11.11.05

Senza titolo 965

Finalmente mentre  ascoltavo la malavita  dei baustelle  cd  prestatomi da  un amico  , in particolare  la  canzone   la  guerra  e finita  riporto qui  il testo  



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“Vivere non è possibile”
Lasciò un biglietto inutile
Prima di respirare il gas
Prima di collegarsi al caos
Era mia amica
Era una stronza
Aveva sedici anni appena


Vagamente psichedelica
La sua t-shirt all’epoca
Prima di perdersi nel punk
Prima di perdersi nel crack
Si mise insieme ad un nazista
Conosciuto in una rissa


E nonostante le bombe vicine e la fame
Malgrado le mine
Sul foglio lasciò parole nere di vita
“La guerra è finita
Per sempre è finita
Almeno per me”


Emotivamente instabile
Viziata ed insensibile
Il professore la bollò
Ed un caramba la incastrò
Durante un furto all’Esselunga
Pianse e non le piacque affatto


E nonostante le bombe alla televisione
Malgrado le mine
La penna sputò parole nere di vita
“La guerra è finita
Per sempre è finita
Almeno per me”
E nonostante sua madre impazzita e suo padre
Malgrado Belgrado, America e Bush
Con una bic profumata
Da attrice bruciata
“La guerra è finita”
Scrisse così.



 ho  trovato la  forza   , che nel post precedente  non  m'era riuscita  , , di esprimere \ descrivere  le mie  emozioni e i miei sentimenti  su talew evento  . E proprio mentre  m'accigo a  descrivere  le  sensazioni  le  emozioni , suscitate  da  i video e  dalle testimponianze  dell'inchiesta di rainews24  e  cerccando  di trattenere le lacrine  davanti  a tali abberrrazioni     ripenso  all'attualità  di  MASTER OF  WAR ( DI  BOB DYLAN ) risalente  al  1963   


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Come you masters of war
You that build all the guns
You that build the death planes
You that build the big bombs
You that hide behind walls
You that hide behind desks
I just want you to know
I can see through your masks

You that never done nothin'
But build to destroy
You play with my world
Like it's your little toy
You put a gun in my hand
And you hide from my eyes
And you turn and run farther
When the fast bullets fly

Like Judas of old
You lie and deceive
A world war can be won
You want me to believe
But I see through your eyes
And I see through your brain
Like I see through the water
That runs down my drain

You fasten the triggers
For the others to fire
Then you set back and watch
When the death count gets higher
You hide in your mansion
As young people's blood
Flows out of their bodies
And is buried in the mud

You've thrown the worst fear
That can ever be hurled
Fear to bring children
Into the world
For threatening my baby
Unborn and unnamed
You ain't worth the blood
That runs in your veins

How much do I know
To talk out of turn
You might say that I'm young
You might say I'm unlearned
But there's one thing I know
Though I'm younger than you
Even Jesus would never
Forgive what you do

Let me ask you one question
Is your money that good
Will it buy you forgiveness
Do you think that it could
I think you will find
When your death takes its toll
All the money you made
Will never buy back your soul

And I hope that you die
And your death'll come soon
I will follow your casket
In the pale afternoon
And I'll watch while you're lowered
Down to your deathbed
And I'll stand o'er your grave
'Til I'm sure that you're dead


>>


 Per i non parlanti inglese come me   ecco la  traduzione   tratta  da il  sito   del fans  club  italiani  dei perljam www.pearljam.it  che  ne  hanno fatto un abellissima  coover


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SIGNORI DELLA GUERRA

Venite signori della guerra
voi che costruite tutte le armi
voi che costruite gli aeroplani di morte
voi che costruite le grandi bombe
voi che vi nascondete dietro i muri
voi che vi nascondete dietro le scrivanie
voglio solo che sappiate
che posso vedere attraverso le vostre maschere.
Voi che non avete mai fatto niente
tranne costruire per distruggere
voi giocate col mio mondo
come se fosse il vostro piccolo giocattolo.
Voi mettete una droga nella mia testa (testo originale: un'arma nella mia mano)
e vi nascondete dai miei occhi
e vi voltate e correte lontani
quando volano i proiettili veloci.
Come Giuda dell'antichità
voi mentite e illudete
Una guerra mondiale può essere vinta.
Voi volete che io ci creda.
Ma io vedo attraverso i vostri occhi
e vedo attraverso il vostro cervello,
come vedo attraverso l'acqua
che scorre giù nel mio scarico.
Voi che armate tutti grilletti
perché gli altri sparino
poi vi sedete dietro e guardate
mentre la conta dei morti si fa più alta.
Vi nascondete nel vostro palazzo
mentre il sangue dei giovani
scorre fuori dai loro corpi
e si seppelisce nel fango.
Voi avete sparso la peggiore paura
che possa mai essere scagliata
la paura di mettere al mondo bambini.
Per minacciare il mio bambino
non nato e senza nome
non meritate il sangue
che scorre nelle vostre vene.
Quanto ne so io
per parlare quando non tocca a me?
Potreste dire che sono giovane
potreste dire dire che sono ignorante
Ma c'è una cosa che so
nonostante io sia più giovane di voi,
che neanche Gesù potrebbe mai
perdonare quello che fate.
Lasciate che io vi faccia una domanda:
sono buoni a tanto i vostri soldi?
Vi compreranno il perdono?
Pensate che potrebbero?
Io penso che scoprirete,
quando la vostra morte esigerà il suo pagamento,
che tutti i soldi che avete fatto
non ricompreranno mai la vostra anima.
E io spero che voi moriate
e che la vostra morte verrà presto.
Io seguirò la vostra bara
nel pomeriggio chiaro
e guarderò mentre siete calati
nel vostro letto di morte.
E starò sopra la vostra tomba
finchè sarò sicuro che siete morti.


