9.8.17

non è tuitto svernduto alle multinazionali o non s'importa tutto dall'estero .Noccioleto al posto del mais: un’innovazione tutta friulana che fa gola alle industrie dolciarie




Noccioleto al posto del mais: un’innovazione tutta friulana che fa gola alle industrie dolciarie
La svolta dell’azienda agricola di Marzia Giovanatto a Rive d’Arcano. La coltivazione ha buone prospettive di crescita

Si rompe la monotonia delle solite coltivazioni: mais e soia, soia e mais, perché si è sempre fatto così. Scricchiola l’immobilismo che finora si è aggrappato alle storie di padri, nonni e bisnonni, protagonisti di un’agricoltura di sussistenza: un po’ di terreno, che doveva rendere quel che poteva, e un paio di mucche in stalla. Perché continuare imperterriti a fare le stesse cose in un mondo di rapidi cambiamenti? La domanda coinvolge anche la vita nei campi. Perché rischiare di farsi strangolare dai grandi gruppi industriali che dettano condizioni capestro anche in campagna, riducendo i margini di guadagno delle piccole aziende? Perché non dare spazio a innovazione e creatività?
Queste domande hanno tormentato per un po’ di tempo Marzia Giovanatto, imprenditrice friulana che si è trovata a gestire una quindicina di ettari di terreno dell’azienda di famiglia. Alla fine del ragionamento ha prevalso la logica dell’innovazione. Così, in Friuli, è scoccata l’ora del nocciolo. A Rive d’Arcano, paese di poco più di duemila anime, ai piedi delle colline lungo la strada che congiunge San Daniele e Fagagna, si sta allargando la presenza delle piante eleganti, raccolte in ceppaia quasi per farsi compagnia, con il tronco sottile e slanciato, che producono una “tempesta” di nocciole. I piccoli frutti corazzati alimentano un mercato molto promettente. D’estate, poi, l’estensione di queste piantagioni esalta il verde intenso delle larghe foglie seghettate. È il segno dell’arricchimento di una diversità di colture, che modifica la struttura di paesaggi rurali quasi tutti eguali.

Da sinistra, Renzo Tella, Stefano Zuliani (accovacciato in centro) e Marzia Giovanatto tra i noccioli di Rive d’Arcano (Udine)



