Grazie amici che venite a leggermi, e avete stima di me. La grande sofferenza che avevo dentro, mi rendeva cieca. Oggi ho tanti stimoli, cerco l'amore, la vita in ogni sua manifestazione, oggi la mia vista mi si è affinata è tornata a vedere e ogni giorno migliora anche grazie a voi.
Quando si ha sete si beve...
Quando si ha tanta sete si beve anche l'acqua di uno stagno. La grande sofferenza che albergava dentro il mio cuore mi rendeva cieca e distratta alla vita. Tutto quello che mi circondava era divenuto invisibile. Ho pianto tanto...tanto fino che i miei occhi erano diventati un arido deserto. Una gita nella natura mi ha donato una nuova vita. Adesso ho riposto dentro uno scrigno il mio dolore. Accarezzo le spighe di grano gioco come una bimba nel fieno e faccio volare nel cielo i miei aquiloni colorati. Cavalco le onde del vento mi trasformo in aquila reale guardo fino a valle e la mia vista si fa sempre più acuta. Trovo sui monti nei boschi e nel profondo del mare quella pace quella serenità quell'amore che un triste giorno avevo perduto. franca bassi
Questo post lo dedico, a tutte le creature che soffrono in silenzio, a quelle che trovano il desiderio che dopo grandi sofferenze tornano a vivere e sono ancora in grado di tendere una mano a un fratello triste.
Sinuosa si snoda la spiaggia dorata, sembra un corpo di donna danzante nel sole. Il mare calmo cilestrino lambisce la sponda, dolcemente. M'immergo nelle acque e sussurro: "Mare accoglimi, cullami" Un'onda m'accarezza, m'avvolge in un tenero abbraccio. Sono felice, mi sento libera. Cerco di non voltarmi, di non scorgere la riva. Voglio avanzare ancora circondarmi di azzurro . Mi tuffo, riemergo. Per un attimo non capisco dove sono. Io sola e il mare. Sono felice!
E' roseo il colore del silenzio in questo meriggio d'estate, a tratti squarciato dall'abbaiar d'un cane o dal chiacchiericcio di un bambino . Rumori che non arrecano fastidio, che non offendono la tranquillità, ma che parlano di vita. Ricordi di altri colori, di altri silenzi: Verdi odorosi di resina, azzurri al sapore di salmastro, violetti con i riflessi della montagna e poi... quelli grigi, quelli neri. Silenzi che feriscono l'anima. Silenzi colorati di disperazione. Ma la vita anela alla speranza e la speranza è rosea, come il colore del silenzio di questo meriggio d'estate.
dopo la prima giornata di faber parole e suoni cangianti edizione 2009 ( locandina in alto ) ovvero quella del premio letterario organizzato dalla libreria max88 e carta d'annata del 22 che ha visto fra i presentatori l'ironia e salace Michela Murgia ( foto a sinistra ) nell'intervista che gli feci per il blog all'uscita del primo romanzo era niente a confronto . Per la cronaca il primo premio è stato vinto dal sagace e buon racconto di Silvia Sanna ed ha visto la buona ( peccato che erano in formazione ridotta rispetto all'esibizione in piazza dello scorso anno ) dei malinda mai di cui trovate sulla mia pagina di youtube http://youtube.com/redbeppe il video della loro versione in monti di Mola . Adeso veniamo ala seconda giornata Ieri si è svolto il primo della tre giorni di concerti . eccone il diario mi sono pentito di non aver potuto mettere la ba caricare la batteria a caricare ma ieri eralla comapgna di strada e di milla avventure una sony cyber shot 7.2 " e quindi poca batteria per fare video
1 gruppo l Quartet Jazz Do.De.Ca. Foni Trio e Mauro Usai
Bravi , però avrebbero dovuto essere il secondo grupo e non il primo cosi : in modo che il pubblico stuzzicato dal quello che invece è il secondo gruppo sarebbe romasto anche se con un atteggiamento tiepido e si sarebbero evitate defezioni da parte del pubblico dopo la prima canzone secondo me un otima e struggente versione jazz di ho visto nina volare . Comunque bravi ma troppo di nicchia un jazz freddo , chiuso , per specialisti . Infatti il pubblico oltre ad abbandonare le sedie fischiava ( eccetto le fila dell'autorità e della "crema" ) pseudo culturale del comune e della provinci,a non applaudiva o lo faceva con poco entusiasmo , e diceva : << a casa >> .
