ma profumati, stillanti (argento dal cielo, appunto). E' il sole notturno della sua Puglia, ma a me ricorda l'antica Calabria, le arcate di firmamento che ricoprivano le mie oscurità blu: notti di magi, di deserti.

Ancora intatti e vergini, e il mondo pareva immenso. Note come vento: quella citazione così aperta da O falce di luna calante, anch'essa musicata, anch'essa odorosa non di sensualità, ma di sospiri, ha una sacertà arcana. I versi si contrappuntano, s'inseguono l'un l'altro in altre liriche, sotto svariate forme: "Fresche le mie parole ne la sera...", a me cullavano vapori e veli, di pura consolazione. Ma la canzone di Modugno è un addio; come nei più classici stereotipi; dietro, però, si nasconde un paesaggio verista, spietato nell'apparente impassibilità. C'è stato prima, lo intuiamo, un coinvolgimento così totale, da lasciare senza fiato. E poco importa quanto sia durato. In questo brano, l'ancor giovane Mimmo confessa di aver (troppo) vissuto, in una primordialità immacolata e stravolta che non può che essere sana, leale, riconoscente.


Daniela Tuscano

il caso di Sara Viviani il diagio psichico curato solo con gli antidepressivi



(....) perchè ad ogni morso fingeva d'amare il dolore /invece le trecce d'arancie / le unghie spezzate \ lei sputa la sabbia e il mare (...)


 da "Lazzaro" dei Sanspapier band ( http://www.myspace.com/sanspapierband )  censurati dai raidue 





La  storia di  Sara Viviani    a molti potrà  è quella  di sembrare  una  dele classiche storie  di malasanità e quindi ovvia e  scontata  visto che ormai simili storie   sono  , sic ,  all'ordine del giorno  in un sistema  ormai  (  senza  ovviamente generalizzare   e fare di tutta un  erba  un fascio )   sempre più  a pezzi  e in mano a  castre  e mafie   oltre che  pieno   di  :  corruzione    e nepotismo ( leggi clientelismo )  oltre che il classico dirottamento dal pubblico al privato, ecc  . Oltre la solita disorganizzazione e  incapacità ed  insensibilità     come il caso  di  una   familiare    di  una  persona morta di tumore  che  riceve  una lettera   in cui s'invita  la madre   a presentarsi  per una  visita  per la prevenzione  (  qui  l'intera vicenda   http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2009/08/sarebbe-quesyta-la-prevenzione-contro-il-cancro-e-i-tumori-chimata-per-la-prevenzione-dopo-che-morta-di-tale-maltti.html  )  e come   il  caso  drammatico  di http://www.agoravox.it/Francesco-Mastrogiovanni-morte.html oppure   come  ho avuto modo di provare in prima persona  pe  alcuni problemi di salute  all'occhio e  all'orecchio e  che  ..... ma  questa  è un'altra storia   che  vi racconterò  prima o poi in  altro post  in vorrei   divagare troppo   dall'argomento prefissato  .
Ora poichè    è talmente  triste  e  complessa  che preferisco lasciarla  a  raccontare  alla sorella  ( pr  chi  volesse sapere gli ulteriori  sviluppi   o intervenire   può se  ha   facebook    iscriversi   al   gruppo creato  dalla sorella  Anna   ecco   dove   per  chi    è  iscritto  o si vuole  iscrivere  a   facebook   http://www.facebook.com/group.php?gid=242445405709&ref=mf


