23.10.21

quando la passione è più forte delle offese federica 22 arbitro donna , trekking per sole donna nasce l'associazione Abbarra

 Lo  so che   nn è l'8 marzo  ma tali storie   non hanno  una  data  fissa  o istituzionalista. Perchè  anche le  donne hanno le  loro storie . 




Concludo il post d'oggi con un altra storia presa da 

Masomah Ali Zada era ancora molto piccola quando i genitori decisero di scappare dall’Afghanistan dei Talebani, che non amano le donne, e non amano nemmeno gli Hazara, il gruppo etnico cui appartiene la famiglia Ali Zada.
Scappano in Iran, ma anche lì la vita non è semplice: non ottengono lo status di rifugiati, non hanno i documenti. Masomah e sua sorella Zahra non possono nemmeno andare a scuola. Sono discriminate e isolate, ma trovano conforto in una vecchia bicicletta usata. Imparano a pedalare, a correre spensierate, a sognare successi talmente impensabili che non hanno nemmeno il coraggio di raccontarseli.
Dopo qualche anno, però, la famiglia pensa che la situazione nel loro paese sia migliorata, e decidono di
tornare a Kabul. All’inizio sembra vada tutto bene: Masomah e Zahra possono finalmente frequentare una scuola vera, fanno sport e le loro doti non passano inosservate. Sadiq Sadiqi, ex ciclista diventato allenatore, fa entrare le due sorelle nella squadra nazionale di ciclismo femminile.
Sembra una favola: Masomah e Zahra ora hanno 17 e 19 anni, e in poco tempo Masomah diventa la più forte della squadra. Indossa un foulard sotto il casco da ciclista, si allena per le strade di Kabul e continua a inseguire quel sogno indicibile: le olimpiadi.
Ma in realtà le cose non vanno affatto bene: andare in bicicletta non è semplice per una donna a Kabul, e così piovono insulti, offese, frutta, uova. E addirittura proiettili. I talebani minacciano le ragazze e il loro allenatore: non vogliono donne in bicicletta. Le due sorelle non vogliono smettere, e continuano ad allenarsi per le strade di Kabul, sfidando divieti e tabù. Finché un giorno Masomah viene picchiata per strada da uno sconosciuto, Sadiq Sadiqi viene rapito. È tutto troppo pericoloso.
Grazie a un documentario prodotto dal canale Arte, Patrick Communal, un avvocato francese appassionato di ciclismo, scopre la storia e le difficoltà delle due sorelle afghane, e si adopera per farle accogliere in Francia, insieme alla loro famiglia come rifugiati. Ci riuscirà nel 2017.
Oggi Masomah Ali Zada è a Tokio, e gareggia nella squadra dei rifugiati.
Il sogno per lei si è avverato.

(Il documentario di Arte si chiama “Les petites reines de Kaboul”, di Katia Clarens, Pierre Creisson, Xavier Gaillard, 2016)

Aiuta un avversario sfinito a tagliare il traguardo della maratona: il veneto Barnaba Barcellona campione di sportività e altri fatti incredibili

 da https://mattinopadova.gelocal.it/regione/2021/10/06/  tramite   google news  


La foto del trentenne vicentino alla corsa di Berlino sta facendo il giro del mondo: «Un’esperienza che mi ha riempito il cuore»

VICENZA. Usando la solita retorica da social, si potrebbe parlare di “foto che ha commosso il web”. E, in effetti, è proprio così. Il ragazzo nell’immagine è Barnaba Barcellona, 29 anni, di Vicenza. Il 25 settembre ha corso la sua prima maratona, a Berlino, concludendola in 4h 4’. Ma qui non parliamo del risultato, non certo da Guinness dei primati, ma del bellissimo gesto del giovane. A 30 metri dal traguardo, accortosi di un compagno che, sfinito, si era accasciato a terra, insieme a un maratoneta inglese ha deciso di sollevarlo con la forza, sostenendolo e portandolo con sé all’arrivo, la porta di Brandeburgo, nell’indifferenza degli altri atleti, che continuavano a correre.

