29.10.05

Senza titolo 934



On air Incubus “I miss You”



 


Sono tornata, o meglio il mio pc è tornato.


 


La mia vita è diversa quando lavoro, io sono diversa quando mi immergo in qualcosa che mi prende tanto e quando le giornate sono ancora troppo belle per girare in motorino, io mi sento serena.


 


Leggendo:


“Esiste dolore più grande di perdere ciò che si ama? Esiste qualcosa di più terrificante?”


Emidio Clementi non parla dell’amore verso una persona, ma verso qualcosa di più grande.


È stato così anche per me in questi mesi, quanto male fa vedere i propri sogni e quello che ho fatto e speso frantumarsi attraverso le parole e i modi di una persona che mi ha influenzato troppo, che avevo idealizzato troppo… chi non lo ha mai provato non può capire che trovarsi un giorno a non amare più il sogno che si voleva costruire è qualcosa che distrugge dentro, rende poveri e troppo brutti.


Però ora l’entusiasmo che ormai non conoscevo più lo sto riscoprendo piano piano, ci credo ancora in quello che faccio e in quello che ho speso.


E intendo non mollare.


 


Scusami


 


E oggi pomeriggio, non essendo più abituata ai vecchi miei ritmi, a fine lavoro sono crollata, mi sono addormentata sulla mia scrivania…


 


“Non hai più
altro dominio che la sacralità
di una perdita - l’ultima -
della mia complicità.
erano finte ali
gli sguardi che cercavi,
adesso prova a dirmi chi sei tu


La realtà
che la tua rabbia crocifigge di vittime.


Adesso prova a dirmi chi sei tu.
eran finte ali,
un’illusione immensa,
Se riesci ora pensa chi sei tu.
Una fine in replica”


28.10.05

Senza titolo 933

Far guerra per la pace e` come far l'amore per la verginita`!!

Senza titolo 932


Con l'aiuto di Dio riusciva a mettersi in piedi, e indossata la giacca d'orbace, e si affibbiava il cinturone di cuoio sulla pancia magra: poi andava allo specchio mentre la moglie con un sospiro diceva alla figlia:


"Cerca lo strofinaccio"


poichè Piscitello invariabilmente elargiva uno sputo alla sua immagine marziale


Vitaliano Brancati

Senza titolo 931

 ho riscritto  il post  sulla lecciso  .


 
 rispondo a Will      non  è vero che non tratto più  nella  mia vita prvata  . Aggiungo  alla  riposta   data  al suo commento     che  (  come  è  visibile    anche se dal mio ultimo mio post ) è  chiaro sono confuso e non riuscirei ed  essere chiaro ( anche  se  secondo alcuni  non lo sono mai stato  ) e  non riesco a  scegliere  dal mio archivo  cartaceo cosa raccontarv i e che in misura racontarvelo  . Comunque   coloro che  come   will  chiedono dela mia vita privata   e non s'accontentano dei cenni indiretti che vengono   dagli  altri miei post   saranno presto accontentati

Senza titolo 930


I due volti dell'amore


E’ veramente strana la vita, un grande amore si può trasformare in grande odio. E’ vero che anche questa   profonda avversione è un sentimento e quando c’è ancora odio c’è amore. 
Attraverso l’odio si arriva al distacco ed ecco che magicamente  si rientra in possesso del proprio comportamento. Ogni strada che si percorre ha un inizio ma ha anche una fine, così avviene anche con l’amore e ogni esperienza di vita si trasforma poi in un bagaglio più o meno pesante che ci portiamo dietro le spalle. Un bagaglio di  emozioni, di sofferenze, di gioia e di dolori. Con il tempo queste emozioni si trasformano in ricordi e con essi si riesce a convivere. E’ tutto  talmente strano, qualcuno spiega questo biologicamente ma poiché non tutti siamo biologi e nei nostri sentimenti c’è amore e passione, frammenti di vita che qualcuno semina incondizionatamente senza pensare mai all’altro…a quello  che soffre, a colui che ama. 
Naturalmente è la legge di natura: ogni essere umano per vivere ha necessità di sopraffare l’altro,( il pesce grande mangia il piccolo e così via) ci si nutre dei propri simili, ma questo avviene nel mondo animale e mi rendo conto che gli uomini siamo animali. Ci nutriamo degli altri per poter equiparare o addirittura essere al di sopra in sudiciumi agli altri. Ciò avviene nel lavoro…nella vita di ogni giorno…ma si riesce a convivere, quando avviene in amore scatta una molla perversa, che mai avremmo creduto d’avere. L’orgoglio ferito è veramente una brutta bestia, è una animale feroce che ha desiderio sfrenato di passare da parte a parte e magari rivoltare la lama nella lacerazione che ha dentro per scelleratezza dell’altro e ferire a sua volta fino alla morte. 
Il trattato umano, la spiegazione dell’ esistere.


Silvana




<< l'Amore va inteso come Odio inibito>>.



Paolo Manzelli


Firenze 4/ Agosto 2003



27.10.05

Senza titolo 929

 


Like a Rolling Stone


Once upon a time you dressed so fine
You threw the bums a dime in your prime, didn't you?
People'd call, say "Beware doll, you're bound to fall"
You thought they were all kiddin' you
You used to laugh about
Everybody that was hangin' out
Now you don't talk so loud
Now you don't seem so proud
About having to be scrounging for your next meal
How does it feel
How does it feel
To be without a home
Like a complete unknown
Like a rolling stone?
You've gone to the finest school all right, Miss Lonely
But you know you only used to get juiced in it
And nobody has ever taught you how to live on the street
And now you find out you're gonna have to get used to it
You said you'd never compromise
With the mystery tramp, but now you realize
He's not selling any alibis
As you stare into the vacuum of his eyes
And ask him do you want to make a deal?
How does it feel
How does it feel
To be on your own
With no direction home
Like a complete unknown
Like a rolling stone
You never turned around to see the frowns on the jugglers and the clowns
When they all come down and did tricks for you
You never understood that it ain't no good
You shouldn't let other people get your kicks for you
You used to ride on the chrome horse with your diplomat
Who carried on his shoulder a Siamese cat
Ain't it hard when you discover that
He really wasn't where it's at
After he took from you everything he could steal
How does it feel
How does it feel
To be on your own
With no direction home
Like a complete unknown
Like a rolling stone?
Princess on the steeple and all the pretty people
They're drinkin', thinkin' that they got it made
Exchanging all kinds of precious gifts and things
But you'd better lift your diamond ring, you'd better pawn it babe
You used to be so amused
At Napoleon in rags and the language that he used
Go to him now, he calls you, you can't refuse
When you got nothing, you got nothing to lose
You're invisible now, you got no secrets to conceal
How does it feel
How does it feel
To be on your own
With no direction home
Like a complete unknown
Like a rolling stone?


