Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
9.4.09
Una settimana triste
8.4.09
volare o non volare questo è il mio dilemma
Non è forte chi non cade, ma chi cadendo ha la forza di rialzarsi
Tutti vogliono volare ma quanti sono disposti a rischiare di farsi male, cadere, ricominciare? Tanti si accontentano solo di camminare, ma tarpando le ali al cuore che cosa si vive. Tutti vogliono volare ma quanti sono disposti a rischiare di farsi male, cadere, ricominciare? Tanti si accontentano solo di camminare,ma tarpando le ali al cuoreche cosa si vive a fare?
ringrazio la mia amica di Fb valentina bianco per avermi suggerito tale gruppo di facenbook http://www.facebook.com/group.php?gid=70472012593
urlare non serve
7.4.09
Fiorile sommerso
In bizze e zelo di cieli
la bellezza fiorisce al sole fresca,
alle rosacee di luce si svela,
raccese in nuvoli un volo di voci.
Non solo in tramestio di ombre procedo,
ora che insorgono al gelo sorgenti
e giostre di gemme dai sonni emergono
a rischiarare inabissate voci.
Ma ecco che sillabo un ballo tra i fiori
mentre mi stringo già muto al dolore.
© francesco ballero - 7 aprile 2009
ai fratelli dell'abruzzo
Effimero
Effimera è la carne
ferita dal tempo, impietoso
intrisa di profumo, labile
nel suo sostare veloce.
Rilascia la sua scia
di trasparenti particelle colorata
in lenta dissolvenza in fini polveri
da cui si ricreano in esile forma
che in letale rosso scarlatto cammina
in morbido letto di piume, trascorso.
Effimero è il sentire
in grandi cerchi racchiuso
fuggevole la cerimonia conclude il battito
e in breve esalato respiro si chiude.
sorprese dela vita della vita che la fanno degna d'essere vissuta
A volte la vita ci riserva , o meglio delle sorprese belle ( come in questo mio caso ) o brutte ( come una disgrazia prevedibile come quella del terromoto in Abruzzo ) , a volte innaspettate ,
Sono proprio esse , soprattutto lòe prime , ma anche le seconde non sono da trascurare perchè anche nel brutto può esserci il bello che ci fanno o dovrebbero farci rimanere attaccati alla vita e lottare per ricostruire per poi ripartire e creare ancora nel caso di quelle brutte e terribili .
Infatti mentre rivedevo le mie foto scattate il 5\4\2009 in particolare questa qui a destra scattata quando stavo rientrando da Obia sulla strada olbia-tempio il 5\4\2009 17.35
<<
Oggi mi è chiaro che tutto è dato come un libro da leggere-
come specchio dove guardarsi.
Se è vero che tutto il mondo si specchia in una goccia di pioggia la goccia cade troppo veloce
per permetterci di leggere i dettagli del mondo-
e i dettagli sono pura scossa-
i collegamenti tra le cose-
il botta e risposta-
l’origine e la causa della musica-
la musica è dettaglio e rapporto-
è foresta-sistema.
Non sapevo di avere una foresta dentro di me
un’amazzonia intera che non potrò esplorare mai fino in fondo.
Mi fermo e avverto occhi che mi guardano e io non li posso vedere-
ma loro vedono me-
non posso nascondermi né come umano né come foglia come frutto o come insetto-
non posso nascondermi-
nemmeno come talpa o come ragno o come nuvola o come sasso o come batterio
non posso nascondermi-
non posso nascondermi.
Non posso nascondermi e farò gola a qualcuno che affiderà la sua sopravvivenza alla possibilità di farmi fuori.
Anche da morto servirò a qualcosa.
A mantenere in vita questa macchina che mi contiene
ma che oggi io posso avvertire intera-
indivisibile-nel mio cuore.
>>
di Lorenzo cherubini \ jovanotti letto qualche tempo fa su Semoranda 2009 .
