22.6.08

Senza titolo 632

negozietti allegri

Sembra una tranquillissima zona residenziale appena costruita, una tranquilla zona pedonale friulana.


Invece non è altro che un agglomerato di negozi vuoti e spenti.


 


 


 


 


 


Non mi è facile raccontare la mia vita in ambito lavorativo o in ambito sindacale, dove il percorso che si sta effettuando viene spesso e volentieri messo in sordina dai mass-media: si tratta del terziario, della Grande Distribuzione (aggiungo: perchè l'economia deve girare, i soldi che gli italiani *non* possiedono devono spenderli in "oasi commerciali", perche solo con lo shopping si è felici e ci si sente appagati -compreso lo shopping alimentare!-).



Si parla di trattative, di impegno ad una rieducazione storica non solo di pensiero a livello sindacale, ma anche di conoscenza storica del ramo e del suo attivismo, e con questo bisogna “registrarsi” da quando, anni fa,  venne applicata la legge 30 (cosiddetta Biagi).


Il precariato ha iniziato ad insediarsi sommessamente, senza tener conto delle conseguenze che avrebbero portato nei giorni nostri.


Gli italiani, i lavoratori in genere, non pensavano di dover affrontare tagli profondi, spaccati di sottomissioni, “disamoramento” del proprio lavoro. La globalizzazione, al posto di unire il pensiero o le vicissitudini dei lavoratori ha portato ad una divisione sempre più profonda nel mondo del lavoro. Ha incentivato l’individualismo egoistico creando comportamenti spesse volte disgustosi... mentre i GRANDI conoscendo la logica psicologia dei lavoratori ha iniziato a “tagliarli”...


Non so esprimere bene alcuni concetti, ma ciò che m’inorridisce è il fatto che più si va avanti, più sarà difficile ri-conquistare ciò che dal 1968 in poi ha resistito per un buon trentennio.... quando la dignità aveva un valore.


 
Passino le "domeniche lavorative"; diventerebbero gioni lavorativi normali, senza la maggiorazione della festività.


Giusto per fare un favore a chi le domeniche può passarle con le"chiappe" al sole... e magari su qualche "misera barchetta"....


Foto0056


 


 







P.S.


son perfettamente cosciente che ci son anche altri problemi da affrontare... intanto qui metto in evidenza una categoria che non viene MAI menzionata.... dove il malcontento regna sovrano: tra noi che lavoriamo in questa ambito si respira IMPOTENZA.



E I GRANDI IMPRENDITORI GODONO.

Roma, 24 giugno

Tra pochi giorni ci sara' l' annuale festa delle streghe di s. Giovanni.
Non sapevo molto su questa festa, cosi' mi sono messa al pc e ho digitato un po' in cerca di informazioni. Secondo un sito, il 24 giugno si celebra, secondo le tradizioni italiane, la notte in cui le streghe si recano, in volo, verso il "Grande Noce di Benevento"; l'albero sul quale una dea lunare avrebbe sconfitto il diavolo, rimandandolo negli inferi.(Beh..mandare all'Inferno il Diavolo non e' effettivamente roba da poco..) Naturalmente la Chiesa ha messo lo zampino pure su questa credenza popolare, sopprimendo la festa durante la quale, tra le tante, vi era d'abitudine appendere alle finestre un rametto di rosmarino per evitare che le streghe in viaggio si fermassero a ristorarsi in casa.




Le tradizioni su questa festa sono tantissime!  Provate a dare uno sguardo su internet a caccia di info sulla festa delle streghr di san Giovanni e ne leggerete delle belle. Se siete di Roma, spero di trovarvi intorno al falo'.




METROPOLI MULTIETNICA

 

NEGOZI: Iniziamo, per stupirvi, dalla lontana Taipei (Taiwan)segnalando Eslite, una catena di librerie con ben 41 negozi, alcuni aperti 24h su 24: 300mila titoli di tutti i generi, la maggior parte in inglese.


Di fronte alla grande moschea della Mecca, all’esterno c’è il grande centro commerciale Abraj Al Bait Shopping Center di 4 piani, dove poter non solo consumare dei pasti, anche acquistare cose utili per la casa ecc, attenti ai prezzi!


http://www.abrajalbait.com/


Più in là c’è un’altra catena il Bin Dawood.


http://www.bindawood.com/


La noche de Cuba è un negozio on line specializzato in abbigliamento, scarpe da ballo e musicalatinoamericana.www.lanochedecuba.it Artorient sorge nel palazzo omonimo, è un grande magazzino in Via Pogliaghi,1 dove trovare una vastissima gamma di tappeti orientali.


La Libreria Iman in Via Varanini 12 a Milano è aperta da diversi anni, ma solo ora abbiamo l’opportunità di consigliarvela per il fatto che è una tra le rarissime librerie islamiche in Italia. Il negozio è grande, ha due piani, si possono acquistare anche abiti islamici, soprattutto per donna. Troverete libri sull’Islam in italiano, ma quelli che riteniamo più interessanti sono proprio in lingua araba –numerosissimi nel negozio- francese ed inglese. Le uniche librerie nel genere in Italia di solito sono quelle nelle moschee.


Ricorda molto i numerosi negozi e librerie che trovate nei paesi arabi.


Macelleria Al Mulk Viale Tibaldi, 8, una delle tante macellerie arabe.


Prodotti Alimentari: nome ultrasemplice per questo negozio in V.le Romagna, 12 con cibi africani, indiani,asiatici,filippini, ecc. Millennium Grossary è un negozio di alimentari etnici in Via Imbonati, 89; stessa cosa per E.B Euroasia in Via A.Doria, 20. Pasticceria Faji in Via Canonica, 38, è gestita e frequentata dai cinesi: molti i dolci che sforna; all’ingresso campeggia un’enorme torta nuziale (finta) a più strati.



LEGGI IL RESTO QUI':


http://etnomondi1.splinder.com/post/17130199/METROPOLI+MULTIETNICA

La riconciliazione.

 



IMGP1050



La riconciliazione
unica  via d'uscita.
La  riconciliazione non è una specie di favore o concessione
verso qualcuno,
che  non si merita  tale gesto
e riconciliarsi non significa nemmeno
diventare amici di chi ci ha fatto
il danno.
La  riconciliazione non implica di diventare il passato,
bensì di evitare che il passato
 ci si imponga come  se  fosse il presente
oscurando e condizionando il futuro.
E'  sopratutto
 un atto positivo verso se stessi
aldila che  possa avere anche conseguenze
per gli altri.

Convito



 





Nel giallo dei miei pensieri
sei apparsa tu,
rassettando idee e affetti,
nell'incalzare perenne della vita.
E apparecchiasti per me
una tovaglia di coccole rosse,
ci sedemmo
e pranzammo insieme.
Non scialacquavi il tuo sorriso,
parca e devota
come l'accorta formica.
Mi richiamavi
al senso del cuore
offrendomi schegge
di fulgidi nasturzi.
Colsi l'attimo: poi, soave,
tornasti nel segreto incantatore,
a me arcano e fuggitivo,
in attesa, ridente,
d'una nuova primavera di gioia.