 


Articolo 31 > Nessuno (1998) > Come Una Pietra Scalciata

Eri la più carina un eterna miss liceo il trofeo per torneo erano i romeo che dietro di te facevano corteo e tu insultavi tutti senza scrupoli indossavi uomini come abiti con la tua bellezza li rendevi deboli servili ed arrendevoli poi quando ti stancavi li buttavi tipo straccio vecchio dei loro sentimenti non ti curavi e amavi solo la persona riflessa nel tuo specchio. Così sei cresciuta giudicando tutto dall'aspetto pensando che la confezione centri con la qualità del prodotto, in base a questo hai scelto i tuoi amici persino il tuo compagno era bello quindi era degno di far parte del regno d'apparenza di cui in testa tu avevi il disegno, era come un sogno vi sposaste a giugno a settembre lui ti mostrò il suo pugno, dimmi ora come ci si sente ad essere insultata ignorata a essere picchiata da una mano ubriaca ora che anche il tuo specchio non ti vuole più vedere ora che la tua bellezza sta nel fondo di un bicchiere dimmi come ci si sente. How does it feel? Dimmi come ci sente. How does it feel? A stare sempre da sola. To be on your own. Nè direzione nè casa. With no direction home. Una completa sconosciuta. A complete unknown. Come una pietra scalciata like a rolling stone. Tu volevi chiudere tutti i diversi fuori su questo hai investito tutte le energie e i tuoi averi ricordo il tuo concetto di straniero dicevi questo non è il posto loro son maleducati sporchi ci portan via lavoro. Difendevi la tua ottusità come un tesoro quello il tuo sentiero che non ti ha portato a sentire che il terreno su cui ogni giorno camminiamo noi non lo possediamo lo occupiamo e non è italiano africano è un dono che è stato fatto ad ogni essere umano i confini le barriere le bandiere sono giunti dopo aiutando l'odio la guerra e il razzismo a fare il loro gioco dimmi come ti senti ora che non ci sono più confini e le frontiere sono aperte e che hai dovuto appendere al chiodo la tua camicia verde la bandiera più non serve ora che hai speso tutto e sei ridotta all'elemosina finalmente sai che non c'è colori razza ma solo anima ora tu sei l'emarginata evitata scalciata ignorata quando chiedi qualche moneta ora che non hai più una proprieta che ti dia un identità sventoli soltanto la bandiera della povertà. How does it feel? Dimmi come ci sente. How does it feel? A stare sempre da sola. To be on your own. Nè direzione nè casa. With no direction home. Una completa sconosciuta. A complete unknown. Come una pietra scalciata like a rolling stone. Tu vivevi in un mondo a parte fatto di tasche piene e di porte aperte madre insoddisfatta della vita e delle tue spalle coperte non avevi mai lavorato per mangiare lo stesso avevi tutto ciò che si può desiderare, giravi declamandoti infelice a gran voce io ti dicevo che eri fortunata ma non ti davi pace il tuo dramma era scoprire chi eri ma quello è il dramma di ogni uomo ed è più facile soffermarvici sopra a stomaco pieno non immaginavi quanto scotta e quanto è dura portarsi a casa la pagnotta ora lo sai dopo che il papi ha fatto bancarotta, avevi il meglio ma non lo hai apprezzato perchè non possiedi niente se niente ti sei guadagnato e dimmi come ci si sente ora che devi sudarti i beni materiali vedi che hai poco spazio per i problemi esistenziali ora che sei una parta del mondo che ignoravi sei diventata una di quelle pietre che scalciavi!
How does it feel? Dimmi come ci sente. How does it feel? A stare sempre da sola. To be on your own. Nè direzione nè casa. With no direction home. Una completa sconosciuta. A complete unknown come una pietra scalciata like a rolling stone

Rimini...

In fondo Rimini è ancora così come la descrive Felloni nei vitellini....sì,i vitellini di Fellone appunto....(F.De Andrè-Concerto con la PFM vol.I)



Rimini(Fabrizio De Andrè)


Teresa ha gli occhi secchi
guarda verso il mare
per lei figlia di pirati
penso che sia normale

Teresa parla poco
ha labbra screpolate
mi indica un amore perso
a Rimini d'estate.

Lei dice bruciato in piazza
dalla santa inquisizione
forse perduto a Cuba
nella rivoluzione
o nel porto di New York

nella caccia alle streghe
oppure in nessun posto
ma nessuno le crede.

Coro: Rimini, Rimini

E Colombo la chiama
dalla sua portantina
lei gli toglie le manette ai polsi
gli rimbocca le lenzuola

"Per un triste Re Cattolico - le dice -
ho inventato un regno
e lui lo ha macellato
su di una croce di legno.

E due errori ho commesso
due errori di saggezza
abortire l'America
e poi guardarla con dolcezza

ma voi che siete uomini
sotto il vento e le vele
non regalate terre promesse
a chi non le mantiene ".

Coro: Rimini, Rimini

Ora Teresa è all'Harrys' Bar
guarda verso il mare
per lei figlia di droghieri
penso che sia normale

porta una lametta al collo
è vecchia di cent'anni
di lei ho saputo poco
ma sembra non inganni.

"E un errore ho commesso - dice -
un errore di saggezza
abortire il figlio del bagnino
e poi guardarlo con dolcezza

ma voi che siete a Rimini
tra i gelati e le bandiere
non fate più scommesse
sulla figlia del droghiere".

Coro: Rimini, Rimini

26.10.05

Al mio amore...

Buonanotte,amore mio....



Se tu mi avessi chiesto: "Come stai?"
se tu mi avessi chiesto dove andiamo
t'avrei risposto "bene, certo sai"
ti parlo però senza fiato
mi perdo nel tuo sguardo colossale,
la stella polare sei tu mi sfiori e ridi no, cosi non vale
non parlo e se non parlo poi sto male

Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
e non lo sai perchè non te l'ho detto mai
anche se resto in silenzio, tu lo capisci da te

Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
non l'ho mai detto e non te lo dirò mai
nell'amor le parole non contano conta la musica.

Se tu mi avessi chiesto: "Che si fa?"
se tu mi avessi chiesto dove andiamo
t'avrei risposto dove il vento va
le nuvole fanno un ricamo
mi piove sulla testa un temporale
il cielo nascosto sei tu ma poi si perde in mezzo alle parole
per questo io non parlo e poi sto male

Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
e non lo sai perchè non te l'ho detto mai
anche se resto in silenzio, tu lo capisci da te

Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
non l'ho mai detto e non te lo dirò mai
nell'amor le parole non contano conta la musica.

Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
non l'ho mai detto ma un giorno capirai
nell'amor le parole non contano conta la musica.


Senza titolo 928


Se le opinioni del Cardinal Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l'Unità dei Cristiani, coincidono con quelle del Santo Padre, è uno schiaffo morale a tutti coloro che hanno tacciato di conservatorismo Benedetto XVI.


Nella mia ignoranza di mediocre cattolico, mi permetto qualche piccola considerazione sull'argomento


I divorziati risposati hanno disatteso alla indissolubilita' del sacramento matrimoniale. Questo per un credente è un dato di fatto. Il problema è come comportarsi con i peccatori. L'essenza del Cristianesimo è nel Perdono, nella consapevolezza della fallibilità umana e della sua possibilità di emendarsi.


Il persistere del divieto di avvicinarsi al sacramento della comunione mi pare contrario a tale principio, mentre il riammettere il divorziato nella pienezza della vita ecclesiale dopo un'adeguata penitenza, come succedeva nel Medio Evo nel caso di ripudio, mi sembra esserne coerente.


Sulla questione dei viri probati, mi permetto una piccola perplessità. Va bene che la miglior scuola è la vita, ma un prete, per essere ordinato, dovrebbe avere una sufficiente formazione dottrinale.


E onestamente vedere una persona di una certa età rimettersi a sudare sui libroni di teologica, mi par complicato


Senza titolo 927


Civiltà vuol dire, anzitutto, volontà di convivenza. Si è incivile e barbaro nella misura con cui ciascuno senta il rapporto reciproco con gli altri. La barbarie è soprattutto tendenza alla dissoluzione. E così tutte le epoche barbare hanno costituito sempre una dissipazione umana, un pullulare di gruppi minimi e tra loro separati e ostili.


