5.2.15

ma noi italiani siamo maschi allupati visto che ci piace il sesso e la pornografia


avevo  ragione    . Oltre  che   nelle  droghe legere  e pesanti ( anchese   secondo alcuni puristi tali distinzioni   non va bene  )  in altri paradisi artificial  e legali    come l'acool

  vignetta 

  cerchiamo  il nostr evadere   nel sesso  e, secondo alcuni  ( vedi discussione sotto  )  nella  pornografia 

oltre  che nel cibo    e   nel  complottismo 

avevo ragione quando dico ( e i matusa mi dicono che sono un caffone o uno che parla per frasi fatte \ slogan , stereotipi , luoghi comuni , ecc  ) tira sui media di più un pelo di ... o i post di gossip che un bambino che muore . Infatti  Infatti un post pubblicato qui  sul blog  (  http://goo.gl/W3FZHl ) ho ricevuto  cosa  che non  mi succede  , se  non raramente  , con i post  normali ,    più di  100 visualizzazioni   in due  giorni  .
Infatti  oltre  che   :  nelle  droghe legere  e pesanti --  anche se   secondo alcuni puristi tali distinzioni   non va bene  -- in altri paradisi artificiali   e legali  in particolare  l'acool  , il calcio, oltre  che nel cibo    e   nel  complottismo 


 c'è  il Sesso      sia  erotismo che  pornografia  come dice  questo interessantissimo articolo   di  http://www.diggita.it/
Tutto di     è testimomniato  da  :  1)  da  questo  video parodia scelto fra i tanti     della saga  di fantozzi  più precisamente    fantozzi  il ritorno 1996   ( allora andavano molto i telefoni erotici e mlto , sottoscritto compres , ci cascavano )


2)   questa   discussione   avvenuta   sulla mia bacheca  i  cui commentavo    del perchè dell'alto numero delle visualizzazioni a tale mio post  e del perchpècerte  categorie di dagospia siano molto seguite 

  • Eleonora Casula è questione di uso di parole chiavi....escort tiene molto poi lo leggo
  • Loredana Ines Maria Morandi Beh.. se tu ci pubblichi pure il porno, ci credo che ti vengono gli utenti..
  • Giuseppe Scano non sapevo che una news fosse porno Loredana Ines Maria Morandi
  • Loredana Ines Maria Morandi Giuse... se ci metti di quelle foto lo diventa..
  • 4.2.15

    Jazzista ( Gilad Atzmon ) ebreo anti-sionista: e a Londra gli annullano il concerto Libre - Non può suonare in città, perché è un ebreo che non perdona Israele per i crimini commessi contro i palestinesi

      d'argomento simile  e di censure  dovute alla paura     vi puo' interessare    quiesto mio precedente 
    post  :

    lo so che    tale evento   avvenuto  più di un mese  fa ,  ma  i media   maitream e non  erano , anzi eravamo tutti presi  da  #JESUISCHARLIE

     dalla pagina  facebook INFORMAZIONE LIBERA che riprende l'articolo di http://www.libreidee.org/


    Jazzista ebreo anti-sionista: e gli annullano il concerto



    Non può suonare in città, perché è un ebreo che non perdona Israele per i crimini commessi contro i palestinesi. Tutto ciò, a prescindere dal fatto che nella sua musica – il jazz – non vi sia traccia delle sue opinioni politiche, peraltro nobili. Tanto è bastato, in ogni caso, per fargli saltare un concerto nel cuore della civilissima Europa, quella che a Parigi ha appena celebrato il lutto per il martirio civile dei vignettisti di Charlie Hebdo. La vittima in questo caso è un musicista di origine israeliana, Gilad Atzmon (  foto  sotto a  destra  ) e il paese non è la Francia ma la Gran Bretagna. Il jazzista, racconta il quotidiano israeliano “Haaretz”, doveva esibirsi il 15 gennaio al Bonington Theatre di Arnold, un sobborgo di Nottingham. Ma a fermare lo spettacolo è bastata una lettera aperta, sottoscritta da 13 sudditi di Sua Maestà e indirizzata ai dirigenti del teatro: impossibile, secondo i benpensanti, consentire al musicista di esibirsi. Atzmon ma punito nel modo più arcaico, con la censura del silenzio, solo perché professa opinioni non allineate alla teologia politica del mainstream occidentale sionista, secondo il quale Israele ha sempre ragione.
    Insieme alla sua band, “The Whistle Blowers”, il sassofonista avrebbe dovuto esibirsi nel teatro della cittadina inglese, scrive “Haaretz” citando il “Nottingham Post”, in un servizio tradotto da “Come Don Chisciotte”.                                      Il Gedling Borough Council, che Gilad Atzmonamministra il centro culturale, s’è visto recapitare la missiva dei 13 abitanti in rivolta, scandalizzati da diverse affermazioni di Atzmon. Per esempio: «E’ sempre il pessimo comportamento degli ebrei che provoca disastri agli ebrei». Oppure: «Il Tribunale di Norimberga era finto, ce ne vorrebbe uno vero per Israele». Affermazioni che, secondo il teatro britannico, «toccano dei punti che preoccupano i residenti locali», al punto da sposare il loro punto di vista e proibire l’esecuzione del concerto. «Pur riconoscendo e apprezzando l’importanza della libertà di parola, il Consiglio ha la responsabilità legale di costruire e mantenere buone relazioni tra i membri della comunità, anche tra persone di razze e religioni diverse», affermano gli amministratori del teatro, secondo cui «la presenza di Gilad Atzmon potrebbe essere un atto non conciliabile con questa responsabilità».

