QUESTO E' UN VECCHIO FORCIPE ! L'AVETE MAI VISTO ? :-)
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
23.6.09
22.6.09
SOFFIAN NONVIOLENZA di donatela camatta
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Questo potere antico
Che
Il ritorno vuol
far rivivere
.
Onda maligna
scorre fra ossigeno
e
aria viziata.
Melma pervade
in ogni angolo di Mondo.
Soffia nonviolenza
verso queste
menti insulse.
Ragione raggiungi all’anima.
Pensieri di forza uniamo.
Le sofferenze proviamo
a cancellare
di
questo governi neri come pece.
La Pace
diritto,dovere
d’ogni Popolo libero.
Il credo si
stringa tenace
là
dove il cuore non batte…
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Due risate per voi amici
Immagine creata da franca bassi
Cari amici vi regalo due risate questa é la mia fantasia....
Questa mattina commentando su "La torre di Babele TG1", mentre scrivevo piano...piano allaccio i miei fili, ecco cosa può venire fuori. Vabbé, certo che non mi annoio.
@gabbiano(Pino Scaccia), io pago e non vedo! Per curiosità, ho acceso la luce alla scatola nera (TV). Bello, lo schermo color del cielo! adesso, aspetto che ci volano dentro dei gabbiani, e che il vento dal mare ci soffia dentro, pensa che bello, anche il profumo della salsedine. Per la scrittura io scrivo e chi mi segue lo sa, e scrivo la verità! anche se un po’ incipriata, poi anche se ci sono degli sbagli non fa male, piano…piano con l’esercizio spariranno. Io tento, semplicemente a lasciare dei messaggi a chi viene dopo di noi, non ho pretese di grandi onori, mi accontento che gli amici leggono le mie storie e ogni tanto qualche: “pergamena diploma” ci sta anche bene .Odio chi scrive abbreviato mettendo delle XXX e dei segni strani, si finirà, per non scrivere più! Lasciamo le X per la schedina.Un caro saluto a tutti della Torre, incontriamoci più spesso senza tante polemiche, il posto lo conoscete, sotto la luce del nostro faro, abbiamo solo da imparare. Grazie gabbiano che ci indichi, la via del mare aperto.
Cari amici del mio blog, adesso vi faccio fare una risata, ecco come nascono le barzellette, io ne ho scritta una vera per voi.
Seduta al mio scrittoio, sempre la luce accesa per colpa che mi trovo al piano rialzato, spesso anche se fuori c'è il sole da me è sempre notte!
Vabbè mentre mi trovavo intenta a scrivere una storia, ed ero rapita dalla magia le parole che veloci scivolano sul foglio bianco........Drin drin...drin...un sobbalzo nel vuoto, cerco di capire il rumore estraneo al mio scritto, focalizzo é quello scocciatore del telefono, che seguita per un bel po' a squillare. Mi giro, lo guardo, faccio lo sguardo truce e poi due passi lo afferro, come se volessi mangiare un buon coscetto di pollo ruspante! (dove sono finiti!)
Una vocina...sottile...delicata: "Pronto signora...lei è una nostra buona cliente, veniamo a offrirle del buon vino...in offerta e le diamo anche un omaggio". tutto senza prendere fiato.
Mi riprendo e già gusto le bollicine, e rispondo alla gentile signorina che stava in apnea, prende fiato per prepararsi per il secondo attacco e ascolta la mia risposta: "signorina, a me piace un buon bicchiere di vino, ma vivo da sola. Quando ero cliente nella mia casa vivevano i miei figli e un marito, adesso per un solo bicchiere a pasto é sufficiente, perciò una bottiglia è troppo grande per me sola, grazie!" E mentre mi accingevo a salutare, la vocina non si arrende: "Ma! signora oltre al buon vino le regaliamo un "Decoder!".
Pausa...per un attimo poi rispondo: "che annata é?"
La vocina replica:"ma signora dove vive?"
risposta: "su Marte signorina"
la vocina: "come si sta su Marte?"
risposta: "Benissimo!!! anzi, se viene a trovarmi, le offro un "Decoder" del 2009 fresco con le bollicine.