La volontà di innovare. L’azienda di Marzia Giovanatto rischiava di restare una delle tante ruote di un meccanismo che produce per conto terzi mais per granaglie, foraggio e materie prime per impianti di biomassa. Perché non metterci la propria personalità nel lavoro? La risposta dell’imprenditrice costituisce l’incipit di una storia alla ricerca di nuove prospettive. L’incontro con Renzo Tella, consulente di impianti agricoli, ora suo braccio destro, è stato decisivo. Che cosa fare dei terreni a disposizione? Dapprima è nata l’idea di un allevamento di bufale: ad Aviano ce n’è uno in espansione.
«Ci siamo messi alla ricerca di qualche esperienza. Dopo la visita a una stalla di Viterbo – racconta Giovanatto – abbiamo scartato quel progetto appena abbozzato. Avrebbe provocato un impatto non indifferente nella zona, tra l’altro non avevamo professionalità nel settore del bestiame. Ma proprio lì, a Viterbo, ci siamo trovati coinvolti nella grande festa per la raccolta delle nocciole. Così è scattata la scintilla di una coltivazione tutta nostra: cinque ettari sperimentali, ai quali ne seguiranno altri». Il mercato mondiale delle nocciole è in mano alla Turchia, che è il Paese leader (oltre il 70 per cento). Ma l’Italia, che controlla un buon 15 per cento, se la cava molto bene: Lazio (proprio il Viterbese è l’area a maggior diffusione), Campania e Piemonte sono le principali aree di produzione, con qualità di tutto rispetto.
E ora anche il Friuli mette fuori la testa per raccogliere soddisfazioni da una domanda che è in crescita esponenziale, sostenuta soprattutto dall’industria dolciaria. Quanto rende la coltivazione di nocciole? Alcune valutazioni sono possibili con qualche conto a spanne, che ovviamente è soggetto alle oscillazioni del mercato: un ettaro può garantire, a pieno regime, 35-40 quintali di nocciole per un prezzo medio che si aggira attorno ai 300-350 euro al quintale. I numeri sono influenzati dalle varietà scelte. Va anche rilevato che c’è un formidabile uso della meccanizzazione in tutte le fasi operative, con abbassamento dei costi di manodopera, fino alla raccolta tra i filari, che è prevista tra la fine di settembre e ottobre. La pianta è resistente, poco esigente e generosa, non ha bisogno di tanto lavoro. Richiede cure minime ed entra in produzione dopo il terzo anno di vita. Non solo. E’ anche longeva: può superare il traguardo dei 70-80 anni.
Il marchio legato al territorio. La decisione di diversificare l’attività agricola non è stata lasciata al caso, ma inserita in un business plan, come previsto per ogni attività imprenditoriale. I terreni di Rive d’Arcano sono stati monitorati attraverso analisi tecniche compiute da un agronomo di Viterbo. Alcune zone del Friuli potrebbero essere adatte come terre di noccioli, anche in pianura, d’altronde le piante crescono allo stato spontaneo e selvatico in collina. Non a caso l’azienda agricola di Rive d’Arcano ha scelto come marchio La Nobile Friulana, con la scritta accompagnata dal simbolo delle nocciole: il marrone del frutto che contrasta con il verde intenso delle foglie.
«Tenga presente - precisa Marzia Giovanatto - che il legame con il nostro territorio è forte, perché siamo convinti che la migliore risposta alla globalizzazione, che alimenta crisi di identità di ogni genere, sia la riscoperta dei territori. Questa è la nostra piccola sfida ai prodotti distribuiti dalle grandi catene commerciali, che ci invadono spesso senza garanzie certificate». Il principio è richiamato in ogni confezione messa in vendita: il valore della terra d’origine. «Si trattava di partire con il piede giusto. Abbiamo preferito puntare su due varietà particolari di nocciolo – spiega Renzo Tella – che tenessero conto delle caratteristiche dei campi, del microclima della zona e della qualità del prodotto.
Così sono state scelte la Tonda di Giffoni e la Gentile Romana. Entrambe garantiscono buone rese, intensità di sapore, croccantezza e fragranza. Abbiamo fatto crescere le piantine nel nostro vivaio, attraverso polloni di ceppaie certificate; in tal modo potenziamo i nostri impianti e aiutiamo chi vuole aderire al nostro progetto». L’idea di Giovanatto e Tella è un cantiere aperto. L’obiettivo è di creare una filiera completa di prodotti: dalla coltivazione alla vendita. Il risultato è l’auspicata nascita di una cooperativa: «Le condizioni ci sono. Pian piano altri si stanno aggregando, da Rive d’Arcano a Manzano, fino a Rovigo».
L’unione fa la forza. La coalizione dei piccoli potrebbe costituire una “sacra alleanza” per resistere alle incursioni dei grandi gruppi dell’industria dolciaria: «Noi abbiamo rifiutato le offerte di un rappresentante della Ferrero, perché le condizioni economiche erano decisamente basse». L’azienda di Rive d’Arcano ha evitato così di diventare una semplice catena di montaggio gestita da altri. È in trattative invece per la cessione di una parte del raccolto annuo a un’impresa friulana di gubane: soltanto una piccola parte - ci tengono a precisare - perchè la quantità più rilevante di nocciole sarà gestita in proprio.
Della nocciola non si scarta niente. Vale il detto del maiale: nulla da buttare, in un’ottica di trasformazione del prodotto. Intanto, tutte le varietà di frutta secca stanno conquistando i mercati, perché sono entrate nelle abitudini alimentari. In pratica, rappresentano degli eccellenti integratori naturali. Le nocciole devono essere tostate in appositi essiccatoi ad aria calda per ridurne il contenuto di acqua. «Noi non abbiamo ancora maturato l’esperienza in questo campo - spiega Renzo Tella - anche perché i nostri numeri sono ancora piccoli. Questo particolare processo industriale lo abbiamo affidato a un’azienda di Viterbo, dove i trattamenti sono all’avanguardia».
Le idee sono chiare per il futuro: nuovo laboratorio a Travesio, mentre altre operazioni (un po’ più in là nel tempo) saranno eseguite a Cimolais, dov’è stato individuato un piccolo sito nella zona industriale, d’altra parte i contributi regionali per le aree svantaggiate di montagna costituiscono un volano per nuove attività. Poi ci sono gli altri utilizzi delle nocciole. La farina pura al cento per cento è molto richiesta da pasticcerie e pastifici, e una parte miscelata con quella di mais (il cui giusto equilibrio resta un segreto aziendale) viene raccolta in appositi sacchetti e venduta per Polente furlane cun nolutes: «La morte sua è la polenta accompagnata con formaggio e insaccati». Le ultime novità riguardano i grissini con farina di mais e granaglie di nocciola e il Noccio-sprint, una crema con aggiunta di miele. Ed eccoci quindi al riferimento al maiale: tutto si tiene, perché anche i gusci producono reddito: sono infatti venduti per la combustione, tipo pellet, in un’ottica economica green.
Da qualche tempo, al progetto si è aggiunto anche Stefano Zuliani, ventitreenne di Castelnovo del Friuli, con diploma di grafica in tasca. Si è inserito nel team con l’obiettivo di far crescere l’immagine aziendale. Il suo ruolo è di metterci anche una buona dose di friulanità negli ingredienti delle pubbliche relazioni. «Nei casi aziendali come questo, che vivono dentro un’agricoltura di nicchia – spiega Zuliani – è fondamentale il legame con il territorio, anche
perché il mercato è locale». Il futuro è nel web, senza però dimenticare le tradizioni delle nostre comunità. Le radici sono il valore aggiunto che alimenta la filosofia di un’azienda che cerca in tutti i modi di sfruttare le buone potenzialità future.

8.8.17

crisi esistenziale precoce di mezza età

colonna sonora


Nei  giorni scorsi,  forse  complice l'ondata  eccezzionale  di  caldo tropicale  , ho  fatto  tre  sogni , i più  strani  ( almeno fin ora ) che  abbia  mai  fatto  !  soprattutto  perchè  contenevano  tutto sommato  delle  cose   sensate .  forse  i tre  fantasmi  non avevano  tutti  i  torti  .  Un po'  come  i tre  fanmtasmi  del natale  ( I II  )  di C.Dickens  solo  che inve  di fami vedere  il presente  , il passato   , il futuro , mi  hanno mostrato   tre possibili vite   che  avrei potuto intrapendere ... . Non racconto 

Risultati immagini per crisi di mezza età
altro  perchè ho trovsato  tutto  fin troppo  bizzaro  persino per me    che  amo ( ovviamente  senza  esagerare  e prendere  per  buone   anche  davanti  a prove  e  certezze  che  le  smentiscono le  smontano  ) :  i  complotti, i misteri  ,  le  versioni alternative  , le  contro inchieste , le  verità  non ufficiali  ,  ecc,  insomma  le cose  bizzare  .  Posso solo dire  che  erano   sogni  parrticolari : 1) uno tragico , 2) un tranche  de  vie ,  3) un avventura leggera  . Sogni che   avevano  a  che  fare   con il mio vissuto e  di come  sarebbe stato  se   avessi intrapesao  quel bivio anzichè  quell'altro  .   Un buon mix  insomma  non c'è dubbio   . Al risveglio  
Immagine correlata

ed    ancora  adesso ( ma  poi  lascio  cadere  la  domanda   perchè mi sono  già dato la  risposta   e    poi    come  ho  già detto in in un mio stato   di qualche  giorno fa   su  facebook   : <<  (...)  la vita vola via in fretta , (..) >> 

Immagine correlata
da  google


.Infatti al rivesglio e  per tutta la mattina   , mi sono chiesto, : ma   la morale   qual è ?  che voigliono dire  anzi  dirmi  ?