    Atzmon, 51 anni, lasciò Israele per emigrare in Inghilterra molti anni fa. «Non so cosa gli sia passato per la mente», dice. «Non mi interessa se la gente non condivide quello che scrivo, ma la mia musica non ha nulla a che fare con quello che scrivo. Penso che sia una cosa ingiusta». Autore nel 2011 del libro “The Wandering Who?”, uno studio di politica sull’identità ebraica, Atzmon è anche un blogger molto attivo. Secondo “Haaretz”, il sassofonista è una figura controversa: alcuni anti-sionisti lo considerano addirittura «un ebreo antisemita», mentre altri «lo apprezzano come una voce originale e senza paura». La società laica di Nottingham ha intanto reagito alla brutale imposizione, manifestando per protestare contro la cancellazione dello show. Resta ovviamente il vulnus inferto alla società civile: non si è impedito lo svolgimento un comizio anti-sionista, ma solo un concerto. Tutto questo, nell’imbarazzante Europa del 2015. Come se non si tollerasse più la semplice presenza di idee scomode: idee possibilmente da cancellare dalla faccia della terra, esattamente come gli “scarafaggi” palestinesi e i bambini di Gaza.

    Al liceo Asproni di Nuoro presentato il libro sulla sicurezza stradale scritto dal padre di una ragazza 18enne deceduta in un incidente stradale


    Lo so che sarà retorico  e  scontato  , ma  l'unica  canzone che mi viene in mente  apena leggo   fatti\  storie  come quella  riportata  sarebbe    Canzone per  un amica \ in moete  di S.f - Guccini \  Nomandi
     invece ne  ho trovato un altra   due  altrettanto  belle e meno scontate   : 
    addio ad  un'amica  - JadeyBenelli ?
    Dedicata ad un'amica morta - Musica di Yann Tiersen

    Il liceo Asproni di Nuoro


    La Renault Twingo guidata da Alessio sfreccia come un missile lungo le strade cittadine. Sempre più veloce, troppo veloce per riuscire a controllare l'auto che ormai non tiene più la strada. Inevitabile lo schianto contro il guard-rail a 170 chilometri orari. In un’ampia curva dell’Asse mediano. Erano le 21,30. La vita di Chiara Ibba, 18 anni appena compiuti, è finita lì. Quella sera e mai più tornerà a casa. La sua tragica morte è diventata un libro, dedicato a lei e a tutti i giovani che muoiono ogni giorno sulle strade mentre corrono felici e spensierati sulle strade delle città. Credendosi immortali. L'autore del libro è Giampietro Ibba, padre di Chiara, che al Liceo classico “Asproni” in un'aula magna gremita di studenti, ha presentato la sua opera dolcissima: «E poi? ...Chiara lo sa». Uno di quei giorni in cui Giampietro lascia la sua professione di gastroenterologo, presso l'ospedale “Brotzu” di Cagliari, per incontrare i giovani e lanciare loro l’allarme accorato, renderli coscienti del dramma dell'imprudenza, della leggerezza e dell'incoscienza e raccontare il dolore di un padre che ha dovuto seppellire la propria figlia nel fiore della giovinezza. «Il libro di Giampietro Ibba è una testimonianza e un monito – ha spiegato il preside del Liceo, Antonio Fadda, durante l'incontro – ma è anche una risposta al bisogno di essere padre e alla grande forza di mantenere sempre e per sempre viva sua figlia».
    Nel corso della mattinata, gli studenti hanno accompagnato la presentazione dell’iniziativa con la lettura di alcune pagine del libro e dei brani musicali eseguiti al pianoforte e al flauto traverso con il titolo dolcissimo: “Musiche per Chiara”. All'incontro al Liceo scientifico, moderato dal giornnalista di Videolina, Paolo Matta, ha partecipato anche il vescovo di Nuoro, monsignor Mosè Marcia sempre attento alla tematiche dei giovani e pronto a offrire il suo contributo per una causa così importante che anche a Nuoro è di stringente attualità: sono tre i giovani morti di recente in incidenti stradali.

    Sport e Integrazione”: lo sport ha capito, ma il Paese ?




