30.10.06

Senza titolo 1487


La notte delle streghe spunta l'ombra della strega
malocchio, occhi neri malefici misteri,
un grido di un bambino
bruciato nel camino
Nell'occhio della strega,
il diavolo si annega ,
e spunta fuori l'ombra,
l'ombra della strega
La vigilia di ogni Santo, han paura tutti quanti.E' la notte delle streghe.
E riuniti tutti insieme
sbalorditi alle urla ben vicine,
in un sonno profondo cadranno
e mai più ritorneranno!
dolcetto o scherzetto???

** Poesia di Cucky **


tratta da  www.hamando.it/halloween


In questi giorni si festeggerà  Hallowen  sia  nei locali  sia  online ovvero nel primo festival virtuale dell'orrore. A ideare l'evento e a dar vita all'iniziativa online è stato Habbo.it, una delle community per teenager più cliccata nel nostro Paese. "Gli amanti dell'horror e del gotico non potranno fare a meno di partecipare alla nostra fantastica festa virtuale di Habboween - ha dichiarato Lorenzo Corti, country manager per l'Italia di Sulake - Migliaia di teenager italiani hanno già iniziato a prepararsi al gran finale del nostro Habbo Horror Festival".                                                        E così, nelle due ultime settimane, il sito si è popolato di strane creature della notte. Lupi mannari, zombie e vampiri hanno invaso il portale, dando vita alla prima community italiana dell'orrore. RIcco il programma dell'evento, che prevede un gran numero di giochi e iniziative. Tra i visitatori di Habbo.it che avranno mascherato il loro personaggio virtuale, ad esempio, saranno assegnati due simpatici titoli speciali, Lady Vampiro e Mr. Succhia Cervello: i vincitori guideranno la grande parata che concluderà la festa di "Habboween" martedì 31 ottobre.E non è tutto qui. I teenager amanti del genere potranno infatti riunirsi in clan ed animare una giornata del sito con giochi, eventi e competizioni nello stile di Halloween. Ma cos'è Habbo?. Habbo è un ambiente virtuale di gioco online per teenager. I giovani visitatori possono entrare in una sorta di hotel virtuale e creare gratuitamente un proprio personaggio con cui incontrare, parlare e giocare con i coetanei in uno spazio sicuro e non violento.L'Habbo Hotel è gestito dalla multinazionale finlandese Sulake ed attualmente è presente in 18 paesi, in gran parte dell'Europa, ma anche in Stati Uniti, Canada, Giappone, Australia e Brasile. In totale, sono 60 milioni gli utenti registrati al mondo e 7,1 milioni gli utenti al mese. In Italia, Habbo.it è attivo da circa tre anni ed è gestito dalla Sulake Italia. Sul sito della community italiana, vengono visitate oltre 6 milioni di pagine al mese da oltre 250.000 utenti diversi. Io  festeggerò tale festa non appiattendomi  su quell americana  visto che  quest'anno  il grande  cocomero compie 40  . In fatti dal sito www.ansa.it del 29\10\2006 :
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NEW YORK - Il Grande Cocomero compie 40 anni: 'It's the Great Pumpkin, Charlie Brown', uno special su Halloween ispirato ai personaggi del più popolare fumetto dell'epoca andò in onda sui teleschermi americani quel fine settimana del 1966 perpetuando verità senza tempo come quella che il padre della strip Charles Shultz fece dire a Linus: "Ci son tre cose che ho imparato a non discutere mai con la gente: religione, politica e la Grande Zucca". Già, perché il Grande Cocomero conosciuto dagli italiani di 40 anni fa era in realtà una Grande Zucca. Il cocomero è un'invenzione nata nella traduzione italiana del fumetto fatta negli anni Sessanta, decennio in cui in Italia quasi nessun lettore sapeva dell'esistenza della magica festa di Halloween e dunque non si sarebbero capiti i riferimenti. In realtà Schulz aveva immaginato una zucca e il luogo in cui i Peanuts si appostavano nella notte delle streghe era un orto di zucche dove la sera di Halloween Linus aspettava fiducioso nella speranza di essere benedetto dalla visita della Great Pumpkin che ovviamente non si manifestava mai e non rispondeva mai alle sue lettere. Charlie Brown a sua volta riceveva sassi e non dolcetti nella arcana (per gli italiani di allora) tradizione del 'trick or treat': "Quando il cartone animato andò in onda ricevemmo caramelle da ogni angolo d'America. La gente era arrabbiata sul serio con noi", ha raccontato Lee Mendelson, il produttore dello special, in una intervista con la Abc girata in occasione dell'anniversario.Quaranta anni sono tanti e l'ingenuo esistenzialismo del Grande Cocomero sembra lontano anni luce. Anche quest'anno l'Halloween in America scatena proteste indignate, ma non perché Charlie Brown non ha ricevuto i dolcetti.  Gli special di Halloween dei Simpson, ad esempio, invade la campagna elettorale per il voto di Midterm con una Springfield devastata da alieni che assomigliano agli americani che occupano l'Iraq, tema bollente di dibattito degli ultimi giorni che separano al 7 novembre. Lo show è all'insegna della satira politica così come è dissacrante l'Halloween di South Park: lo sfrenato cartone di Trey Parker e Matt Stone scherza senza vergogna sulla morte di Steve Irwin, il cacciatore di coccodrilli australiano ucciso in settembre da una razza. L'episodio di questa settimana, intitolato 'Inferno sulla Terra 2006', mostra Satana che si prepara a ospitare una festa di Halloween. Partecipano decine di celebrità defunte, tra cui il rapper Notorius B.I.G, Lady Dana, Hitler e Irwin, quest'ultimo con la razza che ancora sporge dalla maglietta insanguinata: "Troppo presto", è stato il commento di alcuni spettatori: "Bisogna pensare alla famiglia". Non sono le sole polemiche che accompagnano quest'anno la festa di origine celtica cresciuta negli ultimi anni e in forma esponenziale diventando un business da miliardi di dollari e la sesta ricorrenza per fatturato dopo Natale, San Valentino, Pasqua e le feste della Mamma e del Papà.
 In un'America che si è scoperta al tempo stesso trasgressiva e bacchettona i costumi più gettonati per teen-ager e le loro mamme sono a base di corsetti, calze a rete e tacchi a spillo: mascherate più indicate a uno strip club che al trick or treat della notte delle streghe. Perché a Halloween negli Usa adesso non si travestono più soltanto i bambini: un terzo degli adulti indosserà un costume la sera del 31 ottobre, ha scoperto un sondaggio della National Retail Federation, e molti di questi costumi sono decisamente sexy se non quasi quasi a luci rosse. "Sono nel ramo da oltre 40 anni e non ho mai visto niente del genere da quando ho cominciato", ha detto Scot Morris, co-proprietario di Morris Costumes, uno dei giganti del settore. Cinque anni fa Morris aveva ordinato costumi sexy per 250 mila dollari alla azienda specializzata Leg Avenue: oggi l'ordine è salito a 3,5 milioni di dollari.
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Io Lo festeggerò    non ispirandomi  all'america   ma  alle  tradizoni italiane ( inparticolare  quelle dela mia regione  )   e ed europpe   dato che quella Amnericana  , mi  puzzano  di  omologazione   forzata   .
Quindi seguo  l'esempio di Eraldo Baldini e  Giuseppe Bellosi  " Halloween La notte che i morti ritornano.Tutte le sorprese di una festa più antica e italiana di quanto pensiate " ( Einadi Stile Libero Extra, pp. 358, € 14,00 )
 dal sito ufficiale di  Baldini  www.eraldobaldini.it
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E' innegabile che la festa di Halloween stia, ogni anno di più, prendendo piede anche in Italia, tanto da proporsi oggi, soprattutto per le nuove generazioni, come uno degli appuntamenti più sentiti e attesi dell'anno. Bambini mascherati che girano per le case a gridare il loro "dolcetto o scherzetto?", feste a tema nei centri piccoli e grandi e nei locali pubblici, zucche intagliate, ecc.: tutti gli elementi di questa celebrazione ci sono sempre più familiari e stanno, per molti, diventando irrinunciabili.
Ciò non manca di suscitare, nelle pagine dei giornali e nelle trasmissioni televisive, il solito dibattito che vede da una parte i favorevoli, dall'altra coloro che storcono il naso davanti a una festa ritenuta "importata", estranea alle nostre tradizioni, quindi da noi assurda, frutto solo di imitazione e generatrice di consumismo.
Ma è davvero così? Ora, se è vero che il boom odierno è senza dubbio dovuto a suggestioni cinematografiche, televisive e letterarie provenienti da oltreoceano, è vero altrettanto che nel folklore di tutte le regioni d'Italia, nei giorni che vanno dalla vigilia di Ognissanti (31 ottobre) a San Martino (11 novembre) sono da sempre presenti, o almeno lo erano fino a pochi decenni fa, tutti gli elementi costitutivi della festa, improntata sulla celebrazione di un "ritorno dei morti".
Dalle Alpi alla Sicilia troviamo (o trovavamo) in abbondanza, in quelle date, riti di accoglienza per i defunti, dolci tradizionali dal nome macabro (come ad esempio "ossa di morto"), questue di bambini nelle case, zucche intagliate, feste con cene e libagioni, racconti terrificanti.
Questo a dimostrazione che l'intero bagaglio delle festa è non solo, come è ovvio, di derivazione europea, ma anche di larghissima diffusione, che supera (forse precede) i confini della cultura celtica a cui normalmente è attribuito.
Eraldo Baldini (che è anche un noto romanziere, ma che in questo caso torna alla sua professione "originale") e Giuseppe Bellosi, due studiosi di folklore e antropologia culturale, compiono in questo volume, con rigore e meticolosità, un viaggio suggestivo nella cultura popolare del nostro Paese, oltre che nella recente, straordinaria storia dell'inarrestabile affermazione, da noi, di una "nuova festa" che non ha niente di nuovo. Un viaggio dunque nel mondo delle tradizioni e dei mutamenti, delle dinamiche culturali e del costume, che non mancherà di affascinare ogni genere di lettore
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Concludo questo post  di Hallowen  con un bellissimo articolo   dela nuova sardegna   del 31\11\2006   che indica la linea da  me fatta propria