La forma che nella politica ha rappresentato la più alta volontà di convivenza è la democrazia liberale.


Essa porta all’estremo la risoluzione di comunicare con il prossimo ed è il prototipo dell’azione indiretta. Il liberalismo è il principio di diritto pubblico secondo il quale il potere pubblico, nonostante che sia onnipotente, limita se stesso e procura, anche se a proprie spese, di lasciar posto nello Stato ch’esso dirige perché vi possono vivere coloro che non pensano né sentono come lui, cioè, come i più forti, come la maggioranza.


Il liberalismo, è necessario ricordare tutto questo, è la suprema generosità: è il diritto che la maggioranza concede alle minoranze ed è, pertanto, il più nobile appello che abbia risuonato nel mondo.


Esso proclama la decisione di vivere con il nemico, e di più con il nemico debole.


Ortega y Gasset


Senza titolo 926


1905. Annus Mirabilis di zio Albert, quando, con una serie di intuizioni, tirò fuori dal cilindro le basi della teoria di relatività, la teoria quantistica e la teoria del moto browniano.


2005. Ad un secolo di distanza, per onorare tale avvenimento, l'Uneco ha proclamato l'anno mondiale della Fisica. Qui l'elenco di tutte le iniziative. E qui degli eventi italiani

Senza titolo 925


Addormentarsi, e sentire e volere che fuori e dentro sia Lisboa.


Che ci sia lui al mio fianco, addormentarmi con la consapevolezza che la mattina dopo mi sarei svegliata e l'avrei visto dormire per poi fare colazione.


Pensieri prima riuscire a prendere sonno, ieri sera...



 


Spero che domani il tecnico non porterà via il mio pc.. visti i capricci che sta facendo...


Intanto mi immergo nel lavoro.


Intanto forse la prima sarà il giorno del mio compleanno e a me non va...


Intanto ho pensato che vorrei fuggire per capodanno... su un fiume.. anche da sola... o non so....


Intanto un giorno ho scritto che volevo una vita in movimento... ma io ce l'ho... è cambiato così tanto.. e anche io sono cambiata...


25.10.05

Senza titolo 924

mentre pubblicavo il precedente post  , mi accingo a cazzeggiare  sul solito it.media.tv   dove   trovo  la news con link  annesso  ( di cui riporto  sotto l'articolo  )   che la " prezzemolo " Loredana  lecciso    ha  fatto  un disco  , ecco  qui il testo  della  canzone che promuove  l'album    che  m'auguro di  no  , diventeròà  il tormentone    nelle radio  e in tv  . l'unico commento  che mi  sento di fare  è  VFNCL , chi se  ne frega    ma vai a zappare    o se  vuoi  rimanere  nello spocchioso  mondo dei vip o  dello spettacolo    non  ci rompere   coglioni .ehm... i cosidetti     con le  tue storie    belle  o  brutte ,  vere  o false  che  siano . altrimenti  : 1) diventi sempore  cìhe non lo  sei già   dal ll'impressione  che  mi sono fatto  come la protagonoista  di " medusa "   di Dylan dog  ( copertina al lato  )  ;  2)    e poi ti dico   : << La vita non è perfetta,le vite nei film sono perfette,belle o brutte,ma perfette >>  come  fa  dire Ligabue  nel   film radio freccia  a un  protagonista   << nei film non ci sono tempi morti,la vita è piena di tempi morti,nei film sai sempre come va a finire,nella vita non lo sai mai !!! [..] >>.  Quindi  Loredana  ( preferisco le  tue sorelle  che non sono invadenti e prezzemole , almeno da quel poco che ho visto   ,  come  te  come  te ) non usare  questi trucchi  per  attirare la tua attenzione , visto che sei incapace  a rinnovartie  a rimmeterti in gioco  e far si che si parli di te  anche  se male  basta  che se ne parla  . Meglio  usa la tecnica del  silenzio   e dello scomparire per un po' dai  media e   dal gossip   soprattutto quello volontario . Ma  fai  si che siano  gli spettatori a chiedersi che fine  ha  fatto  ? e  quindi a far  si  che   possa ritornare  sul video  . Prendi esempio da Arbore  e  Diego cuggia / ( uno degli autori dei testi di celentano ) .   Adesso  eccovi  l'articolo  del   corsera  online  del  25 ottobre 2005 :   A tutto campo sulla rottura della relazione con il cantante pugliese Lecciso: «Romina, puoi riprenderti Al Bano» Loredana debutta con la canzone «Si vive una volta sola». Linda Christian rivela: «Mia figlia Romina ha un nuovo grande amore»  ROMA - «Cara Romina, se vuoi puoi riprenderti il tuo ex marito Al Bano». Loredana Lecciso su «Oggi», alla vigilia del suo debutto discografico, spiega i motivi della rottura della sua relazione con il cantante pugliese. «Al Bano sin dall'inizio del nostro amore si è sentito in colpa con la ex moglie, con i suoi figli, con i genitori e forse persino coi suoi fan. È come se si sentisse bigamo. Io sono sempre stata la bella ragazza perfetta per fare l'amante, o comunque da tenere un po' dietro le quinte, quasi lo imbarazzasse avere una compagna giovane e appariscente». Al Bano e Loredana Lecciso (Olympia) «L'OMBRA DI ROMINA SU DI NOI» - «L'ombra di Romina si è allungata su di noi ogni giorno della nostra storia, anche attraverso i figli. Era come se lei fosse lì con noi: o telefonava e litigava con Al Bano, o scriveva, o faceva chiamare dagli avvocati. Qualche volta è anche venuta direttamente a Cellino. Se mi guardo indietro non so come ho potuto resistere. Romina, hai vinto tu. Riprenditi pure Al Bano. I figli invece li terrò io».NUOVO AMORE PER ROMINA - Romina Power pare invece non abbia nessuna intenzione di riprendersi indietro l'ex marito. Infatti la madre di Romina, Linda Christian, confessa a «Gente» il nome della nuova fiamma della figlia: è Luciano Marocchino, imprenditore, divorziato e con due figli. I due si sono conosciuti a una festa di Armani due mesi fa e da allora non si sono più lasciati. «Sì, mia figlia e Marocchino formano davvero una bella coppia. Lui è l'uomo giusto per Romina: hanno quasi la stessa età e poi Luciano è un uomo libero e affascinante».UN DISCO PER LOREDANA - Loredana Lecciso debutta come cantante. A darne notizia è il settimanale «Chi», che anticipa il testo della canzone, dal titolo «Si vive una volta sola». A firmare il testo è Gianni Belfiore, autore anche di Julio Iglesias. Ora  sia  per  chi  come  me  (  vedere post precedenti  )   odia  il gossip e  nlla maggior  parte   cambia  canale  o  gira pagina nei quotidiani  e settimanali  oppure  a  volte  per  non  essere scambiato  come  un alieno  e  non creare  turbamento  negli amici e conoscenti  ;  ma  anche   per chi  fosse  interessato   ai pettegules \  pettegolezzi  o  alle  false  news  perchè secondo me   si tratta    di questo   un falso scoop  per  rimetersi   sula  cresta dell'onda   e  continuare  a far parlare di se  , lascio  qui    sotto  dei link  presi tramite  copia e incolla   del corsera  che riassumo  le vicende    della  coppia  . Con questo  e tutto  non sò a  che altro dire  ala  prossima  . Voglio concludere questo post  invitandovi ad incazzarvi  o  a compiere un gesto che nel lezzo della tv ( senza ovviamente generalizzare troppo perchè anche se sempre meno qualcosa  è salvabile ) spegnerla oppure  cambiale  canale   gsto che al potere  ancora legato all'odiens  (indici d'ascolto legati alla pubblicità )  da fastidio  . Non fate  che  le non notizie     (come  la maggior parte dei gossip ) diventino news   e  le notizie  ( magari questioni importanri  e scomode  )  diventino una non news  . come questa qua  tratta  dallla rubrica  del quotidiano l'unità  "  fronte  del video  "  di maria novella oppo del 28\10\2005  : << Se  c'è una cosa  di cui non si parla mai in televisione [salvo che quella locale  o i soliti  giornali comunisti  ] questa è la Sardegna. Una cosa che sta inmezzo al mare, con un milione  mezzo di abitanti, 2000 chilometri di coste e 7000 nuraghi più uno, inutilmente falso, fatto costruire da Berlusconi). E finalmente ierimattina se ne è parlato a Ominibus, certo la millesima parte di quanto si parla di Loredana Lecciso (soprattutto a “Porta a porta”), ma pur sempre qualcosa. C’era il presidente Soru,francamente incazzato, che rivendicava i 4 miliardi che lo Stato  deve restituire alla sua isola, regione di centrosinistra, mentre sono
stati stanziati 2miliardi per la Sicilia, regione di centrodestra.Inoltre Soru lamentava che alla Sardegna tocchi l’80% delle servitù militari di tutta Italia. Ma soprattutto era furibondo contro Tremonti (quel gran pezzo di federalista), che non aveva voluto riceverlo. E ancora una volta, la satira ha detto la verità. Infatti Tremonti-Guzzanti ha rivelato l’intenzione di vendere la Sardegna per risanare ilbilancio.Ehagià un acquirente ... >> con questo è  veramente tutto  a  presto


