25.8.19

il fascino mai morto dei romanzi a puntate sui giornali . il caso de L'animale più pericoloso di Luca d'andrea per repubblica

Anche i noir \ gialli a puntante sui giornali ( come un tempo ) sono avvincenti ed intensi specie se l'autore sa scrivere bene . Leggere l' incipit de "L'animale più pericoloso" di Luca D'Andrea con ottime illustrazioni di Agostino Iacurci pubblicato dal 10 agosto ad oggi 25 agosto sul quotidiano la repubblica . Sedici capitoli, di quattro pagine l'uno, con una copertina speciale per ogni puntata: nella prima ci sarà un'aquila perché in ciascuna delle cover realizzate da Agostino Iacurci ci sarà un animale diverso

"L'animale più pericoloso": su Repubblica il giallo dell'estate di Luca D'Andrea a puntate

Incipit
L'ansia la costrinse a uscire in anticipo, la rabbia a lasciare il mazzo di chiavi in bella vista al centro del tavolo in cucina. Chiusa la porta, tornò a respirare. Superò il panificio della signora Kircher, il bar di Alois, il Despar, la filiale della Volksbank e il negozio di articoli sportivi del signor Wegener con la statua di Sepp Innerkofler testa bassa, sudando sotto la tuta da ginnastica di una taglia più grande che indossava non per il freddo  [... ]
alla faccia di chi reputa il metodo antico e da nostalgici e delle paure del giovane autore

Risultato immagini per Luca D'AndreaL'unico modo che conosco io è ficcarmi nei guai. Cercare stimoli, spunti. Sfide. Con la pubblicazione del mio ultimo romanzo, "Il respiro del sangue", avevo la sensazione di aver concluso qualcosa, forse una tappa del mio percorso, e quel sentore di Sehnsucht mi era rimasto incollato addosso più del solito. Poi è arrivata la telefonata. "Ci piacerebbe avere un tuo romanzo a puntate, un feuilleton. Sei dei nostri?". Come dire: Achab sa resistere a uno sbuffo all'orizzonte? Solo una volta chiusa la comunicazione mi sono reso conto in che guaio ero andato a cacciarmi. Non solo per le differenze fra romanzo e feuilleton, in pratica quelle che intercorrono fra un film e una serie tv. Non solo per gli spazi, visto che un feuilleton conta le battute, un romanzo le pagine se non i capitoli. Ma soprattutto per i tempi. Il feuilleton è figlio dei giornali e la redazione di un giornale è un formicaio impazzito in cui le notizie diventano lettera morta nel giro di pochi minuti, gli articoli si allungano, si accorciano o si eliminano in un battito di ciglia. Lo studio di uno scrittore è una specie di tempio a gravità zero senza incenso e con il ticchettio della tastiera al posto del suono delle campane tibetane. Quello che il formicaio chiedeva al tempio senza incenso erano sedici puntate da ventimila battute ciascuna in... era la seconda metà di giugno e la puntata numero uno sarebbe "andata in onda" ai primi di agosto, calcolando i tempi tecnici (inventare, scrivere, riscrivere, controllare, sacramentare, riscrivere...) quattro, forse cinque settimane di lavoro contro i soliti otto, nove mesi. Volevo una sfida? Eccola servita: un nuovo modo di ragionare le storie, un nuovo ritmo con cui tenere incollati lettori (i quali, mi faceva notare una vocina ansiosa e saccente, non avrebbero scelto una mia storia, ma che l'avrebbero trovata fra le pagine del proprio quotidiano preferito...) e nuovi modelli in cui cercare, se non ispirazione, almeno conforto. Non Dumas, ma Chandler, Hammett e il mio preferito: Jim Thompson. Ecco perché dovrebbe esserci del jazz in sottofondo.

Un noir che ti tiene incollato alla pagina isolandoti dal mondo e dai richiami familiari  

23.8.19

l'inizio ( ? ) del razzismo in italia 30 anni fa l’omicidio di Jerry Masslo. Quando scoprimmo di essere razzisti

di cosa  stiamo parlando 
Negro di m.": a Roma scritta razzista sull'auto di medico della Croce Rossa

L'insulto contro un dottore trentenne originario del Camerun dell'Area salute del comitato nazionale della Cri. Era andato a cena fuori e aveva parcheggiato al Pigneto. Un anno fa a Cantù una paziente rifiutò di farsi curare da lui perchè di colore