Quindi   dopo aver passato una mattinata  a chiedermelo \  ad  elucrubarci  sopra cercando  a  tutrti i cositi  una riposta  immediata  , rendendo  i  poco  sul lavoro ( tali elucubrazioni  , devo allenarmi a farlo  , me le  dovrei  riservare il fine settimana😈😇😀) mi  sono reso conto ho  trovato la  risposta .
Crisi Di Mezza Età Dell Uomo Illustrazione di Stock
da
https://it.dreamstime.com
più precisamente qui
La morale  ed  quindi il loro  significato   che la mia  vita \  opera  d'arte  avrebbe potuto essere migliore o peggiore  oppure né l'uno né l'altro ma semplicemente  diversa .... . Resta il fatto che quella  fin qui vissuta ( nel bene e  nel male  \  in positivo e  negativo ) è  stata  ed  tutt'ora la mia  vita  ed  l'unica  .
Devo  allenarmi acettare il fatto che ciò  che  è stasto  è stato  ed ciò  che è  fato  è  fatto , insomma quardare avanti  ( senza  ovviamente  dimenticare   chi sono  da  dove  gìvengo e cosa  ho :  fatto , scritto  , detto  ) , senza  più a  cosa sarebbe potuta essere se  avessi  preso quella  strada  o seguito  qul suggerimento, ecc.   smettere  di  ripensarci  continuamente e  rimurginarci sopra  perchè ormai  sono negli 'anta  e  tras  poco :-) nei   cinquanta  .e   devo  accettarlo

7.8.17

Anche quest'anno abbiamo La nostra pilarda - pomodori secchi

Molti amici  mi  chiedono  cosa    sono   e  cosa    vuol dire  tale termnine


Giuseppe Scano non l'ho mai capito una espressione che usava mia nona materna . comunque un termine per indicare i pomodori secchi e sotto sale
Gestire
xxxxx Giuseppe Scano capito non lo avevo mai sentito 😀, ho imparato una cosa nuova
La ricetta    + semplice : li raccogli , li tagli a meta , li sali e poi li metti ad essicare , li copri con il toulle per evitare mosche e vespe . E poi s conservano in in barattoli di vetro con qualche foglia di basilico on d'alloro la  ricetta  varia  a seconda  dei  gusti delle persone  


  eventuali  tutor   

chi lo ha detto che un tormentone deva essere per forza stupido e non abbia anche iun altro significato ? il caso di Despacito di Luis Fonsi e Daddy Yankee



Ora non riuscendo , purtroppo è la dura legge del copy right , ad estrapolare l'areticolo ( ovviamente a pagamento ) di repubblica d'oggi , nè dalle varie rassegne stampa online , riporto qui la versione originale inglese

da 
https://www.nytimes.com/2017/08/04/

The Opinion Pages | Contributing Op-Ed Writer
The Meaning of ‘Despacito’ in the Age of Trump




Moises Velasquez-Manoff AUG. 4, 2017


An underground reggaton club in Naranjito, Puerto Rico. Credit Barbara P. Fernandez for The New York Times On Friday, “Despacito,” the hit song by the Puerto Rican artists Luis Fonsi and Daddy Yankee, became the most watched video on YouTube ever, with nearly three billion views. And it got there faster than any music video in history. Just over two weeks ago Universal Music announced it was also the most streamed song in history, if you combine the number of times people played the original song or video with a remixed version featuring vocals from the Canadian singer Justin Bieber.The ascendance of “Despacito” is remarkable for a number reasons: Except for Mr. Bieber’s intro, the song is almost entirely in Spanish. (Despacito means “slowly,” and depending on how you interpret the lyrics, the song is about what you’d do slowly to someone you really like.) The rhythmic backbone of the song is reggaeton, a style with roots in Jamaica that developed in Puerto Rico and has long been popular in Latin America but has only occasionally broken through to the English-speaking world. The video is set in a storied Puerto Rican slum called La Perla and features a joyously multiracial cast. Luis Fonsi - Despacito ft. Daddy Yankee Video by Luis Fonsi


And maybe most notably, the song has achieved worldwide fame at a time when nativism is surging, anxiety over borders and immigration is rising, and the executive branch of this country seems determined to make it whiter.The song’s success highlights the truism that the soul that moves so many of us, that we groove to, that animates our lives, that in some ways binds us as a global community — pop music — is the opposite of nativist. It’s promiscuous. It doesn’t respect borders or stick to racial categories. It borrows willy-nilly, encouraging cross-fertilization of cultures and styles. It courses with energy from the African diaspora. And those billions of views say that people, lots of them American, can’t get enough of it. Of course, the song’s success doesn’t mean that President Trump’s project will fail, or that cranky nativism will give way to happy multiculturalism. Plenty of people might be willing to watch a video by Puerto Rican artists and still not want a Spanish-speaking neighbor next door. (Although Puerto Rico is a United States territory, so if you’re American, get over it.)
But the song’s success does highlight a side of humanity that, these days, often seems overshadowed by uglier tendencies. We know that humans can be tribal, that we quickly organize ourselves into in-groups and out-groups, that we can treat those out-groups cruelly and even savagely. These tendencies probably predate our being human. Even groups of chimpanzees wage war against one another.
But we have this other side that’s curious, that doesn’t cringe from difference so much as find inspiration in it. A transcendent side that takes joy in bringing together disparate parts, in creation, in play.Take “Despacito” itself. It begins with a steel-stringed Puerto Rican guitar called the cuatro, which most likely descended from an instrument brought to Spain from North Africa by Moors. The rolling reggaeton beat came out of Jamaica and, long before that, probably originated in West Africa. In rapping, Daddy Yankee employs an art form developed by urban African-Americans, infusing it with the unique feel of Puerto Rican Spanish and slang. Mr. Fonsi’s deliciously suggestive lyrics arguably belong to a tradition that stretches back to the lovelorn troubadours of medieval Spain, and beyond.The song is a fusion, an amalgam. As such, it doesn’t just illustrate the genius of pop music but also serves as a model of how creativity works generally. Innovation often involves organizing old pieces into new configurations. Tech companies, like Apple and Google, know this. Hence their emphasis on cross-pollination — their open work spaces and public areas designed to encourage intermingling.And this was also, until recently, how I’d conceived of the American project. Then came President Trump and the news that some still viewed the United States as a fundamentally white, Christian nation with European roots. Which means what, exactly? Modern genetics tells us that Europeans are themselves a mixture of different peoples, a hunter-gatherer population mixed with farmers who, thousands of years ago, immigrated from what’s now Turkey (near Syria), topped off by herders from what’s now the Russian steppe. Christianity, the supposed glue of Europe, was imported from the Levant. And I’m writing this in a language — English — that consists of French and Latin grafted onto an Anglo-Saxon base, sprinkled with Old Norse and grains of Celtic. Yes, nations exist. Yes, they have borders. Yes, distinct cultures and languages arise. There are bedrock ideas that we can perhaps call Western. But when you look closely at the boundaries demarcating these supposedly discrete entities, you find them to be remarkably porous.In the battle for hearts and minds represented by pop music, of course, all this goes without saying. “Despacito” has won the day. 

