Convegno Fondazione SABIR
– Palermo Palazzo Reale – Sala Gialla – 23 marzo 2009
LA DORSALE FERROVIARIA: UN SISTEMA DI TRASPORTI EFFICIENTE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE DEL TERRITORIO DELLA SICILIA
Qualche giorno or sono, entrò nella mia stanza, consunta e livida di aborti burocratici, un commesso < architetto mi firmi questo foglio, per favore>. Appongo la mia sigla e la data su quel foglio, lui se ne va soddisfatto e io poso la copia di quella nota, che avevo marcato per ricevuta, sulla catasta della posta in arrivo. Tante cose da leggere, digerire e … sputare. Poi archiviare. Mentre se ne va si volta e mi dice< architetto, lei ci va al Convegno?> < Quale convegno?> < Legga, legga …> mi apostrofa ed esce dalla stanza a caccia di altri convitati. Automaticamente scrivo sulla faccia della nota “ATTI”, come per dire uno dei tanti convegni di facciata che fanno per sucare soldi. Dimentico e continuo le mie attività. Fine giornata e fine settimana. Saluti e baci si va a casa, ci rivediamo lunedì.
Scendo le scale, saluto un collega e mi avvio alla fermata della corriera, ogni giorno parto da casa mia alle sette del mattino e torno al pomeriggio tardi prendendo una corsa di linea di una “privata” che fa MARSALA-aeroporto di Trapani Birgi-PALERMO (ANDATA) e PALERMO-aeroporto di Trapani Birgi- MARSALA (RITORNO); cioè passo quasi quattro ore della mia giornata in viaggio. Fortuna che non soffro il mal d’auto e posso dedicare quelle quattro ore a leggere. Durante il viaggio, spesso, vedo passare un trenino, all’altezza della base del trentasettesimo stormo dell’aeronautica tra Marausa e Birgi, mi dolgo che non ce ne sia uno che mi possa portare più rapidamente a casa, ma a che serve lamentarsi, non ci sono abituato, io cerco sempre di trovare soluzioni e non mi piace piangermi addosso.
Squilla il telefonino, mentre leggo. Chi sarà a quest’ora? Un collega. Penso che ho dimenticato qualcosa, ma non è così. Mi chiede informazioni sulla dorsale ferroviaria, insomma vuole sapere se si fa la Palermo – Catania (ferrovia). Imbastisco quattro dati e pochi e concetti ordinatori per chiarire che ancora nell’Accordo di Programma Quadro tra Stato - Regione e Rete Ferroviaria Italiana SpA non è prevista la riesumazione di questa opera, anche se se ne parla sempre con maggior insistenza, soprattutto, da quando il Governo ha deciso che il Ponte sullo stretto di Messina si fa.
Gli do il numero di “cellulare” di chi si occupa dell’attuazione del programma e svicolo verso la mia lettura: Venuto al mondo di Margaret Mazzantini, una donna vera che parla da donna e scrive opere di forte impegno etico; racconti che diventano parabole della vita che viviamo, forti come un pugno e reali come l’esistere, in una parola spiazzanti ma belle.
Lunedì, ritorno in ufficio. Solito tran tran. Incontro un amico. < Non vieni al Convegno?> mi chiede a bruciapelo. < No, grazie, e poi devo fare una ….> lui insiste, mi dice che è importante. Il tema è: LA DORSALE FERROVIARIA: UN SISTEMA DI TRASPORTI EFFICIENTE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE DEL TERRITORIO DELLA SICILIA.
Ripenso a quella nota, lasciata sul cumulo della posta in entrata col marchio: ATTI. La prendo, leggo e penso a una parata di professori universitari e politici che snoccioleranno le loro relazioni cervellotiche per raccontare a un pubblico più interessato a favori politici o alla minigonna nera con lo spacco sul fianco dell’hostess del convegno, tutto quello che non si farà mai. Il Circo della finta cultura del progetto che andrà a sciorinare parole e numeri. Però!
