QUESTO E' UN VECCHIO INTERRUTTORE DELLA LUCE IN PORCELLANA ! VE LO RICORDATE ? :-)
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
10.8.09
l'eco bianco delle stelle
L'ECO BIANCO DELLE STELLE
E' notte,
un rincorrersi buio di sogni
sotto l'eco bianco delle stelle.
Cerco il rumore chiaro della luce
tra le gonne di una luna in equilibrio.
Aquiloni neri confondono
le gerarchie del cielo.
Vorrei capire,
capire e sentire il passo veloce
delle distanze,
aggrappandomi alle labbra
di un silenzio quasi perfetto.
Al contatto con i miei occhi
le allegrie di una cometa
annusano le lenzuola del confine.
E fuggo con la pelle
a godere
il naufragare lento di un nettare
d'estate.
9.8.09
Altri giovani quelli che lottano contro la noia di vivere
storia comune per gente speciale
cos'altro vi serve da queste vite
ora che il cielo al centro le ha colpite
ora che il cielo ai bordi le ha scolpite. (....)
Fabrizio de Andrè una storia sbnagliata
Era estate. L’estate del 2000. L’estate che ricorderò per tutta la mia vita.Avevo tredici anni e la scuola stava finendo. Tutti i miei compagni si stavano preparando per l’esame di terza media. Per me come per i miei amici era un esame importante. Il primo vero esame. Mi stavo impegnando. Ero felice di prepararlo non rendendomi conto che c’era un esame tutt’altro che scolastico ma ben più impegnativo ad attendermi.Vedevo e sentivo che c’era qualcosa che non andava. Quelle forti emicranie al mattino appena sveglia, la spossatezza continua e poi quella mano, i cui piccoli gesti non riuscivo bene a controllare. Mi cadevano di mano gli oggetti, la mia scrittura non era più la stessa e a danza ogni piroetta finiva con un giramento di testa. Perdevo l’equilibrio. Mi dovevo fermare. Non capivo. Eppure dentro di me sapevo che c’era qualcosa di strano.
La risposta è arrivata un pomeriggio di maggio nel corridoio dell’ospedale adiacente alle sale della TAC. Mi ricordo che io e i miei genitori stavamo aspettando seduti su quelle sedioline asettiche dell’ospedale. Per me l’attesa era snervante, c’era puzza di disinfettante e quel posto nonmi piaceva.
Solo dopo la risonanza magnetica capii tutto fino in fondo. C’era una noce annidatasi nel mio cervelletto anzi, “una lenticchia”, proprio così mi venne spiegato.
In seguito, questa lenticchia venne tolta. Quello che successe in quell’estate non fu molto piacevole.Chemioterapia e radioterapia non sono facili da sopportare.Eppure ora, a ventun anni, posso dire di essere cresciuta in un’estate,
durante quell’estate. In quei mesi scoprii quanto ero fortunata. In fondo avevo una leucemia fulminante e non ero in attesa di un donatore che chissà quando sarebbe
arrivato. Ero fortunata.
Nell’estate del 2000 ho imparato tante cose. Ho imparato ad amare la vita e ciò che fino ad allora mi sembrava scontato, un mio diritto.
Ho scoperto un dovere: quello di ringraziare per tutte le meraviglie della vita. Ho imparato a sorridere con il cuore davanti a uno sguardo divertito, davanti a un mazzo di fiori, davanti a una giornata di sole e anche davanti a una di pioggia.
Ogni sera prima di addormentarmi penso alle cose che ho fatto durante la giornata e mi sento privilegiata. Anche se la radioterapia ha portato via i miei bellissimi boccoli biondi, ho imparato che non è quello che mi farà essere migliore.
Sono fiera di ciò che sono diventata.Adesso guardo a ciò che è successo come una grande esperienza che ha contribuito a forgiare il mio carattere. Mi ha dato la possibilità di vivere qualcosa che prima conoscevo solo come lunghe e complicate parolone pronunciate dai più grandi, come qualcosa di lontano da me. Certo sbatterci contro ha fatto male, ha lasciato la cicatrice. Una cicatrice che è sempre lì per non farmi dimenticare quanto sono fortunata.