2 gruppo
le "Acustiche",Laura Groggia, Barbara Magnoni e Laura Masala accompagnate da Bachisio Ulgheri alla chitarra e da Massimo Comi al piano.
Molto dimnamico , infaytti alcuni del pubblico sono rientrati , e batteva le amni a tempo . Ottimo il trio di coriste e le brave " spalle " il chittarrista e il tastierista . Il pezzo più bello è stato quello che non ho , dove dimostrano un ottima simbiosi fra coro e strumentisti
3 gruppo quello che ha fatto una esibizione più lunga iKapajanca experience, con Beppe Dettori, Barbara Sanna e Mauro Mibelli
Bella e dinamica la versione country \ folk di Zirichiltaggia . Struggente , anche Beppe ha detto : << troppo commerciale >> la versione alle tastiere e voce femminile . Ottima l'asonanza e fra il mandorlino e gli altri due del gruppo in Andrea . Bella eottima via del campo , unico neo ma trascurabile e che anzichè cantarla lui solo poteva farla duettando con la splendida vvoce dela cantate ( sua moglie ) . L'unico pezzo che non mi è piaciuto anche se eseguiro magistralmente , essendo luii una sperimentatore , e la versione in stile latino americana tpo " la miab anda suona il rock " ( per parafrasare una famosa canzone di fosati ) dell'ave maria di de andre . Ma questa pezza è stata riscatta dall'esecuzione finale del pescatore eseguita con maestria e bravura che caratterizza questo gruppo
ringrazio per questo documento prezioso la compagna di strada facebookiana Mariass Frau
Como azis totu brusiadu e tantas vidas distrutu, como chi azis allutu su irde chi fit restadu, ite azis balanzadu ischifosos assassinos ? Miserabiles cainos, morzedas in agonìa ! Poberitos innozentes,miserina cussa sorte ohi, ite cudrele morte sos cudreles bos han dadu, in piantu hana lassadu isposas, mamas e fizos, a pagare sos fastizos de cussa zega manìa. De su rimorsu in su lettu non potana reposare, e in cella a frazigare, los lassene a abba e pane, arrabbiados chei su cane chi sian de su dolore, infines unu puntore chi nd'isperdat sa zenìa. Sardigna, terra brusiada,terra 'e fogu e de afannos, non permitas custos dannos, lassa istare su sufrire, impresse faghe fuìredisonestos e foghistas, chi t'an semper, egoistas, ispulpadu sende bìa.