C’è sempre un però!Numero uno, io mi occupo di monitorare questo delicatissimo settore dei trasporti. C’è che non sono mai stato d’accordo su tutto quello che in questo dipartimento chiamano il Piano dei Trasporti, fatto a tavolino, da gente che non ha mai avuto grandi ambizioni tranne quella di giustificare la sua diaria. Scusate, ma preferisco leggere la Mazzantini, almeno scrive bene ed è un piacere, non vi consiglio, invece questa orribile e inadeguata lettura che non fa capo a niente e a nessuno. Autoreferenziale. Però, e continuiamo, il titolo è certamente uno di quelli che informano tutto il mio lavoro e allora? Allora andiamo. Puntuali alle dieci in sala gialla al Palazzo reale, uno dei luoghi della politica e dell’amministrazione del territorio più antichi d’Europa. Ricezione, scrivere i nomi prego e l’email. < Scusi, posso prendere una di queste cartelline?> chiedo alla signorina che si occupa degli ospiti del convegno. < Mi scusi.> mi dice educatamente < quelle sono per gli addetti stampa e per chi è giornalista> < Certo, io mi occupo di scrivere articoli per un associazione culturale che si chiama SCUOLA DI ECOLOGIA CULTURALE EURO MEDITERRANEA, sono….> lei gentilissima scrive il mio nominativo e il nome dell’associazione e poi mi concede una cartellina edita a cura della Fondazione SABIR che contiene le copie di alcuni documenti del convegno. La ringrazio e vado a sedermi. Do un occhiata al contenuto e mi accorgo che c’è qualcosa di “strano”. Vado a sedermi. Saluto, conosco alcuni degli attori di questo accordo e poi altri colleghi che si occupano di trasporti ferroviari.
Finalmente il presidente della Fondazione, Carmine Caprì, apre i lavori del convegno e porge i saluti ai convenuti, descrivendo, a grandi linee, lo sviluppo dell’assise.
Il primo intervento fa emergere quella stranezza che avevo sub odorato leggendo il programma e le altre note sistemate nella cartellina. Parla un siciliano che ha fatto fortuna appena fuori dallo stretto di Messina, il professor Francesco Russo dell’Università mediterranea di Reggio Calabria. Ed ecco che sento parlare di IDEA PROGETTUALE E DI VERIFICA DELLE ESIGENZE DI MOBILITA’ prima della obbligatoria necessità dell’infrastruttura a tutti i costi e costi quel che costi. Ma questo è pazzo? Penso tra me e me. Non sa che più di vent’anni fa i “papaveri del potere” avevano deciso di relegare la Sicilia a ruota di scorta del sistema e che gli interventi che si fanno in Sicilia sono sempre interventi che al più possiamo chiamare di manutenzione straordinaria. Mai si è pensato all’uso e alla mobilità che può derivare dal buon uso delle strutture esistenti. E, attenzione, l’Accordo di Programma Quadro del trasporto ferroviario in Sicilia ha un montante di 5500 milioni di Euro e non sono spiccioli. Allora? Allora mai nessuno si era permesso di mettere in discussione un programma fatto per “ GENERAL CONTRACTOR” e per non dare possibilità di sviluppo e di mobilità al territorio siciliano. Una sola grande opera da 140 M€ circa per elettrificare la tratta Palermo – Agrigento. ( data di ultimazione prevedibile il 2011 -12) e per il resto aggiustamenti e opere di mantenimento dell’infrastruttura. Progetti tanti che stanno come il pane appena impastato a lievitare. Reti metropolitane ridicole a Palermo e a Messina con situazioni ante guerra dell’infrastruttura dei nodi delle aree metropolitane. E questo parla di Palermo – Catania e ci racconta che con pochi quattrini possiamo realizzare un servizio efficiente e competitivo in questa tratta. Sarà un visionario? No. Spiega con tutti i necessari riferimenti e, questo non guasta, in maniera chiara e sintetica come tutto questo si possa fare a partire da quello che già esiste.
