17.12.10

ma allora è proprio vero che The Times They Are a Changin' news da Londra e dall'Italia

la prima news  è  questa e viene dallo spocchiosi  e de politici  .
Ho sempre detestato  le  news  ( se  cosi si posso chiamare  provenienti da tale mondo ) ma a volte  capita   come la news  che  riporto sotto  che da tale ambiente  dorato e frivolo provengano  dei cambiamenti  notevoli ed  aperture mentali   interessanti anche   non profonde ( in  questo caso  sarà la storia  a dirlo )  e vere  , ma  solo  tanto  per   fare  parata

 unita  online del  17\12\2010

Clamoroso a corte, William e Kate
non invitano Obama alle nozze

kate e william
Sembrava dovessero essere gli ospiti d'onore in grado di condizionare persino la data delle nozze, e invece non sono stati nemmeno invitati: Barack e Michelle Obama non saranno al matrimonio del principe William e Kate Middleton ad aprile prossimo. La ragione, hanno rivelato alcuni funzionari di corte, e' che non essendo William l'erede diretto al trono, non si trattera' di un evento di Stato e per questo motivo gli sposi preferiscono invitare ''gente comune'' al posto dei rappresentanti di varie nazioni del mondo.
Secondo il Daily Mail tuttavia, alcuni capi di stato, forse il presidente francese Nicolas Sarkozy e la moglie Carla Bruni, verranno inclusi nella lista degli invitati. ''Certamente non tutti i capi di stato verranno esclusi. Stiamo ancora stilando la lista e potrebbe ancora cambiare ma per come stanno le cose'', ma ''al momento e' vero'' che gli Obama non sono stati invitati, ha detto un funzionario al tabloid. Anziche' trasformare le sue nozze in un complesso e costoso grattacapo per la polizia - proprio per ragioni di sicurezza gli Obama non si erano gia' recati al matrimonio di Chelsy Clinton quest'estate - invitando una miriade di vip e politici, William vuole riempire i banchi dell'abbazia di Westminster con le persone che lavorano con le ben 21 associazioni di beneficenza che hanno il suo patrocinio, in una vero ''matrimonio della gente''.
Consapevoli che in un periodo di tagli e crisi economica ostentare opulenza sarebbe sbagliato, William e Kate avrebbero scelto come modello della loro cerimonia quella della regina Elisabetta e del principe Filippo, sposatisi nel 1947 in pieno dopoguerra. Anche se il vestito di Kate costera' piu' di 1.200 sterline e non verra' pagato con i tagliandi dei razionamenti come quello di Elisabetta, di certo non sara' come quello indossato da Diana nel 1981, con un interminabile strascico che cadeva lungo le scalinate della cattedrale di St Paul.
Un segnale di come Kate stia gia' entrando a far parte della famiglia reale e' arrivato ieri con la sua presenza al pranzo pre-natalizio che la regina ogni anno organizza a Buckingham Palace, al quale prendono parte solamente i membri del clan Windsor, circa una cinquantina in tutto, dai quattro figli di Elisabetta - Carlo, Anna, Andrea e Edoardo - ai cugini e nipoti. Kate e William hanno lasciato Buckingham Palace nel pomeriggio a bordo di una limousine in compagnia del principe Harry, che ha da poco rilasciato un'intervista al tedesco Bild in cui dice di essere ''enormemente felice'' per le prossime nozze e definisce la fidanzata del fratello ''la sorella che ho sempre sperato di avere''. Harry oggi e' finito nuovamente sulle pagine dei tabloid in seguito alle rivelazioni dell'ex babysitter dell'attrice americana Catherine Ommanney. Monica Herrero ha raccontato che nel 2007 l'allora 21enne principe avrebbe avuto una serie di incontro romantici con la Ommanney, piu' vecchia di lui di 13 anni e avrebbe mandato due volte a casa sua un autista a prenderla. 
 
La  seconda   viene  da  un mondo   dei boiardi  di stato  ed  in particolare  dall'ambiente  di  solito  che approva  l'ubbir  tacendo  e  le malefatte (  ovviamente  senza  generalizzare  , parlo anche per esperienza  personale amici e  conoscenti  , esiste  una minoranza    che non ci stà a tale  andazzo ) 
 
 repubblica  online  del 16\12\2010

IL CASO

I poliziotti, la piazza e la legalità sulle forze dell'ordine lo strappo dei finiani

Sul mensile di FIlippo Rossi un dibattito su "Genova 2001. Quella ferita da pensare e da curare". "Rifiuto l'idea della destra poliziottesca. La destra è stato di diritto nemmeno gli agenti possono travalicare i limiti"

di CONCETTO VECCHIO
 
I poliziotti, la piazza e la legalità sulle forze dell'ordine lo strappo dei finiani Gli scontri a Roma
 

RIPENSARE il G8 di Genova. Scardinare la retorica che vuole la destra stare sempre dalla parte dei poliziotti, anche quando sbagliano. Mettere in soffitta il law and order con la bava alla bocca. I finiani compiono un nuovo strappo con uno degli elementi costitutivi della loro identità d'origine: il rapporto con le forze dell'ordine. L'ultimo numero di "Caffeina", il mensile diretto da Filippo Rossi - che esce proprio nei giorni in cui Roma è teatro della guerriglia Black bloc - ospita una tavola rotonda su "Genova 2001. Quella ferita da ripensare e da curare", alla quale hanno partecipato Carlo Bonini inviato de La Repubblica, Peter Gomez, direttore de ilfattoquotidiano.it e Luciano Lanna, vicedirettore de Il Secolo d'Italia. Inoltre il magazine contiene un lungo articolo di Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, morto dopo i maltrattamenti subiti dopo un arresto, nella quale ricorda che "ci sono stati tentativi di difendere a prescindere l'operato delle forze dell'ordine: penso all'intervento del sottosegretario Giovanardi, lo stesso che aveva definito mio fratello 'larva umana'". Proprio Gianfranco Fini lo scorso 15 novembre ha voluto presentare a Montecitorio il libro di Ilaria, ringraziandola per non essere andata via dall'Italia.
Per Filippo Rossi il G8 fu "un dramma nazionale". E fa suoi i dubbi sollevati da un poliziotto anonimo, raccolti nell'ultimo libro di Bonini, Acab (Einaudi), dopo che il vicequestore Michelangelo Fournier parlò di "macelleria
messicana": "I colleghi che gridavano Sieg Heil ci fanno vergognare o no? I colleghi che avrebbero minacciato di stupro le signorine antagoniste meritano la nostra esecrazione o no? I colleghi che si accanivano con trenta manganellate sul primo che passava senza sapere se era solo solo un povero illuso pacifista o un violento vero, hanno sbagliato o no? La collega che al telefono con il 118 di Genova, riferendosi alla Diaz, parla di 1 a 0 dimostra di essere intelligente?". Ecco, dice Rossi, "queste domande una destra legalitaria, costituzionale e libertaria non può non farsele. E non può non rispondere, senza zone grigie. Verità e legalità devono essere uguali per tutti, come la legge. Perché non è possibile che in uno Stato di diritto ci sia qualcuno per cui questa regola non valga: fosse anche un poliziotto, un carabiniere, un militare, un agente carcerario. Non può esistere una terra di mezzo in cui si consente quello che non è consentito. Parlare di Genova, a quasi dieci anni di distanza, dunque è parlare di legalità".
E' un cambio di passo doppiamente significativo se si considera che Fini, allora vicepremier, trascorse le ore drammatiche degli scontri nella sala operativa della questura di Genova. Lanna questa nuova visione la declina così: "Io rifiuto l'idea di una destra poliziottesca, la destra è Stato di diritto, rispetto delle regole e delle persone. Quando le forze dell'ordine le travalicano allora negano la destra". "L'unica parte giusta - compendia Rossi - è quella della ricerca della verità".



