9.7.08

Come Ponzio Pilato

Ponzio Pilato, il governatore romano reso celebre dalla Bibbia e dai vangeli, deve aver ispirato gli uomini e le donne, tutti capi di stato, riuniti al G 8 di luglio a Toyako (Giappone).


 


Dopo la discussione sulla necessità di ridurre globalmente le emissioni di gas serra per tentare di intervenire sul cambiamento climatico, dai cosiddetti 8 grandi (Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada, Germania, Giappone, Francia, Italia, Russia; secondo logiche politiche ormai vetuste, altri paesi che meriterebbero un posto al tavolo sono tagliati fuori) è venuta fuori la seguente dichiarazione: “Un taglio delle emissioni di gas serra almeno del 50% entro il 2050. Punto. Seguono vaghe affermazioni di istituzione di piani a medio termine. Non c’è neanche chiarezza  sull’anno di riferimento a partire dal quale si dovranno calcolare i tagli delle emissioni: per l’Europa dovrebbero fare fede i dati del 1990, per il Giappone quelli odierni.  


 


Oltretutto, nemmeno una parola su un altro capitolo fondamentale della “questione clima”: l’adattamento ai mutamenti. Checché ne dicano gli ambientalisti radicali, anche bloccando completamente oggi l’emissione di gas serra, il mutamento climatico non si arresterebbe, dal momento che i gas serra perdurano a lungo in atmosfera e soprattutto perchè l’aumento della temperatura media è dovuto anche a fenomeni naturali, che si sovrappongono a quelli antropici amplificandoli.


 


Insomma, seguendo l’esempio dell’uomo che in virtù della sua indolenza lasciò condannare Gesù, se ne sono lavati le mani. Nel 2050 tutti gli attuali uomini di potere saranno morti o comunque fuori dai giochi; toccherà ad altri, che verranno dopo di loro, farsi carico delle scelte da intraprendere.


 


Un fallimento su tutta la linea, che testimonia sia la debolezza dell’attuale classe dirigente, incapace di reagire contro i gruppi di interesse e prendere decisioni forti, sia il fatto che ormai la situazione mondiale è completamente sfuggita di mano. L’idea balorda della crescita economica infinita (incapace di realizzarsi perchè il mondo, come tutti dovrebbero sapere, è capace di elargire solo o quasi risorse finite), ha ormai preso piede così fortemente che si è trasformata in un mantra, in un moto perpetuo  privo di ogni forma di controllo che ha soggiogato le persone.


 


Con queste premesse, la prossima riunione a Copenaghen, che dovrebbe costituire il momento focale per la stesura di un trattato post-Kyoto (peraltro largamente insufficiente, e comunque non applicato da molti paesi, tra i quali ovviamente non poteva mancare l’Italia, da sempre prima nei record negativi: il nuovo ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, laurea in Scienze della Pubblica Amministrazione quindi esperta conoscitrice di biologia, fisica e ecologia, facendosi portavoce del governo Berlusconi durante l'incontro dei ministri dell'Ambiente a Kobe, Giappone, nel maggio scorso ha preannunciato che cercherà di rinegoziare gli obiettivi di riduzione di anidride carbonica assegnati all'Italia dal protocollo di Kyoto, -6.5% entro il 2012 e -18% entro il 2020, definendoli onerosi e irrealistici. Non si sbaglia, visto che dall'entrata in vigore del protocollo l'Italia invece di diminuirle ha costantemente aumentato le sue emissioni, accumulando un debito monetario enorme) avrà certamente un gramo destino.


 


Sorprendentemente, ma neanche tanto se si legge con attenzione, la reazione dei paesi emergenti più importanti (Brasile, Cina, India, Messico e Sudafrica) è stata di biasimo: secondo il loro comunicato si aspettavano che i tagli  sarebbero stati  dell’80-95% entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990 (partendo da un 25-40% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020).


Attenzione però: questi tagli avrebbero dovuto essere a carico dei soli paesi sviluppati, che avrebbero dovuto “dare l’esempio”. I sacrifici agli altri, mentre noi (nel senso dei paesi emergenti) bravi privilegiati possiamo continuare a fare come ci pare, perseguendo gli obiettivi della crescita economica infinita.


 


L’Unione Europea, per bocca del presidente della Commissione Barroso, nella sua solita ambiguità si è comunque dichiarata soddisfatta dell’accordo.


 


Le associazioni che perseguono la tutela dell’ambiente la pensano un po’ diversamente. GREENPEACE ha dichiarato che “'L'accordo e' solo un patetico slogan senza sostanza, non indica alcun anno di riferimento rispetto a cui si vuole operare tale riduzione, e non ha alcun obiettivo intermedio vincolante, come invece richiesto all'interno delle negoziazioni delle Nazioni Unite''.


 


Per il WWF, ''I paesi del G8 sono responsabili del 62% dell'anidride carbonica accumulata nell'atmosfera terrestre; il Wwf trova patetico il loro modo di schivare ancora le proprie responsabilità e il rifiuto a trasformarsi dalla principale causa del problema, in risolutori del problema stesso ''.


 


LEGAMBIENTE: ''Il cambiamento climatico e' un problema di oggi, perche' rimandare la soluzione a domani? Le strade da percorrere sono già chiare: risparmio energetico, mobilità sostenibile, fonti rinnovabili. Prefissarsi obiettivi sempre più lontani nel tempo, senza darsi scadenze intermedie e' solo un modo per evitare di affrontare subito l'effetto serra ''.  


 


Resta ancora viva solo la speranza per le iniziative che partono dal basso, dalla gente, in costante crescita. Una speranza comunque utopistica, dal momento che senza un processo di coordinamento centralizzato, ogni iniziativa, anche la migliore, rischia di trasformarsi in un cane sciolto incapace di incidere seriamente.


 


Secondo l’opinione di diversi studiosi, per assestare gli aumenti di temperatura su livelli accettabili le emissioni dovrebbero cominciare a decrescere entro i prossimi 10-15 anni. Per perseguire questo obiettivo i paesi industrializzati dovrebbero ridurre le emissioni tra il 25% e il 40% entro il 2020. Questo non prescindendo assolutamente da serie politiche di adattamento ai cambiamenti, che inevitabilmente si verificheranno.



The Snatcher



BIBLIOGRAFIA



Visconti, G.: Non sarà Kyoto a salvare il pianeta; Darwin, n.ro 23, Editoriale Darwin s.r.l., Roma, gennaio/febbraio 2008, pp.42-49

8.7.08

Senza titolo 667

La dimensione del sogno
Parte1

"Sogno causato dal volo di un ape attorno a una melagrana un
secondo prima di svegliarsi" Salvador Dali' (1944)


Il sogno è considerato da molti una dimensione mistica, per alcuni iniziatica,. per altri una finestra sul proprio inconscio, infine per altri ancora è semplicemente qualcosa di poco significativo, che durante la notte colora il nostro sonno e che viene in gran parte perso al risveglio.
L'amnesia del proprio vissuto notturno è un fenomeno molto frequente, e facile che durante la notte ci si alzi dal letto per bere o per rispondere ai propri bisogni fisiologici, e che non rimanga alcuna traccia di questo al risveglio. Nei bambini episodi di terrore notturno, in cui il bambino si alza gridando e svegliando i propri genitori in preda al panico, sono abbastanza comuni e vengono solitamente rismossi al mattino.
Quindi non dovrebbe stupire che in quello stato particolare che è il sonno, e in particolare la stasi che occupa circa un terzo della nostra vita, sia caratterizzato da una certa magmaticità e inafferrabilità. Chi ha il sonno fragile, sarà abituato a svegliarsi spesso durante l'arco della notte, e probabilmente sarà d'accordo con me, che non di rado i pensieri, le emozioni, i ricordi di questi periodi di veglia vengono confusi con quelli che emergono al risveglio al mattino.