La vocina, ha compreso che forse aveva sbagliato numero, saluto educatamente e sorrido felice. Scritta per voi, da una vera telefonata. Franca Bassi
Senza titolo 1535
Sunday Bloody Sunday --U2
Domenica sanguinosa domenica
Non posso credere a queste notizie oggi
Oh,non riesco a chiudere gli occhi
E farli andare via
Per quanto tempo…
Per quanto tempo dobbiamo cantare questa canzone?
Per quanto tempo?per quanto tempo.
.Perché stanotte…possiamo essere uno solo
..Stanotte....
.Bottiglie rotte sotto I piedi dei bambini
Corpi sparsi attraverso la strada della morte
Ma non darò retta alla voce della battaglia
Ce la metterò tutta
Ce la metterò tutta
Domenica,sanguinosa domenica,
domenica,sanguinosa domenica,
domenica,sanguinosa domenica
e la battaglia è appena iniziata
ci sono molti perdenti,ma dimmi chi ha vinto
la trincea è scavata nei nostri cuori
e madri,bambini,fratelli,sorelle lacerati
domenica,sanguinosa domenica
domenica,sanguinosa domenica
per quanto tempo..
per quanto tempo dobbiamo cantare questa canzone?Per quanto tempo?per quanto tempo…
.Perchè stanotte..possiamo essere uno solo..
Stanotte
…stanotte……
….. Domenica,sanguinosa domenica
Domenica,sanguinosa domenica
Asciuga le lacrime dai tuoi occhiAsciugaleOh,asciuga le lacrime
Asciuga le lacrime(domenica,sanguinosa domenica)asciuga le gocce di sangue dai tuoi occhi
domenica,sanguinosa domenica
domenica,sanguinosa domenica(domenica,sanguinosa domenica
domenica,sanguinosa domenica(domenica,sanguinosa domenica)
ed è vero noi siamo immuni
quando i fatti sono finzione e la TV realtà
e oggi in milioni piangono
noi mangiamo e beviamo mentre loro domani moriranno(domenica,sanguinosa domenica)
la vera battaglia è appena iniziata
per pretendere la vittoria Gesù vinse
domenica sanguinosa domenica
domenica sanguinosa domenica..
Donne e Democrazia. Paura, menzogna e “mito”.
La Macchina del Consenso non conosce soste, a quanto pare.
Dopo i fatti di Guidonia e della Caffarella (oltre alla patetica cornice d’indignazione sulla morte della povera Eluana) era infatti inevitabile il ritorno di fiamma della folta e abituale congrega di quei cittadini che nel nome del “popolino” reclama “giustizia, solidarietà e sicurezza”; non è certamente una novità, grazie ai trabocchetti morali in cui spesso si cade di fronte a certe vicende, ma la realtà è però fatta anche di numeri in grado di raccontare un'altra storia, taciuta dai megafoni del perbenismo, più “nostrana” e scomoda e ben al di là del pur eloquente dato statistico rilasciato dal Viminale, perchè fino a prova contraria lo stupro e la violenza in genere sulla donna non hanno mai avuto bisogno, per essere praticati, di un passaporto o di approdare clandestinamente sul bagnasciuga con un gommone; anzi, a tal proposito, sarebbe più opportuno ripristinare oltre al proprio cervello anche il consueto appuntamento con la Ragione per leggere più correttamente il presente, invece di imbracciare nervosamente il moschetto e dimostrare di appartenere alla cosiddetta società civile e di doversi arrogare il diritto di sceriffo di sé stessi e della Patria contro lo stupratore mitteleuropeo.
Cominciare significa soprattutto ricordare la violenza privata alle donne, quella cioè che avviene entro le mura domestiche, come un punto di partenza obbligato e necessario per arrivare a comprendere a pieno le dinamiche di una cultura del sopruso e della sua estremizzazione, appunto lo stupro, che viene tramandata fin dalla notte dei tempi, e, come si vedrà, anche attraverso le modalità più insolite.
