la Nuova sardegna 12\2 2023
Olbia
Spiaggia dello
Squalo, un giorno qualunque dell’anno, lui c’è. Natalino Sergnesi, 54 anni, olbiese doc, è un mito per i
frequentatori di Pittulongu
e dintorni. Lo conoscono
tutti: è quello che ogni giorno arriva in bicicletta e, temerario, si tuffa in mare a
petto nudo, anche in pieno
inverno, quando l’acqua è
gelida, piove e tira vento.
Come se non ci fosse un domani. Niente muta in neoprene e cuffietta, giusto un
semplice costumino da bagno che vengono i brividi
solo a guardarlo. Dopo la
nuotata, un piatto di spaghetti a “Sa joga” e il sorriso
contagioso di chi ha capito
tutto o quasi della vita.
«Amo il mare da sempre
e non so rinunciarci – racconta Natalino, ancora in
costume e con una berritta
calata in testa –. È più forte
di me: se vengo in spiaggia,
devo tuffarmi e nuotare.
Non so resistere. Da qualche anno però questa passione è diventata un appuntamento quotidiano, tutto
l’anno, anche in pieno inverno». «È successo tutto
con la pandemia e il lockdown – precisa – non si poteva fare praticamente nulla
e io ho cominciato a venire
tutti i giorni in spiaggia, in
bicicletta, più di quanto già
facevo prima. È proprio nella solitudine del lockdown
che ho cominciato a nuotare anche in pieno inverno,
senza muta, senza nulla, e
piano piano ho scoperto
un mondo fatto di natura,
buona salute, fisico tonico
e tanta passione».
La base di partenza di Natalino Sergnesi e il bar ristorante “Sa joga”, in spiaggia
allo Squalo. È il ritrovo di
tanti nuotatori olbiesi, ma
anche degli appassionati di
windsurf che si appoggiano alla scuola di Nicola
Campus. Una vera e propria “casa del mare” aperta
tutto l’anno, l’unica in città
come ben sanno gli olbiesi
che la frequentano numerosi d’estate come d’inverno. «Ci incontriamo qui, si
esce in mare e poi magari si
mangia un piatto di spaghetti con le arselle – dice
Natalino –. I nuotatori, agonisti o semplici appassionati, sono tanti e tutti molto
forti. Gente che nuota sottocosta oppure che va dritta a
Tavolara. Io non sono sicuramente il più veloce, però
sono quello che non teme il
freddo, il vento o la pioggia.
Non uso mute, sempre e solo a petto nudo. Adoro la
sensazione dell’acqua gelida, mi fa star bene. Grazie
anche a questo, credo, godo di ottima salute e mantengo una buona forma fisica. Detto questo, in mare
accetto qualunque sfida».
«La mia unica paura – aggiunge con una punta di
amarezza – non è l’acqua
gelida d’inverno, ma la strada provinciale da Olbia a
Pittulongu. Io mi muovo in
bicicletta, ma dalla città alla spiaggia manca ancora
una pista ciclabile e vedo le
auto che mi superano, sfiorandomi, a cento all’ora.
Questo è il vero pericolo».
Niente telefonini né Internet o profili social, eppure
amico di tutti, Natalino Sergnesi in passato ha fatto di
tutto: dal tassista al piccolo
impresario di traslochi.
Spesso da una mano nel ristorante della cognata e del
fratello, il “Giropizza” a San
Simplicio. Adesso nuota e
basta, come se il mare fosse
la sua unica ragione di vita.
«Devo questa grande passione – conclude elencando i suoi ispiratori– agli amici dell’associazione Natu
che nuotano con me, come
Francesca Midulla. Poi devo tutto al maestro Alessandro Spano, un vero campione di nuoto, il più forte di
tutti. E ancora al maestro di
nuoto, di judo e di vita Gianni Perdomi. Infine, a don
Antonio Tamponi, parroco
di San Simplicio, il mio
quartiere. Un grazie enorme poi a Luca Bagnoli, titolare del bar ristorante “Sa joga”, allo Squalo, che ogni
giorno ospita tutti noi
amanti del mare . tutti noi
amanti del mare. È la nostra casa».