19.7.09

19 luglio 1992-19 luglio 2009

Ricordo  Paolo Borsellino e la sua scorta   con  questi due   documenti 
il primo  ringrazio la  compagna di viaggio di facebook  Rosalba leoni  e  il sito http://perquelchemiriguarda.blogspot.com  per  avermi  fornito  e fatto conoscere  tale documento 







la seconda

Questa è la trascrizione dell'intervista rilasciata dal magistrato Paolo Borsellino il 19 Maggio 1992 ai giornalisti Jean Pierre Moscardo e Fabrizio Calvi. L'intervista venne registrata quattro giorni prima dell'attentato di Capaci in cui fu ucciso Giovanni Falcone. Due mesi dopo (il 19 luglio) lo stesso Borsellino fu ucciso nell'attentato di via D'Amelio a Palermo. Il giudice Borsellino parla dei rapporti di Vittorio Mangano, Marcello Dell'Utri, mente e co-fondatore del partito politico Forza Italia insieme all'attuale Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, con la mafia. Poichè  fra l'intervista  video   (riconosciuta dai tribunali come manipolata) o quella orginale pubblicata anni prima dall'Espresso? le differenze sono SOSTANZIALI... riporto qui  le due  versioni  ( se nel caso  per problemi  tecnici  ci  fossero difficoltà di lettura  lo potete trovare  anche qui









































































































 

Proponiamo il testo dell'ultima intervista rilasciata dal giudice Borsellino nella versione integrale.

 









Tratto dal sito WWW.SCUDIT.NET e precisamente dal link: http://www.scudit.net/mdfalconeinter.htm


Il 21 maggio 1992, due mesi prima di essere assassinato,  Paolo Borsellino ha concesso  al giornalista francese Fabrizio Calvi ed al regista Jean Pierre Moscardo un'intervista che ha suscitato grande clamore e scandalo.


Infatti questa intervista, interamente videoregistrata a casa del magistrato, non è mai stata trasmessa in televisione. Solo nel 1994 (due anni dopo la morte di Borsellino) il settimanale l'Espresso ne ha pubblicato il testo integrale. E solo nel 2000 il canale RaiNews 24 ne ha trasmesso una riduzione di 30 minuti (l'intervista originale durava 50 minuti).


Proponiamo qui allora le due versioni: a sinistra il testo integrale (pubblicato dall'Espresso) e a destra quello ridotto (della versione televisiva).


I lettori potranno trarre le loro conclusioni.




 









  
Tra queste centinaia di imputati ce n'è uno che ci interessa:
tale Vittorio Mangano, lei l'ha conosciuto?




 










«Si, Vittorio Mangano l’ho conosciuto anche in  periodo antecedente al maxiprocesso, e precisamente negli anni fra il'75 e l’80. Ricordo di avere istruito un procedimento che riguardava delle estorsioni fatte a carico di talune cliniche private palermitane e che presentavano una caratteristica particolare. Ai titolari di queste cliniche venivano inviati dei cartoni con una testa di cane mozzata. L'indagine fu particolarmente fortunata perché - attraverso dei numeri che sui cartoni usava mettere la casa produttrice - si riuscì rapidamente a individuare chi li aveva acquistati. Attraverso un'ispezione fatta in un giardino di una salumeria che risultava aver acquistato questi cartoni, in giardino ci scoprimmo sepolti i cani con la testa mozzata. Vittorio Mangano restò coinvolto in questa inchiesta perché venne accertata la sua presenza in quel periodo come ospite o qualcosa del genere - ora i miei ricordi si sono un po' affievoliti - di questa famiglia, che era stata autrice dell’estorsione.


Fu processato, non mi ricordo quale sia stato l'esito del procedimento, però fu questo il primo incontro processuale che io ebbi con Vittorio Mangano. Poi l'ho ritrovato nel maxiprocesso perché Vittorio Mangano fu indicato sia da Buscetta che da Contorno come uomo d'onore appartenente a Cosa Nostra».


<<Sì, Vittorio Mangano l'ho conosciuto anche in periodo antecedente al maxi-processo e precisamente negli anni fra il 1975 e il 1980, e ricordo di aver istruito un procedimento che riguardava delle estorsioni fatte a carico di talune cliniche private palermitane. Vittorio Mangano fu indicato sia da Buscetta che da Contorno come "uomo d'onore" appartenente a Cosa Nostra>>.


 









  
Uomo d'onore di che famiglia?




 









«L'uomo d'onore della famiglia di Pippo Calò, cioè di quel personaggio capo della famiglia di Porta Nuova, famiglia alla quale originariamente faceva parte lo stesso Buscetta. Si accertò che Vittorio Mangano - ma questo già risultava dal procedimento precedente che avevo istruito io, e risultava altresì dal cosiddetto "procedimento Spatola" [il boss Rosario Spatola, potente imprenditore edile, NDR] che Falcone aveva istruito negli anni immediatamente precedenti al maxiprocesso - che Mangano risiedeva abitualmente a Milano città da dove, come risultò da numerose intercettazioni telefoniche, costituiva un terminale dei traffici di droga che conducevano alle famiglie palermitane». <<L'uomo d'onore della famiglia di Pippo Calò, cioè di quel personaggio capo della famiglia di Porta Nuova, famiglia della quale originariamente faceva parte lo stesso Buscetta. Si accertò che Vittorio Mangano, ma questo già risultava dal procedimento precedente che avevo istruito io e risultava altresì da un procedimento cosiddetto procedimento Spatola, che Falcone aveva istruito negli anni immediatamente precedenti al maxi-processo, che Vittorio Mangano risiedeva abitualmente a Milano, città da dove come risultò da numerose intercettazioni telefoniche, costituiva un terminale del traffico di droga, di traffici di droga che conducevano le famiglie palermitane>>.


 









  
E questo Vittorio Mangano faceva traffico di droga a Milano?




 









«Il Mangano, di droga (Borsellino comincia a parlare, poi si corregge. NDR), Vittorio Mangano, se ci vogliamo limitare a quelle che furono le emergenze probatorie più importanti, risulta l’interlocutore di una telefonata intercorsa tra Milano e Palermo nel corso della quale lui, conversando con un altro personaggio delle famiglie mafiose palermitane, preannuncia o tratta l’arrivo di una partita di eroina chiamata alternativamente, seco do il linguaggio che si usa nelle intercettazioni telefoniche, “magliette” o “cavalli”. Il mangano è stato poi sottomesso a processo dibattimentale ed è stato poi condannato per questo traffico di droga. Credo che non venne condannato per associazione mafiosa – beh, sì per associazione semplice – riporta in primo grado una pena di 13 anni e 4 mesi di reclusione più 700 milioni di multa…La sentenza di Corte d’Appello confermò questa decisione di primo grado». <<Vittorio Mangano, se ci vogliamo limitare a quelle che furono le emergenze probatorie più importanti risulta l'interlocutore di una telefonata intercorsa fra Milano e Palermo, nel corso della quale lui, conversando con un altro personaggio mafioso delle famiglie palermitane, preannuncia o tratta l'arrivo di una partita di eroina chiamata alternativamente secondo il linguaggio convenzionale che si usa nelle intercettazioni telefoniche come magliette o cavalli>>.


 









 
Quando ha visto per la prima volta Mangano?




 









«La prima volta che l’ho visto anche fisicamente? Fra il ’70 e il ‘75».

Non c’è né la domanda, né la risposta.




 









  
Per interrogarlo?




 









«Si, per interrogarlo».

Non c’è né domanda, né risposta.




 









  
E dopo è stato arrestato?




 









«Fu arrestato fra i1 ‘70 e il '75. Fisicamente non ricordo il momento in cui l'ho visto nel corso del maxiprocesso, non ricordo neanche di averlo interrogato personalmente. Si tratta di ricordi che cominciano a essere un po' sbiaditi in considerazione del fatto che sono passati quasi 10 anni».

Non c’è né domanda, né risposta.




 
























 
Dove è stato arrestato, a Milano o a Palermo?












«A Palermo la prima volta (è la risposta di Borsellino; ai giornalisti interessa capire in quale periodo il mafioso vivesse ad Arcore, NDR».

Non c’è né domanda, né risposta.












 
Quando, in che epoca?












«Fra il '75 e l'80, probabilmente fra il ‘75 e l’80».

Non c’è né domanda, né risposta.












 
Ma lui viveva già a Milano?












«Sicuramente era dimorante a Milano anche se risulta che lui stesso afferma di spostarsi frequentemente tra Milano e Palermo».

Non c’è né domanda, né risposta.












 
E si sa cosa faceva a Milano?












«A Milano credo che lui dichiarò di gestire un'agenzia, ippica o qualcosa del genere. Comunque che avesse questa passione dei cavalli risulta effettivamente la verità, perché anche nel processo, quello delle estorsioni di cui ho parlato, non ricordo a che proposito venivano fuori i cavalli. Effettivamente dei cavalli, non "cavalli" per mascherare il traffico di stupefacenti».

Non c’è né domanda, né risposta.












 
Ho capito. E a Milano non ha altre indicazioni sulla sua vita, su cosa faceva?













«Guardi: se avessi la possibilità di consultare gli atti del procedimento molti ricordi mi riaffiorerebbero...»



Non c’è né domanda, né risposta












 
Ma lui comunque era già uomo d'onore negli anni Settanta?












