10.8.17

Italiani per bene e lezioni di civiltà il caso del trattamento del venditore cingalese

in sottofondo   questa  famosa  cover  itraliana  di  della famosa   Like  rolling stone   di Bob Dylan 
(...)  
Tu volevi chiudere tutti i diversi fuori
su questo hai investito tutte le energie e i tuoi averi
ricordo il tuo concetto di straniero
dicevi questo non è il posto loro
son maleducati sporchi ci portan via lavoro.
Difendevi la tua ottusità come un tesoro
quello il tuo sentiero
che non ti ha portato a sentire che il terreno
su cui ogni giorno camminiamo
noi non lo possediamo lo occupiamo
e non è italiano africano
è un dono che è stato fatto ad ogni essere umano
i confini le barriere le bandiere sono giunti dopo
aiutando l'odio la guerra e il razzismo a fare il loro gioco
dimmi come ti senti ora che non ci sono più confini
e le frontiere sono aperte
e che hai dovuto appendere al chiodo la tua camicia verde
la bandiera più non serve
ora che hai speso tutto e sei ridotta all'elemosina finalmente sai che non c'è colori razza ma solo anima
ora tu sei l'emarginata evitata scalciata ignorata
quando chiedi qualche moneta
ora che non hai più una proprietà
che ti dia un identità
sventoli soltanto la bandiera della povertà.
How does it feel? Dimmi come ci sente. How does it feel?
A stare sempre da sola. To be on your own.
Nè direzione nè casa. With no direction home.
Una completa sconosciuta. A complete unknown.
Come una pietra scalciata like a rolling stone.
(...)  
dalla mia ops nostra pagina di facebook appendice del blog riporto tale news  di alcuni   Italiani per bene e lezioni di civiltà 🤬





Compagnidistrada ha condiviso il post di Pippo Zarrella.
Pubblicato da Daniela Tuscano · 15 ore fa ·












Pippo Zarrella
6 agosto alle ore 19:41 ·

Vietri sul Mare (SA). Breve storia estiva di tristezza e rabbia. Un cingalese vende i suoi pinguini gonfiabili di varie dimensioni. Quelli che non vanno a tappeto neanche se li colpisci. Li lancia a riva per far ingolosire i bimbi e costringere i genitori all'acquisto obbligato. Lo straniero lancia anche oggi in questa domenica torrida i suoi pinguini.
Una mandria di bambini accerchia il ragazzo cingalese accaldato. I bimbi giocano con i pinguini. Alcuni genitori li afferrano. Chiedono il prezzo. Poi infastiditi lanciano i pinguini a mare. Il cingalese raccoglie i suoi pinguini ed attende che qualcuno della bella famiglia italiana acquisti almeno un piccolo gonfiabile. Quando capisce che nessuno vuole cacciare un euro si sposta poco più in là. Nel caos dei pinguini a mare un bambino lancia il gonfiabile ad uno dei tre papà italiani che sponzano in acqua come baccalà. Il papà nasconde il pinguino sott'acqua sedendosi sopra in attesa che il cingalese si allontani. Il pinguino lotta ma annega soffocato dal gentil uomo. Il signore italiano insieme alla sua famiglia di trogloditi ha dato una bella lezione di civiltà a mogli e figli. I tre uomini di 400kg in tre fieri consegnano il frutto del loro lavoro al bimbo felice. 
Contro questa arroganza si è sconfitti in partenza. Con i bagnanti silenti si è sconfitti in partenza. Far presente dell'ingiustizia a chi vive quotidianamente nell' illegalità ed è immerso nel malaffare ogni giorno non serve perché si è sconfitti in partenza. Contro questi bambini già nati con il germe del sopruso si deve intervenire immediatamente. Forse è già tardi. Il cingalese si allontana senza fiatare. Alzare la voce non serve. Forse sarebbero arrivati i carabinieri. Avrebbero fatto domande. "Brigadiere ma che state ricenn' noi amm pavat u pinguin. Che state ricenn che non m posso permettere tre euro i pinguino? Non simm gent per bene". Il cingalese potrebbe essere accompagnato in caserma. Forse è clandestino. Forse no. Forse è meglio tacere. Forse simm' davvero gente per bene. Forse sono loro che vengono ad arrubbare in Italia. L' unica certezza di oggi é quella dei pinguini. Loro non vanno a tappeto. Mica come la nostra dignità.



