l'articolo di https://www.open.online/2023/02/26/ che trovate sotto è la risposta che avrei voluto dare rispetto a quella che ho dato a Daniele . qui la discussione avuta su fb
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
27.2.23
Scandalizzano gli scatti con la De Filippi davanti alla bara di Costanzo: ma il selfie è ormai strumento quotidiano di molestia collettiva e caduta di civiltà
l'articolo di https://www.open.online/2023/02/26/ che trovate sotto è la risposta che avrei voluto dare rispetto a quella che ho dato a Daniele . qui la discussione avuta su fb
26.2.23
Io la conoscevo bene cosi starà dicendo da dov'è Costanzo di sua moglie
Premesso che non amo la De Filippi, così come non ho mai stimato Costanzo, a questi due esemplari di idioti adulti armati di telefonino, toglierei nell'ordine: il diritto di parola, il diritto di voto, la patente, la carta di identità, il diritto all'utilizzo dei mezzi pubblici, il diritto alla sanità pubblica ad esclusione della neuro. Li metterei su un pedalò e li abbandonerei nel triangolo delle Bermuda. Senza acqua, viveri e bussola. E se riuscissero a toccare terra, ce li riporterei sabotando il natante.
Quindi mi chiedo ma come tuo marito è morto da poco e ti fa fare i selfie o non sei lucida o non te ne frega niente . non so quali delle due ipotesi prendere in considerazione
Come era quel film? Ah sì, " Io la conoscevo bene"
Marco Carta, olbiese trapiantato a Verona e l’attenzione particolare per l’ambienteLa sua innovativa fabbrica di detergenti ha sistemi che riducono l’utilizzo di plastica
«Con Mr.Carta 100 per cento Eco lancio la sfida alle multinazionali»
OlbiaMarco Carta da Olbia ha avuto tante vite. Se si vuole dividere in modo più semplice, il primo tempo è finito a 40 anni. Quando si è dimesso da manager in una multinazionale. «Lì è stato fischiato l’intervallo, poi è iniziato il secondo tempo». Dalla candeggina in pastiglie all’ultima impresa, con il lanciò di una linea di detergenti plastic free. L’olbiese Marco Carta, 52 anni, fondatore di Smapu Group, azienda con sede a Verona specializzata nella produzione di beni di consumo nel settore della detergenza, igiene casa e cura della persona, con la nuova linea “Mr. Carta 100% Eco”, ha ufficialmente lanciato la sfida sugli scaffali dei supermercati alle più grosse multinazionali del settore. L’azienda, con meno di dieci anni di attività, compete con gruppi storici della distribuzione, già nel 2016 la candeggina in pastiglie Smapiù è stata eletta prodotto dell’anno, battendo la concorrenza agguerrita dei più importanti marchi del settore. Oltre la candeggina in pastiglie, realizzata in diverse profumazioni e formati, nello stabilimento veronese di Marco Carta si producono additivi e smacchiatori per bucato, sgrassatori per cucina e prodotti per il Wc, anticalcare, profumatori,
disinfettanti. Negli ultimi mesi del 2022 è stata lanciata una nuova linea dedicata al mercato del Pet, ma soprattutto è stata realizzata la prima linea di detergenti senza plastica con imballo esclusivamente di carta. «Il nostro piccolo barattolo di candeggina da 40 pastiglie è l’equivalente di un flacone di 5 litri di candeggina liquida e consente per ogni acquisto un risparmio di 500 grammi di plastica – racconta Carta –. Avendo prodotto e commercializzato circa 4 milioni di pezzi, questo sistema ha fatto risparmiare solo negli ultimi 3 anni 2 mila tonnellate di plastica al nostro pianeta, il nostro impegno è volto a migliorare l’ambiente che ci circonda, e oggi grazie al nuovo imballo Mr.Carta 100%Eco la plastica verrà totalmente eliminata». Gioventù olbiese Così il secondo tempo inizia a 40 anni, senza dimenticare la gioventù vissuta ad Olbia. «Sono legato a Olbia da splendidi ricordi, i compagni di bAsket, i tanti amici d'infanzia, i compagni di scuola, con i quali ancora oggi conservo uno splendido rapporto di complicità – racconta Marco Carta –. Figlio di Nicola e Giorgina, gli storici segretari del liceo Scientifico “Mossa” e del Classico “Gramsci”, oggi ottantenni, che vivono a Olbia, ho frequentato le scuole elementari a San Simplicio vicino alla casa dei miei nonni, le medie alla Pais e il diploma all’istituto Tecnico “Deffenu”. Dopo gli studi universitari in materie economiche e i master in comunicazione e marketing, sono arrivato a ricoprire importanti posizioni manageriali nel marketing di imprese conosciute e di riferimento nei loro settori». È stato a capo della direzione marketing di multinazionali del largo consumo, lavorando a Milano, Roma, Treviso e infine a Londra. Dopo quindici anni da dirigente si dimette, nel 2014 fonda Smapu Group realizzando i