Il sonno, è conoscenza abbastanza diffusa, è caratterizzato da differenti fasi, in alcune il cervello sprofonda in uno stato di sembre maggiore sincronizzazione, una parte di esso, il talamo, impedisce qualunque afferenza sensoriale alla corteccia, e rogola in maniera oscillatoria l'attività di tutti i neuorini cerebrali con un ritmo simile a quello del respiro. Una fase particolare del nostro sonno, è la fase Rem, caratterizzata invece da una attività cerebrale del cervello simile a quella dello stato ti veglia, in cui le popolazioni di neuroni che compongono le varie aree cerebrali (deputate all'analisi di differenti stimoli, cognizioni, pensieri ed emozioni) scaricano in maniera non coordinata, quasi come se stessero lavorando in stato cosciente. Il sogno, non è caratteristico unicamente di questa fase, anche se è prevalente nel sonno Rem.
Nel lobo occipitale (la parte posteriore della testa, sopra al cervelletto) avviene l'analisi visiva degli stimoli che colpiscono la retina. Questa aree è divisa in due aree minori, una parte chiamata corteccia striata, e una seconda parte, davanti alla prima, chiamata con molta fantasia corteccia pre-striata.
La corteccia striata è quella che elabora per prima gli input provenienti dagli occhi, e anche durante la fase rem rimane silente, al contrario la corteccia pre-striata, che di norma riceve il contenuto di elaborazione della corteccia striata, si attiva in modo molto simile alla veglia cosciente. Il fenomeno è particolare, ed enigamtico, infatti l'attività di questa corteccia è correlata alla produzioni delle immagini visive che seguono la percezione o l'immaginazione, costatato che con gli occhi chiusi nulla può arrivare dall'esterno, si è portati a presumere che l'elaborazione visiva della corteccia prestriata è dovuta principalmente ad input interni. A partire da questo punto, sono facili le elucubrazioni sul significato dei sogni, che potrebbero essere considerati fonte di sfogo dei nostri desideri o paure rimasti silenti durante il giorno. E' il "classico" approccio all'interpretazione dei sogno a partire dal lavore di Freud.
Altre teorie propongono una visione meno romentica del sogno, e di questa particolare attivazione delle aree visive ed emotive, durante il sonno. Per alcuni autori questa attività riflette scariche casuali di energia lungo il sistema nervoso, per evitare che l'assenza di attività per periodi troppo lunghi di tempo comporti la necrosi, e quindi la morte dei neuroni che compongono la nostra corteccia.
Una descrizione di questo tipo, non ancora confermata in modo certo dai dati empirici, nulla toglie però al significato dei sogni. Infatti pur essendo frutto di una scarica casuale di energia, i sogni hanno un signifcato, sono storie caratterizzate da una certa linearità narrativa, anche se caratterizzati da paradossalità e inconsistenza, inafferabilità.
Se questa coerenza non è data da una attivazione controllata del cervello per poter sfogare desideri e paure represse, non può che essere causa dei processi di recupere mnemonici che caratterizzado il nostro ragionare al mattino. Le immagini che produce il cervello sono si casuali e privi di significato, ma al mattino quando ci sforziamo di ricordarle, diamo una forma e un contenuto particolare a queste immagini, forma e contenuto che deve essere motivata da fattori interni, e quindi non si può escludere ancora una volta un ruolo dei nostri desideri e paure nella formazione del ricordo cosciente del nostro sogno.
L'intepretazione dei sogni è un argomento interessante, in internet abbondano siti che offrono servizi a pagamento di intepretazione, altri che forniscono dizionari simbolici del sogno, altri ancora che sono luoghi di discussione sui propri sogni e di intepretazione "reciproca".
Personalmente rifiuto l'idea che sia possibile compilare un dizionario dei sogni che vada bene per qualsiasi persona, sono dell'ipotesi che ogni persona abbia un proprio dizionario, e che spetti ad essa il compito di scoprirlo e conoscerlo. Il fatto che i dizionari dei sogni abbiano un così facile appiglio nelle persone, che molto spesse si dichiarano colpite dal realismo delle possibili interpretazioni a partire da questi dizionari, mi spinge con ancora maggiore sicurezza ad affermare che il sogno è frutto di una ristrutturazione del proprio vissuto notturno. In poche parole, da una serie di ricordi incoerenti, e parzialmente privi di significato, si opera un controllo pre-cosciente e inconscio sul loro contenuto, dandogli una forma nell'atto di riprenderli dalla memoria notturna. Il fatto che la lettura di un particolare significato di un simbolo porti a riconoscere la verità di quest'ultimo nel proprio vissuto notturno, potrebbe quindi essere la semplice ricostruzione di questo nucleo di immagini, per adattarlo al significato trovato nel dizionario.

Senza titolo 666

  VE LO RICORDATE IL FUMETTO PECOS BILL ?  :-)


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Senza titolo 665

  LA CONOSCETE LA FIABA IL BATTESIMO DEL PANE ?  :-)


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Gomorra

Gomorra non è un bel film. Non è uno di quei film che piace, uno di quelli che quando esci dalla sala del cinema puoi dire “Bello, bello. Lo rivedrei anche subito”, perché Gomorra non è bello. Un tempo, quando dire che un film era “bello” rasentava una certa inutilità, si diceva che quel film fosse “giusto”. Allora mi chiedo se Gomorra sia un film giusto, quindi ancor prima mi chiedo se sia stato un libro giusto. La risposta è sicuramente sì, anche se mentre le immagini scorrono sullo schermo quello che vediamo non ha nulla di giusto, l’intero film è attraversato da una sensazione di sgomento e di mancanza, di assenza del giusto, appunto, di confusione di storie intrecciate, dove lo spettatore è parte attiva col suo giudizio, con la sua sorpresa (molte delle scene di Gomorra sorprendono non solo per la loro crudezza, ma soprattutto perché, nei momenti di peggiore tensione, una vocina nel cervello ti ricorda che anche se romanzato Gomorra resta sempre un documentario) e con la ricostruzione mentale di tutti gli eventi che si intersecano, di tutte le micro-storie raccontate, e allora lo spettatore si perde, si perde nel tentativo di attribuire nomi a facce e ad eventi, cosìccome chissà quante volte si sarà perso lo Stato alle prese con la camorra, cosìccome mi perdo io quando guardo le foto della nazionale di calcio (e questi mò chi cazzo sono?).

continua a leggere su "Il Satiro Saggio"

7.7.08

Signore e signori... :-)

...ecco a voi Pagine Aperte, il mio primo (e, spero, non ultimo...) libro: quindici anni di giornalismo "in cammino"; soprattutto onesto e appassionato.Non aggiungo nulla di più, volevo comunicarvi la mia piccola "conquista". Trovate ulteriori informazioni (e un'anteprima) a questo link .

O chiedete direttamente qui. Un saluto a tutti/e.

Chi ben comincia...