A volte, sento addosso l’opprimente sguardo di qualcuno che, trovandosi davanti a me per la prima volta, non può fare a meno di volgere inconsciamente lo sguardo ai miei capelli. Ormai ci sono abituata. Ma una cosa bellissima è notare come l’interesse gradualmente si sposti verso qualcos’altro, come le involontarie occhiate furtive vengano sostituite dall’interesse per ciò che esprimo con le parole e che lascio trasparire dai miei occhi.
Mi piace comparare la mia storia alla scelta fatta da un atleta per coronare il sogno di vincere le Olimpiadi.Una lunga strada fatta di duri allenamenti lo attende per raggiungere la forma perfetta. Io non ho mai sceltodi gareggiare alle Olimpiadi, ma
qualcuno ha deciso che dovevo fare l’atleta.
Chiara
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Mi ha inviato questa lettera un oncologopediatra del Centro di Riferimento Onco-
logico di Aviano, dott. Maurizio Mascarin ( mascarin@cro.it )che ha raccolto gli scritti, gli sms, le mail degli adolescenti che aveva e ha in cura, decidendo con loro di pubblicarli, nel settembre 2008, in un libro intitolato Non chiedermi come sto, ma dimmi cosa c’è fuori, una frase che un giorno le rivolse una ragazza ammalata. Lo scopo? Far vedere quanta vita palpita in chi non sa se e fin quando potrà viverla. Non conosco l’editore, altrimenti lo segnalerei a tutti quei giovani demotivati che non sanno cosa farsene della loro vita. E però, quando la noia li assale e, con quel suo spessore opaco e buio, li opprime fino a indurli all’ultimo gesto, perché non scrivere a questo medico oncologo, farsi indicare dove reperire il libro e leggerne qualche pagina, dove forse la vita cede il suo segreto, la sua bellezza inosservata e spesso trascurata, prima di spegnerla perché non se ne è reperito il senso, che forse non è in un altrove lontano e segreto, ma in quel giorno dopo giorno che non a tutti purtroppo è concesso.
umbertogalimberti@repubblica.it
oltre ala canzone che apre il post sono collegate per le tematiche che essoe esprimmono anche queste tre canzoni sia nela versione originale di Faber sia nlle versioni che ne fanno il gruppo faberiano i faber noster ( http://www.viadelcampo.com/html/fabernoster.html ora anche su facebook ( qui il gruppo )
çymma
via del campo
il ritorno di giuseppe
8.8.09
la storia delle cose
Produci consuma crepa produci consuma crepa produci consuma crepa
Sbattiti fatti crepa sbattiti fatti crepa sbattiti fatti crepa
Cotonati i capelli riempiti di borchie rompiti le palle rasati i capelli
Crepa crepa crepa
questa è l'era del consumismo; tutto diventa un prodotto; e noi dei consumatori; propongo la visione di questo filmato diviso in 3 parti che riguarda il consumismo in generale; ma ritengo che sia collegato al consumismo del corpo delle donne: oggetti tecnologici sempre più nuovi perchè altri percepiti come già vecchi = corpo femminile continuamente ritoccato = oggetto da usare e consumare. ecco la prima delle tre parti:
- la seconda http://www.youtube.com/watch?v=WwAgiNbcsIg
- la terza http://www.youtube.com/watch?v=WwAgiNbcsIgù
N.b
Le frasi fra virgolette fra virgolette sono estratti \ deliberamente tratti dalla poesia , precedentemente citata integralemente nel mio post precedente ( non ricordo l'url cercatelo nell'archivo ) il jazz spiegato a ..... , Jazz di Angela Meloni
Il mio tramonto
Immagine di franca autoscatto "Il mio tramonto"
Il mio tramonto
E' difficile comprendere
come si arriva in un certo punto.
Spesso sento vicino a ne
delle presenze mi guardo intorno
e non vedo nessuno.
Eppure un foglio e volato via
una porta piano piano si apre
non serve cercare la spiegazione
queste cose succedono e basta!