Tanto per cominciare varrebbe la pena rispolverare altri dati statistici a conferma che simili abomini non sembrano essere una esclusiva sociale dell'Italia invasa dagli extracomunitari; certamente la cosa non ci può e non ci deve consolare, ma evidentemente non deve essere abbastanza per chiedersi come mai in Italia sia possibile tollerare lo squadrismo xenofobo mentre si continua con molta naturalezza a perseverare su una condotta di matrice patriarcale e detentiva che ha visto molto spesso la donna vittima, succube e protagonista di “doveri” e quasi mai di “diritti”, nonostante lo specchietto per le allodole di una emancipazione che ha sortito sì risultati e conquiste di libertà inimmaginabili fino alla fine degli anni ’60 (come la recente legge contro lo stalking)...ma che ha forse puntato troppo sulla eguaglianza di diritti piuttosto che sulla diversità di valori.
Probabilmente siamo così abituati a ragionare attraverso un costante bombardamento mediatico che incita a condannare e contemporaneamente a vestire gli abiti vecchi del buonismo e moralismo da non renderci conto di navigare tutt’ora sulla scia di una legislazione sì “moderna” ma con le sfumature di un passato di aberrazioni come il delitto d’onore e la potestà maritale, divenute regole ed usi condivisi dalla maggioranza della fallocrazia dominante almeno fino al 1975, ossia all'introduzione della Riforma sul diritto di famiglia e alla vittoria referendaria per il divorzio; basti pensare ad esempio che il termine stupro, quarant'anni fa, non entrava neanche nel linguaggio corrente perchè la violenza sessuale non era ancora riconosciuta come un “delitto contro la persona”, ma semplicemente come un “crimine contro la morale” …roba da far percorrere un brivido di ottimismo e far sogghignare persino quei simpaticoni di Barbablù e Landru, incluso ovviamente i loro futuri seguaci...
E nel caso in cui la malcapitata di turno riesca faticosamente a trascinare se stessa e il suo aggressore dentro le aule di un tribunale (presiedute soprattutto da uomini, ovviamente) l'equità e le aspettative in un giudice vengono in qualche modo intaccate (oltre alle difese e avvocature opulente) anche dalle opinioni della "gente comune" (uomini,...ma anche donne “ammaestrate”) che paradossalmente vede nella vittima la causa del comportamento criminale dello stupratore; è emblematica in tal senso l'overture di protesta di cittadini nel Processo per stupro, documentario televisivo girato in un tribunale, che è testimone (anche ascoltando le parole degli avvocati difensori) di un'Italia troglodita e telecomandata da una moralità affossata nel triviale con il gentile contributo di emarginazione e di una sottocultura derivata dalla cosiddetta famiglia allargata, dove la donna era sostanzialmente un animale privo di libertà, da addomesticare e in dovere di sfornare prole, possibilmente maschile come forza-lavoro.
Oggi qualcosa è cambiato, ma fino ad un certo punto, se pensiamo alle vessazioni morali subite dalla ragazza violentata nella notte di Capodanno, costretta in qualche modo a difendersi (di nuovo, e da sola) da pesanti insinuazioni ed a fuggire da una realtà che ingabbia e molesta più del suo aggressore, italiano stavolta e forse per questo esentato dalla rabbia della “gente comune” e anzi bellamente difeso persino con striscioni da stadio sotto casa, soprattutto se entrano in gioco dei vecchi luoghi comuni mai passati di moda, e cioè che ad una donna, seppur incauta, non è permesso dire prima “si” e poi “no”: il ripensarci e serrare le gambe per proteggere la propria intimità è considerata una “provocazione”, innescando così (secondo i “perbenisti”) una sorta di relazione causa-effetto nella quale la vittima è considerata pure responsabile della violenza subita.
Morale della (per modo di dire) favola: lo “stupratore di Capodanno” si è avvalso dello “sconto” e si becca solo 2 anni e 8 mesi di carcere (per il momento, in attesa dell'appello alla sentenza) quando il reato di violenza sessuale ne prevede da un minimo di 5 fino ad un massimo di 10 anni. E ovviamente il “popolino” tace perchè probabilmente di negri e romeni non ce n'è in questa vicenda...
