Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
26.5.09
Hanno riscoperto la misericordia...
Favola vera
Immagine composta da me, con due immagini prese in rete, nella mia mente il ricordo del mio bosco era così
Una bambina "Principessa" di Franca Bassi
Era una giornata fredda, quando nacque Franca. Un vagito...ancora un vagito poi un grido. Dentro una bella camera del quartiere Prati, nel 1938, la levatrice teneva tra le braccia il piccolo fagottino: "Ecco è nata!.. è nata la tua secondogenita. E' una bella bambina". Furono giorni di felicità nella grande casa. La piccola Franca doveva nascere il giorno di Natale, ma aveva fretta ed anticipò cogliendo tutti di sorpresa. Faceva tanto freddo quell'anno a Roma. Passarono alcuni anni, Franca era troppo piccola, per comprendere quel fuggi fuggi di gente che abbandonava Roma. C'era la guerra e c'erano anche tanti innocenti che morivano. Seguirono anni di dolore, di macerie e di malattie. Questo era ciò che ci regalava la guerra.
Franca cresceva con i suoi fratelli e insieme alla nonna Elisabetta si trasferirono a Bagnoregio, nell'antica casa materna. Lasciarono la bella casa di Roma per fuggire lontani dalla città e dai suoi pericoli.
Un giorno, nel cuore della notte, scoppiarono in paese alcune bombe. Molti furono costretti ad abbandonare la propria casa. Anche nonna Betta raccolse le poche cose e fuggì con i suoi nipotini. Impauriti camminarono molto, per i viottoli di campagna. Di tanto in tanto il cielo s'illuminava a giorno, eppure non c'era il temporale. Tutti insieme abbracciati si rifugiarono in una casetta nascosta nel bosco di castagni.
Franca la sera cercava il suo bel letto di ferro battuto, le foglie dipinte da suo padre sulle pareti. Quando il vento faceva tremare la piccola fiammella della candela, le ombre sui muri diventavano vive e lei ci parlava come se fossero fate e folletti.
Non capiva perché dovesse dormire in quella tana con un giaciglio di fortuna fatto con le canne. Si copriva il corpo con le foglie di granturco e cominciò a conoscere tanti piccoli animaletti. Erano gli abitatori di quel piccolo spazio, tra cui un simpatico geco, che faceva capolino tra le pietre. Quando cercava il suo bel letto spesso brontolava e perfino mugugnava e si ritirava dentro un grande tronco di castagno scavato e sognava il suo bel letto tutto per lei, i suoi fratelli la prendevano in giro e la chiamavano "Principessa".
Ogni sera nella piccola casa di pietra, in un angolo c'era un po' di legna. Il fuoco era acceso e nel grande paiolo di rame annerito dal fumo, bolliva la solita minestra fatta solo d'erba raccolta nei campi. La piccola casa era in realtà il deposito degli attrezzi da lavoro, una vanga, una zappa, corde, la mangiatoia per l'asino, ma Principessa sognava lo stesso, seduta su una pietra grigia, la famosa pietra Basaltina e, in compagnia di una lucertola, guardava la luce del sole che pian piano si spegneva. Prima di dormire contava un pugno di stelle e cantava insieme ai grilli, poi il richiamo della notte, la minestra era pronta e la porta di legno si chiudeva alle sue spalle.
Anche gli uccelli al calar del sole smettevano di cantare, ben nascosti nel nido. Di notte nel bosco si sentiva arrivare da un vecchio albero vicino alla casa, il canto del gufo. Principessa lo seguiva in principio intimorita, ma poi col passare dei giorni aspettava silenziosa nella sua cuccia. Quel canto ormai le era diventato amico. E come era diventata brava! Ormai riconosceva anche il canto della civetta e il canto malinconico del maschio "hu-u-ou", ripetuto a intervalli e lei cantava con loro, fino a perdersi nel suo mondo di sogni. Quando la civetta cantava nelle notti di luna piena, tutti si spaventavano, perché chissà a causa di quale brutta diceria, dicevano: "chiudi le orecchie, perché se odi il suo canto porta male". Ma a Principessa piaceva e non credeva a queste dicerie paesane.