SITI


http://snipurl.com/j1cu                                                                                                                                                                                                                  http://snipurl.com/j1d0                                                                                                                                                                                      http://snipurl.com/j1d1                                                                                                                                                                                                                           http://snipurl.com/j1d6

Grazie a una donna anche nell'Isola si rompe il muro di omertà


Orune. Il sostituto procuratore Passanisi: «Lo scriveranno nei libri di scuola»«Ho visto gli assassini»una donna sfida l'omertà Si chiama Paola Monni la ragazza che per la prima volta si ribella al codice barbaricino


dal www.ilgiornaledisardegna.it


«Lo scriveranno nei libri  di scuola». Così parlò il sostituto procuratore Maria Angela Passanisi commentando il coraggioso gesto di Paola Monni.La ragazza di Orune che con la sua testimonianza ha permesso agli inquirenti di fare luce sul duplice omicidio di Pasquale Coccone, suo fidanzato,e Amerigo Zori, avvenuto in un bar del piccolo centro barbaricino il 4 aprile 2004. MINUTA, OCCHI NERI e capelli corvini, Paola Monni ieri è apparsain aula per l’inizio del processo contro Mario Pala, latitante, ritenuto uno dei due responsabili del tragico fatto di sangue (l’altro, Alessandro Sestu,sta già scontando venti anni di carcere). E per la prima volta ribadisce in pubblico le dichiarazioni rese in Questura a tre giorni dall’accaduto. «Ho visto Alessandro Sestu e Mario Pala che estraevano le pistole mentre entravano nel bar “2000”, dove c’erano Pasquale Coccone e Amerigo Zori». La ragazza ripercorre attimo per attimo quella sera, senza tensandro Sestu che esce dal bar con tutta tranquillità. «Mentre usciva mi ha sorriso e si è infilato la mano nel giubbotto». A quel punto la ragazza scappa, temendo che Sestu possa sparare anche lei. Poi i retroscena dell’omicidio. L’antica ruggine fra Pasquale Coccone e Alessandro Sestu, nata due anni prima in seguito all’uccisione del cavallo di Coccone che riteneva Sestu responsabile dell’accaduto e culminata nel luglio del 2003 con il ferimento di quest’ultimo, con un colpo di arma da fuoco al polpaccio. In mezzo discussioni e minacce. AL TERMINE della deposizione la ragazza resta in aula, si siede nei banchi a seguire il resto del processo. Ascolta anche le parole di Alessandro Sestu che, chiamato a deporre, afferma di non voler aggiungere niente a quanto già dichiarato nei precedenti interrogatori. «Perché ho paura», dice ai giudici. La paura che non ha avuto una giovane ragazza. Forse non verrà scritto sui libri di scuola, ma è la prima  volta che una donna, nella comunità di Orune che molti descrivono come una società matriarcale, non ha armato la mano assassina della vendetta maquella incruenta della giustizia.



FRANCESCO CABRAS


24.10.05

Senza titolo 923


Mi piace!


Il mio nuovo lavoro mi piace.


Stamane appena sono arrivata ho trovato al mio posto una foto di un bocciolo di rosa bianca per me.


Bella!


Mi sento sempre più Grace!


Senza titolo 922






L'UOMO E IL MARE
(I fiori del male - Baudelaire)


Uomo libero, sempre tu amerai il mare! Il mare è il tuo specchio; tu miri, nello svolgersi infinito delle sue onde, la tua anima. Il tuo spirito non è abisso meno amaro.



Ti compiaci a tuffarti entro la tua propria immagine; tu l'abbracci con gli occhi e con le braccia, e il tuo cuore si distrae alle volte dal suo battito al rumore di questo lamento indomabile e selvaggio.



Siete entrambi a un tempo tenebrosi e discreti: uomo, nessuno ha mai misurato la profondità dei tuoi abissi; mare, nessuno conosce le tue ricchezze segrete, tanto siete gelosi di conservare il vostro mistero.



E tuttavia sono innumerevoli secoli che vi combattete senza pietà né rimorsi, talmente amate la carneficina e la morte, eterni lottatori, fratelli implacabili.


A Frida....

Spero che la mia fine sia allegra e spero di non tornare mai più(Frida Kahlo)



Ya me canso de llorar y no amanece
Yo no se si maldecirte o por ti rezar,
Tengo miedo de buscarte y encontrarte
Donde me aseguran mis amigos que te vas.


Hay momentos en que quisiera mejor rajarme
Pa'arrancarme ya los clavos de mi penar,
Pero mis ojos se mueren sin mirar tus ojos
Y mi cariño hoy con locura te vuelven a buscar.


Ya agarraste por tu cuenta la parranda,
Paloma negra, paloma negra donde estaras
Ya no juegues con mi honra parrandera, si
Tus caricias deben ser mias de nadie mas.


Aunque te amo con locura ya no vuelvas,
Paloma negra tu eres la causa de mi sufrir,
Quiero ser libre, vivir mi vida con quien
Yo quiera, Dios dame fuerzas que me
Estoy muriendo por irla a buscar.