ventennio

Senza titolo 664

L'Io e l'Altro* attraverso l'indipendenza
Riccardo Preziosi

In questo periodo la fortuna mi sta sorridendo, un incontro fortuito con uno psicoterapetua di stampo Lacaniano ad una conferenza sul ruolo del linguaggio nella psicanalisi mi sta portando numerose esperienze interessanti. Oggi abbiamo partecipato ad un briefing incentrato sullo stato di tre nuovi pazienti della suo clinica. Il primo era un uomo di circa settant'anni che si era rivolto assieme alla moglie allo psicologo per una disfuzione erettile che stava peggiorando la qualità della relazione coniugale, il tutto era partito circa un anno prima per il decesso per suicidio di un suo cugino. i punti principali emersi dalla prima seduta, era una sua assoluta mancanza di padronanza della lingua italiana, a favore di un dialetto meridionale, nonostante si fosse trasferito da più di quarant'anni a Milano, e avesse piene capacità di comprensione. Affianco a questo conflittuale rapporto con la parola, incentrato sul silenzio e sull'ascolto, si trova una condizione melanconica per la perdita della persona cara, e la disgregazione del tessuto parentale. La moglie si presentava come una persona iperattiva, abituata a prendere la voce del marito e ad accudirlo nei minimi bisogni, praticava palestra e corsa nonostante l'età avanzata, e la sua personalità è sembrata per certi versi accentratrice e maniacale. Il secondo caso riguardava un ragazzo di circa vent'anni, che di propria iniziativa si era presentato al dottore per un colloquio, il racconto del ragazzo era incentrato sulla relazione pessima con il padre, e la disgregazione familiare conseguente l'abbandono della madre del tetto coniugale a favore di una nuova relazione. Dal primo colloquio è emersa l'esagerata preoccupazione del ragazzo per suo fratello minore che al primo anno di liceo andava incontro a una probabile bocciatura. Dato particolare era la presa in carico da parte del ragazzo di una posizione eccessivamente matura, in cui vi era un eccesso di responsabilità nei confronti della propria famiglia e della relazione con i propri genitori. L'ultimo caso trattava di un bambino di otto anni, portato dalla madre in conseguenza del suo comportamento irrequieto, iperattivo conseguente una causa di divorzio molto travagliata e ancora in atto per quanto riguardava gli aspetti legali. Il bambino si dimostrava nelle prime sedute eccessivamente maturo, con una formidabile padronanza del linguaggio e della consapevolezza degli avvenimenti familiari. Il bambino molto bravo a scuola e nelle attività sportive si presentava metodico e preciso del riportare i propri successi e fallimenti, aspetti ai quali il bambino sembrava dare più importanza rispetto a quella data ai problemi che si trovava ad affrontare con i propri genitori. Il bambino era caratterizzato da una certa tendenza all'autoisolamento e conseguente allontanamento da parte del gruppo dei pari. Sintomatico un disegno fatto per descrivere una giornata passata al lago con la famiglia materna, nella scena l'unico personaggio presente era lui stesso, nessun parente o altra figura di riferimento, la scena povera di particolari, rappresentava un prato verde con dei tralicci della luce e le ombre proiettate sul terreno, e lui raffigurato a cavalcioni sulla mini-moto regalata dal padre.

Ci sono alcuni punti fondamentali che riguardano tutti e tre i casi clinici, il primo è il rapporto con il linguaggio, nel primo caso conflittuale, deviato sulla comprensione a svantaggio della produzione, nel secondo caso, il più complesso, si assisteva alla completa rinuncia di descrivere il proprio vissuto, se stessi, a favore della descrizione eccessivamente metodica, impersonale, e priva di qualsiasi emotività della condizione familiare, dei problemi che affliggevano il padre, la madre e il fratello minore. Il terzo caso, di cui non si avevano ancora sufficienti dati in merito, presentava problematiche che coinvolgevano i due genitori, e che indirettamente influenzavano la vita del bambino (in particolare il rapporto di dipendenza del marito dalla moglie come di un bambino dalla madre), oltre a problematiche di più difficile comprensione che riguardavano il bambino stesso, sogni problematici, e questa irrequietezza e violenza, tenuta nascosta durante le prime sedute di analisi attraverso un linguaggio esageratamente "adultizzato".

La seconda questione fondamentale è il rapporto con l'altro, nel senso di come l'Io è capace di affermarsi indipendentemente dall'Altro, e quindi della sua capacità di non rimanere passivo nei confronti delle altre persone e del contesto, come un semplice vaso che deve essere riempito. Nel primo caso asistiamo, come già detto, alla completa rinuncia del marito alla comunicazione e alla delega alla moglie nel tradurre il suo dialetto meriodiale, caratterizzato da ripetitività e limitatezza, quasi fosse una semplice appendice strumentale e manipolatoria, accessoria al linguaggio del corpo che assumeva  il ruolo centrale della sua comunicazione.  Nel secondo caso assistiamo invece , a una  particolare  rinuncia alla propria descrizione. E' un sintomo particolare, e degno di interesse, che nelle primissime sedute, un paziente trascorra la maggior parte del tempo nella descrizione dell'Altro, e delle sue vicende, tralasciando la descrizione delle proprie evicende emotive, dei propri desideri e paure, o banalmente delle proprie relazioni con l'altro sesso e i propri amici. Alle prime sedute il ragazzo si presentava privo di tratti nevrotici della personalità e profondamente quiescente, come se avesse abdicato a una propria espressione od emotività.

La situazione del bambino è invece poco chiara, anche se ha in comune con il ragazzo il terzo e ultimo punto fondamentale, l'espressione della domanda, perchè sono qui? Quali motivazioni sono alla base della mia richiesta di aiuto? Entrambi i pazienti non si sono concetrati minimamente sul problema di fondo che li spingeva a continuare il proprio trattamento psicanalitico. Infatti il bambino, alla domanda, non ha dato nessun motivo particolare, il ragazzo invece, alla medesima domanda, ha espresso per la prima volta dopo alcune sedute, un pizzico di emotività, un milligrammo di rabbia. "Sono qui perchè ho paura di fare gli stessi errori dei propri genitori". E da qui che si aprono le porte della possibilità del trattamento, solo dalla presa in carico della propria emotività che si può raggiungere l'indipendenza dall'Altro a favore di un  Io personale e forte.

*L'altro è qui inteso come il mondo esterno, tutto ciò che non è la persona, quindi gli oggetti, le persone e le situazioni, come effettivamente sono, e non così come sono vissute dalla persona.

Senza titolo 663

  VI PIACE LA CANTANTE KELLY JOYCE ?  :-)


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Senza titolo 662

  L'AVETE VISTO IL FILM RISATE DI GIOIA ?  :-)


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Senza titolo 661

Per sempre tua


L’olmo


 


Vorrei tenerti stretto a me


in un abbraccio eterno


vorrei che questo bacio


non terminasse mai


per sempre tua


sulla corteccia ferita dell’olmo


questo ancora si legge


ora abbraccio e bacio


nient’altro che il vuoto


il vento d’autunno


curva la schiena


trascina le ingiallite foglie


e i sogni miei


per sempre tua


lacrime di resina


primavera in polvere


per sempre tua


sulla corteccia della mia anima


 