>>
                                                            


Adesso che  ho ascoltato la  canzone     trovo le  parole   e la forza  di fare  parafrasando celentano  un gesto rock ovvero  esprimere le mie emozioni    e commentrare  ancora una volta  le  abberranti immagini  di quello che  è stato fatto a fallujah   .
Vedendo i  filmati dell'inchiesta di rainews24( 
vedere  i link del post precedente  )   non mi sono mai vergognato   cosi tanto d'essere un occidentale  e  un italiano  . Sono disgustato   dalpreferire essere morto e sepolto in una bara   o nella nuda terra   piuttposto  che , denunciatemi pure per  villipendio alla  nazione   ( anche  se  ciò è immune  da me  perchè  amo il mio paese   anche  se non alla maiera   retorico nazionalistica   come quella che ci vogliono imporree ma  alla   viva l'italia di  de Gregori   )  e chiamatemi sovversivo  d'appartenere a  ( come  mentalità  e  non come  cultura  )  a un paese  di  merda  che  nonostante  sia  finita la guerra fredda  non ha  il coraggio  di  uscire  come fece  De  gaulle  dalla nato  e  continua  a vendere il suo  di dietro  all'amico americano    sputando sul sacrificio di chi  è morto  per liberare l'ìitalia e  formare una democrazia   viiolando sia con l'intervento  in Kossovo ( centro sinistra  )in Iraq  ( centro destra ) uno degli articoli fondamentali :<>L'italia ripudia la guerra comestrumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione alle controversie internazionali".>> della  costituzione creata   da tale sacrificio  . concludo : 1) lasciando la parola  al bellissimo articolo di M.novella:Oppo    che   sulla  sua rubrica  del 11 c.m  dal titolo Battaglia? No, strage >> E così, li abbiamo visti gli effetti delle armi di distruzione di massa in Iraq: armi usate dall'esercito Usa in quella che è stata chiamata la battaglia di Falluja e che in realtà è stata la strage di Falluja. Una città con centinaia di migliaia di abitanti e centinaia di cupole, sulla cui distruzione avrebbe dovuto scendere il silenzio. Per questo sono stati messi a tacere tanti giornalisti e per questo è importante il terribile documentario mandato in onda nei giorni scorsi da Rai News 24: perché a testimoniare su quegli eventi sono ora dei soldati americani, che hanno partecipato al massacro e all'uso di nuove micidiali armi chimiche. Fosforo bianco, Mk77 e quanto altro ha bruciato i corpi di uomini, donne e bambini, senza che i loro abiti venissero danneggiati. Forse qualcuno avrà ancora il coraggio di sostenere che valeva la pena di fare la guerra in Iraq. Ma noi abbiamo visto con i nostri occhi che la guerra non esporta la democrazia; semmai importa crimini e criminali di guerra anche dentro il cuore malato della democrazia. >> 2) mettendo le mani avanti alle email   d'accuie  che  sicuramente mi giungeranno    rispondendo  che    se  denunciare queste  cose   vuol dire essere  antimericano  all'ora  lo  sono .  Ale accuse  d'essere disfattita   , sovversivo  e  di mancare di rispetto ai caduti di Nassyria rispondo  con  questa frase  di  don lorenzo Milani << M'accusano di aver mancato rispetto ai caduti . Non è vero  . Ho rispetto per  quelle infelici vittime  . proprio per  questo  mi parebbe  ndi offenderle  se lodassi  chi  le  ha mandate  a morire  >>  in questo caso  la  missione  di pace  (  anche  se ormai   non ci crede più  nessuno  )  in iraq  << e poi si  è messo  in salvo  >>  e  aggiungo rimane  al sicuro e mente sapendo dio emntire   o fà l'ambiquo  smentendosi continuamente. Termino con questa poesia  di Bertol Brecht :    La guerra che verrà  non è la prima. \ Prima ci sono state altre guerre.\ Alla fine dell'ultimac'erano vincitori e vinti.\ Fra i vinti la povera gente faceva la fame. \Fra i vincitori  faceva la fame la povera gente ugualmente..   di cui si sente un eco  nei testi dell'ultimo cd  della   cantautrice e musicista fiorentina Susanna Parigi  come  dichiarato    nerll'intervista  al portale\ comunity  www.italianissima..net  del 12\5\2005


colonna  sonora


 E' tratta  da  http://snipurl.com/js1k  sito  da  cui ho  preso il testo della canzone  con cuio  ho aperto  il post  . Perc  coloro  che volessero  i testi delle canzoni  ed eventuali news  posso cliccare sui   sul collegamenti  sotto riportati



Le Déserteur (Boris Vian)
La guerra di Piero (Fabrizio De André) 
Auschwitz (Francesco Guccini)
Where Have All The Flowers Gone (Pete Seeger)
Lili Marleen (Hans Leip)
Imagine (John Lennon)
Self Evident (Ani Di Franco)
Guantanamera (Autori Vari)
שיר לשלום (Yankale Rotblit / יענקל'ה רוטבליט)
Ode an die Freude (Ludwig van Beethoven)
The Green Fields Of France (Eric Bogle)

 


Senza titolo 964


Ci sono giorni che vorresti scrivere solo per la voglia di scrivere e non perché si ha qualcosa da dire.


Che quello che senti non è noia ma stanchezza.


Che decidi di farti male e allora ascolti canzoni…


Emotion Sickness


Che ti piace star li a concentrarti sul lavoro, e intanto quando i movimenti diventano automatici la mente se ne va altrove.. forse sempre dietro a qualche vetro di qualcosa…


Giorni che qualcuno ti manda un messaggio che dice che sta per fondarsi da te solo per vederti,per guardarti un attimo… no grazie!





 


Ci sono giornate però ancora troppo belle per girare in motorino!!!


 


Will è dolce… ogni giorno mi prepara caffè accompagnato da un dolcetto… se fosse più giovane, più carino e etero potrei perdere la testa...ma fortunatamente non lo è!!!


Lui dice che appena finisce una storia bisogna occupare la mente e buttarsi in un’altra storia… ma come si fa ad ignorare quello che non si prova?


 


Attendo di ricevere un abbraccio sincero.. ne ho tanta voglia!!!


 


Forse tutto questo post è generato dalla stanchezza.. sonno arretrato e pensieri di cose da fare!!!