Niente da nascondere

violenza e corenza poitica di fini

mentre scrivo  questo post  mi viene  in mente  questa  canzone   del  '68\78  intitolata appunto la violenza
E mi accorgo che  Saviano  ha  ragione    e dallla  sua lettera  ne  è  nato un interessante   dibattito  come  quello     della poesia  di Pasolini su  valle giulia ( marzo 1968  )

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Ecco la lettera di Roberto Saviano, indirizzata agli studenti di tutta Italia che hanno protestato contro la Riforma Gelmini, per condannare l’uso della violenza evidenziato nei recenti scontri del 14 Dicembre a Roma. La lettera è stata pubblicata questa mattina su Repubblica:
Chi ha lanciato un sasso alla manifestazione di Roma lo ha lanciatocontro i movimenti di donne e uomini che erano in piazza, chi ha assaltato un bancomat lo ha fatto contro coloro che stavano manifestandoper dimostrare che vogliono un nuovo paese, una nuova classe politica,nuove idee.
Ogni gesto violento è stato un voto di fiducia in piùdato al governo Berlusconi. I caschi, le mazze, i veicoli bruciati, lesciarpe a coprire i visi: tutto questo non appartiene a chi sta cercandoin ogni modo di mostrare un’altra Italia.
I passamontagna, isampietrini, le vetrine che vanno in frantumi, sono le solite, vecchiereazioni insopportabili che nulla hanno a che fare con la molteplicitàdei movimenti che sfilavano a Roma e in tutta Italia martedì. Poliziottiche si accaniscono in manipolo, sfogando su chi è inciampato rabbia,frustrazione e paura: è una scena che non deve più accadere. Poliziottiisolati sbattuti a terra e pestati da manipoli di violenti: è una scenache non deve più accadere. Se tutto si riduce alla solita guerra instrada, questo governo ha vinto ancora una volta. Ridurre tutto ascontro vuol dire permettere che la complessità di quelle manifestazionie così le idee, le scelte, i progetti che ci sono dietro venganoraccontate ancora una volta con manganelli, fiamme, pietre elacrimogeni. Bisognerà organizzarsi, e non permettere mai più che pochecentinaia di idioti egemonizzino un corteo di migliaia e migliaia dipersone. Pregiudicandolo, rovinandolo.
Scrivo questa lettera ai ragazzi, molti sono miei coetanei, che stannooccupando le università, che stanno manifestando nelle strade d’Italia.Alle persone che hanno in questi giorni fatto cortei pieni di vita,pacifici, democratici, pieni di vita. Mi si dirà: e la rabbia dove lametti? La rabbia di tutti i giorni dei precari, la rabbia di chi nonarriva a fine mese e aspetta da vent’anni che qualcosa nella propriavita cambi, la rabbia di chi non vede un futuro. Beh quella rabbia,quella vera, è una caldaia piena che ti fa andare avanti, che ti tienedesto, che non ti fa fare stupidaggini ma ti spinge a fare cose serie,scelte importanti. Quei cinquanta o cento imbecilli che si sono tiratiindietro altrettanti ingenui sfogando su un camioncino o con unasassaiola la loro rabbia, disperdono questa carica. La riducono a uncalcio, al gioco per alcuni divertente di poter distruggere la cittàcoperti da una sciarpa che li rende irriconoscibili e piagnucolandoquando vengono fermati, implorando di chiamare a casa la madre echiedendo subito scusa.
Così inizia la nuova strategia dellatensione, che è sempre la stessa: com’è possibile non riconoscerla? Com’è possibile non riconoscerne le premesse, sempre uguali? Quegli incappucciati sono i primi nemici da isolare. Il “blocco nero” o comediavolo vengono chiamati questi ultrà del caos è il pompiere delmovimento. Calzano il passamontagna, si sentono tanto il SubcomandanteMarcos, terrorizzano gli altri studenti, che in piazza Venezia urlavanodi smetterla, di fermarsi, e trasformano in uno scontro tra manganelliquello che invece è uno scontro tra idee, forze sociali, progetti le cuiscintille non devono incendiare macchine ma coscienze, molto piùpericolose di una torre di fumo che un estintore spegne in qualchesecondo.
Questo governo in difficoltà cercherà con ogni mezzo didelegittimare chi scende in strada, cercherà di terrorizzare gliadolescenti e le loro famiglie col messaggio chiaro: mandateli in piazzae vi torneranno pesti di sangue e violenti. Ma agli imbecilli col cascoe le mazze tutto questo non importa. Finito il videogame a casa,continuano a giocarci per strada. Ma non è affatto difficile bruciareuna camionetta che poliziotti, carabinieri e finanzieri lasciano comeesca su cui far sfogare chi si mostra duro e violento in strada, edelatore debole in caserma dove dopo dieci minuti svela i nomi di tutti isuoi compari. Gli infiltrati ci sono sempre, da quando il primo operaioha deciso di sfilare. E da sempre possono avere gioco solo se hannoseguito. E’ su questo che vorrei dare l’allarme. Non deve mai più accadere.
Adesso parte la caccia alle streghe; ci sarà la volontàdi mostrare che chi sfila è violento. Ci sarà la precisa strategia dievitare che ci si possa riunire ed esprimere liberamente delle opinioni. E tutto sarà peggiore per un po’, per poi tornare a com’era, a come èsempre stato. L’idea di un’Italia diversa, invece, ci appartiene e ciunisce. C’era allegria nei ragazzi che avevano avuto l’idea dei BookBlock, i libri come difesa, che vogliono dire crescita, presa dicoscienza. Vogliono dire che le parole sono lì a difenderci, che tuttoparte dai libri, dalla scuola, dall’istruzione. I ragazzi delleuniversità, le nuove generazioni di precari, nulla hanno a che vederecon i codardi incappucciati che credono che sfasciare un bancomat siaaffrontare il capitalismo. Anche dalle istituzioni di polizia in piazzabisogna pretendere che non accadano mai più tragedie come a Genova. Ognispezzone di corteo caricato senza motivazione genera simpatia verso chicon casco e mazze è lì per sfondare vetrine. Bisogna fare in modo chein piazza ci siamo uomini fidati che abbiano autorità sui gruppetti dipoliziotti, che spesso in queste situazioni fanno le loro battagliepersonali, sfogano frustrazioni e rabbia repressa. Cercare in tutti imodi di non innescare il gioco terribile e per troppi divertente dellaguerriglia urbana, delle due fazioni contrapposte, del ne resterà inpiedi uno solo.
Noi, e mi ci metto anche io fosse solo per età eper  -  Dio solo sa la voglia di poter tornare a manifestare un giornocontro tutto quello che sta accadendo  -  abbiamo i nostri corpi, lenostre parole, i colori, le bandiere. Nuove: non i vecchi slogan, non isoliti camion con i vecchi militanti che urlano vecchi slogan, vecchiecanzoni, vecchie direttive che ancora chiamano “parole d’ordine”. Questaera la storia sconfitta degli autonomi, una storia passata per fortuna.Non bisogna più cadere in trappola. Bisognerà organizzarsi, allontanarei violenti. Bisognerebbe smettere di indossare caschi. La testa serveper pensare, non per fare l’ariete. I book block mi sembrano unarisposta meravigliosa a chi in tuta nera si dice anarchico senza saperecos’è l’anarchismo neanche lontanamente. Non copritevi, lasciatelo fareagli altri: sfilate con la luce in faccia e la schiena dritta. Sinasconde chi ha vergogna di quello che sta facendo, chi non è in gradodi vedere il proprio futuro e non difende il proprio diritto allostudio, alla ricerca, al lavoro. Ma chi manifesta non si vergogna e nonsi nasconde, anzi fa l’esatto contrario. E se le camionette bloccano lastrada prima del Parlamento? Ci si ferma lì, perché le parole stannoarrivando in tutto il mondo, perché si manifesta per mostrare al Paese, achi magari è a casa, ai balconi, dietro le persiane che ci sono dirittida difendere, che c’è chi li difende anche per loro, che c’è chigarantisce che tutto si svolgerà in maniera civile, pacifica edemocratica perché è questa l’Italia che si vuole costruire, perché èper questo che si sta manifestando. Non certo lanciare un uovo sullaporta del Parlamento muta le cose.
Tutto questo è molto più chebruciare una camionetta. Accende luci, luci su tutte le ombre di questopaese. Questa è l’unica battaglia che non possiamo perdere.
Roberto Saviano