6.8.17

Firmare il contratto di assunzione sulla soglia dei 70 anni. Succede a Palermo, dove una docente di scuola primaria è stata convocata dall’ufficio scolastico provinciale per la stipula di un contratto a tempo indeterminato.



Firmare il contratto di assunzione sulla soglia dei 70 anni. Succede a Palermo, dove una docente di scuola primaria è stata convocata dall’ufficio scolastico provinciale per la stipula di un contratto a tempo indeterminato.


da repubblica  6\8\2017 





Bernarda Di Miceli: "Io, assunta a 69 anni, adesso i miei scolari mi chiameranno nonna"
Bernarda Di Miceli 
PALERMO - Quarant'anni di precariato erano già un bel record. Ma a Bernarda Di Miceli, la maestra palermitana che compirà settant'anni l'anno prossimo nel giorno di San Valentino, evidentemente non bastava. E non certo perché ambiva a entrare nel libro del Guinness. No, lei di quella nuova cattedra a un'età ampiamente pensionabile aveva bisogno. In tutto questo tempo, infatti, non è ancora riuscita a mettere insieme i vent'anni di contributi minimi per garantirsi, appunto, una pensione. E così mercoledì prossimo si presenterà all'istituto Pio La Torre di Palermo per firmare il suo contratto a tempo indeterminato di docente di scuola primaria: "Nella mia carriera ho avuto mille o duemila studenti, alcuni mi chiamavano mamma. Vorrà dire che adesso mi chiameranno nonna...".

Maestra Di Miceli, è passato tanto tempo, ma se lo ricorda il suo primo giorno di scuola da insegnante?
"E come potrei dimenticarlo? Erano i primi anni Settanta, mia madre mi comunicò che mi avevano assegnato una supplenza: non avevamo nemmeno il telefono, era venuto direttamente il bidello a casa nostra, a Campofiorito, per consegnarmi la lettera d'incarico. Quel giorno ero felicissima, mi sembrò una conquista. Certo, non avrei mai immaginato che 40 anni dopo sarei stata ancora qui a lottare per una cattedra. Sarò probabilmente la docente più anziana mai assunta. Le dirò, probabilmente mi emozionerò ancora una volta quando conoscerò i miei nuovi alunni. Mi capita sempre".


Palermo: 69 anni e sei mesi, firma il contratto di docente a tempo indeterminato



Come era iniziata la sua carriera scolastica?
"Mi sono diplomata nel lontano 1969-'70 e, dopo quella supplenza ho continuato ancora per qualche anno. Poi, nel 1975, mi sono sposata e sono arrivati i primi figli. Dieci anni dopo, nel 1985, ho vinto il concorso a cattedre alla scuola elementare e non essendo rientrata nei posti ho fatto l'inserimento in graduatoria, che allora si chiamava "del doppio canale". Così è cominciata la mia lunghissima vita da precaria della scuola".

Da una cattedra all'altra, sempre in giro per la provincia ma mai il tanto sospirato posto fisso...
"Proprio così. Sono passata da tantissime scuole. Mi alzavo all'alba, preparavo la colazione per la mia famiglia, mettevo un po' di ordine e poi correvo verso il bus o il treno. Ho anche fatto l'insegnante di sostegno: un'altra esperienza eccezionale". Come sono cambiati i bambini negli ultimi 40 anni? "Sono più diretti, spigliati e hanno un rapporto diverso con le maestre. Qualche tempo fa, un mio ex alunno ormai grande mi ha chiamata e mi ha chiesto di potermi vedere. Ancora, solo al pensiero mi commuovo".

Come mai non è stata assunta prima?
"Sono stata in graduatoria dal 1985 al 2013. Ma gli impegni familiari - ho sei splendidi figli - non mi hanno consentito di accettare tutte le supplenze. Poi, in occasione dell'aggiornamento 2014-2017 il provveditorato agli studi di Palermo mi ha esclusa per raggiunti limiti di età. È stato merito di mia figlia avvocata, Simona Santacolomba, se oggi sto per firmare un contratto per il ruolo. Io non avevo ancora compiuto 66 anni e tre mesi per appena 4 giorni e non potevo essere depennata dalla graduatoria. Così mia figlia ha insistito perché presentassi lo stesso la domanda di inserimento e facessi il ricorso al giudice del lavoro. Nel 2017 è arrivata la sentenza: ho il diritto di restare in graduatoria e per questo mi spetta l'assunzione".