Un medico della Croce Rossa italiana (Cri) ieri sera è stato vittima a Roma di una aggressione a sfondo razzista. A raccontare la dinamica dell'accaduto all'Adnkronos è proprio la Cri. Ieri sera Andi Nganso, un medico 30 enne originario del Camerun impiegato nell'Area salute del comitato nazionale della Cri era andato a cena fuori e aveva parcheggiato al sua auto personale al Pigneto.
Terminata la cena il medico è tornato alla macchina e ha trovato la frase incisa forse con una chiave 
Andi Nganso, 31 anni 
sul cofano. Sull'auto era ben visibile l'adesivo della Croce Rossa sul parabrezza. Il 30enne ha subito sporto denuncia.
"Non bastavano gli insulti al volontario di Loano - dice Francesco Rocca il presidente nazionale Croce Rossa - ieri notte un nuovo episodio esecrabile a Roma. È ora di fermare questo clima di razzismo, odio e intolleranza che sta crescendo nel nostro paese. Ribadiamo con forza e passione che 'Siamo tutti fratelli e tutti con Andi".
Nel gennaio di un anno fa mentre era in servizio nell'ambulatorio della Guardia medica di Cantù, in Lombardia, subì un'altra offesa: una donna rifiutò di farsi assistere da lui, perchè di colore. Lui rispose ironicamente sui social: "Ti ringrazio. Ho un quarto d'ora in più per bere un caffè"







Ora  Partendo     da  questo estratto    ( qui  il post integrale  )    di Andi Nganso del protagonista  dell'ennesimo atto   di razzismo    citato prima  

[--- ] 
A voi, concittadini sensibili alla battaglia antirazzista:
Ci viene facile continuare a pensare che il razzismo in Italia sia degenerato negli ultimi mesi con il precedente governo. È una falsità.NON SIAMO DI FRONTE AD UN’ EMERGENZA, né tantomeno di fronte un'emergenza la cui sola responsabilità è da imputare al governo dimissionario.Siamo, invece di fronte a un persistente problema culturale del rifiuto del diverso che non possiamo più liquidare con delle semplici frasi ad effetto.Non è più sufficiente denunciare il razzismo e basta. L'antirazzismo è una lotta che, per essere combattuta, necessita vera onestà intellettuale e un impegno che non sia solo radicamento retorico spolverato di umanità.Vivo in Italia da 13 anni e non mi ricordo un periodo nel quale non sia stato testimone di atti di razzismo. I ragazzi nati e cresciuti qua non hanno mai avuto il privilegio di poter dire che hanno passato periodi con meno aggressioni verbali e fisiche.
L'immagine può contenere: auto e spazio all'aperto

 [.... ]
Mi ha riportato alla memoria questo che smentisce clamorosamente quelli che : nascondono la testa sotto la sabbia , che sminuiscono i segnali ( già presenti nella nostra cultura e politica vedi i pogrom contro gli slavi ad iniziare dal 1920 e l'italianizzazione forzata in Jugoslavia e al periodo dai divieti contro i matrimoni misti durante l'impresa coloniale in Africa ( 1936 ) e le leggi razziali ( 1938 ) che vennero abolite solo 1947 . 

E le politiche della Lega



30 anni fa l’omicidio di Jerry Masslo. Quando scoprimmo di essere razzisti



VILLA LITERNO – Trenta lunghissimi anni. Era il 25 Agosto del 1989 quando nelle campagne di Villa Literno veniva ucciso Jerry Essan Masslo, da una banda di balordi del luogo, per essere derubato dei pochi spiccioli guadagnati in una giornata intera passata nei campi a raccogliere pomodori.