9.11.05

Senza titolo 963


Da sinistra, Goffredo Coppola, Pio Filippani Ronconi, Turi Vasile e Giovanni Gentile



molti dicono che la sinistra  è solo  repressione   della  cultura . leggetvi cosa dice  www.pqanorama.it  (  da  giornale di sinistra libertaria ad  a  cassa di risonanza   di Berlusconi  )  .



           
di  Pietrangelo Buttafuoco  4/11/2005     


                                                                          
Da Gentile a Coppola, da Terragni a Tucci, Balbo, Micheli: si allunga l'elenco della fine dell'oblio per gli intellettuali rimossi. Merito del battesimo progressista. Alcune storie.Che la sinistra sdogani la destra non è un paradosso, è una salvata: è l'unico modo per uscirsene dalla guerra civile. E se Giampaolo Pansa con i suoi libri (l'ultimo è Sconosciuto 1945, edizioni Sperling & Kupfer), da intellettuale di sinistra, restituisce l'elementare diritto alla dignità degli sconfitti, sul piano culturale, quando non ci sono i liberali, pavidi killer per conto del politicamente corretto cui s'abbeverano loffiamente, bisogna aspettare un gigante dell'antichistica come Luciano Canfora, un genio comunista che non teme di contaminare l'esegesi dell'età dorica con l'Armata rossa di Stalin, per recuperare dall'oblio i grandi dimenticati dell'Italia degli intellettuali.
Dell'insigne grecista, docente all'Università di Bari, uscito in libreria, edito da Adelphi, Il papiro di Dongo, è la ricostruzione della scoperta fatta in Egitto nel 1934 da un gruppo di studiosi italiani, scoperta di un papiro attribuito a Cratippo, grazie al quale essi riuscirono a contendere il primato degli scavi e delle interpretazioni filologiche ai colleghi inglesi. Come in tutte le avventure della filologia, c'è il dettaglio rocambolesco: i reperti furono trafugati dai tombaroli e consegnati a Maurice Nahman, ma la maledizione del papiro è il racconto emblematico proprio dell'istinto di guerra civile. Così come ha già scritto Dino Messina sul Corriere della sera, il papiro si salda alla «storia degli intellettuali italiani durante il fascismo». Sul gruppo di studiosi guidati da Evaristo Breccia infatti calerà la ghigliottina della dimenticanza e uno di questi, Goffredo Coppola, rettore dell'Università di Bologna, troverà la morte a Dongo, fucilato e impiccato in piazzale Loreto.
«La vicenda di una damnatio memoriae» scrive Canfora «dell'oblio nel quale l'accademia italiana del dopoguerra ha ritenuto di lasciare la figura di Goffredo Coppola, che io ritengo, e con me molti studiosi stranieri, uno dei maggiori grecisti del Novecento». Non ci sono manuali nei licei che ricordino l'opera di Coppola, un solo libro della Mursia, scritto da Andrea Jelardi, ricorda questo «intellettuale del fascismo»; e Gennaro Malgieri, conterraneo del grecista, collezionando una fatica di decenni al chiuso dell'Archivio di Stato, ha scritto una biografia di Coppola che ancora attende un editore.
Ma è la sinistra che detta i tempi dello sdoganamento: il giorno 14 Malgieri sarà a Corridonia (l'antica Pausula, in provincia di Macerata) invitato da Valerio Calzolaio, deputato dei Ds, per commemorare Filippo Corridoni, il sindacalista rivoluzionario che, accanto ad Alfredo Oriani, fu un profeta del mussolinismo operaio. È la sinistra che può vantare antiche contaminazioni. I liberali si trincerano dietro spalmate d'indifferenza e rimozione: se il ritratto di Coppola rischia di essere tolto dall'anticamera della sala dei rettori a Bologna, la foto di Curzio Malaparte non ha mai avuto dignità d'esposizione nella galleria dei direttori alla Stampa, reietto malgrado la felice stagione di vendite, non perdonato nonostante l'ultima stagione da maoista.
Solo a sinistra c'è spazio per la destra. Il più grande direttore d'orchestra del Novecento non è quello della vulgata, Arturo Toscanini, ma Gino Marinuzzi, frullato nell'estate del '45 tra le vendette. Fu l'ultimo sovrintendente della Scala, il 24 aprile diresse il Don Giovanni al Lirico per le truppe germaniche. Fu un supersignore che parlava solo tre lingue: il palermitano, il tedesco e il latino. Alla soglia dei 40 aveva già diretto per 120 volte il Tristano, il Colon di Buenos Aires per la prima mondiale del Parsifal, finalmente svincolato dai vincoli del Bayreuth, non chiamò né Furtwängler, Toscanini, né appunto Marinuzzi.
Le mode passano, i dimenticati tornano. Si deve al rigore estetico di Marco Minniti se un altro mito dell'Italia fascista come Italo Balbo trova legittima cittadinanza tra i grandi del pantheon nazionale. Ancora sottosegretario alla presidenza del Consiglio, l'esponente diessino si faceva vanto di poter abitare la Sala delle Ali al ministero dell'Aeronautica e con Balbo, anche lui, amava ripetere il motto: «Chi vola vale. Chi non vola non vale. Chi vale e non vola è un vile». A Palazzo Chigi, invece, si premurò di farsi mettere in ufficio la scrivania di Benito Mussolini. A chi gli chiedeva ragioni, Minniti mostrava orgoglioso il proprio cranio: doverosamente rasato.
Leggenda vuole che anche lo stesso Massimo D'Alema taumaturgicamente vi si accomodasse di tanto in tanto e non meraviglia che la sinistra più ortodossa abbia con la memoria un rapporto pragmatico. L'amministrazione di Predappio non ha tabù riguardo alla casa natale del Duce, anzi, ci fosse una giunta di centrodestra verrebbero collocate lapidi riparatorie, magari con omaggi a Luigi Einaudi, invece nell'officina del fabbro c'è giustamente conservata la bandiera storica del Psi, sezione di Dovia, quella dove erano iscritti tutti i Mussolini.