Daniela Tuscano

Senza titolo 631

  VE LO RICORDATE L'AEREO DI LATTA ?  :-)


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21.6.08

e noi giudichiamo illegale l'immigrazione clandestina

.. invece  di punire  chi permette e sfrutta   tale  cosa   e senza  sapere quali pericoli  devono affrontare




Cuatro refugiadas caminan en medio de una tormenta de arena


da www.elpais.com/fotografia/internacional/

- Vento -


Vento freddo che spettinasti i cuori


 di chi ne consumò Amore


librati all'orizzonte adesso che


 il glicine schiude le sue ali


portaci consiglio


tenendoci per mano...


 dacci un figlio sotto


 questo cielo stellato.


attraverso il fiume dei ricordi


soffiasti via la saggezza


e creasti un ponte di sentimenti,


a noi prezioso e grato...


Adesso. . .


soffiaci ancora se lo vuoi...


 Celticopoesia2008

qualcuno nelò l 1835 lo aveva prevvisto ed è ..

... un filosofo   molto amato e citato  dal centro destra

«Può accadere che un gusto eccessivo per i beni materiali porti gli uomini a mettersi nelle mani del primo padrone che si presenti loro. Non è raro allora vedere delle moltitudini rappresentate da pochi uomini che parlano in nome di una folla assente o disattenta, che agiscono in mezzo all’universale immobilità disponendo a capriccio di ogni cosa: cambiando le leggi, tiranneggiando a loro piacimento; tanto che non si può fare a meno di rimanere stupefatti nel vedere in che mani indegne e deboli possa cadere un grande popolo » Alexis de Tocqueville, «La democrazia in America», 1835

Senza titolo 630

  22 / 06 / 2008 / S. PAOLINO !  SINCERI AUGURI DALL'ESPLORATORE !  :-)


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Il fascio comunista vita scriteriata di Accio Benassi .






Essendoci molte  canzoni italiane  e internazionali adatte per  fare da  colonna sonora  \ sopttofondo musicale  a tale post   ho scelto a  malincuore  : 1) mio frate4lo è figlio unico   di rino gateano   ( ne trovate sopra un video e qui il testo  )   di rino Gaetrano ;  2) la colonna sonora del film tratto dal romanzo ; 3) vagabondo dei nomadi  qui un bellissimo video  ., 3) l'avvelenata di Guccini  qui il testo
nel regno del nulla televisivo e adesso anche radiofonico , salvo che per i sonnambuli , un libro ( bello , brutto , mediocre, pessimo , ecc ) costituisce una valida alternativa insieme ad una bella camminata .
Ultimamente ho letto , anzi divorato ( ero da era da Romanzo criminale di De Cataldo che non mettevo in moto un simile ambaradàn
) essendo appassionato oltre che ai triller e hard bollet alle biografie ( anche se romanzate ) , ai romanzi a sfondo storico o politico , oltre che incuriosito ( è questo è uno dei casi ) di vedere come un regista ha reso un romanzo o qualche altra opera letteraria come il romanzo di formazione   “ il fasciocomunista vita scriteriata di Accio Benassi “ di Antonio pennacchi da cui è tratto il film daniele lucchetti  “mio fratello è figlio unico” titolo isiprato all'omonima canzone  (  trovate sopra il video )  di rino gaetano 
Il libro è uscito nel 2003, ma oggi è tornato alla ribalta dopo che dal romanzo è nato il film di Daniele Luchetti "Mio fratello è figlio unico", che vede come interpreti Elio Germano
e Riccardo Scamarcio.
Un libro toccante ( molto più del film le cui differenze nonostante siano poche sono abbastanza notevoli ma che hanno in comune il un confronto senza fine una stagione fatta di fughe , ritorni , botte , ma soprattutto di grandi passioni ) , allegro , triste , allo stesso tempo .
<< La lingua di Pennacchi è >> come dice l'ottimo sito  http://www.wumingfoundation.com/ <<
efficacissima, piena di prestiti dialettali e stratagemmi reiterati fino a diventare tormentoni, come quel "Dice:" a cui seguono domanda retorica e risposta auto-assolutoria. L'effetto è indicibile. Esilaranti le descrizioni delle scazzottate, con l'immancabile incipit: "Gliene misi due in faccia". Sapete come la penso: se riesci a rendere viva una rissa o una scazzottata, allora sei un bravo scrittore.Il fasciocomunista contiene alcune perle, come la storia della partecipazione dei giovani fascisti alle prime occupazioni del '68 romano. Stando a Benassi/Pennacchi, non solo i militanti di Avanguardia Nazionale, guidati da Stefano Delle Chiaie, presero parte agli scontri di Valle Giulia, ma addirittura li cominciarono: furono i primi a controcaricare la polizia . In seguito, il celebre intervento squadristico alla Sapienza voluto da Almirante e Michelini (che stavano facendo il maquillage al MSI per trasformarlo in " partito d'ordine " anti-estremisti ) impedì la "fraternizzazione" e costrinse i giovani di destra a schierarsi "di qua" o "di là". Benassi si schiera "di là", coi rossi. << (....) E' lo stesso giorno in cui Oreste Scalzone rimase ferito alla spina dorsale. Nel suo libro autobiografico Biennio rosso (a cura di Ugo Maria Tassinari, edizioni SugarCo, 1988), sempre secondo Wm1 , lo stesso Scalzone è molto evasivo sulla presenza dei giovani di destra a Valle Giulia: solitamente tanto logorroico da provocare edemi cerebrali in chi lo ascolta, in quel passaggio se la cava in due righe, dicendo più o meno: "Boh, può darsi, c'era un tale casino..." (...) >>                                                                                           Altro passaggio bellissimo è una lite con Pasolini sulla questione della "degenerazione antropologica" dei giovani italiani. Oppure il finale tutt'altra cosa  rispetto a quello sdolcinato del film .Si puo' quindi dire che il romanzo è la storia di una generazione o almeno una parte d'essa che in un periodo ancora aperto 19601980 passo' dalla destra alla sinistra extra parlamentare e ala sinistra parlamentare o che come è il caso del sindaco di Roma Alemanno e è rimasto a destra .Erta da tempo , almeno dai libri che ho letto direttamente o di cui ho sentito parlare o letto recensioni , che -- come dice la quarta di copertina del libro-- Accio Benassi è un personaggio come da tempo non se ne vedevano nella letteratura italiana: ribelle, attaccabrighe, goffo, innamorato, illuso, ingenuo, disubbidiente, sentimentale, arruffapopoli.La cosa che più mi ha colpito, fin dall'inizio, in questo romanzo, è la capacità dell'autore di mantenere un ritmo elevatissimo, incalzante, che incolla il lettore alla pagina, senza ricorrere alla scrittura secca, mitragliata, telegrafica, che abbiamo imparato ad amare sulle pagine di Ellroy.Ciò che risulta torrenziale, ne Il fasciocomunista,è l'affabulazione, la miriade di aneddoti, di personaggi, di situazioni assurde e strampalate. Una lingua che imita o usa abbondantemente il parlato, anzi, il "raccontato", proprio del cantastorie, che spesso dialoga col suo pubblico, altre volte si fa prendere dall'emozione perché , in fondo, è della sua stessa vita che si sta parlando. Un anarchico di costituzione e di DNA alle prese con le grandi istituzioni totali del recente passato: la famiglia - dominata da una madre anaffettiva e del tutto fuori di testa; la Chiesa - cioè il seminario e la crisi di vocazione; il neofascismo pecoreccio della provincia di Latina, e quello più violento ed eversivo della capitale; quindi i "preti rossi" di Servire il Popolo; la Droga - ma solo di sfuggita, come passaggio dal farsi le pippe al farsi le pere; la Fabbrica.Un vero pugno in faccia a tante scritture autobiografiche che non raccontano nulla, non trasmettono alcuna emozione, non coinvolgono nessuno.Pennacchi, fondamentalmente, mette in scena sé stesso: a volte, forse, si lascia scappare qualche indulgenza su aspetti più personali, ma sono momenti brevi, comunque gustosi.
Inoltre secondo Wm2
Quello che spicca - e che salva, rendendo il libro uno dei migliori italiani della stagione - è la voglia di raccontare che straborda da ogni parola, e con essa il desiderio di fare letteratura corale, un vero affresco dell'Italia di ieri l'altro, filtrato attraverso lo spirito incontenibile di un grandissimo rompicoglioni.>> e  come dimostra la stessa  biografia dell'autore ( foto  a destra     e qui la  sua biografia ) . Un buon romanzo anche se  troppo affrettato nel  finale  , dato  non si parla  deil  funerale   del fratello ,   dele reazioni  dei geniitori  alla sua sbandata verso la droga  . Ha avuto  iol pregio e qui facciom complimenti all'autore   d'eviutare  un finale strappa lacrine   ovvero vogliamoci bene  e\o  ciò che è bene   finisce  bene . Sulla stessa linea  del  il voltafgabbana  di lajolo  ( vedere righe  successive  )  ma  con parti più romanzate   che  autobiografiche  , ma  abilmente fuse insieme   dall'ottima scrittura creativa  .
Concludo che è un libro molto polemico ma purtroppo nel clima culturale d'oggi , le polemiche si sono spente subito , cosa che invece non sarebbe successo se il libro fosse stato scritto prima del 1989-1992 e avrebbe provocato specie a sinistra polemiche a non finire come quelle che si succedevano con Davide lajolo ( in particolare "Classe 1912" (1945) (ristampato nel 1975 e nel 1995 con il titolo A conquistare la rossa primavera) e ne Il voltagabbana (1963) ristampato  nel 2005 , in cui l'autore analizza le ragioni che lo portarono a schierarsi, dopo una giovinezza fascista, dalla parte della Resistenza. Finestre aperte a Botteghe Oscure (1975), che suscita notevoli polemiche a sionistra ) Pier paolo pasolini ( con le  sue opere in  particolare i saggi )  e Beppe fenoglio ( con i suoi romanzi sulla resistenza anti predominio del Pci  )