Spesso con la mia mente
in silenzio comunico
con i miei cari.
Sono sempre vicino a me.
Il mio angelo delle volte mi rimprovera
quando vede che passo troppe ore
a scrivere senza mai fermarmi.
Ieri Nithael mi ha detto:
"Smettila di scrivere, vedi anche
il quadro del mare di fronte a te
il sole sta per tramontare".
Alzo lo sguardo e gli rispondo:
"E' bello il tramonto del mio quadro
piace anche a te?
Tranquillo! adesso aspetto l'alba
e poi vado a riposare".
Nithael si siede sulla poltrona
sotto la finestra
prende un libro lo apre
e silenzioso legge...
sorride e mi lascia stare.
franca bassi
7.8.09
perchè le donne che cambiano ragazzo \ partner dopo tanto tempo sono definite p.... ?
Proprio non lo capisco . Infatti quello che mi da fastidio ( anch'io ero cosi poi , l'ho scoperto tardi , dopo aver eltto cento colpi di spazzola di Melissa P , chi è senza peccato scagli la prima pietra ) che le donne non di spettacolo ( principalmente ) se cambiamo gia' due uomini sono considerate p......... e queste dello spettacolo nooooooo pure le copertine .......... ma perche' la loro e a forma orizontale ( metaforicamente parlando ) ? e che è sempre più vera la battuta di Elekappa : << Mamma, ma cosa fanno i maniaci sessuali?". "Ultimamente le copertine dell'Espresso, dell'Europeo e di Panorama" >>quello che mi da fastidio ( anch'io ero cosi poi , l'ho scoperto tardi , dopo aver eltto cento colpi di spazzola di Melissa P ) che le donne non di spettacolo ( principalmente ) se cambiamo gia' due uomini siamo considerate p......... e queste dello spettacolo nooooooo pure le copertine .......... ma perche' la loro e a forma orizontale? e che è sempre più vera la battuta di Elekappa : << Mamma, ma cosa fanno i maniaci sessuali?". "Ultimamente le copertine dell'Espresso, dell'Europeo e di Panorama" >>
i protestanti italiani dimenticano Paul Schneider pastore a Buchenwald
Le news in questione che q sono tratte dal gruppo di facebook ecumenici diretto da Maurizio Benazzi
Profeta, martire o fanatico?
Rifiuto di ogni compromesso
Nel novembre del 1937, Schneider viene trasferito dal carcere della Gestapo di Koblenz nel campo di concentramento di Buchenwald. Dopo alcuni mesi di lavori forzati nelle cave di pietra, è rinchiuso nel “Bunker”. Il motivo della condanna alla cella di rigore: Schneider si è rifiutato di salutare la bandiera uncinata nel giorno del compleanno del Führer.
Predicatore di Buchenwald
Il pastore Paul Schneider si è costantemente opposto, con irremovibile coerenza, alle pressioni e agli ordini delle autorità naziste, fuori e dentro il carcere e il campo di concentramento. I compagni di prigionia sopravvissuti hanno ribadito a più riprese la forte impressione provocata su di loro dalla sua fermezza e dal suo coraggio. Le testimonianze raccolte hanno portato a definire Schneider il “predicatore di Buchenwald”: dalla finestra della sua cella, il pastore gridava dei versetti biblici ai prigionieri radunati per l’appello sul piazzale del campo di concentramento.
Il ricordo
La chiesa evangelica tedesca ha ricordato, sabato 18 luglio, il pastore Paul Schneider. A Buchenwald, dove oggi sorge la “KZ-Gedenkstätte Buchenwald”, la sua memoria è stata onorata nel corso di un culto ecumenico.