Cosa ha provato quando le è arrivata la convocazione?
"Mi sono emozionata. Tornare a lavorare con i bambini mi fa sempre questo effetto. Resterò poco, probabilmente un anno

ma ho diritto a completare la contribuzione minima per la pensione: 20 anni".

Cosa si sente di dire a chi inizia questo percorso oggi?
"Che questo è un lavoro che va fatto con amore. Nient'altro. È l'unica cosa che conta".







Ecco una discussione , in merito a quresta notizia con un mio amico " trollone "

Io cosa vergognosa che bisogna aspettare un numero di anni prima d'essere assunti
Lui Perchè vergogna?siamo in uno stato di diritto? Le leggi debbono essere rispettate da tutti, in questo caso sono stati rispettati i regolamenti.
IO La vergogna consiste nel creare meccanismi insulsi che fanno si che un precario entri di ruolo a 69 anni. In ambito privato se un datore di lavoro ti assume e ti licenzia a rotazione continua il giudice del lavoro riterrà che trattasi di assunzione a tempo indeterminato camuffata da contatto transitorio, pronunciando i provvedimenti conseguenti. Se il datore di lavoro è invece lo Stato, è normale che si venga assunti (come docenti precari) a ottobre e licenziati a giugno anche per 15 anni consecutivi.
LUI che  fissa   che  avegte  con il posto fisso  ,  l'importante   è lavorare  , no ?
IO -----   cambiamo discorso che è meglio  🙈😧😨
LUI   già  . che  ne  pensi  di  .....


L'unico commento che mi sento di fare è Che "non e' mai troppo tardi"! e che Il tempo è sempre galantuomo ..... ma se fosse stata chiamata qualche anno fà,sarebbe stato meglio.Ingfatti assegnano un posto cosi' non pagano la pensione...se lo davano ad un giovane età una pensione da pagare...cosi' ne risparmiano una assegnando un posto ad una persona che non puo' maturare anni di servizio. Concludo facendo i Complimenti alla docente che dovrebbe ricevere la medaglia d'oro per la pazienza e la caparbietà dimostrate. Questo fatto dovrebbe far capire, a chi ci legge, quanto si difficile ottenere un posto così importante per il futuro della società, malgrado il misero stipendio. Certamente vi sono insegnanti bravi e insegnanti veramente scarsi. Pure il ministero ha dirigenti scarsissimi. Se non cambia la struttura della scuola resteremo gli ultimi sempre. Il sindaco di Palermo e il Presidente Mattarella dovrebbero presenziare alla nomina in ruolo.Un esempio morale e civile per tutti noi buoni solo a lagnarci e a sognare inutilmente il posto consiglio le suggerisco di non andare in pensione e si goda , salute permettendo altri 10 anni di insegnamento. Quando si fa un lavoro che piace allunga la vita glielo dice un nipote di un ex elettricista dell'Enel ( allora si chiamava cosi ) che nonostante fosse in pensione continuava a lavorare da privato fdin quando la salute gli lo ha permesso cioè fin a 5 anni prima della morte buon lavoro

5.8.17

razzismo o non razzismo ? i fatti di Padova e di CODIGORO

nel primo caso ho dei dubbi , pronto a rimettermi indiscussione Infatti Vedo ripetutamente delle rom con dei bambini piccolissimi a chiedere l'elemosina sotto il sole cocente. A loro i figli non vengono mai tolti e vedrete che anche per questa ragazza sarà così. ... purtroppo 😠. lo chè un luogo comune a limite del razzismo e dell'odio ma : 1) chiunque italiano , o straniero commette tali abberrazioni è un criminale . perchè anche se soffre la miseria  e  si  è costretti a mettere  da parte  la  propria  dignità  e  chiedere  l'elemosina  \ carità   a  barcamenarsi    fra   piccoli espedienti  o  lavoretti più  o meno  legali  questo si chiama sfruttamento ., 2) non ho mai letto o sentito , posso anche sbagliarmi , di genitori rom \ zingari a cui siano stati tolti i bambini . Ora se qualcuno\a di voi ha prove e notizie che smentiscono la mia fdfermazione me le porti grazie . N.B mi raccomando civiltà e buon senso nei commenti .



L'Unione Sarda.it  CRONACA » PROVINCIA DI PADOVA

Sotto il sole per ore mentre la mamma chiede l'elemosina, bimba va in choc termico

Oggi alle 16:26 - ultimo aggiornamento alle 16:57

                                                    Immagine simbolo



Quando i poliziotti della Volante si sono avvicinati, l'hanno trovata priva di sensi.
È successo a una bambina di due anni, a Padova, che la mamma aveva lasciato per ore nel passeggino sotto il sole.
Lei, una 24enne con problemi di tossicodipendenza, aveva portato la piccola con sé mentre chiedeva l'elemosina. Dopo ore nell'afa del primo pomeriggio, la bimba si è sentita male ed è svenuta. Fortunatamente gli agenti hanno visto il corpo quasi inerme e l'hanno soccorsa bagnandola con dell'acqua.
La bambina è ora ricoverata al pronto soccorso dell'ospedale pediatrico di Padova, mentre le forze dell'ordine stanno valutando se agire tramite la procura minorile.