Ecco la risposta dell’Unione degli Universitari alla lettera di Saviano:
GRAZIE ROBERTO, IL TUO APPELLO E’ ANCHE IL NOSTRO.
Andiamo avanti a viso scoperto, con le nostre idee e le nostre lotte.
Così l’Unione degli Universitari e la Rete degli Studenti, che in questi mesi hanno organizzato manifestazioni e proteste nelle scuole, negli atenei e nelle piazze di tutta Italia, rispondono in una lettera inviata a LaRepubblica all’appello di Roberto Saviano contro le degenerazioni violente.
Gli scontri di martedì fanno male al movimento studentesco, hai ragione. Fanno male a tutto il Paese, perché offuscano una mobilitazione straordinariamente condivisa nelle sue ragioni e nelle sue pratiche dalla società civile, dall’opinione pubblica” spiega la lettera “Per questo crediamo che il tuo intervento rappresenti lucidamente le paure e le speranze di chi vede questo movimento come un elemento sano della nostra società e vuole difenderlo da una degenerazione violenta. La ribellione, quella sana e colorata, che in queste settimane ha paralizzato per intere giornate il Paese, ci ha dato una spinta propulsiva e una visibilità inaspettata.”
“In questi mesi abbiamo scoperto di non essere soli- continua la lettera – di essere una moltitudine in grado di cambiare l’agenda politica, e abbiamo conquistato l’affetto e il sostegno di larga parte del Paese, che applaude i nostri blocchi stradali, ci difende e ci aiuta a continuare.”
Gli scontri di martedì non possono oscurare tutto questo:“Crediamo che ognuno debba fare la sua parte per tener viva la speranza che abbiamo riacceso, per sconfiggere chi crede di azzittire un’intera generazione con metodi antichi, che puzzano di naftalina e ricordano le peggiori stagioni di questa Repubblica.”
Insomma un appello per continuare la battaglia a volto scoperto “A chi scientemente semina terrore, rispondiamo con le nostre idee e le nostre lotte, con la voglia di riscatto di una generazione che ha finalmente capito che si può vincere, e che per farlo c’è bisogno di tutti.
Una generazione che usa parole più pesanti delle pietre e sa scendere in piazza a viso scoperto.”
Infine l’Unione degli Universitari e la Rete degli Studenti Medi chiedono allo scrittore un incontro per confrontarsi sulla battaglia culturale per una società della conoscenza e della libera informazione.
  ed  ecco qui le altre risposte




veniamo al  2  argomento 

Non è per dare ragione a Berlusconi e company fini dovrebbe dimettersi visto che ha perso a scommessa  fatta    in cui diceva  che   se  non passava  la  sfiducia si sarebbe dimesso , ma  soprattutto  ora  che a Gennaio inaugurerà  un uovo partito rimandendo al suo posto perderebbe quel ruolo d'obbiettività  parziale  o effettiva  che   tutti gli hanno riconoscoiuto  che lo ha caratterizzato nella carica ricoperta




"Accettiamo le lire». E la gente affolla un negozio di intimo a Sassari

 

<< Qualche giorno fa un uomo anziano è entrato in negozio con 1500 lire: "Cosa compro con questi?". Donatella ha sorriso e gli ha dato un paio di calze. "Accettiamo pagamenti in lire". Quel cartello nelle vetrine del negozio di intimo per donna e uomo Fadda e Urzati al Corso di Sassari (esiste dal 1860) non è passato inosservato
di Nadia Cossu
>>
 
Appena  ho letto  questa   news , mentre  facevo ricerche  sul sito  della nuova Sardegna   mi sono chiesto    Ma  stiamo  impazzendo oppure  è una trovata  pubblicitaria   ironica   sfruttando  l'odio   \ mlumore  che ancora persiste   verso l'euro  , e  la nostalgia  della nostra  vecchia  moneta  ?  a  voi  la  risposta 
 
 
                     Donatella e Marzia del negozio Urzati al Corso
 
 
SASSARI. Ieri mattina - «ma succede tutti i giorni» dicono le proprietarie - la gente passava davanti alla vetrina e non poteva fare a meno di fermarsi a leggere il biglietto bianco. Sui visi spuntava un sorriso che aveva sapore di nostalgia.
Donatella e Marzia del negozio Urzati al Corso
«L'idea ci è venuta ascoltando un servizio del tg in televisione - ha raccontato Donatella, titolare del punto vendita insieme alla collega Marzia - In tempi di crisi come quello che stiamo vivendo, considerato che c'è sempre qualcuno che conserva nei cassetti o nelle tasche dei giubbotti le vecchie lire, abbiamo pensato che spenderle sarebbe stato come farsi un regalo senza toccare il budget (degli euro naturalmente ndc)». Con la sensazione, in sintesi, di comprare gratis. Idea geniale.
Ci hanno visto bene Donatella e Marzia. Negli ultimi giorni hanno incassato 300mila lire e una sola moneta da cinquecento. «Una signora ha speso 80mila lire, un'altra 180 che aveva trovato nella tasca di una vecchia giacca. Gli acquisti sono soprattutto collant e biancheria. Una volta che avremo racimolato una cifra importante faremo un unico viaggio alla Banca d'Italia e li cambieremo».
Non stiamo facendo un'«opera pia», precisano. «Siamo commercianti prima di tutto però abbiamo pensato di fare un servizio utile ai nostri clienti». Il negozio (che prima era anche merceria) esiste dal 1860. «Tre anni fa lo abbiamo rilevato dai vecchi proprietari».