La storia dello sdoganamento si gioca tra gli opposti. Tutto cominciò con Giovanni Gentile, massimo tra i filosofi, ucciso dai partigiani e poi occultato dall'egemone cultura dei marxisti non senza il volonteroso apporto dei lacchè liberali. Fu Salvatore Natoli, storico della filosofia non certamente di destra, il primo ad affrontare il fondatore della scuola filosofica del Novecento con Giovanni Gentile, filosofo europeo. Un libro edito dalla Bollati cui farà seguito, in una celebre intervista con Panorama, Massimo Cacciari che di lui disse: «È il più grande filosofo del Novecento».
Tra pensiero negativo e riscoperta del niccianesimo si guadagna spazio il ribollire di una sinistra sempre attenta alle ragioni del torto. Si deve a Giampiero Mughini (nel solco di Leonardo Sciascia) la riscoperta del demonizzato per eccellenza, Telesio Interlandi; e si deve a una coppia di straordinari esploratori di colori e avanguardie, Claudia Salaris e Pablo Echaurren, se in Italia è ancora possibile studiare Filippo Tommaso Marinetti, il fondatore del Futurismo.
Se la malattia della storia intellettuale nazionale è stata l'egemonia culturale della sinistra è anche vero che solo nelle due potenti fornaci di questa dittatura letteraria, i cataloghi Bollati Boringhieri ed Einaudi, hanno potuto doverosamente trovare spazio Giuseppe Tucci, e il pioniere dell'orientalistica e il suo primo allievo, Pio Filippani Ronconi, pochi anni fa brutalmente licenziato dal Corriere per avere combattuto nella Seconda guerra mondiale con la divisa delle Waffen.
Nicola Bono, sottosegretario per i Beni culturali, s'è speso per rispolverare dall'oblio un'intera stagione del teatro d'avanguardia degli anni Quaranta, ci sono perle firmate da Turi Vasile (Un uomo sta per morire), e la parola definitiva sulla fertile attività dei Guf, i gruppi universitari fascisti, l'ha coraggiosamente data Andrea Camilleri: «Essi, con largo d'anticipo, suggeriscono temi e tesi che verranno sviluppati dal teatro dell'Assurdo molti anni dopo, ma rilessero criticamente e riproposero al pubblico messinscene dei classici e tentarono inoltre un primo approccio con culture lontane e diverse, i No giapponesi per esempio».
È la sinistra che si nutre di destra. Nella storia dell'architettura, il capitolo più visitato è quello di Giuseppe Terragni. La sua Casa del Fascio di Como è meta di pellegrinaggio e non certo di nostalgici, bensì di ricercatori e architetti.
La sua parabola venne studiata dall'azionista e radicale Bruno Zevi, mentre si deve a Francesco Dal Co e a Manfredo Tafuri il recupero di Luigi Moretti, condannato per ricostituzione del Pnf, sbattuto in galera, quello stesso che fece da architetto il Foro Italico, autore dunque dell'Accademia della scherma, altro capolavoro della tettonica, ormai studiata perfino in un gioco d'alibi intellettuale perché «intrinsecamente antifascista».
Accanto agli architetti sono stati recuperati gli artisti, Mario Sironi e Alberto Burri innanzitutto, ma ci vuole sempre un assessore di sinistra per completare lo sdoganamento. Grazie a Gianni Borgna, il creativo della giunta Veltroni, ha ritrovato luce Giuseppe Micheli, l'autore di Faccetta nera. Le mode passano, i ritornelli tornano.Che la sinistra sdogani la destra non è un paradosso, è una salvata: è l'unico modo per uscirsene dalla guerra civile. E se Giampaolo Pansa con i suoi libri (l'ultimo è Sconosciuto 1945, edizioni Sperling & Kupfer), da intellettuale di sinistra, restituisce l'elementare diritto alla dignità degli sconfitti, sul piano culturale, quando non ci sono i liberali, pavidi killer per conto del politicamente corretto cui s'abbeverano loffiamente, bisogna aspettare un gigante dell'antichistica come Luciano Canfora, un genio comunista che non teme di contaminare l'esegesi dell'età dorica con l'Armata rossa di Stalin, per recuperare dall'oblio i grandi dimenticati dell'Italia degli intellettuali.
Dell'insigne grecista, docente all'Università di Bari, uscito in libreria, edito da Adelphi, Il papiro di Dongo, è la ricostruzione della scoperta fatta in Egitto nel 1934 da un gruppo di studiosi italiani, scoperta di un papiro attribuito a Cratippo, grazie al quale essi riuscirono a contendere il primato degli scavi e delle interpretazioni filologiche ai colleghi inglesi. Come in tutte le avventure della filologia, c'è il dettaglio rocambolesco: i reperti furono trafugati dai tombaroli e consegnati a Maurice Nahman, ma la maledizione del papiro è il racconto emblematico proprio dell'istinto di guerra civile. Così come ha già scritto Dino Messina sul Corriere della sera, il papiro si salda alla «storia degli intellettuali italiani durante il fascismo». Sul gruppo di studiosi guidati da Evaristo Breccia infatti calerà la ghigliottina della dimenticanza e uno di questi, Goffredo Coppola, rettore dell'Università di Bologna, troverà la morte a Dongo, fucilato e impiccato in piazzale Loreto.
«La vicenda di una damnatio memoriae» scrive Canfora «dell'oblio nel quale l'accademia italiana del dopoguerra ha ritenuto di lasciare la figura di Goffredo Coppola, che io ritengo, e con me molti studiosi stranieri, uno dei maggiori grecisti del Novecento». Non ci sono manuali nei licei che ricordino l'opera di Coppola, un solo libro della Mursia, scritto da Andrea Jelardi, ricorda questo «intellettuale del fascismo»; e Gennaro Malgieri, conterraneo del grecista, collezionando una fatica di decenni al chiuso dell'Archivio di Stato, ha scritto una biografia di Coppola che ancora attende un editore.
Ma è la sinistra che detta i tempi dello sdoganamento: il giorno 14 Malgieri sarà a Corridonia (l'antica Pausula, in provincia di Macerata) invitato da Valerio Calzolaio, deputato dei Ds, per commemorare Filippo Corridoni, il sindacalista rivoluzionario che, accanto ad Alfredo Oriani, fu un profeta del mussolinismo operaio. È la sinistra che può vantare antiche contaminazioni.