«...Buscetta lo conobbe già come uomo d'onore in un periodo in cui furono detenuti assieme a Palermo antecedente gli anni Ottanta, ritengo che Buscetta si riferisca proprio al periodo in cui Mangano fu detenuto a Palermo a causa di. quell’estorsione nel processo dei cani con la testa mozzata... Mangano negò in un primo momento che ci fosse stata questa possibilità d’incontro... ma tutti e due erano detenuti allUcciardone qualche anno prima o dopo il 77».

Non c’è né domanda, né risposta












 
Volete dire che era prima o dopo che Mangano aveva cominciato
a lavorare da Berlusconi? Non abbiamo la prova...












«Posso dire che sia Buscetta che Contorno non forniscono altri particolari circa il momento in cui Mangano sarebbe stato fatto uomo d’onore. Contorno, tuttavia – dopo aver affermato, in un primo tempo, di non conoscerlo – precisò successivamente di essersi ricordato, avendo visto una fotografia di questa persona, un presentazione avvenuta in un fondo di proprietà di Stefano Bontade (uno dei capi dei corleonesi. NDR)».

Non c’è né domanda, né risposta.












 
Mangano conosceva Bontade?












«Questo ritengo che risulti anche nella dichiarazione di Antonino Calderone [Borsellino poi indica un altro pentito ora morto, Stefano Calzetta, che avrebbe parlato a lungo dei rapporti tra Mangano e una delle famiglie di corso dei Mille, gli Zanca, NDR]...».

Non c’è né domanda, né risposta.












 
Un inquirente ci ha detto che al momento in cui Mangano lavorava a casa di Berlusconi c'è stato un sequestro, non a casa di Berlusconi però dì un invitato [Luigi D'Angerio, NDR] che usciva dalla casa di Berlusconi.












«Non sono a conoscenza di questo episodio».

Non c’è né domanda, né risposta.












 
Mangano è più o meno un pesce pilota, non so come si dice, un'avanguardia?












«Sì, le posso dire che era uno di quei personaggi che, ecco, erano i ponti, le “teste di ponte” dell'organizzazione mafiosa nel Nord Italia. Ce n’erano parecchi ma non moltissimi, almeno tra quelli individuati. Un altro personaggio che risiedeva a Milano, era uno dei Bono, [altri mafiosi coinvolti nell'inchiesta di San Valentino, NDR] credo Alfredo Bono che nonostante fosse capo della famiglia della Bolognetta, un paese vicino a Palermo, risiedeva abitualmente a Milano. Nel maxiprocesso in realtà Mangano non appare come uno degli imputati principali, non c'è dubbio comunque che... è un personaggio che suscitò parecchio interesse anche per questo suo ruolo un po’ diverso da quello attinente alla mafia militare, anche se le dichiarazioni di Calderone [nel'76 Calderone è ospite di Michele Greco quando arrivano Mangano e Rosario Riccobono per informare Greco di aver eliminato i responsabili di un sequestro di persona avvenuto, contro le regole della mafia, in Sicilia, NDR] lo indicano anche come uno che non disdegnava neanche questo ruolo militare all'interno dell'organizzazione mafiosa...». <<Sì, guardi le posso dire che era uno di quei personaggi che ecco erano i ponti, le teste di ponte dell'organizzazione mafiosa nel Nord – Italia>>.





 

 












 
Dunque Mangano era uno che poi torturava anche?












«Sì, secondo le dichiarazioni di Calderone».

Non c’è né domanda, né risposta.












 
Dunque quando Mangano parla di “cavalli” intendeva droga?












«Diceva "cavalli” e diceva “magliette”, talvolta». <<Si, tra l'altro questa tesi dei cavalli che vogliono dire droga, è una tesi che fu avanzata alla nostra ordinanza istruttoria e che poi fu accolta al dibattimento, tanto è che Mangano fu condannato al dibattimento del maxi processo per traffico di droga>>










 
Perché se ricordo bene c'è nella San Valentino un'intercettazione tra lui e Marcello Dell'Utri, in cui si parla di cavalli (dal rapporto Criminalpol: «Mangano parla con tale dott. Dell'Utri e dopo averlo salutato cordialmente gli chiede di Tony Tarantino. L'interlocutore risponde affermativamente... il Mangano riferisce allora a Dell'Utri che ha un affare da proporgli e che ha anche il cavallo" che fa per lui. Dell'Utri risponde che per il cavallo occorrono "piccioli' e lui non ne ha. Mangano gli dice di farseli dare dal suo amico "Silvio". Dell'Utri risponde che quello lì non "surra", [non c'entra, NDR]) ».












«Si, comunque non è la prima volta che viene utilizzata, probabilmente non si tratta della stessa intercettazione. Se mi consente di consultare [Borsellino guarda le sue carte, NDR). No, questa intercettazione è tra Mangano e uno della famiglia degli Inzerillo... Tra l'altro questa tesi dei cavalli che vogliono dire droga è una tesi che fu asseverata nella nostra ordinanza istruttoria e che poi fu accolta in dibattimento, tant'è che Mangano fu condannato». <<Beh, nella conversazione inserita nel maxi-processo, si parla di cavalli da consegnare in albergo, quindi non credo potesse trattarsi effettivamente di cavalli, se qualcuno mi deve recapitare due cavalli, me li recapita all'ippodromo o comunque al maneggio, non certamente dentro l'albergo>>.










 
E Dell'Utri non c'entra in questa storia?












«Dell’Utri non è stato imputato nel maxiprocesso, per quanto io ricordi. So che esistono indagini che lo riguardano e che riguardano insieme Mangano». <<Dell'Utri non è stato imputato del maxi processo per quanto io ne ricordi, so che esistono indagini che lo riguardano e che riguardano insieme Mangano>>.










 
A Palermo?












«Si. Credo che ci sia un’indagine che attualmente è a Palermo con il vecchio rito processuale nelle mani del giudice istruttore, ma non ne conosco i particolari». <<Si, credo che ci sia un'indagine che attualmente è a Palermo con il vecchio rito processuale nelle mani del giudice istruttore, ma non ne conosco i particolari>>.










 
Dell’Utri. Marcello Dell’Utri o Alberto Dell’Utri (Marcello e Alberto sono fratelli gemelli, Alberto è stato in carcere per il fallimento della Venchi Unica, oggi tutti e due sono dirigenti Fininvest. NDR)












Non ne conosco i particolari. Potrei consultare avendo preso qualche appunto (Borsellino guarda le carte. NDR), cioè si parla di Dell’Utri Marcello e Alberto, entrambi». <<Non ne conosco i particolari, potrei consultare avendo preso qualche appunto, cioè si parla di Dell'Utri Marcello e Alberto, di entrambi>>.










 
I fratelli?












«». <<>>.










 
Quelli della Publitalia, insomma?












«». <<>>.










 
E tornando a Mangano, le connessioni tra Mangano e Dell’Utri?












«Si tratta di atti processuali dei quali non mi sono personalmente occupato, quindi sui quali non potrei rivelare nulla»

Non c’è né domanda, né risposta.












 
Sì, ma in quella conversazione con Dell’Utri poteva trattarsi di cavalli?













«Nella conversazione inserita nel maxiprocesso, se non piglio errori, si parla di cavalli che dovevano essere mandati in un albergo 
(Borsellino sorride. NDR). Quindi non credo che potesse trattarsi effettivamente di cavalli. Se qualcuno mi deve recapitare due cavalli, me li recapita all’ippodromo, o comunque al maneggio. Non certamente dentro l’albergo».


Non c’è né domanda, né risposta












 
In un albergo. Dove?












«Oddio, i ricordi! Probabilmente si tratta del Plaza (l’albergo di Antonio Virgilio. NDR) di Milano».

Non c’è né domanda, né risposta.













Ah, oltretutto...












«»

Non c’è né domanda, né risposta.












 
C'è una cosa che vorrei sapere. Secondo lei come
si sono conosciuti Mangano e Dell'Utri?












«Non mi dovete fare queste domande su Dell'Utri perché siccome non mi sono interessato io personalmente, so appena… dal punto di vista, diciamo, della mia professione, ne so pochissimo, conseguentemente quello che so io è quello che può risultare dai giornali, non è comunque una conoscenza professionale e sul punto non ho altri ricordi».

Non c’è né domanda, né risposta.












 
Sono di Palermo tutti e due...












«Non è una considerazione che induce alcuna conclusione... a Palermo gli uomini d’onore sfioravano le 2000 persone, secondo quanto ci racconta Calderone, quindi il fatto che fossero di Palermo tutti e due, non è detto che si conoscessero».

Non c’è né domanda, né risposta.












 
C'è un socio di Dell'Utri tale Filippo Rapisarda (i due hanno lavorato insieme; la telefonata intercettata di Dell'Utri e Mangano partiva da un'utenza di via Chiaravalle 7, a Milano, palazzo di Rapisarda. NDR) che dice che questo Dell'Utri gli è stato presentato da uno della famiglia di Stefano Bontade [i giornalisti si riferiscono a Gaetano Cinà che lo stesso Rapisarda ha ammesso di aver conosciuto con il boss dei corleonesi, Bontade. NDR]












«Beh, considerando che Mangano apparteneva alla famiglia dì Pippo Calò... Palermo è la città della Sicilia dove le famiglie mafiose erano le più numerose – almeno 2000 uomini d'onore con famiglie numerosissime - la famiglia di Stefano Bontade sembra che in certi periodi ne contasse almeno 200. E si trattava comunque di famiglie appartenenti a un'unica organizzazione, cioè Cosa Nostra, i cui membri in gran parte si conoscevano tutti e quindi è presumibile che questo Rapisarda riferisca una circostanza vera... So dell'esistenza di Rapisarda ma non me ne sono mai occupato personalmente» <<Palermo è la città della Sicilia dove le famiglie mafiose erano più numerose, si è parlato addirittura in un certo periodo almeno di duemila uomini d'onore con famiglie numerosissime, la famiglia di Stefano Bontade sembra che in un certo periodo ne contasse almeno 2000, si trattava comunque di famiglie appartenenti ad  una unica organizzazione, cioè Cosa Nostra, i cui membri in gran parte si conoscevano tutti, e quindi è presumibile che questo Rapisarda riferisca una circostanza vera>>.