E' quindi mai possibile credere che, di fronte a simili contraddizioni, il problema ricorrente della violenza sessuale sia risolvibile con la repressione delle etnie presenti nel nostro Paese, quando i primi a dare il “buon esempio” siamo ancora oggi proprio noi, soprattutto nel giudicare? E, del resto, alcuni riscontri sembrano proprio dar ragione alla storica Joanna Burke che, in un libro recentemente tradotto in italiano, evidenzia, attraverso lo studio dei crimini sessuali dal 1860 ad oggi come lo stupro sia stato sempre considerato (a torto) un reato di “classe” e soprattutto imputabile al “diverso”; ...cioè, in pratica quel che avviene ancora oggi.
Siamo così sicuri che la violenza privata e lo stupro siano fenomeni scollegati e ben distinti, e non riconducibili invece ad uno dei tanti aspetti caratterizzanti il dominio dell’Uomo nei confronti dei suoi simili?
Oppure è quanto mai fondato il sospetto che tutto ciò abbia ben poco a che fare con la salvaguardia della donna, vedi la recente reintroduzione del controverso reato di immigrazione clandestina?
Eppure dovrebbe essere abbastanza evidente che alla Macchina è sufficiente un pretesto per oliare gli ingranaggi e aprire una breccia tra le folle attraverso le dispute dialettiche tipiche dell'italiano medio, che in siffatte circostanze si riscopre straordinariamente Lancillotto e soprattutto con la personalissima esperienza di allenatore di calcio, prete, imprenditore, operaio, milite, con la solita e discutibile retorica “da bar”.
Dovrebbe, appunto...ma nonostante tutto, continuiamo a tediarci a voce alta, forse per dare un senso al solito tozzo di pane d'informazione; quanto basta ovvio, pur di sopravvivere a se stessi e alla propria tranquilla quotidianità.
Con un tale indotto mediatico l'essenza del vero problema non può che sfuggire, e quindi è abbastanza normale (o mirato) che la stessa cultura della violenza sessuale nel corso dei secoli si sia ben “adattata” al nostro modo di leggere la realtà, addirittura rimanendone estasiati di fronte ad una reinterpretazione nelle opere d’arte dei secoli scorsi: un po' quanto probabilmente può succedere ai visitatori di una delle tante Mostre come la recente che si è svolta a Roma sui Sabini, antica popolazione dell'Italia centrale, meglio conosciuti per il Ratto omonimo che avrebbe in qualche modo contribuito, secondo la tradizione, a dare i natali alla Roma caput mundi.
Ovviamente qui non si vuole biasimare l’interpretazione di un mito attraverso il valore espressivo della correlata opera d'arte in un contesto storico-culturale, altrimenti dovremmo come minimo imbottire di tritolo e polverizzare il Colosseo se si pensa alle atrocità commesse nella sua arena durante i giochi, ma è sicuramente legittimo discutere l'idea che possa aver ispirato un Giambologna se non altro per il resoconto e la continuazione di una comoda e falsa interpretazione della Storia divenuto poi mito, senza aver potuto verificare a fondo il nucleo di verità che tutti i miti e le leggende contengono...a meno che l'atroce falso che associa la donna al Demonio e alla cacciata dal Paradiso Terrestre (fino a passare all'epoca delle accuse di stregoneria) ci potrebbe rivelare la Verità e riportare inevitabilmente agli arbori di questa Civiltà, fiorita probabilmente grazie ad uno stupro di massa che a noi è stato venduto invece attraverso il termine edulcorato di ratto; quindi il Tempo in genere sembra essere stato abbastanza ingeneroso con la donna, bistrattata dal mito e dalla realtà e riconosciuta universalmente vittima solo dopo le orribili mutilazioni psicologiche oltre che fisiche subìte durante gli orrori in Rwanda e Sebrenica, ma pure sul risultato ottenuto in sede Onu di condanna dello stupro etnico, considerato crimine di guerra, vale la pena ricordare come la presunta presa di coscienza internazionale non lenisce affatto le ferite di un ritardo nella Storia Moderna (era proprio necessario? Non bastava Nanchino?) e l'interpretazione legislativa del singolo Stato su premeditazione e tipologia di reato.