Dopo quella morte, la morte di un ragazzo sudafricano che a dicembre avrebbe compiuto 30 anni, l’Italia scoprì di essere razzista.Tanto tempo è passato ma ogni volta che arriva questa data, e quest’anno più che mai, tocca fare il punto della situazione in fatto di politiche migratorie che, soprattutto in queste terre, hanno visto scorrere molto altro sangue: basti pensare alla tremenda strage di San Gennaro del 2008 quando la “cieca” mano della camorra sparò nel mucchio di una sartoria per punire l’intero popolo africano.Dalla morte di Jerry ad oggi le politiche riguardanti l’immigrazione sono oltremodo peggiorate. Il sacrificio di Jerry Masslo rappresenta sì la storia di trenta anni fa, ma è anche drammaticamente attuale.Era un rifugiato che scappava dall’apartheid ed oggi è sotto gli occhi di tutti come spesso la politica abbia aizzato all’odio sociale che non risparmia nemmeno i rifugiati. Jerry, all’epoca, lavorava per trecento lire ad ogni cassetta di pomodoro ed ancora oggi c’è caporalato e schiavismo nei campi.«L’omicidio di Jerry Masslo commosse l’Italia – scrive in una nota la Comunità di Sant’Egidio – provocò la prima grande manifestazione antirazzista dell’ottobre 1989 e spinse il governo di allora a emanare i primi provvedimenti per la regolarizzazione dei migranti con la legge Martelli. Da allora in poi molte cose sono cambiate ma resta il gravissimo problema dei braccianti stranieri sfruttati nelle campagne per pochi soldi e costretti a vivere in alloggi più che precari. E restano soprattutto sentimenti di intolleranza e di xenofobia – cresciuti purtroppo negli ultimi tempi – che occorre condannare. L’Italia – prosegue l’organizzazione – se tiene al suo futuro, deve allontanare ogni radice di odio e di discriminazione e puntare su integrazione, diritti e un lavoro dignitoso per tutti».Che la morte di Jerry non sia vana, dunque, e per non dimenticare sabato 24 agosto alle ore 17 al cimitero di Villa Literno una delegazione di italiani e stranieri, provenienti da Roma, Napoli e altre città, darà luogo ad una marcia silenziosa alla fine della quale, la Comunità di Sant’Egidio, i sindacati, le associazioni e alcune autorità locali ricorderanno il sacrificio del bracciante sudafricano senza dimenticare un omaggio alle tombe di migranti, senza nome, collocate accanto a quella di Masslo e che ospitano le spoglie mortali di giovani africani che si trovavano in quelle campagne per il lavoro stagionale dei campi e di cui non si conosce nulla. Ricordando, in questo modo, tutti i migranti che in Italia sono morti nelle campagne, nel raccogliere i frutti della terra, e coloro che hanno perso la vita durante il trasferimento nei campi o mentre facevano ritorno nei luoghi dove alloggiavano.Non dimentichiamo Masslo e non dimentichiamo nemmeno che in questi 30 anni si è moltiplicata in alcuni settori della politica e della società una sorta di “cattiveria” verso i migranti. Una cattiveria che è contro la storia e contro quello in cui credeva Jerry Masslo: la multiculturalità e la convivenza civile. Ripartiamo da qui: ripartiamo da Villa Literno.

22.8.19

se anche un family day come Mario Adinolfi usa il corpo non il suo ma quello della moglie per rispondere alla Boschi intervernndo nell polemica fra lei e salvini siamo alla frutta

  di cosa  stiano parlando  
  della polemica     tra M.Elena Boschi ed omaso Montanari    su come   l'uso del corpo generi  sessimo  .  qui https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2019/08/salvini-vhs-boscjhi-la-boschi-le-mummie.html la  vicenda 



sfogliando  uno dei tanti aggregatori di news  ho trovato     questa   del  

https://www.ilmessaggero.it/politica/  di  Martedì 20 Agosto 2019


Foto Boschi, Adinolfi le risponde con il selfie della moglie: è sfida tra sexy bikini



Foto Boschi, Adinolfi le risponde con il selfie della moglie: è sfida tra sexy bikiniÈ guerra tra scatti in bikini tra Maria Elena Boschi Mario Adinolfi, leader del Popolo della Famiglia, che ha pubblicato su Facebook una foto della moglie, Silvia Pardolesi, in risposta a quella pubblicata nei giorni scorsi da . Continuano le provocazioni sui social a suon di foto e selfie. Dopo la risposta della Boschi a Matteo Salvini (foto in  pubblicata su Instagram al mare in compagnia di alcune amiche), nella serata di ieri Mario Adinolfi ha pubblicato una foto della moglie in costume. Adinolfi ha commentato la foto con queste parole: “Comunicato stampa della presidenza nazionale del Popolo della Famiglia sulla attuale crisi di governo: Maria Elena Boschi nun te temiamo”.


Sotto la foto si sono susseguiti molti commenti. Qualche utente approva la scelta della foto scherzandoci su: “Il primo post degno di nota sul tuo profilo. Dai, ci sono segni di miglioramento. Confido in te”. Altri utenti, invece, non approvano e rispondono piccati: “Di cattolico hai solo le fesserie con cui ti riempi la bocca”. Ma  quelli    più  belli   sono ques'ultimi




2019-08-20 17:32:01
io non metterei mia moglie in mostra. roba da cuckold

2019-08-20 20:43:10
più che altro roba da cretini...