«È stata una esperienza che, al di là dell'aspetto cronometrico, mi ha riempito il cuore» ha detto Barcellona, intervistato dal Giornale di Vicenza, confidando il desiderio di incontrare ancora il maratoneta conosciuto in quei trenta metri di asfalto, «ma ho perso ogni recapito, non ricordo il suo numero di pettorale e non riconoscerei il suo volto».

Per il 29enne, tesserato con la Vicenza Marathon, sarebbe come cercare un ago in un pagliaio, dovrebbe essere l’altro maratoneta a farsi avanti. In ogni caso, resta il bel gesto di Barnaba Barcellona, vicentino, che da quattro anni vive a Copenaghen. Si è trasferito nella capitale danese dopo avere conseguito il diploma all’Accademia di belle arti di Venezia. Adesso studia alla Kea Copanghen school of design and technology.
 da  https://www.ilmessaggero.it/animali/Venerdì 8 Ottobre 2021, 22:04 - Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 07:53



Vomito di balena, tornati alla luce 30 chili di 'ambra grigia': valore 1 milione di euro










Scoperti e recuperati 30 chili di vomito di balena in Thailandia. Il loro valore commerciale ammonterebbe a circa 1 milione di euro. La somma sarebbe stata intascata da un pescatore locale entrato in possesso del pregiato materiale, detto anche ambra grigia, utilizzato nell'industria dei profumi.
La scoperta
Di ritorno dal lavoro un pescatore locale thailandese vedendo uno strano oggetto tra le onde sulla .

spiaggia di Niyom, nella provincia di Surat Thani, nel Sud del Paese, ha deciso di avvicinarsi e lì, dopo la conferma anche del Prince of Songkla University che ha analizzato la sostanza, l'uomo ha trovato la sua fortuna.
L'ambra grigia, una sostanza cerosa solida prodotta nell'apparato digerente dei capodogli, ha infatti un altissimo valore sul mercato ed è impiegata soprattuto nell'industria legata alla produzione di profumi. Narong Phetcharaj, questo il nome del pescatore è quindi entrato nel club dei super ricchi del Paese.
Il vomito di balena
Considerato come un tesoro marino, un vero e proprio oro galleggiante, il vomito di balena contiene un alcol inodore che, una volta estratto, viene utilizzato per stabilizzare l'odore nei profumi facendolo durare più a lungo. La balena durante il processo di digestione vomita questa sostanza che si solidifica e galleggia sulla superficie dell'oceano.


https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/
sottomarino nucleare
Un ingegnere nucleare del Maryland, negli Stati Uniti, e sua moglie sono stati incriminati con l'accusa di aver tentato ripetutamente di vendere informazioni segrete sui sottomarini nucleari americani (nascoste all'interno di cose comuni, come un sandwich al burro di arachidi) a un non meglio precisato Paese
straniero. Il presunto piano spionistico - come riporta il Washington Post - è stato smascherato dall'Fbi che ha teso una trappola ai due coniugi.
Una volta un sandwich al burro di arachidi, un'altra un astuccio di chewingum. Non mancavano di inventiva Jonathan Toebbe, 42 anni, e la sua consorte Diana, 45 anni, i protagonisti della vicenda che li ha visti  sabato scorso finire in manette per intervento dell'Fbi, in un'operazione che, stando alla testimonianza di un vicino di casa, avrebbe coinvolto circa 30 agenti. La coppia si era infatti servita di questi nascondini gastronomici per passare le informazioni a quelli che credevano essere rappresentati del Paese straniero con cui l'ingegnere aveva tentato di mettersi in contatto. Si trattava invece di agenti dei servizi segreti americani.
L'Fbi riferisce che il piano è iniziato nell’aprile 2020, quando Toebbe ha inviato al Paese in questione un pacco di documenti riservati appartenenti alla Marina americana, accompagnandolo con una nota scritta: l'uomo sarebbe stato disposto a vendere manuali operativi, rapporti sulle prestazioni e altre informazioni sensibili relativi alla flotta di sottomarini nucleari americana. D'altronde, Toebbe lavorava come civile per l'esercito dal 2017, dopo essersi arruolato nella Marina. Si occupa di propulsione nucleare navale dal 2012: nello specifico è esperto della tecnologia che riduce i rumori e le vibrazioni del sottomarini, aspetto fondamentale da cui dipende la loro più o meno facile individuazione.
Il pacco è stato rintracciato dall'Fbi, che ha subito avviato l'indagine servendosi di un suo agente sotto copertura. Quest'ultimo si è messo in contatto con Toebbe comunicandogli che pur di ottenere quelle informazioni le avrebbe pagate migliaia di dollari in criptovaluta.
Dopo una prima iniezione di fiducia, costata l'Fbi 10mila dollari, durante l'estate scorsa ha avuto luogo il primo scambio: Toebbe si è recato in una località concordata del West Virginia insieme alla moglie che sembrava - riferiscono gli investigatori - fare da palo durante l'operazione. L'Fbi ha recuperato, comprandola per 20mila dollari, una memory card avvolta nella plastica e nascosta tra due fette di pane in un mezzo sandwich al burro di arachidi. La scheda conteneva informazioni relative a elementi di progettazione e caratteristiche di prestazione dei reattori sottomarini.
L'Fbi ha condotto con Toebbe scambi simili che avrebbero confermato lo schema comportamentale dell'ingegnere: in un altro incontro l'omo ha ceduto altre informazioni al modico prezzo di 70mila dollari - sempre in criptovaluta - nascondendole in una memory card all’interno di un pacchetto di gomme da masticare. I Toebbes dovrebbero comparire in tribunale martedì a Matinsburg, West Virginia.