 
Domanda che non compare sull’Espresso:

Lei di Rapisarda ne ha sentito parlare?












  <<So dell'esistenza di Rapisarda, ma non me ne sono mai occupato personalmente>>.










 
A Palermo c'è un giudice che se n'è occupato?












«Credo che attualmente se ne occupi .... ci sarebbe un'inchiesta aperta anche nei suoi confronti ... »

Non c’è né domanda, né risposta












 
A quanto pare Rapisarda e Dell'Utri erano in affari con Ciancimino, tramite un tale Alamia [Francesco Paolo Alamia, presidente dell'immobiliare Inirri e della Sofim, sede di Milano, ancora in via Chiaravalle 7. NDR]












«Che Alamia fosse in affari con Ciancimino è una circostanza da me conosciuta e che credo risulti anche da qualche processo che si è già celebrato. Per quanto riguarda DellUtri e Rapisarda non so fornirle particolari indicazioni trattandosi, ripeto sempre, di indagini di cui non mi sono occupato personalmente». <<Che Alamia fosse in affari con Ciancimino è una circostanza da me conosciuta e che credo risulti anche da qualche processo che si è già celebrato. Per quanto riguarda Rapisarda e Dell'Utri, non so fornirle particolari indicazioni, trattandosi ripeto sempre di indagini di cui non mi sono occupato personalmente>>.










 
Domanda che non compare sull’Espresso:


Non le sembra strano che certi personaggi, grossi industriali come Berlusconi, Dell'Utri, siano collegati a uomini d'onore tipo Vittorio Mangano?













 


<<All'inizio degli anni Settanta, Cosa Nostra cominciò a diventare un'impresa anch'essa, un'impresa nel senso che attraverso l'inserimento sempre più notevole, che ad un certo punto diventò addirittura monopolistico, nel traffico di sostanze stupefacenti , Cosa Nostra cominciò a gestire una massa enorme di capitali, una massa enorme di capitali, dei quali naturalmente cercò lo sbocco, cercò lo sbocco perchè questi capitali in parte venivano esportati o depositati all'estero e allora cosìsi spiega la vicinanza tra elementi di Cosa Nostra e certi finanzieri che si occupavano di questi movimenti di capitali>>.










 
Si è detto che Mangano ha lavorato per Berlusconi












«Non le saprei dire in proposito.. Anche se, dico, debbo far presente che come magistrato ho una certa ritrosia a dire le cose di cui non sono certo poiché ci sono addirittura... so che ci sono addirittura ancora delle indagini in corso in proposito, per le quali non conosco addirittura quali degli atti siano ormai conosciuti e ostensibili e quali debbano rimanere segreti. Questa vicenda che riguarderebbe i suoi rapporti con Berlusconi è una vicenda - che la ricordi o non la ricordi - comunque è una vicenda che non mi appartiene. Non sono io il magistrato che se ne occupa, quindi non mi sento autorizzato a dirle nulla». <<Non le saprei dire in proposito o anche se le debbo far presente che come magistrato ho una certa ritrosia a dire le cose di cui non sono certo, so che ci sono addirittura ancora delle indagini in corso in proposito, per le quali non conosco quale atti sono ormai conosciuti, ostensibili e quali debbono rimanere segreti, questa vicenda che riguarderebbe i suoi rapporti con Berlusconi, è una vicenda che la ricordi o non la ricordi, comunque è una vicenda che non mi appartiene, non sono io il Magistrato che se ne occupa quindi non mi sento autorizzato a dirle nulla>>.










 
Ma c'è un'inchiesta ancora aperta?












«So che c'è un'inchiesta ancora aperta». <<So che c'è un'inchiesta ancora aperta>>.










 
Su Mangano e Berlusconi? A Palermo?












«Su Mangano credo proprio di si, o comunque ci sono delle indagini istruttorie che riguardano rapporti di polizia concernenti anche Mangano». <<>>.









 
Concernenti cosa?










«Questa parte dovrebbe essere richiesta... quindi non so se sono cose che si possono dire in questo momento».

Non c’è né domanda, né risposta.












 
Come uomo, non più come giudice, come giudica la fusione che abbiamo visto operarsi tra industriali al di sopra di ogni sospetto come Berlusconì e Dell'Utri e uomini d'onore di Cosa Nostra?
Cioè Cosa Nostra s'interessa all'industria, o com'è?













«A prescindere da ogni riferimento personale, perché ripeto dei riferimenti a questi nominativi che lei fa io non ho personalmente elementi da poter esprimere, ma considerando la faccenda nelle sue posizioni generali: allorché l'organizzazione mafiosa, la quale sino agli inizi degli anni Settanta aveva avuto una caratterizzazione di interessi prevalentemente agricoli o al più di sfruttamento di aree edificabili. All’inizio degli anni Settanta Cosa Nostra cominciò a diventare un'impresa anch'essa. Un’impresa nel senso che attraverso l'inserimento sempre più notevole, che a un certo punto diventò addirittura monopolistico, nel traffico di sostanze stupefacenti, Cosa Nostra cominciò a gestire una massa enorme di capitali. Una massa enorme di capitali dei quali, naturalmente, cercò lo sbocco. Cercò lo sbocco perché questi capitali in parte venivano esportati o depositati all'estero e allora così si spiega la vicinanza fra elementi di Cosa Nostra e certi finanzieri che si occupavano di questi movimenti di capitali, contestualmente Cosa Nostra cominciò a porsi il problema e ad effettuare investimenti. Naturalmente, per questa ragione, cominciò a seguire una via parallela e talvolta tangenziale all’industria operante anche nel Nord o a inserirsi in modo di poter utilizzare le capacità, quelle capacità imprenditoriali, al fine di far fruttificare questi capitali dei quali si erano trovati in possesso».



Non c’è né domanda, né risposta












 
Dunque lei dice che è normale che Cosa Nostra s'interessi a Berlusconi?












«E' normale il fatto che chi è titolare di grosse quantità di denaro cerca gli strumenti per potere questo denaro impiegare. Sia dal punto di vista del riciclaggio, sia dal punto di vista di far fruttare questo denaro. Naturalmente questa esigenza, questa necessità per la quale l'organizzazione criminale a un certo punto della sua storia si è trovata di fronte, è stata portata a una naturale ricerca degli strumenti industriali e degli strumenti commerciali per trovare uno sbocco a questi capitali e quindi non meraviglia affatto che, a un certo punto della sua storia, Cosa Nostra si è trovata in contatto con questi ambienti industriali». <<E’ normale che chi è titolare di grosse quantità di denaro cerchi gli strumenti per poter impiegare questo denaro, sia dal punto di vista del riciclaggio, sia dal punto di vista di far fruttare questo denaro>>










 
E uno come Mangano può essere l'elemento di connessione tra questi mondi?












«Ma, guardi, Mangano era una persona che già in epoca ormai diciamo databile abbondantemente da due decadi, era una persona che già operava a Milano, era inserita in qualche modo in un’attività commerciale. E' chiaro che era una delle persone, vorrei dire anche una delle poche persone di Cosa Nostra, in grado di gestire questi rapporti».

Non c’è né domanda, né risposta.












 
Però lui si occupava anche di traffico tre droga, l'abbiamo visto anche in sequestri di persona..












«Ma tutti questi mafiosi che in quegli anni - siamo probabilmente alla fine degli anni ‘60 e agli inizi degli anni ‘70 - appaiono a Milano, e fra questi non dimentichiamo c'è pure Luciano Liggio, cercarono di procurarsi quei capitali, che poi investirono negli stupefacenti, anche con il sequestro di persona».

Non c’è né domanda, né risposta.












 
E questa inchiesta quando finirà?












«Entro ottobre di quest'anno ... ».

Non c’è né domanda, né risposta.












 
Quando è chiusa, questi atti diventano pubblici?












«Certamente…».

Non c’è né domanda, né risposta.












 
Perché ci servono per un'inchiesta che stiamo cominciando
sui rapporti tra la grossa
industria...











«Passerà del tempo prima che ... ». 

Non c’è né domanda, né risposta.









Nel 2000, durante il suo breve mandato di direttore del TG1, Gad Lerner decide di non mandare in onda quell'intervista, sostenendo: <<Non sono per niente coraggioso [...] Vivo nella bambagia e non l’ho mai nascosto. [...] Non ho trasmesso (e neppure con il senno di poi trasmetterei) un’intervista che mi venne recapitata, opera di giornalisti francesi, già montata e confezionata, dal direttore di un altro canale Rai, pochi giorni dopo il mio insediamento. Celli e Zaccaria mi avevano nominato all’insaputa del governo e delle forze politiche abituate a dire la loro sul direttore del Tg1. Intorno a me c’era già molta diffidenza per questo. Ho avuto l’impressione mi si chiedesse una sorta di preventivo schieramento interno su una materia che non ero in grado di controllare. Chiamala prova del fuoco, o polpetta avvelenata. A più di sette anni di distanza è ormai evidente che quella intervista non conteneva notizie fondamentali su Berlusconi. Non modificherei in alcun modo la mia scelta di allora>>.
L'allora DS Fabio Mussi commentò: <<"In qualunque sistema informativo sarebbe stata mandata in onda ad un orario di massimo ascolto e poi sarebbero stati invitati i protagonisti a parlarne. Invece la cassetta è scomparsa...>>
Solo un allora semi-sconosciuto Marco Travaglio, intervistato da Daniele Luttazzi durante la puntata di Satyricon del 14 Marzo 2001, ne parlò. Conclusione? Il programma Satyricon venne chiuso dall'editto bulgaro di Berlusconi...



