16.5.24

Da una foto su Facebook l’inizio dell’avventura da guide di atleti non vedenti la storia di Paolo de Pani e di Rosa ambrosi ., L’ex bimbo di Chernobyl dona la terra russa degli Alpini caduti in guerra

 Mentre  cercavo  notrizie  pe r il 50della  strage  di piazza  della loggia  (  Brescia   28 maggio   1974  ) ho trovato  su   www.giornaledibrescia.it   queste  due  storie  interessanti

Cesarina Pasquali e Paolo Del Pani, coniugi di Borgosatollo, hanno anche avuto l’opportunità di assistere due simboli come Marco Zingarelli e Rosa Ambrosi
Vincenzo Cito
Paolo Del Pani con Rosa Ambrosi - © www.giornaledibrescia.it
Paolo Del Pani con Rosa Ambrosi - © www.giornaledibrescia.it

Tu guarda cosa succede ad avere poca dimestichezza con le tecnologie. Cesarina Pasquali da quando aveva scoperto il podismo - spinta dalla passione del marito Paolo Del Pani - voleva solo conservare sul telefonino una foto che la immortalava mentre correva. «Chissà che tasto ho schiacciato - ricorda divertita - ed è diventata l’immagine del mio profilo personale su Facebook. È successo il finimondo». Centinaia di conoscenti che si congratulavano con lei, like, cuoricini e manine plaudenti.  Poi una proposta intrigante. «Un’amica mi chiese se me la sentissi di fare da guida ad atleti non vedenti: la cosa mi ha stuzzicato e stavolta sono stata io a trascinare mio marito a una nuova esperienza». La svolta Per i due coniugi residenti a Borgosatollo, entrambi sessantenni, si è aperto un mondo. Conferma lui: «L’atletica è sempre stata una mia grande passione, ho portato a termine anche corse in montagna di lunga durata. Mettere la mia esperienza al servizio degli altri però è più coinvolgente che tagliare un traguardo da solo». Un compito delicato, l’intesa si affina attraverso un rapporto che cresce in base alla reciproca confidenza. «Non sei solo la persona che indica la via - spiega lei - perché devi adattarti alle esigenze dell’altro». Aggiunge lui: «Il sostegno psicologico è indispensabile perché arriva sempre un momento di crisi, prima o durante la prova». E poi c’è la preparazione tecnica: si è legati con un cordino al polso del non vedente che non va però trainato, pena la squalifica. E bisogna prevedere tutto, anche l’imprevedibile: una buca sulla strada, una pozza d’acqua sulla pista, uno scarto improvviso». «Gli atleti paralimpici che seguiamo sono così in gamba - concordano però entrambi - che a un certo punto corri il rischio di dimenticarti che hanno sempre bisogno di te». Marco Zingarelli e Cesarina Pasquali - © www.giornaledibrescia.it Cesarina e Paolo erano presenti anche a Gravellona Toce, in Piemonte, per la prima prova del campionato di società e qui li attendeva un’esperienza straordinaria, quella di assistere - a turno - gli atleti simbolo del mondo dei non vedenti: Marco Zingarelli (classe 1977) e Rosa Ambrosi (nata nel 1979) che si sono conosciuti da ragazzini e non si sono più lasciati. Nel 2023 hanno festeggiato il loro ventesimo anniversario di matrimonio. Coppia speciale Com’è la loro vita quotidiana? Assolutamente uguale a quella di tutti gli altri. «Come tutti i mariti - conferma lui - non mi ci vuole molto per comprendere quando mia moglie è arrabbiata con me. Lo intuisco dal tono di voce, da certi raggelanti silenzi». Lei non va tanto per il sottile: «Ormai lo conosco anche troppo bene, riesco a intuirne le mosse. Esplodo solo quando sta troppo tempo lontano da casa». A volte succede, perché Zingarelli pratica anche il triathlon e si allena tutti i giorni. «Me lo consigliò, anzi me lo impose anni fa Gilberto Pozza, mitico dirigente dell’Unione ciechi di Brescia». Marco e Rosa sono anche due genitori molto presenti e quando i figli erano piccoli, uno dei due restava a casa ad accudirli mentre l’altro si allenava. Ora Simone (18 anni) e Cristina (14) sono diventati autonomi e quindi è più frequente vedere Zingarelli e Ambrosi entrambi in pista. A Gravellona Toce il loro contributo è stato determinante per portare punti alla squadra del Rosa Running Team: lei ha gareggiato nelle gare di velocità e si è anche guadagnata il pass nel getto del peso per i campionati assoluti, in programma proprio a Brescia a fine giugno; lui ha corso i 5000 i 1500 ed è stato tra i migliori. I due hanno in comune anche la passione per la maratona e di recente hanno concluso assieme una notturna a Bogliaco. Abitano a San Polo, non lontano dal campo di atletica e così non è loro difficile raggiungere la pista per gli allenamenti, al mattino lavorano come centralinisti, la maggior parte del tempo continuano comunque a dedicarla ai figli. Perché l’amore, come lo sport, non ha barriere e lo dimostrano Maurizio Zingarelli e Rosa Ambrosi col loro impegno quotidiano. E hanno scoperto di avere due amici in più in Paolo Del Pani e Cesarina Pasquali, diventati guide per caso e ora inseparabili loro compagni di avventura.Cesarina e Paolo erano presenti anche a Gravellona Toce, in Piemonte, per la prima prova del campionato di società e qui li attendeva un’esperienza straordinaria, quella di assistere - a turno - gli atleti simbolo del mondo dei non vedenti: \Marco Zingarelli (classe 1977) e Rosa Ambrosi (nata nel 1979)\u003c/strong\u003e\u003c/a\u003e che si sono conosciuti da ragazzini e non si sono più lasciati. Nel 2023 hanno festeggiato il loro ventesimo anniversario di matrimonioCom’è la loro vita quotidiana? Assolutamente uguale a quella di tutti gli altri. «Come tutti i mariti - conferma lui - non mi ci vuole molto per comprendere quando mia moglie è arrabbiata con me. Lo intuisco dal tono di voce, da certi raggelanti silenzi». Lei non va tanto per il sottile: «Ormai lo conosco anche troppo bene, riesco a intuirne le mosse. Esplodo solo quando sta troppo tempo lontano da casa».A Gravellona Toce il loro contributo è stato determinante per portare punti alla squadra del Rosa Running Team\: lei ha gareggiato nelle gare di velocità e si è anche guadagnata il pass nel getto del peso per i campionati assoluti, in programma proprio a Brescia a fine giugno; lui ha corso i 5000 i 1500 ed è stato tra i migliori. I due hanno in comune anche la passione per la maratona e di recente hanno concluso assieme una notturna a Bogliaco. Abitano a San Polo, non lontano dal campo di atletica e così non è loro difficile raggiungere la pista per gli allenamenti, al mattino lavorano come centralinisti, la maggior parte del tempo continuano comunque a dedicarla ai figli. Perché l’amore, come lo sport, non ha barriere e lo dimostrano Maurizio Zingarelli e Rosa Ambrosi col loro impegno quotidiano. E hanno scoperto di avere due amici in più in Paolo Del Pani e CesarinCom’è la loro vita quotidiana? Assolutamente uguale a quella di tutti gli altri. «Come tutti i mariti - conferma lui - non mi ci vuole molto per comprendere quando mia moglie è arrabbiata con me. Lo intuisco dal tono di voce, da certi raggelanti silenzi». Lei non va tanto per il sottile: «Ormai lo conosco anche troppo bene, riesco a intuirne le mosse. Esplodo solo quando sta troppo tempo lontano da casa». 