2019-08-22 13:24:48
ma tua moglie che deve fare quello che dici tu o quello che vuole lei ?


Ora  Lo so che  dovrei smettere di   <<  ascoltare   chiunque  ogni lamento   (   cit  ) >> e mandare   certe    persone    a  fncl   sopratutto quelli che   seguono     come automi   e anziché criticamente  ( questi ultimi  anche  se  diversi da  me  sono i miei preferiti    , quelli con cui  vado  più d'accordo anche  se   con divergenze  nel percorre  la  strada    della  vita  )  che predicano bene ma  razzolano   male  citando  ad minchiam     tali canzoni (   o meglio strofe  di canzoni )  ed  autori  su  cui  nella maggior  parte  dei  casi  ci spuntano sopra  

(... ) Così una vecchia mai stata moglie
Senza mai figli, senza più voglie
Si prese la briga e di certo il gusto
Di dare a tutte il consiglio giusto(... ) 

Risultati immagini per il senso del pudore oggi non è più comune
  e senza  contestualizzare   e   vedendo  a differenza     da  ciò che  all'epoca    era  trasgressione  \  rottura  schemi    ed   oggi   che  ha  perso diventando  nella maggior  parte  dei casi conformismo  e convenzione per  arrivare  in moli   casi  all'esibizionismo gratuito  .

Quindi   non è   questione    d'essere  come dicevo   qualche   tempo fa  bacchettoni   e censori ma  di  buon senso  e  d'avere  un senso del pudore   .
Infatti    non si risponde , questo  è  quello che  vuole dire  Montanari  (  vedere  link precedente  )  ad  atteggiamenti  da  maschi  allupati ( metaforicamente  😆😇  o  commenti  sessisti  abbassandosi  a loro livello  ma  un po'  di pudore    .....    anche   nel trasgredire  e nel  rispondere  la stessa cosa  vale  per  Mario  Adinolfi ( e  simili  )  una  delle poche  persone  che   ho eliminato dai contatti  , perchè  insieme  a  L.M  che  ancora tengo fra  i contatti anche  se  con post  nascosti   visto che la  conosco da quando    è nato  il blog  ,   troppo diverso e carico d'odio .
Allora  come rispondere    ?  i  sistemi  sono   :   il silenzio e  l'indifferenza    tanto   Salvini    scrive o dice  una minchiata ...ehm... fesseria   o al giorno  pur   di rimanere  sulla  cresta   dell'onda   del  potere  .,   con una faccina   \ gif    sorridente  . Io avrei  usato il primo metodo  . Cosi    la storia  si sarebbe   sgonfiata subito    evitando  di riemoire i media ed i social  di   una  polemica  che   sa  da bega  di pollaio   e  ci  saremo evitati    di leggere  l'intervento    di  un politico fallito    o di cui   Si può scrivere un libro intero su uno zero a cui si farebbe troppo onore liquidandolo con una riga.(Karl Kraus)


21.8.19

Salvini Vs Boschi La Boschi, le mummie e il corpo delle donne e la polemica secondo sterile fra le femministe e non solo al post di Tomaso Montanari

in sottofondo  una canzone    che   a mio avviso  piena  d'ironia    che  in questa canzone, ci sta a pennello ! Visto che l'universo femminile.... è complicato.. 😁



Visto che  anch'io mi  sono trovato    nell'occhio  del ciclone (  ovviamente  solo email  private .    neppure  il coraggio ,  che gente ,   di un dibattito  pubblico  )   per  questo mio post 

Una donna che va in cerca o sta con uomini stupidi e cafoni è come loro è come ( se non addirittura serva o cieca ) loro.

ho deciso leggendo e le polemiche ed  attacchi  del predico bene ma  razzolo  male     di certa   fogna nazionalistica    come  questo articolo de https://www.ilprimatonazionale.it/       che esso ha provocato questo Twitter di risposta di


Tomaso Montanari
@tomasomontanari


L’uso politico del corpo delle #donne è inaccettabile anche se a farlo è una donna. Con questa foto
@meb ha legittimato centinaia di vignette e frasi ignobili sul suo corpo. Come dice #Kant nessuno può usare la persona come un mezzo invece che un fine, nemmeno la persona stessa..
Cita Tweet

maria elena boschi
@meb
· 18 ago
Salvini che dice: “siamo attaccati da un gruppo di renziani” ci sta facendo uno spot pazzesco e neanche lo capisce. Per noi prima di tutto viene il Paese, non le ambizioni personali. #CapitanFracassa dice che io sono una mummia: un saluto a tutti dal mio sarcofago