Pietro Atzeni

6.7.08

IL SESSO E IL DANNO

 dalla cdv Maria antonietta pirrigheddu alias  www.lunadivetro.it


Questo articolo non è destinato alle persone di una certa età, che bene o male hanno già vissuto le proprie difficoltà e i propri sogni. Si rivolge a chi ancora deve affrontare certi scogli, nella speranza che possa farlo con maggiore consapevolezza e meno danni. A quanto pare è sempre sbagliato separare la sessualità dalla procreazione: si rischia di ridurre l’atto d’amore a una forma di droga e di rinchiudersi in un egoismo asfissiante. L’ha ribadito Ratzinger, seguendo le tracce di Paolo VI, ad un congresso internazionale il 10 maggio 2008. Non è una novità. Da secoli la Chiesa cattolica raccomanda ai suoi fedeli di evitare accuratamente ogni rapporto sessuale che non sia finalizzato al concepimento di un bambino.
Ma non dice questo, si potrebbe obiettare, dice solo che i rapporti devono rimanere “aperti alla vita”...
Una sottigliezza teologica che non cambia affatto il risultato, visto che l’arrivo di un pargolo è proprio quel che succede, quasi sempre, quando si fanno certe cose senza le dovute precauzioni. Ormai si conosce bene l’inefficacia dei cosiddetti metodi naturali. Così, nonostante si proclami che il sesso “è cosa buona” e che “fa parte dell’economia della creazione”, nella pratica si cerca di snaturarlo e addirittura di impedirlo, caricandolo di risvolti peccaminosi e svalutando l’amore. A nulla vale il fatto che molti teologi cattolici siano in disaccordo. Le chiare affermazioni di Ratzinger sovrastano qualunque altra voce. Sarebbe molto facile fare dell’ironia anche pesante; oppure si potrebbe chiedere al papa se non sia meglio prendere provvedimenti seri contro la pedofilia, invece di sbirciare nelle camere da letto dei coniugi, ma non è questo il mio intento. Ciò che mi preme è piuttosto indagare i motivi alla base di un diktat tanto innaturale, e soprattutto le sue conseguenze.
Certamente nessuno può permettersi di avere un figlio all’anno, né lo vorrebbe. E l’unico modo per evitarlo, stando agli insegnamenti di Madre Chiesa, è astenersi completamente dai rapporti. Limitarsi a qualche casto bacetto, insomma.
Lasciamo perdere la retorica infarcita di termini come “dignità umana, “dono fecondo di sé”, “frutto dell’amore” e altri giri di parole: in sostanza è necessario praticare la castità a vita. Come i preti, si potrebbe dire, o meglio non dire.
Ma può una coppia rinunciare alla propria intimità?
Sì, quando non c’è più interesse. Quando l’amore è finito. Oppure quando l’età e le malattie hanno portato la pace dei sensi. Dunque è a questo che si deve puntare, per campare un po’ tranquilli. Diversamente si dovrà affrontare tutti i giorni la dura salita della rinuncia e del sacrificio. In nome di che cosa? In virtù di quale precetto divino?
Ma tant’è: la vita è una valle di lacrime, siamo nati per soffrire, siamo qui solo di passaggio ecc. ecc. Meno male che il cristiano deve coltivare la gioia! E come? Spingendo il proprio partner a cercare amore altrove?
Immaginiamo una giovane moglie che voglia dar retta a Ratzinger. Con tutta probabilità, dopo tre figli in tre anni si disporrà a rinunciare ai piaceri della carne, obbligando il marito a fare altrettanto. Dopo qualche tempo avremo una nuova famiglia disgregata, oppure un’altra moglie tradita e depressa. In compenso la parrocchia avrà guadagnato un’anima assidua da confortare e sollevare dalle pene della vita.
Certo, si sa che il cristianesimo richiede “scelte coraggiose” e “atti d’eroismo”; ma c’è qualcosa d’eroico nel distruggere consapevolmente una famiglia?
Per fortuna quasi nessuno obbedisce. E il risultato è un senso di colpa sottile che pervade tutta la vita matrimoniale. Il senso di colpa genera a sua volta un conflitto interiore e, di conseguenza, una sorta di silenziosa isteria e frustrazione. Tutto ciò non può non riversarsi nel rapporto di coppia, manifestandosi attraverso nervosismi, malumori, rifiuti. Ancora una volta sarà la parrocchia a trarne vantaggio. La parrocchia e il confessionale. Che succede, invece, se una coppia cristiana è sterile? A rigor di logica, visto che i rapporti non possono volgersi alla procreazione, dovrebbe astenersene: altrimenti il sesso diventa una droga, l’ha detto Ratzinger. I due dovrebbero quindi rassegnarsi a vivere come fratello e sorella. Oppure sarà meglio separarsi per non cadere in tentazione? Ma no, sicuramente il dispiacere di non poter avere figli purificherà i loro atti immorali, e potranno abbandonarsi alla libidine senza timore di andare all’inferno.
Per la Chiesa, l’unica cosa che giustifica un matrimonio è la procreazione. L’amore quanto conta? Ben poco, se viene paragonato addirittura agli stupefacenti! Dunque che dovrebbe fare chi scopre troppo tardi di aver sposato una persona sterile? Si suppone abbia tutti i diritti di reclamare. E il Santo Padre dovrebbe annullare questo matrimonio chiuso alla vita, o quanto meno chiudere gli occhi di fronte a un adulterio perpetrato per ottenere quel che spetta: un figlio.
E’ chiaro che il Magistero non si pronuncia in tal modo. Ma questi sono i paradossi a cui si va incontro a voler applicare sul serio la sua dottrina. Analizziamo ora l’effetto dell’undicesimo comandamento – Sta’ lontano dal sesso – sui ragazzi, su questi adolescenti che stanno tanto a cuore alla Chiesa.

Ratzinger si augura che ad essi venga riservata «un’attenzione del tutto peculiare, perché possano apprendere il vero senso dell’amore e si preparino a questo con un’adeguata educazione alla sessualità». Parole sante, su cui nessuno potrebbe dissentire. Ma vediamo nel concreto in cosa consiste l’attenzione agli adolescenti, ovvero l’educazione sessuale impartita da sacerdoti, catechisti e insegnanti di religione. Sfrondandola dal corollario delle pie motivazioni, può essere racchiusa tutta in tre divieti.
Uno: non devi avere rapporti sessuali di alcun tipo prima del matrimonio.
Due: anche da sposato, potrai concederti solo un certo tipo di rapporto.
Tre: non dovrai mai usare contraccettivi, anche se hai già otto figli.
Ora immaginiamo la reazione di un ragazzo di oggi a queste indicazioni. Nel migliore dei casi reprimerà un sorriso di commiserazione per i suoi educatori; nel peggiore si sentirà spinto a fare esattamente il contrario e a trasgredire in ogni modo.
Dai tempi di Adamo ed Eva sappiamo che le proibizioni non producono grandi risultati, se non sono accompagnati da spiegazioni convincenti. E in questo caso è impossibile darne: perché non ce ne sono!  Ma la cosa più grave è che questa pseudo-educazione impedisce, di fatto, di affrontare l’argomento in modo serio ed efficace. Qualunque discorso, infatti, si infrangerà inevitabilmente sul muro del divieto. Quale catechista andrà mai a spiegare a dei ragazzini che non sarà il sesso prima del matrimonio a danneggiarli, bensì il sesso senza amore, fatto con la persona sbagliata, e soprattutto i rapporti troppo precoci? Chi oserà insegnare che il sesso è una cosa bellissima e sacra indipendentemente dal matrimonio, e che la sua principale funzione è la fusione dei due in uno, prima che il concepimento?
Eppure il loro interesse principale è proprio l’amore in tutte le sue forme. Snaturarlo, proibirlo e renderlo viscido e peccaminoso significa vietare la gioia di innamorarsi. Perché l’amore travolge! Quanto sarebbe più utile spiegare il modo corretto di vivere i sentimenti e le normali pulsioni vitali, invece di ammonire contro l’impurità della carne e gli assalti del demonio? Perché ciò che viene definito “demonio” non è altro che amore. L’invito della vita alla felicità.
Oppure il buon Dio si è proprio sbagliato? E giustamente il papa ha il dovere di correggerlo! Se è vero quel che ci insegnano, quando Dio fece il mondo era già avanti negli anni e un tantino distratto: diversamente non si spiegano tutti gli errori commessi nella creazione, e soprattutto nella creazione dell’uomo.
Una di queste divine sviste dev’essere stata proprio la naturale attrazione che lega gli uomini e le donne. Se è finalizzata soltanto alla procreazione, come Ratzinger ci racconta, perché mai il nostro Dio ci fa trascorrere tutta l’esistenza sui carboni ardenti, permettendo che ci desideriamo l’un l’altro anche quando non vogliamo avere un bambino? Forse anche questo è un modo per metterci alla prova e mandare tanti di noi all’inferno… Dunque siamo vittime di un Dio sadico?Difficile da credere. Preferisco pensare che a sbagliarsi sia il suo presunto portavoce.Ma su cosa poggia questa dottrina? Su quali basi la Chiesa ha stabilito che il sesso è quasi sempre peccato, e peccato mortale per giunta?
La maggior parte dei cattolici crede che sia scritto da qualche parte nella Bibbia, o che sia l’esatta interpretazione del comandamento che recita “Non commettere atti impuri” (così almeno è stato tradotto). E invece non è così. Si fonda unicamente sulla tradizione ecclesiastica.
Per la Chiesa cattolica la tradizione ha lo stesso valore delle Sacre Scritture. Ma che cos’è, in fondo, la tradizione? In questo caso non è altro che la continuazione nel tempo di un decreto o di un’abitudine inaugurata da un Padre, un papa o un vescovo – da un uomo, insomma – per qualche scopo preciso.
Qual è dunque lo scopo dei divieti in materia di sesso? A che servono? Chi ne trae giovamento? Le famiglie no di certo. I giovani nemmeno. Quindi neppure la società. Forse servono a Dio? Tutt’altro: ne fanno un ritratto assai meschino!
Ahimé, a trarne vantaggio è proprio la Chiesa. Madre Chiesa che per tenere in vita seminari, ordini, monasteri ha bisogno di vergini, o almeno di celibi e zitelle, di persone che per un motivo o per l’altro hanno rinunciato all’amore.
Madre Chiesa che per poter elargire il perdono di Dio, di cui è l’unica depositaria, ha bisogno di peccatori.
Madre Chiesa che ha avuto l’intelligenza di capire, fin dai primi secoli, che non c’è potere più grande del dominio sulle coscienze, e che il modo migliore per esercitarlo è seminare sensi di colpa.
Così gli uomini perdono la loro libertà, e spesso anche la gioia di vivere. La naturale pulsione verso il sesso, anziché essere vissuta in modo consapevole e sano, viene repressa e frustrata, trasformandosi talvolta in patologia fisica, eccesso o aberrazione. I nostri ragazzi, privi di un’educazione illuminata e concreta, sono incapaci di salvaguardare se stessi e di scoprire i veri piaceri della vita. Le iniziative umanitarie volte a porre un freno alle malattie a trasmissione sessuale vengono boicottate. E non di rado, nel segreto del confessionale, un sacerdote insiste morbosamente per conoscere tutti i particolari dei presunti peccati altrui.
«…Era nata sotto le mura della chiesa, cresciuta in parrocchia, educata in oratorio. Le avevano insegnato che avvicinare un ragazzo era pericoloso, lasciarsi sfiorare una grave impurità, concedere un bacio un peccato mortale. E l’inferno era terribile, con fiamme divoranti e diavoli lussuriosi. Lei aveva paura del fuoco. Perciò, quando venne il suo tempo, se ne tenne lontana. Aspettando l’amore pulito, quello appreso dai preti, vide gli uomini passarle accanto col loro carico di sporcizia. Ma quando morte arrivò, si accorse che il suo abbraccio era ancora più sporco.» (da “Le parole assassine”, ed. Kimerik)