-8 a natale

Lo  so che facendo  il count  down , sembrerò per i miei vecchi  o  per  coloro  che  si  basano prima di leggere un post  sul titolo , ma   mi piace  questa atmosfera double  face   fatta  (  in questi ultimi  40  anni sempre  di più  )  di consumismo  misto a ipocrisia , ma  anche  d'allegria \  spensieratezza   mista    a solidarietà   ( al 90 %  lava  coscienza  )  . Mi piace  insomma  evadere  ( anche se  come leggerete nel post    non sempre  si può )  e sentirmi bambino

Manca  una settimana  alla natività  ( o meglio al natale  )  e la  magia\spirito  natalizio  si  sente   sempre  più  nell'aria  e nei media ( internet  compreso ) ma , a me , forse sarò uno dei pochi se non l'unico  a non essere coinvolto completamente , rispetto agli  altri anni  non mi ha  contagiato \ preso  completamente .
Anche  s'è sempre  più  difficile (  e ne prossimi giorni lo sarà ancora  di  più )    discernere l'aspetto autentico e puro  da quello della  massiccia mercificazione  mediatica\  commerciale  con annessa   standardizzazione  come evidenzia questo video  che trovate  sotto  



Un video  effettivamente un po' troppo volgare e perfino poco  "  politicamente  scorretto " perfino  per me   che a 90%  dei casi in maniera  esplicita  o implicita   sono uno che dice pane al pane  e vino al vino   senza lesinare  volgarità  e parolacce  ma  certo   efficacemente  provocatorio   in un periodo  in cui l'ipocrisia  e  il buonismo d'accatto ( vedere post precedente )  sono  per la maggiore .
Infatti  già si vede la  folla, nonostante la crisi,  nei negozi cercando  d'unire risparmio ad acquisti forzati ( come  la lettera  riportata  nelle  righe  seguenti  )  o meno . Il mio comune  è riuscito  a  trovare  ( chi sa come visto l'indebitamento lasciatoci dalla  giunta precedente , speriamo  non li abbia  sottratti dai lavori urgenti strade in dissesto  con voragini pericolose per auto e  pedoni  )   soldi per le  luminarie di cui trovate  sotto alcune  foto della nevicata  d'ieri  e  dele decorazioni
foto di Barbara  Canu  della libreria Max88 di tempio pausania ( OT )

idem  foto  precedente
                      e  due  mie  fatte  con il   cellulare  e  con la  digitale







Io non ho i problemi  della corsa all'ultimo minuto  ( per  via  del prendere   alla lettera  il slow  life )  o dell'addobbo, visto  che  non sono nell'umore  adatto, anche se   come sempre  pieno di speranza  ( vedere  frase iniziale  )   . Ora potrà , soprattutto chi non mi segue  dall'inizio  di questo viaggio  virtuale e reale , sembrarvi strano  da   snob , potete  pure  se  vi va  chiamarmi pazzo \ matto , ma non me la sento :  d'uniformarmi a  tutti i costi a  una cosa, di farmi per  forza   invadere  e immergermi ipocritamente  nella  sua atmosfera ,  festeggiarlo "  sontuosamente "o a tutti  costi  . Non mi va  in pratica  di  Far  finta d'essere sani (  riferimento al compianto Giorgio  Gaber  )  e d'essere felici  , ovvero il classico far finta di niente  e nascondere  il problema o  cercare   di non pensarci in quanto  è solo un palliativo   che  non risove il problema . Ecco  che  questo post   ed  eventualmente   è la mia solidarietà (  per  quel poco che vale  , una goccia  nel mare  dei problemi  (  unico  è vero   cosi dovrebbe   essere dipende  da noi far  si che esso  sia puro  e sano ,e non  solo qualcosa  d'occasionale  per pulirsi la coscienza  )  spirito  del natale .  Quindi  quest'anno  sobri  festeggiamenti niente grandi decorazioni in casa  bastano quelle del negozio,facciamo solo(  come  ogni anno d'altronde ) in quanto  è   una consuetudine familiare  e di buon senso  che  abbiamo ereditato  dai nonni e  i bis nonni   quello di farci  in casa i   dolci  delle feste .
La stessa cosa  vale  per  i regali  gli ho comprati in anticipo come mio solito   come  ho già accennato  nei post   precedenti della mia pseudo guida  ( che  ritrovate   cliccando su numeri che seguono   1 2 3 4 5 6 )  . e quest'anno  ho deciso  di non farne all'ultimo minuto  eludendo  almeno per  una volta  cosi' quel falso e molto spesso ipocrita mito : <<  a natale  si è tutti   buoni.,  bisogna per  festeggiarlo , tutti\e  hano diritto ad  un regalo  a natale , ecc  >>  
In tali post  vi ho parlato d'acquisiti , decorazioni  , pranzi\cene, di strade illuminate  a festa  (  soprattutto qui in questo post  )  ma  è proprio in questi  giorni che  la crisi economica    sempre  peggiore a  causa  dell'egoismo del potere  ( vedi il signoraggio  -- 1 2 -- delle  banche   e dei governi che tagliano  sulle  cose  utili  e non su  quelle inutili per  non scontentare  i  loro gruppi  di  pressioni  e   le loro cricche  e clientele  ) che  non si preoccupa  di chi sta   male  o perché gli altri stiano meglio . Vedere questa  lettera  a repubblica 
del 15\12\2010  intitolata appunto "   Lo shopping  di natale senza  un euro in tasca "
<<



                               Letizia Tappi letiziatappi@libero.it

Per  essere partecipe  della città e del clima natalizio, decido di fare  un giro in centro .Mi farebbbe  comodo un cappellino marrone , perso che  ho perso ch  sà  dove .
Ma quanti soldi ho nel portafoglio  ? .Da marzo a novembre  non ho lavorato .E questo mese   con un cntratto di prestazione  occasionale  pago l'affito ed  il riscldamento .
Alla fine spendo 10 € per un libro  .