(Redazione Online/D)


nel  secondo   secondo caso  penso  che    ciò sia   una     provocazione cretina . Infatti  va bene protestare  contro il prefetto    che  ti  scavalca      senza   lasciarti  decidere se sono troppi e  quanti  ne  puoi  accogliere  .   Cosi come  va bene anche che devi tenere conto delle lamentele dei tuoi cittadini . Ma se un privato vuole accoglirli  e e si mette d'accordo con il prefetto perchè .... lo punisci   anche   in maniera  illegale  o quasi   anzichè protestare con il prefetto .Ora vanno bene i controlli perchè magari c'è gente che d'essi ci lucra e li ospita in topaie o luoghi fatiscenti . Ma punirli aumentandolgli le tasse no . Questo si chiama razzismo o è discriminazione


«Più tasse a chi ospita i migranti»

Il sindaco del Pd Zanardi punta i piedi: manderemo controlli ai privati che si rendono disponibili




Tasse a chi ospita migranti, la sindaca di Codigoro: "Non è vendetta contro chi accoglie""La mia è stata una provocazione, ho semplicemente detto basta". Così la sindaca di Codigoro, Alice Zanardi, ha commentato la sua intenzione di alzare le tasse a chi ospita i profughi. "Ci sono delle quote stabilite", ha proseguito, "e noi le abbiamo superate". "Non so se sia fattibile dal punto di vista legale, ma è una valutazione che sto facendo. Non è una vendetta, ho solo colto il disagio dei miei cittadini. Non posso far finta di nulla"Intervista di Mario De Santis LEGGI L'ARTICOLO
CODIGORO. «Il Comune di Codigoro non solo non metterà un soldo per finanziare i progetti di integrazione, ma provvederà anche a inviare nelle abitazioni dei privati che ospitano i profughi l’Ausl, la polizia municipale e i tecnici del Comune per effettuare tutte le verifiche in materia di abitabilità, compreso il rispetto delle normative igienico sanitarie». A dirlo e a scriverlo è il sindaco del Pd Alice Zanardi che, alla notizia dell’arrivo nella cittadina di altre 40 persone richiedenti asilo, è andata direttamente dal prefetto Michele Tortora il quale ha semplicemente risposto: «è stato deciso così, c’è un’emergenza e non si fa altrimenti».

«Non posso tacere questa volta - va avanti la Zanardi - la legge parla di 2,5 migranti ogni mille abitanti, noi ne avevamo già ospitati 75 e adesso ne arrivano altri 40 perché uno dei nostri cittadini ha dato la disponibilità. Non è giusto, non è possibile che i sindaci non possano avere voce in capitolo perché poi le questioni di ordine pubblico le dobbiamo gestire noi».
Zanardi sindaco a CodigoroIl momento in cui si realizza che Alice "Sabina" Zanardi è sindaco di Codigoro superando Dolcetti di soli 15 voti


Ma non finisce qui. Sempre per chi mette a disposizione l’alloggio, «verrà allertata la guardia di finanza per i controlli fiscali relativi alla gestione degli immobili della parte ospitante», ma soprattutto, «stiamo valutando la possibilità di diversificare le tassazioni per i soggetti ospitanti». Insomma, lo Stato chiede ai privati collaborazione per cercare di gestire l’emergenza profughi, ma il sindaco del Pd interviene puntando i piedi e minacciando controlli e tasse più alte.

«Si tratta di una provocazione, è evidente - spiega la Zanardi -. Non so nemmeno se sia possibile aumentare le tasse, che tipo poi di tasse applicare e come. È un modo per attirare l’attenzione verso una problematica che riguarda tutti ed è inutile negarlo. Siamo noi poi che dobbiamo rispondere alla nostra gente e non possiamo essere tagliati fuori da decisioni del genere». Attualmente a Codigoro i migranti sono quindi 115 e sarebbero diversi i cittadini pronti a scendere in piazza ed organizzare una manifestazione di protesta. «Non ho fatto alcuna virata improvvisa - conclude la Zanardi -. Noi siamo stati i primi ad ospitare, a iniziare dalle ragazze mandate via da Gorino. Adesso, però, stiamo davvero esagerando».
Profughi, gli abitanti di Gorino: "No all'invasione, dovevano avvertirci prima""Non siamo razzisti, ma in questo paese non c'è nulla. Il primo ospedale è a 60 km: cosa vengono a fare i migranti qui?" Gli abitanti di Gorino e Goro, in provincia di Ferrara, rimangono in strada. Il prefetto aveva disposto di ospitare unidici donne e otto bambini nell'ostello di Gorino, ma nella notte gli abitanti hanno eretto blocchi stradali per bloccare il convoglio. I profughi sono stati destinati in altre strutture. "Nessuno ci ha avvertito - dicono i cittadini - lo avessimo saputo prima ne avremmo potuto parlare".dalla diretta Facebook Live sulla pagina Fb di Repubblicadi Rosario Di Raimondo



finalmente saviano la smette di fare cut& paste e si memtte a scrivere un vero romanzo . La paranza dei Bambini

  colonna  sonora

  •  Le  storie    d'ieri  -  de Andrè  -  de  Gregori  
  • la storia    -  de  gregori 
  • morire  per le  idde  -   Bassens  -  de  Andre' 


In questi  giornbi di caldo  afoso   ho  quasdi divorato ( sono arrivsato quasi a metà  il libro  )  la Paranza  dei  bambibi di  Roberto Saviano   ,  romanzo  che  avevo mmesso  nel mucchio   di quelli  da leggere  ma  fra : lavoro , distrazioni  fumettistiche , letture  di  altri  libri  ,    e riviste  ,  cura  del mio fb  e   del  blog  ,  ecc. .
.È il  suo  primo romanzo interamente ,  come dice  wikipedia alla    voce  la paranza  dei  bambini di finzione di Saviano, pur se pesantemente ispirato alla realtà della camorra napoletana degli anni 2010. Tesi che non mi trova  d'accordo  visto che  è questo suo  ultimo romanzo   è  talmente    schietto  e  duro  che   è pressochè  difficile   riconoscere  (  anche  per chi  è dotato  degli strumenti  letterari )  dove  sta la  fantasia  e  la realtà  , visto    che   essi si fondono   a  tal  punto   da essere  una cosa    unica .Se non fosse   l'autore a  farcelo notare  : <<  La forma cambia ma l’incipit è lo stesso che Francesco Rosi scelse per Le mani sulla città: “I personaggi e i fatti qui narrati sono immaginari, è autentica invece la realtà sociale e ambientale che li produce”.>>  riportando una frase  di Dino Risi   in cui parlava  del suo film Le  mani sulla  città  . Tesi confermata    sia dalla  quarta  di copertina    che  la  sinossi  