Principessa conosceva i gufi e li chiamava per nome non ne aveva paura, erano suoi amici. Per lei ogni giorno era tutto un giocherellare intorno al fosso da una pietra all'altra. Saltellava insieme alle ranocchie e spesso ci cadeva dentro insieme a loro. Era felice, ma non capiva e quando i cannoni sparavano si spaventava, copriva d'istinto le orecchie e si rannicchiava sotto l'albero di ciliegio. Nonna Betta per farle passare la paura, le raccontava che quel brutto rumore era causato semplicemente dal nonno che in cielo sulle nuvole spaccava le noci. Basta poco per distrarre una bambina e in quel bosco in verità non ce n'erano molte di distrazioni, era una scuola a cielo aperto. Nel bosco di alberi di castagni, era facile immaginare storie di fate e folletti, era bello osservare le piccole formiche e il formicaio, un mondo favoloso dove regnava l'organizzazione e la semplicità della vita. Principessa spesso con la punta delle sue piccole mani le aiutava a trascinare chicchi di grano, pagliuzze, semi. La sua curiosità non finiva mai. Quel bosco variopinto era ormai diventato il suo mondo, il rumore del torrente, i piccoli insetti a volta fastidiosi, le colorate coccinelle, con i suoi grandi occhi pieni di meraviglia seguiva la danza delle farfalle, quando leggere si posavano sulla corolla dei fiori. Mille domande passavano in quella testolina. Tutto intorno sembrava meraviglioso; un mondo pulito, vero, uno spazio pieno di colori e di profumi e bellezza. Era semplice per nonna Elisabetta distrarre dalla guerra i suoi nipotini, la natura le era d'aiuto e con la sua fantasia e la sua saggezza riusciva a tranquillizzarli ogni sera. Le sue storie incantavano i quattro nipotini che si addormentavano sereni, felici di vivere in quel mondo, nella piccola casetta di pietra, protetta dai giganti: gli alberi della valle di Civita.
Questa foto sotto è il mio castagneto, con gruppi di ragazzi scampagnata anni 60. Sopra il torrente "Rio Torbido", su queste pietre giocavo e facevo pupazzi di creta. La piccola casetta in pietra non si vede era a destra dell'immagine, nascosta dal fogliame.
basta che tette e culi in tv
Prendila te quella che fa il "Leasing"
che s'innamori di te
la Capitana Nemo,
quella che va al "Briefing"
perché lei e' del ramo,
e viene via dal Meeting
stronza come un uomo
sola come un uomo.
voglio una donna di Roberto vecchioni
Ora nonostante sia sono un fruitore di youporn e simili cioè quello che viene comunemente chiamato un pornodipendente o youporn gneration secondo l'inchiesgta di Xl di repubblica ( ne trovate nelle righe sotto l'url ) .Dipendenza \ " intossicazione " contro cui anche se con risutati altalenanti sto lottando per rimuoverla o trasformarmala in porno romanticismo , qui la definizione ,come ha fatto Carolina cutolo nel suo libro porno romantica ) dopo una figuraccia simile
in quanto mia madre mi ha sgamato ( fortunatamente lewi e non la donna dellle pulizie ) ha trovato dellle riviste e dvd che non ho avuto la forza di gettare via e li tengo per regalare al momento gusto ( è un amico con le scambiavo , ma ha il problema che è sposato e con prole) .Ma la mia lotta non è dovuita solo a figuracce del genere , ma soprattutto perchè 1) mi sto rendendo sempre più conto che " l'attività " che faccio doppo la visione \ lettuyra di tali cose è solo piacere frustrrante , 2) Perchè la pornografia vera e propria mortifica la dignità dell'uomo e soprattutto quella della donna .
Infatti le donne vengono descritte tutte come troie e ninfomani o desiderose di sesso . Quindio ecco che alla stessa maniera \ modo l'uso eccessivo ormai privo di tragressione pura o carattere libertario e anti tabù \ ipocrisia cpome è stato nell'arte e i nei movimenti culturali degli anni 60\80 è diventato mortificante e nauseabondo \ stuchevole .