Su questo link, invece, troverete il decreto di archiviazione del 3 maggio 2002 del gip di Caltanissetta per le stragi Falcone e Borsellino dopo le indagini su Berlusconi e Dell'Utri http://www.societacivile.it/memoria/articoli_memoria/archiviazione.pdf

Quante volute omissioni da parte dei media anche sulla morte dei due magistrati...



La verità è che la Mafia non è il signorotto arrogante con la coppola che viene da tutti servilmente salutato per i vicoli di Corleone. Questi sono solo escamotage lettari, cinematografici e giornalistici per distogliere l'opinione pubblica dalla realtà: la linfa vitale della Mafia è a Roma, tutelata negli interessi da gente "democraticamente" (lo virgoletto questo termine poichè uno come Berlusconi in un Paese veramente democratico non poteva neanche lontanamente sognarsi di potersi candidare... Qui lo si vota anche) eletta.
Gli elementi ci sono, ma l'informazione "ufficiale", a quanto pare, preferisce non parlarne (il motivo non è tanto difficile da capire). Per non parlare degli altri capi d'imputazione di Berlusconi, ma per questo occorrerebbe un gruppo a parte, anche se ve ne sono già alcuni in cui se ne discute. Per questo esorto tutti a diffondere il più possibile tali notizie e comunicare l'esistenza di spazi in rete (in questo caso di un gruppo) in cui si discute di questioni di cui chi ci governa si guarda bene dal fare.
E questa gente oggi ci rappresenta in Parlamento anzi che  abbiamo portato noi  perchè  disinformati  per  conformismo  , per  paura  di cambiare  o per  proteggere i nostri interessi  coem agffermava  questa  canzone  profetica   scritta  da Mcr   prima   delel  elezioni    del  1994   dal titolo  profetico 


Giro di vite in arrivo 



E' cominciato il silenzio ai bordi della Milano da bere
tra i padri di famiglia coi loro bot e le loro mercedes
timorati di Dio e delle tasse, elettori di Craxi e dei suoi
spaventati di perdere tutto se qualcuno li avesse sorpresi

è continuato a Pontida in un grido di rabbia e paura
di geometri con lo spadone, di dentisti con l'armatura
decisi a difendere il Patrol e la villetta sulla tangenziale
le nigeriane sui viali e la loro evasione fiscale

Hey-oh stanno arrivando armati di spranghe e luoghi comuni
non lasceranno che niente cambi, c'è un giro di vite in arrivo

Eh-oh attento alle spalle a dove e con chi vai in giro la sera
a quello che dici ai sogni che fai
c'è un giro di vite in arrivo

e adesso è come un'onda, un'onda nera e appiccicosa
che cola dalle TV e dai settimanali rosa
che uccide i nostri pensieri, che ci droga di calcio e sesso
e intanto chi tira le fila insabbia e corrompe e non ha mai smesso

e quindi devi decidere cos'hai intenzione di fare
rimanere in riva al Lough Derg a vedere le fate danzare
oppure seguirmi a Carlow e andare incontro al nostro destino
una guerra che non si può vincere e una stella a guidare il cammino

Hey-oh fai la tua scelta,
c'è già chi è partito e chi ha rinunciato
che la fortuna sia con tutti loro,
c'è un giro di vite in arrivo
Eh-oh la resa dei conti,
se hai delle carte giocale e spera
ma stai attento, il gioco è truccato,
c'è un giro di vite in arrivo...
La resa dei conti è in arrivo


Appello a Napolitano: non firmi il Dlgs sulla sicurezza sul lavoro No alla legge salva Manager




dal gruppo di Facebook 
 Cancellare la norma 'salva manager'



 

Nel decreto correttivo del Testo Unico il messaggio è chiaro: il vero responsabile degli incidenti sul lavoro è il lavoratore stesso e non chi organizza la produzione.

Egregio Presidente della Repubblica,
La invito, dopo tutte le parole spese, chiedendo più sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, a NON FIRMARE ASSOLUTAMENTE QUESTO DECRETO LEGISLATIVO. Se è coerente con le sue dichiarazioni, non può firmare questo Dlgs, che è un colpo fatale alla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. Spero vivamente che raccoglierà questo mio accorato appello.

Ecco il testo dell'appello rivolto a presidente Napolitano da Marco Bazzoni, Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, Operaio Metalmeccanico.

Il testo integrale lo troverete nell'area discussioni, colgo l'occasione invece per ricordavi ancora una volta di continuare a promuovere questo gruppo e la giusta causa insieme sosteniamo: Basta morti sul lavoro !!!

A presto.


 

18.7.09

La Gita

luna distratta o tentativo di occultare un falso

da il  konte rosso (  it-it.facebook.com/people/Konte-Rosso/1073701157 ) mio amico di facebook

Washington, 16 lug. (Adnkronos/Dpa)
Sono andate perdute le copie originali delle immagini dello sbarco sulla Luna contenute in 45 nastri di proprieta' dell'Agenzia spaziale americana. Inutili i tentativi di ritrovarle, tentativi avviati tre anni fa quando alcuni storici chiesero alla Nasa di poterle vedere. Ad ammetterlo e' stato Richard Nafzger, da quarant'anni esperto di comunicazioni al Goddard Space Flight Center dell'agenzia americana, il coordinatore della trasmissione televisiva delle immagini delle missioni Apollo, lo specialista che aveva convertito in tempo reale le immagini in formato 'slow-scan' della camminata sulla Luna di Neil Amstrong e Buzz Aldrin nel formato standard necessario per la trasmissione sui teleschermi delle case di mezzo mondo.

E’ da notare che la NASA ha scoperto e dichiarato di aver perduto i nastri solo nel momento in cui “alcuni storici le hanno chiesto di poterli vedere”. In 40 anni non si erano mai accorti di non avere più i nastri originali del loro più celebre blockbuster televisivo e hanno iniziato a strapparsi i capelli solo quando si sono trovati alla porta un paio di persone serie che volevano esaminarli. Le persone serie fanno sempre quest’effetto: ogni volta che compaiono, i truffatori se la danno a gambe o iniziano a balbettare parole senza senso.
Perché la NASA è stata costretta a “perdere” i nastri? Qui occorre fare, per coloro che non avessero seguito le puntate precedenti, un breve riassunto. La storia che la NASA ha raccontato per anni ai telepecori è la seguente: le immagini originali dello sbarco sulla Luna sarebbero state riprese da una speciale telecamera lunare e trasmesse al Parkes Observatory australiano, il quale avrebbe provveduto a registrarle su nastri magnetici di alta qualità. Sono proprio i nastri del Parkes Observatory che sarebbero andati perduti, secondo la NASA. Dal Parkes le immagini sarebbero state ricodificate, con uno scanner speciale, in una risoluzione adatta alla televisione americana e inviate in (quasi) diretta negli Stati Uniti attraverso il satellite Intelsat III. La NASA, non sapendo come registrare quelle immagini storiche (i suoi potenti mezzi le consentivano di mandare uomini a giocare a golf sulla Luna, ma non di salvare una trasmissione su un comune nastro magnetico), ci avrebbe messo una pezza prendendo una normale camera da 16 mm. e piazzandola davanti allo schermo televisivo su cui passavano le immagini. Ecco perché le immagini dello sbarco, che ancora oggi potete vedere su Youtube, farebbero così schifo: sarebbero il risultato di una serie di processi di ripresa successivi ognuno dei quali ha finito per abbassare la qualità video dell’evento.
La verità è che il rozzo metodo di riprendere le immagini dallo schermo TV, anziché registrarle direttamente, non è stato dovuto all’imperizia e alla totale idiozia degli uomini dell’ente spaziale: anche l’idiozia ha un limite e quando questo limite viene superato è legittimo sospettare che essa non sia spontanea, ma dolosa. Registrare le immagini dalla TV con una telecamera serve a ottenere quell’effetto di “rallentamento” che fa apparire gli astronauti leggeri leggeri mentre si muovono in un improbabile ambiente a gravità ridotta. Se qualcuno visionasse i nastri originali, vedrebbe persone che si muovono goffamente e a velocità normale in uno studio televisivo allestito all’uopo. Ecco perché i nastri originali dovevano andare “perduti”. Anzi, già che c’era, la NASA ha deciso di non “perdere” soltanto i nastri originali dell’Apollo 11, ma tutte e 700 le scatole di bobine relative alle varie missioni lunari. Anche le immagini delle missioni successive all’Apollo 11, infatti, erano state “riprese” dallo schermo TV col solito metodo (qui l’idiozia diverrebbe eccessiva anche per un ente spaziale gestito da cercopitechi) e si è evidentemente ritenuto opportuno continuare a mostrare ai telepecori solo ed esclusivamente quelle.