La danza del fuoco
I monti del mio paese li hanno bruciati, lasciando soltanto carboni ardenti. Il gelo dell'inverno aveva rovinato tutto, inaridito i pascoli e distrutto le seminagioni, quel rigore nordico aveva causato la cattiva annata e da ogni dove arrivavano lamenti di carestia. D'estate poi era arrivata la desertica siccità al punto che anche in montagna l'aria era irrespirabile, e la gente era giustamente meravigliata di vedere tanta arsura, con quel caldo sembrava d'essere in Algeria. Eppure della gente indegna aggiunge male al male: con una criminale rabbia sta bruciando la Sardegna, razza perfida e maligna, hanno seminato la cenere in Barbagia, Barigadu, Nurra, Sulcis e Baronia. Impuniti, i balentes stanno uccidendo la natura, desertificando tanche e boschi, quei corvi puzzolenti vogliono avvelenare tutto, dovremmo isolarli come se fossero cani randagi. Li dovrebbero condannare a bruciare lentamente sopra i carboni ardenti, fino a spegnerli, in modo che possano provare quel bel gioco ed in modo che nel fuoco abbandonino la piromania. I monti del mio paese li hanno bruciati, lasciando soltanto carboni ardenti. Ora avete bruciato tutto, e distrutto tante vite, ora che avete incenerito il verde superstite, cosa avete guadagnato? Caini miserabili, che possiate morire agonizzanti. Poveri innocenti, misera la vostra sorte, che morte crudele i crudeli vi hanno dato, avete lasciato nel pianto spose, madri e figli, a pagare gli affanni provocati da quella cieca follia. Che non possano riposare a causa del rimorso, e che siano lasciati a marcire in una cella, ad acqua e pane, che siano arrabbiati come i cani, doloranti, ed infine un male inguaribile ne disperda la razza. Sardegna, terra bruciata e addolorata, non permettere più questi danni e smetti di soffrire, fai fuggire in fretta i disonesti e i piromani che egoisticamente ti hanno scarnificata essendo viva.
L'argomento del post d'oggi avrebbe dovuto essere un altro , ma lo riproporrò prossiamente , ma le news sui fuochi ( sotto il telegiornale sardo di videolina d'ieri )
e gli incubi notturni che ne sono derivati mi hanno riportato alla mente quello ( di curraggia nella mia cittadina ) e a quell'anno che fu da quel poco che ricordo ( elicotteri e aerei quotidiani ) terribile per tutta la sardegna come dimostra il video soto riportato IMMMAGINI CRUDE ED AD ALTO IMPATTO EMOTIVO
si tratta del trailler \ promo del documentario CURRAGGIA una ferita ancora aperta di Gianluca medas presentato a tempio 28\7\2007 da L'ASS.FOR. ONLUS (Associazione dei Forestali della Sardegna http://www.28luglio.eu da cui è tratta la locandoina qui a sinistra ) che organizza l'attività del progetto INTERREG III C OCR Incendi sottoprogetto "Sensibilizzazione degli scolari e del grande pubblico",la Prima giornata europea di sensibilizzazione contro gli incendi boschivi. dagli incendi d'ieri sembra che la lezione del 1983 non sia servita a niente . Pproprio ora iniziano a sgorgare le lacrime agli occhi ripensando a quei giorni di lutto e dolore soprattuto per delle morti i che , qesto da quello che mi hanno raccontato la gente vedendo il pericolo e i blocchi stradali si sono voluti a tutti i costi avvicinaare chi in buona fede per aiutate chi per per curiosare .., se il comune allora come oggi pulissse bene ( invece di limitarsi solo alla zona del monumento \ cippo dedicatoaai caduti ) tutta la panoramica e la gente la smetta di fare l'indiferrenziata a c...o e i vigili controllino meglio