Sara ha compiuto 30 anni,
ma sembra una ragazza di 20. Da anni ha manifestato dei disturbi  psicologici, aggravatasi con la morte traumatica di mio padre nel 2005.
Abbiamo girato tanti Psichiatri/psicoterapeuti che in gran parte lei rifiutava. Finche’ ha trovato il
Dott. MASSARI ( PSICHIATRA/PSICOTERAPEUTA) in cui aveva riposto tutta la sua fiducia.
Sono iniziate a venire fuori delle verita’: AUTOLESIONISMO, come se volesse punirsi per qualcosa,
SCOPPI IMPROVVISI DI AGGRESSIVITA’ CHE CONTROLLAVA PER NON FAR DEL MALE AGLI ALTRI, FACENDOSI DEL MALE LEI , TAGLIANDOSI CON PEZZI DI VETRO ECC.. Ha iniziato a frequentare brutte compagnie, scivolava sempre piu’ giu’….ha iniziato a bere ALCOOLICI ed a fare ABUSO DI ANSIOLITICI FORTI
PER CALMARE LA RABBIA E L’AGGRESSIVITA’. Il DOTT. MASSARI ci ha convocato con SARA ed ha detto che da solo in quella fase non poteva farcela, c’era bisogno di un ricovero in una CLINICA ADATTA.
UNICA COLPA GRAVE DEL DOTT. MASSARI e’ stata quella di non essere stato in grado di FARE UNA DIAGNOSI APPROPRIATA e di indicare LA CLINICA GIUSTA PER LEI.
Consultiamo anche la Dott.ssa Luciana Carilli Pancheri ( ex moglie del Prof. Pancheri ) arriva la prima DIAGNOSI ESATTA SU SARA : SARA NON E’UN ALCOOLISTA, BEVE COME CONSEGUENZA DEL SUO DISTURBO PRIMARIO : SARA E’ “ BORDER LYNE CON GRAVE DISTURBO DI PERSONALITA’ “. DEVE ENTRARE IN UNA CLINICA APPOSITA DOVE CURANO QUESTO TIPO DI DISTURBO E SONO POCHE.
Brancoliamo nel buio…..SARA intanto a casa peggiora sempre piu’. Grazie ad una mia amica qui su FB
viene fatta entrare di corsa nella “CLINICA VILLA ARMONIA NUOVA “ PRIMARIO PROF. CECCARONI.
Li’ non fanno le terapie adatte alla patologia di Sara, il Prof. Ceccaroni bravissimo fa’ la seconda diagnosi
Identica a quella della Dott.ssa Carilli Pancheri. Mia madre si rivolge anche al famoso Psichiatra Prof. LIOTTi,
stessa diagnosi ed insieme al Prof. CECCARONI le indicano la COMUNITA’ CONVENZIONATA GLADHIL .
Primario PROF. ALDO LOMBARDO, ricercatore per questa patologia che ha ottenuto circa il99% di successi
Il Dott. ANGELO LOMBARBO. Il Prof. CECCARONI trattiene SARA a VILLA ARMONIA NUOVA solo perche’ se tornasse a casa potrebbe farsi del male, in attesa che la ASL di competenza le dia il sovvenzionamento per entrare alla GLADHIL. Le da’ anche dei permessi per fare vari colloqui in quella comuniuta’…..li’ stipulano la stessa diagnosi e la necessita’ che Sara entri al piu’ presto.
NEL FRATTEMPO MIA MADRE CON ME CI SIAMO RECATE AL D.S.M. DELLA RM ASL A II° DISTRETTO, DA CUI DIPENDE SARA ( ZONA PARIOLI ).
C’E’ STATO UN PRIMO INCONTRO CON IL DIRETTORE DOTT. VISANI CHE : 1 ) NON HA VOLUTO VEDERE LA PAZIENTE. 2) NON HA VOLUTO VEDERE I REFERTI. 3 ) HA SOLO PRESO I FOGLI DELLA GLADHIL PER VEDERE COME ERA STRUTTURATA.
DOPO QUALCHE GG. MIA MADRE RICHIAMA IL DOTT. VISANI DELLA ASL RM A, LUI LE RISPONDE CHE HA PASSATO TUTTO AD UN CERTO DOTT. DANIA DELLA ASL RM A:
MIA MADRE CHIAMA IL DOTT. DANIA E LO PREGA DI CHIAMARE IL PROF. CECCARONI CHE STA’ TRATTENENDO SARA SOLO NELLA SPERANZA CHE VENGA PASSATA PRESTO ALLA GLADHIL.
IL DOTT. DANIA PER TELEFONO, DOPO AVERE PARLATO COL PROF. CECCARONI, DICE A MIA MADRE CHE CERCHERANNO DI FARE IL POSSIBILE, IN PARTE TIRANDO FUORI I SOLDI DAL CIM, IN PARTE DALLA ASL.
IMPROVVISAMENTE CAMBIA TUTTO! A LARGO GENTILE DA FABRIANO, DOVE SI TROVA UNA SEDE DEL D.S.M. RM ASL A, CI TROVIAMO DI FRONTE IL DOTT. DANIA CHE NON HA FACOLTA’ DI PAROLA ED IL
TERRIBILE DOTT. VISANI CHE METTE IL VETO, NON VUOL VEDERE LA PAZIENTE, I REFERTI E CI DICE
DI SCORDARCI TUTTO E DI ARRANGIARCI.
MIA MADRE CROLLA!!!!!
RIPRENDE UN’APPUNTAMENTO COL DOTT. DANIA DA SOLO, CI SONO ANCH’IO…..E’ AGGRESSIVO,ORMAI I CAPI GLI HANNO MESSO IL VETO. PROPONE IL “ SERT “…..MA PER STESSA AMMISSIONE DEL SERT…….
LORO NON CURANO PAZIENTI BORDER LYNE E CON AUTOLESIONISMO E DISTURBI DI PERSONALITA’, PER SARA SAREBBE MORTE CERTA. RESTO GHIACCIATA QUANDO MI RISPONDE “ CHE VUOLE DI SUA SORELLA SARA’ QUEL CHE SARA’! “…….
SENTO PER LA PRIMA VOLTA IL NOME DEL DOTT. LUONI, MAI CONOSCIUTO, MI DICONO CHE DIPENDE DA LUI PAGARE ED HA DETTO DI NO, SENZA CONOSCERE IL CASO NE’ ALTRO.
SARA CONTINUA I COLLOQUI PREPARATORI ALLA GLADHIL E LA SERA RIENTRA IN VILLA ARMONIA.
CHIAMO LO STAFF DELLA REGIONE LAZIO, SEZIONE ASL, MI RISPONDE UNA CERTA SIG. CLAUDIA, DOPO VARIE TELEFONATE, MI CHIAMA ( MI APPARE 06.5168 ) E MI DICE CHE IL 05/08 UN CERTO DOTT. CIANI STEFANO SI RECHERA’ A VILLA ARMONIA A VEDERE MIA SORELLA.
SENTO LO STAFF DELLA PRESIDENZA, UN CERTO SIG. ANTONIO, CHE MI DICE CHE IN UN PAIO DI GG. SARA’ TUTTO RISOLTO! SE NE STA’ OCCUPANDO ANCHE L’ASSESSORE STERINO MONTINO OLTRE AL PRESIDENTE
PIERO MARRAZZO.
IL SIG.ANTONIO MI CHIEDE UN FAX CON I REFERTI. CHIAMO LA ASL A, PARLO COL DOTT.CIANI E LUI STRANAMENTE MI RISPONDE CHE IO E MIA MADRE DOBBIAMO ANDARE AD UN’APPUNTAMENTO ALLA ASL IL MATTINO DOPO. C’E’ LUI, C’E’ IL DOTT. VISANI. NON MI VOGLIONO CONSEGNARE LA DIAGNOSI.
IL 20/08 IL DOTT. VISANI ED IL DOTT. CIANI SI RIPRESENTANO IN CLINICA VILLA ARMONIA PER ESAMINARE DI NUOVO MIA SORELLA.
SARA NON CE LA FA’ PIU’!!!!!!
DICONO CHE E’ IL CASO CHE STIA ANCORA LI’ SOTTO PSICOFARMACI FORTI ( PURTROPPO IL PROF.CECCARONI RIENTRA IL 24/08 )……CHE POI SI VEDRA’…….
SCOPRO DA UN SUO SEGRETARIO CHE MARRAZZO E’ DALL’ALTRA PARTE DEL MONDO IN VACANZA E DALLA SEGRETARIA DELL’ASSESSORE MONTINO CHE ANCHE LUI E’ IN FERIE !!!!!!
SARA SI STA’ CONSUMANDO IN UNA CLINICA CHE PER STESSA AMMISSIONE DEL PRIMARIO
NON E’ ADATTA AL SUO GRAVE DISTURBO! “ RICCIOLI D’ORO “ COME TUTTI LA CHIAMAVAMO, FARFUGLIA,
TRASCINA I PIEDI, E’ GONFIA, SPESSO HA LO SGUARDO PERSO…….
LE SCATTA SOLO UN BARLUME DI LUCIDITA’……DOPO CHE I DUE DOTT. DELLA ASL HANNO DETTO CHE DOVRA’ SOFFRIRE LI’ PER MESI …..SI GIRA GUARDA MIA MADRE E LE DICE “ QUESTI MI STANNO PRENDENDO PER IL CULO! su fb ho avuto uno scambio d'opnioni sull'utilità o meno di usare la foto di sua sorella . “