Ya agarraste por tu cuenta la par

Senza titolo 921

 
Il magico suono delle pietre che unisce l’arte alla natura    
 
Lo scultore Pinuccio Sciola racconta il suo rapporto con la materia che plasma fino a restituirle la sua anima Ecco perché ogni sua opera suscita suggestive emozioni  

 
 


 


L’artista si racconta a studenti italiani e tedeschi. Tema, il càntico delle pietre. Cortile della grande casa-laboratorio di Pinuccio Sciola, nel cuore di San Sperate: è in corso un incontro di studio. Il grande scultore parla ai ragazzi forestieri come se parlasse ai suoi figli. Narra della musica delle pietre, dell’esperienza di Assisi, del mistero dell’arte, del rapporto con la natura. Era a Monza, Sciola, nei giorni scorsi, nel parco di Villa Reale, davanti alla scuola in cui hanno studiato Nivola, Fancello e Pintori. E’ felicissimo e confida: «Ho provato un’emozione intensa, completata dalla straordinaria accoglienza riservata alle pietre sonore». Stavolta il cronista non deve fare domande: si limita a riportare quelle dei ragazzi, con le risposte dell’artista.
 - Da dove viene l’idea delle pietre sonore?
 «Nasce con me. Fin da piccolo, quattro-cinque anni, impastavo il fango. Quando ne avevo sette-otto ho visto dei muratori che spianavano e squadravano delle pietre. Mi sono detto: se loro riescono a fare questo, perché io non posso riuscire a fare una figura, un viso, una mano»?
 - Allora?
 «Ho rubato un paio di pietre, ho provato con strumenti rudimentali. Ci riuscivo. Poi sono andato alla ricerca delle pietre di San Sperate. Quando sono stato scoperto da Vittorino Fiori, Foiso Fois e dal provveditore agli studi avevo diciotto anni. A casa dei miei genitori non era mai entrato un libro e neanche uno stipendio, io non ho fatto le scuole medie. Sono stato scoperto e buttato al liceo artistico».
 - Scoperto come e dove?
 «In una mostra a Cagliari, alla Rinascente. Oltre al primo premio, mi diedero quattro anni di borsa di studio per riprendere la scuola, il liceo era privato. Mi sono dedicato agli studi. Il dramma è stato dopo il diploma. Mi proposero di insegnare al liceo».
 - Fatto di per sé sconvolgente?
 «Mi sentivo più ignorante di quando vi ero entrato ma si era scatenata in me la voglia di sapere. E mi chiedevo: se rimango cosa faccio, l’insegnante? Ho mandato tutti a quel paese e sono scappato».
 - In quale direzione?
 «A Firenze. Lì ho conosciuto una ragazza tedesca che mi parlava dell’Accademia Internazionale di Salisburgo, la più importante del mondo. Esperienza fondamentale per me. Finiti i corsi, andavo in giro per l’Europa. Dormivo per terra, nelle stazioni ferroviarie. A Firenze avevo lavorato una volta sola il marmo di Carrara, con tutti i santi crismi classici. Rientrato in Sardegna, ho ripreso a lavorare le pietre minori».
 - Come mai? E perché?
 «Per ridare dignità a questo elemento povero. Ho continuato per anni e mi rendevo conto che ogni colpo dato alla pietra era una violenza. Lavoravo pietre di cava, già violentate. Con la presunzione dell’artista cercavo di ridar loro una forma. Ad ogni colpo mi dicevo: si tratta di una violenza in più».
 - Quale rimedio ha trovato?
 «Da allora ho cercato di infierire il meno possibile. Ero conscio di avere un alleato immenso: il tempo, gli agenti atmosferici. Scrissi una sorta di epitaffio. Diceva: mi auguro che le mie sculture un giorno ridiventino parte della natura. Posso farvi vedere opere di trent’anni fa sulle quali i muschi hanno sanato le ferite. Quando faccio dei lavori grandi, per togliere un blocco opero una serie di tagli più o meno paralleli, con lo smeriglio. Agevola il lavoro».
 - Ma questo è basalto, una pietra molto dura. Come si regola?
 «Con il basalto ci vogliono tagli ravvicinati. Passando la mano, sentivo vibrazioni differenti a seconda dello spessore della lama, della profondità, del tipo di pietra. Questa curiosità mi ha portato ad approfondire l’esperienza attraverso incontri con musicisti. Vado avanti con emozioni differenti, tutti i giorni».
 - C’è qualche altro che segue la sua strada?
 «Finora non ho mai saputo che altrove ci sia un’esperienza del genere. Naturalmente tutto questo è possibile grazie anche alla tecnologia. Se non ci fossero state queste lame che permettono di entrare in profondità, probabilmente non sarei mai riuscito a tirare fuori questi suoni».
 - Ci racconta l’esperienza di Assisi?
 «In tutta la mia carriera, una delle cose più emozionanti è stata la mostra di due anni fa ad Assisi. L’architetto Strozzi di Terni, per rifare la piazza assisiana dopo il terremoto, ha girato il mondo cercando le pietre giuste. La figlia, architetto lei stessa, ogni tanto gli diceva: in Sardegna c’è uno scultore che fa suonare le pietre. Il padre, come tutti gli operatori del settore, sa che la pietra è muta. E mandava sua figlia a farsi friggere».
 - Com’è che invece vi siete conosciuti?
 «Qualcuno ha insistito, facendoci incontrare. Io sono arrivato con la documentazione: video, sonora e cartacea. Quest’uomo è rimasto impressionato. E mi ha detto: parlerò subito col Padre custode di San Francesco, ma scrivi anche tu una presentazione».
 - E lei cosa ha fatto?
 «Ho scritto una lettera direttamente a San Francesco, saltando qualche intermediario». “Caro San Francesco, quando parlavi all’acqua, ai fiori e alle stelle, la pietra stava ad ascoltare in silenzio. Quando hai composto Il cantico delle creature tu non hai mai parlato delle pietre. Grazie all’intuizione di un artista e alla tecnologia, ora la pietra vorrebbe che si ascoltasse la sua musica nella tua piazza e nella tua chiesa. Tanti saluti, Pinuccio Sciola”. Molti ironizzavano: San Francesco ti ha risposto? Replicavo: guardate questa piazza piena di pietre, più risposta di questa! Ma la cosa più bella è stata un’altra: ci hanno fatto fare un concerto nella basilica superiore: quella con gli affreschi di Giotto. Alla fine i frati hanno voluto una mia scultura accanto alla tomba di San Francesco. E mi sono ritrovato in compagnia di Giotto e di Simone Martini».
 - Reazioni particolari di chi ascolta per la prima volta le pietre che suonano?
 «Sì. Un mio amico che non c’è più, il giornalista della Rai Dino Sanna, venne qui con la famiglia e il giorno dopo mi scrisse una lettera. “Carissimo Pinuccio, da quando ho ascoltato i suoni delle tue pietre la mia vita è sconvolta, non posso più guardare una montagna o un nuraghe senza pensare che al suo interno c’è un suono represso”. Noto un grande interesse a livello di musicologia. A Lussemburgo, l’altro anno, ho fatto una mostra e tre compositori hanno utilizzato i suoni delle pietre per le loro composizioni, lì, ai musei. Ma c’è una domanda che mi fanno tutti e che oggi nessuno mi ha fatto: come nascono i suoni».
 - Ha già risposto prima.
 «Era una risposta tecnica. Sentimentalmente, i suoni nascono nel silenzio della campagna quando cerco le pietre. Quello è il momento più importante. Ricordo un episodio: nelle campagne tra Uras e Mogoro. A una decina di metri da me ho visto una pietra e mi sono bloccato. Sentivo dei suoni, un’emozione incredibile. Mi sono avvicinato, ne vedevo solo una parte. L’ho girata, accarezzandola. Si è instaurato tra noi un bellissimo rapporto d’amore. L’ho portata in segheria. Quando ho finito di lavorarla con l’acqua, l’ho messa ad asciugare e l’ho accarezzata di nuovo per sentire i primi vagiti».
 - Ecco una paternità sui generis!
 «Sì, molto molto profonda. Qui vengono tante scolaresche. Ne è venuta anche una da Iglesias, seconda elementare. Una bimba mi ha chiesto: come ti sei avvicinato all’arte? L’insegnante l’ha rimproverata dicendo che la domanda era stupida, nessuno si può avvicinare all’astratto. Ma io ho risposto alla bambina».
 - Che cosa le ha detto?
 «Mi sono avvicinato all’arte come ognuno di noi si avvicina ai suoi genitori, fratelli, sorelle. Anch’io ho due sorelle: con la più piccola ci gioco e le regalo le caramelle: si chiama Pittura. La sorella grande è molto più severa: si chiama Scultura».
 - Lei ha fatto mostre dovunque. L’accoglienza è diversa secondo il luogo, o l’animo umano è sempre il solito?
 «I commenti sono sempre entusiasti. Il suono delle pietre lascia tutti stupefatti». Il cronista lo ricorda nel nord della Germania, in una “settimana sarda”, ottobre 1988. Amburgo, città fresca: nessuno sorrideva mai prima delle quattro del pomeriggio. C’era anche Maria Carta, bellissima e triste. Vedendo le pietre di Sciola - non ancora sonore - e ascoltando Maria, i tedeschi iniziarono a sorridere fin dal mattino.