e multino gettando plastica e carta e altre materie pericolose in tale luogo . Infatti ricordo e ho sentito raccontare da suspertiti e feriti \ mutilati che l'aria era irrespirabile perchè il fuoco brucio tali materie , e che non si riusci ad individuare e a soccorrere in tempo le persone per ui sudetti motivi . Ricordo ancora ( nonostante avessi 7 anni all'epoca , ma certi ricordi rimanggono indelebili ) : ciò che vidi durante la veglia a tappe lungo al panoramica 4 \7 giorni dopo sul luogo dell'incedio ., la nostra attività quasi interamente distrutta , e senza fondi regionali ( risarcirono solo chi aveva perduto bestiame e non serre ) dovemmo rincominciare da capo ., le lacrime e la tristezza dei miei ., Le ferite sui corpi sdei sopravvisuti ( vedere l'url della trasmissione di videolina ) che vedo ogni volta che l'incontro in paese . ., gli alberi piantati dale scuoel verso ottobre \ novembre doi quell'anno per ricordare i amrtiri e che ogni goiornoi mi ritrovo quando vado a correre \ cammianre lungo la panoramica il racconto su tale evento di Simone Olla che riporto sotto ( ringrazio antonella Mu mia amica di fb per avermelo fatto riscoprire ) ., E i ricordi indiretti citati prima . concludo questo post dedicandolo a morti di currraggia 28 luglio 1983 eccone la storia dell'evento tratta dal sito più volte citato oggi
E' già da diversi giorni che il furore del fuoco sospinto dal maestrale imperversa in varie località della Gallura (Viddalba, Aggius, Trinità d'Agutlu, Aglientu, Luogosanto, Bortigiadas) attaccando la collina di Curraggia a Tempio Pausania. Il bilancio è catastrofico, muoiono: Salvatore Pala, 40 anni, maresciallo del Corpo Forestale; Diego Falchi, 43 anni, maresciallo del Corpo Forestale, Mario Ghisu, 35 anni, operaio forestale; Tonino Manconi, 50 anni ex segretario comunale di Aggius e Bortigiadas; Tonuccio Fara, 36 anni, muratore; Claudio Migali, 37 anni, vigile urbano; Luigi Maisto;24 anni, operaio tessile; Sebastiano Visicale, 32 anni, impiegato; Silvestro Manconi, 44 anni, muratore. Il bilancio finale è disastroso: sugli oltre 18.000 ettari di territorio incenerito si raccoglieranno le salme di 9 uomini, e tra i quindici feriti iniziali che si recheranno in ospedale, 5 di questi riporteranno gravissime ustioni, amputazioni in parti del corpo e traumi psicologici difficilmente riassorbibili. Tra gli eroi di Curraggia ci sono anche loro: AZARA ANTONIO; BISSON VANNI; FORTELEONI ANTONELLO; MARCHESI MARIO; SOTGIU GIUSEPPE.
per approffondire IMMMAGINI, PAROLE CRUDE \ DOIRETTE ED AD ALTO IMPATTO EMOTIVO
Curraggia 1983 Scritto da Simone Olla sabato 09 dicembre 2006 Brucia dentro perché è una colpa. Brucia se te ne accorgi, se ricordi il fuoco quando era bianco non ancora imbevuto di sangue. La notte, fuori, porta i segni della morte. Il vento racconta ciò che tutti hanno visto, anche lui complice del massacro. A me invece il compito di scrivere, a me che non ho visto, codardo, chiuso in questa stanza lontana dalle fiamme. Hanno bussato forte che sentissi le loro grida. Le scale a quattro a quattro per arrivare in fretta sul portone che domina la valle. «Aiuto, acqua, il fuoco. Aiuto.» E io chiuso, accovacciato sul letto, le lenzuola fino al collo. La porta suona il grido disperato di chi vede la morte in faccia e le braccia sudano fango mentre si distendono per chiedere aiuto. Morte calda che fa cenere alta e fumo per lacrime che non vogliono cadere. Tossire e bussare a tutte le porte e correre, correre, mentre