c'è chi lotta contro le mafie Rachid, il runner Cavaliere della Repubblica che combatte la mafia con lo sport ., c'è chi s'inchina baciandone le mani

 REPUBBLICA  23\10\2021

Rachid, il runner Cavaliere della Repubblica che combatte la mafia con lo sport

Berradi, marocchino di nascita, trasferitosi in Italia a 10 anni, è stato uno dei mezzofondisti più forti della nazionale azzurra. Oggi è impegnato nel sociale e nella diffusione della legalità tra i giovani di Palermo, un'attività per la quale è stato insignito da un'onoreficenza dal Quirinale

PALERMO - La lotta alla mafia si può fare in un’aula di tribunale, nelle stanze di una procura, nelle caserme dei carabinieri o nei commissariati di polizia. Ma la mafia si può combattere anche in una pista di atletica leggera, in un campo di calcio, per strada organizzando una manifestazione sportiva.E’ questa l’idea che da sempre porta avanti Rachid Berradi,


uno dei mezzofondisti più forti che l’Italia abbia mai avuto. A lungo primatista della mezza maratona e finalista nel 10 mila alle Olimpiadi di Sydney, Berradi è nato 46 anni fa a Meknes in Marocco, ma dall’età di dieci anni vive a Palermo.E proprio nel capoluogo siciliano ha trovato terreno fertile la voglia d‘impegno sociale che da sempre lo accompagna. Un impegno del quale si è accorto anche il Quirinale che nel dicembre del 2020 lo ha insignito con una onorificenza al merito della Repubblica. Il presidente Sergio Mattarella ha nominato il suo concittadino Rachid Berradi Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica e, nella motivazione del riconoscimento, c’è tutta la passione sportiva e civile dell’ex azzurro. “Per la sua appassionata cultura per la legalità e per il contributo al contrasto all’emarginazione sociale”.Quando il telefono ha squillato e una voce annunciava di chiamare dal centralino del Quirinale, Rachid ha pensato a uno scherzo. Un attimo, giusto il tempo di capire che era tutto vero e che i suoi sforzi – quelli sociali prima ancora che quelli sportivi – erano stati riconosciuti e premiati. Berradi è appuntato scelto dei Carabinieri ed è in servizio al Comando provinciale di Palermo. Smesse la scarpette chiodate non ha interrotto – semmai lo ha intensificato – il suo impegno per la legalità.Fare l’elenco della manifestazioni alle quali Rachid ha partecipato in prima persona o nelle quali ha prestato il suo volto e il suo nome come testimonial sarebbe praticamente impossibile. Basti però sapere che queste gare, questi avvenimenti, queste corse non competitive hanno avuto sempre il filo conduttore della legalità, dell’inclusione, della voglia di riscatto.E allora è facile spiegare come Berradi sia stato l’ideatore dell’Atletico Zen, una società sportiva che nasce in uno dei quartieri più difficili di Palermo, che con Rachid in panchina ha partecipato al Memorial “Paolo Borsellino” di calcio a 5.ene" E ancora come Berradi sia stato l’anima di una staffetta in memoria di Filippo Raciti, il poliziotto ucciso prima di un derby tra Catania e Palermo. Una staffetta partita dallo stadio della Palme a Palermo, l’impianto di atletica leggera intitolato alla memoria di Vito Schifani, uno degli agenti della scorta di Giovanni