Margarete Dieterich Schneider, Il predicatore di Buchenwald. Il martirio del pastore Paul Schneider (1897-1939), Claudiana, Torino 1996
Paul Schneider, articolo da Bautz Biographisch-Bibliographis
6.8.09
oggi mi piace viaggiare con l'oriente Anouar Brahem Trio
Oggi mi vsa di viaggiare con l'oriente , mal visto agli ideologici alla fallaci e alla pera che ne vedono una minaccia . Invece se ascoltate questi suoni ci vedrete una richezza . mi viene in mente la loro unica data italiana tenuta ieri al Taphros jazz. Festival di musica contemporanea. 2009 Teatro all’aperto Fortezza dei Colmi. ne trovvate le foto qui sul mio album di facebook http://www.facebook.com/album.php?aid=2026749&id=1531382630&l=655b6b3c5d e qui sotto un video da me girato
sono i migliori quelli che se ne vanno quello si che era vero calcio
E poi dalla lettura del giornali in particolare dala prima pagina dell'unione sarda di oggi questo triste evento di cui riporto sotto gli artiicoli del giornale in quanto preso dale emozioni non riesco a trovare le parole adatte
Si è spento a Sarroch ( Cagliari ) dopo 10 dieci anni di malattia Addio Mario Tiddia, il ct di Sardegna
Vedi le foto Vedi le altre fotoVedi le altre foto M ario Tiddia era un uomo genuino, che amava la terra, che amava coltivare con lo stesso affetto con il quale faceva l'allenatore. «Quest'anno avremo un bel raccolto», ti rispondeva quando gli chiedevi conto di una sconfitta, quasi a volerti ricordare che le radici contano più delle foglie, che una stretta di mano vale più di una firma, che uno sguardo più di tante parole. Mario Tiddia è stato uno dei grandi del Cagliari: a memoria, e con gli occhi lucidi, è difficile ricordare un altro rossoblù bravo sia come giocatore che come allenatore.
NANDO MURA
Esso , sempre secondo il giornale << Con grinta e coraggio si è battuto contro quel male incurabile, che solo dopo dieci anni è riuscito ad avere la meglio su di lui. Mario Tiddia è morto ieri mattina alle 10,30 nella sua casa di via Cagliari, dove viveva con la moglie Mari a Concetta. Parenti, amici, tifosi, sono tante le persone che ieri hanno voluto rendere omaggio al protagonista di tante battaglie sportive del Cagliari: in campo come in panchina. «Il calcio era il suo mondo - racconta la moglie - era incredibile come da allenatore non riuscisse a godersi le vittorie, perché la partita più importante era quella che doveva arrivare». Poi il ricordo di Mauro, il figlio che per alcuni anni ha seguito le orme del padre. «Per me e mia sorella il momento più bello era la domenica sera, quando lui tornava a casa: per tutti era l'allenatore del Cagliari, per noi era semplicemente il nostro papà ».
L'intero paese oggi alle 17 si stringerà attorno ai familiari per l'ultimo saluto a una delle ultime bandiere del Cagliari.>>
Ecco un ricordo di alcuni protagonisti dell'epoca che hanno avuto a che fare con la squadra del Cagliari
Delogu: «Competente e umano, mi mancherà». Casagrande: «Mi insegnò uno stop che ancora adesso mostro ai miei giocatori»
«Urlavamo Forza Paris e poi in campo»
Fu il primo a teorizzare una squadra per reparti, ordinata, precisa, corale». Il ricordo di Mariano Delogu per Mario Tiddia va dritto alla fine degli anni Settanta, quando Tiddia, che allora guidava la Primavera del Cagliari, rilevò Toneatto, portando quella squadra in serie A. «Era un uomo per bene, ed è stato uno dei pochi tecnici sardi a Cagliari. Mi dispiace», sottolinea l'ex presidente rossoblù, «sapevo dal figlio che stava poco bene, conservo dell'uomo e del tecnico un grande ricordo: la promozione in serie A alla fine della stagione 1978-1979, quando ero l'uomo di fiducia di Rovelli nella Sir, e accettai la presidenza della società». Grintoso da giocatore, attaccato a quei colori, serafico ma duro da allenatore: Mario Tiddia è una delle bandiere del Cagliari. In campo nella prima storica promozione in serie A, faceva parte di una difesa granitica. Da tecnico, invece, si rivelò nelle giovanili del Cagliari, da cui pescò a piene mani per la prima squadra: «Per me è stato come un secondo padre», ammette Gigi Piras , allora centravanti di un Cagliari che faceva grandi cose all'inizio degli anni Ottanta. «Mi allenò nella Primavera ed ebbe il merito di lanciare tanti ragazzi, da me a Leschio, passando per Copparoni e Lamagni. Era un uomo di poche parole, ma è stato un grande allenatore. Con me aveva un ottimo rapporto, oserei dire privilegiato: quando il Cagliari riprese Virdis dalla Juve, la mia preoccupazione fu immediatamente spazzata via da una sua frase: “Gigi gioca, gli altri non so”. Una frase che mi diede una grande spinta».