11:50 AM · 19 ago 2019·Twitter for iPhone

di dare   ragione  schierarmi con   Montanari  . Egli  ha il mio sostegno. Purtroppo è vittima di un attacco continuo, in nome di un femminismo becero, che non ha nulla a che fare con quello delle origini e che vede attacchi sessisti ovunque, senza capire nulla. Meno male che siamo nell'epoca della libertà di parola. Infatti     egli replica  alle  accuse   anche   femministe  cosi  : 
 << (...)    sono uno storico dell’arte da sempre interessato al rapporto tra il potere e la rappresentazione del corpo (tema cui ho appena dedicato un ciclo di dodici trasmissioni su Caravaggio, per Rai 5), ho visto in questa strategia comunicativa una spia inconfondibile, e ho commentato con questo tweet: «L’uso politico del corpo delle donne è inaccettabile anche se a farlo è una donna. (...)  continua  qui  su   https://volerelaluna.it >>.  Concordo    sempre   con lui quando  dice (  anche se autocitandosi  )    sempre  sulllo  stesso articolo  dice 
A me pare che quel tweet riveli una cosa sola: il totale introiettamento della cultura del dominio maschile. Come molte altre donne di potere, la Boschi si è del tutto conformata al modello dominante, nel modo più docile e naturale: usando il proprio corpo come quel modello si aspetta. Quel tweet assume tutti i disvalori elencati da Ranieri: con quella fotografia la Boschi si allinea, per esempio, a coloro che hanno vituperato la Bindi o la Merkel, le quali non avrebbero potuto negare di essere mummie ricorrendo a un selfie in bikini.La Boschi sceglie dunque di fare politica col suo corpo, di ridurre se stessa al suo corpo. Lo espone senza rendersi conto di reificarlo, riducendo se stessa a cosa: merce nel mercato della politica del dominio maschile. Per questo ho citato Kant: «Tutto ha un prezzo, o ha una dignità. Ciò che ha un prezzo può essere sostituito con qualcos’altro come equivalente. Ciò che invece non ha prezzo e dunque non ammette alcun equivalente ha una dignità». E ciò che «possiede una dignità, cioè un valore assoluto in sé», è «l’uomo, considerato come persona». L’uomo «elevato sopra ogni prezzo» perché non è «un mezzo per raggiungere i fini degli altri, e nemmeno i suoi propri, ma come un fine in sé: vale a dire egli possiede una dignità (un valore interiore assoluto) per mezzo del quale costringe al rispetto di sé tutte le altre creature ragionevoli del mondo, ed è questa dignità che gli permette di misurarsi con ognuna di loro e stimarsi uguale a loro». Chiunque voglia un metro oggettivo per capire cosa è destra e cosa è sinistra oggi, prenda atti, politiche, leggi, discorsi, carriere e perfino tweet e selfie e li misuri su queste parole di Kant. Il risultato sarà chiarissimo: e devastante.Perché tutto questo è così importante? Perché nella biopolitica dei corpi (non dimentichiamoci dei corpi sommersi, mutilati, affogati, carcerati che sono il lato oscuro dei corpi trionfanti della “primavera di bellezza”) il messaggio delle immagini è forse l’unico efficace. E se qualcuno guarda quali foto di se stesse postano le ragazze italiane di 13 anni sul proprio account Instagram, capirà quale sia il potere seduttivo e quali le prospettive future della mercificazione, della “cosificazione”, del corpo delle donne.Ebbene, da quale parte gioca – in questa battaglia cruciale per la nostra comune umanità – l’autoritratto estivo di questa giovane e potente donna della sinistra-di-destra?La risposta mi pare fin troppo chiara, e denunciarlo non significa affatto voler dire a una donna cosa deve o non deve fare del suo corpo: significa dirci apertamente a che punto siamo nella lunghissima notte di un dominio maschile che può contare purtroppo su moltissime alleate.
Ed    dopo  aver letto,  soprattutto   quella  in cui si  parlava    di  manuali di  difesa  femminile,   le  schede  storico  ed  introduttive   del     n 10  di Cani Sciolti  (    foto  da   catturata  a   sinistra  )   fumetto   di  Manfredi\ mauro    , provo  a  lanciare  una  provocazione destinata    a tali donne  e  non solo     .
 Le  donne d'oggi   , soprattutto quelle  più  vicine al modello di patriarcato   e di sessismo    dominante   , dovrebbero  leggere o  rileggere      tali manuali  ,  il  primo  del 1968\9