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NUORO. Lezione numero uno: «Come si dice “zucca” in inglese?». «Pumpkin». E la zucca di Halloween: «Jack o’lantern», dal nome di quell’irlandese ubriacone che dovette fare i conti con il diavolo e che alla fine entrò nel regno della mitologia, passando per tutto il mondo anglossassone, dal Regno Unito all’America, prima di tornare in Europa e diffondersi ovunque. Il cuore della lezione di lingua straniera, tuttavia, è un altro: «aprire le menti, mettere a confronto le diverse culture». Ne è convinta Carla Pacchiano, insegnante di Inglese, 54 anni, da trenta impegnata a scuola, ora in forze alle medie Maccioni. Sulla stessa linea è Elisa Tangianu, 33 anni, insegnante precaria, di Inglese pure lei, al lavoro nella scuola primaria di Tortolì.
 Paradossalmente sono proprio loro che insegnano una lingua e una cultura diverse dalla nostra a difendere le radici sarde delle tradizioni legate a Ognissanti. Contro il dilagare gratuito e imperante dei travestimenti in nome di Halloween, sono le insegnati di inglese a ricordare ai bambini e ai ragazzi di Sardegna che la festa delle anime è ben altra cosa rispetto a quanto si vede scorrere in televisione da dieci anni a questa parte. Già, la televisione: colpevole di aver inculcato nei piccoli solo ed esclusivamente il rituale del vecchio Jack o’lantern. «Ancora più grave sarebbe se la scuola sarda non parlasse delle tradizioni isolane - dice Tangianu - È giusto far conoscere la cultura inglese, ma non servirebbe a niente se non ci fosse un confronto, un momento di riflessione su quelle che sono le differenze tra gli usi e costumi delle varie parti d’Europa. Compresa la Sardegna, naturalmente. Anzi, a partire dalla Sardegna». (l.p.)
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Ma  soprattutto  Facendoa tutti\e  voi  cdv ( ativi e passivi  ) e non solo   di  buion halloween , sia che vi appiattite  aio rituali \ mode omologanti (  SIC  leggi   globalizzazione  culturale  )   con tradizioni  diventate ormai consumistiche   imposte  dagli Usa  ( quando poi se andate a vedere  nei link sotto ,  Americanan  non è )  ;  sia  ed  è quello che  io preferisco trovare  un accordo  \ compromesso  fra la festa imposta  e  le tradizioni ,  perchè  è proprio non accettando  passivamente  e per  buone  tutto quello che il sistema ci propone  ,  che  si riscoprono e si tengo vive  le tradizioni degli avi e degli antenati   che dovrebebro costituire  la propria identità .




LINK


elenco di siti trovati con  google usando la voce hallowen


siti  trovati a caso 


  

Link Estratti da
http://it.wikipedia.org/wiki/Halloween
in cui si triacconta  la styoria  di H e di come fu importata in America 



29.10.06

Senza titolo 1486

E' vergognoso   che allo stadio  durtante le partite  possano entrare    striscioni exenofobici e  e ultra razzististi  o inneggianti  al fascismo (  o al comunismo  , e all'antifascimo   militante  nella l  curva del Livorno )  , insuiltanti  verso i morti  ( perchè i morti  qualunque sia la loro causa  si rispettano  )  di nassyria  o striscioni per la liberazione  degli ostaggi italiani in  Iraq  e in Afghanistan  , e non  come  nel caso dell'ultimo sequestro  in sardegna   striscioni  per  richiedere ai sequestratori  la liberazione  . Ora mi chieso come mai  per Farruk Kassam    seqquestrato  nel  1992\3   si era  fatta  uan cosa simile  e per  Pinna (  l'ultimo sequestrato  No  .
 Ecco l'articolo dela news   tratta  dalla  nuova sardegna del  29\10\2006

Bonorva. Tolto lo striscione: «Uno scandalo», ha detto Floriana Muroni del comitato spontaneo
Lo sconcerto dei tifosi arrivati da Giave e Bonorva per il derby Milan-Inter
itti libero» negato anche a San Siro

GIANNI BAZZONI

BONORVA. Oggi è atteso un messaggio del Papa per la liberazione di Titti Pinna. La richiesta è arrivata a Benedetto XVI tramite il vescovo di Sassari, padre Paolo Atzei. E il Santo Padre potrebbe rivolgere l’appello ai sequestratori all’Angelus, o magari mercoledì nel giorno dei Santi.
 Quello di Giovanni Battista Pinna, però, continua a essere un sequestro di serie B. E la conferma arriva da uno stadio di calcio di serie A. Ieri pomeriggio, a San Siro, infatti, una delegazione di giovani di Giave e Bonorva (tifosi del Milan), arrivata per assistere al derby con l’Inter, ha sistemato dietro la porta dei rossoneri - con tanto di autorizzazione della società - uno striscione con la scritta «Ridateci Titti». Una iniziativa concordata da giorni per cercare di dare un respiro nazionale alla vicenda dell’allevatore di Bonorva, in mano ai rapitori ormai dal 19 settembre. «Era tutto a posto - hanno spiegato ieri sera i giovani -, lo striscione lo abbiamo piazzato alle 16. Ma quando mancava circa un’ora all’inizio della partita, ci hanno detto che doveva essere rimosso perchè non era possibile trasmettere un messaggio di solidarietà che riguardava i sequestri di persona. E’ assurdo».
 Poco prima, infatti, in altri campi - tanto per citarne uno quello di Torino, dove giocava la Juventus - i giocatori sono scesi in campo con la scritta sulla maglia: «Liberate Torsello» (il fotoreporter sequestrato in Afghanistan). Una testimonianza importante di solidarietà che è stata negata per l’allevatore sardo.
 «E’ uno scandalo - ha detto ieri sera Floriana Muroni, responsabile del Comitato spontaneo per la liberazione di Titti Pinna - siamo indignati e non sappiamo perchè accadono queste cose. Dal mondo dello sport ci saremmo aspettati un atteggiamento diverso. Oggi, comunque, nei campi di calcio della Sardegna, i giocatori scenderanno in campo con una fascia bianca al braccio (simbolo dei lenzuoli) per rinnovare l’invito alla liberazione di Titti Pinna».
 E da San Siro, dove ieri sera ha assistito al derby con l’Inter insieme ad altri amici sardi, il presidente del consiglio provinciale di Sassari, Enrico Piras, ha espresso tutta la sua disapprovazione per quanto accaduto: «E’ un atto indegno - ha spiegato - non si può prima autorizzare la sistemazione di uno striscione, che tra l’altro contiene una richiesta di libertà per una persona umana, e poi ordinarne la rimozione. Così sembra quasi che si voglia fare una classifica dei sequestri. Quello striscione non creava problemi a nessuno, e andava lasciato esattamente lì dov’era, dietro la porta del Milan. Ben visibile a tutti, era una testimonianza di civiltà».
 Ieri, intanto, un nuovo appello per la liberazione di Titti Pinna si è levato da Nuoro. Antonietta Cossu, presidente della commissione provinciale Pari opportunità, ha rivolto a nome di tutte le componenti dell’organismo un appello alle donne della Sardegna. «In particolare a quelle che sono a conoscenza di importanti indizi e che possono contribuire alla liberazione di Titti Pinna».
 «La sensibilità e l’altruismo delle donne - ha detto - devono ancora una volta vincere di fronte a situazioni di dolore. Facciamo un appello alle donne sarde, affinchè l’ingiustizia, la prepotenza e il silenzio vengano sconfitti. I rapitori sappiano che Titti Pinna non è solo, e ci auguriamo che dalle loro stesse donne nasca il bisogno di gridare insieme a noi: liberatelo, liberatelo».