E' vero che tale uso ormai mercificato non è una novità visto che sui i giornali ( non necessariamente porno o erotici ) settimanali e mensili di qualunque tipo o nelle pubblicità v e cartacee si ne fa un uso massiccio e cosi pure in alcuni spettacoli tv . Ma non credevo ( forse perchè di tv ne guardo pochissimo , leggo o navigo in rete ) cosi pesante come ci fa vedere il documentario " il corpo delle donne ", di Lorella Zanardo, autrice con Marco Chindemi documentario denuncia sull'immagine femminile proposta dalla televisione italiana. ( qui maggiori in formazioni in merito ed ulteriori approfondimenti dele tematiche trattate nel bellissimo e ottimo nel documentario in questione 1 e 2 ) ne trovate sotto la prima parte
Quindi la battuta di Elelekappa ( Alias di Laura Pellegrini ) riferita alle pagine dei settimanali ( un'altro canale mediatico che mercifica il corpo dele donne ) Mamma, ma cosa fanno i maniaci sessuali?". "Ultimamente le copertine dell'Espresso, dell'Europeo e di Panorama". >> dev'essere applicato alla tv .
Quindi per rispondere ad alcune domande del video . In particolare a quella : << come mai tutte le done d'italia non scendono in piazza protestando per come veniamo rappressentate ? >>. Da quello che ne deuco io , dala mia esperienza quelle che hanno ancotra una dignità e nonn hanno mandagto il cervello all'ammasso o odiano essere trattate in sifatto moddo hanno pèaura d'essere prese per matte o per comuiniste e preferiscono proterstar e in silenzio ., oppire quelle che questa cosa glli piace o l'accettano passivamente e acriticamente ldevo essere asueffatte o splamate ( almeno dalla mia esperienza ) dalla cultura dominante da cui anch'io cerco ( non sempre purtroppo riuscendoci , ma è inevitabile l'uomo non è solo un pezzo di legno ) di sottrarmi e di lottare e dicui esse sono vittime o scendono sullo stesso piano . Infatti un'amica d'amici che in una sauna ha reagito ad una molestia d'un maniaco , si è sentita dire da persone presenti ìallo sputtanamento pubblico che che ha inflitto a quella persona : << certo, che se il metti un costume così...magari voleva solo provarci...>> concordo con quaqnto dice lei : <<Non credo servano discorsi su come la donna deve essere libera di scegliersi il proprio compagno sessuale, senza che uno stupido pirla qualunque possa mostrargli tutto quanto il pendaglio e le tocchi il culo, e la passi pure liscia scappando via e facendo finta di niente... (o magari che la faccia diventare una deputata parlamentare... ok, pessima battuta ) >> ( qui l'ìntera storia ).
Quindi non limitatevi a scandalizzarvi o a protestatre se ragazzi sempre più piccoli commettono strupri e violenze sessuali fino a d arrivare all'omicidio come è sucesso l'estatre scorsa , datemi pure del vetero qualche cosa ( leggi bigotto , conservatore ) echisenefrega \ m'importa una sega per citart una una famosa canzone degli ex Csi ma io non trovo ( anzi diciamo che non mi va di farlo ) di ricorrere ale solite spiegazioni banali e semplicistiche ( colpa della famiglia che non l'ha saputo educare , colpa della scuola , ecc ) soluzioni certo ovvie e vere , ma se non vengono forniti valori contrastanti a questa becera cultura dominante e volgare , citata da questo documentario uno\a non è capace di farsi un processo di sintesi ed antitesi cioè di scegliere se seguire o o l'altro e quindi opta solo ed esclusivamente quello dominante cioè quello deleterio di questa tv . IL filosofo K.Popper nelle sue ultime opere Il mito della cornice, Il Mulino, Bologna, 1995 , La conoscenza e il problema corpo-mente [1994], Il Mulino, Bologna, 1996 , ed in particolare , Cattiva maestra televisione [1994], Marsilio, Venezia, 2006 e L'informazione violenta, Società aperta, Roma, 1996 non aveva tutti i torti .