Infatti, se genocidio e stupro etnico rientrano a pieno titolo e nella medesima maniera nella voce di condanna da parte di un Tribunale internazionale, come mai le legislazioni dei vari Paesi pongono sempre in second'ordine lo stupro rispetto ad una morte violenta? Eppure fino a prova contraria e a parte il periodo e il numero delle vittime a confronto, non è che corra molta differenza tra quanto accaduto alle donne dell'enclave musulmana di Sebrenica, le sevizie subite dalla quattordicenne alla Caffarella o il “massacro del Circeo”.
Possibile che lo stesso, identico reato commesso invece in tempo di pace possa avere delle “attenuanti generiche” a meno che non intervenga la sacralità e il sacrificio della vittima pur di rendere inviolabile la propria intimità come è successo per la dodicenne Maria Goretti? Cosa rende così diversa la santità di Maria Goretti dalla (dimenticata) sofferenza terrena di Donatella Colasanti vissuta e uccisa per ben tre volte? Infatti, dove non riuscirono la tortura e la violenza intervenne poi defintivamente il cancro tre anni fa, ma probabilmente a darle un dolore più atroce della sua malattia fu un incubo che si materializzò qualche mese prima, dopo ben trent'anni dai fatti del Circeo, e cioè quando uno dei suoi aguzzini, Angelo Izzo, fu inspiegabilmente scarcerato e messo in condizione di uccidere nuovamente.
Si parla tanto di sicurezza nelle strade e immigrazione clandestina, ma già da allora dove erano le folle oceaniche della “gente per bene” (che pensa di affidarsi all'Esercito nelle strade e ai vigilantes pronti a manganellare il primo malcapitato che non risponda al “chi va là” in italiano) quando Donatella e tante come lei si sono dovute difendere, anche recentemente, con le unghie dai propri dolorosi silenzi, dai pregiudizi e dalla ipocrita e patriarcale solennità del Potere e dei processi che hanno visto assolti il più delle volte gli aggressori?
E, senza entrare nel merito della imbarazzante vicenda delle intercettazioni telefoniche e sui presunti flirt del nostro Capo del Governo con l’umiliante ed immaginabile applicazione della regola del do ut des, una delle conclusioni più sconfortanti in questo “miraggio” di Democrazia e che chiude il nostro lungo discorso è la stessa attualità vista “al femminile”, a conferma probabilmente di uno dei tanti flop in fatto di conquiste di libertà, e cioè la già citata “emancipazione”.
“Emancipazione”..... oppure potremmo meglio chiamarla “integrazione”, la stessa che invece stiamo negando agli “diversamente italiani”?
Già, perchè nonostante il termine “integrazione” venga di solito utilizzato in ambiti prettamente razziali e poco c'entrerebbe, a priori, con la condizione della donna, di fatto sempre di “integrazione” potrebbe trattarsi se si pensa che in Italia il più elementare dei diritti come il voto alle donne è arrivato solamente nel 1946 e che ci siamo portati fino al 1980 il matrimonio riparatore e legiferato solo nel 1996 in termini di stupro come “crimine contro la persona”: cioè appena tredici anni fa, dopo decenni di lotte e di assurde limitazioni nei più elementari diritti civili. Si potrà discutere o meno sui giochi di parole che rappresentino meglio i fatti, ma la realtà di una discriminazione ancora in corso non si può certamente negare (nel mondo del lavoro, ad esempio, e con una maternità imminente).
Di sicuro non è facile, ma se riuscissimo ogni tanto a far prendere aria al cervello e a comprendere come la fantomatica “subumanità” della donna e del “diverso” in genere siano paradossalmente utilizzati proprio come “arma del Potere” anziché dalla comunità vilipesa ed ingannata, forse ci renderemmo conto di essere schiavi di moderne e camuffate Dittature arroccate nelle stanze dei bottoni degli Stati democratici, mantenute e rafforzate dalle nostre illusioni di sentirci "liberi"...ma di fare quel che dicono loro.