 


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 Noi, ospiti nel giardino della musica   
L’esperienza della professoressa Manconi nel laboratorio di S. Sperate


  
 


SAN SPERATE. La professoressa Giovanna Manconi accompagna i ragazzi stranieri e i suoi alunni al laboratorio all’aperto di Pinuccio Sciola e dice: «Insegno lingua e letteratura tedesca al Deledda di Cagliari. Siamo tornati dall’artista: ogni anno rinnoviamo il gemellaggio tra la nostra scuola e un ginnasio di Sarbrucken, nel Sarland, vicino alla Francia. In questa scuola, tra l’altro, Pinuccio ha fatto una mostra di grande successo».
 «I ragazzi imparano a conoscerlo: ormai è quasi una tradizione, torniamo qui e siamo accolti dall’artista che ci fa vedere le sue opere. Gli studenti lo intervistano e cercano di capire l’idea di base della sua concezione artistica. Oltre al giro per il paese-museo e tutti i murales, studiamo la sua opera e ne registriamo l’evoluzione».
 Da quanto tempo ritornano qui, gli studenti del Deledda? Giovanna Manconi: «Da cinque anni. Scopriamo sempre qualcosa di nuovo: i ragazzi cambiano, le generazioni si evolvono, le domande sono diverse. Gli interessi diventano sempre più profondi».
 Ma non sarà perché pure lui si rinnova? Questa storia delle pietre che suonano è un bell’incantesimo. Suonano anche le foglie sotto la pioggia, le fronde attraversate dal vento o colpite dalla grandine. Però quelli sono suoni già emersi, mentre la pietra era un suono sepolto. O, forse, non è così?
 Annuisce, la professoressa di tedesco: «Pinuccio Sciola è riuscito a tirare fuori i suoni. Un’impressione bellissima l’abbiamo avuta l’anno scorso: nel suo giardino delle pietre stavamo seduti all’ombra, i nostri ragazzi facevano merenda, ad un certo punto alcuni di loro si sono allontanati. Tutto a un tratto abbiamo sentito questi suoni bellissimi. Erano gli studenti che giocavano con le pietre. Un concerto».
 Ogni pietra è uno strumento musicale diverso? «Ci son pietre che hanno un suono, altre ne hanno uno più cupo», osserva la Manconi.
 «Stando seduti lì ci è arrivato un concerto eccezionale. Io sono capitata qui l’anno scorso. C’era un maestro che tentava di riportare, nella chiesetta qui vicino nel paese, il suono della pietra nello spartito. Diceva: c’è bisogno di due spartiti complementari proprio perché la pietra si presta a diverse sonorità. Sappiamo che Sciola ha fatto suonare maestri veri e propri, ad Assisi, e ne è risultata una serie di concerti di alto livello».
 Interviene lo scultore: «Se Michelangelo avesse usato una di queste pietre, il suo famosissimo Mosè avrebbe avuto la parola».
 
 
 
 


 

Senza titolo 920

" E' strano quanto alle donne manchi il contatto con la realtà.
Vivono in un mondo tutto loro, e non c'è mai stato nulla che gli somigli, né mai ci potrà essere.
E' troppo bello e se mai riuscissero a realizzarlo, andrebbe in frantumi prima del tramonto.
Qualche dannato fatto con cui noi uomini abbiamo felicemente convissuto fin dal giorno della creazione salterebbe fuori a mandare tutto all'aria."

Questo dici di me con i tuoi amici, tra una birra e l'altra, mentre guardi il largo.

”Là dove il cielo e il mare sono saldati senza giuntura nello spazio luminoso e le vele conciate delle barche sembrano immobili.”

23.10.05

Senza titolo 919


  Come promeso   come mi promettevo nel post precedente   continuo ad informarvi   sulle news   e sul clima che si respira   qui in paese  nell'atesa che vengano a girare gli esterni di frontiera 


  dalla nuova sardegna cronaca di olbioa \ gallura del 19\10\2005


«I provini, contro la timidezza» Una giornata con gli aspiranti attori di «Frontiere»  


 TEMPIO. Tanta passione per il cinema non se la sarebbe immaginata nessuno. Alle prove tempiesi per il casting di «Frontiere», fiction che la Rai girerà nei prossimi mesi in Sardegna, si sono presentati ottocento candidati. Un piccolo universo sommerso di aspiranti attori allettati dalla prospettiva di entrare almeno una volta nella vita nel mondo sintetico di un set. Tra gli 800 aspiranti attori (quasi in equa misura divisi tra maschie femmine, con una nutrita partecipazione di bambini) c’erano proprio tutti: dallo studente cui tornerebbe comodo il compenso giornaliero previsto per i ruoli di comparsa, alla casalinga che pregusta con piacere tutte le scene del backstage, a quanti hanno già fatto esperienza di teatro e piccolo cinema. Un motivo d’interesse, tale da scatenare tanta passione per il cinema, è anche la presenza nel cast di Fabrizio Gifuni, attori che molti ricorderanno nei panni del De Gasperi di Liliana Cavani e che sul set tempiese farà la parte di un tenente piemontese trasferito dai suoi superiori nella Sardegna dei primi del Novecento. L’unico dato negativo è stata la partecipazione piuttosto carente di anziani, ma Franco Bernini, regista di «Frontiere» e uomo di cinema dalle mille risorse, saprà come rimediare. Quasi sicuro di avercela fatta e di rientrare nell’elenco delle circa cento comparse che verranno scelte è chi sa andare a cavallo. La parte di canovaccio della fiction che sarà girata a Tempio prevede, infatti, scene con militari a cavallo.
 Là dove ci sono militari e carabinieri dovranno esserci anche dei banditi. Lo prevede, d’altronde, il romanzo («Caccia grossa»), al quale la sceneggiatura curata da Marcello Fois s’ispira. Per il casting potrebbero allora servire figuranti con facce truci e profili poco rassicuranti, visi da popolano per le scene da mercato e esperti cavalieri. Sono previsti quindici giorni di lavorazione tra dicembre e gennaio. Come si usa dire in questi casi, le location saranno due degli angoli più caratteristici del centro storico: piazza S. Pietro e via Roma. La scelta è il risultato di un sopralluogo fatto da Franco Bernini nelle scorse settimane, dopo che i suoi collaboratori, mandati in avanscoperta, avevano già preso le misure al futuro set di «Frontiere», film che, girato tra Tempio e Nuoro, sarà diviso in due puntate e proposto dalla Rai nel prossimo palinsesto televisivo.
 C’è da dire che la grande affluenza di aspiranti attori ha sorpreso un po’ tutti. Anche perché quella che domenica ha preso d’assalto il palazzo degli Scolopi non può dirsi una folla di cinofili di razza. «Essere qua e provare a mettersi in gioco - ha dichiarato una delle candidate - è la molla che mi ha spinto a vincere la timidezza». «E se poi - le hanno chiesto dovessi realmente farcela?» «Allora - ha risposto con la sicurezza di una che calca da una vita le scene del jetset - il prossimo passo sarebbe Hollywood e un ruolo da prima attrice al fianco di Tom Cruise».
Giuseppe Pulina  
 