26.10.06

Senza titolo 1485

a causa   della cattiva  sanità   o   mala  sanità (  perchè anche   fare , in  casi di malattie  gravissime  come  questa  di Roberto    , lo  è  )   si condanna  come nel suo caso   a  non potersi operare  o  curarsi e  avere  una vita normale  .

 dal sito ufficiale  www.proroberto.it/


Durham, 19.10.2006


Cari amici e sostenitori,


dopo 18 giorni di controlli medici approfonditi l’equipe della dott. Maria Luisa Escolar ci ha incontrato oggi, presso la Duke university a Durham, per comunicarci l’esito del check-up a cui è stato sottoposto Roberto.
La dott. Escolar e la sua equipe SCONSIGLIANO il trapianto di cellule staminali. Dagli esami, infatti, è risultato che la malattia è in uno stadio troppo avanzato. Questo nonostante le condizioni esteriori di Roberto non ne facessero intuire la gravità. Il nostro bambino, infatti, vede, sente, parla, tiene dritta la schiena e si muove autonomamente con il suo triciclo. Il suo sistema neurologico però è gravemente compromesso. Il trapianto si sarebbe dovuto fare diversi mesi fa, ma il periodo necessario all’Ospedale Microcitemico di Cagliari per diagnosticare la malattia, è stato troppo lungo, da giugno 2005 a luglio 2006.
Ora, con questo quadro clinico il trapianto non è consigliabile. Pur allungando la vita a Roberto infatti, potrebbe accelerare la degenerazione della malattia, riducendo il nosro bambino in uno stato vegetativo. Rimane poi il rischio di non sopravvivere all’intervento.
Non facendo il trapianto le conseguenze sarebbero quelle che già conoscevamo. E cioè la degenerazione progressiva della malattia e la morte nel giro di alcuni anni. In questo caso comunque, la struttura ospedaliera della Duke University, ci darà il sostegno e il supporto necessario per affrontare le conseguenze della leucodistrofia metacromatica, togliendoci la sensazione di abbandono, dal punto di vista medico-scientifico in cui ci siamo trovati finora.
Ora abbiamo alcuni giorni per riflettere su quale scelta fare per Roberto. Durante questo periodo incontreremo famiglie americane che hanno preso decisioni diverse: fare o non fare il trapianto sui loro bambini.In ogni caso, quelli che ci aspettano sono giorni difficili.


Grazie per il vostro sostegno


Dario e Lella


Senza titolo 1484

da http://blogfriends.splinder.com/


Ma dove sono finiti i soldi ?


Ali Fadhil è un medico iracheno, ma è anche un giornalista che con accurate, nonché pericolose, inchieste che gli sono valse vari premi internazionali, sta indagando sul perché delle misere condizioni e della precarietà dell'Iraq di oggi. Ali, partendo dall'inefficienza e povertà degli ospedali iracheni, si mette sulle tracce dei miliardi di dollari affidati alla coalizione per rimettere in piedi le infrastrutture del paese.Nel corso dell'inchiesta che gli costerà minacce ai familiari, saccheggi in casa e tanta paura, Ali scopre alcuni buchi neri dove sarebbero spariti i soldi che ignari cittadini americani e non solo credevano fossero usati per risollevare le sorti di quel paese, riconquistato alla democrazia.Corruzione, frodi e incompetenza hanno ingoiato almeno 23 miliardi di dollari gestiti dall'Autorità Provvisoria della Coalizione, CPA, lasciando molte opere incompiute o compiute male. E in parte vanificando un percorso di riconciliazione che, con un adeguato aiuto al paese e alla popolazione, avrebbe avuto più possibilità di successo.Varie azioni giudiziarie sono in corso per accertare le responsabilità da parte di alcune compagnie americane, beneficiarie di appalti miliardari. E questo mentre l'Iraq è in ginocchio e negli ospedali si muore per mancanza di farmaci adeguati e strutture fatiscenti. Il sistema sanitario iracheno che prima della guerra poteva vantarsi di strutture molto efficienti e personale medico estremamente qualificato, langue oggi nell’abbandono e sopravvive grazie alla dedizione e alla professionalità di pochi “eroi”. Un documentario che mette a nudo la profondità dell'inganno della guerra in Iraq. Scrive Dan Whyte, criminologo americano, “il saccheggio della ricchezza petrolifera irachena non ha precedenti nella storia dei crimini industriali”. ceraunavolta.rai.it  Zahra, la bimba nella foto, dopo lunga agonia in un ospedale iraqeno, è morta per mancanza di cure adeguate. Intervista ad ALI FADHIL

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Senza titolo 1483

E' morto dopo una lunga malattia, nella sua casa di Peschiera Borromeo, il noto cantautore genovese Bruno Lauzi.Lauzi, 69 anni,era considerato uno dei padri della moderna canzone italiana .Qui trovate neews  come lui  . Ora non  riuscendo   a trovare parole , che non sia  retorica e  scontate  , per  ricordarlo , preferisco   riportare il testo     de " Lettera  al signor parkison "
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Egregio Signore, non è con piacere che le scrivo questa lettera, ma d'altra parte avrei dovuto parlarle a quattr'occhi, affrontarla di persona, sopportare quel suo subdolo modo di fare che è quanto c'è di peggio per far perdere la pazienza anche ad un santo, figuriamoci a me.

Le scrivo, come può notare, col computer, perché la mia calligrafia s'è fatta illeggibile e così minuscola che i miei collaboratori devono usare la lente d'ingrandimento per riuscire a decifrarla…

Perché le scrivo? È presto detto: io ho superato con una certa disinvoltura l'imbarazzo che lei (l'ho scritto senza maiuscola, non la merita) mi ha creato chiedendo pubblicamente la mia mano ed ovviamente ottenendola. Convivere con un ufficiale inglese a riposo, già condannato nel Punjab per ripetuti tentativi di violenza neurologica su qualunque essere di qualunque specie (le cose si vengono a sapere, come vede…) non è stato facile, la mia è una famiglia è all’antica e non ha apprezzato.

MA ORA LEI STA ESAGERANDO, signore, glielo devo dire. Quando è troppo è troppo, e il troppo stroppia! C'è un proverbio arabo che dice: «Se hai un amico di miele non lo leccare tutto», INVECE LEI S'APPROFITTA D'OGNI RILASSATEZZA, DELL'ABBASSAMENTO DELLA GUARDIA NELLA BATTAGLIA QUOTIDIANA, ci proibisce di pensare ad altro, contando sulla superficialità con cui io ho affrontato l’insorgere del male… si sa, gli artisti sono farfalloni incoscienti… no, vecchio caprone, non le sarà facile, né con me né con gli altri, la Resistenza è cominciata. Perché, vede, io e i miei fratelli e sorelle malati abbiamo tante cose da fare, una vita da portare avanti meglio di così!

D'ora in avanti prometto che starò più attento ai consigli dei miei dottori, e che mi impegnerò maggiormente nell’aiutarli nella raccolta dei fondi necessari per la ricerca. Anzi sul tema della solidarietà mi ci gioco una mano, la mano che, pitturata e serigrafata fa da piedistallo ad una poesia contro di lei, colonnello dei miei stivali, funzionando da incentivo a dare... già, poiché a chiunque faccia un'offerta per la ricerca verrà inviata «LA MANO» come ricordo e memento…

Siamo in tanti, tante mani si leveranno contro di lei e cercheranno di restituirle colpo su colpo fino a quando non riusciranno ad acchiapparla per la collottola e mandarla all’Inferno cui appartiene, bestiaccia immonda, sterco del demonio, nostra croce senza delizie… Parola mia, di questo omino per molti un po' buffo, per altri un po' patetico, ma che vive il sogno di poterla, un giorno non lontano, prendere a schiaffi. A mano ferma. Mi stia male e a non rivederla.