mi chiedo , anche se som già che tali domande sono come le seghe elucubrazioni mentali e le risposte sono destinate a volare nel vento ,
ma che razza di valori insegnano questi fettenti , cazzima ( espressione gergale napoletana )
Questo genitore è stato un brutto esempio per il figlio, visto che ha insegnato oltre alla disonesta,il razzismo verso un extracomunitario.Ci sono ---  come  diceun commento a  questo  post  nel   blog   di https://mauroleonardi.it  ---  giustamente  tante persone cosi poco intelligenti che credono di fregare il prossimo e soprattutto i.piu deboli,come gli extracomunitari che girano sulle nostre spiaggie,sotto un sole cocente per guadagnarsi da vivere, con questi atteggiamenti disonesti e di scarsa intelligenza.Certi valori quali il rispetto verso il prossimo,il valore dell accoglienza si imparano in famiglia,sono i genitori con il.loro stile di vita, lo insegnano,con i loro discorsi che fanno con i figli,riguardo agli sbarchi di clandestini sulle nostre coste ed in genere verso gli stranieri .Un Italiano non farebbe mai un lavoro cosi umile,cioè vendere pupazzetti o raccogliere pomodori nelle campagne con 40 gradi.Ringraziamo tante persone extracomunitari che con il loro lavoro umile aiutano anche la nostra economia a crescere, questa persona ladra, non ci rappresenta tutti come popolo italiano,perche in tanti rispettiamo chi viene a lavorare da straniero in Italia,cosi come tanti italiani vanno all estero a fare altrettanto,ognuno di quello che trova.Il lavoro nobilita l uomo,anche se umile,chi ruba è solo un ladro,anche se ruba ad un extracomunitario



non  ho altre parole  per esprimere  la  mia indignazione   a  sudetto fatto








non tutti gl adolescenti sono bimbiminkia ed apatici ed altre storie



da http://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2017/08/10

Forfait dei ragazzini per il servizio civile, la protesta di Luca Lo sfogo di un tredicenne contro i coetanei: «Era così bello, ma in tanti hanno preferito la play station» 

di Rossella Canadè






BORGO VIRGILIO. Perché i ragazzini sono più critici degli adulti, e quando fai a pezzi i loro sogni diventano i giudici più impietosi. Perché non accettano che non tutte le ciambelle riescano con il buco, come hanno imparato i grandi, che non devono cedere alla frustrazione di predicare nel deserto. Non si fa abbastanza per i ragazzi? Questa piccola storia dimostra il contrario, e a raccontarla, con la rabbia e l’incapacità di comprendere dei suoi tredici anni, è Luca, un ragazzino che frequenta le scuole medie a Borgo Virgilio. È incavolato nero, Luca, in questa estate bollente, proprio con i coetanei che hanno infranto il suo sogno di sentirsi utile e parte di una comunità. «In tanti si lamentano che d’estate nei paesi ci si annoia, e poi quando viene organizzato qualcosa per noi i ragazzi non vengono». Questa estate, per lui, ha il sapore amaro della delusione.