contesto storico e culturale




I misteri!

 



grafia


                                                 Grafia Di Pietro Chiabra



 



I misteri di ogni credo ci vengono


ad  insegnarci la salvezza.


Che  ne rimane di noi,


se ci richiudiamo nell’angustia terrena?


L’anima non trema,


cuor senza dolore,


unico  problema può essere


la  mente: oscilla, vaga


riduci la  debolezza


la  forza  prenda  il sopravvento


dando pace! 




by   donatella camatta



 

Libertà sul web. Sentenza oscurantista in Italia.







Condannato penalmente da un tribunale della Repubblica per il reato di "stampa clandestina", reo di aver curato il sito internet di documentazione storica e sociale "accadeinsicilia", già oscurato d'autorità.
E' avvenuto un fatto gravissimo, che potrà avere effetti devastanti per la libertà di espressione sul web in Italia. Carlo Ruta è stato condannato a una pena pecuniaria, per "stampa clandestina", solo per aver gestito un sito di documentazione storica e sociale, in sostanza un normalissimo blog, di cui peraltro era stata comprovata, dalla polizia postale di Catania, cui era stato conferito l'incarico degli accertamenti, la non periodicità regolare.
L'incredibile sentenza penale è stata emessa dal giudice Patricia Di Marco, presso il tribunale di Modica, dietro denuncia presentata dal magistrato Agostino Fera, noto alle cronache per le censure di cui è stato fatto oggetto da diversi parlamentari della Repubblica, da Giuseppe Di Lello al presidente dell'Antimafia Francesco Forgione, in relazione alla gestione dell'inchiesta giudiziaria sul caso del giornalista Spampinato.
Una sentenza del genere, che reca riscontri soltanto in Cina e in qualche nazione a regime dittatoriale, per le leggi che vigono nel nostro paese è un'assurdità. Costituisce un attacco frontale al mondo del web, alla democrazia, ai diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione. E' quindi importante che le realtà delle reti, le sedi dell'informazione, le espressioni del paese civile rispondano con la massima determinazione.
Firma la petizione, potresti essere tu il prossimo condannato!




La pagina della petizione è raggiungibile a questo indirizzo

RISTORANTI ETNICI




* RISTORANTE JAPPONESE KIMURA, era da tempo che volevamo provarlo e  possiamo dire che non ha deluso le aspettative. Locale accogliente, alcuni del personale parlano l’italiano perfettamente. Varietà di pesce, noi abbiamo preferito fare il bis di sushi di due belle portate. Molto buono, tra l’altro dicono che il sushi per chi è a dieta va benissimo: ti riempie, soddisfa il palato, senza farti ingrassare. Solo una cosa: perché Japponese con la J e non con la G? In viale Monza 4 a Milano. Chiuso il lunedì sera e domenica a pranzo.


 


* SHING YANG CHINESE RESTAURANT Se andate in Arabia Saudita a Medina, non dimenticate di fare un salto in questo curioso ristorante… cinese del nostro amico egiziano Taher Said Muhmed Abdaleh. Sembra strano trovare in un paese arabo la cucina orientale, eppure da quelle parti non è impossibile. Potrete gustare prelibate specialità. Tra il personale simpatici filippini. Ecco l’intero indirizzo:


Almadina Almonwara- Al SahaCenter – Khalid Bin Alwleed St. P.O. Box: 20330


 


* RISTORANTE INDIANO E PAKISTANO HIMALAYA, specialità Tandoori e curry, gradita la prenotazione. Ve lo consigliamo, anche se apparentemente piccolo, in realtà è molto accogliente carino e si mangia davvero bene. Molto buono il riso basmati dai diversi colori. Il personale è pakistano, sempre cordiale e disponibile. In Via Trivulzio Antonio Tolomeo 16 a Milano, aperto tutti i giorni dalle 10 alle 24, tra le fermate della Metro Gambara e De Angeli.


