Nel governo si parla di miniBot, Mario Draghi dice che sono illegali, Giovanni Tria pure. Altri dicono di No Ma ci sono parecchi italiani, i criminali, che se ne fregano dell' euro e delle sue complicazioni, poiché continuano a operare con le vecchie lire. Sì, la moneta italiana andata in pensione nel 2002, ma sparita ufficialmente nel 2012, è ancora quella che circola di più nel mondo mafioso.
A riportare la notizia è il sito americano Bloomberg che cita come fonte Giuseppe Arbore, un colonnello della Guardia di Finanza italiana. Mercoledì scorso, l' ufficiale delle Fiamme Gialle, ha parlato di fronte al Parlamento rivelando che, lontana dall'essere sparita dal panorama nazionale, la lira è più presente che mai nei mercati criminali. La mafia e le organizzazioni illegali del nostro Paese si servirebbero del vecchio conio per operare le loro transazioni. Del resto, risale solo a fine marzo di quest'anno la scoperta della Guardia di Finanza di un'ingente quantità di banconote del vecchio conio nelle cassaforti segrete del clan dei Casalesi (Napoli).
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«Continuiamo a scoprire grandi quantità di lire - ha affermato Arbore durante il suo discorso in Parlamento-. La Lira italiana costituisce, ancora, parte di transazioni illecite». Purtroppo il colonnello non si è sbottonato più di tanto, per non compromettere le indagini in corso, tuttavia ha puntualizzato: «Quando una banconota è accettata internamente da un'organizzazione, anche se si trova al di fuori della legge in quanto a valore legale, può comunque regolare le transazioni. Mi riferisco ovviamente a organizzazioni illegali». E noi che ci preoccupiamo dei miniBot... come fa notare anche quest'articolo di https://www.finanzaonline.com/notizie/
Infatti come dice in questo articolo di https://www.giornalettismo.com/
[....] La pericolosità di questa situazione è stata spiegata dallo stesso Giuseppe Arbore: «Quando una banconota è accettata internamente da un’organizzazione, anche se è al di fuori della legge come valore legale, può regolare le transazioni. Stiamo ovviamente parlando di organizzazioni illegali». Ancora non è chiaro neanche alla Guardia di Finanza se e come le banconote della vecchia Lira siano scambiate in euro.
La denuncia delle Fiamme Gialle
Nel recente passato, però, la stessa Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia aveva denunciato sospetti di conversioni illecite di Lire in euro. Era il 2011 ed alcune transazioni avevano destato preoccupazione e, a quanto pare, dopo otto anni il pericolo è ancora molto altro. Se la Mafia avesse deciso – come probabile – di utilizzare una valuta parallela ci sarebbe un mondo ancora più oscuro e sommerso di quanto si possa credere.
Il che conferma la notizia riporta qualche mese fa da https://www.ilmessaggero.it/
Lire «sporche» rimaste nascoste per anni che quattro persone, una delle quali legata al clan dei Casalesi, stavano per trasformare in euro puliti: è quanto hanno scoperto i finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria di Roma e del Secondo Gruppo di Napoli che, coordinati dalla Procura di Napoli Nord, hanno eseguito quattro misure cautelari (tre arresti in carcere e uno ai domiciliari) e sequestrato, nel corso dell'attività investigativa, oltre un miliardo e 100 milioni di vecchie lire.
I destinatari dei provvedimenti restrittivi sono Antonio Schiavone, Giovanni Elia, Fulvio Cianciaruso e Gaetano Mungiguerra (quest'ultimo ritenuto legato alla mafia casalese), cui viene contestato il reato di tentato riciclaggio.
L'operazione, denominata «Miracolo», ha riservato delle sorprese durante le indagini, sulle quali sono in corso ulteriori approfondimenti. La prima riguarda l'intercettazione di una conversazione in cui gli indagati fanno chiaro riferimento a un'ingente somma - ben 20 miliardi di vecchie lire, in sostanza dei «fondi neri» - da convertire in euro.
Sempre dalle indagini è anche emerso che le lire «sporche» stavano per prendere la strada della Svizzera: in una banca elvetica, infatti, sarebbe dovuta avvenire la 'conversionè finale tra vecchia e nuova valuta. E anche su questo sono in corso ulteriori accertamenti. I quattro, che acquistavano le lire, avevano anche stilato un tariffario: una somma oscillante tra i 35 e i 42 euro a fronte di 200mila lire. Agli intermediari, invece, andava una commissione del 2%.
Inoltre, per dare una parvenza di legalità, gli indagati predisponevano false documentazioni che giustificavano la riconversione delle valute, sfruttando presunte complicità nelle filiali bancarie italiane ed estere. Il meccanismo sfruttava una finestra di circa tre mesi aperta dalla Banca d'Italia: grazie a questa possibilità, malgrado la scadenza della riconversione fosse stata fissata il 28 febbraio 2012, le lire potevano essere convertite in euro a chiunque fosse stato in grado di dimostrare di avere presentato una domanda tra il novembre 2011 e il febbraio 2012.
Tra la documentazione falsa allegata alla riconversione sono stati trovati anche documenti attestanti la compravendita di valuta storica.
Un allarme . speriamo che il #ministrodellamalavita e il #ministrodelleinteriora , quello lanciato da Giuseppe Arbore .
da https://www.tpi.it/2019/06/15/mafia-lira-moneta-parallela-giuseppe-arbore/
Continuiamo a scoprire grandi quantità di lire- ha affermato Giuseppe Arbore durante il suo discorso in Parlamento-. La Lira italiana costituisce, ancora, parte di transazioni illecite“.
Sollecitato a portare qualche esempio, Arbore ha risposto di non poter dire altro per non compromettere le indagini in corso. Il Colonnello ha tuttavia esposto il sistema utilizzato dalle organizzazioni mafiose che si servono ancora della Lira.“Quando una banconota è accettata internamente da un’organizzazione, anche se si trova al di fuori della legge in quanto a valore legale, può comunque regolare le transazioni. Mi riferisco ovviamente a organizzazioni illegali”, ha detto.
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