Vorrei.

 



Umanesimo_thumbnail



Vorrei  essere,  



un anima



senza corazza



senza armi



per immolarmi!

cronaca locale

a chi mi chiede cosa  succede nella mia cittadina   ecco  due  inizative  avvenute  fra venerdi 4  e  sabato  5 luglio
Inizio con quello  di  Sabato  che mi vede   anche  come protagonista in quanto  sono membro di questa  associazione 



Ieri 5\7\2008 )dopo una settimana di lavori e di pratiche burocratiche si aperta  ne  vedete una foto  ( per le altre  foto foto le trovate sul mio album fotografico di flick ( qui http://www.flickr.com/photos/redbeppe o cliccando sulla sua icona che trovate aprendo il blog )   la nuova bottega cittadina del commercio equo&solidale .
Una festa davvero interessante , piena di gente ( per essere un sabato estivo ) e di musica infatti è venuto a trovarci era qua in sardegna Mory Thioune )  se  ho sentito  isto il chiasso che c'era  , bene il  suo nome  ) ex suonatore di zucchero fornacciar che trovate  in questo video quia sotto
eccovi  uno dei tre video











gli altri li trovate o sul mio profilo di youtube  . Per chi non sapesse cosa è il commercio equo e solidale oltre ai link che trovate sotto lo potete desumere da questa frase di K. Gibran ( Bsharri, 6 gennaio 1883 – New York, 10 aprile 1931)




SUL COMMERCIO


E un mercante disse: Parlaci del Commercio.
E lui rispose dicendo:
La terra vi concede i suoi frutti, e non saranno scarsi se solo saprete riempirvene le mani.
Scambiandovi i doni della terra scoprirete l'abbondanza e sarete saziat
Ma se lo scambio non avverrà in amore e in generosa giustizia, renderà gli uni avidi e gli altri affamati.
Quando sulle piazze del mercato voi, lavoratori del mare dei campi e delle vigne, incontrerete i tessitori i vasai e gli speziali,
Invocate lo spirito supremo della terra affinché scenda in mezzo a   voi a santificare le bilance e il calcolo, affinché valore corrisponda a valore.
E non tollerate che tratti con voi chi ha la mano sterile, perché vi renderà chiacchiere in cambio della vostra fatica.
A tali uomini direte:  "Seguiteci nei campi o andate con i nostri fratelli a gettare le reti in mare.   La terra e il mare saranno generosi con voi quanto con noi".
E se là verranno i cantori, i danzatori e i suonatori di flauto, comprate pure i loro doni.
Anch'essi sono raccoglitori di incenso e frutta, e ciò che vi offrono, benché sia fatto della sostanza dei sogni, reca ornamento e cibo all'anima vostra.
E prima di lasciare la piazza del mercato, badate che nessuno si allontani a mani vuote.
Perché lo spirito supremo della terra non dormirà in pace nel vento sin quando il bisogno dell'ultimo di voi non sarà appagato.





venerdi 4  
si è tenuta  la presentazione a cura della libreria  max 88  con l'autrice ( al  centro della  foto  ) del libro Liboa (   tratto  da  una storia  vera di mobbing  )


per le  altre  foto  vedi  flick .    come dimostra   questo documento  sotto riportato  integralemente in quantro  non più  disponibile  in qquella pagina   ma   recuperato con google  cache .... 


....

Allegato B
Seduta n. 205 del 16/10/2002 pag 5837-5838






ATTI DI CONTROLLO




PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
    Interrogazioni a risposta orale:






POTENZA e PISICCHIO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 26 e 27 maggio 2002 si sono svolte ad Olbia le elezioni amministrative per il rinnovo del consiglio comunale che hanno visto vincitore il sindaco Settimo Nizzi, espressione della coalizione di centro-destra Polo delle Libertà; da alcuni recenti articoli di stampa apparsi sui quotidiani della regione Sardegna La Nuova Sardegna e L'Unione Sarda si evince che:
a) si è ingenerato il dubbio per cui presso l'amministrazione comunale di Olbia si stiano ponendo in essere, nei confronti del personale dipendente, atteggiamenti, attività e atti in contrasto con i diritti inviolabili dell'uomo sanciti dalla Costituzione italiana e in particolare con la libertà di pensiero. anche politico, manifestata in ogni forma permessa e lecita; b) tale indirizzo di comportamento sarebbe stato programmaticamente esposto dal sindaco Settimo Nizzi durante la prima seduta del consiglio comunale nonché preannunciato da alcuni atteggiamenti discriminatori previamente posti in essere dal medesimo sindaco subito dopo l'insediamento nella carica nei confronti di alcuni dipendenti (La Nuova Sardegna del 6 giugno 2002) e che si stia concretizzando con la stesura di «liste di proscrizione dei dipendenti comunali da parte della amministrazione (La Nuova Sardegna del 25 giugno 2002 e L'Unione Sarda del 26 giugno 2002); c) si è già dato avvio al programma pianificato iniziando da un primo dipendente, la funzionaria ingegner Gabriella Palermo, dirigente del settore lavori pubblici nei confronti della quale sembra si stiano esercitando da parte dell'amministrazione «atti lesivi della normativa contrattuale e della dignità e decoro», «iniziative illegittime e discriminatorie» dirette univocamente «a penalizzare il dirigente in parola in ragione della propria reticenza a schierarsi acriticamente alla linea politica e programmatica enunciata dal sindaco» e che a tale scopo siano stati mossi al funzionario immediatamente «...dopo la elezione a sindaco di Settimo Nizzi» degli addebiti finalizzati a precostituire strumentalmente motivo di licenziamento; d) dal conferimento dell'incarico dirigenziale all'ingegner Palermo, avvenuto nel 1998 a seguito di pubblico concorso e fino a tutto il maggio del 2002 non si era mai dato luogo, nei confronti dell'ingegner Palermo stesso, ad addebiti riferiti al rendimento o ad altro motivo, né sono mai stati sollevati rilievi al suo operato ma che al contrario, il nucleo di valutazione, l'organismo incaricato per la verifica annuale della qualità e dei risultati dell'operato dei dirigenti degli enti locali, sin da quanto il comune lo ha istituito, nel 1999 le ha sempre riservato il massimo della valutazione, riconoscendo pertanto la più che corretta gestione tecnico-amministrativa operata dal dirigente di cui trattasi; e) l'ingegner Palermo ha indirizzato un appello al Ministro dell'interno, al Presidente del Consiglio dei ministri e al Presidente della Repubblica quali massimi tutori dei principi di libertà, correttezza e giustizia sanciti dalla Costituzione italiana con la speranza che questi pongano fine al «capriccio» alla «ostinazione» e alla «ritorsione» del comune giacché, quanto da lei subito non è minimamente riconducibile «a motivi oggettivi legati alla bontà e alle modalità con le quali ha svolto il suo lavoro, e che resta l'incognita sulla natura di veri motivi»; l'ingegner Gabriella Palermo è sorella del presidente del Partito Sardo di Azione, il quale durante le ultime consultazioni
elettorali amministrative del comune di Olbia ha sostenuto il candidato sindaco espressione del centro-sinistra opposto a Settimo Nizzi; deve essere valutato con preoccupazione il fatto che una amministrazione comunale italiana possa, non già mettere in atto, ma anche solo far aleggiare il sospetto di assentire, avallare o sottacere con muta e colpevole reticenza iniziative anticostituzionali e perciò umilianti nei confronti di un qualsiasi essere umano e in particolare di un cittadino italiano, in quanto, tale atteggiamento, lederebbe gravemente e irrimedhttp:/iabilmente l'immagine di tutto lo Stato italiano e delle sue istituzioni quali guardiani imparziali e incondizionati del rispetto delle leggi e delle regole di buona amministrazione: di tutori dei diritti e della dignità umana, di garanti dei principi fondamentali dettati dalla Costituzione italiana, di baluardi della democrazia e della libertà di espressione e pensiero;
gli interroganti immaginano con orrore che possa venire meno, da parte dei cittadini italiani, la fiducia nel ruolo di tutela che lo Stato, in tutte le sue forme anche decentrate sul territorio nazionale, e le sue istituzioni devono esercitare nei confronti di tutti i lavoratori e in particolare di tutti i dipendenti pubblici che, sino a concreta prova contraria, con spirito di abnegazione onestà e comunque sempre in buona fede, ogni giorno si pongono al servizio esclusivo della Nazione, e garantiscono imparzialità ed efficienza al loro operato contribuendo, con evidenza, al progresso materiale e sociale della nostra Nazione; è di abnorme gravità quanto, dalla lettura degli articoli di stampa apparsi sui quotidiani succitati, sembrerebbe stia accadendo presso l'amministrazione comunale di Olbia; è pertanto assolutamente necessario provvedere a verificare se quanto appreso dalla lettura dei quotidiani di cui sopra possa anche solo minimamente corrispondere a verit
à al fine, eventualmente, di provvedere immediatamente a ristabilire tutte le condizioni affinché nessuno dei fondamentali e inviolabili principi di rispetto, libertà, uguaglianza democrazia e giustizia dovuti alla persona umana e sanciti dalla Costituzione italiana, possa mai anche solo per un attimo non essere attuato sul territorio nazionale da un ente che è, sul territorio, Stato italiano -: se quanto descritto corrisponda al vero e, in caso affermativo, se non ritenga che vi siano gli estremi per adottare le iniziative di propria competenza nei confronti del sindaco eventualmente responsabile di un comportamento illegittimo e lesivo dei fondamentali diritti della persona, nonché dei doveri costituzionali di imparzialità della pubblica amministrazione.
(3-01486)


Come dice  anche il  giornale  locale  ( la niuova sardegna del 3\7\2008 ) Un libro da leggere, che fila liscio come si addice ad un buon romanzo scritto con inchiostro scorrevole, ma anche una storia vera, come recita proprio il sottotitolo, buona per riflettere e interrogarsi sui costumi di quello che molti chiamano “sistema Italia”.>>  o  meglio Berlusconismo  ,  “Liboa”, titolo anagrammato  diu una nota  città  galllurese del primo romanzo di Gabriella Palermo, in cui si racconta una vicenda che dire in parte autobiografica sarebbe poco più di un eufemismo. Una vicenda che la casa editrice Doramarkus diretta da Paolo Buzzanca (  a  destra nella foto in alto ) ha deciso di dare alle stampe e proporre come una delle maggiori novità editoriali dell’estate culturale sarda. A lei i lettori hanno rivolto   alcune delle tante domande che un romanzo come il suo inevitabilmente provoca  ,  anche  se  chi  non ha  il prosciutto su gli occhi o  nasconde  la testa sotto la sabbia  o preferisce pensare , ma non dirlo apertamente  insomma fare come gli indiffeenti di gramsci   , lo vede  da   se  , in quando come ha  dfetto  un studioso  mi pare  Rubens  Doriano   ( foto al lato )  in quanto il microfono gracchiava  presente in  sala   ed   è  emerso dal  dibattito .  è  un fenomeno nazionale . ”Liboa” è   la storia di Claudia, che,Spoller assunta presso il Comune di Liboa come dirigente del settore Lavori Pubblici, lavora con entusiasmo, dedicandosi anima e corpo alla nuova occupazione. Ha piena fiducia in Amedeo Ferretti, il sindaco, espressione di una generazione di politici nuovi, onesti, venuta fuori da un processo di rinnovamento che in poco tempo e in modo molto radicale ha cambiato e svecchiato la classe politica del Paese. Le simpatie iniziali verranno meno quando Claudia si capaciterà del fatto che tutto non è come le sembrava che fosse. Proverà a resistere al”sistemaMa è solo un tragico equivoco che trascinerà Claudia in un incubo angosciante, al quale, nonostante una strenue e solitaria resistenza, la protagonista dovrà soccombere..Spoller  Nella vicenda di Claudia non è difficile cogliere echi biografici di quella dell’autrice, la nuorese Gabriella Palermo, un ingegnere che con”Liboa”, romanzo che inaugura la nuova collana eliotropi, esordisce nel mercato editoriale.Dalla 4 di copertina del libro : << niente più  eroi , niente più paladini  dela correttezza  , dell'onestà ,   della  lealtà , niente  ,. Solo agguati , trappole , ingann i per  avere diplomi  di privilegi ,  licenze di balzelli ,  infeudamento di territori  virtuali o reali ,  e dapertutto  pronti , i divorartori  di cadaveri >> e  di sciacalli , avvoltoi  ,  oportunisti , riciclati .In pratica  come   questa  canzonew dei mai Mau 




Resistenza, marzo '95

Sai, restare qui non fa per me
si respira un'aria immobile
controvento non si piscia più
dentro un sogno di radici e di bandiere
E verrà l'estate e verrà la neve
sentirò la tua mancanza
Ma una linea d'ombra segna questa strada
non si può fermare un'onda che arriva improvvisa
Porto con me i libri
un quaderno bianco
taglieremo ogni curva
Quanti troppi anni
ri e riciclando il peggio
tutte queste bestie
a raschiare il fondo
E verrà l'estate e verrà la neve
sentirò la tua mancanza
So che riprenderò
il mio giusto tempo
per non sopravvivere
solo
monumento