Paolo Attivissimo, nel tentativo di giustificare l’incredibile (ma in realtà credibilissima, se se ne intende il motivo) perdita dei nastri originali delle missioni, ha veramente superato se stesso. In questo articolo scriveva: “i nastri non sono stati buttati via: sono in archivio, ma non si sa dove di preciso”. E certo, 700 scatole di bobine con i nastri dell’evento più importante degli ultimi 50 anni, sono praticamente una pagliuzza. Ti distrai un attimo e non sai più dove li hai appoggiati. Uno dei suoi geniali lettori, rispondendo a chi faceva razionalmente notare l’inverosimiglianza della scusa, scriveva: “Hai idea degli archivi che deve avere la NASA? Una svista è comprensibile”. Ebeh, sì, succede nei migliori enti del mondo di perdere 700 scatoloni contenenti le registrazioni dell’evento più significativo della storia dell’organizzazione, nonché dell’umanità. Meno male che hanno salvato le cassette di Moana Pozzi, se no c’era davvero da spararsi. Poi però la NASA si è incaricata di togliere ogni speranza ad Attivissimo e ai suoi creduli seguaci: i nastri originali sono stati proprio perduti, cancellati, azzerati, finiti, kaputt. Non sia mai che qualche altro storico dovesse farsi venire la strana idea di rivolgersi a chi dovrebbe conservare i documenti storici per poterli consultare. La NASA ha messo le mani avanti e spiegato, una volta per tutte, che dello sbarco sulla Luna può fornire solo riprese amatoriali eseguite nel proprio tinello. Sfocate, indistinguibili e sufficientemente refrattarie ad un’analisi accurata da perpetuare almeno il dubbio che le missioni Apollo possano non essere la fregnaccia che sono. Se i video originali venissero analizzati, ogni dubbio crollerebbe. Ciò ha suscitato tuttavia un’ondata di incredulità nei destinatari della triste novella. Attivissimo si è dato allora da fare per inventare una spiegazione plausibile a questa furibonda iconoclastia dell’ente spaziale americano. Non trovandone una migliore, si è inventato che i nastri magnetici costavano tantissimo e quindi la NASA, che come è noto vive di espedienti e di cene alla mensa dei poveri, li avrebbe cancellati per riutilizzarli e così risparmiare. Come una parsimoniosa massaia, la NASA ha riutilizzato i nastri magnetici dell’allunaggio per farci il polpettone il giorno dopo. Un nobile esempio di morigeratezza e di riciclaggio dei materiali. Non come quegli spendaccioni della RAI, che essendo molto più ricchi della NASA conservano ancora i nastri di Tognazzi e Vianello di 50 anni fa e ci li propinano tutte le sere.
Tuttavia alla NASA adesso si sentono il fuoco al culo. Dopo questa ineguagliabile figura di merda di fronte alla comunità scientifica devono trovare al più presto il sistema per riguadagnare credibilità. Così hanno rilasciato una mezza dichiarazione in cui fanno intendere di aver trovato nuovo materiale filmato del primo allunaggio, mai visto prima. Traduzione: stanno accarezzando l’idea, dopo 40 anni di immagini nebulose e contraddittorie, di presentarci un bel filmato prodotto con le moderne tecniche digitali per togliere ai telepecori ogni dubbio sulla concreta realtà dei picnic seleniti. Non sono certi di volerlo fare, però: il rischio è quello di essere ulteriormente sbeffeggiati se il loro “nuovo video” dovesse essere denunciato come un altro falso. Perciò, nell’intento di tastare il terreno, hanno rilasciato una dichiarazione incomprensibile, che dice e non dice, suggerisce che sì, forse è stato trovato un altro nastro dell’Apollo 11, ma forse si tratta invece dello stesso nastro, chissà. Nel frattempo – apprendo sempre dall’impareggiabile Attivissimo – la NASA ha iniziato a “restaurare” i filmati sopravvissuti, cioè quelli fetenti ripresi con la cinepresa Mupi dallo schermo della TV. Stanno forse meditando di mettere una pezza digitale anche a quelli? Chissà. Finora non ho notato alterazioni di sorta nelle immagini “restaurate” dei filmati, ma tengo gli occhi aperti e gli archivi in ordine. Quando si ha a che fare con il Ministero della Verità è meglio conservare i documenti storici originali in un posto sicuro. Winston Smith e il suo Photoshop sono sempre in agguato.

Conca dei Marini


 






Spiaggia Marina di Conca nel comune di Conca dei Marini               Immagine tratta dal Web.

Ecco Conca dei Marini, sulla   Costiera  Amalfitana.   Un angolo di
paradiso dove sono custoditi  tanti miei ricordi.
In questo mare, su questa spiaggetta, ho trascorso delle ore felici.





17.7.09

Senza titolo 1567

  L'AVETE LETTO IL LIBRO TI VENGO A CERCARE ?  :-)


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Odio & Amore!



 Quando sei arrabbiato con qualcuno,


guardalo negli occhi,fissare negli occhima fallo senza pregiudizio.


Prendigli le mani,


come fossero le mani di un bambino.mano di un bambinoAbbraccialo,abbracciocome fosse tuo figlio


e digli Ti Amo,ti amo in blucome fosse il tuo compagno/a.


Fagli un sorriso smaile ringrazialo ...


perché ti ha insegnato l'AMORE!!!amore bello


by forzaragazzi

Sussurrato da: FORZARAGAZZI

alle ore 15:02

categoria:amore, speranza,

anche in facebook si nasconde un opera d'arte "viaggiatori "di Tiziana Aliffi





VIAGGIATORI 

Un
viaggio
tra gli specchi
per trovare
sconosciuto il tuo volto
sono una canna al vento
senza te
occhi impigliati d’altri sguardi
irraggiungibile
eri omb
ra di desiderato giungere
miraggio
tra silenzi d’inverno
ho trovato il giardino dei sogni
smilzo il mio verde
perduto
nel mercato della vita
ho sollevato pietre
acceso lanterne di lacrime
rincorso tenebre
strappato cuori di cartone
ora canto
nuova vita
dolce sentire
mentre m’accoccolo tra i tuoi pensieri
di questo andar di onde
mano nella mano
nel parco delle carezze
insieme
viaggiatori.


Copyright©2009TAEC-inedita



TUTTI I DIRITTI RISERVATI
ALL RIGHTS RESERVED
TOUS LES DROITS RESERVES

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.


" Il viaggio "
Da Giochi d'Acqua - raccolta di immagini di TAliffi

16.7.09

tremonti vergognati e chiedi scusa della tua volgarità







da ascoltare nella parte finale con audio a manetta

Spett Tremoti Capèisco che coem tutti i politicanti membri dellla casta non sia abituato a domande scomode e risponde in maniera evasiva ,ma certe volgarità se le può risparmiare specie aimgiornalisti stranieri . La prossiam volta faccia un corso di buona educazione e di colegamento cervello \ bocca e s'accerti che il microfono sia spento o lo chiuda che è meglio cade l'aplomb ( ? se mai è esistito ) del ministro tremonti. il distruttore delle finanze italiane non si accorge del microfono aperto e rifila un'insulto volgare ad un giornalista americano, reo di aver fatto una domanda scomoda...non preparata da pennivendoli servi

Senza titolo 1566

 

TI GUARDAVO


 


Ti guardavo. Mi piace guardarti e sentire di nascosto il tuo profumo, ma questo già lo sai. Ti ho guardato molto anche la sera che ti ho conosciuto, che ricordo ancora, che non scorderò mai. Era una sera stanca, non avevo neppure voglia di bere quella birra doppio malto che mi fa impazzire. Parlavo distrattamente con i miei amici delle solite cose. Tutto quello che desideravo era stare in casa a leggere un libro, ma poi, la necessità di provare a sorridere, anche in una sera malinconica come quella, mi ha fatto convincere ad uscire dal mio letargo dell’anima. Nel locale in cui eravamo andati c’era molta gente che conoscevo ma che non avevo voglia di salutare ne tanto meno fermarmi a parlare. Qualche parola, qualche sorriso, qualche battuta e niente più. Già sognavo il mio letto, dove mi aspettavano i mille pensieri che si assiepavano nella testa come tarli divoratori di vita. Mi convinsi. Volevo andare via e lasciare ai miei amici il resto della serata, forse loro ne avrebbero fatto un uso migliore del mio o, forse, avrebbero semplicemente perso più tempo di me, ma non mi importava. Presi le sigarette ed uscì dal locale. Accesi una camel light e cominciai a guardare e studiare il fumo che mi usciva dalla bocca. Tutto come sempre. La porta del locale si aprì e venne fuori una amica che conoscevo bene e dietro di lei c’eri tu. Ti guardavo. Mi piace guardarti e sentire di nascosto il tuo profumo, ma questo già lo sai. Qualcosa dentro me si mosse. Ero attratto dalla tua figura e non riuscivo a capacitarmene. I tuoi occhi. Si, sono stati i tuoi occhi a violentare il mio stato d’animo nero e rischiararlo di luce propria in una serata che non doveva proprio esserci ma che ringrazio il destino che ci sia stata. Sembrava che il cielo in quel momento stesse organizzando il tutto alla perfezione per far incrociare due cammini diversi e divertirsi a farli camminare insieme. Il tuo profumo è rimasto intatto da quella sera e le tue mani sono ancora ancorate alle mie. A volte uno sguardo è solo un istante. Quella volta il tua sguardo divenne una vita intera in una frazione di secondo. Sentivo che dovevo baciarti. Dal bacio si capiscono molte cose sai. Si capisce ad esempio se la persona che hai di fronte è lo stampo perfetto che si adagia a te in tutte le sue parti; si capisce se quella persona potrai amarla; si capisce se quella persona non la rivedrai mai più. Su quella macchina che ci stava riportando a casa, quella notte folle, io, avevo paura di baciarti. Avevo paura che baciandoti potessi scoprire che era stato solo un sogno l’averti incontrato; tutto organizzato da una notte che non voleva mandarmi a dormire. Avevo paura che l’indomani sarebbe rimasto solo un bacio e niente più: un filo sottile nei reticoli di un cielo senza stelle. Non ebbi più dubbi quando ti presi tra le braccia e sfiorai le tue labbra con le mie. Fu un incontro perfetto di due anime che giocano tra loro. Subito dopo presi a guardarti. Ti guardavo. Mi piace guardarti e sentire di nascosto il tuo profumo, ma questo già lo sai. Poi la notte arrivo e capì subito che quello, era un sogno dal quale non ci saremo svegliati più…..