>>


c'è gente  che sta peggio di me e  forse  anche di noi   .
Quest'anno  però, come già dicevo prima,  a differenza degli altri anni  è per me  sottotono : per la morte  della mia ultima nonna (  quella materna  avvenuta  a  giugno )  e  la malattia  ( un tumore  ) di mia zia sempre materna che non sta reagendo bene alla chemioterapia   e  deve  andare     chi sà per  quanto  a stare  a  Comoio  per essere seguita  in un centro specializzato e stae più  vicino a mio cugino che   lavora  copme radiologo li in ospedale  ..
E quindi ( consideratela un'aggiunta \ un ampliamento  al post precedente  o  alle puntate pseudo  guida   se  volete   )   le canzoni  di natale sia  che  siano originali  che cover   dei classici mi   mettono anzichè alegria come negl anni precedenti malinconia  e  quindi evito ma non sempre ci riesco visto l'aria natalizia  che mi prevade , di cantarle \ canticchiarle .
Ecco quindi che  se  lo faccio non è  a voce alta  e gioconda  come , ma  malinconicamente .Comunque  andrò ,  come ogni anno alla messa di mezzanotte  occasione per ritrovarmi  sia  con  gli amici rimasti  in città  ma  che  non riesco a vedere quasi mai perchè hanno famiglia ( o la morosa ) , e lavorano tutta la settimana   fuori paese  o  facendo il pendolare  ., e  con quelli   che  sonos tati costretti ad emigrare nella penisola per  studio  e poi   vi hanno trovato lavoro e l'amore  ( e  alcuni  come  nel caso   della mia compagnia  , hanno messo su  famiglia ) . E scambiarci   dopo a messa   i regali e mangiare  dai frati il panettone  e  i dolci  o altro
La stessa  cosa avviene   quando  vedo in tv  pubblicità natalizia   o la  guardo passivamente  mettendo  il silenziatore  con l'apposito tasto del telecomando o facendo altro .
Anche  negli auguri  anticipati ( non sono l'unico  se fate un giro in rete  nelle chat  e su social network  ), quest'anno  sono stato  triste  e malinconico . Infatti ch di voi  ha ricevuto ( via  email  , via sms  o  su facebook  ) il mio messaggio d'auguri   oltre  al consueto e   quasi  scontato  di  Auguri  a tutti\e  voi di buone feste    questa poesia  di F.Pessoa  ( qui altre  poesie  e  una biografia  ) : << Voglio.Avrò\se non qui\in un alro luogo che ancora non so/niente ho perduto/tutto sarò .>>
Infatti alcuni miei amici\che e conoscenti oltre  a ringraziarmi  ed  ironizzare per il mio,consuento per  quelli di vecchia data  e  di greffa , snob  \ strampalatopper   matusa  6 affini  , anticipo  si  sono   preoccupati non  a torto  visto che in passato e  anche di recentemente  (  chi mi segue  su fb lo sa  ) : <<  hai avuto e , lo hai manifestato  su faceook e  sul  tuo sito   crisi depressive  con tendenze suicidie.,  appena  ricevuto l'sms mi  hanno  chimato  chiedendomi : << ma  hai bevuto o fumato ? cos'è questo messaggio triste . no è che vuoi  farla finita.? ,ecc >> .
Ma  come  ho  già scritto  qui sui blog   o  forse altrove (  è " l'effetto " collaterale  " \ il bello  di scrivere  un po' dappertutto :-) )  fra  l'essere o non essere di  skasperiano vivere  o morire  cinematografico   io scelgo di vivere  e d'essere perchè ne bene o ne male  si è sempre  qualcosa
Scelgo  di di vivere, come d'altronde faccio  tutti giorni   alternando successi ad  insucessi , malinconia  e felicità , creando  e  distruggendo  , cioè battere  e levare  ( per  dirla   con una famosa  De  Gregori )  e proprio come suggerisce   questa  canzone qui o sull'altro blog  il video    di Cristiano de Andrè






perchè dalla vita  non sai  ma cosa aspettarti nel bene  o nel male e decido di uccidere come  faccio sempre  ovviamente  ( ovviamente onde ad evitare  equivoci e  fraintendimenti sia per  i vecchi  lettori  ma  soprattutto per i nuovi   che vengono da  fb e dagli altri  social network n cui ho configurato  questo e l'altro blog   ciò è inteso in senso psicologico  e antropologico )   il male che è in me , perchè meglio un corpo  mutilo\  senza  una parte  e quindi   pieno di cicatrici e ferite che con un male dentro che crea problemi a me   e  a gli altri specie  a chi mi sta vicino , e non mi fa creare  se  non   forzatamente  ed  in maniera  effimera  .
Ma  ora  basta  con le mie paturnie  e  i miei problemi  siamo  a Natale 


Al prossimo post cari lettori \  care lettrici fissi o di passaggio  e  di nuovo , specie per  i nuovi\e  auguri di buone feste a voi e ai vostri  cari

16.12.10

Il natale s'avvicina parte II [ ma non per tutti ricordiamocelo ]

Anche  nel carcere della  mia città  la scorsa settimana  è avvenuto un tentativo di suicidio  fortunatamente   evitato dalla prontezza delle guardie .
La  cosa  sembra  passata  li , in quanto  in Italia  , ne avvengono diversi al mese  , ma  Sull'unione d'oggi  16\12\2010 abbiamo modo di leggerne le motivazioni 

Tempio.
Ha affidato al giornale un messaggio per la bambina dopo il suicidio sventato dagli agenti Lettera di un detenuto alla figlia:addio, non posso vederti crescere

di Caterina De Roberto

Anche un padre può sbagliare. E quando sbaglia, e tanto, si fa più male. Michele (nome falso che protegge sua figlia e la disperazione che l'ha spinto a tentare il suicidio) non è un santo. Ha un curriculum vitae che l'ha portato in diverse carceri sarde: Buoncammino, San Sebastiano, Macomer, La Rotonda. Ed è qui, all'ultima tappa, dopo aver bruciato con un furto la chance dell'affidamento ai Servizi sociali, che ha deciso di farla finita. Impiccato. L'hanno salvato appena in tempo quando già credeva di aver chiuso i conti con un'esistenza complicata.
Ha ripreso a respirare, condizione necessaria ma non sufficiente per vivere. E ora ci tiene a far sapere al mondo che non è stato solo un attimo di disperazione. Che nella vita non vede più speranza. E così - mentre viene guardato a vista dalla polizia penitenziaria che cerca di salvarlo da se stesso - ha preso carta e penna e ha scritto al giornale. Affidando a qualche colonna in cronaca una lettera per sua figlia.
Sul giornale c'è già finito tante volte. Ora vuole scegliere lui. «Vorrei - scrive - che nel vostro prossimo articolo ci fossero scritte queste parole». Parole pensate per una bambina di tre anni: «Papà non riesce a starti lontano, a non vederti crescere e ad aiutarti a crescere, ma sappi una cosa che anche se io non ci sono più per un fatto mio di egoismo che non ho più voglia di soffrire io ti voglio bene e non so descrivere quanto, ma papà deve andare via da tutto questo, scusami ma da lì sopra sono sicuro che ti sarò sempre vicino».
Non è un giglio Michele, ma neppure un criminale di alto profilo. Per questo era stato affidato ai Servizi sociali, in un tentativo di recupero. Ma il mondo fuori dalle sbarre, senza lavoro e con una figlia da crescere, non è troppo ospitale per quelli come lui. «La situazione che ho trovato fuori - racconta nella lettera - non è stata facile perchè non riuscivo a trovare lavoro e la mia situazione economica non mi permetteva e tuttora non mi permette di andare avanti specie ora che ho una figlia».
Così Michele, che è originario di un paese della provincia di Cagliari, è tornato in Gallura dove stanno la compagna, anche lei disoccupata e la figlia. Lo fece anche un'altra volta, due anni fa, evadendo dal suo paese e facendosi inseguire dai carabinieri con l'elicottero e da una certa propensione a cacciarsi nei guai. E nei guai ci si è ficcato ancora, fino al collo, quindici giorni fa. Un furto in un bar, liquori, pasta e qualche arredo. I carabinieri ci hanno messo poco a scoprirlo. Ha patteggiato venti mesi di carcere ed è tornato alla Rotonda. Fine del tentativo di riscatto. Tre giorni dopo ha provato a mettere fine anche alla sua vita.
Quando l'hanno arrestato ha detto che ha rubato per sopravvivere. E ora, mentre scrive in cella, prova a spiegare, con una scrittura intensa che fa dimenticare qualche errore di forma: «Non volevo fare un altro reato ma la disperazione è stata tanto eccessiva e non ho trovato alternativa. Ora il mio pensiero è quello di essere un fallito, di essere rovinato, di non poter dare un'alternativa a mia figlia e di non voler più soffrire. Ora mi trovo piantonato a vista, dalle guardie, come se questa fosse la soluzione a tutti i miei problemi, ma non è così, io volevo solo una vita diversa, con un lavoro, crescere mia figlia e mettermi alle spalle i piccoli errori che hanno creato solo sofferenza». Non sarà la sorveglianza a salvarlo da se stesso e a dargli una ragione vera per vivere: «Può sembrarvi da deficienti ma io veramente non riesco più a continuare così, spero sia un bel Natale per voi». Fuori dalla cella le feste e le luci e i regali, tutto quello che rende più dura da mandar giù ogni solitudine
Che tristezza, come viviamo noi esseri umani, sempre tutti presi da chissà che cosa, ma non siamo in grado di aiutare il nostro vicino...Cosa si puo' dire davanti a tanta tristezza? possiamo solo dire che dobbiamo ( sotto scritto compreso )  vergognarci di lamentarci quando non abbiamo ilcappotto nuovo e le scarpe alla moda e non siamo capaci di rinunciare al superfluo che spesso abbiamo !  . Ma soprattutto pensare  Trovare lavoro di questi tempi, in cui rischia di perderlo anche chi ce l'ha, non è facile, soprattutto se ci sono precedenti penali, e le situazioni psicologiche non sono delle più rosee. Penso invece che tutti noi potremmo fare qualche cosa, come semplicemente donare un po' di calore umano, una parola di conforto e incoraggiamento, di fiducia verso qualcuno in cui nessuno più crede. Poi è logico che autonomamente anche i più disperati devono rimboccarsi le maniche. Il mio vicino è la persona che mi passa a fianco, che incontro sul mio cammino, che venga da dietro l'angolo, da Cagliari o da qualunque altro posto del mondo e che casi  come quello successo a luglio  foggia dove  <> qui la news e  qualche  giorno fa  a trani  dove  un camion carico di pasta  s'è rovesciato