Bruno Lauzi





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per  chi volesse  i testi delle sue  canzoni più  celebri   ne trova  qui  qualcosa

24.10.06

Senza titolo 1482

Ma  che  vergogna  che  i  tg e i  media   nazioonali ( salvo due \tre ) e o da quei siti internet  quelli  che vengono considerati anti clericali   anche quando  non lo sono   solo perchè critici  contro la chiesa e le sue gerarchie  o   quelli   dei gay  ( come in questo caso )   , non parlano  di queste cose  ,  dobbiamo saperlo dall'estero

Gay it del 20\10\2006 


LA BBC  svela le coperture del Papa di pedofili



ROMA – Secondo un reportage investigativo realizzato dalla BBC Joseph Ratzinger prima di diventare Papa avrebbe condotto una sistematica campagna per coprire abusi sessuali su minori commessi da preti cattolici . Sex Crimes and The Vatican (Crimini sessuali e il Vaticano) è il titolo di un documentario shock che è stato trasmesso per la prima volta in Gran Bretagna a fine settembre e che in questo fine settimana viene proposto anche sul canale satellitare BBC World, nello spazio di reportage dal mondo denominato “The World Uncovered”. Il coinvolgimento di Papa Benedetto XVI
denominato “The World Uncovered”. Il coinvolgimento di Papa Benedetto XVI comincia dal fatto che, in qualità di Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, per 24 anni ha avuto il compito di far applicare i documenti promulgati dal Vaticano, tra i quali una Istruzione rimasta riservata e risalente al 1962 intitolata “Crimen Sollicitationis”, riguardante l'atteggiamento da tenere in presenza di alcuni gravi delitti, secondo quanto stabilisce il Codice di Diritto Canonico, tra cui “la violazione del Sesto Comandamento (Non commettere atti impuri) da parte di un membro del clero con un minore di 18 anni”. Si raccomandava ai vescovi piuttosto che di denunciare immediatamente i casi di cui fossero venuti a conoscenza alle autorità giudiziarie competenti, di trattare il tutto in modo riservato, cercando di invitare le persone coinvolte (le vittime e i loro familiari) a non parlarne. Il documento è assolutamente reale e del resto della sua esistenza si sa da anni, tuttavia anche in occasione della presentazione di questo nuovo documentario la controversie non sono mancate. La Chiesa Cattolica sostiene che le norme contenute nel documento del 1962 non hanno più alcun valore vincolante in quanto nel frattempo sono entrate in vigore le disposizioni che nel 1983 hanno riformato il Codice di Diritto Canonico. Eppure è lo stesso Ratzinger che lo cita come ancora in vigore in una nota dell'epistola “De Delictis Gravioribus” del 18 maggio 2001. Come già detto l'allora Cardinale era Prefetto Congregazione per la Dottrina della Fede e dunque massima autorità in materia. Non solo: secondo quanto sostenuto dagli autori del documentario il Cardinale Ratzinger avrebbe rafforzato la politica della “copertura” introducendo un principio di Competenza Esclusiva secondo il quale tutte le controversie relative ad accuse di abusi su minori sarebbero state gestite direttamente da Roma. Il reportage è presentato da Colm O'Gorman, che fu stuprato da un prete quando aveva 14 anni: «Quello che più mi colpisce – ha detto – è che è sempre la stessa storia, che si ripete ogni volta e in ogni luogo. Dei Vescovi affidano nuove parrocchie e nuove comunità a sacerdoti che sanno aver abusato di bambini in passato e succedono nuovi abusi.» Nel programma vengono presentate interviste e testimonianze di ex dipendenti del Vaticano che sono stati allontanati per aver criticato il modo col quale la Santa Sede ha gestito lo scandalo degli abusi sessuali pedofili esploso in America nel 2001. “Sex Crimes in the Vatican” affronta anche del caso di Joseph Henn  (nella foto qui a siniistra ), il sacerdote ricercato per pedofilia dalla giustizia americana e fino a luglio impiegato con mansioni di segreteria per la congregazione Società del Divino Salvatore, la cui sede è giusto a due passi dal Vaticano. Quando la Corte di Cassazione ha dato il via libera all'estradizione le autorità sono andate per notificargliela, ma lui nel frattempo si era già defilato.


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Ora  Va bene ne  che la situazione   è  grave come  testimoniano numerosi siti  ed in particolare questo qui 
http://snipurl.com/10ad5    trovato cercando  con  google la  frase  : "  preti pedofili "  ma non  credete che io stia  generalizando  perchè ci sono  anche preti ( e  a questi va la mia piena solidarietà  anche se  alcuni troppo conservatori  ma  per una lotta  contro un femeno sempre più grave a livello planetario  vedere  il tentativo  fortunamente non riuscito   di  candidare  alle  elezioni olandesi  un partito pedofilo )    che lottano contro la  pedofilia   come 1)   Fr. Shay Cullen ( trovate qui una  sua biografia  e   destra   la   foto scattata   dal sottoscritto  all'incontro  organizzato dalalbottega del commercio equo e solidale  ad Olbia  tenuto il 12\10\2006  )  fondatore di un'associazione  antipedofilia  www.preda.org ( e  tra un poì ancora non attivo www.predaitlia.org ) e  cnditato per ben  due volte al premio nobel per la pace  ; 2) Il sito www.antipedofilia.it  l'associazione   di don fortunato di  noto http://www.associazionemeter.it/ 



  Documenti





P.s
per chi usa  Mozzilla  firefox  tutti i siti non  blu   compreesi anche quelli  fra i documenti sono dei collegamenti ipertestuali

23.10.06

Senza titolo 1481

 leggo solo  ora  visto   gli impegni  salvo il fine settimana    di queste  due    news
la prima  è   tratta  da www.repubblica.it

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La rivolta dei rifugiati a Caltanissetta   "Prendono soldi per farci scappare dal Cpt" I 55 giorni nel centro siciliano degli scampati del naufragio del 20 agosto Hanno lo status di perseguitati politici e ora denunciano i maltrattamenti Nelle "evasioni" le responsabilità di interpreti e mediatori culturali







dal nostro inviato  GIOVANNI MARIA BELLU






AGRIGENTO - "Una notte ne ho visti scappare una trentina, poi un'altra volta cinque. Erano tutti africani come noi, ma di pelle bianca". Mekonem Kribrome, 24 anni, cittadino eritreo, è uno dei dieci superstiti del naufragio avvenuto il 20 agosto a 70 miglia da Lampedusa. Ha visto annegare sua moglie Lemlem, incinta di 6 mesi, e altri 28 compagni di viaggio, tra i quali 4 donne e un bambino di 2 anni. È un uomo distrutto, ma quei 55 giorni a Caltanissetta, tra il Centro di "accoglienza" e quello di "permanenza temporanea", li ricorda molto bene. Con lo stesso inorridito stupore degli altri superstiti.
Sono tutti africani neri, eritrei per la maggior parte, e somali. In questo tempo hanno ottenuto chi l'asilo politico, chi la protezione umanitaria, e il relativo permesso di soggiorno. Non sono "clandestini": potrebbero stare tranquilli, in Italia, coi loro incubi. Eppure hanno deciso di raccontare il loro soggiorno a Caltanissetta, dove hanno vissuto fino a quando sono stati trasferiti ad Agrigento, in uno dei centri del "Sistema nazionale di protezione per richiedenti asilo e rifugiati".
È una specie di rivolta. Una rivolta non violenta realizzata attraverso testimonianze concordanti. Le fughe degli immigrati nordafricani, messe in atto col sostegno di loro connazionali che lavorano a Caltanissetta come interpreti o mediatori culturali, sono un ricordo comune. E, con esse, le vessazioni piccole e grandi. Dice Mihretab Malik, eritreo 35enne: "Quando da Lampedusa sono stato portato nel Centro di Caltanissetta ho assistito a fatti che non immaginavo potessero accadere in un paese come l'Italia. Eravamo quasi tutti africani, ma gli operatori, con l'eccezione di tre di loro, ci distinguevano in base al colore della pelle. Noi neri dovevamo pagare per ogni cosa: le schede telefoniche, le sigarette, i vestiti. Dovevamo fare la fila per parlare col medico mentre gli africani bianchi ci passavano davanti".
Mihretab, e il sudanese del Darfur Mansur Basher, sono gli unici del gruppo ad aver compiuto una traversata del Mediterraneo relativamente tranquilla. Tutti gli altri - sette eritrei e due somali - si trovavano sullo stesso gommone scassato da dove Mekonem ha visto annegare la giovane moglie. Adhinom Petros, eritreo, 22 anni, ha assistito alla morte di 3 suoi cugini. A Caltanissetta, poi, alla fuga di 24 arabi, al solito col sostegno dei social workers nordafricani: "Era la notte tra il 24 e il 25 settembre. Hanno aperto con le cesoie un varco nella recinzione e sono usciti. Fuori dal campo c'erano dei poliziotti, ma sono rimasti assolutamente immobili".
Tefit Okbatsion, 24 anni, eritreo, nel naufragio del 20 agosto ha visto morire uno zio, Biran Araya. Anche lui ha ricordi precisi delle fughe: "Ho visto fuggire una trentina di arabi. So che pagavano per farlo. Ho sentito che ne parlavano chiaramente tra loro. La polizia era immobile. Quando ho chiesto spiegazioni a uno degli operatori mi ha risposto che non erano cose che mi riguardavano".
Tutti gli ex ospiti di Caltanissetta hanno un ricordo preciso del tariffario dei commerci interni. Racconta il somalo Aidrous Abdelkadir: "Per 4 sigarette un euro, per un pacchetto 5 euro, per uno zaino 10 euro". Persino sulle le carte telefoniche un ricarico di 50 centesimi. Ma Debesay Fikadu, eritreo, afferma di essersi sentito chiedere del denaro per poter avere dei farmaci per le emorroidi. E Mihretab Malik, che come tutti i giovani eritrei ha fatto forzatamente il militare e ha nozioni di pronto soccorso, parla con indignazione di quelle pastiglie bianche, sonnifero, che venivano distribuite come farmaco generale per tutti i mali dopo visite frettolose.
Tra il 25 e il 27 settembre, tutti i componenti del gruppo hanno avuto il colloquio con la commissione territoriale per il riconoscimento dello status di rifugiato. Ottenuto il permesso di soggiorno, sono entrati nella seconda fase del percorso e destinati al centro del "Progetto Tarik", gestito ad Agrigento dalla "Cooperativa Acuarinto".
Questo centro, che gode di un finanziamento annuo di oltre 400.000 euro per ospitare 55 immigrati al giorno, si trova in un fabbricato all'interno del vecchio ospedale. Non esiste la cucina: la colazione e la cena sono realizzati da un servizio di catering, per il pranzo gli ospiti devono recarsi alla Mensa della solidarietà. È stato là che, dieci giorni fa, hanno incontrato alcuni operatori di Medici senza frontiere. "Ancora - spiega Guilhem Molinie, responsabile di Msf per l'area - non usufruivano di assistenza sanitaria. Così, anche se il nostro servizio è per immigrati irregolari e loro non lo sono, li abbiamo informati dell'esistenza dell'ambulatorio gratuito, che gestiamo per conto della Ausl. Nessuno di loro ci ha detto di aver avuto, fino a quel momento, qualche forma di assistenza psicologica".