Se non si comprende il gioco perverso con il quale la Macchina ci controlla e ci prende pure sonoramente per il culo, probabilmente non arriveremo mai ad avere le idee più chiare su ciò che si sta materializzando sotto i nostri occhi, e cioè una progressiva mancanza di libertà che ci viene servita su un piatto referendario o semplicemente cavalcando l'onda delle emozioni e della paura di turno, insita stavolta nella sessualità violata di una donna,...tanto un pretesto vale l'altro pur di farci credere che “un maggior controllo significa sicurezza per tutti”: e chi non ha a cuore la propria incolumità, al prezzo di qualche rinuncia nelle libertà civili? E' già successo negli Usa con il Patrioct Act, dopo i fatti del 11 settembre.
Si tratta semplicemente di riflettere un poco, ma allo stesso tempo bisognerà soprattutto rendersi conto che, in tempi di mobilità sociale, le regole del gioco cambiano repentinamente, come i protagonisti, le metodiche e gli interessi in ballo. Quindi anche i Tiranni, primo tra i quali il nostro senso critico, perennemente in bilico tra i media ed una scarsa memoria storica.
Senza la “presa di coscienza” di un evidente declino dei valori di convivenza civile, finiremo sì per invadere le piazze, ma nell'unico intento di rimanere assai smunti e con lo sguardo smarrito al cielo.
In attesa di un miracolo forse o, peggio ancora, di qualcun altro che s'affacci nuovamente dal balcone.
Autore: Salvatore, blogger Liberi finalmente liberi
21.6.09
20.6.09
Benvenuti!
Auguri Chiara
Visto che a Roma manca il sole, io ho preparato il mio sole!
Immagine di franca bassi
Vi regalo alcune immagini della fata Chiara. Ieri sera il suo Folletto, le ha fatto una bella serenata sotto le finestre. Nel bosco ci sono ancora buone usanze.Tanti auguri carissima Chiara.
Ho fatto un video con il vecchio grammofono ha suonato un disco "Marie-Waltz" (Theme Song of the film"The Awakakening"), disco voce del padrone, mentre la sposa scendevale scale. Siccome sono imbranata al PC, per adesso, accontentatevi di questa serenata, ed entrate per sentire la musica nell'immagine. Se in seguito trovo un folletto amico che me lo posta, completo il post. Amici per adesso accendete la vostra fantasia.
Adesso svegliatevi che non siete voi a sposarvi ma la fata Chiara.
Addobbi fatti...lo sapete da chi? Ma certo che lo sapete,vi ho ammorbato per una settimana con i miei fiori di carta.
Un po' di nostalgia dei miei tempi quando non c'era ancora il colore
Senza titolo 1532
Nubi di polvere.
Socchiudo gli occhi
e le mie paure di domani
prendono forma.
Soffro di fronte
a mille incubi
di sabbia e ghiaia
ma vivi più che mai
nei miei pensieri.
Che ne sarà di me?
forse solo mille parole e infiniti sogni
diranno agli altri chi sono.
Forse non importa
forse non vorranno vedere.
forse una vita , la mia vita
è giusto che resti solo mia.
Senza titolo 1531
Se tracci col gesso una riga sul pavimento,
è altrettanto difficile camminarci sopra che avanzare sulla più sottile delle funi.
Eppure chiunque ci riesce tranquillamente perché non è pericoloso.
Se fai finta che la fune non è altro che un disegno
fatto col gesso e l'aria intorno è il pavimento, riesci a procedere sicuro su tutte le funi.
Ciò che conta è tutto dentro di noi; fuori nessuno può aiutarci.
Non essere in guerra con te stesso: così... tutto diventa
possibile, non solo camminare su una fune, ma anche volare.
~ Hermann Hesse - Imagination ~
Imparare, fare, guardare, viaggiare.
~ Hermann Hesse - Peter Camenzind ~
I dolori, le delusioni e la malinconia
non sono fatti per renderci scontenti e toglierci valore
e dignità, ma per maturarci.
~ Hermann Hesse - Peter Camenzind ~
La malinconia ha questo di diabolico, che non solo ti fa ammalare,
ma ti monta la testa e ti rende miope o addirittura superbo.
~ Hermann Hesse - Peter Camenzind ~
Quando s'incomincia, il meglio viene poi da sé.
~ Hermann Hesse - Peter Camenzind ~
Sole brilla adesso dentro al cuore, vento,
porta via da me fatiche e cure!