  il secondo del  1955 


  che      se  pur  : << (  .....  )  scritti   con stile raffinato  .  da  donne   tanto   eleganti quanto  raffinate  , questi manuali  non posso essere  considerati  appieno   titolo femmnisti .  Le femministe  , infati , rivendicano  la parità tra  i sessi  ., mentre  questi  testi  danno per  scontata   la condizione di sudditanza   della dona   dalla ptima infanzia  all'adolescenza ,  dal matrimonio  alle crisi coniugali  . Tuttavia  ,in  entrambi  i  casi    lo scopo  è  quello  >>  ecco  perchè  li  ho messi come letture  consigliate   <<  di sostenere le battaglie femminili e    di  offrire  strumenti di vera  e propria lotta  , anche  domestica  contro il predominio maschile  . (....)  >> continua  sul  numero   del  fumetto  [ foto al  centro   ]
Cani sciolti - Riti pagani - n. 10 - agosto 2019 - mensile -

Oggi posso essere  ancora  utili   anche   se   vanno   adattatati   all'oggi    visto che propongono    in modo lieve  ed  ironico    d'aggiungere    consigli   utili alle  donne  su come  difendersi     da gli uomini ed  eventualmente  sfruttarne  a  loro  vantaggio   i  difetti  ,  le  contraddizioni    con astuzia  .  Ovviamente    a     ciò   aggiungendovi    come  suggerisce    quest'opera  Tiziano Muzzana  un manuale  di  difesa   di arti marziali

Manuale pratico di autodifesa femminile pe r il corpo e l'anima

autodifesa femminile coverUn'intensa esperienza di lettura grazie agli insegnamenti di Tiziano Muzzana, uno dei maggiori esperti italiani di autodifesa femminile. Senza pretendere di insegnare le arti marziali, l'autore indica con chiarezza il cuore del problema: per difendersi efficacemente non serve solo la tecnica, ma anche lo spirito adatto. E così costruisce pagina dopo pagina i requisiti essenziali che una donna deve assolutamente possedere uscire da situazioni che possono avere gravissime conseguenze fisiche e psicologiche. Come evitare le situazioni pericolose, la determinazione con cui reagire, i punti dove colpire, il modo di muoversi e di preparare il corpo, sono i punti essenziali chiariti senza mezzi termini, con spietata durezza e con amorevole apprensione. Questo ebook è un piccolo capolavoro di suggerimenti vitali diretti al cuore d


 non  sarebbe    un antidoto  sia   al   sessismo      dilagante  , SIC    anche  fra   le  donne  ,   sia  contro  la  violenza  di  genere o femminicidio ? a  voi il parere 

19.8.19

anche gli sfigati - ilellati e gli anonimi vi fecero la storia e ed ebbero un ruolo importante nel festival di WOODSTOCK da chi affitto il terreno a cantanti doimenticati ma che diedero un contributo importante come i Canned Heat: il gruppo di Los Angeles tenne una delle esibizioni più memorabili sul palco


colonna  sonora
Woodstock/Woodstock 2, duration 03:46:01 recorded August 15-18, 1969 on an 8-track recording console. Originally released as a triple album on Atlantic Records' Cotillion label on May 11th, 1970. It was re-release as a two-CD set in 1994 by Crosby, Stills and Nash. Veteran producer, Eddie Kramer was the sound engineer during the three day event.




Ho scelto di riportate in attesa di una risposta ( sempre che v'interessi ancora  )     a tale mio quesito espresso nel post : << woodstock rivoluzione o fine d'un epoca ? secondo me entrambe . secondo voi invece ?  >>   i  cui   commento tale  articolo /..  ehm  ...  storia    su   woodstoock   de https://www.huffingtonpost.it .  Non solo   per   snob  (  come lo chiamano i miei  detrattori  )    o  come  sono  solito fare  contro  gli anniversari  imposti ed  obbligatori  o le  cannibalizzazioni    \  celebrazioni usa  e getta  , ma  per  motivi di  salute (  ora  in via  di  risoluzione   , vi risparmia o    i dettagli sull'odissea  che  ho dovuto  affrontare  per trovare  un   dentista  aperto in agosto   , un lancinante mal  di denti  , dovuto ad  un dente  rotto  non estratto  subito ,    sia perchè  certe  notizie    già a  margini degli articoli " revail   mitizzanti  o   apologetici   "  al 90  %  o pieni di d'ideologie  .
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Ma ora bado alle ciance ed ecco lì'articolo in questione de il fatto quotidiano