 


Luja


lezione 21 di Baricco







un film  non eccelso  \ bellissimo  come  il precedente  la leggenda del pianista sull'oceano  ma  bello e  a tratti  toccante  sopratutto il finale  delle  due  storie   che corrono parallere 

la  prima  

la seconda 


 le  foto  sono frutto   delle   schermate   salvate  dal  dvdvx  el film  mediante  iil programma  totem  un   programma   open source  per  linux  /( Ubuntu  nel mio  caso  )  altro che  windos  ed  explorer


Non mi  è dispiaciuto    perchè  anche  se  in alcuni punti  visto  il carattere   elucubratorio e  cervellotico  di  Baricco   specialmente   alla  1  visione    ci  siano delle scene      che diano  (  e in alcuni punti  è cosi  )  l'impressione  di  trama campata in aria e conclusioni troppo opinabili per essere vagamente prese sul serio     smonta le versioni e le critiche  ufficiali (  e  applica  un processo di demitizzazione    come   afferma  il 
http://www.comingsoon.it/video.asp?key=1652|1548&ply=1    ancora  oggi seguite   che leggono  specialmente nela parte  dell'inno solo ed   esclusicamente in chiave  religiosa  ne dà una  versione    spirtitruale  \ laica secondo altri  ( tesi da me  sostenuta  )   e applica il  vecchio moto   di  Arbore  (  http://www.youtube.com/watch?v=sFfWGqcvM30  )  dubitate dubitate  gente .
C'è  nelll'interpretazione   della nona sinfonia    da parte  di  Baricco  un significato    : <<  è sempre il vuoto a generare i passi impossibili di cui non saremo mai capaci >>. Infatti   anche nelle parole   dei  suoi detrattori la coppia maschile  d'attori  imparruccaati    si nasconde  un elogio  dissacratorio  : <<  quando iniziano a dare il tuo nome a il tuo modo di cagare vuol dire che ha sfondato >>.
Con questo film  io  ho ottenuto  l'effetto opposto  (  forse perchè ci sono cresciuto con tale soinfonia  , ricordo ancora  , non  sò se  è finito nel ciarpa,me  dela soffitta  opo nela  spazzatura     che  avevo da  bambino un  mini  salvadaio  a forma  di cane    che appena  mettevi un soldo suonava  un pezzo dell'inno alla  gioia  )  cioè quiello  di amarla   ancora  di  più  conoscendo  grazie  al regista  il periodo buio e pessimista  ( ne  so qualcosa   ,  in quanto mio nonno patterno  è stato  50  ani sordo  assoluto  , e io   fino all'intervento  di ricostruzione degli ossicini e del timpano  e   dell'intervento    di ricostruzione del canale  uditivo  sono stato per  quasi  30  anni  sordo al  90 %  )  come  definiscono tutte  definisco   tutte le  biografie : << « Voglio dunque abbandonarmi con pazienza a tutte le vicissitudini e rimettere la mia fiducia unicamente nella tua immutabile bontà, o Dio! [...] Sei la mia roccia, o Dio, sei la mia luce, sei la mia assicurazione eterna! »(Citazione religiosa di Christian Sturm copiata da Beethoven nei Quaderni di conversazione, 1818)  tratta  dlla  voce  bethoveen di wikipedia  . Mi piace  il 2  movimento   e  il  4     specialmente  usati  per  darmi  forza  ,in  momenti di  crisi e  paura   d'eventi importanti   come   la  vicinanza  dell'esame ( l'ultimo esame  prima dela tesi ) ., ma  mi piace e  mi ffascina  come  da  un  semplice  inizio   atto   primo  vada in crescendo   fino  all'atto  4 .
Quindi  nel  complesso  guardabile  (  per  non  abituati ed allenati  ad un  raffinato humor e articolate\  eluicubratorie  fiabe intellettuali ma  soprattutto   ad interpretare l'assurdo e il  nonsense  consiglio di vederlo più di una volta  e  di  non partire prevenuti   visto che  nel  film    come  nei  suoi romanzi  salvo novecento  e  seta    c'è  , a mio visto , un esagerato autocompiacimento,  regfenzioale  e  accademismo   troppi toni di autoreferenzialità. Sicuramente l'umiltà non è la miglior dote di Baricco >>




Senza titolo 1565


Nel giorno in La V di volontari, è il corpo di un uccello stilizzato in volo, simbolo della libertà.
La penna simbolicamente rappresenta la vicinanza agli indiani d'america, con cui l'ex capitano continua a mantenere rapporti di stima, decisamente in simbiosi con uno stile di vita vicino alla natura, ripulito dai sistemi ora vigenti.
Il tricolore rappresenta la nostra voglia di sentirci orgogliosi di essere italiani. Se le cose non ci piacciono... faremo in modo che migliorino, non parleremo mai male del nostro Paese, per troppo tempo bistrattato, il cui nome cercheremo di tenere alto, sempre. C'è un popolo silenzioso di persone oneste che non merita trattamenti scandalistici a cui purtroppo ci si sta abituando. E' ora di scoprire il bello che abbiamo. Le cose che non vanno non le nasconderemo, ma tenteremo per quanto possibile di cambiare, con piccoli gesti quotidiani.

Comunicazione di servizio: c'è un account "Volontari Capitano Ultimo", gestito da più persone dell'associazione, e rappresenta in maniera informale le idee di questo gruppo anche dal punto di visto più interattivo con voi. Il gruppo "volontari capitano ultimo" e l'account "volontari capitano ultimo" sono collegati tra di loro.

comunicazione di servizio n.2
Prossimamente prenderemo parte all'inaugurazione della targa in memoria di Rita Atria, che si terrà alle ore 18 viale amelia a Roma. Organizzato dall'associazione Rita Atria (www.ritaatria.it), che sosteniamo e a cui siamo vicini con il cuore e con i fatti. Speriamo di incontrare molti di voi. C'è bisogno di unione tra persone e associazioni che portano avanti gli stessi ideali. Il popolo dei "senza voce" non lo lasceremo solo.

un abbraccio virtuale a tutti

cui i sicari di Riina hanno cercato di mettere fine alla lotta contro la mafia uccidendo chi la combatteva ....noi nasciamo, costituendoci in un'associazione che avrà come ragione di vita la difesa dei più deboli lottando giorno dopo giorno, con le piccole cose, per diffondere tra i nostri giovani ideali di legalità e solidarietà.

Il 23 maggio 2009, nel giorno della ricorrenza della strage di Capaci, su iniziativa del capitano ultimo e dei suoi amici si costituisce formalmente l'associazione di volontariato onlus "volontari capitano ultimo".
Rispondiamo con gioia all'appello del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa "affinchè la nostra semplicità, i nostri sogni, siano un nuovo Piave contro la mafia e l'ingiustizia che l'assolve".
NON LI AVETE UCCISI, LE LORO IDEE CAMMINANO SULLE NOSTRE GAMBE !!!


L'accostarsi a questa associazione, come a questo gruppo, vuol dire avere la voglia ed il coraggio di aiutare i gli ultimi senza nulla chiedere per se ... e null'altro.

....
" Art. 2 - CARATTERE DELL'ASSOCIAZIONE:
L'associazione è apartitica e apolitica; i contenuti sono ispirati a principi di solidarismo, trasparenza e democrazia....
Art. 4 - SCOPI E FINALITA':
L'associazione opera nei seguenti settori:
assistenza sociale e socia sanitaria; beneficienza; istruzione e formazione; attività sportive di tipo dilettantistico; protezione e valorizzazione dell'ambiente, del paesaggio e della natura; promozione della cultura e dell'arte; tutela dei diritti civili.
L'associazione intende perseguire le seguenti finalità:
promozione della cultura della legalità, attraverso eventi culturali e azioni di sostegno sociale e di solidarietà; realizzazione, gestione e supporto di Case famiglia e di centri di Educazione ambientale e di cura, tutela e ripopolamento della fauna; realizzazione e gestione di laboratori artigianali formativi a favore di soggetti deboli; organizzazione e gestione di eventi di ricerca fondi a favore di soggetti deboli e più in generale di beneficienza; interventi in aree problematiche per esigenze di protezione civile (terremoti, alluvioni, disastri ambientali, ecc.).
L'associazione non può svolgere attività diverse da quelle indicate, ad eccezione di quelle ad esse strettamente connesse o di quelle accessorie a quelle statutarie, in quanto integrative delle stesse, e di ogni altra attività strumentale idonea ovvero di supporto al perseguimento delle finalità istituzionali."
....