marchi Smapiù, AntesWC e oggi Mr.Carta 100% Eco. Il libro Ora la scelta di raccontare questa seconda vita in un libro intitolato “da Marco Carta a Mr. Carta”, dove rivela i segreti per aprire gli occhi davanti agli scaffali dei supermercati e anche la sua storia, l’infanzia, piazza Regina Margherita, l’epoca dei paninari, gli storici matinée in discoteca al “Nuovo Parco”, le serate invernali al Capricorno, le notti estive al Tartarughino, alla Bomboniera e al Sottovento. «Il libro racconta dei falsi miti della sostenibilità, dell’innovazione dell’industria del largo consumo, degli scaffali dei supermercati, delle multinazionali, di come le pubblicità condizionano quotidianamente le nostre coscienze – spiega – ma anche delle abitudini del consumatore e la mia sfida con la prima linea di detergenti senza plastica». Con Mr. Carta 100% Eco l’olbiese ha voluto sfidare l'abitudine, le credenze più radicate: per la prima volta, infatti, un packaging totalmente in carta racchiude detersivi in pastiglie di ogni genere. Quello per la candeggina ha ricevuto nel 2022 il premio per l’innovazione alla Plma di Amsterdam, la più importante fiera internazionale largo consum0
24.2.23
COME SI COMBATTE L'ODIO PER LE DONNE DIFFUSO ATTRAVERSO I SOCIAL? di Marisa d'amico
Antefatto
sono diversi elementi che caratterizzano la terribile vicenda di Giovanna Bonsignore. La ferocia con cui l’uomo si è accanito contro la vittima, colpendola con decine di fendenti. Un evidente movente di genere. Il suicidio dell’uomo. E, ancora, la circostanza che, sui social network, attraverso alcuni post e contenuti minacciosi nei confronti della vittima, proprio l’omicida avesse manifestato in modo evidente un’indole pericolosa. Quest’ultimo elemento è denso di implicazioni: sempre più spesso le immagini e le comunicazioni diffuse nel mondo del web contribuiscono a creare un clima ostile alla parità di genere, creando dei veri e propri incubatori di violenza. A partire dal 2015 l’associazione Vox Diritti ha promosso un progetto, “La Mappa dell’Intolleranza”, con l’obiettivo di monitorare la diffusione dell’odio, in particolare su Twitter, nei confronti di alcuni gruppi tradizionalmente discriminati. In tutte le edizioni del progetto, le prime vittime dell’odio su Internet sono sempre state le donne. Nel 2021, ad esempio, il 49% dei messaggi esaminati presentava un risultato misogino. Simili dati confermano come la discriminazione di genere sia quella maggiormente radicata nella nostra cultura, riflettendosi nel linguaggio quotidiano e diventando pubblica sulle pagine dei social. Inoltre, l’odio online contro le donne presenta sempre più spesso una dimensione molteplice, agendo in ragione di più fattori di discriminazione: non sono più colpite solo le donne in quanto donne, ma le donne-ebree, le donne-islamiche, le donne-con disabilità e le donne-straniere. In aggiunta, le donne non sono più attaccate esclusivamente in ragione del loro aspetto "fisico (il cosiddetto “body shaming”), ma vengono prese di mira, quasi per paradosso, a causa delle competenze professionali e lavorative. In questo contesto, per prevenire la violenza, è allora necessario, oltre che assolutamente urgente, attivarsi a tutti i livelli, pubblici e privati, per favorire la diffusione, non solo online, di messaggi rispettosi della dignità della donna. È un impegno coerente con quanto messo in evidenza dalla Convenzione di Istanbul, la quale sottolinea la profonda connessione tra ogni tipo di comunicazione sessista e ogni tipo di violenza di genere.
ordinaria di Diritto costituzionale Ha fondato l’Osservatorio violenza sulle donne” all’Università Statale di Milano
23.2.23
Medicina e nuove frontiere le scoperte di Enrico pretetto biologo rocker
da la nuova sardegna del 23\2\2023
Medicina e nuove frontiere
le scoperte del biologo rocker
Enrico Petretto, sassarese, lavora a Singapore alla Duke-Nus Medical School
Con il suo team ha isolato il gene che “aggiusta” le patologie cardiovascolari
22.2.23
Vince il duello di scherma grazie a una svista arbitrale.Ma vi ripete l'incontro per fair play ed accetta la sconfitta . il casoMariaclotilde Adosini, 17 anni,
IL GIORNALE di Nino Materi • 1 h fa da https://www.msn.com/it-it/sport
Vince il duello in pedana (parliamo di scherma) grazie a una svista arbitrale. Ma lei, Mariaclotilde Adosini, 17 anni, bergamasca, decide per onestà di ripetere l'incontro. Che però poi perderà. Ma la scena che segue il verdetto definitivo vale ben più di una medaglia: il pubblico scatta in piedi e le riserva una standing ovation, mentre avversaria e giudici di gara si congratulano con la nostra connazionale.