                               di Francesco Oggiano | 14 AGOSTO 2019


Woodstock 50 anni dopo, tutti gli “iellati” del festival: dal contadino che affittò il terreno ai cantanti dimenticati
Woodstock 50 anni dopo, tutti gli “iellati” del festival: dal contadino che affittò il terreno ai cantanti dimenticati


Prendete i Canned Heat: il gruppo di Los Angeles tenne una delle esibizioni più memorabili sul palco eppure venne escluso dall’editing finale della pellicola dedicata a Woodstock, quella da Premio Oscar che di fatto ebbe la forza di lanciare molti altri gruppi inclusi nel montaggio



Max Yasgur era un contadino di origini russe di Bethel, paesino di 4 mila abitanti nello stato di New York. Un giorno del luglio 1969 gli presentarono tale Michael Lang, un ragazzino che stava organizzando un festival musicale: era alla ricerca disperata di un terreno dove tenere la manifestazione, visto che quello previsto era saltato all’ultimo momento. Max Yasgur accettò di affittare il suo per 75 mila dollari. Fu così che si tenne il Festival di Woodstock e che la vita di Max Yasgur peggiorò notevolmente. Dopo quei tre giorni storici di cinquant’anni fa (15-17 agosto), Max venne ostracizzato da quasi tutti i compaesani di Bethel, che lo maledirono per i danni causati dai 400 mila partecipanti al festival e fu addirittura citato in giudizio dai suoi confinanti di terreno. Quando un anno dopo qualcuno bussò alla sua porta per chiedergli di fare un revival del festival, disse che non se ne parlava: “Per quel che mi riguarda, torno a fare il contadino”. Poco dopo vendette la sua terra e se ne andò in Florida, dove morì nel 1973 per infarto, appena quattro anni dopo Woodstock.
Era uno degli “iellati” di Woodstock: quelle persone che parteciparono al festival più famoso della storia ma che non ebbero la fortuna sperata, o videro la loro vita peggiorare negli anni successivi. Prendete i Canned Heat: il gruppo di Los Angeles tenne una delle esibizioni più memorabili sul palco eppure venne escluso dall’editing finale della pellicola dedicata a Woodstock, quella da Premio Oscar che di fatto ebbe la forza di lanciare molti altri gruppi inclusi nel montaggio. Peccato che la loro Going Up The Country fu la canzone tema del festival, e venne usata sui titoli di testa del documentario. “Ma di noi nel film non c’è traccia e non abbiamo mai visto un centesimo di royalty”, disse il batterista della band.
Ci furono gli assenti causa traffico. Gli Iron Butterfly (autori di In a Gadda Da Vida) arrivarono all’aeroporto New York, ma si ritrovarono l’unica strada per il festival bloccata da migliaia di auto. Addio esibizione. Joni Mitchell dovette scegliere tra Woodstock e la partecipazione al popolarissimo talk show di Dick Cavett. Causa traffico, non poteva farli entrambi e optò per il secondo. Ne seguirono un pentimento cinquantennale e una canzone bellissima (Woodstock, appunto).
Ci furono quelli fuori posto. Come The Incredible String Band. Un quartetto inglese più simile ai ricchi e poveri che a Jim Hendrix, la cui esibizione era prevista il venerdì, giornata dedicata alle performance acustiche. Vista la pioggia, la band si rifiutò di suonare e chiese di essere spostata al giorno dopo. Perciò eccoli accontentati a suonare il sabato, in mezzo ai giganti rumorosissimi del rock elettrico come The Who, Grateful Dead e Creedence Clearwater. La loro esibizione non fu proprio amatissima dalla folla.
Fuori posto fu anche Tom Hardin. Cantautore venerato da colleghi come Bob Dylan, Neil Young e Robert Plant, era sconosciuto al grande pubblico complice una dipendenza dall’eroina e una timidezza che non gli hanno mai permesso di dominare il palco. La sua performance a Woodstock, piano e chitarra, fu una tra le più toccanti, ma non cambiò la sua carriera. Nel 1980 l’uomo morì per overdose.
Infine, ci sono i “fortunati” per qualche minuto. John B. Sebastian, ex cantante dei The Lovin’ Spoonful, si aggirava attorno all’area musicisti solo in qualità di fan. Quando la pioggia rese impossibile sistemare la strumentazione elettronica prevista per Santana, gli organizzatori alla ricerca di un performer acustico si precipitarono da lui, chiedendoli di riempire quell’ora vuota. Sebastian salì sul palco per sua stessa ammissione fatto di acidi, e cantò cinque canzoni. Fu un momento bellissimo, ma la sua carriera da solista non prese mai il volo. Melanie Safka, invece, fu l’artista più sconosciuta di Woodstock. Era talmente sconosciuta che per anni è girata la leggenda che fosse una donna del pubblico invitata da Joan Baez a esibirsi sul palco. Eseguì sette canzoni con la chitarra acustica: praticamente quasi tutto il suo repertorio. Un brevissimo successo lo fece con una metacanzone pubblicata un anno dopo Woodstock che parlava… della sua partecipazione a Woodstock.
Ci sarebbe da chiederglielo, a tutti gli “sfortunati” di Woodstock se tornando indietro rifarebbero ogni scelta o cambierebbero qualche sfumatura di quei giorni. L’unico a rispondere indirettamente fu il contadino Max Yasgur. Quello che affittò la terra; quello che la seconda giornata parlò addirittura sul palco davanti a 400 mila persone, con la sua camicia bianca e gli occhiali neri dalla montatura spessa; quello che preso dall'entusiasmo, lui, conservatore e favorevole alla guerra in Vietnam,fece il segno della pace e lasciò alla storia le parole più memorabili di quell’evento: “Avete dimostrato al mondo che quasi mezzo milione di persone si possono riunire per tre giorni di musica e divertimento, senza che nient’altro accada”. Ecco quel Max Yasgur, che quando morì ricevette addirittura un necrologio su Rolling Stone, lo disse: “Non mi sono mai pentito di niente”.