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Per riconoscenza nei confronti della Penna nera e della famiglia italiana che lo ospitò dopo la tragedia, Oleg Sorokin l’ha raccolto la  terra   dove tanti giovani italiani caddero, spedendola a Rezzato


Oleg Sorokin dalla Russia racconta le tappe della sua ricerca - © www.giornaledibrescia.it

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Francesca Zani
Per riconoscenza nei confronti della Penna nera e della famiglia italiana che lo ospitò dopo la tragedia di #cernobyl , #OlegSorokin l’ha raccolto la terra dove tanti giovani #alpini italiani caddero durante la campagna di russia , spedendola a Rezzato
Oleg Sorokin dalla Russia racconta le tappe della sua ricerca - © www.giornaledibrescia.it
Oleg Sorokin dalla Russia racconta le tappe della sua ricerca - © www.giornaledibrescia.it

Il suo nome è Oleg Sorokin, abita nella russa città di Tula, ed è lui che per tre giorni ha vagato per le sterminate campagne della Russia, in cerca della terra, sotto la cui coltre sono stati sepolti migliaia di nostri Alpini morti in guerra.Zolle di terra, che poi ha inviato, non senza difficoltà e varie peripezie, a Rezzato, dove ora questa terra è posta in una teca di vetro incassata nel pavimento, della neorestaurata Chiesetta del Gruppo Alpini di Rezzato.

La teca con la terra all'interno della chiesetta del Gruppo Alpini - © www.giornaledibrescia.it
La teca con la terra all'interno della chiesetta del Gruppo Alpini - © www.giornaledibrescia.it

Riconoscenza

A portarla lì è una storia di riconoscenza e amore nei confronti dell’Alpino e della sua famiglia italiana (che desidera mantenere l’anonimato) che da piccolo lo avevano amorevolmente accolto dopo la terribile tragedia di Chernobyl, ma anche di ricordo verso gli Alpini che in quella terra di Russia hanno trovato la morte, combattendo per la pace. La sua storia dimostra quanto le due parole, se lo si vuole, siano strettamente collegate.
Oleg, oggi 41enne, a Rezzato venne per la prima volta nel 1993. Era un bambino di Chernobyl e aveva 10 anni. Molti bambini erano, come lui, in un orfanotrofio e soffrivano ancora le conseguenze della radioattività; per questo fra Russia e Italia in quell’occasione si era instaurato un ponte solidale. Da subito, in quella famiglia italiana che gli fu assegnata, Oleg respirò quell’affetto e quella tenerezza, che ogni bambino dovrebbe avere, e che ancora oggi lo fa sentire figlio e fratello.
I primi soggiorni furono brevi, ma man mano divennero sempre più lunghi, in particolare quando Oleg si ammalò di tubercolosi, e fu amorevolmente curato in ospedale e a casa, per poi riandare nel suo orfanatrofio con tutti i medicinali di cui aveva bisogno per curarsi, grazie anche alla generosità alpina.

I luoghi simbolo

Non appena saputo del progetto di portare un po’ di terra russa presa là dove erano caduti i nostri Alpini, per metterla nella chiesetta a loro dedicata, si è messo in viaggio non senza difficoltà con la moglie e con uno dei suoi due bambini, per raccoglierla nei luoghi simbolo della guerra dove caddero a migliaia.
Il più noto è stato Nikolajewka, dove non ha potuto avvicinarsi al luogo esatto delle fosse comuni per ragioni di sicurezza. L’altro luogo è Rossosch, dove sino a poco tempo fa un cippo collocato dall’Associazione Nazionale Alpini, ed ora distrutto, ricordava, in segno di fratellanza, tutti i Caduti nella Seconda Guerra Mondiale. Da ultimo, il sito di Nowo Postojalowka, costato una ricerca difficile e infruttuosa per un intero giorno.
Era ormai sera, e Oleg, senza speranze ma non arreso, trovò l’anziano avventore di un bar, che, sentendo le sue domande, lo ha accompagnato sul luogo dove c’è la fossa comune, al cui interno, all’epoca, gli abitanti furono costretti a buttare i corpi di migliaia di soldati emersi, nel disgelo, dalla neve.
Solo allora per Oleg è stata missione compiuta. In Italia la terra avrebbe voluto portarla lui, ma troppe le difficoltà burocratiche, perciò ha spedito la terra accompagnata da un video, in cui ha filmato e raccontato il suo viaggio per raccoglierla. Dopo 79 anni, quella terra resa sacra dal sacrificio di tanti uomini, lancia il suo messaggio di speranza per la pace e la libertà.

15.5.24

come combattere lo spam senza essere iscritti al registro turfa delle opposizioni e in internet

  Visto  lo  specchietto  per  l'allodole  e la  fallacia del registro delle opposioni  e  del garante  della  privacy  ,  ho fatto  questo post    "  guida "  su come    ,  come da     titolo  combattere  lo spam  come 
combattere (  o almeno  provarci   ed  ridurlo    fisiologicamente   )  lo spam    senza   essere iscritti  al egistro turfa  delle opposizioni   e  in internet.    