Lo sgomento per i giorni a Caltanissetta, ad Agrigento è diventato rabbia. Non solo per la perenne vista del mare che in ogni momento risveglia la memoria dell'orrore. "Prima che lasciassimo il Cpt - racconta Mihretab Malik - ci avevano detto che ad Agrigento la nostra condizione sarebbe cambiata. Avremmo studiato la lingua italiana, avremmo avuto assistenza psicologica. Non era vero". "Sono fortemente traumatizzati - afferma Donato Notonica, coordinatore del "Progetto Tarik" - e lo psicologo suggerisce in questi casi di evitare di attuare interventi troppo pressanti e invasivi".

Di certo martedì mattina, Mekonem era nella sede della "Mensa della Carità" e riceveva assistenza psicologica da Maria Stella Rizzo, che tutti chiamano suor Stellina, una religiosa che manda avanti eroicamente la mensa con pochi soldi e l'aiuto di volontari, preparando ogni giorno 150 pasti. Mekonem, che evidentemente non aveva il problema di "interventi invasivi", le chiedeva come fare per ottenere un certificato di morte presunta della moglie. Il corpo, infatti, non è stato recuperato. In Eritrea c'è l'abitudine di arrestare i familiari di chi espatria. Fratelli, padri e madri diventano ostaggi dello Stato e, per uscire, devono sborsare una somma equivalente a 2mila dollari. "I miei suoceri - spiegava Mekonem - sono stati arrestati. Ma se riuscirò a dimostrare che mia moglie è morta, potranno tornare in libertà".

(21 ottobre 2006)
 
>>

Ora ciò non è una  news.google.it/news  cio è solo
punta dell'iceberg  cercando corruzione  o vioolenza  dei nei  cpt  e vedrete che ci sono molti siti considerati coglioni che  denunciano tali cose o a cui non si da  seguito perchè vengono  essendo dell'estrema sinistra  considerati  come mosche bianche  .  Inoltre  di tali eventi oltre  al racconto  uscito su tutti i giornali  Mariana Dontcheva  direttrice di un museo in Bulgaria.  finita   nei cpt  ho sentito testimonianze dirette o indirette   da gente che  ci è passata  o  ci ha  o ha avvuto parenti o amici che  ci sono  finiti . lascio il mio commento  con  questo murales di orgosolo da me fotografato il 22\10\21006 alle cortes apertas di orgosolo  . su cui  c'è scritto  : << siamo tutti  clandestini >>












  

P.s
  vista la sua grandezza e non avendo una  digitale professionale   ho  fatto tre  " scatti "  anzi  che uno  solo

La  seconda  news   che mi ha ingannato  è  presa Dal blog di diego marchesi Venerdì, 22 Settembre 2006 - 4:20pm



Come ci si spiega la decisione di Italia dei Valori di votare contro l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sui gravi fatti del G8 di Genova 2001  ? Diaz,Bolzaneto,Pestaggi,Abusi,Torture,Infiltrati, Disordine pubblico,Repressione e Violenze su gente inerme, Criminalizzazione dei pacifisti e accondiscendenza verso i vandalismi…tutto questo non può avere Responsabilità Politiche ? Le vittime non hanno diritto ad ottenere chiarezza sulla vicenda? (si veda nei link finali il caso di Mark Covell, giornalista inglese) .   L’inchiesta è chiaramente promessa nel programma  dell’Unione ( pag.77 ), programma che tutti i partiti hanno firmato e che gli elettori conoscevano.Visto che per quanto riguarda il partito di DiPietro ci si è scandalizzati per la condotta di DeGregorio, ricordo quale altro personaggio annovera tra le sue fila un partito che si definisce di centro-sinistra!    Enrica Bartesaghi  Presidente Comitato Verità e Giustizia per Genova .. ha scritto  ;                                                                                              :



*Complimenti all’avvocato Li Gotti, nuovo sottosegretario alla Giustizia ! Dopo una militanza a destra più che trentennale, nel 2003 passa sull’altro fronte e  aderisce a “L’Italia dei Valori”. Penalista, conosciuto per essere stato difensore di pentiti deflagranti quali Buscetta, Contorno, Brusca.                 
Luigi Li Gotti, 55 anni, è stato avvocato di parte civile nel processo per la strage di Piazza Fontana, ha rappresentato i familiari del maresciallo Leonardi nel processo Moro, ha tutelato la famiglia del commissario Calabresi in un lungo iter processuale. Crotonese, Luigi Li Gotti vive e lavora a Roma, con la sua famiglia. A Crotone ha cominciato a fare politica alla fine degli anni sessanta nelle organizzazioni giovanili del Msi, partito del quale è diventato successivamente segretario di federazione e che ha rappresentato in Consiglio comunale dal 1972 al 1977. In un cassetto, l’avvocato Li Gotti custodisce le sue 35 tessere d’iscrizione annuale al Msi e poi ad An. Per chi volesse  approfondire    consulti  questo sito http://snipurl.com/105fi
IL personaggio  in questione  attualmente  è  il Responsabile Dipartimento Giustizia Italia dei Valori e (ex)avvocato difensore di Gratteri uno degli imputati tra i più alti in grado per le violenze alla scuola Diaz nonostante, o forse grazie alla sua presenza alla Diaz, pluripromosso.  Ricordo che l’onorevole Antonio Di Pietro, contribuì all’affossamento nella precedente legislatura all’introduzione del reato di tortura in Italia: dal quotidiano il il maanifesto, 4/12/2003:

<< 
…sono tutti favorevoli a punire la tortura…


però non si possono «prevedere dieci anni di carcere per chi cerca di investigare» (Antonio Di Pietro, ex pm).
L’avvocato Li Gotti, nel mese di dicembre 2003 ha chiesto di spostare il processo Diaz a Torino, ora chiederà di spostare Gratteri da questore di Bari a Roma, per più alti incarichi ….
Ci manca solo l’amnistia per chiudere definitivamente il processo per Bolzaneto……..


Le vittime delle violenze, degli abusi e delle torture della scuola Diaz e di Bolzaneto, ringraziano.


Enrica Bartesaghi


>>


Ricordo che la stessa contrarietà alla commissione è stata espressa da ROSA NEL PUGNO e UDEUR
                                                                                                                                                       



per chi volesse  sapere  perchè    su tali fattio occorre un altra commissione si legga  questi  url e questi artioli

.



  1. intervista della BBC a Mark Covell, ridotto in fin di vita alla Diaz

  2. Servizio della BBC sul caso Diaz

  3. Link a video con intervento di Mark Covell

  4. Articolo di “Bellaciao.Org”

  5. articolo “VeritaGiustizia.It”

  6. Intervento citato nella notizia

  7. Articolo di Carta.Org - 1

  8. Articolo di Carta.Org - 2








  9. ,

  10. ,








19.10.06

Senza titolo 1480

IL perbenismo sessuofobico colpisce ancora  . Mentre mi  accingo a fare copia e incolla  per riportare l'articolo in questione  mi viene alla menrte  , e  mi sembra adeguata  a questa news  la canzone  Dio  è morto di Guccini  ed in particolare questi versi  :  << [...]  Mi han detto / che questa mia generazione ormai non crede / in ciò che spesso han mascherato con la fede, / nei miti eterni della patria o dell'eroe / perché è venuto ormai il momento di negare tutto ciò che è falsità / le fedi fatte di abitudini e paura / una politica che è solo far carriera / il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto, / l'ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto /  [...] >>

www.unita.it  del 18\10\2006

 