In questo romanzo dela  giovanissima  Gabriella ( Nuoro 1961  )  non troverete paesaggi nuragici o profumnoi di mirti e  ginepri   ma una storia   di una donna energica  moderna  dinamica  e combattiva  come  le  antiche barbaricine  . In esso riesce  a  fare quel processo che il filosofo lucianio  di Samostata  dice d'ulisse  d'omero.La sua avventura  inizia  a Liboa,citta -porto  . doce  approdarvi e restarvi   comporta un viaggio  più  ampio , nel mondo parallello dela burocrazia  e dela politica  , docve le parole  hanno   significati non  veritieri e dove  fantasmi emergono  dalpassato perm assistere   al diofaciamento   che  ha perso  l'identità   ( e le  inchieste    dela magistratura  di milano sugli affari dell'Andrangheta  in essa la dimostrano   vedere per ulteriori  news  in merito  ii miei interventi  -- uso il nik  ulisse  --  su ammazzatecitutti.org )  fino a diventare anonimo  Il ritorno   al tempo e  alo spazio   reale , pertanto  , più che una sconfitta   rappresenta  , come  ha detto anche l'autrice nel corso del dibattito  , più  che  una sconfitta   l'approdo adf una vita  autentica   ed  a  una speranza   di  chi  preferisce   resistere  anche  a  duro  prezzo    per  parafrasare  una nota  canzone  dei Mcr  : << (...  ) Oggi Contessa ha cambiato sistema\si muove fra i conti cifrati \ha lobby potenti ed amici importanti \e la sua arma più forte è comprarti,\la sua arma più forte è comprarti !  (... ) >>

Inoltre la storia  della palermo è  testimonianza  che i casi come quielli di  giovanna nigris  (  ancora più grave  come potete leggere  nell'intervista  che li feci a suo tempo per il nostro blog    )   non sono  solo   leggende metropolitane .





  approfondimento


su primo   post 



sul  secondo



  • casa editrice  Doramarkus Editrice S.R.L.Largo Pazzola
    07100 Sassari Tel.: (+39) 079238117

Stranotizia :

Migliaia di pesche "porta-fortuna" per novelli marito e moglie sono state rubate da un frutteto vicino a Tokyo. Circa 5mila "hanayome", come si chiama la varietà di queste pesche in giapponese, dette anche "pesche della sposa" e particolarmente ricercate, sono scomparse da un frutteto nella notte a Ubaguchi, a est della capitale nipponica, ha riferito il portavoce della polizia della prefettura di Yamanashi, Masaki Kanemaru. Secondo la polizia, per portare via quanta più merce possibile è stata ingaggiata una banda di ladri. La "pesca della sposa" è una varietà speciale: la polpa dentro è bianca e il frutto benaugurante viene spesso regalato alle coppie appena sposate. Pesche, ciliegie e meloni nel Paese del Sol Levante a volte hanno prezzi proibitivi perchè considerati beni di lusso e la gente usa regalarli.

Ad accorgersi del furto è stato il proprietario, un agricoltore di 69 anni, che questa mattina aveva intenzione di cominciare la raccolta. Il danno stimato è di un milione di yen (5.950 euro).

Madonna della Grotta e bambini poveri



affresco                                                Madonna della Grotta nella terra dei Messapi


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Bambini...bambini della terra, senza un filo spinato, per me, sono solo bambini che hanno bisogno di noi. Cari amici, scusatemi se mi ripeto nei post, come vedete, anche  oggi mi trovo in ufficio a lavorare, sto preparando un nuovo post, per 'Madonna della Grotta' e per i bambini soli. Sto cercando altre strade, visto, che in Italia le strade normali, non servono, cercherò di sponsorizzare, cercherò anche,  nel mondo dello spettacolo, ho qualche amico, che mi aiuterà. Sono mortificata, per  il disinteresse che ho trovato a Ceglie, loro erano gli eredi diretti della loro storia, delle loro radici, e ho visto, la fine che stanno facendo le loro pietre antiche. Escluso un pugno di amici, che mi seguono, altri sono in profondo letargo. Preciso che la politica, a me non interessa, da anni, l'ho messa in un cassetto, e ho buttato la chiave. Da molto tempo ho capito, che se, desidero portare  a compimento un programma , devo rimboccarmi le maniche e fare da sola, per adesso visto la mia età, amici fidati, mi aiuteranno. Tutto quello, che ho creato nella mia vita, solo con le mie rinuncie, e tanta volontà, non ho mai chiesto, nessuna sovvenzione. Adesso, mi adopererò, con la mia esperienza, per salvare "Madonna della Grotta" sono sicura, che troverò altri amici, che crederanno in me e ai nobili programmi. Creerò una fondazione a scopo umanitario, che raccoglie anche fondi, come ho fatto per i bambini di kabul vendendo la mia favola. Sto vendendo le mie case, tutto quello che posseggo, e scriverò ancora altre  favole, a me, il ricavanto non serve, ormai, sono già andata, anche troppo avanti, con gli anni. I miei figli, non hanno bisogno di me, loro, sanno camminare da soli.  Ci sono tanti anziani, tanti bambini, che la vita  li ha segnati, questi saranno, da ora in avanti, i miei interessi. Inizierò, tra i miei amici a raccogliere, no firme, ma soldi, anche se il momento economico in Italia è molto difficile, una goccia  di acqua, formerà nel tempo, un oceano di amore. Amici proviamoci , anche se le mie battaglie, sono sempre in salita, con le mie scarpe da ginnastica, mi aiuteranno, provateci anche voi. Inizierò un programma, la fondazione al solo scopo umanitario, qualcosa che mi permetterà di raccogliere anche il 5 per mille di chi crede in me. Se non sbaglio, essendo una terrestre, "Madonna della Grotta" appartiene anche a me, e a tutti gli Italiani. Il mio trullo sarà la sede nell'antica terra dei Messapi, una sede nell'antica Roma, un'altra nella terra dei Sabini, e ancora altra succursale, nell'antica Tuscia e tante altre sedi, creare, tanti satelliti, che mi aiuteranno, nel programma, anche se mi dovrò dividere, non  dimentico, che nelle mie vene, scorre il sangue del mio sestavolo, nomade venuto dal nord a piedi, fino nell'antica terra di Tuscia. Creerò posti di lavoro, che mi aiuteranno ad allargare a gestire la fondazione umanitaria, controllata da voi tutti, questa sarà la mia eredità. Franca Bassi 




nozze sarde di Barbara sarda giornalista italianadi Al Jazeera International

 questi sono i  vip  che preferisco altro che gregoracci e briatore

Matrimonio in stile british per Barbara Serra
Ieri la cerimonia a Carloforte per la giornalista e Mark Austin


dalla nuova del 6\7\2008



SIMONE REPETTO

Con un bel maestrale e un sole ancora caldo, nel tardo pomeriggio di ieri Barbara Serra e Mark Austin hanno coronato il loro sogno d’amore. A Carloforte, in uno dei luoghi prediletti dall’affascinante volto di Al Jazeera International. C’era molta attesa e curiosità per questo evento mondano, a cui la tranquilla cittadina carolina non è abituata. Ed è proprio per questa caratteristica che la Serra, padre sardo di Decimomannu e madre siciliana, ha scelto l’isola di San Pietro, lontana dai clamori di altri lidi, molto più glamour e chiacchierati.
Una cerimonia semplice ma curata, quella di ieri, dove ha dominato lo stile inglese, quello di provenienza della maggior parte degli oltre cento invitati, che ha attirato l’attenzione e la curiosità dei tabarchini, non abituati a vedere, alle cerimonie nuziali, colori, abiti ed accessori sgargianti, indossati da uomini e donne di notevole statura e lineamenti nordici.
Con un ritardo «accademico» di una decina di minuti, gli sposi, accompagnati dai familiari e dalle damigelle d’onore, hanno varcato la soglia della chiesa di San Carlo. Ad attenderli c’era il parroco Lino Melis e una navata colma di invitati e curiosi.
Entrambi cattolici e battezzati, Mark e Barbara hanno scelto, per la loro unione religiosa, un rito per così dire abbreviato, senza la celebrazione finale dell’eucaristia. Una scelta probabilmente indotta dalle diverse fedi religiose dei presenti, tra cui protestanti e musulmani, che hanno fatto del matrimonio un piccolo caleidoscopio di razze, religioni e tradizioni.
Non poteva essere altrimenti, considerando la carriera e la professione della Serra, ma anche di Mark che, seppur di base a Londra, hanno avuto e hanno contatti, tra colleghi e amici, provenienti dai quattro continenti.
Lei è arrivata all’altare elegantissima, in abito bianco scollato, coperto da un velo trasparente su cui risaltavano splendidi ricami a mano. Lui, in abito blu, camicia bianca e cravatta azzurra, simile a quella di altri invitati, che sfoggiavano una eleganza tipicamente «british».
Il rito vero e proprio ha colto Mark emozionato più di Barbara, che decisa, ha detto sì senza titubanze, come il suo sposo in inglese. Lingua utilizzata anche in alcune letture e nel canto finale di ringraziamento, una melodia tradizionale anglosassone, molto apprezzata dal pubblico.
Gli scatti dei fotografi sono proseguiti nel sagrato, dove l’immancabile riso e i flash hanno salutato gli sposi con applausi di buon auspicio. Continuati nel corso Tagliafico, classico proscenio dei matrimoni carolini, prima di entrare nei festeggiamenti veri e propri, a cura della famiglia Pomata. L’aperitivo è stato servito al Niko Bar, di Antonello Pomata, prima di salire al Guardiamori, al centro dell’isola, nella discoteca all’aperto appositamente prenotata per l’occasione. Dove era pronto il banchetto allestito da Luigi Pomata, amico della sposa, che ha preparato un menù dove gli ingredienti della cucina tradizionale sarda e tabarchina, si sono sposati alle tendenze culinarie ed alle sperimentazioni di sapori e gusti care allo chef.
Non convenzionale anche l’auto scelta dagli sposi: una fiammante Land Rover verde Amazzonia con capotte bianca. Come dire, sposi «sportivi», uno stile confermato dalla passione di entrambi per l’aria aperta ed il mare, considerando che Mark, anche ieri, non ha rinunciato alla consueta corsa mattutina.