I liberali si trincerano dietro spalmate d'indifferenza e rimozione: se il ritratto di Coppola rischia di essere tolto dall'anticamera della sala dei rettori a Bologna, la foto di Curzio Malaparte non ha mai avuto dignità d'esposizione nella galleria dei direttori alla Stampa, reietto malgrado la felice stagione di vendite, non perdonato nonostante l'ultima stagione da maoista.
Solo a sinistra c'è spazio per la destra. Il più grande direttore d'orchestra del Novecento non è quello della vulgata, Arturo Toscanini, ma Gino Marinuzzi, frullato nell'estate del '45 tra le vendette. Fu l'ultimo sovrintendente della Scala, il 24 aprile diresse il Don Giovanni al Lirico per le truppe germaniche. Fu un supersignore che parlava solo tre lingue: il palermitano, il tedesco e il latino. Alla soglia dei 40 aveva già diretto per 120 volte il Tristano, il Colon di Buenos Aires per la prima mondiale del Parsifal, finalmente svincolato dai vincoli del Bayreuth, non chiamò né Furtwängler, Toscanini, né appunto Marinuzzi.
Le mode passano, i dimenticati tornano. Si deve al rigore estetico di Marco Minniti se un altro mito dell'Italia fascista come Italo Balbo trova legittima cittadinanza tra i grandi del pantheon nazionale. Ancora sottosegretario alla presidenza del Consiglio, l'esponente diessino si faceva vanto di poter abitare la Sala delle Ali al ministero dell'Aeronautica e con Balbo, anche lui, amava ripetere il motto: «Chi vola vale. Chi non vola non vale. Chi vale e non vola è un vile». A Palazzo Chigi, invece, si premurò di farsi mettere in ufficio la scrivania di Benito Mussolini. A chi gli chiedeva ragioni, Minniti mostrava orgoglioso il proprio cranio: doverosamente rasato.
Leggenda vuole che anche lo stesso Massimo D'Alema taumaturgicamente vi si accomodasse di tanto in tanto e non meraviglia che la sinistra più ortodossa abbia con la memoria un rapporto pragmatico. L'amministrazione di Predappio non ha tabù riguardo alla casa natale del Duce, anzi, ci fosse una giunta di centrodestra verrebbero collocate lapidi riparatorie, magari con omaggi a Luigi Einaudi, invece nell'officina del fabbro c'è giustamente conservata la bandiera storica del Psi, sezione di Dovia, quella dove erano iscritti tutti i Mussolini.
La storia dello sdoganamento si gioca tra gli opposti. Tutto cominciò con Giovanni Gentile, massimo tra i filosofi, ucciso dai partigiani e poi occultato dall'egemone cultura dei marxisti non senza il volonteroso apporto dei lacchè liberali. Fu Salvatore Natoli, storico della filosofia non certamente di destra, il primo ad affrontare il fondatore della scuola filosofica del Novecento con Giovanni Gentile, filosofo europeo. Un libro edito dalla Bollati cui farà seguito, in una celebre intervista con Panorama, Massimo Cacciari che di lui disse: «È il più grande filosofo del Novecento».
Tra pensiero negativo e riscoperta del niccianesimo si guadagna spazio il ribollire di una sinistra sempre attenta alle ragioni del torto. Si deve a Giampiero Mughini (nel solco di Leonardo Sciascia) la riscoperta del demonizzato per eccellenza, Telesio Interlandi; e si deve a una coppia di straordinari esploratori di colori e avanguardie, Claudia Salaris e Pablo Echaurren, se in Italia è ancora possibile studiare Filippo Tommaso Marinetti, il fondatore del Futurismo.
Se la malattia della storia intellettuale nazionale è stata l'egemonia culturale della sinistra è anche vero che solo nelle due potenti fornaci di questa dittatura letteraria, i cataloghi Bollati Boringhieri ed Einaudi, hanno potuto doverosamente trovare spazio Giuseppe Tucci, e il pioniere dell'orientalistica e il suo primo allievo, Pio Filippani Ronconi, pochi anni fa brutalmente licenziato dal Corriere per avere combattuto nella Seconda guerra mondiale con la divisa delle Waffen.
Nicola Bono, sottosegretario per i Beni culturali, s'è speso per rispolverare dall'oblio un'intera stagione del teatro d'avanguardia degli anni Quaranta, ci sono perle firmate da Turi Vasile (Un uomo sta per morire), e la parola definitiva sulla fertile attività dei Guf, i gruppi universitari fascisti, l'ha coraggiosamente data Andrea Camilleri: «Essi, con largo d'anticipo, suggeriscono temi e tesi che verranno sviluppati dal teatro dell'Assurdo molti anni dopo, ma rilessero criticamente e riproposero al pubblico messinscene dei classici e tentarono inoltre un primo approccio con culture lontane e diverse, i No giapponesi per esempio».
È la sinistra che si nutre di destra. Nella storia dell'architettura, il capitolo più visitato è quello di Giuseppe Terragni. La sua Casa del Fascio di Como è meta di pellegrinaggio e non certo di nostalgici, bensì di ricercatori e architetti.
La sua parabola venne studiata dall'azionista e radicale Bruno Zevi, mentre si deve a Francesco Dal Co e a Manfredo Tafuri il recupero di Luigi Moretti, condannato per ricostituzione del Pnf, sbattuto in galera, quello stesso che fece da architetto il Foro Italico, autore dunque dell'Accademia della scherma, altro capolavoro della tettonica, ormai studiata perfino in un gioco d'alibi intellettuale perché «intrinsecamente antifascista».
Accanto agli architetti sono stati recuperati gli artisti, Mario Sironi e Alberto Burri innanzitutto, ma ci vuole sempre un assessore di sinistra per completare lo sdoganamento. Grazie a Gianni Borgna, il creativo della giunta Veltroni, ha ritrovato luce Giuseppe Micheli, l'autore di Faccetta nera. Le mode passano, i ritornelli tornano.