  è la gente   ne  ha approfittato  per accaparrarsene   un po' come potete vedere da questa  foto  

Dalla  vicenda  di cu si parla  ne post  è nata   in fb  un interessante discussione nella   quale   io , di solito molto logorroico e prolisso    ho solo  fatto questo intervento
: <<




  • Minù Meloni Scusate ma nessuno mette in dubbio l'efficienza del carcere??...a cosa serve ingabbiare qualcuno? Sapete quanti suicidi o meglio omicidi capitano in carcere? Pensate che 4 mura aiutino a migliorare o a riflettere su eventuali e discutibilissimi errori??
    circa un'ora fa · · 1 personaCaricamento in corso... ·





  • Marianna Bulciolu Il carcere dovrebbe avere una funzione rieducativa ,ma da noi e' solo punitiva e cara Minu'hai ragione i suicidi, e delle volte presunti tali,sono aumentati in modo esponenziale.
    circa un'ora fa · · 2 personeCaricamento in corso... ·





  • Minù Meloni l'integrazione dovrebbe avvenire prima...se la società avesse un equilibrio probabilmente ci sarebbero meno "reati", è il sistema a sputare fuori certe realtà che crea...e allora non esistono colpevoli per me...in carcere dovrebbe andare solo chi ha il coraggio di giudicare, quelli che in un gioco per adulti con maschere, mantelli e martelli di legno, decidono della vita altrui, mentre pensano magari a cosa mangeranno a pranzo..
    circa un'ora fa · · 2 personeCaricamento in corso... ·





  • Silvia Galleri Sicuramente Minù ha ragione, se la società fosse più equilibrata...ma purtroppo non lo è, e l'esempio che abbiamo ad alti livelli non aiuta.
    circa un'ora fa · · 2 personeCaricamento in corso... ·





  • Patrizia Mureddu
    penso alla disperazione di questo padre e di tanti altri che non hanno la possibilità di mantenere dignitosamente i propri figli e immediatamente, mi vengono in mente le immagini di due giorni fa a Montecitorio. . che schifo...
    Ma nel fratt...empo che il governo non governa, noi possiamo far qualcosa. A volte basta poco per alleviare la disperazione di una persona che non ha nulla. Cosa ne dite di creare un'associazione che raccolga fondi per dare una mano a tutta questa gente? Magari non potremo aiutare tutti e neppure risolvere tutti i loro problemi, ma se riuscissimo ad aiutare anche una sola famiglia, sarebbe già qualcosa.Mostra tutto
    circa un'ora fa · ·







  • Maria Alìas Ambrosini anche questo e' un compito che il comitato cittadino potrebbe svolgere, si potrebbe proporre un'iniziativa del genere e vedere come portarla avanti.......
    circa un'ora fa · · 1 personaA Patrizia Mureddu piace questo elemento. ·







  • Silvia Galleri Secondo me non è una questione di denaro...ma molto di più.
    circa un'ora fa · ·







  • Patrizia Mureddu ‎@ silvia: hai sicuramente ragione. La prima cosa è sicuramente il rsipetto e la considerazione che queste non persone non ricevono, ma è anche vero che in questo momento hannno un forte bisogno di aiuto economico. C'è tantissima gente che non ha i soldi per mangiare
    circa un'ora fa · · 1 personaA Adry Alìas piace questo elemento. ·







  • Silvia Galleri
    Si, Patrizia, ma per queste cose penso già intervenga la Caritas e i Servizi sociali. Almeno qui a Tempio. Secondo me ci sarebbe bisogno di un circuito virtuoso di riabilitazione, e certamente il lavoro, oltre ai soldi per campare, dona dig...nità e motivazione personale. Sinchè non si trova quello ci sarebbe necessità di calore umano. Penso ad un amico di tanti anni fa, persona di gran cultura e intelligenza, purtroppo disoccupato storico. Ha perso dei treni, ed ora quando lo incontro, sembra il fantasma di se stesso. Ci scambio due parole, gli chiedo come và. Lui mi risponde : . So che è solo, non ha più nessuno, la sua compagnia è la bottiglia. Avrebbe bisogno di un'opportunità, ma nelle condizioni psicologiche in cui si trova, non penso che ci sia qualcuno disposto a dargliela. Che possiamo fare? I soldi sono un momentaneo tappabuchi, queste persone dovrebbero essere aiutate a camminare con le loro gambe. Devono diventare autonomi.
    Giuseppe Scano grazie per avermi ispirato un post sul mio blog dove ho citato le vostre discussioni. Un esempio di come il problema carcere non si risolva con l'indulto generalizzato o con la costruzione di nuove strutturepochi secondi fa  a ·
    >>








  • Concludo   con questa  citazione  tratta  dallo scritto per smemoranda  2011 d    Enrico  Bertolino  in  " che bella  giornata sarebbe se  .... "  : << IL giorno perfetto non esiste  lo sappiamo tutti quanti dall'epoca   di quel pirla  d'Adamo .(...) A  una cosa , comunque , nessuno di noi  rinucia : alla SPERANZA ( in miuscolo nel resto originale  ] >>

    MAURIZIO CROZZA Ballarò 16\11\2010

    Il natale s'avvicina parte I [ e le polemiche nelle scuole presepe si presepe no ]