L’anno scorso, appena raggiunta l’età richiesta, ha partecipato al servizio civile volontario promosso dal suo Comune, un’iniziativa voluta e sponsorizzata dal sindaco Alessandro Beduschi e dall’assessore alla pubblica istruzione Elena Dall’Oca per impegnare i ragazzi durante l’estate in piccole mansioni di utilità pubblica, affiancati da operai esperti nelle vesti di coordinatori. Dalla pulizia e manutenzione delle scuole, dei giardini, fino alla riverniciatura di alcuni muri del paese. «Eravamo impegnati dal lunedì al venerdì per tre ore al giorno e abbiamo ridipinto tutti i muri imbrattati degli spogliatoi della nostra palestra. C’era anche il sindaco con il pennello, ci siamo divertiti un sacco e a settembre è stato bello vederli tutti puliti». 
Luca, memore del divertimento dell’anno scorso, che aveva scacciato la noia di luglio in attesa delle vacanze, quest’anno si è iscritto di nuovo, convinto di mettere a frutto la sua esperienza e soprattutto di passare del tempo con i suoi coetanei in modo un po’ inusuale dal solito. Ma le cose non vanno come se le aspettava. «Nonostante l’anno scorso ci sia stata una grande partecipazione dei ragazzi, quest’anno già all’inizio ci siamo ritrovati solo in sette, con un calo nelle ultime settimane quando siamo rimasti in tre», racconta Luca, con un broncio troppo grande per i suoi tredici anni. «Il fatto che ci è dispiaciuto tanto, a me e agli altri due, è che li invitavamo a tornare a collaborare con noi, ma loro preferivano stare a casa davanti ai videogiochi. Avevano paura di far fatica e alcuni ci hanno detto che non sarebbero stati pagati, secondo noi incitati dai genitori». Uno, aggiunge Luca sconcertato, «come scusa mi ha detto che aveva paura di prendere un’insolazione!» 
Una Caporetto che non ha permesso di terminare il progetto: «siamo riusciti a pulire un po’ i giardini Quarantini dai rifiuti, abbiamo pitturato dei muri sporcati con lo spray, ma non abbiamo imparato come fare le piccole riparazioni e la manutenzione alla bicicletta». Per un gruppo così ridotto all’osso sarebbe stato complicato mantenere in piedi il progetto. Arrabbiato e deluso, Luca, e stavolta non dagli adulti, ma dai suoi coetanei. Così tanto da decidere di raccontarlo, perché «vorrei che questi ragazzi si facessero un esame di coscienza». 

  da 
Reggio Emilia, l'appello del sindaco contro la paura: "Restiamo umani"Una lettera contro il disprezzo degli ultimi, dei più deboli e dei più fragili, di qualsiasi genere, nazionalità o etnia: l'appello del sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi a "restare umani" ha ricevuto 700 firme in sei giorni. E continuare a viaggiare in rete, ormai virale, contro l'odio (video a cura di Andrea Scutellà)
La lettera   \  appelllo ha ottenuto   fin adesso  settecento firme contro la paura .La lettera del sindaco Vecchi apre una riflessione sui più deboli come fonte di paura. Raccolte in sei giorni 700 firme di docenti, medici, artisti, cittadini reggiani. (...)   

Ecco  l'appello integrale  pubblicato   semprwe  da http://gazzettadireggio.gelocal.it/reggio/cronaca



Restiamo ancorati ai nostri valori, non facciamoci travolgere dalla paura per il diverso, non abbandoniamo i più deboli ma aiutiamoli perché, un giorno, i più deboli potremmo essere noi. È una risposta che ha avuto un riscontro imponente nella comunità reggiana.
Il documento, che circola sull’account di Google Drive cittainclusiva@gmail.com, è arrivato anche nella redazione della Gazzetta di Reggio. Quello che inizialmente era un testo preparatorio verso un incontro nazionale dell’Anci a Reggio Emilia, di cui Vecchi è rappresentante per quanto riguarda il welfare, si è trasformato in un manifesto contro il razzismo, la paura, il populismo.
E così, su internet e su WhatsApp, è iniziata una catena di firme. Medici, docenti, artisti, scrittori, volontari, rappresentanti del mondo cooperativo e sociale, sportivi. Una lista arrivata a settecento persone ma che continua a crescere di ora in ora. Un’alzata di scudi, si legge nelle parole del sindaco, non solo verso i richiedenti asilo. Anzi. Loro sono il punto di partenza da cui si sta diffondendo un’intolleranza nei confronti di tutti i più deboli. Quelle persone che “vorremmo vedere un po’ più in là rispetto a casa nostra”.
Ex tossicodipendenti, ex alcolisti, senzatetto, dipendenti dal gioco d’azzardo, persone afflitte da patologie psichiatriche. In una parola, i diversi. Ecco perché, visto il numero e la qualità delle firme in calce alla lettera del sindaco, abbiamo deciso di pubblicarne integralmente il testo. Riportare invece tutti i firmatari, per quanto ci sarebbe piaciuto, per questioni di spazio non ci è stato possibile. I circa settecento nomi arrivati fino ad ora, però, da oggi si potranno trovare sulla versione online del nostro giornale.