Iniziamo dal  telefono    distinguendo    tra 

telefono fisso
se avete il cellulare come numero si casa  non lo mettete aullelenco telefonico .  salvo che : facciate in lavoro o attività   che richieda easere dispobibili h24 , siete in zone dove i cellulari prrndono ao a ..... , abbiate un contratto linea internet/  fissa , parenti legati a vecchie tecnologie ed avvulsi a cellulari . date il n solo a persone fidate , mettete una,segretaria telefonica dive annunciate ad amici fidati e parenti stretti a  farvi uno squillo o alfisso al cellulare per richiamare o rispondere se sono loro  a chiamare 
cellulare
Per  quest'ultimo la  solzione  sarebbe    un   telefono  a  doppia  scheda     . con un  n  di battaglia ed  uno priivato   opppure    due  cellulari  . usate iil  primo numero  come  numero da   la battaglia   : spid , cied , social , carta di credito , ricaricabili , ecc registrazioni  un cui dove fornire cell o app che  lo richiedono . oppure ativita o lavori h24 o che richiedono a reperibilità, contratto di ditte, acquisti online , abbonamenti a riviste  cartacee  o  online   , newsletters ,  ecc . Sui   social  non  metterlo  fra le impostazioni privacy  dei social  come  pubblico ma  solo  visibile  ai tuoi  contatti  . 
 l'altro come  n di casa qual'ora non abbiate fisso  ed  lo  usate  come numero di casa   decidete  voi se  fare  come il  fisso  cioè metterlo nell'elenco oppure  darlo     solo a parenti stretti   e persone  fidate  . Un altra  soluzione   per evitare nuovi messaggi di questo genere, è  quella  di non   utilizzare il tuo numero telefonico   privato  compilando moduli che trovi online (se non strettamente necessario stessa precauzione   e quando  firmmi contrattti  d'acquisto   a tenzione   a  che  casella  dici  Si o   a  Coisa  dici   No   ), non rispondere a SMS indesiderati o cliccare sui link in essi contenuti o nelle email delle quali non conosci il mittente https://www.spiare.com/blog/che-cose-lo-spam-sul-cellulare o  nei  link  nel  riassunto sotto per combattere lo spam sul cellulare, ci sono  anche  altre   strategie che puoi adottare. Ecco alcune delle più efficaci

¹
Utilizzare filtri anti-spam integrati nel dispositivo o forniti dal gestore di telefonia
Installare app di terze parti progettate per bloccare spam e chiamate indesiderate.
Non rispondere a messaggi o chiamate sospette e non cliccare su link sospetti.
Segnalare lo spam alle autorità competenti o al proprio operatore telefonico.

Per SMS e messaggi:²
Su Android, puoi utilizzare l’applicazione Messaggi di Google per eliminare gli SMS indesiderati e bloccare i numeri che inviano spam.
Su iPhone, puoi filtrare i mittenti sconosciuti e bloccare i numeri specifici nelle impostazioni dei messaggi.

Per le chiamate:³ ⁴
Su Android, puoi attivare l’ID chiamante e la protezione antispam nelle impostazioni dell’app Telefono di Google.
Su iPhone, puoi utilizzare la funzione di blocco chiamate nelle impostazioni del telefono .

Per le notifiche:²
Su entrambi i sistemi operativi, puoi andare nelle impostazioni delle app e disattivare le notifiche per le applicazioni specifiche che generano spam .

Ricorda che mantenere aggiornato il sistema operativo e le app può aiutare a migliorare la sicurezza e ridurre lo spam. Inoltre, evita di fornire il tuo numero di cellulare su siti web dubbi o in risposta a email sospette. Spero che queste informazioni ti siano utili !

 Note
  1. come combattere lo sam sul cellulare - Cerca (bing.com)
  2. Come eliminare gli spam dal cellulare | Salvatore Aranzulla
  3. Come bloccare le chiamate spam sul cellulare | Salvatore Aranzulla
  4. Come eliminare lo spam dal cellulare: Una guida completa – Tuttodigitale

 via  email  .
Iniziamo   dalle  email   oltre  alla dettagliata   guida  Come combattere lo spam | Salvatore Aranzulla  e il tutorial   https://www.youtube.com/watch?v=nZKX-W21d3U usare  come  per  il numero  di  cellulare un  email , oltre  a quellla  ufficiale ,  da  battaglia  da  (  svuotare di tanto in  tanto  per  evitare  di ricrearne  una  nuova  )  
Navigazione  internet   e  assistenti   vocali  tipo  alexa  o il microfono  di google  
per  la navigazione  internet  è più  complicato  in quanto la  conessione  ad  internet  la  si trova  e  la  si  usa  non  solo    nei pc  ma  anche  nei  :  cellulari  , ipad  , tablet  ,   web  tv  , assistenti personale intelligente  tipo alerxa , nei  giochi  ,ecc.  Infine  ci sono gli  HTTP cookie (pron. /ˈkuki/; più precisamente denominati cookie web, o per antonomasia cookie)[N 1] sono un tipo particolare di magic cookie (una sorta di gettone identificativo) e vengono utilizzati dalle applicazioni web lato server per archiviare e recuperare informazioni a lungo termine .  Qundi   se  vi  chiedono  di     cliccare  non cliccate  sui cookie    rifiutate  oppure   scegliete  sol quelli  essenziali   se   vi fa  scegliere  , o  se  lopermette rifiutate . Se   non vi fa  andare  avanti  cliccate  solo   se  usate  vpn  o altri programmi    di navigazione  anonima  
Quindi   quando  visitate   dei siti   normali   particolari  (   pirati    porno    , ecc  )    : usate  vpn    free  o  pagamento    , programmi per nascondere  se  non lo  sapete  fare da  soli   vostro  ip  .
Petr  alecxa  ed simili   non lasciatela sempre  accessa  perchè baasta  che  chiaccherate   e  vi  legge la vita   e  vi  scheda  .  es  un mio amico  l'aveva lasciata  accessa    mentre stava parlando      con  la  ragazza di  problemi  di  saliute  di un familiare     e  gli sono  arrivati   consigli    e  sms    su che  tipio  di curare  fare  e  su   come prevenire  con alimentazione    e  abitudini  da  evitare  e  da preferire   per   tali  problemi  . 