    Peccato che il Salone d’Onore del CONI oggi non fosse colmo come accade nelle grandi occasioni, spesso di vetrina più che di sostanza. Peccato perché quanto andato in scena in occasione della presentazione del progetto “Sport e Integrazione” ha un valore profondo, maggiore di quanto le parole dei convenuti siano riusciti ad evocare. Crediamo che oggi, parlando di sport e integrazione, si sia riusciti a toccare uno dei capisaldi di questa attività, antica e moderna, percependone i motivi per cui questa è legata intimamente all’uomo.
    Ma senza voler andare troppo in profondità e per volare bassi (alla politica spicciola), la giornata di oggi ha mostrato quanto meschine e limitate sono tutte quelle istanze di rigetto delle altre culture, il razzismo strisciante, la xenofobia imperante. Proprie del nostro Paese e dell’Occidente in questi giorni ma non dello sport e, soprattutto, di chi fa sport.
    Sport e Integrazione, Roma, Salone d'Onore del CONI (foto mezzelani)
    Sport e Integrazione, Roma, Salone d’Onore del CONI (foto mezzelani)
    In sostanza al Salone d’Onore del CONI, oggi, si è parlato di integrazione, senza se e senza ma, spostando l’asticella ben oltre il problema dello ius soli. Al presidente Malagò si possono rimproverare tante cose, sicuramente non la capacità di parlare al cuore: “Dobbiamo fare in modo che la cittadinanza sportiva, e non solo, venga rapidamente concessa a tutti quei ragazzi e ragazze che vivono, giocano, si allenano nel nostro Paese. Altri Paesi sono stati in grado di superare questa barriera psicologica. Lo sport adesso ha il dovere di smuovere le coscienze del legislatore e del Paese.”
    E’ in gioco il nostro futuro: l’Italia senza quel milione di ragazzi stranieri che vivono qui (e che, come ha ricordato Natale Forlani, Direttore Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione “hanno una percezione dell’Italia migliore di quella che abbiamo noi…”) non potrebbe vincere le sfide del futuro, non solo in campo sportivo, anche economico e culturale. E’ anche una questione di civiltà. Privare della cittadinanza sportiva (e piena, aggiungiamo noi) questo milione di persone vuol dire creare tanti apolidi che non hanno una comunità di riferimento. Ne qui in Italia, tanto meno in paesi da cui provengono solo di nascita e che nella maggior parte dei casi non conoscono e che non li conosce.
    Peccato che un così alto messaggio culturale rischia di perdersi in un Italia concentrata sulla caccia a “chi ruba il nostro lavoro”, come ha ricordato il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti: “Siamo così impegnati a trovare un responsabile della crisi che non ci rendiamo conto che l’unico modo per accrescere il nostro benessere è quello di accrescere il benessere delle persone che abbiamo vicino. La cittadinanza sportiva può essere un modello per convincere il Paese a seguire questa strada dell’integrazione.”
    E’ inutile spiegare, a chi fa e vive di sport, quanto l’integrazione sia parte stessa dell’attività sportiva. Inutile perché scontato; Diana Bianchedi, membro del Comitato Scientifico “Sport e Integrazione”: “Lo sport è un veicolo privilegiato nell’integrazione perché assegna a ciascuno un ruolo preciso in un contesto collettivo, di squadra. E’ più facile ottenere integrazione nello sport che in un contesto scolastico: la comunità, infatti, riconosce l’atleta, lo integra e fa il tifo per lui. Per questo tutti gli atleti devono mettersi a disposizione per andare nelle scuole a raccontare la loro realtà a coloro che non conoscono da vicino il mondo dello sport tanto quanto un atleta”.
    Abbiamo paura, però, che nel paese dei salvini e del “si però, gli zingari…”, un Paese che, guarda caso, ha una delle più basse percentuali di praticanti di una qualsiasi attività sportiva, queste parole e questo bellissimo progetto rischiano di essere inutili. Inutili, in questo caso, perché parole che cadono nel deserto dell’indifferenza e del qualunquismo. Dello sport siamo abituati a parlare solo in caso di successi o di fatti di cronaca. Tanto ci basta. Tutto il resto… è noia!
                                            Antonio Ungaro


    La storia di Emma Holten: da oggetto online a decidere di mostrare il suo corpo

    da ( tramite oknotizie ) http://forsediscovoancora.blogspot.com/ del 2\2\2015

    Quattro anni fa Emma Holten è stata vittima da parte del suo ex di un video intimo condiviso online. Il motivo della vendetta, perché la ragazza aveva deciso di lasciare l'uomo. Da quando il video e altre immagini sono diventati di dominio pubblico, Emma ha subito una vera violenza psicologia. Ogni giorno riceveva centina di email che le chiedevano di mostrare ulteriori foto di lei senza veli. Un ricatto a tutti gli effetti: minacciandola in caso contrario che avrebbero avvisato il suo boss dell'esistenza di quel video, ( la ragazza è una giornalista danese).
    Come se non bastasse quando ha contattato alcuni siti per rimuovere alcune  immagini, le hanno risposto che la colpa era sua per aver acconsentito a fare qual genere di scatti. Così Emma  Holten ha voluto rispondere in prima persona, raccontando la sua esperienza al sito per donne Hysterical Femminism, l'ha fatto a suo modo con delle foto che la ritraggono senza veli. Gli scatti sono opera dalla fotografa Cecilie Bødker.  C'è anche un video realizzato per il Guardian dove spiega il motivo di questa decisione.

    Mostrare il proprio corpo in maniera naturale senza costrizioni, è questo il messaggio delle sue foto. Averlo fatto per lei significa che nessuna persona deve essere ridotta come un oggetto. Un atto indipendente per sentirsi ancora  un essere umano e decidere con la propria testa.