~ Herman Hesse - La felicità ~
Io ero un parto della natura lanciato verso l'ignoto,
forse verso qualcosa di nuovo o forse anche verso il nulla,
lasciare che si sviluppasse dal profondo, obbedire al mio destino
e far mia la sua volontà, questo era il mio compito.
~ Herman Hesse - Demian ~
La vita di ogni uomo è una via verso se stesso,
il tentativo di una via, l'accenno di un sentiero.
~ Herman Hesse - Demian ~
"La felicità?" disse il bell'uccello e rise con il suo becco dorato,
"la felicità, amico, è ovunque, sui monti e nelle
valli, nei fiori e nei cristalli".
~ Herman Hesse - Favola d'amore. Le trasformazioni di Pictor ~
Voi stesso potete plasmare e animare il gioco della vostra vita a volontà,
dipende da voi. Come la pazzia in un certo senso elevato,
è l’inizio di ogni sapienza, così la schizofrenia
è l’inizio di tutte le arti, di ogni fantasia.
~ Herman Hesse - Il lupo della steppa ~
Ogni uomo però non è soltanto lui stesso è anche il punto unico,
particolarissimo, in ogni caso importante,
curioso, dove i fenomeni del mondo si incrociano
una volta sola, senza ripetizione.
~ Herman Hesse - Demian ~
Ogni uomo forte raggiunge immancabilmente
ciò che il suo vero io gli ordina di volere.
~ Herman Hesse - Il lupo della steppa ~
L'amore non bisogna implorarlo e nemmeno esigerlo.
L'amore deve avere la forza di attingere la certezza in se
stesso. Allora non sarà trascinato, ma trascinerà.
~ Herman Hesse - Demian ~
Per gli uomini non esiste nessunissimo dovere, tranne uno:
cercare se stessi, consolidarsi in sé, procedere a
tentativi per la propria via ovunque essa conduca.
~ Herman Hesse - Demian ~
In principio era il mito. Come il gran Dio aveva portato la poesia
nelle anime degli Indiani, dei Greci e dei Tedeschi,
lottando per farle giungere alla parola, così seguitava a poetare,
giorno dopo giorno, nell'animo di ogni bambino.
~ Herman Hesse - Incipit di Peter Camenzind ~
Tutto il visibile è espressione, tutta la natura è immagine,
è linguaggio e colorato geroglifico. Nonostante una scienza della natura molto evoluta,
oggi non siamo affatto ben preparati, né educati ad una corretta osservazione e,
rispetto alla natura, ci troviamo piuttosto sul piede di guerra.
~ Herman Hesse - Farfalle ~
La solitudine è indipendenza: l'avevo desiderata
e me l'ero conquistata in tanti anni. Era fredda, questo sì, ma era anche silenziosa,
meravigliosamente silenziosa e grande come lo spazio freddo
e silente nel quale girano gli astri.
~ Herman Hesse - Il lupo della steppa ~
Amore Fragile
s'appanna come l'alito sul vetro
e questa fragilità che manifesta
lo rende più prezioso al cuore mio.
E' come un bimbo che ha bisogno d'amore
come una pianta che ha bisogno di cura
bisogna stare attento a non urtarlo
potrebbe incrinarsi la struttura.
Perciò lo tengo nascosto in fondo al cuore
lo coccolo, lo accarezzo in solitudine
con la speranza che ripaghi il mio amore
stordendomi col suo profumo, come un fiore.
Scritto da Marilicia il 16/06/2009
Foto tratta dal Web.
19.6.09
Senza titolo 1529
se non vuoi e non puoi capire l’amore
la tua preda potrebbe morire nello sforzo
di infonderti l’amore che non hai
e saresti comunque solo con la tua piccolezza
stupido ladro d’amore.
smettere d'aspettare godot o non smettere d'aspettare godot
«Il patriarcato è finito. Violenze in aumento per l’immigrazione illegale»: il discorso di Valditara alla Fondazione per Giulia Cecchettin. se stava zitto faceva più bella figura
«Occorre non far finta di vedere che l’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e devianza, in qua...
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