secondo voi e' utile che metta la foto di sua sorella o
e' una storia triste,ma ci vorrebbe un attimo di pudore prima di mostrare il viso di una pers
.MA CHI SE NE FREGA DEL PUDORE O DELLA RISERVATEZZA,; IN QUESTO CASO, IL MAGGIOR DIRITTO CHE VIENE L
ma e' sua sorellaaaaaaa,ma non si faccia perbenismo !!! uno schifo quello chesuccede!!!!
non saprei
  
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Modugno "dannunziano"

Premetto subito che, per me, non è stata una grande estate: non di quelle indimenticabili, insomma, nemmeno da rimpiangere, eccezion fatta per una seducente settimana che un giorno o l'altro rievocherò. Un'estate, come tante, che va via; e già questo, comunque, basta a caratterizzarla, nel fluttuare dei giorni leggeri, che con gli anni diventano ancor più sciolti, inconsistenti e lontani, prima ancora che vi abbiano accarezzato. E' il mare, che perde e si perde. Trascorsi gli anni delle feste in spiaggia, resta il sapore dell'avvoltolarsi nella natura, d'una vita che sguscia via sfarinandosi, trillante come un lungo canto d'amore. Solo il grande Mimmo poteva permettersi di sbilanciarsi in vocalizzi sospirosi, non vergognandosi di quei vocativi, che nella sua ugola non suonano mai retorici ma profumati, stillanti (argento dal cielo, appunto). E' il sole notturno della sua Puglia, ma a me ricorda l'antica Calabria, le arcate di firmamento che ricoprivano le mie oscurità blu: notti di magi, di deserti.

Ancora intatti e vergini, e il mondo pareva immenso. Note come vento: quella citazione così aperta da O falce di luna calante, anch'essa musicata, anch'essa odorosa non di sensualità, ma di sospiri, ha una sacertà arcana. I versi si contrappuntano, s'inseguono l'un l'altro in altre liriche, sotto svariate forme: "Fresche le mie parole ne la sera...", a me cullavano vapori e veli, di pura consolazione. Ma la canzone di Modugno è un addio; come nei più classici stereotipi; dietro, però, si nasconde un paesaggio verista, spietato nell'apparente impassibilità. C'è stato prima, lo intuiamo, un coinvolgimento così totale, da lasciare senza fiato. E poco importa quanto sia durato. In questo brano, l'ancor giovane Mimmo confessa di aver (troppo) vissuto, in una primordialità immacolata e stravolta che non può che essere sana, leale, riconoscente.