 


* RISTORANTE GIAPPONESE TOMOYOSHI L’avevamo sempre snobbato perché ci sembrava troppo occidentalizzato, falso giapponese gestito da cinesi e per di più “modaiolo”. In realtà si mangia molto bene ed andrete via soddisfatti. Abbiamo assaporato nuove specialità, un po’ frequente è l’uso delle uova, il tutto senza esagerare. Personale gentile, anche se in cucina abbiamo visto cuochi… non proprio orientali. Ma non fermatevi alle apparenze. In Via L. Sacco 4 a Milano, zona De Angeli.


 


* RISTORANTE USMAN E TAKE AWAY E’ un altro ristorante che dall’esterno non invoglia molto ad entrare. Non fatevi tradire anche questa volta dalle apparenze, all’interno è molto carino e più grande di quanto possa sembrare da fuori. Specialità indiane, turche ma anche…pakistane, il personale proviene dal Pakistan. Se snobbate i Take Away vi consigliamo in questi casi di non farlo, poiché il cibo è cucinato quasi subito ed è fresco. Unica nota stonata per chi è musulmano: prima il ristorante non serviva bevande alcoliche e per questo meritava  di essere fra i pochissimi ristoranti halàl pakistani in circolazione. Adesso è uno fra i tanti. In Via Panfilo Castaldi 27 a Milano.


 


* MO’MEN Sparsi per l’Egitto la catena di ristoranti “Mo’men” nati da un’idea dei fratelli Mo’men nel lontano 1988. Sono Take Away con una svariata scelta di panini e non solo, si mangia bene. È dal 1999 che li frequentiamo. http://www.momen-restaurant.com/


 



LEGGI IL RESTO QUI':


http://etnomondi1.splinder.com/post/17130324/RISTORANTI+ETNICI

Curiosità


Hello Kitty nominata ambasciatrice del turismo in Giappone. La gattina però vive a Londra da molti anni. Speriamo nessun problema!!!

La vittoria della Pace


E' estate.Lasciatemi dunque esagerare,e ribaltare lo sconsolato motto di Erasmo.      
Ma se non ci crediamo noi, alla vittoria,come possiamo convincere anche  gli altri ?
Abbiamo qualche motivo di speranza.







Ecco il primo:




"Il Sindaco di Bresso Fortunato Zinni [al centro ] dichiara il suo dissenso al pericoloso e scellerato progetto militare che l'amministrazione Bush sta cercando di imporre all'Europa senza consultare i cittadini". A questo link si trova il messaggio di adesione del primo cittadino bressese.


Ricordo che sul sito www.nonviolenza.net si può ancora firmare per la petizione online, che ha raccolto più di 122000 firme e l'adesione di molti personaggi della politica, della scienza, della cultura e dello spettacolo. E domani, sciopero mondiale della fame contro l'installazione dello scudo.


La seconda "news" (ma sì, concediamoci uno strappo anglofilo per una volta) è, in certo senso, conseguente alla prima, anche logica: il Tar di Vicenza ha bloccato i lavori per l'ampliamento della base Usa. Oltre alle irregolarità procedurali nelle gare d'appalto, il giudice veneto ha sottolineato che, riguardo al progetto, mancava un elemento essenziale, ovvio, banale: il consenso dei cittadini. Ciò che i movimenti per la pace vanno ripetendo da oltre un anno.



Non ci aveva pensato nessuno. E non mi riferisco tanto agli Usa, che della volontà popolare palesemente se ne sbattono. Alludo all'imbelle governo Prodi, che all'epoca non previde neppure quest'eventualità ma, nel patetico tentativo di dimostrare la sua sudditanza al permaloso e potentissimo "alleato", si affrettò a ratificare, con zelante servilismo, le decisioni del Capo d'Oltreoceano. Per uscire dalle pastoie dell'impopolarità, almeno qui in Italia,bastava indire un referendum. Ma, ripeto, non ci hanno pensato. Tutto vano, fra l'altro: Bush ha continuato a preferire Berlusconi fin quando, complici svariati fattori ( Mastella, Vaticano, rifondaroli e soci  affondati...),quest'ultimo è  tornato saldamente in sella.Insomma :  oltre al danno, la beffa.

Ma quanto è accaduto attesta che, malgrado il colossale sforzo intrapreso per imbavagliarci, i Golia nulla possono contro i Davide. Nulla possono, se noi non glielo permettiamo. Se non perdiamo la speranza e la consapevolezza del numero, dell'appartenenza, della dignità di ognuno.
Né si dimentichi che, a Vicenza, la protesta ha ottenuto successo anche grazie al convinto sostegno di molte associazioni cattoliche, e persino di numerosi vescovi. Non si tratta, insomma, dei soliti quattro foffi spinellati. Ed è forse un bene che Propaganda Fide metta in guardia sulla pericolosità del simbolo della pace, diabolico emblema di sincretismo, relativismo ecc. ecc. E' un bene perché è vero che i simboli sono linguaggio e, come tale, temibili per il potere. E, al tempo stesso, restano ciò che sono: colori, sorrisi, accenni. E' un bene perché dimenticano, o forse ignorano, la lezione di Capitini, don Milani, don Zeno, Giorgio La Pira e, tra i vivi, Alex Zanotelli [a lato, nella "sua" Korogocho] che da impenitente new age qual è non solo sfoggia uno scialle variopinto, ma una volta ha osato persino regalarmi una croce multicolore realizzata dai suoi amici africani! Troppo etno, troppo tribale. La vedesse il bianco signore d'Oltretevere, non mancherebbe di lanciare fulmini dalle sue diafane mani. Ma quelle, preferisce farsele baciare da quel perfetto modello di cristiano che è Silvio Berlusconi.



Ma quanto è accaduto attesta che, malgrado il colossale sforzo intrapreso per imbavagliarci, i Golia nulla possono contro i Davide. Nulla possono, se noi non glielo permettiamo. Se non perdiamo la speranza e la consapevolezza del numero, dell'appartenenza, della dignità di ognuno.




Né si dimentichi che, a Vicenza, la protesta ha ottenuto successo anche grazie al convinto sostegno di molte associazioni cattoliche, e persino di numerosi vescovi. Non si tratta, insomma, dei soliti quattro foffi spinellati. Ed è forse un bene che Propaganda Fide metta in guardia sulla pericolosità del simbolo della pace, diabolico emblema di sincretismo, relativismo ecc. ecc. E' un bene perché è vero che i simboli sono linguaggio e, come tale, temibili per il potere. E, al tempo stesso, restano ciò che sono: colori, sorrisi, accenni. Lasciamo che il Vaticano prosegua la sua crociata contro un pezzo di stoffa. Noi la ostentiamo con gioia, ben sapendo che dietro quel velo si cela l'avvenire di uomini e donne migliori.

Last but not least (aridaje...): l'ha decretato l'Onu, non i cittadini (anzi, le cittadine) che lo subivano da un pezzo: lo stupro diventa crimine di guerra. Non più un "reato minore", come orrendamente veniva considerato prima. Meglio tardi che mai. Ma niente ripagherà il dolore, l'umiliazione e  -                                           Artemisia Gentileschi, Susanna e i vecchioni, 1649.

non di rado - la morte di quelle donne e di quei bambini resi vittime senza valore del maschio bellicismo e delle sue virilissime guerre idolatre.