Senza titolo 918


by  G. D'allorto


Rinascerò...


 sorriderò...


 gioirò...


Il mio cuore come un serpente


 ha sfilato la sua veste ed ora


la vedo ai miei piedi


 colma di ferite.


Ardirò con essa i ricordi disgustosi


mi scrollerò l’anima inquieta


dall’attesa di un tuo ripensamento.


-         finalmente sarò viva –


amerò…


farò mia, la luce del sole…


migliaia di  stelle brilleranno per me…


La mia carne, rosea e profumata


amerà ancora.


La neve dal mio cuore s’è sciolta.


Il mio corpo adorno di fiori


vedrà la primavera….


il caldo dell’estate…


nuove stagione di  dolcezza


- rinascita -


La farfalla non vive bene


 all’ombra…


la farfalla vuole luce


volerà sulla corrente delle opportunità


- sul mio corpo -


germoglieranno


 splendori


____________


Silvana


 

Senza titolo 917


[Pensieri notturni]


03.00:


“Sembri fragile ma in fondo sei forte, i colpi duri li sai incassare”


E allora perché essere triste?


Se ci sono comunque degli amici, del vino e tante parole.


Sentirne la mancanza è assolutamente normale, è ancora poco il tempo…


“Tante cose belle e nuovi posti da vedere per te”


Forse parlo per effetto del vino, o forse per voci e parole sentite e lette.


Ma guardare avanti non è poi così tanto male, solo forse un po’ dura.


“Intorno ci sono tante persone..”


Vero.


 






 Una bella telefonata ieri, una bella cena ieri, un’altra bella telefonata ieri, una bella uscita ieri e tanta compagnia ieri…


Spero che oggi questa tranquillità duri…


22.10.05

Senza titolo 916

Hanno paura... tanta. Nei loro impeccabili doppiopetto hanno paura. La mafia ha deciso che le vecchie regole del gioco non le segue più, che si ammazza alla luce del sole con chiari intenti politici. E finalmente vedo politici sinceramente affranti per il delitto verificatosi durante le primarie, in mezzo alla gente che andava a votare. In molte regioni del belpaese (che di veramente bello ormai ha solo i monumenti, se non venderanno pure quelli) lo Stato è solo una propaggine di cosa nostra (e la mia di certo non fa eccezione). Nei paesini dell'entroterra, in alcuni quartieri della mia città, la parola Stato non ha alcun significato. L'ho visto, luoghi  in cui se indossi la cintura di sicurezza ti fanno casini, e se giri in motorino devi toglierti il casco per farti vedere bene in faccia.

La voglia di dichiararsi impotenti è forte. La voglia di cambiare anche.

E scusate la retorica.

Senza titolo 915


Rimani ferma anche quando l’acqua non corre più, ritorni a disegnare finchè all’una di notte non ricevi una telefonata del tuo exex , di ritorno dall’uscita con la sua attuale,che ti chiede di andare a prendere qualcosa con lui al bar… rifiuti, e poi con semplicità lui ti chiede consiglio sul regalo che deve fare alla raga per la laurea… MA CHE CACCHIO VUOI DA ME???


 


Ieri sera ho ascoltato ripetutamente Dormi dei subsonica.. mi piacerebbe se qualcuno…


 


STREPITOSA… questa è la parola che mi gira nella mente, è così che mi ha definito una persona che mi conosce… ma lo sono davvero?


 


Ho passato il pomeriggio con un’amica che non vedevo da una vita, sono stata piacevolmente bene!


 


Buona serata a tutti!


Senza titolo 914

Cari amici\che
Nel momento in cui scrivo il  blog il nostro blog festeggia 30.000 visite . La nortizia è positiva in quanto dimostra come il blog stia tenendo testa alla crisi   che  stanno affrontando i blog ( vedi  chiusure  o  lungo periodo di innattività ) . Ora che succederà ? .Ora mi chiedi  se coloro che invitati a scrivere e non hanno aderito o lo fanno solo nei commenti oppure coloro che invitati hanno scritto un solo post o nessuno si precipiteranno con aumentato entusismo per via della lunga astinenza ? e  chi invece scrive di più si disintossicherà dalla cdv dipendenza . Credo che l'unica risposta  sia  Chi vivrà vedrà . Ma  fortunatamente  i  vostri scritti e i vostri commenti , anche se sempre più radi e le vostre email sembrano comunque positive tanto da farmi vincere la sfiducia che   stavo passando davanti  ai post senza commenti    e quindi  continuare a tenerlo aperto . Maa ora basta con le celebrazioni altrimenti finisco per lodarmi troppo e come ben sapete un noto proverbio dice  chi si loda s'imbroda  o peggio si  finisce  per fare  come miles Pirgopolinice,
il  protagonista  di  MILES GLORIOSUS( Il soldato fanfarone) di Tito Maccio Plaut Plauto  . Questo numero post  racconterà una storia di un frate  ( anzi ex )  francescano che  scelse  come  alcuni poreti ( alcuni rientrati nei ranghi  , altri scomunicati o sospesi a divinis ) che  in quel  periodo  preferirono stare   fra gli operia ovvero   finire  con  l'essere etichettati  o peggio bollati  come  preti operai o  ( vedere  riquadro  )  a sinistra )  o  cattocomunisti . Egli   fu uno di quelli  che  no rientrò nei ranghi  e  che scelse di stare affianco dei << minores >> i lavoratori . Infatti  quando gli venne imposto di rientrare in concvento si rifiuto e venen espulso dall'ordine . Era  un prete scomodo  infattoii in una  serie  d'inconri   di battito tenuti  a  nell'ottobre  1995 dal mtitolo   IN PRINCIPIO ERA LA COSCIENZA    disse : nell'intervento  del 27\10\1995  uno dei  suoi ultimi discorsi   << Tra coscienza ed appartenenza si intravede facilmente una quasi inevitabile convivenza ma convivenza con possibili, anzi probabili, frizioni. Anche il linguaggio manda avvertenze piuttosto chiare. Con-scienza dice attivita' di conoscenza,di consapevolezza. Con particolare riferimento (il vocabolario non e' insensibile a filosofia, teologia, psicologia ecc.) a se stessi come complesso di potenzialita', volonta', giudizi, sentimenti. Coscienza, in definitiva, come responsabilita'; fedelta' a se stessi; diritti-doveri inalienabili; l'io profondo e piu' esigente... Appartenenza, invece, rimanda ad un collettivo (famiglia, lingua, cultura, religione...) nel quale l'individuo si colloca ma al quale l'individuo e' anche vincolato (ad e pertinere, cioe' "appartenere a" o "essere proprieta' di"). Insomma quasi due poli opposti: uno con attrazione sul singolo e la sua singolarita'; l'altro calamitante alla conformita' nell'insieme. Gibran scompone questa associazione tra coscienza ed appartenenze e prospetta la coscienza come luogo dell'unica vera appartenenza: "Credo che vi siano al mondo gruppi di persone e individui che sono affini indipendentemente dalla razza. Dimorano nello stesso regno della coscienza. E' questa la parentela, semplicemente questa" (Le parole dette, Paoline, Milano 1994, p. 48).Facile cogliere echi o assonanze con Gesu' di Nazareth: "Mia madre e i miei fratelli sono quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica" (Lc. 8, 21). Dunque: coscienza ed appartenenze. Con particolare attenzione - e spazio - alle appartenenze religiose. Segno alcuni passaggi. Senza pretese. Soltanto qualche considerazione, magari intorno all'ovvio, ma di uno che non vorrebbe svendere o lasciare appiattire quanto - e non come eccezione ma come regola - gli e' stato dato in esclusiva e in esclusiva gli viene richiesto.(...)  >>   continua qui   dove trovate  anche  gli altri interventi   . Ora un libro  , di cui prongo  un articolo  tratto dall'unità  del 22\10\'05 di recente  pubblicazione  racconta la  sua  storia . Il libro  s'intitola  "" mai dire fine " è che racconta la sua storia è uscito postumo .Per  chi volesse  ordinarselo  può o contattare  uno dei distrubutori qui l'elenco  oppure si puoì anche  scrivere una email alla casa  editrice  ordini@ilpozzodigiacobbe.com indicando titolo, isbn del volume scelto ( ISBN : 88-87324-71-9 )  e indirizzo a cui si  vuole ricevere la merce  . Ops   mi sono accorto  che il  giornale   in cui ho letto la storia  è a  pagamento  . se trovo  qualche anima pia che mi mandi l'articolo dell'unità di oggi ( 2|X|2005) lo riportero  o con un nuovo post  o  nell'aggiornamento   di questo post  .  Accontentatevi di questi riferimenti  che riporto qua sotto 