24.8.09

Senza titolo 1627

AREZZO, 24 AGO - Si sono messi in mutande e si sono improvvisati lavavetri per protestare contro "una indifferenza ingiustificabile". E' la manifestazione attuata oggi da un gruppo di precari della scuola che si sono ritrovati in piazza della stazione ad Arezzo indossando solo boxer e magliette bianche con la scritta 'Precario scuola: licenziato'. La protesta è stata attuata dopo che a 53 precari aretini è stato consegnato il contratto per l'anno 2009/2010 ed è stato ricordato che lo scorso anno erano oltre 200, "come effetto dei tagli voluti dal Governo". Alcuni di loro hanno ricordato che "da 15 anni vanno avanti a contratti annuali e adesso sono fuori e senza alcuna protezione sociale, né cassa integrazione". Dopo aver diffuso volantini e lavato vetri al semaforo di piazza stazione, i manifestanti, una cinquantina, si sono recati in prefettura e una delegazione è stata ricevuta da un dirigente. Quindi il gruppo si è fermato davanti alla sede del provveditorato e, dopo aver salutato con un applauso i collegati più fortunati, ha consegnato un documento al provveditore, chiedendo che questa protesta fosse rappresentata anche a livello nazionale. Ai precari in lotta è arrivata la solidarietà del Pd, di Idv, di Rifondazione. La parlamentare Donella Mattesini (Pd) ha annunciato una interrogazione. (ANSA).

22.8.09

accanimento ecclesiastico!

Non comprendo il motivo per cui, da piu' parti ecclesiastiche, puntualmente si mettano di mezzo gli animali, che poveretti, vittime ignare ed innocenti dell'efferatezza umana, devono sentirsi chiamati in causa, assolutamente fuori tema e assolutamente con argomenti arrabberciati ed inconsistenti! Mahhhhhhhhh! No compriendo!


Da varie fonti apprendo che in una intervista su Radio Vaticana...... ancora una volta gli animali sono citati come controparte delle tragedie umane, frutto della ferocia dell'uomo, riguardo ai migranti di cui al mio post precedente che potete leggere, tanto per evidenziare che io, gattara, animalista, combattente on the road per i nostri fratelli minori, mi occupo anche dei miei fratelli umani, costretti alla agonia e alla morte, da quelli che, dopo una efferata  e  cruenta colonizzazione, adesso li disprezzano e li odiano:


Ecco, leggete pure e a voi il giudizio:




L’ennesima tragedia della migrazione, avvenuta nel Canale di Sicilia, ci ricorda quanto scrive Benedetto XVI nella Caritas in veritate: “Ogni migrante è una persona umana” che “possiede diritti fondamentali inalienabili” da rispettare “in ogni situazione”. E’ quanto afferma il presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, mons. Antonio Maria Vegliò, che al microfono di Alessandro Gisotti si sofferma sull’insegnamento del Papa sul fenomeno delle migrazioni:



(..............omissis.............) Poi Mos. Veglio' continua con questa osservazione, grande esempio di marketing della comunicazione:


 
R. - Certamente le nostre società cosiddette civili, in realtà hanno sviluppato sentimenti di rifiuto dello straniero, originati non solo da una non conoscenza dell'altro, ma anche da un senso di egoismo per cui non si vuole condividere con lo straniero ciò che si ha.


Poi si raggiungono estremi, ove la condivisione dei beni viene fatta provvedendo piuttosto al benessere degli animali domestici.


Leggi tutta l'intervista cliccando qui'


Due parole in risposta all'eminentissimo Monsignor Veglio', sperando che gli spioni telematici lo avvisino di questa mia e quindi io abbia l'onore (e non vi è ironia alcuna) di essere letta dal Monsignor in questione:




Eminentissimo Monsignore (non so se Eminentissimo va bene, non me ne voglia, ma io non ho frequentazioni per le alte sfere),