                                                                                                               






                                       Daniela Tuscano




Senza titolo 629

  VE LA RICORDATE QUESTA PISTA DI LATTA ?  :-)


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ricordate gente era il 3\1\1925 ma sembra oggi

«Dichiaro qui, al cospetto di questa assemblea e al cospetto del popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto. L’Italia, o signori, vuole la pace, vuole la tranquillità, vuole la calma laboriosa. Noi, questa pace, questa calma laboriosa gliela daremo con l’amore, se è possibile, e con la forza se sarà necessario»
Benito Mussolini, discorso a Montecitorio dopo l’omicidio Matteotti, 3 gennaio 1925. Le parole di Mussolini sono state ricordate ieri da Silvana Mura (IdV) dopo la lettera di Berlusconi a Schifani in cui il premier si assumeva «la responsabilità politica» dell’emendamento che sospende i processi

La scelta di Washington: sottomettere l'Iran, assicurarsi l'Iraq

opendtheme2_logoGli Stati Uniti stanno affrontando decisioni militari e politiche chiave nei confronti di un aspro avversario, l'Iran, e di un avversario resosi alleato, l'Iraq. Il loro esito avrà importanti conseguenze sul futuro a breve e medio termine sia per il Medio Oriente che per gli stessi Stati Uniti.
La decisione relativa all'Iran, in sostanza, è se e quando entrare in guerra nel tentativo di contrastare e/o annullare lo sviluppo delle centrali nucleari iraniane. I segnali che questa prospettiva sta ritornando ad un'attiva considerazione da parte della Casa Bianca si accumulano da settimane. (Paul Rogers)

Continua su Le coordinate galat(t)iche.

Minoranze termometro dela nostra democrazia

dal il giornale di sardegna  del  20\6\2008   una  toccante   è bellissima intervista  a tullia  zevi 


Ludovica jona italia@epolis.sm

«Solidarietà  per i rom: perchè  hanno avuto un destino simile agli ebrei »Abbiamo il dovere di educare alla cultura della diversità,per preparare le nuove generazioni a questa sfida: l'integrazione è la via per il futuro


Oltre la solidarietà.ha voluto esprimere “fratellanza” per le popolazioni rom e sinte «che hanno condiviso con noi ebrei i campi di sterminio». E in un momento in cui gli zingari sono al centro del problema sicurezza, ha voluto ricordarne, commossa, la grande vitalità: «Nei campi, sapendo di essere destinate a morire, si accoppiavano continuamente e disperatamente: trovo questo un meraviglioso inno alla vita».
È con un intervento coinvolto e molto toccante che Tullia Zevi, giornalista e storica, prima donna presidente dell’Unione delle
comunità ebraiche italiane (Ucei), ha parlato della popolazione migrante per definizione,
all’incontro “1000 voci contro il razzismo”, organizzato all’Università La Sapienza di Roma.La sua interpretazione dell’ebraismo va oltre l’aspetto religioso: come persona «che ha vissuto sulla propria pelle il razzismo», vede nell'appartenenza a una minoranza, il ruolo speciale di coscienza critica della società.

Cosa  la spinge   a prendere posizione affianco alle popolazioni  rom e  sinti ?

Le minoranze sono un po’ il termometro del grado di democrazia di un Paese: dalle condizioni delle minoranze, da come vivono, si sentono e vengono tutelate, si misura la temperatura democratica della società. Quindi a unirci è il diritto della minoranza ad esistere. Ho sempre avuto molta solidarietà per i rom, ho sempre considerato con molta comprensione i loro problemi, perché hanno avuto un destino simile agli ebrei ed è un'ingiustizia che non se ne parli.

 In questo momento in italia s'associano   i rom ed in generale i migreanti  al problema  della sicurezza ...
È un problema che va inquadrato in un contesto molto più ampio: il fatto di passare da una società omogenea ad una realtà multiculturale, è un passaggio faticoso,che va gestito, studiato ed elaborato. Ma è una sfida che i nostri tempi ci offrono e la dobbiamo affrontare. E in parte già lo stiamo facendo: stiamo diventando sempre più europei, mentre il mondo di sta unendo con la facilità di comunicazione, di spostamento. È nella natura delle cose. Vi sono ideologie razziste di destra estrema che si radicano nella mancanza di cultura, nelle frustrazioni,ma credo, e spero, che l’Italia sia un Paese solidamente democratico.



come affrontare questo periodo di transizione  ?

Bisogna che le varie culture, pur preservando la loro identità trovino il modo di dialogare: in una società multietnica e multi culturale, la cosa importante è avere una propria identità, ma essere aperti al dialogo. L'unico orizzonte che ritengo possibile è quello del confronto e dell'integrazione.




lei ha fatto parte  della commissione interculturalità del ministero  delll'istruzione  nel 1998   quaòli nstrumenti abbiamo a disposizione oggi ?

Abbiamo il dovere di educare alla cultura della diversità, rafforzando gli strumenti dell’educazione e dell’istruzione, per preparare le nuove generazioni a questa sfida.Insegnare che siamo tutti abitanti di un unico mondo, dove l’unica razza esistente è la razza umana.La società è destinata a diventare sempre più interculturale e sempre più internazionale, e quindi noi dobbiamo seguire questo trend, cercare di contribuire culturalmente ai suoi valori.


La sua vita narrata da sua nipote  nel libro di recente pubblicazione  " ti rascconto la mia storia " è un diario tra generazioni  vche contiene un messaggio molto impotasnte per il futuro  ·.
Mentre le società, le tecnologie, le forme di comunicazione cambiano, l’incontro tra culture diventa anche verticale, oltre che orizzontale: è multidirezionale. Il dialogo è il tema ricorrente nel libro. Perché ci sono cose nella vita che vanno trasmesse, e non per un desiderio di vendetta, ma perché la conoscenza del passato è l'unico antidoto per la tutela dei diritti umani.

Quando era il presidente dell'ucei nel corso di una sua visita  a roma  Arafat la cerco per stringerle la mano  e lei ricambiò . C'è ancora qualche speranza nella pace israele-palestina  ?

Più che speranza, c’è necessità. Sono due culture che sono cresciute fianco a fianco: si dice che sono due popoli condannati a coesistere, io dico che sono destinati a vivere insieme. Prima sarà,meglio sarà.