La fretta, l’omologazione dei desideri e lo smarrimento esistenziale dei tempi moderni - Emiliano Morrone

 Tu fretta di vivere qualcosa, e ogni cosa è già un ricordo liso, e adesso la pubblicità». Con questo verso, Claudio Baglioni espresse, a metà degli anni ’80, la voracità del consumismo, che bruciava – e brucia – il futuro e il passato insieme, nell’eterno presente commerciale. Più avanti, nel ’92, il sociologo Roland Robertson avrebbe definito i tratti della nuova era globale come «compressione del mondo e intensificazione della coscienza mondiale in quanto insieme».
Della contrazione del tempo e dello spazio René Guénon si era occupato già nella prima metà del secolo scorso. Nel suo volume “Il regno della quantità e i segni dei tempi”, del ’45, si legge del tempo sempre più accelerato, che «contrae lo spazio e se stesso progressivamente». Dunque, secondo il filosofo francese, «la fretta, caratteristica che accompagna i moderni in ogni cosa, non è altro che la conseguenza dell’impressione confusa che essi provano di questo fatto». “Essere senza tempo” è il libro del filosofo Diego Fusaro, del 2010, che analizza e critica la «filosofia della fretta», inquadrata a partire dall’accelerazione della storia operata dalla prima Rivoluzione industriale. Nel pieno di Industria 4.0, iniziata nel 2011, oggi l’accelerazione della storia è ancora più marcata e sfuggente rispetto alla prima decade degli anni 2000, e la memoria umana appare, nel quotidiano, volatile tipo la Ram. A cena non ricordiamo che cosa abbiamo mangiato a pranzo: la proiezione della mente e della coscienza è verso il domani inteso come giorno dopo, spesso meccanica, priva di progetto, senso, obiettivo.Dalla seconda metà degli anni Novanta, il tempo sembra scorrere più rapidamente. Internet conosce uno sviluppo continuo: aumenta la velocità di connessione, si moltiplicano le offerte del servizio e si allarga l’accesso alla rete: il mondo entra nelle case, di New York come di Pallagorio (Crotone). È la vittoria di un egualitarismo apparente, prodotto dal sistema capitalistico per elevare consumi e profitti: a Simeri Crichi (Catanzaro), per dire, possiedono gli stessi cellulari che girano a Los Angeles; a Scandale (Crotone), per mero esempio, si è visto lo stesso abito indossato dalla diva della tv appena maritata. È il trionfo delle merci, che escono dal mercato della piazza locale – il quale scompare come la partecipazione diretta dei sensi alla compravendita – e giungono ovunque, sono acquistabili in ogni momento, da ogni parte.  Fretta continua, perdita della memoria, omologazione dei gusti e dei desideri e smarrimento cognitivo ed esistenziale sono, come abbiamo visto, le costanti del nostro tempo, che riduce lo spazio, come aveva intuito Guénon; anche perché, aggiungiamo, nel viaggio perpetuo delle merci non esiste più centro né periferia, non c’è geografia fisica né politica. E oggi merci sono pure i dati, che si spostano a velocità impressionante, in quantità smisurate.

Spot Barilla 1986

Allora questo movimento di merci, dati e (ovviamente) capitali determina il dominio di un’antropologia, dell’homo emptor, cioè dell’uomo acquirente, che rimuove e sostituisce usi, costumi e tradizioni locali. Così svanisce il senso della famiglia e della tenerezza che la pubblicità «Dove c’è Barilla, c’è casa», del 1986, l’anno di Černobyl’, racchiudeva e traduceva in 60 secondi nel mostrare il salvataggio di un gattino sotto la pioggia da parte di una bimba con due trecce e l’impermeabile giallo, una Greta Thunberg ante litteram, che per cena ritornava dai genitori dopo aver perduto lo scuolabus e portava con sé quel piccolo amico. Prova a recuperarne il sentimento il recente spot del Mulino Bianco «C’è un mondo più buono», il quale mostra l’autista di uno scuolabus che, senza palesarsi, riporta a una bambina il proprio orsacchiotto, simbolo di tenerezza e fantasia in un mondo che, è il messaggio morale della pubblicità, avrebbe bisogno di credere e sperare, come indica l’occhio che uno spaventapasseri, in un campo di grano biondissimo, strizza al pupazzo della piccola. L’idea è geniale, il contesto è mutato e, a differenza del richiamato spot del 1986, in cui era solito, naturale, che una bimba desse casa e famiglia a un micetto abbandonato, oggi le buone azioni sono ben più rare e i gattini si possono acquistare come i pesciolini, i pappagallini o i criceti, quali riempitivi del vuoto domestico

13.5.24

diiario di bordo n 50 anno II .Amori artificiali, case improbabili, sonnellini volanti, cliché da primato, fritti misti criminali, carcerati noiosi e prestigiatori armati

 


Cagliari Viene fermato dalla volante e prova a distrarre i poliziotti con trucchi di magia, in auto aveva 9 coltelli

Abbiamo l’idolo della settimana, un 57enne di Cagliari. È immortalato da questo articolo della Nuova Sardegna: “Fermato a un posto di blocco stradale al volante di una vettura di grossa cilindrata, ha messoin atto pratiche da illusionista per distogliere gli agenti della polizia stradale dal procedere con i controlli di routine”. La prossima volta che vi chiedono patente e libretto provateci anche voi, per vedere l’effetto che fa: “Con gesti da prestigiatore professionista, prima ha estratto un fazzoletto sporco da uno dei calzini che indossava, poi un altro da un orecchio”. Ipnotico, ma vano: “L’atteggiamento ha lasciato meravigliati i due agenti della pattuglia, ma non li ha distolti dal loro servizio”. Dentro al portabagli hanno trovato “9 coltelli (di cui otto a serramanico) tenuti in una busta di plastica, un altro da cucina lungo 40 centimetri e un bastone, che gli sono costati una denuncia per porto di oggetti atti ad offendere, di cui non ha saputo giustiziare la detenzione”. Provaci ancora, mago.