la pioggia di cenere volteggia nel cielo strisciato di scuro. Bruciano i rami secchi, le foglie cadute, il giallo sparso e i campi incolti che nessuno più degna di attenzione. Non c’è scampo per le vigne grondanti grappoli pieni. Non c’è scampo per lecci e querceti e carrubi che strepitano al suono di ghiande scoppiettanti, ma non è un suono di festa. Brucia la macchia bassa, il mirto e il lentisco e il corbezzolo. Su zinnibiri guarda i secoli che l’hanno attraversato. Il fuoco pieno di sangue galoppa su questa valle aiutato dal vento. Raggiunge gli ovili, e le bestie ingannate non hanno scampo. I pastori si bruciano le mani, hanno frasche sottili irrise dal gigante imbizzarrito. «Aiuto, acqua, il fuoco. Aiuto.» I visi rossi di calore tornano a bussare, agitoriu. E le grida disumane banchettano nella fortezza che mi chiudo attorno, alta sopra Curraggia che muore. Scappate! Queste sono fiamme che non perdonano i distratti. Le sirene non bastano, non possono, come un elastico indietreggiano dopo aver liberato acqua che non bagna. Il fuoco vince e galoppa e cinge d’assedio le case. Lecca i muri bianchi con il nero di un pittore crudele. «Aiuto, acqua, il fuoco. Aiuto.» Scappate, non è tempo di eroi, gli ultimi sono stati inghiotti, travolti dal destriero infuocato. Nemmeno domani si accorgeranno di voi. Nemmeno domani i giornali canteranno il vostro nome, forse un fiore in questo deserto di cenere. Entrate nelle case, ognuno nella propria, e ricordate quando il fuoco era bianco e non bruciava, quando l’acqua alimentava le sue lingue senza spegnerlo. Entrate nelle case e chiudete le imposte così che non si vedano sui vetri le impronte delle mani bruciate
Io, la ballerina che danza sul palmo della tua mano, contro di te ho lottato, ho eretto una diga. Io, spettinata e ribelle, capricciosa e tenace ma con un cuore vivo. Tu, così fiero e sicuro ti arrendi al mio sorriso.
come promesso nei post precedenti eccovi le mie impressioni sul 40 anniversario dello sbarco dell'uomo sulla luna
Chiunque è come la luna,e ha una parte che non viene mostrata a nessuno o difficilmente lo viene e quindi lo sbarco avvenuto il 20 luglio 1969 e è come scoprire il nostro the dark said of moon per dirla in musica o per dirla in poesia \ letteratura
O graziosa luna, io mi rammento Che, or volge l'anno, sovra questo colle Io venia pien d'angoscia a rimirarti: E tu pendevi allor su quella selva Siccome or fai, che tutta la rischiari. Ma nebuloso e tremulo dal pianto Che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci Il tuo volto apparia, che travagliosa Era mia vita: ed è, nè cangia stile O mia diletta luna. E pur mi giova La ricordanza, e il noverar l'etate Del mio dolore. Oh come grato occorre Nel tempo giovanil, quando ancor lungo La speme e breve ha la memoria il corso Il rimembrar delle passate cose, Ancor che triste, e che l'affanno duri!
Monologo del pazzo nel film Train de vie sull'esistenza di Dio...mi chiedo come fa questa mia amica ( e spero notro utente ) http://www.splinder.com/profile/claracalviMA IO, COSA CI FACCIO QUI ??
Dolce sbadiglio ti amo come nemmeno puoi immaginare tenero sbadiglio ti amo più delle preghiere del mattino fragile sbadiglio ti amo più dei miei giardini delicato sbadiglio ti amo più dei miei bambini assonnato sbadiglio ti amo più di Dio oggi però non hai sbadigliato bensì un bellissimo sorriso ci hai regalato la vita si sa una sfida ci ha lanciato e chissà se tu hai accetato oppure assurgi?