Calcio ma anche umanità e passione: «Un tecnico molto diverso da quelli attuali», precisa Franco Selvaggi , altro grande attaccante di quel Cagliari, «molto semplice e diretto, con pochi fronzoli. Come il suo calcio, del resto. Adesso non andrebbe di moda. Anche per questo motivo penso non sia riuscito, da tecnico, ad andare oltre il Cagliari, ritornando subito in Sardegna dopo quella sua esperienza a Pescara. Come allenatore era l'ideale: ti dava serenità e personalmente mi ha aiutato a giocare con più semplicità». Selvaggi si commuove quando parla di quello che è stato uno dei suoi maestri: «Giocavamo un calcio eccezionale, uno dei migliori in serie A. Senza stranieri e con un gruppo di giovani arrivammo a ridosso delle prime e quei risultati mi aiutarono a conquistare la
Nazionale». Selvaggi, poi, vinse, anche se da riserva, il Mondiale in Spagna e al momento della partenza, lo stesso Tiddia lo incoraggiò nel modo più semplice e giusto: «Dopo avermi fatto i com plimenti e gli auguri mi disse: “Se dovessi giocare, fai quello che sai fare. Non sbaglierai”. Fu un grande consiglio, che tenni a mente anche successivamente».
Lontano dal campo era un uomo innamorato della sua Sarroch, un paese in trasformazione, mare e campagna cedevano spazio alla raffineria, ma Tiddia dopo una partita, dopo un allenamento, non smetteva mai di passeggiare nei suoi campi, nei suoi orti: «Ci regalava sempre cassette di arance squisite», ricorda Gigi Riva , che lo volle in prima squadra nel Cagliari, «era un uomo d'altri tempi, di una semplicità e di una correttezza straordinarie. Mi mancherà».
Anche il Cagliari ha ricordato Tiddia nella home page del sito ufficiale, dove sono riportati i ricordi di
Francesco Casagrande è stato il mediano del Cagliari che ritornò in A nel '79: «Ho di Tiddia un ricordo bellissimo. Una persona umile, di poche parole, ma che sapeva infonderti serenità. A livello tecnico mi ha insegnato tanto: in modo particolare, uno stop d'interno che ancora oggi insegno ai ragazzi della Sampdoria ».
con questo è tutto a presto gente
Partenza al tramonto
Immagine di franca bassi "Partenza al tramonto!"
Sei troppo lontano...
Sono passati molti anni
quando al tramonto
l'aereo ti portò lontano da me.
Ho passato tante albe felici
vicino a te.
Sulla cima del Piccolo Tibet.
Sotto il sole in riva al mare Adriatico
e quando la piccola barca a vela
sospinta dalle onde e dal vento
ci portava lontano.
Ricordo la sera stanchi abbracciati
nella piccola casa
nel borgo antico di Assergi.
Quante parole d'amore
mi hai sussurrato di notte
sotto il cielo pieno di stelle!
Sai... anche la piccola camera
con il soffitto a volta
con le stelle di carta luminose
si è spenta; ormai il terremoto
ha cancellato i nostri ricordi.
Guardo la tua immagine
sotto il vetro della mia scrivania
il tuo viso è sbiadito
anche il ricordo della tua voce è fioco.
Sei troppo lontano!
Franca Bassi
LA FORZA DELL'AMORE DI UNA MAMMA
L'amore puro, vero, unico,
Buona visione e felice serata a tutti
5.8.09
Gli ecologisti su facebook :la politica non vuole una legge sulla trasparenza per tenere sotto controllo i cittadini!