Russia
Nerd usa Chatgpt per chattare con 5mila donne su Tinder e alla fine conosce sua moglie
L’informatico russo Aleksandr Zhadan è un personaggio a metà tra la commedia romantica e la letteratura distopica. Ha messo a frutto le sue conoscenze, le inquietanti potenzialità dell’intelligenza artificiale e le praterie digitali di Tinder per risolvere la questione fondamentale della vita: trovare l’amore. “Tutto è iniziato nel 2021 – scrive Wired – al termine della sua precedente relazione. (...) Ha creato un software che piazzava in autonomia like a utenti che corrispondevano alle sue preferenze (...) poi in caso di match la palla passava a un GPT personalizzato e addestrato per scrivere come lui così da intrattenersi in conversazioni nelle chat interne a Tinder”. In altre parole: lasciava che la fase del corteggiamento fosse gestita al posto suo dall’ia. “Il sistema è stato sfruttato per chattare con 5239 utenti su Tinder”. Risultato? Un po’ di incontri deludenti e almeno uno memorabile: nel 2022 ha conosciuto Karina, hanno iniziato a convivere e si sono sposati.




Usa/1 Una lavoratrice 34enne vive per un anno all’interno dell’insegna del supermercato senza farsi scoprire


Quando si tratta di mettere un tetto sopra la testa, ci si arrangia come si può. “Una donna dello Stato del Michigan, negli Stati Uniti, è stata trovata a vivere all’interno dell’insegna di un negozio”, scrive Today. Family Fare, supermecato di Midland, cittadina di 42mila abitanti, ha un’insegna triangolare larga un
metro e mezzo e larga poco più di due: è lì che è andata a vivere la 34enne. Fantasia e spirito d’adattamento, ma soprattutto la disperazione nera a cui ti costringe una vita di precarietà e stenti.“Nonostante lo spazio ridottissimo, era riuscita a creare persino un piccolo ufficio, con una scrivania e una macchinetta del caffè. Ha confessato alla polizia di vivere così da circa un anno, perché priva di una casa, pur lavorando. In maniera ingegnosa è riuscita a procurarsi anche l’energia elettrica, ma proprio l’elettricità ha fatto scoprire il suo alloggio ‘alternativo’”. A far incuriosire i proprietari del negozio è stata una prolunga. La donna si è scusata ed è andata via, non è stata denunciata.


Usa/2 L’aereo sta per partire ma nella cappelliera c’è una signora che riposa. Il video spopola su Tiktok

A proposito di sistemazioni anguste e improbabili, sono diventate virali le immagini di una passeggera che dorme nella cappelliera dell’aereo su un volo in partenza da Albuquerque a Phoenix, ancora negli Stati Uniti. In Italia ne ha scritto il sito locale Oggi Treviso.
“Proprio mentre il personale di bordo stava dando il benvenuto prima del decollo, qualcosa di insolito è spuntato dalla cappelliera: una donna sdraiata nello spazio destinato alle piccole borse e ai bagagli a mano”. Sulle circostanze di questa bizzarra apparizione non si sa quasi nulla: “Il breve video è stato condiviso su Tiktok e in pochi giorni è diventato virale, superando i 5 milioni di visualizzazioni. Tuttavia è stato rimosso dalla piattaforma social e non è più disponibile. La clip si interrompe tra la perplessità dei passeggeri e qualche risata. Non è stata divulgata l'identità della donna né il motivo per cui si è posizionata in quel modo”.


Guinnes dei primati La Francia conquista il record per la baguette più lunga del mondo: 140 metri e mezzo

Stereotipi, non vi temo: la Francia ha conquistato il record per la baguette più lunga del mondo. L’impresa risale ad otto giorni fa, i transalpini – come diceva un loro saggio connazionale – hanno “rimesso la Chiesa al centro del villaggio”: prima del sorpasso infatti il primato apparteneva all’italia. “Domenica 5 maggio, a Suresnes, alle porte di Parigi, 18 panettieri d’oltralpe hanno sfornato una baguette artigianale lunga ben 140,53 metri – riporta Repubblica – assicurandosi così il nuovo Guinness World Record ufficiale e superando di quasi otto metri il record precedente di 132,62 metri stabilito a Como nel 2019”. Lo smacco della baguette riaprirà le polemiche sulla Gioconda? Con Sangiuliano alla Cultura è possibile. Intanto, ecco i dettagli dell’impresa: “I panettieri francesi hanno cominciato a preparare l’impasto da 152 kg alle 3 del mattino utilizzando 90 kg di farina, 60 litri d’acqua, 1,2 kg di sale e 1,2 kg di lievito”.



Torino Favori e (presunta) corruzione per farsi affidare la sagra del fritto misto: cinque indagati tra Regione e Gedi

In Italia la compromissione morale delle classi dirigenti regala anche momenti di comicità assoluta. Su Repubblica di venerdì è comparso questo titolo a suo modo meraviglioso: “Favori per farsi affidare la sagra del fritto misto, 5 indagati a Torino”. I dettagli sono ripresi da un’agenzia dell’ansa: “Il procedimento riguarda due funzionari di Visit Piemonte, società in house della Regione, un consigliere comunale a Baldissero (Torino) e un giornalista, direttore della testata Il Gusto, portale di enogastronomia del gruppo Gedi, Luca Ferrua. Il fascicolo è aperto, a vario titolo, per corruzione e turbata libertà di scelta del contraente”. Tutto ruoterebbe attorno a un incarico, pagato con 48mila euro provenienti da fondi pubblici, per la promozione di un piatto tipico di Baldissero, la “fricassea”. Anzi per la precisione, la Fricassé ‘d Baudissé an girula. “Un fritto misto – leggiamo proprio su Il Gusto – che mette insieme carne, vegetale, dolce e salato, in un assortimento di ben 16/18 pezzi che variano in base alla stagione”. Il classico magna magna.