    Si calcola che nel 90% dei casi, il 59%  di immagini e video vengono postati con il nome reale della vittima. Il 49% con account sociale, 26% con l'indirizzo di posta elettronica.

    censure stupide o paura da parte della disney sul fenomeno Charlie E ? tanto da cambiare copertina all'ultimo numero del settimanale topolino

    La  disney  ha  imposto alla redazione del settimanale  topolino    il cambiamento  di copertina    topolino  e   loro senza  battere   ciglio   , nonostante  l'abbiano annunciata   tempo prima  sulla pagina fb    cosa  fanno  ?   la  cambiano .


                                         La  Copertina   censurata



                                                  La  copertina    attuale



    cosi la disney con questa sua imposizione censoria fa il gioco dei terroristi islamici radicali che vogliono che noi abbiamo paura di loro e delle loro reazioni

    poniamo fine alle ideologie sui morti ( foibe e olocausto ) e ricordiamo come sugerisce il sindaco Riccardo Borgonovo di Concorezzo ( Monza )




    come   punto di partenza


    Cercando   un incipit   per  non cadere nella solitra retorica  celebrativa   di tali eventi  ho trovato e  fatto mio   questa parte  di pensiero  di  http://goo.gl/y2BqZ0

     Sia chiaro, non propongo alcun giustificazionismo: stragi e persecuzioni sono sempre da condannare anche quando si pretendono in risposta a torti subiti. Vorrei invece si riflettesse sul fatto che è possibile rompere lo schema per cui ognuno ricorda i propri morti, alimentando il proprio odio contro il nemico. Sarebbe invece opportuno che le giornate del ricordo riguardassero i morti che abbiamo provocato noi ad altre popolazioni, uscendo da facili autoassoluzioni che portano a proiettare sugli altri le proprie parti oscure per salvare l'immagine di sé (noi siamo buoni; sono gli altri i cattivi!) 

      che    potrebbe essere   insieme alla  motizia   trovata   con gooogle  news    e  proveniente  dal sito del Comune    di  Concorezzo comune di 15.371 abitanti della provincia di Monza e Brianza )  un modo  per  ricordare senza  cadere  nella strumentalizzazione  politica \  ideologica   e  nella  distruzione reciproca  di   mostre    che descrivono gli orrori in Istria  - Dalmazia  ( fatta  dai fascisti   con gli ustasia e  con i nazisti  )  o di targhe , vie   ,  monumenti ,ecc  dedicati alle vittime dele foibe 

       da  http://www.concorezzo.org/cultura/shoah-e-foibe-insieme-il-sindaco-mette-fine-alle-ideologie-sui-morti-2123.html

    [... ]