Falcone ucciso nella strage di Capaci.Una vittima della mafia, Schifani, come vittime della mafia erano i personaggi effigiati nelle magliettine indossate dai ventiquattro ragazzi di Palermo e Lampedusa che grazie a una iniziativa di Berradi hanno partecipato all’edizione del 2013 del Golden Gala all’Olimpico. Una staffetta simbolica con i giovani atleti che si passavano il testimone ricavato da un pezzo di legno di una delle barche arrivate a Lampedusa cariche di migranti in cerca di un futuro migliore.Un futuro che Berradi sta cercando di dare anche ai tantissimi ragazzi con i quali ogni giorno lavora a Palermo. Ragazzi come quelli del 2013 che, al rientro da Roma, deposero due bandiere tricolori autografate dai big dell’atletica mondiale all’Albero Falcone dove il giudice abitava e in via D’Amelio dove invece Paolo Borsellino venne fatto saltare in aria da Cosa nostra insieme agli uomini della sua scorta.      Esempi di un impegno sociale, di legalità, di senso civico. Gli stessi esempi che Rachid Berradi trasmette oggi ai “suoi” ragazzi, insegnando loro cosa significhi essere oggi cittadini del nostro tempo anche in una città difficile come Palermo. Dimostrando, con i fatti, che antimafia può essere anche dare un calcio a un pallone insieme agli amici o fare una corsa dove, mai come in questo caso, l’importante è partecipare. L’importante è esserci

San Luca, il baciamano al boss della 'ndrangheta arrestato dopo 23 anni

Salutato con baciamano e abbracci da quanti lo attendevano all'uscita del palazzo dove i Carabinieri lo hanno scovato, nascosto in un bunker ricavato al di sopra del camino in cucina. Fanno scalpore le immagini trasmesse dal Tg1 e relative all'arresto di Giuseppe Giorgi, di 56 anni, catturato dai Carabinieri a San Luca nel palazzo dove risiede tutta la sua famiglia. Giuseppe Giorgi, detto "u capra", inserito nell'elenco dei 5 latitanti di massima pericolosità stilato dal ministero dell'Interno, era ricercato dall'agosto 1994 e deve scontare 28 anni e 9 mesi di reclusione per reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanza stupefacenti

                             Quel baciamano al boss latitante omaggiato come un sovrano


“Baciamo le mani”. Chi nel parlare di mafie, non ha mai usato quest’espressione? Sdoganata da film e racconti, è spesso strumento di racconti macchiettistici dei clan. Eppure è realtà. Quando dopo 23 anni di latitanza Giuseppe Giorgi "U capra", boss dei Romeo Staccu con 28 anni e 9 mesi da scontare per droga, è stato scovato nella sua San Luca c’è chi si precipitato ad omaggiarlo proprio così. Perché soprattutto nell’ala militare della ‘Ndrangheta segni e simboli, pesano più delle parole, consolidano un marchio, perpetuano un mito. E il boss, costretto a uscire dal cunicolo in cui si era nascosto calandosi giù come un topo, è stato portato via dai carabinieri mentre la folla lo omaggiava come un re.

l'ennesima aggresione a uno studente di origini straniere non è una notizia, è la fotografia di un Paese senza speranza.

immagine    simbolo presa  in rete  



Leggo dalla bacheca facebook di Lorenzo Tosa una delle poche penne giornalistiche come siu si deve sui social questa news

Torino.