Senza titolo 962

 Impietrito , ma non troppo  da questa news a rainews24 del del   7 novembre 2005 in quanto circolava \ era nota già (fine 2004  primi 2005  su alcune tv  di strada  o  giornali internazionali  e nazionali ( pochi questi ultimi  e per  lo più autonomi sia di tendenza  conservatrice che  progressista  e quindi " comunisti "  ) ora  con le prove  "schiaccianti  foto filmati e interviste  come  questa   qui a destra   che mostra  I bombardamenti con l'uso di fosforo bianco usato dall'esercito degli Stati Uniti  fosforo bianco durante l'attacco a Fallujah  del  novembre del 2004. L'agente chimico, contrariamente a quanto affermato dal  Dipartimento di Stato  in una nota del 9 dicembre 2004, non e' stato usato, secondo  gli usi consentiti,   per illuminare le postazioni nemiche,  ma   e' stato usato indiscriminatamente sui quartieri della citta'. E' quanto emerge da un'inchiesta  di Rainews 24, realizzata da Sigfrido Ranucci, in onda domani alle 7,35,  nella quale, con testimonianze di ex militari americani,  vengono mostrati anche  documenti filmati del bombardamento al fosforo,  e quelli altamente drammatici che  ne riprendono gli effetti,  oltre che sugli  insorgenti iracheni , anche su  civili, donne e bambini di Fallujah, alcuni dei quali sorpresi nel sonno. Ascoltiamo un brano dell'intervista a un ex militare americano. “Ho sentito io l'ordine di fare attenzione perché veniva usato il fosforo bianco su Fallujah. Nel gergo militare viene chiamato Willy Pete. Il fosforo brucia i corpi, addirittura li scioglie fino alle ossa". E' questa la tremenda testimonianza che un veterano della guerra in Iraq, ha rilasciato a Sigfrido Ranucci, inviato di Rai News 24. "Ho visto i corpi bruciati di donne e bambini - ha aggiunto l'ex militare statunitense - il fosforo esplode e forma una nuvola. Chi si trova nel raggio di 150 metri è spacciato".  L'inchiesta di Rai News 24, "Fallujah. La strage nascosta",  presenta  oltre le testimonianze di militari statunitensi che hanno combattuto in Iraq, quelle  di abitanti di Fallujah. “Una pioggia di fuoco e’ scesa sulla citta’, la gente colpita da queste sostanze di diverso colore ha cominciato a bruciare, abbiamo trovato gente morta con strane ferite, i corpi bruciati e i vestiti intatti” ha detto Mohamad Tareq al Deraji, biologo di Fallujah. "Avevo raccolto testimonianze sull'uso del fosforo e del Napalm da alcuni profughi di Fallujah che avrei dovuto incontrare prima di essere rapita" - ha raccontato la giornalista del Manifesto, Giuliana Sgrena, a Rai News 24 - "avrei voluto raccontare tutto questo, ma i miei rapitori non me l'hanno permesso!". Infatti l'inchiesta   mostra  documenti filmati e fotografici raccolti nella città irachena durante e dopo i bombardamenti del novembre 2004, dai quali risulta che l’esercito americano contrariamente a quanto dichiarato dal Dipartimento di Stato in una nota del 9 dicembre 2004, non ha usato l’agente chimico per illuminare le postazioni nemiche, come sarebbe lecito, ma ha gettato Fosforo Bianco in maniera indiscriminata e massiccia sui quartieri della citta’.  Nell’inchiesta,  curata da Maurizio Torrealta,  vengono trasmessi anche documenti  altamente drammatici che riprendono gli effetti  dei bombardamenti sugli insorgenti iracheni, ma anche su civili, donne e bambini di Fallujah, alcuni dei quali sorpresi nel sonno.  Il filmato mostra anche un documento dove si prova  l'uso  in Iraq di una versione del Napalm, chiamata con il nome MK77.  L'uso di queste sostanze incendiarie su civili è vietato dalle convenzioni dell'Onu del 1980. Mentre l'uso di armi chimiche è vietato da una convenzione che gli Stati Uniti hanno firmato nel 1997. Si toglie così il velo a una battaglia che nessuno ha potuto vedere. "Fallujah. La Strage Nascosta" verrà trasmessa da Rai News 24 martedì 8 novembre alle ore 07.35 (sul satellite Hot Bird, sul canale 506 di Sky e su Rai Tre), in replica sul satellite Hot Bird e sul canale 506 di Sky alle 05.05 pomeridiane e nei due giorni successivi . Poi leggendo  ilsintetico ed incisivo  post  di iperio e  dall'inchiesta di rainews24  ho deciso  di sfogarmi  con voi  .Lo so   che ad alcuni di voi  da fastidio vedere  il scarso numero di commneti  quando vengono postati  argomenti del genere,  loimmaggino già che   verro etichettato come anti americano  , e  che  devo essergli grato che ci hanno liberato dala dittatura  di saddam    e altre amenità del gnere   ma  se   denunciare e sfogarsi   quando si sentono te  atrocità come  queste  ( da qualche parrte  provengano )   significa  essere accusate  e riempito di  merda  imnproperi   correrrò  questo rischio e  tiro avanti . Non m'aspetto  commenti  a  questo  post  poichè  poichè oltre ad essere  un post   non gradito  in quanto  creano  degli sconquassi emotivi e spsicologici  oltre a farvio fare in conti con la  vostra  coscienza   e sveglkiarvi dal vostro torpore  e indurvi  a dirmi  che  : << Beh, credo che l'emozione, la rabbia, lo sdegno, la riflessione che un'immagine può scatenare non sia legata alla scrittura di un commento.>>---  un amico a cui  avevo segnalato il blog  in hotmail messangers ( per chi viosse chattare con me   giuseppe_scano@hotmail.com  ) --- <<  Meglio nessun commento che commenti retorici, scritti tanto per fare, per lasciare una traccia sul web;Da persona che legge molti blog, ti assicuro che il commento non è sempre necessario, e che alcuni dei post che più mi hanno dato, dal punto di vista emotivo e culturale, sono quelli che non ho commentato. >>  ; oppure   come  mi hanno scritto in email   <<  quello che  scrivete  e  le immagini chemettete  si commentano da sole , sono terribili e tu devi continuare con questo lavoro anche se la gente non commenta, perchè non riescono ad esprimersi a parole. le emozioni non sono facili da descrivere, te lo assicuro. e le tue immagini danno un sacco di emozioni che commentare non basta  ;   [...] non farti fermare mai quando fai qualcosa nella quale credi... non abbandonare il pensiero che qui si riesca a far ricordare a tutti cosa accade in giro... non importa che ti critichino o che no siano o siano d'accordo... l'importante è che ricordino  !!!!! >> . E' vero che  certi giornalisti  stranieri e italiani iscritti  all'internzazionale  comunista  secondo   bella chioma  ops  Berlusconi  e i suoi servi schiocchi  ( portavoce  e la maggior  parte dei giornalisti ) , ne  hanno già parlato   quindi  non ci sarebbe niente di  nuovo  a parte  le immagini . La  vera  novità è   che  rai3 , il forte  apache  di quello che era   servizio pubblico  lo   abbia  mostrato  e  trovatom il copraggio  di mandarlo in onda   anche   se  ad un orario assurdo   " demenziale \ parodossale  alle  07.15\ 08.00  del mattino . Esattamente ha  fatto  servizio pubhblico  e questo  a     qualcuno che  sia   di destra  sia [ sic  ]  di  sinistra  dà fastido e  vorrebbe farla chiudere  o  limitarla     Scusate  se  non  commento , ma  sono ancora scosso dallle immagini che ho in tv (  ero sveglio inizìare  a studiare presto )  e poi le  ho rivisto sul sito lo  trovate sotto  di rainews24 una  delle  poche  tv  (  insieme a nessuno tv  e  arcoiris tv ). Evito ulteriore  commenti perchè  certe  news  come  quella che i cadaveri o   quelli moribondi  venivano bruciati  per  evitare  che  veniussero filmati  e  vcerte   foto e immagini , mi farebbero ritornare  le lacrime  e  ho appena  messo il collirio per la congiuntivite  concludo  lasciandovi il sito  , e  con  la preghiera  di  diffonderlo  e  di copiare  su cd rom , prima che il potere  lo faccia sparire   anche da  qui    fatelo vedere a  più gernte possibile  perchè  questa  abberrazione  non sia  dimenticata   e  NON SI RIPETA MAI PIU' .proprio come nella canzone   che  chiude questo post  