    borgonovo_riccardo.jpgCare alunne e cari alunni,
    Quest’anno, in occasione delle celebrazioni della Giornata della Memoria, il 27 gennaio, e del Giorno delle Foibe, il 10 febbraio, ho pensato di scrivervi questa lettera, immaginando di parlare direttamente con ciascuno di voi perché credo sia importante condividere qualche riflessione su quegli eventi così gravi della storia del nostro Paese e dell’Europa e sul significato di ricordarli solennemente.
    Il 27 gennaio di 70 anni fa, le truppe sovietiche dell’Armata Rossa varcarono i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia, liberando i pochi superstiti. Attraverso quei soldati fu il mondo, incredulo e inorridito, a spalancare gli occhi sull’atroce realtà dello sterminio nazista del popolo ebraico, perpetrato e attuato con metodo e con crudeltà disumana. Questa data in tutto il mondo ebraico celebra appunto il ricordo  dell’olocausto ebraico. Il 10 febbraio è la data scelta dallo Stato Italiano per ricordare la tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra della complessa vicenda del confine orientale.
    Perché ricordare tutto ciò? Perché conservare memoria di due storie così diverse e però simili per la violenza, l’ingiustizia, l’intolleranza che ne sono state cause e sostanza? Perché valga da monito, perché tutto questo non ritorni mai più. Perché noi tutti, e voi giovani per primi, dobbiamo tenere alta la guardia contro ogni germe di sopruso e sopraffazione, esercitare ogni giorno senso di giustizia e libertà, denunciare le sopraffazioni e combatterle con ogni mezzo. Non dovete rinunciare mai a pensare con la vostra testa, anche quando può apparire più semplice o più comodo reprimere la propria coscienza e accodarsi con vigliaccheria al richiamo di prepotenti e fanatici.
    Per avere memoria bisogna però conoscere, e per conoscere bisogna leggere, vedere, raccogliere testimonianze, informarsi, ascoltare il passato per poter guardare con lucidità e consapevolezza il presente.
    Immagino che nelle vostre aule queste ricorrenze rappresentino appunto momenti di conoscenza del passato e di riflessione che i vostri insegnanti vi aiutano a costruire e a sviluppare.
    Ecco, il mio invito è a proseguire sulla strada di questa conoscenza, a soffermarvi su queste ricorrenze con profondità e con curiosità, a condividere anche con le vostre famiglie un’esperienza di ricordo e di riflessione rivolta anche al presente, purtroppo funestato nel mondo e anche in Europa dalla violenza e dal ritorno di terribili fantasmi che paiono non essere ancora sconfitti.
    Concludo dunque ringraziandovi per l’attenzione e ricordandovi che, come ogni anno in occasione di queste giornate, presso la biblioteca comunale di via De Capitani potrete trovare un’ampia bibliografia sull’Olocausto e sul dramma delle Foibe alla quale attingere per coltivare la memoria di questo nostro passato doloroso e mai sufficientemente ripensato.
                                              Il sindaco    
                                          Riccardo Borgonovo
     Ora   Speriamo  che    questa  vicenda     non sia    1) solo  tentativo   revisionista estremo   , ma  sopratutto  comparativo   di  equiparare    due  tragedie   distinte  della storia   frutto   guasto  dalle ideologie  XIX e  XX  secolo  .,  2 )   di  mettere    da  parte  il  vittimismo italiano  nel non volere    fare i conti con il proprio passato  e  non ricordare  a  360 °  gradi  tali abberranti eventi    ma  solo quello  che   gli pare  
    das  http://goo.gl/5VyFQi
    Infatti  come   ho  già detto    nel  post  precedente  e  in altri post  del  blog  in occasione di tale  giornata    le  foibe  e   l'esodo  delle popolazioni dalmate  \  istriane    vanno ricordate  non   a senso unico   cioè ad  uso e  consumo ideologico . Ma  nella  sua interezza fra  ciò che   c'è  stato prima  La composizione etnica della Venezia Giulia e Dalmazia.,  la  Grande Guerra e annessione all'Italia ,Il biennio rosso e il "fascismo di confine" , L'italianizzazione fascista , L'invasione della Jugoslavia ,La nascita della resistenza jugoslava , Repressione, conflitti etnici e crimini contro i civili,le stragi  dell'esercito   italiano stragi e repressioni, a saccheggi e a brutalità. In particolare, è da ricordare il ruolo della II Armata Italiana, sotto il comando del generale Roatta con la  collaborazione  e  il supporto  di   Ante Pavelic, la  gestione e  la creazione  i leger di Kraljevica, Lopud, Kupari, Korica, Brac, Hvar,  Rab. Furono creati campi anche in Italia, per esempio a Gonars (Udine), a Monigo (Treviso)Renicci di Anghiari (Arezzo) e a Padova degli itraliani le  vendette   personali   dopo   il 25 luglio  e  l'8 settembre  1943 , l'armistizio e prime esecuzioni , I ritrovamenti dell'autunno 1943 ,L'armistizio in Dalmazia,  i campi  di transito  e  i lager   tedeschi  non dimentichiamo  che  primo levi prima  di andare in germania  era passato da  Fossoli )  
    ) e  quello  che   ci fu dopo (  Gli eccidi contro la popolazione italiana , L'occupazione tedesca della Venezia Giulia e l'Ozak, Autunno 1944: Ritiro dei tedeschi dalla Dalmazia,Primavera 1945: l'occupazione della Venezia Giulia  da parte  dei  comunisti , Gli eccidi a Trieste ed in Istria,situazione  di Gorizia e provincia,  Fiume )  
     Tutte  situazioni specie  le  ultime   che portano   all'esodo  popolazioni  istriane   E   per     finire  la  guerra  fredda   tra  Usa  e  Urss      che fece cadere  il  silenzio   salvo  che  i nazionaisti   italiani  )  su tali  argomenti   . fino alla istituzione della  giornata del ricordo
    Ma    vedendone  l'altro alto della  medaglia potrebbe     anche essere  un tentativo  di   guardare  avanti    oltre  il dualismo ideologico  che  ha caratterizzato  (  e caraterizza  )    queste   due  date  senza    per  questo  dimenticare   ciò  che  essi  sono stati  .
     Solo cosi eviteremo o  almeno  ridurremo   drasticamente   fenomeni  come    :
    • scontro tra ideologie
    •  strumentalizzazioni   ed uso politico  d'avvenimenti  tristi e ddolori   come questi 
    •  ragazzi\e  liceai   che   intorno al 27 gennaio di ogni anno, da qualche tempo a questa parte, masse di giovani pseudo-studenti, provenienti dalle scuole di tutta Italia, blaterano per stradao  su i social  , dicendo: «aeh, mi devo sciroppare un’altra volta la pippa sugli Ebrei  \  o sugli infoibati ?». Opeggio  fare  "  filone "  a scuola  quandi  si celbreranno il 27  gennaio e il  10 febbraio ., o andranno  a  visitare con lke  ascuole  i  campi  di cncentramento   solo per farsi una gita  



    3.2.15

    L’ultima disfida della montagna “Basta elicotteri usati come skilift”

      Leggo   sempre  più alibito  alla cretineria   che può arrivare la  smania  del  denaro e  dell'estremismo  

     da repubblica del  2\II\2015

    Dilaga l’heliski: 250 euro per farsi portare in vetta e riprendere a valle. “Rischio slavine, vietiamolo”



    DAL NOSTRO INVIATO
    LUIGI BOLOGNINI
    TORRE SANTA MARIA (SONDRIO).