"Quale spazio avranno nei prossimi anni, a Reggio Emilia e altrove, le persone fragili, tutte le persone fragili? La battaglia per estendere i diritti vale ancora la pena di essere combattuta? Come ci poniamo verso chi soffre, verso chi paga il prezzo delle diseguaglianze?
La questione è molto meno accademica di quanto non appaia e molto concreta proprio oggi, nel momento in cui il confronto su alcune centinaia di profughi sta rapidamente evolvendo, nell'analisi che emerge anche nella nostra terra: prende le mosse dall’argomento delle migrazioni e approda a valutazioni su dove collocare “i malati di mente” (citazione testuale).
Qua e là sulla rete non si risparmiano minori deceduti – come a Luzzara recentemente – singoli e famiglie in difficoltà economiche, mentre c'è chi vorrebbe che i servizi sanitari si rifiutassero di curare persone la cui documentazione non sia “perfettamente in regola”. I deboli e gli ultimi, dunque, come fonte di paura.
Ciò interroga ognuno di noi e la comunità, la nostra identità, e richiede lo sforzo di un dialogo laico e sincero, su che tipo di società immaginiamo e per quale futuro lavoriamo. Sta bene a tutti, come da alcuni viene propagandato orgogliosamente in questi contesti, il concetto secondo il quale “d’ora in poi chi ce la fa da solo bene, chiunque resti indietro deve essere escluso?”.
Non stupisce il fatto che un dibattito prima di tutto europeo e nazionale sia atterrato in chiave locale. È un’epoca di inquietudini profonde e di incertezze, da ascoltare con attenzione per provare a trovare le giuste soluzioni. Davanti alla constatazione che qui le cose funzionano meglio che altrove, che non vengono segnalati casi di malaffare o malagestione, si può e si deve peraltro avere il coraggio di testimoniare una situazione spesso taciuta o ignorata.
Esiste a Reggio un sistema che ha curato e dato risposta – servizi pubblici e terzo settore, volontariato e associazionismo, secondo le autonome competenze – ai bisogni dei più fragili e delle loro famiglie, di migliaia di persone.
Esperienze e realtà che hanno operato non solo verso gli stranieri (anzi, a scanso di strumentalizzazioni, in percentuale sono una netta minoranza), ma verso tantissimi altri: hanno intrapreso percorsi con ex tossicodipendenti ed ex alcolisti, adulti con problemi psicologici, donne fatte oggetto di persecuzioni o di tratta, vittime delle ludopatie, anziani in difficoltà, scoperto le potenzialità di persone con abilità diverse; aiutato poveri, ex carcerati, lavorato nell'ambito della cura educativa dei minori e delle fragilità familiari e genitoriali.
Ogni donna o uomo nella propria vita può attraversare momenti difficili, ha un parente o un amico che cade, che necessita di una mano. Basterebbe prestare un po’ di attenzione per scoprire quante storie di riscatto e di realizzazione si sono concretizzate, partendo da una condizione di debolezza.
Una rete ampissima s’è rimboccata le maniche, lontano dai riflettori, in modo solidale e serio, rispettoso delle norme e della dignità umana. E, anche davanti alla crisi economica, la nostra città e la nostra provincia hanno continuato a investire sul welfare, sulle persone: su tutte le persone “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, per citare l’art.3 della Costituzione.
Guardiamoci dentro e diciamoci la verità: è stato un errore? Noi pensiamo che non lo sia stato, e vogliamo continuare a restare umani. Se si può raggiungere un grado sempre più elevato di giustizia per la comunità è lavorando uniti in questa direzione, non uno per uno. Una società con più diseguaglianze è sempre una società con anche meno sicurezza.
Le comunità democratiche non de
vono smarrire il primato della razionalità che unitamente al senso di umanità è ciò che può accompagnarci a comprendere e affrontare fenomeni complessi, respingendo la deriva dell’odio e della paura e riscoprendo la strada della fiducia nella convivenza civile.
La retorica, nell’era contemporanea, sta tutta nel campo di quelli che raccontano di avere la soluzione di ogni problema “con un colpo di bacchetta magica”, e poi non si impegnano mai su nessun fronte. Tutti gli altri si sforzano di realizzare nel quotidiano una piccola cosa, e la sommatoria di queste azioni finirà per cambiare la storia della nostra generazione e il corso del nostro futuro. 
                                Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia

una  riposta   a quesgtas  canzone  un misto    di :  complottismo  , bufale  ,  becero nazionalismo e  populismo ,  identità chiusa ,  sovranisno  . Va  bene  essere  contro corrente   ed  essere libero ed  contro  lil nuovo ordine  morale  .  Ma   qui  lo si fa    con beceri luoghi  comuni ed  chiusure






9.8.17

Non sapevo che defnire " animali \ bestie " fosse un offesa agli animalisti . Ecco cosa mi è successo qualche giorno fa su facebook

Come ho   già detto   dal titolo Non sapevo che defnire " animali \ bestie "  chi   non soloriduce   cosi una persona    ma   poi    la insulta   sul peronale   te lo meritavi  ,ecc.

Gessica Notaro, la miss sfregiata con l acido, al Maurizio Costanzo Show:  Ecco il mio volto
fosse un offesa agli animalisti . Ecco cosa mi è successo qualche giorno fa su facebook
e questi sarebbero animalisti ? sono essi stessi degli animali .
L'ex miss è stata insultata per aver scritto un post contro la chiusura del delfinario di Rimini #Italia
Commenti
Casta Elisabetta Che gente ignorante....
Gestire
Daniela Tuscano No, gentaccia capricciosa. Non sono amanti degli animali, sono integralisti qualunque, per loro è una moda. E sono profondamente cattivi.
Gestire
Flo Pelloni Giuseppe scusami, chi ha insultato in maniera cosi' orribile la miss non rappresenta gli animalisti! E' solamente un povero impotente e frustrato che sfoga la sua inutilità di essere vivente e di vigliacco cacasotto, ma nascosto dietro ad uno schermo! E comunque lo hai elogiato dandogli dell'animale.................... gli animali sono onesti, sinceri ed innocenti e se noi avessimo preso esempio da loro il mondo sarebbe migliore! Per favore non scadere anche tu in queste insulti cosi' poco afferenti alla tua persona! Forse non ami gli animali? Detesti chi li ama e li accudisce? Padronissimo, ma da te non mi aspettavo davvero questa ucita cosi' meschina e gratuita!
Gestire
Giuseppe Scano Daniela Tuscano e Flo Pelloni avwete ragione quando dite : <<(... ) gentaccia capricciosa. Non sono amanti degli animali, sono integralisti qualunque, per loro è una moda. E sono profondamente cattivi. >> e << (...)è solamente un povero impotente e frustrato che sfoga la sua inutilità di essere vivente e di vigliacco cacasotto, ma nascosto dietro ad uno schermo ! >>. Devo però smentirvi che all'interno del movimento animalista ci una mionoranza di fanatici e di gente di quel tipo che ha lanciato insulti anche pesanti ala miss , o tempo fa aveva augurato ad un cacciatore di morire . Flo Pelloni e Davide Ticconiquando0 avevo definito quei tipi animnalòi \ bestie non intendevo affendere gli animalistiperchè io stesso lo sono . ma intendevo usarlo nel significato di bestialità << (..) vivere come un animale, in modi e ambienti sudici o senza il decoro e la sensibilità propri dell’uomo civilizzato dim. animaletto, animalino, animaluccio, accr. animalone . da http://www.garzantilinguistica.it/ricerca/?q=animale%201 >> . se nel caso ti avessi avessi chiedo scusda 😥😚 non era mia intenzione