mio nome è mai più  Jovanotti, Ligabue, Pelù 2 aprile 2003



Io non lo so chi c'ha ragione e chi no
se è una questione di etnia, di economia,
oppure solo pazzia: difficile saperlo.
Quello che so è che non è fantasia
e che nessuno c'ha ragione e così sia,
e pochi mesi ad un giro di boa
per voi così moderno
C'era una volta la mia vita
c'era una volta la mia casa
c'era una volta e voglio che sia ancora.
E voglio il nome di chi si impegna
a fare i conti con la propria vergogna.
Dormite pure voi che avete ancora sogni, sogni, sogni
Il mio nome è mai più, mai più, mai più
Il mio nome è mai più, mai più, mai più
Il mio nome è mai più, mai più, mai più
Il mio nome è mai più...
Eccomi qua, seguivo gli ordini che ricevevo
c'è stato un tempo in cui io credevo
che arruolandomi in aviazione
avrei girato il mondo
e fatto bene alla mia gente
(e) fatto qualcosa di importante.
In fondo a me, a me piaceva volare...
C'era una volta un aeroplano
un militare americano
c'era una volta il gioco di un bambino.
E voglio i nomi di chi ha mentito
di chi ha parlato di una guerra giusta
io non le lancio più le vostre sante bombe,
bombe, bombe, bombe, BOMBE!
Il mio nome è mai più, mai più, mai più
Il mio nome è mai più, mai più, mai più
Il mio nome è mai più, mai più, mai più
Il mio nome è mai più...
Io dico si dico si può
sapere convivere è dura già, lo so.
Ma per questo il compromesso
è la strada del mio crescere.
E dico si al dialogo
perchè la pace è l'unica vittoria
l'unico gesto in ogni senso
che dà un peso al nostro vivere,
vivere, vivere.
Io dico si dico si può
cercare pace è l'unica vittoria
l'unico gesto in ogni senso
che darà forza al nostro vivere.
Il mio nome è mai più, mai più, mai più
Il mio nome è mai più, mai più, mai più
Il mio nome è mai più, mai più, mai più
Il mio nome è mai più...


 


  dal sito di rainews24


 




 




 



  




  • Gennaro Carotenuto
    "Io sono stato a Falluja"
    l'intervista a Javier Couso, fratello di José Couso ucciso all'Hotel Palestina a Baghdad



  • Kevinsites
    Taking Fallujah
    Un foto-blog sulla conquista di Fallujah



  • Hannah's Blog: Fallujah Truth
    It was the smell that first hit me, a smell that is difficult to describe, and one that will never leave me.



  • hael Fumento
    Fallujah Rises from the Ashes



http://www.iraqanalysis.org/briefings/232                       http://www.osservatorioiraq.it/



 


 


Prova matematica!

Sottopongo alla vostra attenzione un quesito di matematica che ho trovato nei meandri oscuri e disabitati del mio cervello, spremete le meningi quindi!


" Dati due punti a piacere, trovare sul piano corporale di una donna ricoperta di domopack il suo punto G, prima che vi addizioniate le mutande!


ATTENZIONE!!! : 


- Si richiede di trovarlo non di tracciare rette una volta trovato."


Questo si che mi fa amare la matematica!!!      

8.11.05

Senza titolo 961

sovente i miei  genitori  avolte  scherzando  a  volte   sul  serio  , perchè a  torto ( la maggior  parte delle  volte  )  e  a ragione  (  certe volte  )  non  dò retta  e preferisco  -- forse perchè  fin da piccolo ho avuto un carattere refrattario \  ribelle -- fare di testa  mia  testa mia   e  farmi  anche se  sbagliate  delle esperienze mie   e ragionare  con la mia testa  ,  mi  chiamano  pezzo d'asino .  A  volte  usano anche  dele espressioni  tipo  : sei una testa  d'asino , sei più testardo di un mulo (  ibrido dell'asino e   della  giumenta  ) , è come lavare la  testa  all'asino , ecc .Ora queste espressioni non tengono   conto del contributo  che questo animale   ha dato all'uomo  e che  ancora  da in quei paesi  che   vengono chiamati  con un termine ormai  desueto e  poco  incisivo  e troppo  buonista   del trezo modo ( io  invece preferisco chiamarli sud  del mondo )  . Gli asini hanno servito la razza umana  , e un tempo erano  simbolo di umiltà e pace  , ed  inoltre essi sono   forti , facili a nutrirsi   e  non serbano rancore   e sanno  come   dice uno studio    sulla  famosa  canzone  in monti di mola di Fabrizio de  Andrè (  qui il testo con la traduzione  in puro dialetto  gallurese  ,  non quello  ormai  italianizzato   ) . Ecco perchè  non mi arrabbio più  di tanto   quando i miei   mi dicono quelli  frasi  e  gli cito ad  esempio   Abramo possedeva  asini che cavalcava  e  Giacobbe   rifiutando   cavalli  e cavalcando  un asino per il suo ingresso in gerusalemme  , o  l'assistente sancho panza  di   Donchisciotte vedere la  canzone di guccini " intitolata appunto "donchisciotte "  qui il testo ) .  E  voi  come reagite  quando v'appellano cosi  ? Spero di aver lanciato un microscopico sassolino. E mi auguro che possiamo continuare questo confronto, anche a più voci  come   sapete  fare   spesso 


 

Senza titolo 960

17 NOVEMBRE: il 1°MAGGIO DEGLI STUDENTI


Il 17 Novembre gli studenti rivendicano il loro diritto al sapere: scendi anche tu in piazza o organizza un corteo e quanto più ti piace per esprimere il tuo dissenso e rivendicare i tuoi diritti!Controlla qui se nella tua città c'è già qualcosa in programma


Informati sulla mobilitazione studentesca e su ciò che ti spetta


www.unionedeglistudenti.it



Manifesto del 17 Novembre


Noi


studenti dell’Unione degli Universitari, dell’Unione degli Studenti e della Mutua Studentesca, da oltre dieci anni impegnati a promuovere e tutelare i diritti delle studentesse e degli studenti, il 30 gennaio 2005 alla quarta Assemblea Internazionale degli Studenti all’interno del WORLD SOCIAL FORUM di Porto Alegre abbiamo portato, per il secondo anno consecutivo, la proposta di costituire un’agenda comune di mobilitazione che rivendica più diritto al sapere per tutti, contro la privatizzazione dei saperi e che trovi il suo culmine nella data di mobilitazione mondiale del 17 novembre.