    Con ciaspole e pelli di foca per battere l’elicottero. È la protesta andata in scena ieri in provincia di Sondrio contro l’eliski,pratica che abbina lo sci su percorsi non battuti e l’uso dell’elicottero come skilift. Già il fuoripista può provocare valanghe, chiaro che la situazione si complica se lo si fa con un apparecchio che sposta masse d’aria e quindi di neve fresca, inquina zone incontaminate, terrorizza a morte gli animali in letargo e rende più spericolati anche sciatori poco esperti.
    Però questo importa poco a chi lo pratica: il costo non è basso (si parte dai 250 euro a persona,poi dipende a quante risalite si prenotano) ma muovendosi in gruppo lo si può spalmare,e arrivare in cima a un dosso in elicottero per scendere sci ai piedi è molto scenografico.      
    E molto pericoloso, malgrado pressoché ovunque siano obbligatorie la presenza di una guida e una dotazione di ricetrasmittenti e zaini Abs per ritrovare più in fretta possibile chi viene travolto dalla neve. Precauzioni che due settimane fa non hanno impedito a quattro turisti a Livigno di finire sotto una
    slavina che ha ucciso uno di loro, uno svizzero di 34 anni. Il malumore degli alpinisti più ortodossi
    strisciava da tempo, ma la tragedia ha rinfocolato i dibattiti,
    amplificati anche dalla decisione del Collegio lombardo delle guide di patrocinare un festival
    di fuoripista che si terrà proprio a Livigno e dove si potrà praticare anche l’eliski. Risultato,
    Popi Miotti, storico alpinista della provincia di Sondrio, si è dimesso da guida: «È ora di ribellarsi
    agli atti di spadroneggiamento sulla montagna», ha detto ricevendo l’appoggio del Cai locale. E ieri all’alba Miotti è stato tra i tanti partecipanti di una manifestazione in Valmalenco contro l’eliski: dal fondovalle nel comune di Torre Santa Maria si è saliti fino alla vetta del sasso Bianco, quota 2.490
    metri, solo coi classici metodi,ciaspole e pelli di foca.
    «Una iniziativa simbolica — dice il promotore, la guida Michele Comi — per mostrare il
    volto possibile della nostra montagna, per assaporarne il tempo e il silenzio, per testimoniare
    quanta importanza ha quest’ultimo frammento di integrità che ormai scarseggia e
    diventa preziosa. L’eliski è solo una parte del problema generale,che è il consumo della montagna, la frenesia con cui la viviamo, spesso con i motori ». E non è un problema solo italiano. Anzi, in un certo senso sì: l’eliski è vietato in Francia e ferreamente regolamentato in Austria e Svizzera. In Italia è legale, o per la precisione non è illegale (a parte la regione autonoma Trentino-Alto Adige), e il risultato è che gli stranieri vengono qui a praticarlo. «Nelle ultime settimane — rivela Comi
    — ho ricevuto diverse telefonate di guide austriache e tedesche che mi chiedevano informazioni
    sull’innevamento per la pratica dell’eliski da noi. Ci usano come terra di conquista:
    ci sono agenzie di viaggi estere che vendono pacchetti completi in Valmalenco, anche in aree
    protette dove già scorrazzano le motoslitte».
    I sostenitori dell’eliski, turisti a parte, sono tanti operatori del settore che guardano all’opportunità
    economica: gli stranieri portano soldi, e non pochi. «Un ragionamento che capiamo e rispettiamo — dice Comi — Ma se si devasta il territorio alla fine il turismo finisce». E per questo la protesta, morbida ed ecologica, si allargherà: «Ieri non hanno partecipato solo valtellinesi,
    ma anche gente di altre zone alpine dove l’eliski è un problema. L’idea è di manifestare
    a rotazione sulle varie  montagne italiane »


    secondo me  ha ragioione  Mauro Corona


    CHE GRAN FISCO DE ‘NA MIGNOTTA! L’AGENZIA DELLE ENTRATE FA I CONTI IN CHIAPPA ALLA ESCORT E LE NOTIFICA UNA SANZIONE DI 70 MILA EURO PER NON AVER PAGATO LE TASSE DAL 2009 AL 2014

    Ho pensato di parlare  di prostituzione  e sesso  visto che tira  di più un pelo di .....  cioè    i post  più letti in rete   oltre ai  post  sui cani e  gatti    al gossip  , gli anticasta ,  complottisti ,    c'è  il sesso Infatti ,  incima   ai mie post  più letti   compare  al primo  posto, nonostante  siano passati quasi 4 anni  il caso dei film porno  di Sara  tommasi .Quindi  ho deciso di  dare spazio ( odem farò se  qualcuno\a  dio voi  è contrario a tale  cose  )   a    questo notizia preso da http://www.dagospia.com/
    Però prima    ne  approfitto   per  ribadire  la mia idea di legalizzare  la prostituzione  ovviamente  quella  volontaria  e  maggiorenne .
    Perchè a mio avviuso  è l'unica  soluzione   e  nel resto dell'Europa   specie    quella del nord   lo hnno capito   rispetto a noi  Italiani .  Solo  cosi  visto il fallimento delle politiche proibizioniste  erepressive    si  evitano    situazioni simili a quelle descritte sotto   , sfruittamento da  parte delle mafdie  e dei papponi ,  spettacoli vergognosi  lungo le strade  , violenze in case  chiuse   visto  che   punendo  i clienti  e  l'addescamento   esse  si nascondono  , ecc .
    Inotre  aggiungo  io   mancati  introiti allo stato  perchè  non la liberarizziamo   e puniamo solo lo sfruttamento  ?
    Ma desso bado alle  ciancie  e vediamo all'argomento in questione