Schermata 2016-11-16 alle 09.59.18
 Dieci ragazzini in scooter sfrecciano contromano alla conquista di Napoli. Quindicenni daisoprannomi innocui – Maraja, Pesce Moscio, Dentino, Lollipop, Drone –, scarpe firmate, famiglienormali e il nome delle ragazze tatuato sulla pelle. Adolescenti che non hanno domani e nemmeno ci credono. Non temono il carcere né la morte, perché sanno che l’unica possibilità è giocarsi tutto,subito. Sanno che “i soldi li ha chi se li prende”. E allora, via, sui motorini, per andare a prenderseli,i soldi, ma soprattutto il potere. La paranza dei bambini narra la controversa ascesa di una paranza –un gruppo di fuoco legato alla Camorra – e del suo capo, il giovane Nicolas Fiorillo. Appollaiati suitetti della città, imparano a sparare con pistole semiautomatiche e AK-47 mirando alle parabole ealle antenne, poi scendono per le strade a seminare il terrore in sella ai loro scooter. A poco a poco ottengono il controllo dei quartieri, sottraendoli alle paranze avversarie, stringendo alleanze con vecchi boss in declino. Paranza è nome che viene dal mare, nome di barche che vanno a caccia dipesci da ingannare con la luce. E come nella pesca a strascico la paranza va a pescare persone da ammazzare. Qui si racconta di ragazzini guizzanti di vita come pesci, di adolescenze “ingannate dalla luce”, e di morti che producono morti. Roberto Saviano entra implacabile nella realtà che ha sempreindagato e ci immerge nell’autenticità di storie immaginate con uno straordinario romanzo diinnocenza e sopraffazione. Crudo, violento, senza scampo....Qui si racconta di ragazzini guizzanti di vita come pesci, di adolescenze “ingannate dalla luce”, e di morti che producono morti. narra la storia di dieci ragazzi napoletani, guidati da Nicolas Fiorillo, e della loro ascesa nel mondo della Camorra. L'autore utilizza l'analogia della paranza, che in gergo camorristico indica un gruppo armato, riferendosi però, nel senso più letterale del termine, a quei pesci non ancora adulti e di piccole dimensioni che accecati, ma al contempo attratti, dalla intensa luce delle lampare si staccano dal fondo del mare e salendo verso la superficie vengono inesorabilmente intrappolati nelle reti dei pescatori. Analogamente, lo stesso accade a quella parte di gioventù che accecata e attratta dal desiderio di denaro facile e di potere, pur di ottenere questi valori, anche nell'impossibilità di ottenerli altrimenti, pur di sfoggiare un elevato stile di vita imposto da una società nichilista e consumista basata sull'apparenza, sceglie il crimine, la violenza e la sopraffazione come scelta di vita, pur sapendo che morirà per raggiungere quel modello ideale di esistenza.
  

Finalmente Saviano scrive    di letteratura  " pura "  non quella  "spuria  e  contaminata  (  ma non per  questo priva  d'efficacia  )  da  linguaggi  esterni  come il  giornalismo    e il reportage  . Un saviano  modesto e d  umile  finalmente   che  riconosce   a  differenza    di Gommorra  l'aiuto  esterno  in questo caso  Nicola  di Biasi ( professore  di storia  della lingua italiana  all'università Federico II  di Napoli  ) e  Giovanni Turchetta  ( professore  di letteratura  italiana contemporanea  all'università  di Milano  ) .
Un saviano     che evita   il copia e incolla (copy and paste in inglese) passivo \  acritico   che  aveva creato condana  per  plagio Gommorra  e  polemiche    con ZeroZeroZero    qui  ulterori news 
Un romanzo ,  la paranza  di  bambinbi  che  ottiene  anche ottime  recensioni   ( l'onore  delle  armi 😁😇😨  )   da suoi ( e non solo ) stroncatori e  strocatori di professione 
Un libro  bellissimo  , intenso  . << Un'opera scritta  >> --  sempre secondo il  giornale  --- << seguendo la scuola del vecchio realismo ottocentesco, una distanza letteraria da Emile Zola, pur con il ritmo della serie Narcos e uno sguardo da entomologo, in una struttura romanzesca solida e senza nessun ingresso morale dell'autore che avrebbe rovinato tutto, tranne in alcuni intermezzi in corsivo, dove però, anche qui, viene espresso un atteggiamento quasi darwiniano, da scienziato sociale, perché alla fine la vita è questa: «Esistono i fottitori e fottuti, null'altro. Esistono in ogni posto e sono sempre esistiti. I fottitori da qualunque condizione cercano di avere un vantaggio, che sia una cena offerta, un passaggio gratuito, una donna da portar via a un altro, una gara da vincere. I fottuti in qualsiasi condizione prenderanno il peggio».  bisogna dire che Saviano, adesso che è uno scrittore vero, se continua così, è fottuto, perché uno scrittore in Italia non vende e soprattutto non conta assolutamente niente. Per essere fottitori, qui, bisogna scrivere stronzate. Complimenti, Roberto, e tanti auguri.>> Ottima  la la  descrizione    di una  gioventù allo sbando   senmza   ( o  rare   )  diofese  dalla  cultuira  del tutto  e  subito    ,  del'apparire  .  Tale  romanzo  mi  riporta  all  mente  quesrti  versi  di  una famosa  canzone  : 

 (  ... ) 
La Storia dà torto o dà ragione
La Storia siamo noi
Siamo noi che scriviamo le lettere
Siamo noi che abbiamo tutto da vincere
O tutto da perdere
Poi la gente
Perché è la gente che fa la Storia
Quando è il momento di scegliere
E di andare te la ritrovi
Tutta con gli occhi aperti
Che sanno benissimo cosa fare
Quelli che hanno letto un milione di libri
E quelli che non sanno nemmeno parlare
È per questo che la Storia dà I brividi
E nessuno la può cambiare 
(....  )  