Senza titolo 1564

  L'AVETE VISTO IL FILM TOTO',PEPPINO E LA DOLCE VITA ?  :-)


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15.7.09

un uso erotico eccessivo delle pubblicità e non solo distrugge l'erotismo e crea altri problemi




                                                              tratta dalll'articolo in questione





per cercare d'argiinare l'uso abberrante vergognoso ( parla uno che sta lottando contro la dipendenza da pornografia , e ci sta riuscendo grazi e al doicumentario e gli articoli , lo trovate anche su facebook del sito http://ilcorpodelledonne.blogspot.com/ ) del corpo che si fa in tv e non solo del mercificazione del corpo femminile pensa che bisogna correggere l' atteggiamento delle ragazzine ( e lo posso testimoniare da foto di profili di ragazzine che mi hanno richiesto l'amicizia perchè amica di mia cugina che ha 17 anni o a cui io ho dato l'amicizia scambiandola dala foto per una 25 nel loro vestire sexy e provocanti ) . Infatti concordo ( ne trovate sotto gli url ) con questa inchiesta fatta dals ettimanale d di repubblica la settimana scorsa in cui denuncia come Media, pubblicità e tv forzano sempre più il limite per spingere al consumo utenti sempre più giovani.
 Ma l’ipersessualizzazione precoce ora mostra i suoi effetti allarmanti. Infatti  : << (...)  Magazine come Cioè o Ragazza moderna, destinati alle teenagers, entrano anche nelle case di bambine di nove anni. E con essi entrano le immagini di uomini muscolosi, rigorosamente a petto nudo, con l’invito: «Ritaglia, stacca e incolla i sexy boys che preferisci». Entrano i consigli per abbigliarsi da perfetta gothic Lolita o allungare le ciglia; i test per scoprire se sei una fashion girl o quanto il tuo lui è micio o macho. Conferma la psicologa dell’età evolutiva Anna Oliverio Ferraris, autrice di La sindrome Lolita (Rizzoli): «Le riviste sono ricche di messaggi che sottolineano l’importanza di presentarsi sessualmente attraenti per stuzzicare l’interesse dei maschi». Persino il magazine High School Musical, dell’insospettabile Disney, invita a scoprire i segreti del look della protagonista dell’omonimo film. Mentre la dolce Miley Cyrus, star acqua e sapone della fortunata serie Hannah Montana, appare seminuda su Vanity Fair.
Il sesso è ovunque: nello spettacolo di fine anno di bambine delle elementari che ancheggiano sulla musica di cantanti supersexy, e sulle t-shirt della Next con scritto: “So many boys, so little time”, così tanti ragazzi e così poco tempo. La moda degli slogan provocanti sui capi d’abbigliamento ha indotto alcune scuole americane a correre ai ripari, proibendole. Ma il marketing non demorde: ne sono la prova il reggiseno imbottito taglia sette anni o gli slip a perizoma, sempre sette anni, della Abercrombie & Fitch, ritirati dai grandi magazzini londinesi. Stessa sorte per un set gioco da lap dancer con tanto di palo da assemblare, giarrettiere, soldi finti e un dvd con i passi del ballo. Quali sono gli effetti di questo bombardamento di immagini ipersessuate? Allarmanti, secondo un documento dell’American Psychological Association dal titolo Task force on the sexualization of the girls (www.apa.org/pi/wpo/sexualization. html) . Riferisce Eileen Zurbriggen, già presidente dell’Apa: «La sessualizzazione precoce ha effetti in campo cognitivo, fisico e psichico, e sullo sviluppo sessuale. Più si è concentrati sul corpo e sul look più si trascurano ragionamento, attività espressive e calcolo matematico. Esiste poi una correlazione tra erotizzazione precoce e disordini del comportamento alimentare, bassa autostima e depressione».(...)    da ll'articolo di D    trovate  sotto  gli  url  .  Partire  non solo dall'educazione  mediatica  come  fanno i curatori   del  sito ilcorpodeledonne  , ma  anche dal boicotaggio   di  trasmissioni  e  pubblicità  come  queste  , dovve  adirittura  per pubblicizare  un  tonno in scatola   s'arriva    a tale  mezzo





Infatti concordo con gli autori del documentario sopra citato quando affermano : << C'è stato un momento nella nostra storia recente in cui le donne hanno coraggiosamente preso possesso del loro corpo a lungo occultato dalla società. Alla fine degli Anni '60 al motto di "il corpo è mio e lo gestisco io", i corpi nudi femminili invadevano Woodstock e tutti i festival di musica, con una vera azione rivoluzionaria di liberazione da secoli di corsetti imprigionanti, reali e metaforici. Per chi c'era, e per chi non c'era, ci sono migliaia di foto a documentare, resta vivo il ricordo della verità di quei corpi esposti: non traspariva intenzione seduttiva dalla nudità; la seduzione e l'erotismo che si respirava sprigionavano naturalmente dai corpi liberati. Le donne erano soggetti attivi nell'esposizione del loro corpo denudato, decidevano di liberarlo ed esporlo. Il corpo nudo televisivo diventa immagine pornografica perchè violato dalla telecamera che decide cosa inquadrare e dove indugiare, riducendo la donna a soggetto passivo e umiliandone il corpo così privato di volontà propria. Quella artificiosità data dalla nudità esposta davanti alla telecamera, viene poi tragicamente copiata dalla realtà anzichè essere viceversa. Che male c'è in un bel sedere nudo, mi chiede una lettrice nei commenti al post precedente? Non c'è alcun male a mio avviso. Ma nella telecamera che vìola l'intimità femminile, riducendo la donna a oggetto privato di volontà, è contenuto un messaggio molto negativo e lesivo della nostra dignità.(...) Un ultimo appunto, che mi sta particolarmente a cuore: lo stacchetto musicale che accompagna Belen che sale le scale per eccitare uomini dall'erotismo "mordi e fuggi", è nientemeno che "I'm simply the best" cantata da Tina Turner che della seduzione che può provocare un corpo ha molto da insegnare a tutta la troupe di Sarabanda.... (dura 5 mn ma già pochi secondi sono sufficienti).

>> da http://ilcorpodelledonne.blogspot.com/2009/07/il-corpo-nudo-puo-suscitare-emozioni.html con questo è tutto alla prossima

 approfondimenti 


http://dweb.repubblica.it/dettaglio/sexy-troppo-presto/60873
http://dweb.repubblica.it/dettaglio/sexy-troppo-presto/60873?page=2
http://dweb.repubblica.it/dettaglio/sexy-troppo-presto/60873?page=3
 e  tuttim i miei post  sulla  mia lotta   contro la pornodipendenza 

ECCO LA STORIA DI ETNOMONDI IN 3 PARTI (VIDEO!)








Carissimi amici, dopo “Etnomondi video” ecco “La Storia di Etnomondi” in tre parti, imperdibile, vi porterà indietro nel 1997 sino ad arrivare ad oggi, con avvenimenti, canzoni, ecc. Aspettiamo un vostro parere, fra l’altro siete i  primi a vederli, prima ancora di inserirli nel sito di “Etnomondi”.


 


Prima parte:


http://www.youtube.com/watch?v=KgfD8X9-ibI


 


seconda parte:


http://www.youtube.com/watch?v=pzkduRWvYkA


 


terza ed ultima parte:


http://www.youtube.com/watch?v=HKVfQMu23n4

La corsa infinita della maratoneta senza memoria di Diane Van Deren e l'ultima lezione di Randolph Frederick Pausch

Dopo lo sciopero del  14  luglio  (   almeno per  quanto riguarda la mia persona   visto  che  non tutti\e  gli iscritti\e  vi hanno aderito   )   del  bloggers    qui e nel commento annesso    troverete maggiori dettagli  sono rientrato  fra  voi    e lo faccio con questa  triste  storia  a cui avevo  già  accenato e promesso qui   su  queste pagine  la  storia  di Diane Van Deren  (  foto a  sinistra   )  e  di   Randolph Frederick Pausch, che pone     dei quesiti  , etico  morali ,   molto importanti   tipo  , meglio morire  o vivvere in tale  situazioni , si  poteva trovare un'altra  cura  ?  ,ecc   a mio avviso  ma  che  per il momento  non ho voglia     di rispondere  e li considero elucubrazioni   in quanto   non mi trovo nella sua situazione  ,  ma  di cui   ho  già parlato  con argomenti  collegati  più   volte  (    libertà  di cura  e  di morte  , SI al  referendum   sulla  procreazione assista    \  staminali  ,  testamento  biologico  , caso  Englaro   e  simili  ,ecc )    in questi    5  anni di blog     e il diffondewr e fra  i mie contatti e     la mie  bacheche    dei miie  account  facebook  questo gruppo    di facebook  (  di   cui trovate  a destra il logo  )   : << Mio testamento biologico: se sono in coma irreversibile lasciatemi morire >>



Dopo  questo prembaolo  veniamo alla storia in questione






 e qui la  seconda  parte http://www.youtube.com/watch?v=6An-6_T574E
 ecco per  chi non avesse voglia  o poca dimestichezza con l'inglese o con l'anglo  americano  la sua  storia  .   fonte Repubblica — 13 luglio 2009   pagina 34   sezione: CRONACA