                                                                                                                                                                                     http://snipurl.com/iuvh                                                                                                 http://snipurl.com/iwbi                                                                                                                                                       http://snipurl.com/iuvj                                                                                                                                   


  

Senza titolo 913

incredibile   ma  vero   ho  letto  in internet questa  notizia incredibile  che qui  vi ripropongo  . Essa  è   comica se cosi  fose  mi chiedo  : ma  allora    tutti  i grandi media dovrebbero  invitare  gli utenti ad accedere poco  nei loro   siti o portali  . l’editoria italiana di questi ultimi anni può succedere di tutto, anche che un giornale sia costretto a chiudere perché ha troppi lettori. La  cosa  è  proprio   E’paradossale, ma purtroppo è quanto succede a La Gazzetta Web (http://www.lagazzettaweb.it) che chiude con il numero di oggi, e dalla fine di questa settimana non sarà più visitabile perché l’alto numero di contatti ha fatto scattare un aumento delle tariffe insostenibile per il giornale. E così il mondo dell’informazione perderà una voce importante e storica dell’editoria on line. Dalla sede della redazione torinese, Rita Rutigliano, fondatrice e direttore del settimanale dice: «Non so se e quando riusciremo a riprendere le pubblicazioni. A spingerci in una strada, per il momento senza uscita è stata, prima ancora del perdurare di una situazione che continua a vederci lavorare strenuamente in pura perdita economica, una notizia piovutaci addosso poche settimane fa: per rinnovare il contratto annuale, il server in cui è allocato il sito della GW esigerebbe una cifra molto, ma molto, più alta di prima». L’impossibilità di sostenere i costi di gestione ha portato quindi alla chiusura della testata giornalistica che da sempre fornisce un servizio informativo totalmente gratuito che comprende la rivista pubblicata in rete, la raccolta completa degli articoli in archivi liberamente consultabili così come il centro di documentazione costruito in sei anni di attività. «“la Gazzetta Web” – dice Rita Rutigliano- non ha mai avuto alcuna forma di sostegno né pubblico né privato. Contando soltanto sulle proprie energie e sull’autofinanziamento, ha tuttavia prodotto una considerevole mole di lavoro e migliaia di documenti relativi ai settori su cui maggiormente punta i suoi riflettori». Il successo di un giornale completamente autogestito sta nei numeri: più di 50.000 lettori, decine di Paesi d’accesso, oltre 3.700 iscritti alla newsletter settimanale, un archivio con oltre 3.300 documenti in rete. Ma questi numeri evidentemente sono una delle cause dello stop, dovuto anche al fatto che il sito non ha sponsor. Nel 2004 la Gazzetta Web ha vinto, per la categoria Internet, il primo “Premio Internazionale Turismo Torino” e quest’anno, come nel precedente, si e’ classificato fra i “Siti eccellenti” per la categoria “Informazione”, nel concorso nazionale “Donna” e’ Web/Premio Web Italia 2005. «Il responsabile dei servizi Internet – prosegue Rutigliano - mi ha fatto sapere che l’aumento sarebbe dovuto al fatto che il nostro sito “è ormai arrivato alla dimensione di un portale in tutti i sensi, soprattutto se analizzato dal punto di vista del numero dei visitatori e delle richieste”. Alle brutte notizie – si sfoga il Direttore de La Gazzetta Web - il nostro interlocutore ha poi aggiunto alcune considerazioni personali, sull’appetibilità di un sito come il nostro per inserzionisti che pagherebbero una cifra per pubblicizzare le loro attività». Sembra però che di inserzionisti il settimanale finora non ne abbia trovati malgrado la continua ricerca «si è rivelata perfettamente inutile la pubblicazione di annunci a proposito della disponibilità di spazi e strumenti promozionali – dice ancora Rutigliano- non vi hanno dato alcun peso neppure le molte realtà, grandi e piccole, delle cui iniziative abbiamo ripetutamente scritto sulle pagine della GW. Inoltre, impiegando anche per questo tempo e risorse finanziarie, abbiamo vanamente interpellato centinaia e centinaia di possibili inserzionisti. Ma tutto è risultato inutile». Nel momento difficile della chiusura del settimanale, Rita Rutigliano non vuole però darsi per vinta «perché – dice- il numero degli accessi al sito web e il plauso dei lettori ci incoraggiano e vogliamo continuare a realizzare la rivista come un servizio aperto a tutti. Ci piacerebbe, anzi, riuscire ad aumentarne le pagine incrementando la pubblicazione di articoli, sviluppando nuovi progetti, allargando il ventaglio delle rubriche per coprire altri ambiti tematici segnalatici attraverso i molti messaggi che quotidianamente giungono in redazione».

Senza titolo 912

Nel Silenzio so che ascolterò


echi di voci e fruscii di vesti...


Ed io


nascosta tra le colonne di questa Attesa


mi figurerò i tuoi Occhi ed il tuo Sorriso.