     Andrea Rossi per “il Sole 24 Ore”
    3 feb 2015 16:59

    Alla donna sono stati riconosciuti 5 giorni di riposo forzato al mese, causa ciclo mestruale, e 30 giorni di ferie l’anno - Il mese lavorativo è di 25 giorni. Sono stati ipotizzati due clienti al giorno, con tariffa media di 70 euro - I conti sono presto fatti: per il Fisco la signora guadagna 3.500 euro al mese e poco meno di 40 mila all’anno




     


    Quanto guadagna una escort? Dipende da quanti clienti ha, direte voi. Sbagliato. Dipende da un funzionario dell’Agenzia delle Entrate e dalle sue valutazioni. Per conferme chiedere a M. V., una prostituta cuneese di 37 anni, che si è vista recapitare dal Fisco una sanzione di 70 mila euro per non aver pagato le tasse dal 2009 al 2014. Le hanno fatto i conti in tasca. Anzi, sotto la gonna.??
    «Un giorno hanno suonato alla porta di casa. Erano i carabinieri. Mi hanno detto che avevano letto il mio annuncio su un giornale. Non capivo che cosa volessero». I dubbi si dissolvono in un amen. «Mi hanno chiesto se davvero sono una escort. Che domande, certo che sì, non vedo perché dovrei nascondermi». ?
    IL CONTEGGIO?
    AZZURRA - ESCORT

                                      AZZURRA - ESCORT
    Fine della visita e inizio dei guai. La pratica passa all’Agenzia delle Entrate che aveva disposto le verifiche controllando gli annunci pubblicitari pubblicati su alcuni giornali. Del resto la signora, italiana, ha un lavoro, ma non dichiara alcun reddito e - di conseguenza - non versa un euro di tasse. Il problema però non è di poco conto: quanto lavora una escort? Quanto guadagna? Impossibile saperlo: non esistono passaggi di denaro tracciati. E allora come si calcola ?


    Un bel dilemma, che un funzionario di Cuneo risolve con un calcolo spannometrico e anche molto discrezionale. Dunque, considerato che la signora è a riposo forzato per cinque giorni al mese, causa ciclo mestruale, si può ipotizzare che lavori 25 giorni. Vogliamo concederle trenta giorni di ferie l’anno? Sembra ragionevole.
    escort
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    Poi tocca scendere ancora più nei dettagli: quanti clienti riceverà in un giorno? Potrebbero essere due, uno al pomeriggio e uno la sera. E che ciascuno paghi una tariffa di 70 euro. I conti sono presto fatti, a questo punto: la signora guadagna 3.500 euro al mese e poco meno di 40 mila all’anno.
     Il tutto esentasse, ovviamente.?Ed ecco che scatta l’accertamento tributario: poiché la donna è una libera professionista l’Agenzia delle Entrate le contesta di non aver versato le imposte sul reddito di impresa. E le presenta il conto: 70 mila euro, multecomprese.?Inutile scucire informazioni alla signora.
    «Quanto guadagno sono affari miei». Inutile anche dire che - avendo due appartamenti di proprietà, e rischiando quindi il pignoramento - la donna s’è precipitata da un avvocato e ha fatto ricorso alla commissione tributaria provinciale. L’ha pure vinto: secondo i giudici l’accertamento era scorretto e quindi doveva essere annullato. ?La regolamentazione?Per versare le imposte, M. V. dovrebbe avere almeno una partita Iva.
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    «Sì, ma ha mai provato ad andare alla camera di Commercio? Non sanno nemmeno in quale categoria inquadrarci. Dove ci inseriscono, tra le attività di servizio alla persona?». Regolarizzare la propria posizione, per una escort, è un’impresa. Ed è l’appiglio cui si sono agganciati l’avvocato Emiliano Riba e il tributarista Ivan Tosco che hanno assistito la donna nel ricorso. «Finché la prostituzione non è un’attività regolamentata non è possibile chiedere il pagamento delle tasse», spiega Riba.
     «È vero che così si sottraggono al Fisco diversi milioni di euro, ma l’Agenzia delle Entrate non può sottrarsi al Parlamento. Il suo è un tentativo un po’ maldestro».?Anche in questo caso i funzionari del Fisco ripeteranno il mantra diventato abituale in Italia: ce lo chiede l’Europa.
     n effetti, l’Unione europea considera tassabile il reddito derivante dalla prostituzione. Peccato che, tanto per cambiare, l’Europa si è ispirata alla Germania, in cui l’attività è regolarizzata dal 2002 e dove escort e prostitute pagano le imposte ai Comuni e ai Länder. Con grande gioia dei sindaci: Colonia, prima città a introdurre un’apposita tassa, incassa oltre un milione all’anno

    Dagli archivi della Casa Bianca emerge un telegramma inviato dalla star di Hollywood alla coppia presidenziale. Ma i Regan dissero NO

      fno a che punto  l'amicizia può arrivare ?  , mi chiedo leggendo  questa  storia 

    Dagli archivi della Casa Bianca emerge un telegramma inviato dalla star di Hollywood alla coppia presidenziale.