Bologna Faceva selfie con i passanti vestito da Topolino e intanto gli rubava il portafogli: condannato a cinque anni

Si aprono le porte del carcere per Topolino. Per alcuni sarà un sollievo: è universalmente riconosciuto come il personaggio più borioso e antipatico della Disney. “I poliziotti delle volanti hanno notato un ventinovenne romeno già conosciuto, assieme a una connazionale vestita da Minnie”, scrive il sito di Sky Tg24. “L’uomo, che nella circostanza era in ‘ borghese’ di solito si nascondeva sotto i panni di Topolino avvicinando i bambini e le mamme per poi derubarli. Dai controlli è emerso che a suo carico c’è un ordine di carcerazione per un cumulo di pene pari a quattro anni, otto mesi e 26 giorni, per furti e rapine commessi a partire dal 2017 in città”. I metodi di Topolino e consorte erano rinomati: “Utilizzando il fascino dei personaggi Disney, i due avvicinavano i bambini in piazza Maggiore, offrendo gioiosamente palloncini o proponendo selfie e nel frattempo derubavano i genitori distratti”. Alla fine, ironia del destino, s’è fatto beccare quando non indossava la maschera.









12.5.24

la libertà è .....

in sottofondo
With a little help from my friends- Joe Cocker(cover )

 



A volte basta poco per mettere in dubbio \ in discussione o anche ( ed è questomi caso del post d'oggi ) quello che dicevo qualche anno fa mi pare nel 2006\8 , non riesco a ritrovarlo nell'archivio del bog , non so se perso nel passaggio da splinder a blogspot , sul significato della libertà . Infatti essa non è solo : lottare contro le ingiustizie o le gabbia . Ma soprattutto va al di là di partecipazione ., cercare qualcosa che si è smarrità ⁕⁕, o qualcosa che ti fa amare anche la solitudine ⁕⁕⁕ ma anche il fatto che Essere liberi significa essere consapevoli dele proprie scelte e delle conseguenze che d'esse possono  derivarne   nel bene  e  nel male . 
  

Ognuno è libero di fare ciò che vuole. Dovremmo apprezzare le persone per ciò che sono e non per ciò che vogliamo che siano. Se una persona è diversa da noi e noi non siamo in grado di accettarlo, il problema è nostro, non loro. Non dobbiamo pretendere in tutti i modi di cambiarlo perchè rispecchi la persona che vogliamo. Cerchiamo piuttosto di essere sinceri con noi stessi e capire che non è la persona che cerchiamo. << [...] ciò che noi non siamo… è ciò che noi non vogliamo.>> -  Dalla foce al porto (Ciò che non siamo) di Vito Rorro e Mayda Guerzoni  . Infatti  la nostra  libertà, così come la nostra felicità, è una decisione che siamo noi  a prendere. Non dipende da nessun altro se non da noi. Siamo noi  a darci le opportunità e siamo noi a negarcele



con questo è tutto .

COLONNA  SONORA 
With a little help from my friends - Joe Cocker
 Dalla foce al porto (Ciò che non siamo) - Vito Rorro e Mayda Guerzoni    
⁕La libertà -Gaber
 ⁕⁕ la tua libertà -Guccini
 ⁕⁕⁕ Ma Liberté - George Moustaki | Ma Liberté - Serge Reggiani

per chi volesse approfondire   e dcidere   il tipo di  libertà    da praticare  \ coltivare    consiglio  la  voce   https://it.wikipedia.org/wiki/Libert%C3%A0

Enigma, la macchina dei nazisti. Scoperto in una soffitta a Marghera l'apparecchio per inviare e decifrare i codici segreti: la svastica e la scritta "chiffriermaschinen" ., «Mamma si è iscritta all'università a 42 anni insieme a me: si è laureata col massimo dei voti mentre cresceva tre figli» .,

Il Gazzettino


Enigma, la macchina dei nazisti. Scoperto in una soffitta a Marghera l'apparecchio per inviare e decifrare i codici segreti: la svastica e la scritta "chiffriermaschinen" 


di Tiziano Graziottin

«Padre, è meglio che questa la tenga lei. Se la trovano in casa mia sono morto». Brandello di una conversazione, probabilmente nel segreto del confessionale, tra un uomo in fuga e un religioso di Marghera. Siamo all'alba del 1945, tutti hanno ormai chiaro come andrà a finire la guerra; il dialogo si svolge tra un ignoto collaborazionista dei nazisti e padre Egidio, un frate francescano che solo qualche anno prima aveva fondato proprio a Marghera una scuola serale dedicata a persone che volevano specializzarsi o qualificarsi nel settore della radiotecnica. "Questa" è una sorta di scatola con molti tasti e molti fili, con degli strani rotori: probabilmente padre Egidio pensa sia una macchina da scrivere o qualcosa del genere, forse una sua evoluzione. Comunque sia il frate la nasconde nella enorme soffitta dell'edificio che ospita la scuola, lungo la via di Marghera che oggi porta il suo nome perché padre Egidio Gelain è un benemerito della città, un religioso che col suo impegno ha dato una prospettiva e un lavoro a tantissime persone (non solo giovani) soprattutto negli anni duri del dopoguerra.
Lo strano oggetto nascosto in soffitta
La "strana macchina" resta sepolta con centinaia di altri oggetti per quasi sessant'anni, finché capita tra le mani di due ex allievi della scuola, Gianpietro Favaro e Roberto Visentin, che rovistando in soffitta sono incuriositi dalla data impressa e dalle parole in tedesco sulle targhette della scatola di legno: l'anno di fabbricazione è il 1941, tra le scritte balza all'occhio "Chiffriermaschinen". E una piccola svastica sui rotori segnala in modo inquietante e inequivocabile da chi era utilizzata.
Enigma, la macchina dei nazisti. Scoperto in una soffitta a Marghera l'apparecchio per inviare e decifrare i codici segreti: la svastica impressa sui rotori e la scritta "chiffriermaschinen

                                                           © Fornito da Il Gazzettino


Enigma: a cosa serviva?