Una studentessa di 14 anni, di origini straniere, iscritta all’alberghiero, viene avvicinata da un compagna all’ingresso della scuola.
Prima le offese: “Neg**, devi tornare al tuo Paese.” “Quelli come te devono morire, neg** di mer**”. Poi i pugni, i calci. Tanti, violenti. Un pestaggio in piena regola, al punto che la vittima
finisce in ospedale con varie lesioni.
Ma la cosa più sconvolgente di tutta la vicenda è che nessuna delle compagne - nessuna - è intervenuta, limitandosi a osservare una coetanea massacrata di botte.
E una terza ragazza che ha osato quantomeno filmare la scena, perché ne rimanesse traccia, è stata a sua volta colpita.No, non chiamatelo bullismo. Questo è razzismo, della peggior specie. Quello che si alimenta ogni giorno degli odiatori di professione e si nutre della violenza degli indifferenti. Il razzismo è il mostro. Ma chi resta a guardare, senza alzare un dito, fa ancora più paura.

per avere maggiori dettagli



da internet un sito a caso tanto riportano la news alla stessa maniera da
https://www.fanpage.it/attualita/ 22 OTTOBRE 2021 16:35
Torino, 14enne aggredita con insulti razzisti da una compagna: “Non copiarmi su Instagram, scimmia” Aggredita con insulti razzisti, calci e pugni davanti alla scuola. Una ragazzina di 14 anni di Torino è la vittima ripresa in alcuni video che hanno fatto prima il giro dell’istituto alberghiero che frequenta e poi quello dei cellulari dei genitori degli studenti. “Mi ha chiamato scimmia – racconta – e mi ha detto che quelli come me devono morire” A cura di Gabriella Mazzeo Picchiata e insultata fuori da scuola per il colore della pelle. Un episodio raccapricciante avvenuto a Torino lo scorso 5 ottobre. A raccontare per primo la storia il quotidiano La Stampa che ha raccolto la testimonianza della 14enne aggredita con appellativi razzisti fuori dall'istituto alberghiero che frequenta. A scagliarsi contro di lei una compagna di scuola ora denunciata ai carabinieri. La violenza è stata ripresa con un cellulare e il video è stato diffuso tra gli studenti fino a raggiungere la madre della vittima. "Non riesco a guardarlo – ha detto la donna -. Sentire quegli insulti nei confronti della mia bambina mi ha fatto male. In tanti anni in Italia non sono mai stata offesa per le mie origini mentre mia figlia si trova a combattere contro il razzismo. Le dico di andare avanti, ma so che non è semplice". "Mi ha chiamata scimmia, mi ha detto che devo tornare da dove sono venuta e che quelli come me devono morire" ha raccontato la ragazzina al quotidiano. "Ero appena arrivata a scuola con le mie amiche quando questa ragazza si è avvicinata a me e mi ha detto di smettere di copiarla su Instagram. "Finiscila o ti ammazzo", questa è stata l'ultima frase. Poi mi ha tirato i capelli e mi ha strappato alcune treccine. Si è seduta sopra di me, schiacciandomi il costato con un ginocchio e ha iniziato a colpirmi". L'autrice dell'aggressione si è poi presentata in ospedale con alcune contusioni alle mani. Al preside ha detto di essersele procurate mentre difendeva un compagno disabile da "atteggiamenti ingiusti della 14enne". La vittima dell'aggressione, però, ha rispedito le accuse al mittente ribadendo al preside che il ragazzo disabile in questione è in realtà uno degli studenti che la bulla prende spesso di mira. "Mio fratello è autistico – ha specificato la quattordicenne -. Potrei mai comportarmi male con qualcun altro come lui?". La ragazzina è stata curata all'ospedale Maria Vittoria di Torino. Una volta tornata a scuola, sarebbe stata ulteriormente minacciata da un'amica della bulla. "Mi ha detto che non era finita lì, ma io non ho paura. Ci sono le mie amiche e io ho le prove di quanto dico. Spero che chi ha assistito non abbia paura di parlare adesso. Quella ragazza terrorizza tutti ed è ora che questa cosa finisca".


22.10.21

un associazione di genitori lancia una petizione online per fermare Squid Game in quanto “violento e pericoloso per i nostri figli”.