<<  

ALESSANDRA RETICO

La corsa infinita della maratoneta senza memoria

LA MARATONETA corre, ma non chiedetele dove. Diane Van Deren non lo sa. La geografia e il tempo non se li ricorda più. Ha 49 anni, un marito, tre figli, e un pezzo di cervello in meno. Glielo hanno
tolto nel 1997 perché soffriva di epilessia, diagnosticata mentre aspettava l' ultimo bimbo. Dai tre ai cinque attacchi a settimana, una vista sfasciata. Fino a quando si fa recidere parte del lobo temporale destro, lì si annidava il male. Adesso è una campionessa di gare estreme, ma non ricorda e non riconosce quasi nessuno: per tenerla a sé, il marito le fa vedere le foto del college, i figli la abbracciano. Lei per un po' rimane, poi escee corre. Ma prima tornava da sola, adesso se non rincasa a un' ora ragionevole vanno a riprendersela. La donna che corre ha 16 mesi quando una macchia le annerisce il cervello. Non si accorge di niente per molto tempo, se non di un' aura che viene e allora si allaccia le scarpe e va. È una sportiva, tennista professionista, si sposa, diventa madre, si ammala. Decide: «Bucate». Continua a correre. A quaranta gradi sotto zero, di notte, trai boschi, per ore, per sempre. Corre per stare viva, fino allo stremo, i limiti non sa dove stanno. L' anno scorso ha vinto una maratona straziante, la Yukon Arctic Ultra, 480 chilometri a -44 gradi nello Yukon Territory, Canada nord occidentale. Un posto per orsi, gelo, solitudine. E Diane. Il 9 febbraio, giorno della partenza, le motoslitte si congelano. 24 dei 31 partecipanti si ritirano presto, alcuni perdono dita di piedi e mani per ipotermia. Quello è un freddo che taglia la carne. Dopo otto giorni di violenza polare, lei invece arriva al traguardo bevendo acqua bollente e spingendo il corpo nella neve e nel vento ghiacciato, fa tutto il percorso, la prima donna al mondo a riuscirci e a sopportare tanto. Alla fine dice: «La considero senza ombra di dubbio la gara più dura del mondo, in realtà non mi rendo ancora ben conto di quello che ho fatto. È un' esperienza che va oltre quello che la natura umana è in grado di tollerare». Diane è invece ultra, con un pezzo in meno. Abita a Sedalia, Colorado, attorno le Montagne Rocciose. Corre per i canyon, pure di notte con una lampada sulla fronte, del tempo e delle distanze non sa. Quando parte dice: «Se non mi vedete entro cinque ore, chiedete aiuto». Si allena trascinando slitte cariche di sabbia. Il problema per lei non è la preparazione dei muscoli, ma quella dello zaino. Tutto va scritto sopra: cibo, acqua, vestiti. E quando usarli, perché lei si confonde. A destra, sinistra, avanti e indietro sono algoritmi complicati, le gambe invece sanno cosa fare. Segue solo la traccia del suono del passo sul sentiero. Se i piedi fanno musica, allora sta andando tutto bene. «Quando corre, si aiuta» ha detto al New York Times Don Gerber, il neuropsicologo che la segue. «Invece per il resto della vita, no». Bisogna segnarle con le pietre le strade e mettere le chiavi di casa sempre nello stesso posto. Dimentica dove parcheggia e perde gli aerei perché chiacchiera. I figli le hanno insegnato a usare un cellulare, lei manda sms così: «!!!!!!!!!!!!!!!!!!!». Alla maratoneta hanno tolto un po' di testa, ma il cuore c' è. -

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  Proprio come un famoso film  ( uno dei miei preferiti
la cui musica di sottofondo e la colonna sonora del post d'oggi )






 

ed ecco al storia   dell'altro protagonista   e della  sua  ultima  lezione  universitatria  in cui annuncia l'addio 






 tenuta da Randolph Frederick Pausch, professore di informatica all'Università di Pittsburgh (Pennsylvania) consapevole di stare morendo a causa di cancro al pancreas. Bellissima e commovente conferenza che non parla della morte ma del senso della vita, di come viverla e realizzare i proprio sogni... - "L’esperienza è ciò che ottieni quando non sei riuscito a ottenere ciò che volevi". - "Ogni ostacolo, ogni muro di mattoni, è lì per un motivo preciso. Non è lì per escluderci da qualcosa, ma per offrirci la possibilità di dimostrare in che misura ci teniamo. I muri di mattoni sono lì per fermare le persone che non hanno abbastanza voglia di superarlo. Sono lì per fermare gli altri". - "Quando fai qualcosa di sbagliato e nessuno si prende la briga di dirtelo, significa che è meglio cambiare aria. Chi ti critica lo fa perché ti ama e ti ha a cuore". - "Mi lamentavo con mia madre di quanto fosse difficile quell'esame all'università, e di quanto fosse spaventoso. Lei si inclinò verso di me, mi diede un buffetto sulle spalle e mi disse: «Sappiamo bene come ti senti, tesoro, ma ricorda, tuo padre alla tua età combatteva contro i tedeschi»". - "Sto per morire e mi sto divertendo. E continuerò a divertirmi ogni giorno che ancora mi resta da vivere. Perché non c’è un altro modo per farlo". - "Non perdete mai la capacità di stupirsi tipica dei bambini. È troppo importante. È quella a spingerci ad andare avanti, ad aiutare gli altri". - "Ho una mia teoria sulle persone che provengono dalle famiglie numerose: sono persone migliori degli altri, perché hanno dovuto imparare come andare d’accordo con gli altri". - "Non si può arrivare in cima da soli. Qualcuno deve aiutarti. Io credo nel karma. Credo che si riceve ciò che si è dato". - "Non lamentatevi. Lavorate più duramente. Non cedete. L’oro migliore è quello che giace in fondo ai barili di merda". - "Se vivrete nel modo giusto, il karma si prenderà cura di sé. I sogni verranno da voi". -"La fortuna è quel momento in cui la preparazione incontra l’opportunità" [Nota: questa frase è un noto modo di dire, l'ha citata ma non è sua] -"La fortuna ce la creiamo da soli, chi più sa più vale." Randolph Frederick Pausch (Baltimore, 23 ottobre 1960 – Chesapeake, 25 luglio 2008)


Senza titolo 1563

Ho letto qualche commento sotto le foto. Ringrazio chi mi hadato 12 anni anche e ne ho 32. Vuol dire che le crem antirughe funzionano, come l'andare a letto presto e lo confesso...................non è essere mai stata in una discoteca in vita mia ed il non drogarsi ed il non bere. Comunque uso antirughe economici della Venus, ma credo che per matenrsi giovani aiuta molto uno stile di vita sano. Quando ero adolescente mi arrabbiavo quano i miei amici si congedavano presto da me per andare in dicoteca e a fumare qualche spinello, poichè avevano paura che io spifferassi tutto per stare al centro dell'attenzione. Mi sentivo male quando loro inizivano a divertirsi alle 23 ed io , invece, secchiona arrivista e spiona , mi ritiravo a casa.


Romilda


14.7.09

Problema Grillo

Ieri campeggiava sui maggiori quotidiani italiani una notizia apparentemente incredibile: Beppe Grillo, il castigapolitici dell'ultim'ora, si candida per le Primarie del Partito Democratico. Alle sue burla difficilmente ci si abitua. L'effetto della notizia rimbomba su tutti i quotidiani. Il Pd reagisce stizzito. Non è iscritto al PD, ergo non può candidarsi. il Beppe nazionale risponde immediatamente. Niente. Non si può. E perché mai? Eppure, quelli del PD hanno fatto coordinatore cittadino un tizio che, molto probabilmente, si è reso colpevole di un  reato odioso come lo stupro. Quella è una faccenda a parte si dirà, ma  è complicato parlarne e ammettere il torto. Marino sostiene che la questione morale non può più  aspettare. Nel Pd si è aperta una voragine. Bisogna aprire gli occhi. Non è possibile che cose del genere accadano ancora. A Grillo ci pensa lo smilzo, Pietro Fassino:  Il PD non può accogliere a braccia aperte chi lo ha criticato duramente. Certo, Grillo è stato duro col PD ma anche col PDL. Grillo è l'antipolitica, si risponde. Grillo è un qualunquista: dicono altri. Ergo non può guidare un partito, tantomeno il PD. Già, ma in questa tacita ammissione si rinviene anche un'altra oscura risposta: il PD ha paura di Grillo. Un po' come accadeva a Pinocchio quando diceva le bugie e  gli cresceva il naso a dismisura. Con una differenza: Pinocchio non esitò ad usare il martello contro il Grillo impiccione. Il PD dovrebbe fare altrettanto. Magari usando il vecchio simbolo del PCI, lì un martello c'era... eccome! Insieme alla falce, pero! Oppure bisognerebbe  tirar fuori le vecchie armi democristiane come lo scudo crociato e, magari, lasciar fare alla Provvidenza. Oggi il PD può disporre d'un vecchio sistema di apparato indistruttibile, consolidato attraverso le esperienze di due partiti "indistruttibili" ( o quasi). Potrebbe osteggiarlo, fare in modo che non riceva nemmeno un voto. Il guaio è però che alle primarie possono partecipare tutti. Anche quelli del PDL... Mannaggia la democrazia!


Matassa

Supplemento alla solitudine Immagine di franca bassi dono del  maestro Roberto Gallo "La vita"


Matassa...


La vita s'è fatta  matassa!
piano piano dipano i fili:
d'argento come la luna
d'oro color del sole d'agosto
rossi come il papaveri
in un campo di grano
l'azzurro dei tuoi occhi
il bianco come la neve dei monti
il nero come le bacche d' alloro maturo.
Piano piano dipano i fili
ricamo su una tela di lino
ricamo la tua  vita.
franca bassi


"Io, Babbo Natale dei bambini meno fortunati"

da  Quotidiano.Net  tramite  msn.it  Guido Pacelli è un Babbo Natale davvero speciale. Conosciuto come l’aggiustagiocattoli, lavora tutto l’...