2) questi due film visti il fine settimana scorso . Grace is gone e feast of love
Quindi concludo che la vita è per me
Il discorso di Freccia a Radio Raptus.. tratto dal film radiofreccia grazie per averlo reso embed a it.youtube.com/user/MASSYVERCETTI
a voi adesso dare una definizione di vita
Terremoto.
Un piccolo spunto nato di getto all'alba e che ho finito di disegnare pochi minuti fa. Un disegno che offro in segno di "vicinanza" a tutta la popolazione d'Abruzzo colpita da questa sciagura che ha dell'incredibile.
Certe scene viste alla TV, certi volti e certi scempi saranno impossibili da dimenticare.
6.4.09
Cani coraggiosi
Oggi non posso non ricordare i nostri cani della protezione civile di tutta Italia che con la loro opera collaborano attivamente alla ricerca dei dispersi durante i terremoti e tutte le calamità naturali.
Un grazie grandissimo da parte di tutti noi!
Gli scolaretti di Cesare
5.4.09
Un ramoscello di ulivo
Immagine di franca bassi la bellezza degli alberi nell'antica terra dei Messapi
Il folletto Buzzichino, girovagando per le terre conosciute alla ricerca degli alberi, nella terra rossa degli antichi Messapi, ammira la sua bellezza e solo vicino a questi giganti, il piccolo folletto si sente protetto. Le loro storie, i tronchi contorti, il fruscio delle foglie il folletto riesce a sentire il respiro e il battito del loro cuore. Per giorni, per mesi, per anni il piccolo Folletto, va avanti alla ricerca delle sue radici. Continua a camminare, per terre nuove, ogni volta viene rapito dal profumo della terra e dalla bellezza dei fiori, la natura gli regala ogni giorno la vita, anche se è solo, sente tanta serenita; quando la sera il buio lo avvolge, solo vicino ai suoi amici alberi, e nel silenzio della notte prima di addormentarsi torna a comporre il mosaico delle sue origini. Franca Bassi
Il 5 aprile anche Retescuole sarà in Piazza Scala
Le due sorelle
La morte non è sarabanda di suoni. Se oggi la si spettacolarizza, accade perché non le si vuol più credere; e con ciò, si nega cittadinenza e pienezza alla sua radiosa e inscindibile sorella, quella che chiamiamo vita. O frugata, o storpiata, o falsamente elevata a vuoto ideale (la Vita), essa ha smesso di permeare le nostre ore e il presente è stato spodestato dalla contingenza, dilatato in ripetitività meccanica, reso prevedibile, quasi fotocopiato, in una moltiplicazione di destini eguali e monocordi. Morte e vita procedono assieme, e non possono venir sprecate né banalizzate. Morte e vita, talora silenziate, talora esaltate oltre misura, originariamente, erano invece la ricapitolazione del singolo, l'abbraccio di Dio - doloroso, sia pure - al nostro inimitabile presente, e quella solitudine spaventosa finiva per diventare, nello spegnersi dei sordidi clamori, il richiamo personale, il secondo dopo l'infanzia, il nuovo "effatà", apriti. Finalmente, e totalmente, restituiti a noi stessi.
Concludo le mie riflessioni con qualche stralcio di lettera redatta dalla comunità del Barrio (Brasile) durante l'agonia di E. E.:
"Da noi non si aspetta diciassette anni di coma a morire. E' roba da ricchi [...]. Da noi si muore per mancanza di farmaci di base persino in pochi giorni. In Africa è anche peggio, molto peggio. E questo, ci dicono, è causa di precise scelte sul piano economico delle società del Primo Mondo. Quando i nostri muoiono, non c'è neanche da abbandonarsi troppo alla disperazione, come piace fare ad alcuni vostri esponenti politici e a molti movimentisti della vita dell'ultima ora. Non c'è tempo, perché la vita incalza, e la povertà anche, e c'è sempre troppo di cui occuparsi.
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