Siamo ormai nel nuovo millennio, in rete corrono le informazioni e gli interrogativi sul misterioso apparecchio ereditato dagli anni della guerra cadono uno dopo l'altro: si tratta di "Enigma", la macchina che i nazisti usavano per comunicare informazioni riservatissime da un capo all'altro dell'Europa (e non solo), resa celebre da libri e film che nel tempo hanno svelato la complessa e per certi versi drammatica operazione di intelligence dei servizi segreti alleati (inglesi in primis) per decriptare i messaggi nemici. Oggi in Italia ce ne sono pochissimi esemplari (due sono conservati in musei di Milano e Pavia) e uno di questi si trova per l'appunto a Marghera, da dove la macchina di nome Enigma non si è mai mossa. «Fu un'emozione capire cosa custodiva quella scatola di legno - ricorda Gianpietro Favaro - e poi conoscere la storia di come era arrivata fino a Padre Egidio. Scoprimmo che era in ottimo stato: bastò relativamente poco lavoro per farla tornare perfettamente funzionante. Potrebbe mandare e ricevere messaggi anche oggi se ci fosse un addetto con una macchina predisposta a riceverli da qualche altra parte del mondo».



Enigma, la macchina dei nazisti. Scoperto in una soffitta a Marghera l'apparecchio per inviare e decifrare i codici segreti: la svastica impressa sui rotori e la scritta "chiffriermaschinen

                                             © Fornito da Il Gazzettino

Il codice segreto dei nazisti

Nella storia millenaria delle guerre sotterranee combattute per afferrare i segreti dei nemici Enigma ha un posto di assoluto rilievo: infatti per la prima volta la macchina che faceva partire il messaggio cifrato (utilizzando l'alfabeto Morse, con comunicazioni che potenzialmente tutti potevano sentire) era anche quella che li decifrava. «Non servivano grandi competenze - evidenzia Favaro, di professione ingegnere elettronico, che nel grande edificio rettangolare di via Gelain ha quasi una seconda casa - bastava semplicemente saper usare la macchina e impostare i rotori, in sostanza chi riceveva il messaggio con l'alfabeto Morse lo reinseriva nella Enigma ricevente con l'impostazione accordata e il gioco era fatto. E trasmetteva comunicazioni cifrate con oltre 150 miliardi di combinazioni possibili». 



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La macchina custodita a Marghera è quella a 3 rotori, ma negli anni bellici ne furono realizzate anche a 4, 5 e in pochissimi esemplari perfino 6 rotori, tutto finalizzato a complicare la vita agli spioni nemici.

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Enigma, la macchina dei nazisti. Scoperto in una soffitta a Marghera l'apparecchio per inviare e decifrare i codici segreti: la svastica impressa sui rotori e la scritta "chiffriermaschinen"
Usata durante la guerra dai nazisti, sfruttata negli anni successivi dagli inglesi che l'avevano distribuita in varie ambasciate, Enigma venne utilizzata fino al 1977, quando fu resa pubblica l'esistenza della macchina. A Marghera, nel capannone che oggi ospita un campionario dell'elettrotecnica che farebbe felice qualunque appassionato, Enigma è il fiore all'occhiello: «Ce l'ha chiesta anche l'Università di Padova - osserva Favaro - ma insomma, ci dispiacerebbe privarcene soprattutto per la storia che lega la nostra macchina a Marghera e alle vicende della struttura, che è un patrimonio di questa comunità».
La scuola serale di elettrotecnica
La scuola serale di elettrotecnica fondata nel 1941 da padre Egidio Gelain, riferimento in anni molto complicati, fu gestita dallo stesso religioso fino al 1974; un altro frate, padre Ruggero (al quale è intitolato il Museo della Radio margherino), ne rilevò il testimone per una decina di anni. Gestita fino a metà degli anni 90 da una cooperativa, oggi la sede è un vero e proprio museo che svela i suoi tesori alle scolaresche in visita, grazie all'impegno degli ex allievi in collaborazione con il gruppo Astrofili di Mestre.
«Ci troviamo qui ogni venerdì sera - spiega ancora Favaro - nel vecchio salone dei diplomi della scuola, oggi predisposto come sede espositiva dei pezzi più significativi, molti dei quali rimessi in funzione col lavoro dei soci». Il Museo Padre Ruggero di Marghera custodisce in effetti molti pezzi straordinari, di culto per gli appassionati ma in realtà di grande interesse per chiunque: tra gli altri il primo computer da tavolo al mondo, l'Olivetti Programma 101, oppure un grammofono "La voce del padrone" del 1930, senza dire del planetario di cui a Marghera si va giustamente orgogliosi. Ogni anno un migliaio di studenti delle scuole visita la struttura di via Egidio Gelain, mentre il venerdì sera i responsabili del museo si ritrovano nella stessa sede.
Collezionismo, quanto vale Enigma?
Ma un autentico tesoro come Enigma, come viene gestito? Collezionisti e cultori del genere sarebbero disposti a mettere sul tavolo decine di migliaia di euro per possederla e finora il ritrovamento a Marghera per ragioni di sicurezza era stato tenuto riservato. «Alla luce del valore della macchina - spiega l'ingegner Favaro - Enigma non è custodita nel Museo ma può essere certamente prenotata una visita per vederla accedendo al nostro sito (https://museopadreruggero.blogspot.com)». E di sicuro capire "come" funzionava la "Chiffriermaschinen" dei nazisti è un bel modo per entrare dalla porta principale nella storia dello spionaggio e degli 007 di ogni epoca.










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Non è mai troppo tardi per seguire i propri sogni e per diventare la persona che abbiamo sempre desiderato essere. A volte la vita costringe a percorrere una strada che sembra portarci lontano dal traguardo che si vuole raggiungere ma, forse, si sta solo prendendo una via un po' più lunga.Così è stato per la mamma di Amy, una donna che per gran parte della sua vita ha seguito gli step che qualcun altro aveva disegnato per lei e ha dovuto «sacrificare le sue ambizioni» per costruire una famiglia e prendersene cura, così come volevano i suoi genitori. Eppure, quando Amy McHugh si è iscritta all'università, lo ha fatto anche sua mamma, a 42 anni e con altri tre figli da crescere. Il futuro che le è stato imposto, allora, si è allargato fino ad abbracciare i suoi veri sogni.