Io, invece di chiedere di vietare una serie tv (peraltro già anacronisticamente vietata ai minori di anni
14), mi chiederei perché i genitori non inizino a : 1) non regalare ed non fare usare da soli prima dei 14 anni precocemente celluari o tablet o parcheggiare davanti a internet 2) a se già lo fanno a toglierlo o regolamentare . Non è censurando o vietando una serie che risolveremo il problema della violenza, ma educando i nostri figli. O, perlomeno, è un buon inizio. Infatti io Non credo nella censura  o 
 divieto  ai minori  , mi pare una scorciatoia, una forma di deresponsabilizzazione, un modo per spostare più in là il problema e non affrontarlo, rinunciando a interrogarci come :  padrini  ,   zii o  cugini   (  nel mio caso ),  genitori ed educatori.
Non è un giudizio nei confronti di nessuno, ci mancherebbe, e ogni   uno     di noi  agisce sempre (o quasi) in buona fede, come - ne sono sicuro anche  se  non troppo  - anche i promotori della petizione in questione  .
Da Zio     e  cugino  in secondo  , senza presunzione né certezze assolute, è uno spunto di riflessione che rivolgo a noi tutti, in primis a me stesso. Sperando di lanciare un piccolo sassolino nello stagno di un dibattito necessario.

E'   vero    come  dicono  (  qui  il testo integrale  )        quelli dell'associazione   che  ha  lanciatola petizione  : << [...]  il rispetto delle regole non ha senso se queste non sono applicate su un piano culturale condiviso, sull’insieme di valori e princìpi alla base di una comunità, che non ha più radici, se non qualche hashtag”>>   . Ma  nvece di censurare  o  chiederne il divieto     basta    , come giustamente  fanno   sul  loro sito  ad  alcune precauzioni  
   Ora  come dice  
su Avvenire - Post | Facebook
  • LauRina Inverse
    Squid game è vietata ai minori di 14 anni, se alcuni genitori non sanno controllare cosa guardano i figli o nemmeno usare il blocco famiglia, affari loro. La prossima mossa qual è? Denunciare Rocco Siffredi per atti osceni?
    14
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  • Tale  richiesta   è   inutile perchè  I buoi sono scappati da un pezzo, inutile chiudere la stalla adesso...  Ma  poi scusatemi  
    Non ha nessun senso, è una serie TV non il demonio, piuttosto che vietarla guardatela insieme ai vostri figli e discutetene insieme ! I bambini ed  i  ragazzi     la possono guardare solo se i genitori se ne fregano e non si occupano di cosa guardano  o vengono lasciati    soli come baby  sitter      davanti  al pc   e al cellulare \  tablet   . E  poi cn la  censura  e  con i divieti istituzionalizzati   o  immotivati    Non si risolve nulla con la censura! Piuttosto i genitori devono fare i genitori e saper dire no ai figli ! e  sapersi imporre  . Quindi cari  genitori  se  non  sapete   monitorare i figli o utilizzare un banalissimo strumento come il parental control, e preferite    chiedere     come   soluzione  la censura non fateli i figli se poi non sapete essere presenti. Se proprio  giudicate   tale  serie  tv    totalmente    negativa  e  diseducativa    op  non  siete  in grado di fare  quello   di cui si è parlato  nelle   righe  precedenti  disdicete o  non abbonatevi a  netflix  o  simili   mica  l'ha  ordinato il medico   e  non rompete  ......  le  scatole   a chi vuole  vederla  o   la  guarda  . Ma  soprattutto  evitate  di  farvi  trascinare  dalla  paura    e  dall'ansia      che prendete  cantonate  come  questa  (   Un mio    riassunto  dell'articolo purtroppo a  pagamento  di repubblica  del 22\10\2021
I carabinieri sono intervenuti in una scuola, gli esperti e i genitori hanno lanciato un allarme. Le persone che hanno eccepito, sostanzialmente con mere finalità anticristiane, questo articolo, invece, contestano il "bigottismo". "Mistero" o, speranzosamente, disonestà intellettuale. I carabinieri in una scuola elementare a Roma con un volantino in mano. Sopra, disegnati, un quadrato, un cerchio e un triangolo, i simboli della serie tv. C'è anche
un numero di telefono e un messaggio: "Vuoi cambiare vita?". Il numero
rimanda a un'agenzia immobiliare che sta reclutando personale. Di quei volantini ne avevano trovati tanti, sono sparsi come coriandoli davanti alle scuole, sulle panchine, nei parchi e in qualche cassetta postale. Insegnanti e genitori sono preoccupati. A ragion veduta, visto che piovono segnalazioni su ragazzini che se le danno di santa ragione. I piccoletti in alcune scuole si spingono e si prendono a schiaffi, per imitare il gioco "del calamaro", dello squid. Ceffoni come nella prima puntata della serie, e quando perdono mimano il gesto della pistola, il rumore dello sparo. 