Oggi voglio raccontarvi due storie particolari che indicano : 1) come i giovani non somno tutti defilipizzati o hanno amndato il cervello in cassaintegrazione e non sono dei bimbiminkia ( vedere la mia lettera ai bimbiminkia ) e che hanno dei valori ., 2) che , anche e non tutti sono d'accordo come ad esempio un mio contatto sull'account principale di Facebook ,afferma : << quante cazzate...farei trovare chi ha scritto sto titolo nella mia condizione...forse da fuori sembriamo più ricchi, o lo dicono per lavarsi la coscienza, ma nel cuore abbiamo un oscuro velo di solitudine >> , le persone , parlo per esperienza diretta avendo anche se è una parente alla lontana ( figlia di una cugina zia di mia madre ) che ha un handicap , hanno una richezza vitale dentro che gli fa andare avanti ed evitare di paingersi addosso la priam storia è quella di Severn Suzuki all'epoca 12 \13 e che riuscì a catturare l'attenzione dei delegati delle Nazioni Unite con questo suo discorso. ne tropvate sotto il video
E dopo essersi scontrata con la idiozia dei politici, la cara Severn Suzuki ( http://en.wikipedia.org/wiki/Severn_Cullis-Suzuki ha deciso di lasciar perdere gli appelli al potere ottuso per tornare in universita' a studiare "Etnobotanica", che non sapevo cosa fosse in realtà , ma dall'analisi linguistica dele parole etnico e botanica mi e' una disciplina con un bellissimo nome., tesi poi confermata da questo url http://it.wikipedia.org/wiki/Etnobotanica
............... La seconda storia è tratta dall'unione sarda del 22\7\2009
Selargius. In pochi giorni sostiene la maturità e partecipa a due competizioni nazionali Campionessa nel nuoto e nello studio Francesca, disabile: 100 e lode a scuola e tre titoli italiani
Ora studierà Lingue per diventare traduttrice. «Amo leggere», dice, «mi piacerebbe lavorare per una casa editrice, tradurre testi». In valigia assieme a cuffia, occhialini e costume ha infilato un testo di letteratura italiana per dargli un'ultima occhiata tra una gara e l'altra di nuoto ai Giochi del Mediterraneo e presentarsi preparata all'orale della Maturità. L'IMPRESA In realtà di quel testo Francesca Secci, 19 anni, azzurra e paraolimpica a Pechino, ricordava quasi ogni riga pe
r averla letta e ripetuta migliaia di volte. Un metodo di preparazione “ereditato” dallo sport, dove per vincere devi avere sulle braccia ore e ore di allenamenti sfiancanti. E Francesca ama vincere. In dodici giorni ha sostenuto lo scritto della Maturità scientifica al liceo Pitagora di Selargius, ha partecipato con la Nazionale disabili ai Giochi del Mediterraneo a Pescara, ha vinto tre titoli italiani ai campionati assoluti di Reggio Emilia e 24 ore dopo il suo rientro in Sardegna ha sostenuto la prova orale sbaragliando tutti: 100 e lode, unico della scuola, con la tesi “Traduzioni e limite del linguaggio”. FRANCESCA Chi la conosce bene (in primis il suo allenatore Toni Satta) avrebbe scommesso a occhi
chiusi su questo successo. «Mi sopravvalutano», si schermisce lei, «io non ne ero così sicura. Avevo paura degli scritti, matematica in particolare. L'orale mi preoccupava meno e questo mi ha permesso di nuotare a Pescara e Reggio Emilia senza ansia». Francesca ora ha scelto la facoltà di Lingue per diventare traduttrice. «Amo leggere: Calvino e Dickens sono i miei preferiti. Mi piacerebbe lavorare per una casa editrice, tradurre testi. L'idea di leggere per prima un nuovo romanzo mi affascina». LA GIORNATA “Essere prima”: un refrain che scandisce la vita di Francesca, che però non ama la ribalta. Quando la Federazione le chiede di fare da testimonial, lei replica: «Le parole valgono poco, conta l'esempio. Ho fatto una scelta di vita dove sono più le gratificazioni che i sacrifici». Sveglia alle 6, in piscina alle 7,30; poi a scuola per cinque ore, pranzo e subito sui libri perché alle 18,30 c'è un secondo allenamento sino alle 21, poi cena e a letto. Il fine settimana è dedicato quasi sempre alle gare e allo studio. «Basta sapersi organizzare: è un questione di abitudine e di disciplina. La notte si riposa meglio». SODDISFAZIONI La sua mente memorizza solo le soddisfazioni, che quest'anno non sono mancate: dal record europeo a Taipei nei 100 delfino al 100 e lode alla Maturità: ancora più gratificante «perché mi è stato riconosciuto dagli altri». E poi? «Poi aspettiamo: di cose belle ne arriveranno tante altre».