  e proprio mentre  m'accingevo  a  chiudere     tale post  ,   ho scoperto navigando in rete   nella stanza  d'aspetto  del dentista   e  poi condiviso  sui miei social   questa  storia    presa  dal corriere  della sera  




USA

La stessa foto 50 anni dopo. La coppia di Woodstock conquista la rete
Judy e Jerry Griffin si incontrarono mezzo secolo fa al celebre concerto e non si sono più lasciati. Per celebrare l’evento sono stati immortalati sul magazine People
di Francesco Tortora




Si sono conosciuti il 15 agosto di 50 anni fa a Woodstock e da allora non si sono più lasciati. Fino a pochi giorni fa Judy e Jerry Griffin avevano raccontato il loro primo incontro a tutte le persone più care, ma non avevano nessuna immagine che testimoniasse l’evento. Recentemente guardando il documentario “Woodstock: Three Days that Defined a Generation” è apparso nel filmato una loro immagine durante il celebre concerto. A distanza di mezzo secolo la coppia ha accettato di apparire su People nella stessa posa e immediatamente le due immagini, uno accanto all’altra, hanno fatto il giro della Rete.In entrambe le foto i due guardano dritto nell’obiettivo e si coprono la testa con una coperta verde kaki per proteggersi dalla pioggia. Intervistato dal settimanale amerciano, Jerry ha raccontato che in realtà il loro primo incontro è stato un vero colpo di fortuna. Judy stava andando al mega-concerto con la sua macchina, ma a circa 120 km da Woodstock la vettura è andata in panne. La ragazza non si dà per vinta e fa l’autostop: «E così ho fatto salire sulla mia macchina questa ragazza carina - scherza Jerry -. Non aveva una tenda, ma ce l’avevo io».Cinque decenni dopo Judy e Jerry sono ancora sposati, hanno due figli e sono nonni di cinque nipoti: «Per 50 anni abbiamo cercato una nostra foto a Woodstock e di punto in bianco compare nel documentario - racconta Judy -. Quando è stata scattata, ci conoscevamo da meno di 48 ore. Scendemmo dall’auto e montammo la tenda. Restammo insieme per tutto il concerto e poi non ci siamo più separati»



qui purtroppo in inglese o peggio in anglo americano ulteriori dettagli della loro storia






 concludo  per  rimanere  in tema che afferma quanto detto nel post ivi citato  nelle  prime righe  concludo il  postr  sulle  note   di