     
    Rock Hudson (a sinistra) con Nancy e Ronald Reagan
    1985: Rock Hudson sta per morire di Hiv e chiede aiuto al suo amico Ronald Reagan, presidente degli Stati Uniti. Vorrebbe partecipare a una cura sperimentale contro l'Aids, in Francia. La risposta della coppia presidenziale è netta: "No". Ora emerge un telegramma, rintracciato negli archivi della Casa Bianca, che riporta la disperata richiesta di aiuto, e sembra che sia stata proprio Nancy Reagan a decidere di non tendere la mano alla star di Hollywood. La scusa: non si possono chiedere raccomandazioni per i propri amici per qualcosa che non si può garantire a tutti gli americani. Dietro, invece, ci sarebbe l'imbarazzo per l'omosessualità dell'attore.

    Freelance: giovani non più giovani professionisti dell'oggi La storia di Eleonora Casula

    Anche i frelance sono giornalisti . Soltanto che sono , per esperienza personale i più liberi . Essi sono " una categoria " Dimenticati dal Jobs Act ci sono giovani che non si sono arresi prima e non si arrendono ora. Stay hungry, stay foolish , citando Steve Jobs è il leit motiv della nuova generazione di creativi della rete. Inventarsi un lavoro non è facile occorrono coraggio e perseveranza, una buona dose di formazione e di coaching. Nessun timore per tasse, casse, INPS, ritenute e tutto ciò che comporta avere una Partita Iva. Mettersi in gioco, lanciarsi su un mercato, provare a lavorare in modo indipendente e con i propri strumenti è possibile, ma lo è solo ed esclusivamente se si ha la giusta formazione, il giusto carattere e sopratutto una ottima conoscenza della rete e dei suoi infiniti piccoli e grandi segreti. Tra i giovani c'è chi è in grado di ritagliarsi uno spazio professionale. Un caso, quello di Eleonora, libero professionista e Partita Iva del settore comunicazione. Internet, la rete, la comunicazione, la fantasia, la capacità di scrivere, la conoscenza di più lingue straniere, queste le sue risorse. Ecco la storia di una di loro Eleonora Casula  (  foto  sotto  ) 

    Eleonora, , ha iniziato il suo viaggio nel mondo dei freelance, un po' per gioco, un po' per noia ma
    sopratutto per amore.
    Stanca di inviare curriculum, rispondere a proposte di candidatura e non ricevere mai una richiesta
    di colloquio, diversi anni fa Eleonora ha deciso di provare da sola a costruire la propria
    professione. Un solido percorso di formazione e piccole collaborazioni, spesso gratuite o
    frequentemente non pagate sono stati un ottimo background per tentare.
    Provare, provare sempre, mettersi in gioco quotidianamente, la sua ricetta, quella di brava
    freelance.
    Scrivere per il web non è un gioco da ragazzi ma significa: riuscire ad intercettare al meglio
    algoritmi complessi; creare una buona campagna di web marketing. Grazie alla buona conoscenza
    del Seo è possibile lavorare bene e sopratutto soddisfare le esigenze del cliente. Oggi con internet
    anche la figura dell'addetto stampa cambia, un testo per avere visibilità deve essere realizzato in
    chiave Seo e deve soprattutto essere accattivante così tanto da poter stimolare una ipotetica viralità
    anche nelle testate o negli spazi che lo rilanceranno.
    Eleonora comunica, in tutti i modi possibili e probabili grazie alla rete. Scrive, pubblicizza, crea
    contenuti, posiziona al meglio siti aziendali e personali, prodotti e sopratutto soddisfa le necessità
    di chi vuole avere la giusta visibilità online.
    Dalle campagne stampa tradizionali a quelle più innovative attraverso tutti i media raggiungibili,
    dalla carta stampata alla radio, alla televisione e ai blog. Crea e gestisce pagine social, rivestendo il
    ruolo di social media manager; genera campagne pubblicitarie di web marketing per privati e
    agenzie; cura la comunicazione politica attraverso internet per singoli o partiti.
    Eleonora si definisce una creativa della rete, una web writer, content editor, web marketer, digital
    PR ,social manager e addetto stampa nel mondo 2.0. Flessibile, una flessibilità intelligente e non
    casuale. Eleonora come ogni freelance continua la ricerca di collaborazioni per accrescere le
    conoscenze e per scoprire nuove realtà al www.webjournalist.eu

    la  trovate   oltre  che  sul suo sito   anche su  facebook   
    come  Redazione presso

    Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata IX SE NON POTETE SCAPPARE USATE I GOMITI E LE GINOCCHIA

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