con questo è tutto aspetto i vostri pareri ed opinioni od eventualemne espertienze , critiche ed osservazioni
- un poì di zapping alla tv per chi vuole cercare confermare quanto dice il docukmentario citato e quan toi riaffermoi io
- i saggi di K Popper da me citati e quelli quelli citati alla fine del documentario della Zanardo e questa inchiesta fatta dal mensile musicale e non solo XL di repubblica sulla YouPorn Generation avere vent'anni e fare sesso ai tempi di Internet qui l`url
- i link da me citati nei nuneri 1 e 2
- www.iltuopsicologo.it/pornodipendenza.asp
- questo articolo soprattuto i commenti degli utenti loredanalipperini.blog.kataweb.it/lipperatura/2009/05/05/il-corpo-delle-donne/
- www.zenit.org/article-13441 perchè se è vero che la maggior parte dele volte al 90% è colpa nostra e anche colpa del donne soprattutto quelle che non sanno imporsi e reagire a tale cultura
- ventonelvento.wordpress.com/2007/10/15/donne-oggetto/
25.5.09
Mondo nuovo
MONDO NUOVO
Estirpare dalla Terra ogni male
e seminare chicchi di sorriso,
per veder crescere piante rigogliose
che diano frutti di serenità.
Ogni cuore ripulito dall'invidia
foderato con una patina di tolleranza,
rivestito come dovesse andare a nozze
fautore dell'altrui felicità.
Bimbi sani, uomini contenti
abolite tutte le distanze,
mani che si stringono attraverso i Continenti
livellate le disuguaglianze.
Un mondo nuovo, dove vivere in letizia
circondato dal rispetto e tanto amore
dove non si odano colpi di cannone
ma la vita sia sacralità.
Scritto da Marilicia il 24/05/2009
Senza titolo 1501
Sono assopito
tutto è rosa,
le case, gli alberi, la gente.
Volo oltre i meleti e le more
oltre la donna che non parla mai.
Sono in città,
gli elefanti rosa sono in cielo
ci sali
ti portano oltre
dove i sensi desiderano
e la fede si riaccende.
Mangio cioccolata tutto il giorno
caramelle, torte e torroni
non avverto la morte
vedo la vita,
osservo la gente
non c'è nulla di umano in loro,
troppo buoni,
felicità inumane negli occhi.
Salgo su un elefante volante,
apre le ali,
mi regala cioccolata
e una fata protettrice.
Mi ritrovo nel mio letto.
E' un nuovo giorno.
A domani
paese degli elefanti volanti.
Papi non fuma la pipa
24.5.09
Senza titolo 1500
Avviene che
l'attrazione indicibile
improvvisa, misteriosa
si fermi tra terra e cielo
per uno scrupolo o un timore.
Vita vera perduta.
**** ****
Buona vita e Buona domenica
Tony
23.5.09
Laggiù
22.5.09
I pupi, i papy e il puparo senza arte
5. Ci dobbiamo accontentare di piccoli colpi di spillo, dati con stile diplomatico, con linguaggio asettico e, perdinci, non offensivo. Gli interventi del Vaticano e della Cei, che pure ci sono stati e anche tempestivi, sono stati del tutto inadeguati, minimalisti, quasi pudichi.
il novello pulcinella, ve ne tira ... un'altra bella!
"Pullecenella", la popolare maschera napoletana, ma direi la più nazionale di tutte, racconta di un popolo che con furbate prende in giro i potenti e tira a campare; naturale che ogni tanto ci scappi qualche "parola di troppo", ma in ogni ragionamento che fa mai niente è fuori posto, anzi, c'è sempre un filo logico da seguire. Oggi questa maschera si è buttata in politica e con furbate lancia slogan e costruisce divertimenti sui vizi della gente lucrando e creando intorno a se un aria da "vittima dei terroristi del fare". Lui, invece, fa e fa molto soprattutto per se e per distruggere quello che faticosamente dopo due guerre mondiali, il fascismo, il nazismo , l'ashoà e il terrorismo gli italiani erano riusciti a costruire: UNA DEMOCRAZIA POPOLARE! Oggi il nostro pulcinella scaltro e in malafede lancia strali contro tutto e tutti e chi può impedirglelo?