20.6.08


dal il nord sardegna del 20\6\2008 una toccante è bellissima intervista a tullia zevi


«Solidarietà per i rom: perchè hanno avuto un destino simile agli ebrei»

Ludovica jona italia@epolis.sm
Oltre la solidarietà.ha voluto esprimere “fratellanza” per le popolazioni rom e sinte «che hanno condiviso con noi ebrei i campi di sterminio». E in un momento in cui gli zingari sono al centro del problema sicurezza, ha voluto ricordarne, commossa, la grande vitalità: «Nei campi, sapendo di essere destinate a morire, si accoppiavano continuamente e disperatamente: trovo questo un meraviglioso inno alla vita».
È con un intervento coinvolto e molto toccante che Tullia Zevi, giornalista e storica, prima donna presidente dell’Unione delle
comunità ebraiche italiane (Ucei), ha parlato della popolazione migrante per definizione,
all’incontro “1000 voci contro il razzismo”, organizzato all’Università La Sapienza di Roma.La sua interpretazione dell’ebraismo va oltre l’aspetto religioso: come persona «che ha vissuto sulla propria pelle il razzismo», vede nell'appartenenza a una minoranza, il ruolo speciale di coscienza critica della società.
Cosa la spinge a prendere posizione affianco alle popolazioni rom e sinti ?
Le minoranze sono un po’ il termometro del grado di democrazia di un Paese: dalle condizioni delle minoranze, da come vivono, si sentono e vengono tutelate, si misura la temperatura democratica della società. Quindi a unirci è il diritto della minoranza ad esistere. Ho sempre avuto molta solidarietà per i rom, ho sempre considerato con molta comprensione i loro problemi, perché hanno avuto un destino simile agliebrei ed è un'ingiustizia che non se ne parli.
In questo momento in italia s'associano i rom ed in generale i migreanti al problema della sicurezza ...
È un problema che va inquadrato in un contesto molto più ampio: il fatto di passare da una società omogenea ad una realtà multiculturale, è un passaggio faticoso,che va gestito, studiato ed elaborato. Ma è una sfida che i nostri tempi ci offrono e la dobbiamo affrontare. E in parte già lo stiamo facendo: stiamo diventando sempre più europei, mentre il mondo di sta unendo con la facilità di comunicazione, di spostamento. È nella natura delle cose. Vi sono ideologie razziste di destra estrema che si radicano nella mancanza di cultura, nelle frustrazioni,ma credo, e spero, che l’Italia sia un Paese solidamente democratico.
come affrontare questo periodo di transizione ?
Bisogna che le varie culture, pur preservando la loro identità trovino il modo di dialogare: in una società multietnica e multi culturale, la cosa importante è avere una propria identità, ma essere aperti al dialogo. L'unico orizzonte che ritengo possibile è quello del confronto e dell'integrazione.
lei ha fatto parte della commissione interculturalità del ministero delll'istruzione nel 1998 quaòli nstrumenti abbiamo a disposizione oggi ?
Abbiamo il dovere di educare alla cultura della diversità, rafforzando gli strumenti dell’educazione e dell’istruzione, per preparare le nuove generazioni a questa sfida.Insegnare che siamo tutti abitanti di un unico mondo, dove l’unica razza esistente è la razza umana.La società è destinata a diventare sempre più interculturale e sempre più internazionale, e quindi noi dobbiamo seguire questo trend, cercare di contribuire culturalmente ai suoi valori.
La sua vita narrata da sua nipote nel libro di recente pubblicazione " ti rascconto la mia storia " è un diario tra generazioni vche contiene un messaggio molto impotasnte per il futuro ·.
Mentre le società, le tecnologie, le forme di comunicazione cambiano, l’incontro tra culture diventa anche verticale, oltre che orizzontale: è multidirezionale. Il dialogo è il tema ricorrente nel libro. Perché ci sono cose nella vita che vanno trasmesse, e non per un desiderio di vendetta, ma perché la conoscenza del passato è l'unico antidoto per la tutela dei diritti umani.
Quando era il presidente dell'ucei nel corso di una sua visita a roma Arafat la cerco per stringerle la mano e lei ricambio . c'+è ancora qualche speranza nella pace israele-palestina ?
Più che speranza, c’è necessità. Sono due culture che sono cresciute fianco a fianco: si dice che sono due popoli condannati a coesistere, io dico che sono destinati a vivere insieme. Prima sarà,meglio sarà.

come passa il tempo vent'anni nfàù se ne andava Andrea pazienza

Vent'anni fa ci lasciava Andrea Pazienza. Non ho mai saputo molto di lui, nel periodo della sua fulminea, e fulminante carriera, attraversavo una fase di ripiegamento su me stessa, sbalestrata da quegli Ottanta che i parolai attuali, semplificatori delle coscienze, inflazionano con l'immeritato aggettivo "favolosi". E che invece - parafrasando Paolo Rossi - furono veramente di merda. Gli anni dell'edonismo reaganiano, della Milano da bere, del craxismo (antenato del berlusconismo, già rampante in tv), di Sotto il vestito niente. uesta la non-cultura dominante, incubazione/incubo maligno dello sfacelo odierno. Ma in quel riassettarsi del Potere, nel reazionarismo di ritorno, tecnologico e invasivo, resistevano plaghe di voci libere, scorrette, fugaci anch'esse, come il periodo che vivevano - o, forse, subivano -, senza tetto né legge, anarchici del sentimento prima che del pensiero.Erano i sussulti delle ultime radio indipendenti, gli stordimenti tondelliani, le frasi smozzicate di Vasco Rossi, l'anima libertaria e reduce che venivano immortalati nei tratti nervosi di "Paz". Per ironia della sorte, quel nome che evocava virtù secolari era poi riassunto nel secco contrappunto d'uno sparo da fumetti, "Paz", interruzione esso stesso, nulla di completo, nemmeno nella follia: nulla di catalogabile, e la spirale della frammentazione e dell'incompiutezza restavano la sigla del genio di Andrea. Unico e definito proprio perché mozzato, come la gioventù schieliana dei suoi personaggi segaligni, strappati, adunchi, d'una creatività più ferita che malata, o entrambe le cose; ma consapevole che il futuro prossimo le era precluso, e non le restava che annullarsi, smarginata in un fondo di bottiglia.


 


Daniela Tuscano

L'anarchia degli indifferenti e la dittatura dei furboni





In molti avevano ritenuto che questa volta le cose potessero cambiare, invece, dopo poco più di un mese dall'insediamento a Palazzo Chigi, Silvio Berlusconi ha gettato la maschera del pacificatore nazionale ed è tornato quello di sempre: un piazzista settantunenne che ha sdegno per lo stato civile e per chi si frapponga ai suoi disegni, colleziona pessime figure all'estero e provvedimenti giudiziari in patria, emana editti bulgari e leggi ad personam, pronuncia battute offensive e semina discredito contro la magistratura, il giornalismo e chiunque non la pensi come lui, facendo leva sulla demagogia più becera.