ci tengo a precisare, che, nella fattispecie, l'uomo del terzo millennio, sperpera le sue sostanze (tra l'altro neanche sempre onestamente acquisite), in ben altri sollazzi! E' di questi giorni la notizia che in Italia vi sono decine di migliaia di panfili lussuosissimi intestati a nullafacenti (ovviamente prestanome), è di questi giorni la notizia dei milioni di euro sottratti alle casse dello Stato e quindi al benessere di noi cittadini e all'equità sociale, e condotti, non so se a piedi o in bicicletta o in aereo, nelle ricche banche straniere! E' di questi giorni la notizia di Enti Statali, per i quali i cittadini sono stati spolpati (vedi la storia delle guardie giurate sul colosseo)  che se so magnato tutto! Ottantamilioni di euro di ammanco, e quindi indebitamente sottratti alle nostre esigenze, ospedali, strutture sociali, strutture in grado di accogliere i migranti per esempio...........
E non è di questi giorni la novella che in Italia ormai da anni e anni esiste una giro di corruzione che si concretizza con festini, scambi di coppie, assunzione quotidiana di sostanze stupefacenti, alcool, atti sessuali su minorenni consezienti, messe nel letto del maniaco malaticcio addirittura dai genitori, figli che ammazzano genitori, padri che vioentano le figlie, genitori che ammazzano figli, mogli e parentato............... e poi, e poi............ personaggi che dovrebbero essere per il cittadino onesto faro illuminante....... dediti ad atti osceni pubblici e privati,  donne che fanno del loro mercimonio un ulteriore fonte di guadagno, comparendo, a seguito di compensi stratosferici, su quotidiani,  emittenti pubbliche e private; donne  che invece di vergognarsi della loro esistenza trascorsa nei postriboli  di lusso e nei numerosi letti, lettucci e lettoni altrui, donne che invece di nascondere il luridume ormai appiccicato sui loro corpi e peggio ancora nelle loro anime, vorrebbero assurgere ad eroine dei nostri tempi, e che purtroppo suscitano simpatia e spirito di emulazione da parte delle giovincelle! Gesu' (quel tale che fu messo sulla Croce per le sue idee un po' "balzane"e  pericolose per i potenti! ), tuonava contro coloro che danno scandalo ai bambini! "LASCIATE CHE I PARGOLI VENGANO A ME.........."
Potrei continuare all'infinito, ma per parlare delle porcherie fognarie del nostro bel paese avrei bisogno di uno stuolo di ammanuensi, da sola non ce la faccio!
Quindi concludo dicendo che chi ama gli animali e spende per loro alcune decine di euro al mese, generalmente è persona civile e di animo generoso, ed è la persona  pronta a soccorrere tutti i derelitti della terra; è persona che si batte per i diritti dei popoli, per la giustizia sociale, per la libertà di tutti; è persona che aiuta il fratelli, è il Buon Samaritano, è colui che se il fratello chiede un pezzo di mantello glielo dona tutto e anche altro! Chi ama gli animali, nostri fratelli in Cristo, fratelli minori amati dal poverello di Assisi, ama tuttti e non si tira mai indietro, non chiude gli occhi difronte alla sofferenza altrui; contestualmente  pero' non chiude gli occhi neanche difronte alla ostentazione del lusso che purtroppo è regola da sempre da parte di chi ricopre la piu' piccola carica pubblica e ................... a buon intenditor !
Ecc.mo Mons. Veglia, mi piacerebbe (anche se, giustamente, Lei non puo' certo tenere conto di quello che piacerebbe a me, anonima peccatrice incallita ! Tipo pecorella smarrita !), che Lei ci parlasse anche delle centinaia, anzi migliaia di animali che nello stabulario della Università Cattolica subiscono le peggiori atrocità in nome di una sottoscienza chiamata vivisezione: a questi animali vengono tagliate le corde vocali, affinchè non trapelino le loro disperate e agghiaccianti urla di dolore e di richiesta di aiuto: a queste creature di Dio viene negato anche il diritto di urlare al mondo la loro sofferenza !  Certo, non è neanche possibile spendere dei soldacci per l'anestesia, perchè le vivisezioni a volte richiedono che l'aninale sia bene vigile, come per esempio quando parorisce e bisogna verificare le sue reazioni nervose MENTRE GLI UCCIDONO I FIGLI APPENA PARTORITI SOTTO I SUOI OCCHI SOFFERENTI, CON LA TESTA PIENA DI ELETTRODI INFILATI NEL CERVELLO PER LA BISOGNA! Spero che cio' non sia avvenuto nello stabulario del Gemelli, che io conosco benissimo.... purtroppo! Le sofferenze che vengono inflitte ai nostri piccoli fratelli in Cristo, sono efferatezze, criudeltà di menti malate e di vivisettori frustrati e impotenti difronte alla vita! E ci sono persone che allevano cani e gatti proprio per l'uso perverso di questo macello autorizato del Gemelli!
Tutti i piu' eccellenti scienziati hanno sancito che la sperimentazione sugli animali è un flop, non serve a nulla, è solo una crudeltà!
A QUESTO PROPOSITO LA INVITO A LEGGERE QUELLO CHE DICONOI MEDICI INTERNAZIONALI CONTRO LA VIVISEZIONE - CLICCARE QUI
Bene, è stato un piacere colloquiare con Lei,  e spero di avere aperto un varco nel suo cuore, e chiudo qui' rammentando che il nostro amato Papa Benedetto fu, e lo è ancora, gattaro doc. E non credo pertanto che il nostro Pastore ignori le nostre vite SOLAMENTE PERCHE' AMA I GATTI !


Dio salvi tutti i gatti e tutti i gattari!

Senza titolo 1625

  L'AVETE SENTITO QUESTO PROVERBIO ?  :-)


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facendo ordine in me e fuori di me e rispondendo a voi

Canzone in sottofondo: Human, cantata da Craig David colonna sonora i cd : 1) cento anni di solitudine dei Mcr anime salve di de andrè Rimettendo a posto la mia camera e la libreria ne trovate sotto il video