concludo questo post rispondendo anticipatamente : 1) a chi mi dice che sono frustrato o bordeline perchè racconto storie degli ultimi e di perdenti e di sconfitti con questa foto ( torre interna ? del nvoilaggio nuragico di Barumini 12 ) presa dal basso ) e con queste strofe note ( scusate se mi ripeto , ma è una canzone a cui sono molto legato chi mi segue soprattutto ed in particolare dall e origini , alcuni anche da prima del blog e\o ha letto le faq e g, il manifesto e gli aggiornamenti faq , sà il perchè e le cause della mia citazione \ riferimento continuo ad essa )In viaggio ex Csi ora Prg : <<Viaggiano i viandanti viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti \ Viaggia la polvere viaggia il vento viaggia l'acqua sorgente \ Viaggiano i viandanti viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti \ viaggia Sua Santità >> qui il resto del testo Essa è ( mi ha aiutato ad andare avanti e a risalire verso la luce ) . Proprio mentre scrivevo le note della canzone , prima citata ecco che sul mio account principale ( quello configurato sul blog ) trovo quest'altra canzone del gruppo laresistenza la storia del perdente ecco il video ( http://www.youtube.com/watch?v=X0PQGC-EFPse quiil testo con il file scaricabile
2) a chi mi dice che racconto solo storie di donne e che sono sessista . Se ci riferisce alle ultime , in effetti è vero ma ultimamente ho trovato solo storie di donne . Ma qual'ora troverò storie di uomini stane certi le ripoterò qui su queste pagine come ho sempre fatto e chi mi segue qui e su fb lo sa
3) che sono un cantastorie . Ringrazio hanno ragione . Il fattto è che : << la vita [ quella che io chiamo opera d'arte ] di ciascuno di noi è una storia , fatta di tante storie >> di Gino&Michele dall'introduzione a smemoranda 2010 che ha come titolo : " che storie "
Prima d'iniziare a precisare tendono a precisare il perchè del 31 agosto . . Esso è la data in cui , grafomane come sono , sono arrivato a scrivere , senza preoccuparmi , nella smemoranda 16 mesi 2009\2009 .
Dopo tanto tempo era ora di emttere fine a questa storia , senza uso di droghe o altre sostanze tossiche ( vedere post precedente ) e alcool che non portava da nessuna parte e che anzi era diventata con il tempo proprio una ossessione , una strafda verso il nulla ( proprio come la storia di Dylan Dog , di cui trovate la copertina a destra ) . Finalmente sono riuscito a mettere un punto e capo e lasciarmela alle spalle e ora sono pronto a gettarla via dopo averla sssimilata \ digerita . E dimenticarla e ricordarla come un errore degli ultimi residui del mio becero maschilismo e sessimo come " la storia " con **** autrice di tracce fuori corso ( Arduino Sacco Editore ) che mi ha portato , a vergognarmi di me e a l'essere arrivato a comportamenti indecorosi e vergognosi tipo stalking. IL processo è stato lento è duro ma alla fine grazie all'analisi e all'auto analisi interiore.,ed grazie alla comprensione e all'aiuto diretto e inditretto di alcuni compagnidistrada internettiani ( alcuni sono su questo blog e in altri blog in cui sono stato invitato , ma per ua cosa e l'altra partecipo poco SIC , e sui mii account di facebook ) e non ., ad alcune letture e musica in particolare questa
dei Doors contenuta nel loro primo albume il film Waking Life - Risvegliare la vita ( 2001 ) di aRichard Linklater qui di cui vedete un'immagine estrapolata dal dvdx mediante il programma totem ( linux open source ) le altre sul mio album dell'account principale di facebook ( useppes@tiscali.it quello confogurato qui sulla pagian di splinder ) concludo con queste strofe : << ( ... ) Libero da una storia che è finita male \ E da uomo libero ricominciare (....) >> da Libero di francesco moro qui vdeo e testo.