L'approvazione in Senato dell' emendamento al decreto sicurezza che chiede la sospensione dei processi penali relativi a fatti commessi fino al 30 giugno 2002 «che si trovino in uno stato compreso tra la fissazione dell'udienza preliminare e la chiusura del dibattimento di primo grado», con l'obiettivo evidente di bloccare la sentenza del processo Mills, in cui il primo ministro è imputato di corruzione in atti giudiziari e rischia fino a 8 anni di carcere, costituisce una delle pagine più buie della storia della nostra democrazia. Oramai non ci troviamo più dinanzi ad un Parlamento democratico, ma ad una camera di ratifica delle decisioni di un principe, peraltro di caratura morale assai scarsa. Due giorni fa Eugenio Scalfari scriveva: «Attenti al risveglio, può essere durissimo. Può essere il risveglio di un paese senza democrazia. Dominato dall’antipolitica. Dall’anti-Europa. Dall’anarchia degli indifferenti e dalla dittatura dei furboni. Io trovo che sia un pessimo clima». Oltre (....)  continua   su  qui  sul  blog   (   a  cui partecipo e  di  cui sono sostenitore  come potete  vedere dal banner  )  di blogazione.splinder.com/



 

dalla sardegna occupata dalle basi nato una bella news






  dalla nuova sardegna  del 20\6\2008  proprio alla vigilia del solstizio d'estate   una  Bella  news 


 TEULADA. L’esercito abbandona le trincee e restituisce i tratti di costa più ...A cavallo oltre il filo spinato Saranno possibili anche percorsi guidati dentro il poligono di tiro  Antonio Canu (Wwf): «Giusto aprire, ma con giudizio»Angoli ancora di perfetta solitudine


Da Cala Saghefusti sino a S’Aba Durci



Preferibile allora fare un giro intorno per individuare il sentiero che conduce la mare: lungo 150 metri, si conclude in una piccola caletta sabbiosa che, riparata al fondo di un’insenatura, si bagna in acque quasi sempre calme.
La costa orientale è molto più frequentata, specie nella parte più vicina a Olbia. Gli insediamenti iniziano a farsi meno fitti tra San Teodoro e Budoni. Per trovare qualche arenile più solitario bisogna inoltrarsi nella strada che unisce i due paesi spingendosi verso la costa. Procedendo da San Teodoro si trova prima il parcheggio della spiaggia Isuledda; poi, continuando lungo lo sterrato che si avvicina ancora di più al mare, si trova un primo tratto di arenile, Costa Caddu - ad arco, col fondo di ghiaia grigia e rosata - e poi un secondo, Cala Saghefusti, anch’esso sassosa e ancora più appartata.
La solitudine è meglio garantita se ci si spinge a sud, specie nel Salto di Quirra. Una volta oltrepassato Tertenia bisogna imboccare, percorsa una ventina di chilometri, la deviazione per il castello (di Quirra), che si affaccia con le sue rovine da una rupe, sulla sinistra. Dopo 500 metri bisogna deviare in una strada bianca, non sempre percorribile. Ma vale al pena di rischiare, o procedere a piedi: si arriva a cala S’Acqua Durci. Sono sei chilometri di arenile, dove i pochi bagnanti possono ben tenere gli uni dagli altri distanze che garantiscono tutte le esigenze degli amanti della solitudine o, come si dice, la privacy. (s.t.)


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ALESSANDRO TEDDE

TEULADA. L’esercito abbandona le trincee e restituisce i tratti di costa più belli di Teulada a turisti e residenti. Dopo l’intesa per l’accesso alle spiagge del poligono firmata nel 2007 tra il Comune e il Primo Reggimento, si replica anche quest’anno con importanti novità. A cominciare da un accordo che, visti i risultati positivi, avrà validità triennale. Le altre novità riguardano l’apertura per la prima volta della spiaggia degli «americani» e la creazione di un «Itinerario costiero guidato» dove sarà possibile vistare i luoghi di costa più belli, finora chiusi.
L’accesso alle spiagge sarà regolamentato e limitato al periodo in cui l’attività addestrativa è sospesa, cioè tra il 21 giugno e il 19 settembre. Accanto alle novità di quest’anno, inoltre, c’è la riconferma delle aree già aperte con la firma della vecchia intesa.
La notizia è stata accolta positivamente dalle associazioni ambientaliste. Antonio Canu, responsabile nazionale del Wwf Aree protette, ha affermato che «l’apertura al pubblico del territorio di Teulada è positiva non solo a fini turistici, ma anche perché permette una sorta di riappropriazione culturale e conoscitiva di luoghi da tempo inacessibili».
A partire da domani, dunque, il poligono militare si trasformerà da area «off limits» a luogo aperto ai visitatori. La mappa delle concessioni è variegata. Andiamo per ordine.
La spiaggia di Portu Tramatzu col suo fondale di sabbia bianca e sottile, di fronte alla quale sorge l’Isola Rossa, sarà «disponibile» a partire dal tratto a est delle strutture balneari del Primo Reggimento corazzato.
Restano inacessibili, invece, una fascia di cinque metri di arenile e il cancello di accesso alla struttura. Nell’area di Portu Tramatzu sarà consentito il parcheggio degli autoveicoli, limitatamente a un perimetro recintato in prossimità della strada che conduce direttamente all’ingresso della spiaggia.
L’accesso alla spiaggia delle Sabbie Bianche con il suo splendido paesaggio di dune, macchia mediterranea e lentisco, sarà consentito per un chilometro e mezzo circa e fino a una profondità marina di 300 metri.Per facilitare l’ingresso dal territorio di Teulada sarà disponibile una strada, utilizzata dalle forze armate, che collega la statale 125 con con un’area, a Guardia Bue, che sarà utilizzata come parcheggio. La spiaggia degli «americani» (250 metri sul mare per 30 metri di profondità) sarà raggiungibile solo con un bus navetta messo a disposizione dal Comune di Teulada e attraverso un percorso specifico con ingresso dal cancello di Portu Tramatzu. L’accesso dei visitatori sarà contingentato.
Infine, attraverso un «Itinerario guidato, piccoli gruppi di persone potranno visitare i tratti di costa più belli e affascinanti compresi nel poligono». Molte le possibilità di affrontare i percorsi: a piedi, in bicicletta, a bordo di un fuoristrada e persino, per chi vuole, a cavallo. Il tipo di percorso verrà concordato di volta in volta tra il Comune e il comando del Reggimento.
Lo Stato Maggiore dell’esercito e il consiglio comunale di Teulada hanno già espesso parere favorevole per la conclusione dell’intesa, ora manca solo la firma del documento da parte del sindaco e del comandante della base militare.
Il Wwf, per bocca del responsabile nazionale Aree protette, Antonio Canu, sottolinea l’importanza di questi accordi e auspica il passaggio da una «tutela militare passiva a una tutela civile attiva». Per Canu, infatti, la presenza militare ha garantito finora una forma di tutela «passiva di importanti luoghi d’Italia, salvaguardandoli dalla speculazione edilizia e dall’urbanizzazione. Adesso però, è necessario che l’accesso alle spiagge sia pianificato e regolamentato con attenzione, al fine di tutelare luoghi di rara bellezza da una pressione umana eccessiva». (a.t.)
(Ha collaborato Enrico Cambedda)

per  ulteriori   approfondimenti

it.wikipedia.org/wiki/Teulada

http://tinyurl.com/4vlsg8

tinyurl.com/6bdrh2

Senza titolo 628

  VI PIACEVANO LE CANZONI DI MARINA REI ?  :-)


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Truffe ...

Genova : Hanno tentato di affittare una casa che non c'e' a un anziano sfrattato, prendendo anche una caparra, ma sono stati scoperti e denunciati.
E' successo a Genova dove una coppia ha raccolto per caso le preoccupazioni di un anziano sfrattato. I due hanno fatto finta di possedere un appartamento e hanno proposto all'anziano di affittarglielo chiedendo una caparra di 150 euro, che l'uomo ha versato loro, ma un suo amico, insospettito, ha avvertito la polizia che ha scoperto la truffa.