e decidendo cosa buttare , cosa lasciare , e cosa ( visto che sbadato come sono , e visto che spesso esce un 'altra edizione del libro con dvd o con cd ) riciclare per amici o per lotteria \ pesche di finanziamento di comitati per feste paesane e non , ho trovato questo splendido libro
Eccone  non ricordo   da  dove  gli ho presi   una recesnione  : << Dopo il carcere di "Libertà dietro le sbarre", l'universo dell'handicap in un libro di denuncia civile che è anche un inno di speranza. In un mondo dominato da pseudovalori (il look, la bellezza da spot televisivo, l'apparire in tutte le sue forme), i portatori di handicap rappresentano un fattore di disturbo, sono persone che è comodo nascondere, ignorare. Questa inchiesta di Candido Cannavò va nella direzione opposta: farci conoscere da vicino uomini e donne diversi solo perché hanno saputo sviluppare forme diverse di abilità, individui che, colpiti gravemente nel fisico, non si sono arresi e hanno saputo vincere la difficile battaglia della vita. >>Un libro che si legge rapidamente , e che ( poi dipende da persone a persone ) che ti commuove e ti fa venire le lacrime a gli occhi . Un libro come dice G.C su ibs  : << E' un libro scritto molto bene che si legge d'un fiato. Stonano forse un po' le frasi che confinano con la pietà e la solidarietà. Dovrebbe essere letto da tutti: dalle persone con disabilità che spesso si piangono addosso; dalle famiglie che spesso sono il primo freno allo sviluppo e all'affermazione dei loro figli disabili; dai giovani perché a loro è affidato il mondo di domani che, speriamo, sia privo di paure e pregiudizi. Ritengo che Candido Cannavò abbia svolto un lavoro unico ed egregio per far conoscere veramente il mondo della disabilità. Proprio da esso , traggo questa storia di Simona atzori quella ragazza senza braccia che ha ballato all'inaugurazione delel olimpiadi invernali di torino 2006












Ecco un dialogo avvenuto sulla chat di splinder ( uno dei rari momenti in cui mi funzionava ) che in cui spiego il perchè ho scelto di raccontare storie

<<
**** Credevo che il tuo sito parlasse solo di viaggi o fisici e di tue esperienze omesperienze condivise con altri\e , invece racconti storie , per lo più copia e incollate da internet
IO Perchè , chiedo scusa ai cdv vecchi se mi ripeto , << la vita di ciascuno di noi , è una storia , è una storia fatte di tante storie >> . Se è copia-incollata da internet e che molte storie si trovano proprio su internet o nele pagine marginali , perchpè considerate non importanti ( salvo che nonn siano come quella proposgta oggi ) legate ad eventi importanti p o relegate a gossip o cronaca spicciola come http://it.wikipedia.org/wiki/Cronaca_Vera e spesso ignorate una volta esaurite l'aspetto clamorosom dai talk show o usate come copri news importanti nell'apertura dei tg . E poi perchè non sono in grado , di controlare le mie emozioni negative o positive , e ho paura di " infarcirle " con storie mie snaturandole . Ma soprattuttot perchè molte persone : << Allora saltò oltre per precorrere le predizioni e appurare la data e le circostanze della sua morte. Tuttavia, prima di arrivare al verso finale, aveva già compreso che non sarebbe mai più uscito da quella stanza, perché era previsto che la città degli specchi (o degli specchietti) sarebbe stata spianata dal vento e bandita dalla memoria degli uomini nell'istante in cui Aureliano Buendia avesse terminato di decifrare finale di cent'anni di solitudine >> ( finale del libro cent'anni di solitudine >>
 **** ok . però una curiosità , come mai racconti solo storie di gente "schirocata,bordeline , ai margini , sconfitti\vinti , che è malata e non anche di gente normale ai amrgoini insomma ?
IO  Perchè , continuando l'ultima citazione della riga precedente mi interessano e ci trovo più profondita , richezza , in quelle che faber ha descritto benissimo nelle sue canzoni in particolare una storia sbagliata , e nei suoi album in particolare in due : Non al denaro, non all'amore né al cielo e anime salve . Ma soprattutto perchè << La creazione nasce dall'imperfezione >> ( trovi qui
http://www.youtube.com/watch?v=UNKVPY2UwZs il video della citazione tratta dal film Waking life di Richard Linklater ) . Ma soprattutto perchè , scusami [   chiedo scusa    a voi del blog  ] se cito continuamente , ma a volte le citazioni aiutano meglio a spiegare il tuo pensiero : 1) non c'è più niente di normale da quando l'anormale è diventato la norma . di Eugene Ionesco ( 1909-1994 ) .,  2) «Io non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai caduti, non hanno inciampato. A loro non si è svelata la bellezza della vita.» Boris Pasternak ( 1890-1960 ) .
Ma soprattutto perchè , in senso laico e spirituale non confessionale ho fatto mia questa frase trovata non ricordo se
( dato che l'umidità della sofitta e i topi hanno e il gatto quando trova la porta  aperta   va a ... negli angoli d'essa fuori dallla sua lettriera hanno deteriodato il mio archivio cartaceo conservato in essa ) su  un agenda di smemoranda o su un'agenda di giorni non violenti di qualche ano fa     : << LA SCOPERTA PIÙ GRANDE DELLA VITA E' CAPIRE CHE IL DOLORE PUO' ESSERE [ ESPERIENZA PERSONALE DI UNOCHE VAGA FRA OSPEDALI E MEDICI DA QUANDO E' NATO ] TRASFORMATO IN GIOIA . >>
**** Capisco :-) e ti stimo di più . Infatti carissimo Giuseppe,mi ha molto colpito la tua affermazione della gioia nella sofferenza e credo sia una meta che non ho ancora raggiunto (ho qualche problema di salute anch'io - alla veneranda età di 61 anni! - e la situazione peggiora senza che i medici sappiano darmi una cura adeguata). Mi chiedevo come possa essere possibile avere la gioia quando la malattia non ti lascia quasi mai in pace e ho letto uan cosa che mi ha fatto pensare a te. Te la trascrivo: "Il cambiamento profondo che implica il nuovo soggetto, la creatura nuova, è questo: è la fede in Cristo crocifisso e risorto, dove il "crocifisso" è la condizione per essere risorto. Perciò non potrò mai scandalizzarmi se la condizione per vivere la gioia che lui mi ha promesso è la croce, anzi, qui sarà la dimostrazione più affascinante che perfino il dolore e la croce e la morte diventano gioia" (Qui e ora, L. Giussani, pag 78)
(.....)