Quindi prendo atto che ik termien banimali \ bestie usato definire chi , oltre a farle augura simili  cose   a tutti\e coloro sono state vittime di simili violenze e portano i segni è ormai superato ed anacronistico e che ora servono nuove parole ,  la gente è cambiata,la risposta ora è più complicata
E  quindi anche  la  concezione   : <<  Due  cose  mi stupiscono : l'intelligenza   delle  bestie  e  la bestialità   degli uomini  >> espressa  da  Flora Tristan ( Parigi7 aprile 1803 – Bordeaux14 novembre 1844) è stata una scrittrice socialista e femminista francese)   risulterebbe  ormai  anacronistica  .
Ed  proprio  mentre  cervavo ulteriori news  sulle  ultiume vicende  di Gessica   , mi sono   imbattuto   in questo video 











che ho deciso di riportarte qui e di bloccre uno scritto di getto \ a caldo in cui commentavo l'ultima frase di Mauritz Trippazza ops Maurizio Costanzo.
E' vero che   una  volta   finite le storie   \un rapporto   ( non solo d'amore  )  ci si deve  rassegnare   anche se  io preferisco  accettare    che è finita  . Ma  comer fare   a  fare  ciò ed evitare    che  diventi femminicidio  ?
Una  cosa non semplice  perchè 

ma  va  fatto per tenere   a bada  il nostro  odio   non alimentarlo    e  farlo morire  di fame  

"Nonno, perché gli uomini combattono?"Il vecchio, gli occhi rivolti al sole calante, al giorno che stava perdendo la sua battaglia con la notte, parlò con voce calma:"Ogni uomo, prima o poi, è chiamato a farlo. Per ogni uomo c'è sempre una battaglia che aspetta di essere combattuta, da vincere o da perdere. Perché lo scontro più feroce è quello che avviene fra i due lupi "Quali lupi, nonno?"Quelli che ogni uomo porta dentro di sé."Il bambino non riusciva a capire. Attese che il nonno rompesse l'attimo di silenzio che aveva lasciato cadere fra loro, forse per accendere la sua curiosità. Infine il vecchio, che aveva dentro di sé la saggezza del tempo, riprese con il suo tono calmo"Ci sono due lupi in ognuno di noi. Uno è cattivo e vive di odio, gelosia, invidia, risentimento, falso orgoglio, bugie, egoismo."Il vecchio fece di nuovo una pausa, questa volta per dargli modo di capire quello che aveva appena detto."E l'altro?""L'altro è il lupo buono. Vive di pace, amore, speranza, generosità, compassione, umiltà e fede."Il bambino riprese a pensare un istante a quello che il nonno gli aveva appena raccontato. Poi diede voce alla sua curiosità e al suo pensiero."E quale lupo vince?"Il vecchio Cherokee si girò a guardarlo e rispose con occhi puliti."Quello che nutri di più.
ecco alcuni suggerimenti  :




io  lo risolvo  : accenttandso  che  come i si  ci possono essere  anche i no  


 al secondo no  , mi arrendo   e  mi  ributto , ovviamente  lasciando passare un  po'  di tempo  giusto per  non essere  chiamato morto di figa   e mal visto  come  un mandrillo arrappato   sall'altro sesso  o  provolone    da parte di maschi  ed   innamorandomi    di  nuovo e  riprovando con un altra   come  se  fosse  la prima  volta  .
Per   quanto riguarda   i raporti  d'amicizia  ve ne parlerò  in qualche  prossimo post  . Posso solo  dire  , che ance  algono i n linea  teoretica  si  devono usare  gli stessi accorgimenti ( anche  se  pèoi la pratica   varia a  seconda  del percorso  \  viaggio   , storie    di ciascuno  di noi  )   prima  citati   per  evitare  che    sfocino  in  atti  d'odio e  di stalling  che   


L’AQUILA E LA BAMBINA CIECA

da  Claudia Pasquariello 18 dicembre alle ore 15:10 · Il vento sussurrava tra i pini della montagna, portando con sé gli echi di un mondo ...