Enuncia fatti e documenta risultati e ricerche effettuate fino a mettere il dito nella piaga maggiore. Parla di un intervento complessivo che a regime potrebbe costare poco meno di 200 milioni di euro. Devo ridere? No, capisco che è proprio così come dice lui. Ma attenzione professore stai dicendo che questi milioni di euro e questi interventi localizzati in un area così ampia potrebbero essere realizzati da molte medie imprese siciliane. Ahi! E il GC? Io sono in linea, come tutte le persone di buon senso, con questa proposta perché oltretutto mette in moto, veramente l’economia siciliana. Qualcuno, distratto , dice devono stare attenti alla MAFIA! Signori miei ancora non avete capito che è sempre un problema di controllo. È più facile tenere in pugno e governare un General Contractoro piuttosto che migliaia di imprese che lavorano per microappalti che hanno tempi di realizzazione estremamente ridotti. Cosa dovrebbe mettere in campo la MAFIA per controllare questo movimento? Troppo costoso, anche per la mafia. Mentre un solo General Contractor che fa tutto…..????
Penso “ la Sicilia è sempre la stessa”! Perché ? perché vado col pensiero a quando mi trovavo, come dirigente, a dover organizzare un piano di rientro dei costi di funzionamento degli uffici periferici dell’amministrazione dei Beni Culturali Ambientali della Regione. Troppe spese e pochi denari. La prima cosa che guardo è il costo degli affitti di tutti gli edifici, adeguati a spese di mamma Regione, delle soprintendenze provinciali, dei Musei e delle aree archeologiche. Una enormità. Allora penso che è il caso di fare una circolare per dare un quadro di riferimento a questa materia e spingere più che alla ricerca di locali da affittare, considerata la spesa, verso l’acquisto di edifici storici che restano come patrimonio della regione e possono essere ammortizzati in cinque o dieci anni. Non riuscivo a capire perché mi trovavo sempre di fronte a un muro di gomma, non pensavo di essere pazzo o scellerato e di voler ad ogni costo sperperare denaro pubblico, anzi questa mi sembrava la logica del buon padre di famiglia. Ni, Ni, Ni…..fino alla pubblicazione di una circolare monca dell’abstract che ne rappresentava la “guida”. Poi un giorno qualcuno mi fece capire, senza dirlo apertamente, che con l’acquisto non si muovevano i soldi che invece si muovevano con gli affitti (esosissimi e talvolta anche ingiustificati).
Adesso, questo professore, penso, dice cose giuste che nessuno vuole ascoltare per farle sue e quindi noi ce la cunsiamo e noi ce la mangiamo!
Finito in gloria e applausi, come da regola, l’intervento del professor Russo, sentiamo l’altra campana.
Rete Ferroviaria Italiana esce con Triglia e altri pesci del mare la sua benedetta interpretazione della Regola che Mosè, o qualcuno del suo staff che si occupava di trasporti, aveva stabilito all’inizio del Tempo. Sempre le stesse cose. Ma, attenzione, c’è un coniglio nel cilindro. Hanno un favoloso progetto per la dorsale !!! Palermo –Castelbuono e da li in galleria per quasi 40 chilometri fino a Catenanuova e poi arrivo trionfale con due binari a Catania, il tutto in soli 160 chilometri e 4 miliardi di Euro da spendere come fosse neve a Dicembre sulla cima del Monte Bianco! Ma di che stanno parlando? Chi abita sotto i monti innevati d’inverno delle Madonne? Ah! Sicuro, non ci avevo pensato, i nani! Cioè gli gnomi! Così saltiamo tutto il territorio di Enna, di Caltanissetta e con un buco, che oggi stimano, senza la lievitazione, in 4 miliardi di euro si finisce dritti dritti a Catania in un ora e mezza! Favoloso e i tempi di realizzazione. Nessun problema e tirano fuori dal cilindro un altro General Contractor. Speriamo non sia lo stesso che per fare pochi silometri di galleria la famigerata Variante di Lercara, si è perso strada facendo ed è stato riacciuffato per i capelli.