<<

Gadget erotici? A Bologna sono contro la lotta alla violenza sessuale                


Paola Zanca




Più che una Macho free zone a Bologna sembra difficile costruire una città libera dai moralismi. All´ombra delle due torri è polemica sulle scelte dell´amministrazione per liberare la città dal maschilismo. Il piano per combattere la violenza contro le donne promosso dal Comune sta creando scandalo nelle file
 donne, associazione Sexyshock, internet

dell´opposizione al sindaco Cofferati. Nodo della discordia, la scelta di affidare una parte degli interventi di sensibilizzazione sul tema della violenza sessuale a Sexyshock, un´associazione di donne che dal 2001 lavora sui temi di genere e della sessualità. E che ha proposto il progetto Macho free zone, un piano per diffondere «la cultura della trasparenza, della consapevolezza e dell'educazione sessuale».
A destare scalpore è il fatto che Sexyshock, tra le svariate attività promosse, dedichi una parte della propria missione all´informazione sui cosiddetti sexytoys, ovvero giochi e altri oggetti di piacere. Un polverone sollevato da due consigliere comunali, Valentina Castaldini di Forza Italia e Maria Cristina Marri della lista civica La Tua Bologna, per intenderci quella dell´ex-sindaco Guazzaloca, che in una lettera denunciano come sia «inammissibile affidare parte del pacchetto antiviolenza a chi commercia gadget erotici».
Le pagine web di Sexyshock – raggiungibili anche dal Server Donne del Comune di Bologna – mostrano però come le istruzioni per l´uso per il sesso libero siano solo una parte, rispettabilissima, del lavoro di questo collettivo di donne che in questi anni si è dimostrato una delle realtà più vivaci della scena bolognese, impegnandosi nella campagna per il referendum sulla procreazione assistita, nella difesa della legge 194, nella lotta al precariato femminile, nel superamento del divario tecnologico tra uomini e donne, e, più in generale, nell´approfondimento delle tematiche di genere, con una rubrica che va in onda settimanalmente sulle frequenze della bolognese Radio Città del Capo.
La Sinistra giovanile e l´associazione "Anna Lindh" hanno già espresso la loro solidarietà alle attiviste di Sexyshock e al loro lavoro che «rappresenta un ottimo servizio grazie agli approfondimenti in materia di violenza alle donne e di questioni femminili» e che «ha consentito anche a due signore dai tratti medioevali e conservatori di conoscere la realtà dei nostri tempi e scoprire la libertà con cui ragazzi e ragazze vivono il mondo delle relazioni affettive e sessuali».
Le cattive ragazze giovedì 19 ottobre presenteranno il loro piano di interventi in tre quartieri del capoluogo emiliano, San Donato, Savena e San Vitale. Tra le iniziative in programma, un corso antiviolenza gratuito per 40 donne e la creazione di un´investigation map, una cartina segnaletica delle zone a rischio della città, compilata direttamente dalle donne che ogni giorno la attraversano. «Non è uno strumento scientifico – precisano da Sexyshock - ma una prova sul campo, dal quale vogliamo far uscire la fotografia che le cittadine hanno del quartiere». L´idea che muove il progetto Macho free zone è quella di «mettere in gioco la creatività come antidoto alla violenza e alla paura», raccogliendo «materiali audiovisivi, cartacei, produzioni artistiche, teatrali e musicali sui temi legati a come le donne vivono la città, la politica, la sessualità e tutte le questioni che più le riguardano».
«Sexyshock – spiegano le socie sul web – è un progetto di ricerca, una prospettiva critica, uno sguardo. Ma Sexyshock è anche un luogo. E non è un luogo qualsiasi». È quello delle donne che tornano a occuparsi di sessualità. E che evidentemente fanno ancora paura, soprattutto alle altre donne.

>>

 io ho  consultato quel sito  e  ho sentito parlare   di questa  associazione  da  sardi emigrati a  Bologna  e  da  una  ex  amica    gay  , e  solo perchè dice pane  al pane  vino al vino   ,  senza  ipocrisia    e giri inutili di parole  viene  mal  vista  e crea  scandalimi inutili e ipocriti proprio come dev'essere fatta  non solo una campagna  contro la violenza  sessuale  , la pedofilia  , la lotta  all Aids  ,  contro l'alcolismo e  le tossicodipendenze 

18.10.06

Senza titolo 1479

Aderiamo a questa campagna perchè nella finanziaria ci siano alcune novità importanti per le nuove generazioni!



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17.10.06

Senza titolo 1478


 


 


 


 


 


LUTTO NELLA MUSICA Addio a Andrea Parodi,  ex voce dei Tazenda


La malattia l'aveva colpito, ma non lo aveva fermato: non era mai sceso dal palcoscenico. Il 22 settembre l'ultimo concerto a Cagliari, di nuovo coi Tazenda, davanti a migliaia di persone

Cagliari, 17 ottobre 2006 - È morto Andrea Parodi, cantante di successo ed ex leader dei Tazenda. Parodi, da tempo malato, era da due giorni in coma. Nonostante la grave malattia che lo aveva colpito, Parodi anche negli ultimi tempi non aveva smesso di lavorare e di esibirsi in pubblico.
Poche settimane fa era stato protagonista di un mega concerto a Cagliari dove migliaia di persone lo avevano applaudito per l'ultima volta. La ex voce dei Tazenda, con i quali aveva raggiunto la notorietà in campo nazionale partecipando anche al festival di Sanremo, era stato testimonial del Wwf per lo spot del Parco del Gennargentu.
Parodi si era anche lasciato tentare dalla politica candidandosi come indipendente nella lista dei Riformatori alle elezioni regionali del 2004. Da alcuni anni si dedicava solo alla musica e alla famiglia. Ha calcato i palcoscenici dell'isola fino all'ultimo senza lasciarsi sopraffare dalla malattia.
"C'è un momento, fra la notte e il giorno, che non è nè notte nè giorno. Quello, è un momento di AbacadA... Dopo la sua AbacadA, Andrea ora canta e canterà sempre ancora per noi, nell'aria, e dovunque. Perchè 'La vita è bella'. Buon viaggio, capitano!". E' il messaggio che compare stamane sul sito del cantante (www.andreaparodi.it), a conferma della notizia della sua morte.
Dopo aver ricevuto il 2 settembre a Siligo (Sassari) il premio speciale della Fondazione 'Maria Carta', Andrea Parodi è salito per l'ultima volta su un palco il 22 settembre. Quella sera all'Anfiteatro romano di Cagliari si è svolta quella che stata definita la festa del 'raccolto', un concerto-omaggio alla carriera dell'artista sardo-ligure considerato una delle figure centrali della scena sarda e nazionale.
Insieme con Gigi Marielli e Gino Camedda sono tornati per una sera i Tazenda e l'inconfondibile voce di Andrea Parodi aveva intonato 'Desvelos', un brano breve e inteso fatto proprio per esaltare le sue doti canore. Poi una serie di classici: da 'Carrasecare' a 'Sa Festa', da 'A sa zente' a 'Non potho riposare', da 'Disimparados' a 'Pitzinnos in sa guerra' (nato da una collaborazione con Fabrizio De Andre'). Il finale, tra lunghi applausi, era stato dedicato a 'Nanneddu meu' e ad una suggestiva versione vocale del 'Deu te salvet Maria', l'Ave Maria in  in sardo.

 fonte http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/

e prorio con le lacrime a gli occh e  canticchiando  spunta la luna dal monte  che  è anche  una canzone   della mia adolescenza  i che voglio  dedicare un pensiero  riportando  uan delle  più belle canzoni in sardo  ad una grande persona,un uomo che ha combattuto sempre, fino alla fine! L’ho visto talmente determinato infatti egli afferma  ( è la frase che apre  il suo sito ufficiale  )  : << E' ancora grazie  a quella luce  ad est  della notte , appena dopo il tramonto   che riempe la mia vita  di gioia e di nostalgia  e mi fa scrivere canzoni >> ho quasi pensato potesse farcela...ma purtroppo la malattia ha avuto la meglio!  Ha  fatto come la canzone del suo omonimo    " Lui non c'è più "  ( trovate  nel collegamento ipertestuale  l'mp3 ) canzone riportata   fra i download    del sito  www.andreaparodi.com


Deus ti salvet, Maria,
Chi ses de grassias piena,
De grassias ses sa vena
Ei sa currente.
Su Deus Onnipotente
Cun tegus est istadu,
Pro chi ti hat preservadu
Immaculada.
Beneditta e laudada
Subra tottus, gloriosa,
Ses Mama, Fiza e Isposa
De su Segnore.
Benedittu su fiore
E fructu de su sinu
Gesus fiore divinu
Segnore nostru.
Pregade a Fizu bostru
Pro nois sos peccadores,
Chi tottu sos errores
Nos perdonet.
Ei sa grassia nos donet
In vida, e in sa morte
Ei sa dicciosa sorte
In paradisu.