Se ancora non vi basta : << ( ....) Voi critici, voi personaggi austeri\ militanti severi chiedo scusa ( ... )>> ( Guccini l'avvelenata ) leggetevi  questa  storia    riportata  da 
questo sito    che    alcuni estratti del libro   di cui  si parla  nelle righe precedenti  e    da  cui  ho  scoperto ( anzi  riscoperto )   la  storia     del blog  in questione  
<<  Uno dei protagonisti si chiama Claudio Imprudente; ha intitolato un suo testo “Una vita da imprudente” giocando con il suo stesso cognome. Durante la chiacchierata con il giornalista si leggono queste parole: "Sai a chi è dedicato questo libro? Ai normodotati gravi" dice Claudio. Continua Cannavò: "Afferro al volo il senso: è dedicato alle persone che non capiscono. I veri disabili sono loro.” -“La domanda da porsi è questa: che cosa può fare un disabile per la collettività in cui vive? E’ una domanda rivoluzionaria, un cambio drastico di cultura e immagine.” -”Sono campioni anche loro: di quella difficile prova agonistica che si chiama vita normale” -”La vita è un miracolo che può fiorire ovunque, anche dove sembra che la lice del giorno non sia mai arrivata” -Un altro giovane racconta le peripezie per trovare una casa in affitto: quando capivano che era malato e immobile su una carrozzina nessuno portava avanti il contratto; così dice: ”Vedi com’è la vita? C’è gente che va in chiesa, prega, si batte la mano sul petto e poi si comporta in modo vergognoso.“ >>
Concludo   con   queste parole   di un sempre  vivo Fabrizio de  Andre : << L'ultima canzone dell'album è una specie di riassunto dell'album stesso: è una preghiera, una sorta di invocazione... un'invocazione ad un'entità parentale, come se fosse una mamma, un papà molto più grandi, molto più potenti. Noi di solito identifichiamo queste entità parentali, immaginate così potentissime come una divinità; le chiamiamo Dio, le chiamiamo Signore, la Madonna. In questo caso l'invocazione è perché si accorgano di tutti i torti che hanno subito le minoranze da parte delle maggioranze.
Le maggioranze hanno la cattiva abitudine di guardarsi alle spalle e di contarsi... dire "Siamo 600 milioni, un miliardo e 200 milioni..." e, approfittando del fatto di essere così numerose, pensano di poter essere in grado, di avere i
l diritto, soprattutto, di vessare, di umiliare le minoranze.
La preghiera, l'invocazione, si chiama "smisurata" proprio perché fuori misura e quindi probabilmente non sarà ascoltata da nessuno, ma noi ci proviamo lo stesso. >>  ( introduzione  alla canzone  smisurata preghiera    contenuta  nel cd  " Ed  avevamo gli occhi troppo belli "   
un album 
pubblicato nel 2001 sotto forma di libretto e CD  dalla rivista  A ( qui per  ordinarvelo www.anarca-bolo.ch/a-rivista/occhitroppobelli/index.htm ) CD AUDIO CHE CI PERMETTE DI AVVICINARE DE ANDRE’ IN MODO INSOLITO.
LE TRACCE DEL CD   IN QUESTIONE CONTENGONO    INFATTI GLI INTERVENTI PARLATI DELL’ARTISTA REGISTRATI (E MAI EDITI) DURANTE I SUOI CONCERTI. LA SOLITUDINE, IL POPOLO PELLEROSSA E QUELLO ROM, GLI OMESESSUALI, LA LIBERTA’, FABER AFFRONTA NEI SUOI CONCERTI I SUOI TEMI PRINCIPALI ANCHE SEMPLICEMENTE PARLANDO CON IL SUO PUBBLICO. IL CD E’ ARRICCHITO DA UN CURATISSIMO LIBRETTO CHE CONTIENE FOTO E INTERVENTI VARI INTORNO AL MONDO DI FABER. Esso contiene in oltre    due  chicche  : una  versione   semisconosciuta  di  se  ti tagliassero a pezzetti  e un inedito  cantato da de andrè per  darsi forza   durante una crisi di panico   
  

non so  più che altro  dire  semprevoster  Cdv
Spero di aver chiarito i vostri dubbi da non doverci ritornare sopra semper voster

Il giorno in cui assaltammo la diligenza

C'è sempre polvere
sulla strada per Orvieto,
il sole obbliquo
sul fiume Paglia
e noi con i nodi
dietro le orecchie
ad ascoltare il cantico dei cantici
bevendo vino
e pulendo le nostre armi.

Il più grande aveva
la maglietta del Che
sporca di zucchero filato
e danzava sul prato
con gambe snelle
e un tatuaggio sino all'imbuto.