18.2.23
Marcella Di Levrano, la storia di una donna che si ribellò alla mafia e di Melissa Bassi uccisa in attentato ed altre storie
la seconda
da Nove anni fa l'attentato a Brindisi: "Melissa viva nei nostri ricordi" (brindisireport.it)
Mentre concludevo questo post ho scoperto questa storia
Francesco Panzera, il prof calabrese che ha combattuto la mafia a scuola. Ed è stato ucciso per questo
L’insegnante calabrese fu ammazzato nel 1982 perché cercava di
proteggere i suoi alunni e di allontanarli dalle attività delle cosche. Ma sono proprio gli studenti, talvolta, a chiedere aiuto per affrancarsi da famiglie legate alla ’ndrangheta
«La mafia sarà vinta da un esercito di maestre elementari». Lo disse lo scrittore Gesualdo Bufalino, dopo la morte dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. La scuola e la cultura fanno paura alle mafie, perché rendono più robusti i ragazzi contro ogni forma di prevaricazione, soprattutto in quelle zone dove il familismo crea una rete pericolosa e omertosa, dove i pochi rischiano di diventare nessuno. Perché si sa, la ’ndrangheta è una bestia che si vuole alimentare in silenzio. Giovanni Falcone raccontava quanto pesasse l’impianto familiare nelle organizzazioni criminali per mantenere integra l’immagine e la reputazione. Un ricatto molto difficile da cui affrancarsi, figuriamoci per un ragazzo a cui insegnano che «la famiglia viene prima di tutto, a prescindere da tutto». Anni fa fece notizia un liceo di Rosarno in cui gli studenti decisero di prendere le distanze dalle famiglie ’ndranghetiste. Il merito di questa rivoluzione culturale fu anche della dirigente scolastica Mariarosaria Russo che decise di gettare semi di legalità nella sua scuola. Uno studente appartenente alla famiglia Pesce di Rosarno, durante un’assemblea nel 2017, chiese coraggiosamente ai magistrati Giuseppe Pignatone e Michele Prestipino in visita a scuola: «Come devo comportarmi per compiere un percorso di legalità? Devo rinnegare la mia famiglia?». I magistrati risposero che prendere le distanze da un familiare non vuol dire prendere le distanze dall’amore filiale, ma condannare la forma di illegalità. E qualcosa cambiò. «Sono stati gli studenti a rieducare le proprie famiglie e a non essere più coinvolti in quei circuiti di illegalità. Questo anche grazie alla collaborazione con diversi magistrati che hanno aiutato a far comprendere che anche per i figli dei boss ci sarebbe stata una seconda possibilità», racconta la preside. Insegnare è una missione, in casi come questi è una salvezza. Lo sapeva bene Francesco Panzera, professore di Matematica e vicepreside del liceo scientifico Zaleuco di Locri, una zona nota alle cronache per l’altissima incidenza criminale. La sera del 10 dicembre 1982 venne ucciso con otto colpi di pistola fuori casa a soli trentasette anni, dopo una gita in montagna. Contestava lo spaccio di droga che coinvolgeva i suoi studenti, fuori e dentro la scuola. Aveva osato ribellarsi al business in ascesa per le cosche: il traffico di droga. Voleva sensibilizzare i suoi ragazzi per proteggerli. Panzera era molto stimato, carismatico, poteva essere davvero ascoltato e diventare un disturbo per la ’ndrangheta: doveva essere fermato. Libera informa che circa l’80 per cento dei familiari di vittime non ha ottenuto una verità giudiziaria o ne ha una solo parziale, e molti di loro non hanno mai ritrovato il corpo di un figlio, di un padre, di un fratello. A quarant’ anni dall’omicidio del professore coraggioso di Locri non si conoscono i mandanti e gli esecutori del suo omicidio. Il liceo scientifico Zaleuco ha deciso di commemorarlo, insieme con i suoi ex studenti e i familiari, per dimostrare che più forte della morte è davvero l’amore per la verità e la giustizia.
Recuperare la memoria è l’unica arma da introdurre nelle scuole.
SITOGRAFIA CONSIGLIATA
17.2.23
Welch e Radius, l'ultimo sogno di © Daniela Tuscano
Tigri romantiche, trapianti suini, bestemmiatori fatali, smemorati fedeli, babbi Natale atletici, docenti truffaldini e omicidi su Google
Il prof di Economia si laurea in Fisica sfruttando un errore e gli esami di un omonimo L’accademico dell’anno è il prof. Sergio Barile, doce...
-
https://www.cuginidicampagna.com/portfolio-item/preghiera/ Una storia drammatica ma piena di Amore.Proprio come dice la canzone Una stor...
-
Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
-
Aveva ragione de Gregori quando cantava : un incrocio di destini in una strana storia di cui nei giorni nostri si è persa la memor...