Occhio di triglia! Ma adesso viene il bello a parlare e portare la voce del Governo il sottosegretario ai Trasporti G.M. Reina, un signore catanese dall’aria distinta e sobria. Penso: “ qua finisce il sogno di una spesa giusta per cose che servono”! Abbiamo scherzato.
“Se dovessi esprimere una valutazione a caldo su quello che tutti noi abbiamo appena sentito utilizzerei l’espressione: inquietante!” Esordisce Reina. E non basta, continua:”perché vorrei sapere la ragione per la quale se alcune cose si possono fare subito non sono state fatte.” Il sottosegretario diventa un fiume in piena: “l’approccio culturale che fin qui a governato la questione è profondamente errato…parlo del Contratto di Programma, che a dir poco ci riporta al Medio Evo e non guarda al ruolo baricentrico della Sicilia nel Mediterraneo…”
Sogno o son desto? L’attacco a una programmazione cieca e assolutamente avulsa dai bisogni del popolo siciliano, della sua economia e del suo sviluppo non si arresta. Il sottosegretario, salvando la professionalità dei tecnici di Rete Ferroviaria Italiana, giustamente dico io, attacca senza possibilità di dubbi o incertezze la politica delle grandi inutili spese per cattedrali nel deserto. La Sicilia ne è piena, purtroppo. Dice che bisogna tenere presente le condizioni di sviluppo e non fare solo valutazioni di tipo “aziendale”! Afferma che il PONTE SULLO STRETTO se deve essere, secondo questo approccio culturale del fare le opere e poi si vedrà, un semplice collegamento tra due sponde è già in partenza un fallimento e allora meglio che l’Isola resti isolata, scusate il bisticcio di parole. Il PONTE DEVE DIVENTARE L’OCCASIONE PER UNO SVILUPPO ORGANICO E COMPLESSIVO DELL’ISOLA E DELLA SUA ECONOMIA; deve diventare un elemento di sviluppo!
“ Finchè io sarò in questo posto non c’è spazio per opere come quella proposta da RFI che riportano a soluzioni antiche da evitare assolutamente per la Sicilia.” Conclude il nostro sottosegretario siciliano, da vero siciliano. Al di là delle polemiche e delle tifoserie politiche, di questo purtroppo si nutre oggi questa nostra Democrazia ammalata, quello che contano sono i fatti e la volontà politica. In conclusione, ottimo venire a sentire l’aria che tira e se questa occasione, che la Fondazione SABIR ha organizzato con la Presidenza della Assemblea della Regione Siciliana, la Presidenza e l’Assessorato Turismo, Trasporti e Comunicazioni, porta con se i frutti dei fiori che abbiamo visto sbocciare in questa Primavera del 2009, finalmente si potrebbe vedere una nuova stagione di progetti e di azioni produttive, efficaci, che creano un volano economico ad ampio spettro e risolvono non i problemi dell’”AZIENDA DELLE FERROVIE” , ma della mobilità all’interno e verso l’esterno della Sicilia. Questa è la base per uno sviluppo delle Università, del turismo rurale e agriturismo, delle aziende manifatturiere del dittaino e dell’area compresa tra Gela e Caltanissetta, Enna, Ragusa e Catania oltre che le aree metropolitane di Palermo, Messina e Catania. Importante quindi la dorsale a basso costo che potrebbe permettere di liberare risorse per l’altra area abbandonata dalle ferrovie: La Sicilia Occidentale (TRAPANI, MARSALA, MAZZARA DEL VALLO, CASTELVETRANO).
Ugo Arioti