Le sentinelle dei maremoti che controllano le coste , Gli ultimi maestri d'ascia nella terra di Verga ed altre storie

canzoni consigliate
  • la storia - Francesco de Gregori
  • Viva l'Italia - Francesco de Gregori

aveva ragione il poeta lo so che un termine improprio per definire un cantante , un canta autore in questo caso , nonostante l'origine comune ovvero la letteratura , un poeta . Ma certi versi eccome se fossero poesia . Infatti esso dice un una sua famosa ancora oggi canzone : << [...] E poi la gente, perché è la gente che fa la storia\ Quando si tratta di scegliere e di andare \Te la ritrovi tutta con gli occhi aperti\Che sanno benissimo cosa fare[ ...]>>
Ecco quindi che l'italia ( è ancora sua la seconda canzone della play list d'oggi ) è piena di storie di gente che resiste e lotta , che non s'omologa , cerca di coesistere ed convivere con l'ambiente e non solo . Ecco cosa ho trovato questa settimana in giro per la rete


Le sentinelle dei maremoti che controllano le coste
A Capo Teulada si raccolgono 24 ore al giorno i dati sul livello del mare: è la prima delle 6 nuove stazioni di monitoraggio allestite per prevenire il rischio di tsunami
                                        di Ilenia Mura

Il primo mareografo d'Italia è stato installato nel porticciolo di un paese del sud Sardegna, a Teulada, e reso operativo dall'Ispra a supporto operativo della Protezione civile nell'ambito della Rete di sorveglianza operativa, parte fondamentale del sistema di allertamento nazionale per i maremoti generati da sisma (Siam), di cui fa parte anche l'Ingv.


Grazie a questa postazione (la prima di altre sei stazioni presto operative in alte Regioni) si è riusciti a monitorare il terremoto avvenuto il 18 marzo 2021 al largo dell'Algeria che ha causato un'onda anomala che avrebbe potuto provocare gravi danni alle strutture e mettere in pericolo la vita di chi, in quel momento, si trovava nelle acque coinvolte dal sisma. La nuova stazione di capo Teulada segna l'avvio della nuova rete di osservazione del livello del mare nel Mediterraneo







Gli ultimi maestri d'ascia nella terra di Verga
Salvatore Rodolico ha 84 anni: insieme a suo figlio Giovanni costruisce ancora le barche da pesca in legno. Un’antica tradizione che Acitrezza non vuole perdere
                               di Salvo Catalano


Da cinque generazioni la famiglia Rodolico costruisce barche. Maestri d'ascia sin dall'800, oggi a conservare la tradizione sono Salvatore (84 anni) e il figlio Giovanni. Fino agli anni '90 si trattava di pescherecci grandi diverse decine di metri. Oggi il mercato è cambiato e il lavoro scarseggia. Qualche anno fa anche il Comune si è messo di traverso con un verbale da 25mila euro. Ma quando tutto sembrava destinato a fallire, è arrivato l'aiuto di alcuni artisti. Alice Valenti è una di queste e l'ultimo suo progetto a supporto dei Rodolico è una linea di abiti a tema.