12enne rom aggredita a Milano




E’ accaduto ieri mattina, 17 giugno, alle 8 a Milano. La famiglia Covaciu, romena di etnia Rom, già oggetto di continue peregrinazioni per l’Italia a seguito di vessazioni, minacce e sgomberi, stava uscendo dalla tenda in cui da diversi giorni si era stabilita, in un microinsediamento nella zona di Gianbellino, quando è stata brutalmente aggredita da due italiani di età compresa fra i 35 e i 40 anni. Rebecca, 12 anni, nota per essersi aggiudicata in Italia il Premio Unicef – Caffè Shakerato 2008 per le sue doti artistiche applicate all'intercultura, e il fratellino Ioni, 14 anni, sono stati prima spintonati e poi picchiati. I genitori, uno dei quali è Stelian Covaciu, pastore della Chiesa Pentecostale, che assieme al fratello maggiore di Rebecca erano accorsi per difendere i figli, sono stati ricoperti di insulti razzisti, minacciati, indotti a lasciare immediatamente l’Italia e subito dopo percossi. I Covaciu a quel punto sono fuggiti verso la stazione di San Cristoforo, in piazza Tirana, e accorgendosi di essere ancora seguiti hanno chiesto aiuto ai passanti. Nessuno è intervenuto. Mentre la famiglia si stava avviando verso il parco antistante la stazione, la signora Covaciu, cardiopatica, è stata colta da un malore. Stellian Covaciu ha a quel punto contattato telefonicamente Roberto Malini del Gruppo EveryOne, che ha dato l’allarme facendo inviare sul posto una volante della Squadra Mobile di Milano e un’ambulanza. All’arrivo della Polizia, gli aggressori si sono dileguati. Prima ancora dell'aggressione, l’Unicef aveva manifestato indignazione per la vicenda della piccola Rebecca, simbolo di un'infanzia senza diritti. Il Gruppo EveryOne era in procinto di organizzare un ritorno della famiglia in Romania per sottrarla all'ostilità che colpisce i Rom a Milano. “Questa nuova violenza contro le famiglie Rom è spaventosa e deve sollevare la protesta della società civile” commentano i leader del Gruppo EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau. “Quello che è avvenuto a Rebecca e alla sua famiglia è sintomatico del clima, ormai fuori controllo nel nostro Paese, di odio e intolleranza nei confronti del popolo Rom. Purtroppo non si tratta affatto di un caso isolato, ma dell’ennesimo gravissimo episodio di violenza, ai danni di una famiglia innocente, che rimarrà impunito e annuncia tempi davvero oscuri per l’Italia.” Il Gruppo EveryOne ha recentemente denunciato l'aggressione a Rimini, avvenuta nell'indifferenza generale, di una ragazzina Rom incinta, presa a calci da un italiano mentre chiedeva l’elemosina. A Pesaro, qualche giorno fa, Thoma, il membro più anziano della locale comunità Rom, sofferente di un handicap a una gamba e cardiopatico, è stato colpito al capo e umiliato in pieno centro storico. Nella stessa città, i parroci hanno recentemente vietato ai Rom di chiedere l'elemosina davanti alle chiese. Nei giorni precedenti all'aggressione della famiglia Covaciu, EveryOne ha ricevuto segnalazioni di numerosi episodi di violenza da parte di italiani nei confronti di persone di etnia Rom, soprattutto dei più deboli: bambini e donne. “L'attuale clima di discriminazione generale e l'atteggiamento ostile delle autorità,” continuano Malini, Pegoraro e Picciau “fanno sì che le persone aggredite non trovino più il coraggio di denunciare i loro aggressori. Inoltre, dichiarazioni come quelle del ministro dell’Interno Roberto Maroni, che predica la tolleranza zero contro i Rom, la loro schedatura con foto segnaletiche e addirittura il prelievo del DNA, lo sgombero indiscriminato e senza alternative di campi di fortuna e insediamenti regolari, la sottrazione dei bambini Rom alle famiglie senza mezzi di sostentamento – proclami che sconcerterebbero qualunque esponente democratico di un Paese civile –, finiscono per fomentare violenze e soprusi ai danni dei più indifesi". Assieme a EveryOne, anche Santino Spinelli, dell’Associazione Thèm Romano onlus, e il gruppo “Caffè Shakerato” di Genova, organizzazione per l'intercultura e il rispetto dei diritti dei bambini, esprimono la più viva preoccupazione per l’episodio, effetto ancora una volta dell’odio razziale che imperversa in Italia. “E’ necessaria una condanna unanime del mondo politico italiano e delle Istituzioni europee” concludono i leader del Gruppo “e sono ormai indispensabili provvedimenti seri contro chi viola i diritti umani e si fa portatore di violenze e discriminazioni di matrice xenofoba e razzista”.



Per ulteriori informazioni: Gruppo EveryOne
Tel:  334-8429527 331-3585406                                                www.everyonegroup.com
info@everyonegroup.com

19.6.08

SAD DOG NEEDS ADOPTION please HELP HELP HELP

Associazione Volontariato
Canili Milano
www.canilimilano.it e-mail info@canilimilano.it
Tel 338/83.60.753
Conto Corrente Canili Milano 0528 4758 6490 CAB 01604 ABI 03268
IBAN IT 39 L 03268 01604 052847586490
Rocky è un cucciolo di 7 mesi, sterilizzato, arrivato dalla Sicilia, come lui un altro centinaio di cuccioli, son tutti stati adottati ma contro di lui uno strano destino avverso si è scagliato. Adottato e poi ceduto per ben 4 volte, una serie di circostanze gli son state contrarie. Non ha problemi particolari, va semplicemente educato e amato, come tanti cuccioli, considerando anche che ha cambiato ben 4 famiglia. Ha convissuto con i bimbi ed è buono, non sporca in casa, va solo rassicurato. E' un cane troppo sensibile per stare in canile. Per questo ora andrà in pensione.
Chiediamo di divulgare questo volantino, e di appenderlo ovunque, abbiamo bisogno di trovar a Rocky immediatamente una famiglia, e anche di contributi per mantenerlo.
Grazie a nome del piccolo siculetto sfortunato http://www.canilimilano.it/index_senzaNews.htm

first step

...è sempre quella stanza arancione a farti da cornice al risveglio, quelle lenzuola bordò e quell abbraccio . you open your eyes and see a new day, grab it with two hands, look into the future ...


grab it and hold it


look into future's eyes


Ad personam

salva_slip

Sicurezza ed intercettazioni


esercito2



 


Senza titolo 627

  VE LO RICORDATE IL TELEFILM V-VISITORS ?  :-)


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“È giusto che si emigri, ma bisogna poter tornare”: così i nomadi digitali riportano vita nel cuore spopolato della Sardegna

da il FQ del 1/I\2025   Il territorio di   Laconi   inizia dove l’ultimo tornante della strada statale 128 si apre sul verde. Per chi è o...