Noi cerchiamo, ci sforziamo, di dare ai nostri figli dei principi di vita, mentre lui con due rimbambiti che fanno cortile in televisione e si mettono sotto i piedi( letterale) ogni principio fanno diventare tutto una barzelletta e la democrazia, ex reale, è ormai un fantasma che ogni tanto riemerge, solo per essere una controvoce, presto calunniata, vilipesa e schiacciata .... se ora anche il PARLAMENTO è PLETORICO, domani anche la GIUSTIZIA sarà una bufala di cui far parlare Maria De Filippi o qualche altro attoricchio presentatore di quelli che a MEDIASET si trovano a quintali. Loro hanno risolto il problema del lavoro, gli italiani poi si vedrà. Intanto diamo sotto con la demagogica visione di un pulcinella che sta in mezzo alla gente .... ma attenti, lo fa per fregarvi il portafoglio, non mettetecci l'anima, potrebbe rivendersela al migliore offerente!
Ugo Arioti
Quando ti volto le spalle
Quando ti volto le spalle
non è per andare lontano
ma per rimanere ferma
e vestirmi un po' di rimpianti
quando s'arresta l'amore
l'anima se ne va via
e se batti le mani
correndo
non esce un grido di gioia.
Alda Merini
15 Dicembre 2002
Volti senza faccia
La faccia. La parte del corpo umano che, per le sue caratteristiche di unicità, più di ogni altra contraddistingue l’uomo in mezzo a tutti gli altri uomini. E’ il suo segno di riconoscimento, la faccia. E’ la firma del suo corpo.
Ma non tutti hanno la loro faccia, o meglio, non tutti riescono a conservarla. Molti, presto o tardi, la perdono e si riducono ad avere solo un volto. Un volto è come una maschera, è stereotipato, è tipico di ben determinate caratteristiche.
I volti, quando sono senza faccia, sono tutti uguali, come quelli tirati dal bisturi del chirurgo. I volti senza faccia sono prevedibili, monotoni, senza vita.
Come quelli di queste persone, nel giorno del lutto cittadino a Marano per l’apertura della discarica a Chiaiano, che guardano inebetiti i manifestanti sfilare sfilare sotto i loro nasi. Come quelli di tanti altri, che come loro, restano fermi sui marciapiedi ai lati del corteo. Come quelli dei corpi affacciati ai balconi.
In silenzio d'avanti allo scempio di una discarica ricavata all'interno di cave situate nel mezzo di una zona sovraffollata, su cui insistono circa 250.000 residenti. Nei pressi di tre grandi ospedali: il Cardarelli (il più grande del mezzogiorno), il Monaldi e il Pascale (un stituto per la ricerca e la cura dei tumori). Una discarica alla base della principale falda acquifera metropolitana e per di più nell' unico polmone verde rimasto in città. Un progetto folle iniziato sulla carta dal goverto Prodi e portato a termine da quello Berlusconi poi, con l'uso dei militari.
La loro espressione è fissa, impassibile. Mi fa impressione osservare come siano tutti uguali tra loro. Sembrano come impossessati da una non-coscienza collettiva che li irrigidisce nel corpo, nella postura. Non capisco se stiano capendo cosa sita veramente succedendo sotto i loro occhi. Provo a fissarli ma mi accorgo che mantengono il loro sguardo nel vuoto, mi oltrepassano.
Non rispondono agli inviti, agli sproni della folla. Non manifestano ne assenso ne dissenso. E’ come se fossero morti. Morti in piedi. Solo il fumo di qualche sigaretta accesa testimonia il fatto che c'è ancora vita in quei corpo. Restano impassibili anche di fronte alle piccole provocazioni verbali dei manifestanti che cantano cori di sfottò rivolti anche nei loro confronti.
Anime da anni disidratate di speranza, tristemente segnate da una vita di apatia, ignoranza, paura e disistima di se.