La storia del mio nick e del mio avatar

l'amica  tisbe  con : << Cari lettori vi propongo un bellissimo banner ideato e creato da Artemisia3000. Se vi va potete inserirlo nei vostri blog. Ne troverete per ogni gusto QUI.>> mi ha coinvolto in un meme davvero simpatico. In sostanza mi chiede il significato del mio nickname e del mio avatar. Invece  di  risponderle   ma leggiti le  faq  e i ripsettivi aggiornamenti  ,  mi sono  buonista   e  le rispondo   accettandop e rilanciando   iol  suo  gioco 

In realtà , per  chi mi segue  dagli esordi  o   da chi   jhha letto  prima d'inizare il viaggio le  faq  non c'è molto da dire. La scelta del nickname è caduta su  compagnidiviaggio\cdv innanzitutto perché  vedo  il viaggio  in tutte le  sue  sfaccerttature  come conoscenza    deegli altri e di se  , in secondo luogo perché  per  distrarmi  dalle  brutture    di questo mondo  viaggio  molto  con la fantasia     Ovviamente in me c'è anche la componente  di curiosita  , di conoscenza  , e a volte entro in forte conflitto con me stesso  . Inoltre  cito il mio profilo : << nato per caso mentre lo creavo con un amico   che  e anche  , anche  se  in questi giorni è molto assente  , cercando un nome che attraesse gente .Il nome deriva sia dalla canzone omonima di Francesco de Gregori sia dala miapassioneper i viaggi fisici e virtuali . Infatti riporto una recensiuone che mi ha fatto una rivista locale (ora scomparsa ) : " a voluto proprio chiamarlo "Compagni di strada e di viaggio" in onore a Sartre e ai CSI e attutti quelli che viaggiano senza mai stancarsi. Ma di quale viaggio si tratta lo facciamo spiegare direttamente dal suo ideatore: «Il sito/blog parla del viaggio come metafora della vita inteso non solo in senso concreto e realistico (di spostamento nello spazio e nel tempo) ma anche in senso simbolico di desiderio, tensione di conoscenza e di ricerca e - viceversa - di distacco, di esilio, di perdita, di allontanamento da sé e dalle cose più care; (…) oppure viaggio dentro se stessi (il mettersi in discussione); (..) come conoscere nuove culture, come il viaggio di Omero ("Odissea") o Virgilio ("Eneide") e nella Commedia di Dante (in particolare nelle prime due cantiche "Inferno" e "Purgatorio"), dal libro "Latinoamericana" di Ernesto Che Guevara e dal film "I diari della motocicletta" e il rispettivo fiolm diari dela motocicletta che da esso è stato tratto». Un viaggio dunque a tuttotondo a 360 gradi che si dipana negli immensi spazi della cultura e nel mondo intervallati dai meandri della controcultura di cui Giuseppe fa la sua bandiera. In questo blog c'è spazio un po' per tutti, ovvero per ogni sensibilità e curiosità,indiopèendentemente dalll'ideologfie e dalla iodee ma soprattutto c'è tutto il coraggio di mettersi in prima linea su vari fronti, con umorismo e ironia e la voglia di coinvolgere e farsi coinvolgere dalla pluralità e diversità delle voci che vorranno farne parte.concludo indentificando il mio blog con questo frase : <<

La mente soppesa e misura,
ma è lo spirito che giunge al cuore della vita
e ne abbraccia il segreto;
e il seme dello spirito è immortale.
Il vento puo' soffiare e placarsi,
e il mare fluire e rifluire:
ma il cuore della vita
è sfera immobile e serena,
e in quel punto rifulge
una stella che è fissa in eterno.

Kahlil Gibran "Gesu' figlio dell'uomo"

 >>


Riguardo il mio avatar, è semplicemente  un  simbolo di libertà
E adesso cerchiamo gli avatar più divertenti della rete per carpirne il senso.Artemisia3000 - Draculia - Hirpus - Cretaefaci - Pensatoio
Se non volete fare il meme potete scrivere il significato tra i commenti

Senza titolo 660

 Dopo aver letto  questi  due articoli  dalla nuova sardegna del 6\7\2008   ne riporto qui alcuni stralci  

 PORTO TORRES. Jovan Milanovic è un uomo dall’aria serena. Si guarda ...
DALL’INVIATO PIER GIORGIO PINNA

PORTO TORRES. Jovan Milanovic è un uomo dall’aria serena. Si guarda attorno e dice subito: «Prendere le impronte digitali solo ai nostri bambini non è giusto. Abbiamo i permessi di soggiorno. Lavoriamo. Nessuno di noi chiede l’elemosina. Perché vogliono trattarci diversamente dagli altri?»


Il caso del campo attrezzato a Porto Torres  dove i  vivono da anni   con permessi e senza  creare  problemi di siucurezza 


dalla  nostra compagna di strada  tisbe  ( tisbe.splinder.com/ ) pubblico   e  sottoscrivo volentieri questa iniziativa 





Cari lettori vi propongo un bellissimo banner ideato e creato da Artemisia3000. Se vi va potete inserirlo nei vostri blog. Ne troverete per ogni gusto QUI.
Io dico no alle schedature, non è questo il modo di difendere l'infanzia. Ci sono tanti altri sistemi che non la deturpano e non la violentano con l'infame schedatura delle impronte di creature indifese. Così, i bambini finirebbero per essere calpestati 2 volte: prima da chi li sfrutta, poi dalla Stato che li ospita e dovrebbe proteggerli.
Governo Berlusconi, un impegno concreto: impronte per tutti!



Mai ostaggi

Mi è piaciuto vederti muovere sul palco.
Ti ho ascoltata e ti ho immaginata uscire sorridendo dietro la tenda.
Mentre con un inchino salutavi la platea ho sperato che a un certo punto guardassi nella mia direzione.

Continua a leggere...

5.7.08

Io ci sono.

















Tibet












  

"Tutto ciò che accade segue





 una legge ed ogni avvenimento ha una causa "





 Confondermi non posso...  



 
il mio cammino leggero verso ogni





 dove c'e' dolore.





 

                 Io ci sono!   





 

Non accade tutto per solo destino,  



io ci sono!   





 

Guarda per un attimo i miei sorrisi,   





abbraccia queste mie spalle e capirai





quanto voglio donare...