Il suo nuovo libro è , come  giustamente  afferma https://www.wired.it/play/libri/2016/11/16/libro-roberto-saviano-la-paranza-dei-bambini-recensione/  scorrevole, appassionante, solo in apparenza meno illuminante dei precedenti, più umano e radicale. Dice tanto di “noi” e non solo di “loro”.   Infatti Saviano  Dopo aver vivisezionato i meccanismi di potere lo scrittore si sofferma su quelli di mera sopravvivenza. La scelta del dialetto e i ragazzini scafati richiamano istantaneamente alla memoria gli accattoni di Pier Paolo Pasolini, ma i “paranzini” non sono   -- sempre  secondo l'artarticolo   di  wired  -- ragazzi di periferia, né  figli di proletari ma di famiglie piccolo o medio borghesi che trovano nel denaro facile e nella violenza l’unica forma di affermazione possibile. “Per questi ragazzi la vita non conta niente. Sarebbe facile dire ‘sbattiamoli in galera e liberiamoci di loro’ ma io voglio capire quanta innocenza c’è in questa colpevolezza”, spiega Saviano che sfida le sue platee adoranti: “Non mi sembra che il nostro capitalismo contemporaneo si differenzi così tanto dal loro modo di vivere”.
Le affermazioni di Saviano suonano quasi come un’implorazione all’ascolto, ad aprire gli occhi, a preoccuparci di chi siamo e di chi abbiamo di fronte, a non giudicare frettolosamente.
Ci rifletto, mentre ,  leggendo  il la parte   dei fottuti  e  futtitori   , curiosamente mi tornano alla mente le parole del clown franco algerino Miloud Oukili (il fondatore dell’Associazione Parada) che con l’arte circense ha salvato migliaia di ragazzini dalla disperazione: “Non esistono bambini di strada, ma bambini dimenticati da adulti e quegli adulti siamo tutti noi”.
Ne La paranza dei bambini ,  e  quin  concludo ,  non si realizza (  almeno  cosi  sembrerebbe  )  solo l’evoluzione di Saviano scrittore ma anche quella del personaggio Saviano, del Saviano rockstar   , che   Fa il tuttologo. Sta sempre in mezzo come  il prezzemolo  . È diventato un marchio che divide. Puntualmente idolatrato dai suoi fan e schernito dai suoi haters a causa del famoso successo/talento che non si perdona e di una snervante mania di protagonismo e presenzialismo (tra cinema, teatro, web e tv). Anche il suo nuovo libro, pubblicato  non manca di suscitare polemiche.  Infatti   Nicolas “buca lo schermo”, scrive il suo creatore, ancor prima di definirne l’essenza sulla pagina . Sono ufficialmente aperte le scommesse sulle tempistiche con cui Sky annuncerà la trasposizione del romanzo sul piccolo o sul grande schermo.Speriamo  che  sia  il  primo   romanzo   del  cicllo del  vinti  ,  e  che  si  sposti dal sud  a  descrivere    gli ambienti del   resto  del paese perchè la mafia  anzi le mafie   si trovano come  testimoniano i  suoi articoli  si  trovano  ormai nell'intero paese  .

4.8.17

i bivi della vita

Nel viaggio della vita capita a volte di essere
dal mio  istangram https://www.instagram.com/redbeppeulisse/

ad un bivio sulla strada da prendere .
Infattti mi chiedo   se  usare  la tecnica   de il potere della visualizzazioni  come  mi èstato suggerito  dal mi amico analista  o  continuare  alla  cieca  nella  strada  verso la  luce
Nessun testo alternativo automatico disponibile.
orfani  :  Sam  n 4

  cioè qualsiasi  cosa mi  capiti nel  cammino     che  è nella vita  l'importante  e  che  io riesca  in un modo  o nell'altro a   cavarmela  ovvero meglio non contare  sulla  fortuna   ma  soltanto  su  stessi  e  alla fine si  hanno  più se  stessi    come rispondevo   a chi mi  chiedeva    noi siamo  padroni del nostro destino  o   è la  sorte  a governarci ?



BUON COMPLEANNO CHARLIE © Daniela Tuscano

Sarebbe stato il primo, forse l'unico, non lo sapremo mai. Auguri, comunque, bimbo interrotto. E non tanto perché abbiano anticipato la tua fine. Ma perché sei salito sulla croce senz'aver conosciuto il riposo della carne, la sola beatitudine terrena, il completo abbandono del seno materno. Non hai respirato la fragranza di guanciale che consola senza fatica, prima d'ogni dolore. Appartenevi alle stelle e vi sei tornato. Le immaginiamo fredde e lontane e invece sono pura energia, folgorante e imprendibile, e appaiono solo di notte, a occhi chiusi, quando i pensieri si perdono e lo spirito aleggia, libero almeno per rade ore. 
Auguri, Charlie. Questo pianeta dall'arida crosta e dal gelido cuore non ha saputo amarti. Chissà se i censori da "social network", quelli che lasciano impunite bestemmie, minacce, fascismi e immagini violente, si lasceranno commuovere da questa fotografia.


L'immagine può contenere: una o più persone, persone in piedi e spazio al chiuso

 Io te la dedico. È tutta in salire, è una maternità suprema, le radici da te solo sfiorate. In questi giorni un altro Charlie lotta per rimanervi aggrappato. Prega perché questa generazione voglia ancora generare, e non smarrisca l'aria pura dell'altezza.
© Daniela Tuscano

LE ANIME BELLE ESISTONO E RESISTONO ... Lei si chiama Chiara Trevisan, ha 46 anni e di mestiere legge libri agli sconosciuti.

  da   Mauro Domenico Bufi    21 dicembre alle ore 11:05   il suo carretto carico di libri, frasi, parole, storie. In testa un buffo cappell...