Nella riserva dei lupi che non sanno cacciare Dopo lunghe convalescenze, gli animali non possono tornare in natura: a Entracque c'è un centro faunistico che si prende cura di loro di Francesco Doglio


Ad Entracque, in valle Gesso, si trova uno tra i pochissimi posti in Europa dove si può vedere da vicino ll lupo e dove si può conoscere meglio questo animale, spesso mitizzato, quasi estinto a fine '800, ma che dagli anni '90 ha iniziato a ricolonizzare le Alpi italane. Il Centro "Uomini e Lupi" nasce all'interno del Parco Naturale Alpi Marittime proprio con l'intento di dare tutte quelle informazioni e quegli strumenti al visitatore perché si possa formare un'opinione supportata da fatti e scienza sul grande predatore, e abbia maggiore consapevolezza sulla possibilità di un equilibrio tra attività umane e la sua presenza nelle valli.

Il centro, visitabile da chiunque, è diviso in due sezioni. Ad Entracque, in centro paese, c'è un percorso "culturale" dove, attraverso storie e istallazioni, si racconta di come il lupo sia una presenza costante nella cultura alpina e di come è stato raccontato nel tempo. La seconda parte, che abbiamo vistitato insieme al direttore del Parco, è invece un grande recinto faunistico dove vivono alcuni lupi che, vittime di traumi o incidenti, non possono più, per legge, essere rilasciati in natura.

il cibo ed i prodotti locali posso essere l'incipit contro lo spopolamento dei piccoli borghi . il caso fare la festa" alle mele dell’Appenino. di Castel del Giudice, [ Isernia ]

Cazzeggiando in rete e cercano storie \ fatti curiosi per il blog ho appreso che  : Sabato 9 e domenica 10 ottobre i coltivatori di mele e prodotti bio di Abruzzo e Alto Molise si sono ritrovati a Castel del Giudice, un comune italiano di 311 abitanti della provincia di Isernia, in Molise. Fino al 1790 il suo territorio era ancora parte integrante dell' Abruzzo Citeriore secondo quanto risulta dalle Carte della Calcografia Camerale e di Giovanni Antonio Rizzi Zannoni, per "fare la festa" alle mele dell’Appenino.


 Oltre a degustazioni, visite guidate ai meleti e al birrificio agricolo, escursioni nella natura a piedi e in e-bike, esperienze a contatto con le api per grandi e piccoli, raccolta delle mele 



e delle patate viola, c'era  in programma anche l'esposizione fotografica itinerante a cura del fotografo Emanuele Scocchera, spettacoli di divertenti buskers, street band e laboratori.
Tale  manifestazione    è stata un’occasione unica per scoprire il simbolo della rinascita di un borgo che vuole contrastare lo spopolamento delle aree interne dell’Appennino. 

Parliamo della mela di Castel del Giudice, paese dell’Alto Molise ad 800 metri di altitudine al confine con l’Abruzzo, ad un passo da Castel di Sangro Roccaraso. Qui i filari di mele, che si differenziano per eclettiche varietà, occupano circa 50 ettari di superficie. Un tempo in stato di abbandono ed esposti a rischio idrogeologico, questi terreni sono stati recuperati grazie ad un progetto pubblico-privato che ha visto in prima linea il comune e alcuni imprenditori locali.
<< In particolare >>  da quel che siu egge  su  repubblica  del 8\10\2021    l'evento è    <<  nato nel 2003 riqualificando circa 20 ettari di meleti con l’idea di coltivare nel rispetto della biodiversità del territorio, il meleto biologico Melise è diventato motivo di sviluppo per quest’area di montagna a rischio spopolamento. Promosso dall’agronomo Michele Tanno e dalla sua associazione Arca Sannita, il “Giardino delle mele antiche” custodisce, a sua volta, circa 60 varietà di mele dell’Appennino molisano-abruzzese che rischiavano l’estinzione. Tra queste, mele dalle cultivar resistenti alla ticchiolatura, ideali per la montagna. Come la Limoncella, la più antica del meleto, o la Zitella, dal sapore dolce e dal colore giallo con sfumature rosa. Autoctona è anche la Gelata, caratterizzata da alcune parti vetrose, e la Tinella, molto piccola e piatta con la facciata rosa. Oltre alle autoctone, c’è la mela Florina, dal colore rosso, e la Dolorina, dalla forma più allungata e dal colore rosso brillante. Poi ci sono ancora la Primiera, le Golden LasaGolden DelicusGolden OrangeGala SansaGala Galaxi, Fuji kukuRedChiefRed Canada Renette Canada.>>

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