Nessuno ci potrà convincere del contrario ,ovvero che qualsiasi potere politico che governa senza trasparenza non ha alcuna legittimazione , né sovranità , e non potrà mai garantire né giustizia , né democrazia reale, ma solo asservimento delle folle ai suoi voleri. Questa in realtà è la sfida , di questo nuovo secolo , questo è il vero obiettivo , dare alle persone gli strumenti per essere esse stesse soggetti di diritto e non di “dritti”. Per questo riteniamo che la trasparenza amministrativa sul modello svedese ed una riforma elettorale su criteri quantitativi , sia una opportunità per tutti , perché permetterà a chiunque interessato alla gestione della cosa pubblica ed al bene comune , un controllo effettivo . Una democrazia ,per essere tale, deve essere condivisa . Non è un caso che nelle antiche democrazie delle città greche , i cittadini , a turno, partecipavano alla vita della “Polis” e tutti erano soggetti alla stessa legge, e tutti venivano coinvolti a partecipare alla vita pubblica attraverso la rotazione e il sorteggio nella partecipazione alle cariche politiche . Questo stava ad indicare che tutti godevano della medesima “arete”, ovvero di quella virtù che è in ogni uomo di eccellere in qualsiasi attività , trovando così ognuno il senso e la giusta dimensione nella partecipazione alla comunità. Oggi diversamente , sembra evidente il contrario , ovvero ,che la legge , sia terreno di conquista per assicurare l’impunità!
Nella pieghe di uno stato senza trasparenza si garantisce e si permette il diffondersi di mafie, si premia coloro che non meritano , si assicurano gare ed appalti agli amici , si permette al vicino di casa di costruire balconi e verande solo perchè collusi con le amministrazioni.....si assicura solo ingiustizia e tensioni sociali....si permette ad una classe politica senza curricula di rappresentarci senza averne merito!!!!
La trasparenza amministrativa è la nostra unica arma per scardinare un sistema marcio e diventare finalmente soggetti a pieno titolo e non usati solo per bieche operazioni elettorali. Questi sono i motivi per i quali i nostri politici si interessano a noi ogni cinque anni , solo in vista del voto....una volta incassata una delega in bianco possono rubare incontrastati. La trasparenza permetterà ad ogni cittadino di accedere agli atti dei comuni , ai bandi, alle gare, ai bilanci e tenere sotto controllo le casse che vengono beffardemente svuotate a nostre spese!!!
QUESTO E' IL MOTIVO PER IL QUALE IL NOSTRO PARLAMENTO NON VUOLE APPROVARE UNA LEGGE SULLA TRASPARENZA IMPRONTATA SUL MODELLO SVEDESE, MA QUAL'E' LA DIFFERENZA TRA LA SVEZIA E L'ITALIA!!! Molto semplice , in Svezia , i cittadini possono ad esempio verificare se i criteri adottati dalla pubblica amministrazione per una determinata fornitura ed appalto sono congrui, verificare tutte le spese dei parlamentari, dei consiglieri regionali, praticamente il cittadino viene considerato di diritto come un cittadino di serie A. Nel nostro paese diversamente possiamo accedere solo a quegli atti che interessano direttamente il singolo cittadino. Ad esempio non si può accedere e verificare appalti e spese , ed è questo il vero nodo!!! Per questo la TRASPARENZA AMMINISTRATIVA sul modello svedese è uno strumento reale nelle mani del cittadino che potrà finalmente controllare i propri eletti ed evitare di essere continuamente ZIMBELLO dei partiti!!!!
Vi invito pertanto ad iscrivervi numerosi ed invitare i vostri amici , formando una catena numerosissima che ci permetta di condizionare il parlamento al fine di approvare una legge sulla trasparenza sul modello svedese aderendo alla nostra raccolta firme su facebook al seguente link http://www.facebook.com/board.php?uid=113198880867#/group.php?gid=113198880867
"Io, Babbo Natale dei bambini meno fortunati"
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