RIFERIMENTI 

www.andreaparodi.it
  sito del cantante dei tanzenda

www.andreaparodi.com

  del suo  omonimo

16.10.06

Senza titolo 1477

E' passato un anno    da quel 16 ottobre del  2006  . Unnanno in cui  è stato  ucciso  i Franco Fortugno, il nostro vice-presidente del consiglio regionale, l'uomo che la mafia ci ha voluto strappare troppo presto . Io non ho avuto modo di conoscerlo personalmente ( e difficilemtne   avrei potuto farlo  , essendo di un altra regione  )  e avrei preferito non conoscerlo seguendo i tg..ma così è stato e  da quel  che  raccontano  alcuni ragazzi  del sito   ( con il quale collaboro perchè la mafia non riguarda solo    certe zone ma tutto il pese )  dei ragazi di Locri  www.ammazzateciitutti.org che  adesso ha deciso  di uscire  dal  suo " localismo "  ma di diventare nazionale  . Inoltre d'accordo con  loro  Non credo che la sua morte sia stata vana, la sua morte ha perso a molti di noi di incontrarsi e convenire su un fatto comune: la terra è nostra e doveta lasciarcela, altrimenti..AMMAZZATECI TUTTI! proprio come dice lo slogan del sito    ( vedi  il link sopra  ) omonimo  guidato da Aldo Pecora 
Ad Anna e Giuseppe mando un forte abbraccio, so che in questi giorni il mondo tremerà nuovamente per voi..ma noi siamo con voi..non vi lasceremo mai! Non siete soli! Un abbraccio forte a tutti voi..
E allo stesso modo  sostengo  , anche  se   non facendo lo sciopero  dela  fame  sono  poco coraggioso  , ma  rinunciando a qualche piatto in più  ,  alal causa di Mario congiusta 
padre di Gianluca, giovane imprenditore assassinato a Siderno (Rc) il 24 maggio del 2005 qui  le motivazioni delsuo sciopero  sul  sito   il diario   dela  protesta
 Concludo   anticipando  le  eventuali domande  che mi chiederanno  da  sardo  cosa me ne import di Fortugno   e di Congiusta  con   questa lettera considerata il testamento    di  Francesco Fortugno

"Ragazzi, voi siete il futuro della Calabria"
 IL TESTAMENTO POLITICO ED UMANO LASCIATO DA FRANCESCO FORTUGNO AI GIOVANI CALABRESI

«Noi dobbiamo ritornare a fare politica, dobbiamo far sì che voi giovani crediate in noi che la facciamo tutti i giorni, in modo da invogliarvi, interessarvi e coinvolgervi direttamente, sempre di più.
Perché, vedete, voi siete il futuro, voi siete il rinnovamento, voi sarete i futuri amministratori di questa Calabria e di questa Italia. E non è possibile che voi vi disinteressiate di politica, perché altrimenti un domani non ci saranno persone competenti, capaci, ma soprattutto “limpide”, che andranno ad occupare i posti che noi dovremo ovviamente lasciarvi.
Quindi noi abbiamo una grande responsabilità: dobbiamo svolgere bene la nostra attività, dobbiamo essere trasparenti; in modo che si desti un vero interesse, che non si dica che il politico è un imbroglione, uno che comunque non dice la verità o uno che prende in giro la gente solo per carpirne i voti, creando clientele.
Però noi abbiamo un’arma: noi votiamo.
E allora siamo noi che abbiamo il dovere morale, prima che civile, di scegliere tra i vari candidati che ci sono in campo quelli più affidabili, quelli più “puliti”. Ma consentitemi anche di dire che, purtroppo, un po’ la colpa è anche nostra se oggi c’è qualche politico, più di un politico, che non fa il suo dovere o che, peggio ancora, fa qualcos’altro».
Francesco Fortugno
>>
 E con questa  frase  : << "Non sono né un eroe né un Kamikaze, ma una persona come tante altre. Temo la fine perché la vedo come una cosa misteriosa, non so quello che succederà nell'aldilà. Ma l'importante è che sia il coraggio a prendere il sopravvento... Se non fosse per il dolore di lasciare la mia famiglia, potrei anche morire sereno" (Paolo Borsellino) >>

  a  buon intenditore  poche  parole 

P.s proprio mentre scrivevo mi  è venuta in mente la canzone    che  è la canzone  omonima del sito 



E ADESSO AMMAZZATECI TUTTI


 


Un urlo nella sera, un urlo nella testa,
cinque colpi che tu senti in questa stanza;
hanno sporcato di sangue la tua festa
ma quando finirà questa mattanza…
L’hai sentito alla radio, ti han descritto la scena,
Fujitivìndidassàtici ‘sta terra ai farabutti”
ma tu stavolta gridi a voce piena:
E adesso ammazzateci tutti!”
Piangono i giovani, ma non sono piegati,
loro son stanchi di chi ruba la speranza.
Monta lo sdegno, ormai si son stancati:
hanno capito di questa lotta l’importanza.
Non c’è silenzio a Locri sulla sabbia,
la voce corre come in tutti i lutti,
ma non è un pianto, è un grande urlo di rabbia:
E adesso, ammazzateci tutti!”
Vengono i giovani, a pulire il sangue,
vengono da Polistena, da Reggio,
col volto bello, pallido ed esangue,
hanno capito che la paura è il peggio.
Si abbracciano, conoscendosi per strada,
si abbracciano, fratelli in mezzo ai flutti,
sanno che solo il coraggio sarà rada:
E adesso, ammazzateci tutti!”.
Siam dieci, cento, mille, e non siam tutti,
se
avete tanto piombo, ammazzateci tutti!
Siam dieci, cento, mille, e non siam tutti,
se
avete tanto piombo, ammazzateci tutti!
Siam dieci, cento, mille, e non siam tutti,
se
avete tanto piombo, ammazzateci tutti!
Siam dieci, cento, mille, e non siam tutti,
se
avete tanto piombo, ammazzateci tutti!
Brilla la pioggia della terra di Montalto,
piange
anche il cielo su quel luogo profanato,
scivola come pianto di madre, sull’asfalto,
innocente del sangue lì versato.
Per pochi maledetti siamo sputtanati,
per pochi infami siamo sporchi e brutti,
noi invece siamo in tanti, e siam rinati:
E adesso, ammazzateci tutti!”
Nessuno parli di odio, nessuno invochi morte,
Nessuno parli di sangue, nessuno invochi lutti,
chi
tanto ha sofferto, non augura stessa sorte.
E se ci riuscite “Adesso, ammazzateci tutti!”
La guerra la vinciamo se rinunciamo ad odiare,
la
guerra la vinciamo col lavoro uniti tutti.
‘Sta guerra la si vince con il coraggio di amare:
e voi mafiosi oggi avete perso: ammazzateci tutti!
Siam dieci, cento, mille, e non siam tutti,
se
avete tanto piombo, ammazzateci tutti!
Siam dieci, cento, mille, e non siam tutti,
se
avete tanto piombo, ammazzateci tutti!
Siam dieci, cento, mille, e non siam tutti,
se
avete tanto piombo, ammazzateci tutti!
Siam dieci, cento, mille, e non siam tutti,
se
avete tanto piombo, ammazzateci tutti!
AMMAZZATECI TUTTI!
AMMAZZATECI TUTTI!
AMMAZZATECI TUTTI!
AMMAZZATECI TUTTI!
AMMAZZATECI TUTTI!



11.10.06

Senza titolo 1475


Finalmente è ufficiale in questi giorni a a Roma si è svolta la cerimonia per il prestigioso riconoscimento Esso è Un’arte senza tempo unica nel suo genere coltivata ancora con grande passione in molti paesi del centro e del nord Sardegna Un canto concorde. La locuzione “a tenore” nel gergo dei cantori significa proprio questo: la voce solista che si fonde con quelle dei coristi ottenendo un tutto armonico di vibrazione profonda. Anche nella lingua di ogni giorno questo modo di dire si applica a qualsiasi azione - materiale o immateriale - compiuta con garbo e armonia, nella maniera migliore possibile.
Nella pratica del canto millenario definito dall’Unesco come patrimonio intangibile dell’umanità nel novembre del 2005 i protagonisti sono quattro. La voce solista che intona e guida la linea del canto (boghe) è accompagnata da tre coristi: mezzavoce (mesaoghe), basso (bassu) e contralto (contra). Non c’è nessuno che suoni, si tratta di sole voci umane senza l’ausilio di strumenti musicali di alcun genere.
Perché un coro a tenore venga considerato eccellente occorre che i quattro cantori siano tutti di ottimo livello, possibilmente inconfondibili rispetto ad altri esecutori. Ma non è sufficiente, ad esempio, che il solista sia una voce più unica che rara, occorre che i tre coristi siano in grado di fargli compagnia al meglio. Gli appassionati di canto a tenore ricorderanno un coro di Lodè di oltre trent’anni fa in cui il solista (Preteddu Nanu) era di valore assoluto ma i tre coristi, pur essendo di buona qualità, non erano adeguati a lui.
Ogni paese del centro e del nord Sardegna che coltiva quest’arte senza tempo ha elaborato un modo di cantare tutto proprio che lo rende unico nel suo genere: il tenore di Fonni non si può confondere con quello di Gavoi . Quello di Bitti canta in maniera diversa rispetto a Orune, Orgosolo ha un suo stile peculiare, Silanus altrettanto , in gallura ( dalle mie parti ) si usa il canto a tasgia e si potrebbe continuare a lungo. Nel corso dei secoli i vari cori hanno elaborato moduli musicali particolari (pensiamo alla melodia del canto “a sa lestra” di Orgosolo o ad alcune canzoni a ballo esclusive di Oliena).
Negli ultimi decenni il mondo dello spettacolo ha cercato di mettere le mani sul canto a tenore, ma i vari tentativi sono falliti più o meno miseramente. Oggi prevale la coscienza della tutela delle peculiarità, nonostante qualche tentazione residuale di appropriarsi indebitamente di ricchezze altrui da parte di alcuni (pochi, in verità) che includono nei loro repertori moduli esclusivi nati altrove.
Domina su tutto la grande passione, basata sul piacere del canto in sé, a prescindere dalla materialità dei sesterzi: uno spirito vitale che rende i cantori quasi immuni dalla stanchezza delle lunghe serate e può far proseguire il canto fino all’alba. A Bitti esiste una definizione particolare per le voci insonni degli esecutori che intonano il canto fra il morire della notte e il primo annuncio dell’aurora: “a s’arvorinu”, l’incerto chiarore del giorno che sta per nascere e fa sì che le voci siano stanche ma proprio per questo cariche di sofferenza senza tempo.
 A tenore si può cantare davvero di tutto: elegie e inni sacri, lamenti funebri e canti di culla, mutos d’amore e di scherno, balli lenti e danze scatenate, la vita e la morte, la rugiada e la brina. I versi sono importanti allo stesso modo della melodia: il sacro rispetto del testo ha reso perenni nel ricordo dei vivi poeti come Peppino Mereu e Paulicu Mossa.
Secondo la nuova sardegna del 10\10\2006 le motivazioni sono :