    Il natale s'avvicina parte I [ e le polemiche nelle scuole presepe si presepe no ]

    Natale  s'avvicina  e ci risiamo, largo al politically correct che sa tanto di stupidità à la page . Infattoi come  ogni anno ( che  palle,   scusate il termine   ma quando ci vuole ci vuole   )  iniziano le  polemiche su certe  scuole  che  non fanno  decorazioni o canti  religiosi per  non offendere  i ragazzi dele altre religioni  .  Purtroppo  la  cosa  non è gradita e la  reputano  come una  forzatura   perfino dalle stesse comunita Mussulmane  presenti nel nostro paese . Essi, i  sono i primi ( dovremo imparare da loro  ) a non sentire il buisogno  di cancellare   la celebrazione di tale festa  e le  sue tradizioni annesse : << Per  noi --- spiega  Yunus di Stefano portavoce della Coreis ( Comunita Religiosa Islamica  Italiana  a repubblica del 16\12\2010 ---- il natale  è  un occasione  di scambio e di conoscenza  reciproca . La mente dei bambini  delle scuole è aperta ,ed  è bene che resti tale , senza creare  barriere  inutili. Troppo spesso poi  si  dimentica  che  se  anche  per l'Islam , Gesù non è figlio di Dio , egli non soltanto è riconosciuto come profeta, ma coem figura   relòigiosa  di grande  importanza  . Non siamo noi , insomma , a polemizzare contro il natale   a scuola . Se poi i bambini d'origine cristiana  impareranno cos'è il  ramadam tanto meglio. >>

    Ora mi chiedo perchè  togliere bambini ( indipendentemente  dala fede  regliosa  o atea    ) il gusto  di festeggiare  il natale  con decorazioni sacre   o profane ?

    Secondo  me  è appunto  un grave errore  . Come lo è secondo anche certi cattolici   illuminati  ( vedere nell'archivio del  blog di splinder   i post    su tale argomento che  ho scritto gli anni passati  fra  novembre  e  dicembre   ) . << Quel che ci serve  -- spiega  Ugo perrone docente  di   filosofia delle religioni all'università  del Piemonte orientale  ed inventore  di uno dei primi calendari etnici ---  è una cultura  dell'accoglienza  , non la rimozione degli aspetti  autentici  e profondi  come il cristianesimo  è  tutt'ora in Italia  . Non è cosi che si diventa  più tolleranti --- ma  una tolleranza  negativa  o forzata  secondo me --- serve  semmai che nele scuole tutti  conoscono la storia ed il significato dele principali  ricorrenze religiose   di tutte le comunità  effettivamente presenti  ijn quella realtà >> .Ma   questo  ancora i nostri politicanti (  pseudo  o veri cattolici che siano  , ministro dell'istruzione   compreso ) non l'hanno capito  e  s'ostinano  a richiudersi  nella  loro torre d'avorio  e da li ad  imporre  a gli altri l'obbligatorietà  della  religione cattolica  nella  scuole  , il boicottare  chi se  sceglie  di non volerla  fare  ,  se  invece facessero anzichè  in tale ora  uno studio  di  storia  e  cultura dele religioni  e di come ciascuna d'essi   affronta l'etica  e la morale   , avremo meno  rigurgiti  xenofobici , caccia alle streghe o al capro espriatorio  verso gli  immigrati , e saremo  un paese  veramente   tollerante e multietnico e la politika   e sarà realmente   al passo  dei ca,mbiamenti che vengono dal basso cioè dalla politica  . Visto  che  si  vietano  tali celebrazioni propongo ( ovviamente  in senso provocatorio  ) un simbolo  unico  la  cacchina di natale ( Mr. Hankey Christmas PooP - SouthPark)



    con questo  è tutto alla prossima

    in chiusura  del post  apprendo    questa  bella  news  da repubblica online  d'oggi 16\12\2010

    L'asilo multietnico ci ripensa
    la festicciola di Natale si farà

    Il Comune bacchetta la preside che l'aveva soppressa. L'assessore Moioli: "E' un'occasione
    per integrarsi". Ma le canzoncine saranno laiche e senza alcun riferimento a Gesù Bambino

    di FRANCO VANNI
    La festa di Natale per bimbi e genitori si farà. A comunicare la marcia indietro della scuola materna comunale di via Forze Armate 59 — che aveva annullato la tradizionale “canzoncina natalizia” a causa dell’alto numero di studenti con famiglie non cristiane — è l’assessore comunale all’Educazione, Mariolina Moioli. «Ho contattato i vertici della scuola e si è deciso che la festa sarà fatta — dice l’assessore — ritengo che, a prescindere dall’appartenenza religiosa o culturale delle famiglie, chi vive nella comunità abbia diritto a partecipare pienamente alla nostre tradizioni. E la festa di Natale è un’ottima occasione di integrazione per bambini e genitori».
    A chiedere alla direttrice che la festa fosse fatta è stato sin dall’inizio un gruppo di mamme, «in maggioranza laiche e per nulla razziste», come tengono a precisare. La scuola, dove un quarto dei 175 bambini è figlio di genitori stranieri, aveva spiegato con una lettera le ragione dell’annullamento della cerimonia, votato a maggioranza dalle maestre. «Nella scuola c’è la presenza di un’alta percentuale di bambini appartenenti ad altre culture e religioni — si legge nell’avviso — e di stranieri appena ammessi alla frequenza, che non parlano neppure italiano». Il collegio dei docenti aveva così deciso di non fare cantare le canzoni di Natale ai bambini di fronte ai genitori, ma tutt’al più durante una festicciola “a porte chiuse” fra di loro. Una scelta motivata anche dal possibile disagio che, a detta delle maestre, avrebbero potuto vivere i bimbi più piccoli, iscritti già a 2 anni e mezzo o quelli i cui genitori non avrebbero potuto essere alla festa per ragioni di lavoro.
    Il responsabile Scuola del Pd lombardo, Marco Campione, è critico nei confronti del Comune: «Siamo contenti che la festa ora si faccia — dice — ma la Moioli anziché dare lezioncine di integrazione dovrebbe trovare le risorse necessarie alle scuole per integrare davvero i bambini stranieri». Non è ancora noto il giorno in cui le mamme saranno invitate in aula per sentire i bimbi cantare. Di certo, invece, le canzoncine natalizie scelte saranno “laiche”: incentrate su renne e Babbo Natale, senza riferimenti a Gesù Bambino. La stessa scelta è stata fatta la scuola elementare Radice, in via Paravia, dove i bimbi italiani sono appena 6 dei 98 iscritti. La festa, a cui prenderanno parte anche i genitori, lì si farà venerdì. «Della scuola di via Paravia purtroppo si è spesso parlato come di un “istituto ghetto” — dice Diana De Marchi, consigliere provinciale del Pd — il fatto che invece si festeggi il Natale, tutti insieme e in modo ragionato, prova lo sforzo delle maestre di creare un laboratorio di integrazione».