La ragazza dai capelli biondi
beveva birra da una lattina,
ma era calda e mostrava segni
d' insofferenza
mentre giocava con i peli
della mia pancia nuda.

Il quarto era quasi un bambino,
con il cappello a tesa indietro
sandali francescani
e una corda con la pace appesa
o forse era un monile
rubato al mercedes di suo padre.

Quando arrivò la diligenza
sparammo alle gomme,
ma erano di legno
e non causammo gran danno,
per fortuna
i cavalli spaventati
la fecero rovesciare
sopra un fianco.

Il ministro piccolo
e saccente
alzò le mani dicendo
"io non ho niente"
con lui una ragazza adolescente
le cosce scoperte
ed una voglia di vino
sopra un ginocchio.

Il vescovo della mattanza
ci diede un crocifisso d'oro
per chiedere perdono
e l'uomo di legno
un sacchetto di cocaina
che gettammo ai pesci
del fiume Paglia.

Il padrone della diligenza
scese dalla cassetta
mostrandoci la collana
di denti clandestini appesa al collo
e con ghigno feroce
ci chiese il passi.

Il bambino sparò
senza la minima educazione
sparò con gran rumore di trombone
e scapparono due quaglie
e una volpe albina.

Il giorno in cui assaltammo la diligenza
Orvieto festeggiava un santo
e io non trovai la casa
di mia nonna
per poterci riposare
dopo la gran fatica.

I pesci del Paglia
hanno tutti un gran sorriso
e ricordano grati
la nostra munificenza
e la biondina
ha aperto un chiosto di granite
lungo la strada
"perchè si deve pensare alla pensione"
così mi ha detto
prima di dirmi addio.

Poi
hanno cambiato percorso
alla diligenza
e messo sale
sopra le siepi,
per via dei briganti e dei serpenti.

Fuori tempo massimo

"La strage degli immigrati a Lampedusa somiglia alla Shoah". Finalmente è arrivato, inequivocabile, duro, senza tentennamenti, l'editoriale di "Avvenire". Termini come olocausto, sterminio, ecatombe e truculenze varie vengono di solito utilizzati dal quotidiano dei vescovi per l'aborto, il testamento biologico e i/le senzadio che li praticano, o vorrebbero praticarli. Sull'infamia delle leggi xenofobe e razziste di questo governo, a parte qualche formale reprimenda, finora mai nulla di veramente significativo. Adesso basta. La misura pare essere colma anche per la tollerantissima gerarchia cattolica.

Sì, dovrei esclamare: "Finalmente!". Dovrei, vorrei poter riabbracciare la mia Chiesa. Dovrei e vorrei. Ma non posso. Verbi servili, verbi che - grammaticalmente - hanno bisogno del predicato cui appoggiarsi per aver senso compiuto. Ma quel predicato non mi esce. Tornare, riabbracciare, esclamare, no, non ci riesco. Spero di poter aggiungere quell'avverbio: non ancora. Perché questa denuncia, pur sacrosanta, giunge dopo troppi, complici e scandalosi silenzi. Giunge dopo il mutismo già menzionato sulle leggi anti-immigrazione, dopo le colpevoli distrazioni nei confronti degli attacchi ai diritti dei lavoratori (e non basta un'enciclica ben scritta per chiudere la questione, inutile denunciare i mali del capitalismo selvaggio se poi ci si allea, di fatto, con governi la cui religione è Mammona), sull'acquiescenza benevola verso la sessuomania misogina (spesso, ragazze) ostentato come virtù e maschia potenza, sull'apparenza, lo sfarzo, il materialismo, la verità liquida come stile di vita, il perdono ai lefebvriani. Eccetera, eccetera.

Giunge dopo che a latrare per la difesa dell'"identità cristiana" (un tempo, si sarebbe detto del "Cristo europeo") si erge il figlio pluribocciato (a sinistra) di un tizio che ha inventato su Facebook un nuovo gioco, Rimbalza il clandestino. Mi dispiace, è veramente troppo chiedermi di voltar pagina. Del resto, finora, non ho sentito nessun principe della Chiesa domandare scusa, o riconoscere che si sono sbagliati, nell'appoggiare così incondizionatamente un governo simile. Non mi sembra ne abbiano intenzione nemmeno adesso, malgrado tutto (del resto, sono infallibili, no?). Sorry, ma la memoria ancora non mi difetta. Adesso più che mai pretendiamo fatti. Le chiacchiere, stanno proprio a zero.


ULTIM'ORA: Facebook chiude Rimbalza il clandestino. In seguito alle numerose proteste, il social network ha deciso di oscurare il trastullo razzista della Lega. E per Renzo Bossi si è trattato dell'ennesima bocciatura. 'mazza, nemmeno coi giochetti, gli riesce... (24 agosto 2009)

Senza titolo 1624

  VI PIACEVA IL DISCO DOLCE AMORE MIO I SANTO CALIFORNIA ?  :-)


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"Io, Babbo Natale dei bambini meno fortunati"

da  Quotidiano.Net  tramite  msn.it  Guido Pacelli è un Babbo Natale davvero speciale. Conosciuto come l’aggiustagiocattoli, lavora tutto l’...