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NUORO. Cerimonia solenne ieri pomeriggio a Roma, nella sala conferenze della sede di rappresentanza della Regione Sardegna, per la consacrazione ufficiale del canto a tenore dei pastori del centro della Barbagia quale patrimonio orale e intangibile dell’umanità. La Commissione nazionale italiana dell’Unesco, infatti, ha attribuito il riconoscimento formale all’amministrazione provinciale di Nuoro dell’unico “capolavoro” italiano tra i 43 proclamati in tutto il pianeta il 25 novembre 2005, a Parigi, dalla giuria internazionale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, l’Unesco appunto. A ricevere il prestigioso attestato dalle mani di Giovanni Puglisi, presidente della Commissione italiana Unesco, c’erano, ieri a Roma, il vice presidente della Provincia di Nuoro (nonché assessore alla Cultura) Peppino Paffi e l’assessore regionale alla Pubblica istruzione Elisabetta Pilia. Con loro c’erano poi Daniele Cossellu, mesuoche del gruppo a tenore Remunnu ’e Locu di Bitti, ora presidente dell’Associazione regionale Tenores, il sindaco di Ollolai Efisio Arbau e l’assessore all’Ambiente del Comune di Oliena Antonio Putzu. Alla cerimonia ha preso parte, inoltre, anche un sardo illustre di casa al Governo, Emidio Casula, sottosegretario alla Difesa. È lui che, assieme a Paffi e alla Pilia, ha preso il microfono per elogiare l’antico canto dei pastori dell’isola, dalle caratteristiche particolari e uniche. Non a caso la motivazione Unesco dice che «non esiste in altre parti del mondo un’espressione vocale, gutturale e polivocale, come quella dei pastori sardi». Parole solenni in una serata romana «davvero emozionante», è il commento a caldo del vicepresidente della Provincia di Nuoro. >>
Infatti essa è , come  affermano  vari  studiosi  e antropologi ,   una espressione unica al mondo .Infatti   <<  [...]  Il canto a tenore è uno dei più straordinari esempi di polifonia del Mediterraneo, per complessità, ricchezza timbrica e forza espressiva; le sue peculiarità ne fanno una realtà propriamente sarda, che non ha eguali nel resto del mondo. La sua origine è antichissima, come la sua funzione sociale di aggregazione e rafforzamento dei legami all’interno della comunità. Sono gli stessi interpreti di questa forma di canto ad accreditare l’ipotesi che esso trovi il suo nucleo originario nell’imitazione dei suoni della natura, gli unici suoni che il pastore, nei lunghi mesi di solitudine nei pascoli lontano dal paese, può ascoltare e analizzare fino al più impercettibile dettaglio. Soprattutto le vibrazioni e i timbri prodotti dai greggi di pecore sembrano ispirare il forte e caratteristico aspetto gutturale di questo canto; un elemento originario, che poi evolve in una rara raffinatezza fatta di melismi, complesse ritmiche ed emozionanti modulazioni.Il ruolo di questo canto all’interno della comunità era e continua ad essere di enorme importanza: la trasmissione esclusivamente orale della tecnica d’esecuzione e dei brani di poesia utilizzati rafforzava il legame fra le generazioni ed era un’occasione di traduzione espressiva di esperienze e caratteri individuali; l’apprendimento e la necessaria esercitazione costituivano un momento vivo d’incontro e confronto fra i giovani interpreti, e fra loro e l’occasionale pubblico; infine, l’esecuzione del canto durante i momenti più gioiosi e liturgici della vita della comunità dava ad esso quel carattere insieme sacro e festoso, dal quale risulta inseparabile. Non so che  altro dire   e chiudo qui in quanto non ho  , visto che è da poco che mi sto appassionando a questo genere di musica  le  competenze mneccessarie  per 
Spiegare cosa è il "Canto a Tenore", non è sicuramente un compito agevole, se l'interlocutore non ha conoscenze specifiche sull'argomento in questione, Consapevoli di questo, è ragionevole rivolgersi a chi, del Canto a Tenore è fortemente appassionato tanto da farne, con successo, oggetto di ricerca. Il prof. Andrea Deplano, di Dorgali, docente di Lingue e Letterature straniere che con la pubblicazione del libro Tenores, ha certamente messo a fuoco l'origine, la tecnica e la diffusione di questo meraviglioso canto che la Sardegna vanta. Proprio tra le righe di questo libro, troviamo quelle nozioni, che possono aiutare chi volesse tentare un approccio alla materia. Per questo abbiamo scelto alcuni brani dal libro del prof. Deplano, per portare a conoscenza dei navigatori di internet, il mondo misterioso e affascinante del canto a Tenore. Il Canto a Tenore, simbolo della musica sarda o polivocalità sarda per eccellenza, non è riuscito fino ad oggi ad articolare un proprio spazio.   [.....]  continua  qui >> Per concludere   segnalo  per  tutti\e coloro volessero  approfondire tale  argomento  una serie di links 


http://www.sardiniapoint.it/8381.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Canto_a_tenore





P.s
per chi usa  mozzilla firefox  i   sito i in nero sono dei collegamenti  testuali  potete  anche cliccarci sopra


Senza titolo 1474

La rabbia e l'amore

Quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto.
Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare.
Quanto più arrabbiati sono, tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro.
D'altra parte, che succede quando due persone sono innamorate?
Loro non gridano, parlano soavemente e dolcemente.
E perchè?
Perché i loro cuori sono molto vicini.
La distanza tra le loro anime è breve.
A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano.
E quando l'amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi.
I loro cuori si intendono.
E' questo quello che accade ai cuori di due persone che si amano, si avvicinano."

"Quando voi avrete l'occasione di discuterete con qualcuno,
 non permettete che i vostri cuori si allontanino,
non dite parole che li possano distanziare ancor di più,
perché prima o poi arriverà un giorno in cui la distanza sarà tale
che non incontreranno mai più la strada per tornare."

10.10.06

Senza titolo 1473

Veterinari, sgravi fiscali anti-abbandono

I veterinari italiani dichiarano guerra al fenomeno dellabbandono degli animali e del conseguente randagismo, un malcostume che pesa anche sulle casse dello Stato. E lo fanno proponendo alle Istituzioni una serie di misure fiscali. Una su tutte: rendere interamente deducibile dai redditi, ai fini delle imposte, la spesa veterinaria sostenuta per lidentificazione, liscrizione in anagrafe e la sterilizzazione chirurgica del proprio cane. La proposta, avanzata dal Sindacato dei medici veterinari italiani Sivemp insieme alla Società italiana di medicina veterinaria, ha infatti lobiettivo di ridurre i ricoveri nelle strutture pubbliche degli animali abbandonati, con un notevole risparmio sui costi a carico della collettività. La sola regione Lombardia ricovera nei canili pubblici circa 7.500 cani ad un costo di circa 1.000 euro a cane ogni anno. La spesa annuale per il solo ricovero (escluse cioè le operazioni di cattura e assistenza sanitaria) è di circa 7 milioni 500 mila euro, cioè circa 0,83 euro per abitante. Se si proietta il dato sullintera popolazione italiana, si arriva ad una spesa stimabile per difetto a 45 milioni di euro l'anno. yahoonews

LE ANIME BELLE ESISTONO E RESISTONO ... Lei si chiama Chiara Trevisan, ha 46 anni e di mestiere legge libri agli sconosciuti.

  da   Mauro Domenico Bufi    21 dicembre alle ore 11:05   il suo carretto carico di libri, frasi, parole, storie. In testa un buffo cappell...