    13.12.10

    cultura cosi bistrasciata opere d'arte scambiate per spazzatura e dialetti derisi


      PADOVA

      Scambiano l'arte per spazzatura
      e buttano l'opera nell'inceneritore

      L'installazione «Legg-io» di Isabella Facco è stata rimossa dai netturbini dell'Aps. Faceva parte della rassegna «Artisti al muro» in giro per la città

                                           L'opera finita nel compattatore

       



      PADOVA - Scambiano un'opera d'arte contemporanea per spazzatura e la buttano nel compattatore. Sfortunata sorte quella di «Legg-io», un opera d'arte povera di Isabella Facco scambiata dai netturbini dell'Aps per un rifiuto da portare all'inceneritore. L'iniziativa «Artisti al Muro» di certo non aveva messo in conto questa eventualità. Si trattava di esporre opere d'arte contemporanea in varie zone della città, anche le più insolite e meno turistiche in una sorta di galleria d'arte all'aria aperta. Una copia di «Legg-io» è stata subito riportata in via Zabarella, da dove era stata rimossa, ma questa volta è stata posizionata ad alcuni centimetri di altezza da terra. Accanto all'opera è stata anche installata una targhetta (più visibile della prima) che «certifica» che si tratta di un'opera d'arte.
                               Riccardo Bastianello

      e sempre dal corriere  della  sera


      NOTIZIE CORRELATE
       Pulizie a Palazzo della Ragione Cancellata per errore l'opera-choc

      L'altra notizia viene da  repubblica.it    è  meno comica   e  dimostra  come l'unità d'talia  si ancora  una  chimera   e che ha  ragione Carboni  quando in Inno Nazionale dice  : <<i
      (....) e sì che il tempo passa \siamo ancora troppo italiani! >>
      >>



      "Lo spot  ( sotto il video )





      che celebra i 150 anni dell'unità d'Italia demonizzando i dialetti è un'offesa alla cultura italiana e alla tradizione linguistica del nostro Paese" dice l'associazione 'Forche Caudine', lo storico circolo romano che raccoglie l'emigrazione molisana. Il filmato che ha scatenato la polemica, legato anche alla campagna per il rinnovo del canone di abbonamento, presenta una serie di personaggi contemporanei (da una vigilessa ad un calciatore durante un'intervista) che parlando in dialetto si rendendo incomprensibili agli interlocutori

      ‎'Ti voterò a pagamento': la Fiducia in musica - Video - Repubblica Tv - la Repubblica.it

      anzi che togliere puntidalla patente si fa fare ad un ubriaco servizio civile un dei rarissimi casi in Italia

      Leggo sull'unione di qualche  guiorno  fa questa news  che trovate  sotto  
      Un dei pochi giudici illuminati che  esistono in Italia   e  che sceglie si  punire   , ma senza necessariamente     condannare  e  giudicare   chi  è un consumatore  come in questo caso  o  chi   ha seri problemi  con la piaga fell'alcool .
      Se in Italia  fossero più frequenti tali tipi di pena  , ovviamente  solo  per lo stato d'ebrezza  ed  incidenti non gravi   cioè senza  vittime e\o feriti  (  per  quelli  tolleranza  zero , corso obbligatorio alcolisti anonimi o  in trattamento  e  carcere   5 anni per  omicidio  volontario e colposo )  , eviterebbero  : 1) sovraffollamento delle carceri  ., 2)  provvedimenti palliativi  e frustanti come indulti ed amnistie  , che poi favoriscono anche con non le merita  corrotti e  stupratori   e feccia  varia 

      Decimomannu. Positivo all'etilometro: sentenza rivoluzionaria al processo contro un giovane ingegnere

      Guidava ubriaco, farà il volontario

      Condannato a un mese in ambulanza: potrà riavere la spider

       

      Per punizione l'ingegnere diventerà volontario


      L'imputato dovrà fare il volontario : pena alternativa decisa al processo. Era stato bloccato all'uscita di un ristorante.
       Lo aveva inchiodato l'etilometro della polizia stradale: il test aveva diagnosticato una eccessiva presenza di alcol nel sangue, quanto basta per far scattare le sanzioni più pesanti.Guida in stato di ebbrezza e confisca immediata dell'auto, una fiammante spider Bmw. Ieri il processo con una sentenza rivoluzionaria: l'imputato (un giovane ingegnere di Decimonannu) dovrà lavorare per un anno e dieci giorni come volontario nelle ambulanze del soccorso stradale. Solo così potrà riavere la sua amata fuoriserie.
      Dovrà lavorare per 40 giorni come volontario su un'ambulanza del 118, soccorrendo le vittime di incidenti stradali e prendendo così coscienza, questo almeno è l'auspicio del giudice, del rischio corso nel mettersi alla guida ubriaco. Solo così eviterà sia la condanna a un mese e 10 giorni di arresto, sia l'ammenda da 750 euro, sia, soprattutto, la confisca della sua amata e costosa spider Bmw Z4.
      La rivoluzionaria sentenza, che applica per la prima volta le norme previste dal nuovo codice della strada in tema di guida in stato di ebbrezza, è il frutto del patteggiamento ottenuto da F. L., 33enne ingegnere di Decimomannu, che lo scorso gennaio era incappato in un posto di blocco della polizia stradale dopo essere uscito da un ristorante di Cagliari.
      RATIFICA Il Gup Giovanni Massidda, ratificando l'accordo raggiunto tra il legale dell'imputato Carlo Monaldi e il pm Liliana Ledda, ha insomma concesso al professionista la possibilità di riscattare lo sbaglio fatto. E nel modo più utile: se per per 40 giorni accetterà di fare il volontario, dunque senza prendere un euro, presso il 118 di Decimo, le pesanti sanzioni previste dalla legge nei suoi confronti non scatteranno mai. Il reato sarà estinto, per cui anche la pena di un mese e dieci giorni di arresto decadrà. Inoltre gli verrà restituita l'auto, che altrimenti sarebbe stata confiscata definitivamente dallo Stato. Una sorta di messa alla prova che nelle intenzioni del legislatore dovrebbe servire da lezione a chi non ha mai sgarrato in vita sua, anche perché è previsto che l'attività di volontariato si svolga nell'ambito del soccorso e della prevenzione stradale. L'automobilista, noto professionista che non ha mai avuto problemi con la giustizia, era finito nei guai il 30 gennaio, quando era incappato in un posto di blocco della polizia stradale. L'ingegnere aveva cenato in un ristorante di Cagliari con alcuni amici e, come capita spesso, senza quasi accorgersene, aveva bevuto qualche bicchiere di troppo. Lui non si sentiva di certo ubriaco così, una volta uscito dal locale, si era messo al volante della sua Z4 per tornare a casa.
      TEST Quando era stato fermato dagli agenti era rimasto tranquillo, convinto com'era di non aver esagerato. Il responso dell'etilometro era stato però implacabile: l'apparecchio aveva segnato una concentrazione di alcol di 1,6, oltre cioè la soglia di 1,5 che fa scattare la confisca del mezzo e una sanzione penale più dura. A quel punto l'unica via d'uscita per lui era quella del patteggiamento con messa alla prova, proposta che è stata accolta ieri dal Gup Massidda con una sentenza destinata a “fare scuola” 

      LE ANIME BELLE ESISTONO E RESISTONO ... Lei si chiama Chiara Trevisan, ha 46 anni e di mestiere legge libri agli sconosciuti.

        da   Mauro Domenico Bufi    21 dicembre alle ore 11:05   il suo carretto carico di libri, frasi, parole, storie. In testa un buffo cappell...