Una vita chiusa in casa

Amy racconta la storia di sua mamma, una storia fatta di rinunce e sacrifici ma anche di rinascita e soddisfazioni: «Non ha mai riso molto. Forse perché ha guardato sua madre, Doris, trattare la cura della casa e della famiglia come una faccenda estremamente seria - scrive in un post pubblicato sui social -. Ogni sera, Doris era sull'uscio ad attendere il marito con un paio di tacchi ai piedi e una birra fredda tra le mani. Stirava le lenzuola e preparava una cena di tre portati. Ogni singolo giorno. I miei nonni hanno spinto mia mamma a frequentare la scuola per segretarie. Mia mamma, creativa, intelligente, ha imparato a battere a macchina. Le era stata venduta la promessa di potersi aggiudicare, così, un "buon lavoro" finché non avesse messo su famiglia, il suo "vero" obiettivo nella vita».
La mamma e il papà di Amy si sono sposati appena dopo il diploma. Un anno dopo hanno avuto lei, la prima figlia, e l'anno dopo ancora è arrivato il secondo. Due anni dopo un altro fratello per Amy. «Mio padre lavorava la notte e i fine settimana, facendo di tutto per aumentare il suo stipendio da insegnante - scrive su BusinessInsider -. Mia madre passava quasi tutto il tempo da sola, per quanto si possa essere "soli" quando si crescono i figli. Cucinava, puliva, faceva la spesa, si inginocchiava a grattare i pavimenti e risolvere le liti tra i miei fratelli». Ma non solo. Sebbene il papà fosse un insegnante di matematica, era la mamma ad avere un talento per i numeri e a spendere ore piegata sul tavolo della cucina «con un mucchio di bollette, in vestaglia e con una tazza di caffè», per far quadrare i conti.
Il suo animo creativo e le sue ambizioni hanno trovato altri modi per rimanere vivi: una torta tridimensionale di Wonder Woman, un modellino di un incontro di boxe fatto con gli stuzzicadenti, la macchina da cucire sempre in moto per i più diversi costumi di Halloween. Poi nasce un'altra sorellina e la casa diventa un asilo nido: «Le piaceva tanto e adorava i bambini, ma non adorava passare tutto quel tempo in casa»
La svolta
Per anni le era stato detto quanto fosse una maestra coi fiocchi, ma come fare a lavorare quando c'era così tanto da fare per la casa e la famiglia? Qualcosa, però, è cambiato quando Amy ha fatto richiesta per l'ingresso all'università: sua mamma ha scritto in segreto la sua domand, l'ha inviata insieme alla figlia e entrambe sono state accettate, ricevendo anche una borsa di studio per il merito. «Io ho scelto un campus nello Stato vicino - scrive Amy - e mia mamma uno a 20 minuti da casa. Ci siamo iscritte ai corsi e mentre mamma lo ha fatto pensando agli impegni dei suoi figli, io pensavo a quante pause volevo durante il giorno. Alla fine del semestre, mio padre si vantava della media di sua moglie. Lei lo zittiva, ma io ero meravigliata: mi lamentavo per gli esami e i compiti e avevo ore e ore per studiare, mentre lei aveva tre figli a casa, di cui uno di cinque anni. Non so se si sia mai sentita sopraffatta. In tal caso, non lo ha dato a vedere».Amy si è laureata, e una settimana dopo si è laureata sua mamma: pieni voti e lode. «Non l'avevo mai vista così felice e orgogliosa di se stessa. La donna che ha lasciato l'auditorium, quel giorno, era una nuova versione di mia madre. Ha accettato una posizione come prof di scuola media e dopo le lezioni aiuta gli studenti. Si sente considerata e apprezzata, qualcosa che non aveva prima. Quando torna a casa tardi dal lavoro, mangiamo la pizza surgelata e la sentiamo lodare colleghi e studenti: "Sono tutti fantastici, avrei voluto fare tutto ciò anni prima"».



11.5.24

celebra i 29 del trapianto di cuore facendo il cammino di santiago di compostella ., A MILANO C’È UN FIORE GIALLO UNICO AL MONDO ., PARAPLEGICO HA FESTEGGIATO I SUOI 50 ANNI LANCIANDOSI NEL VUOTO CON IL PARACADUTE

 


A MILANO C’È UN FIORE    GIALLO UNICO AL MONDO


C’è un fiore unico al mondo che cresce  solo a Milano, non si trova in  nessun’altra parte del mondo se non tra le  mura del Castello Sforzesco. Lo rivela l’inventario della "ora spontanea italiana: si tratta dell’hieracium australe ed è una specie endemica del capoluogo. È quella strana margherita gialla spontanea (a sinistra) che invade uno dei monumenti  più preziosi del capoluogo.Infatti


  da https://radionumberone.it/


Nel 2018 erano due specie uniche, ma una si è estinta
Si tratta di una pianta endemica, ossia che germoglia solo qui e in nessun’altra parte del mondo. Parliamo dell’hieracium australe, che somiglia molto al tarassaco, quello detto volgarmente soffione. Cresce spontaneamente solo sulle mura del Castello Sforzesco, in centro a Milano, ma fino a qualche anno fa non era solo. Secondo l’inventario della flora spontanea italiana del 2018, infatti, anche l’hieracium tolstoii fioriva sulle stesse mura, ma ormai si è estinto. È logico pensare che qualcosa sia cambiato nel suo habitat.
LA BIODIVERSITÀ ITALIANA – L’inventario, curato dal Museo di Storia Naturale di Milano, mette in luce la biodiversità unica dell’Italia. Il Belpaese è infatti al primo posto in Europa per la ricchezza della sua biodiversità. In Italia crescono in totale 10.023 tipi di piante, di cui 1702 , come nel caso del fiore delle mura, crescono solo ed esclusivamente qui. Questa biodiversità è favorita dalla macedonia di paesaggi e ambienti diversi che l’Italia offre.
I RISCHI – Questa varietà di piante è però messa a rischio da tre elementi. Il primo sono le piante esotiche, che vengono importate e generano delle epidemie nella flora locale. Il secondo è il cambiamento climatico, che costringe sempre più specie all’evoluzione o all’estinzione, non abituate al nuovo clima che si sta creando. L’ultima minaccia consiste nel consumo del suolo che toglie spazio alle piante autoctone spesso eliminando degli habitat, come le zone umide in pianura.




Macché censura, Tony Effe è lo specchio del mondo quindi non rompete se va a san remo

Chiedo scusa per coloro avessero già letto i miei post su un fìnto ribelle o un nuddu miscato cu' niente ( cit dal film  I cento passi  ...