Noi e tutti gli studenti italiani lanciamo qui ed ora un grido d’allarme, una chiamata alla mobilitazione generale del mondo della formazione e rivolgiamo questa lettera-appello:




 


A tutti gli studenti e i cittadini che vogliono cambiare


la scuola, l’università, la società e il mondo


A tutti coloro che hanno la responsabilità di farlo.


Perché:



SIAMO STUDENTI DEL 2005. La nostra scuola è il liceo classico "Cavour", è l'istituto tecnico "Volta", è il professionale “Euclide”. La nostra università è a Roma, a Torino, a Palermo. E’ la facoltà di lettere, è la facoltà di ingegneria, è la facoltà di scienze. Questi sono i luoghi nei quali noi, studenti qualunque, non vogliamo più sentirci estranei. Al contrario rivendichiamo la possibilità di autogestire tempi e spazi di vita e formazione, il diritto di accesso al sapere come strumento per crescere come cittadini e persone libere.


Siamo studenti “CAPACI E MERITEVOLI, MA PRIVI DI MEZZI”. Vogliamo studiare, ma la nostre famiglie non possono sostenere il costo della nostra formazione. Manifestiamo il 17 novembre per rivendicare una legge quadro nazionale per il diritto allo studio, per rivendicare più borse di studio, erogate e non soltanto promesse. Perché vogliamo che l’articolo 34 della Costituzione non resti lettera morta.


Siamo studenti come tanti, SENZA SOLDI. Siamo nati in case dove non ci sono libri, né soldi per comprarli. La scuola e l’università non sono più gli unici luoghi dove apprendere; si apprende anche al cinema, a teatro, in un museo, ascoltando musica o leggendo libri. Manifestiamo il 17 novembre per rivendicare una carta di cittadinanza studentesca, che ci garantisca il diritto al sapere anche al di fuori della scuola e dell’ università.


Siamo studenti ESCLUSI. Quelli che volevano studiare medicina, ingegneria, lettere. Ma la logica elitaria ed escludente del “numero chiuso” ci impedisce di avere il diritto di studiare ciò che ci piace. Il 17 novembre vogliamo liberare il diritto di studiare, abolendo l’aberrazione dei numero chiuso.


Siamo studenti FUORISEDE. Viviamo una condizione di disagio perché la nostra vita è fatta di precarietà, perché vorremmo vivere decentemente ed avere una casa, ma nelle città si specula sugli affitti e siamo costretti a lavorare perché per noi la vita da universitari costa troppo. Manifestiamo il 17 novembre per il diritto ad una casa.


Siamo studenti PENDOLARI. Per studiare siamo costretti a spendere centinaia di euro l’anno per raggiungere le nostre scuole e le nostre università. Nessuna legge tutela il nostro diritto alla mobilità. Manifestiamo il 17 novembre per il diritto a muoverci gratuitamente.


Siamo studenti SENZA AULE. Siamo costretti a studiare in ex-ospedali, ex-supermercati, ex-condomini, cinema, senza laboratori, biblioteche, palestre. Abbiamo visto dei bambini morire sotto le macerie di San Giuliano, per colpa di una scuola in condizioni precarie e fatiscenti che non ha retto a un terremoto. Manifestiamo il 17 novembre per il diritto ad avere una scuola e una università, vere.


Siamo studenti LAVORATORI. Precari. Lavoriamo in un call center o per un agenzia interinale, ma è difficile pensare a costruire seriamente il proprio futuro. Manifestiamo il 17 novembre perché esigiamo un sistema di diritti e tutele che trasformi la precarietà delle condizioni in reale possibilità di scelta.


Siamo studenti IN STAGE. Sfruttati. Lo chiamano stage, ma in realtà quello che facciamo è soltanto manodopera a costo zero. Dovrebbe avere un valore formativo, ma ci ritroviamo ad essere lavoratori senza diritti. Manifestiamo il 17 novembre perché ci vengano garantiti diritti e possibilità di apprendere.


Siamo DAPPERTUTTO. Ma sembra che per noi non ci sia spazio, nelle nostre città mancano luoghi di aggregazione e di partecipazione, abbiamo bisogno di incontrarci e di confrontarci, è per questo che il 17 novembre ci riprenderemo le strade e le piazze di tutta Italia.


Siamo studenti ARTISTI. Il nostro sogno è che scuole ed università siano anche i luoghi in cui le nostre passioni, la nostra creatività, le nostre aspirazioni possano essere valorizzate. Manifestiamo il 17 novembre perché musica, arte, creatività non siano più considerati uno “stupido hobby”, ma siano valorizzati in quanto importanti forme di produzione culturale.


Siamo studenti che vogliono fare RICERCA. Oggi ma soprattutto domani. Una volta laureati dobbiamo avere la possibilità di continuare a studiare e di contribuire allo sviluppo sociale del paese e del mondo. Perché la ricerca scientifica, di base ed applicata, è il motore del progresso economico e civile del Paese e deve essere libera, pubblica e laica.


Siamo tutt* student* “DIVERSI”. Perché omo o etero non fa differenza, amiamo tutt* con la stessa intensità e abbiamo uguali diritti ad esprimere liberamente la nostra sessualità. Ci fanno sentire anormali, ma cosa significa essere normali? Il 17 novembre rivendichiamo il diritto di amare senza discriminazioni, per tutt*


Siamo studenti di SCAMPIA, di CORLEONE, di ENZITETO, di LOCRI. Odiamo la sopraffazione, la criminalità e vogliamo sradicare la violenza a partire dalle nostre città. Perché le mafie sono una montagna di merda e non una possibile alternativa di fronte all’assenza delle istituzioni.


Siamo studenti MIGRANTI. Veniamo da Dakar, da Algeri, da Tirana e viviamo rinchiusi nei Cpt, dove la nostra dignità viene quotidianamente calpestata. Siamo e ci sentiamo cittadini del mondo, eppure il colore della pelle, la lingua, la religione e il passaporto ci rendono studenti discriminati o invisibili. Manifestiamo il 17 novembre per una scuola ed una università dove religioni e culture differenti, ma soprattutto storie diverse possano integrarsi in armonia e solidarietà.


Siamo studenti di BAGHDAD, di KABUL, di PRISTINA. La guerra ci ha portato via tutto: casa, scuola, famiglia, la sovranità dei nostri popoli. Tutto, tranne la voglia di lottare. Ci saremo anche noi il 17 novembre, perché la rabbia che portiamo dentro possa diventare slancio per la costruzione di un mondo fatto di pace, giustizia e solidarietà.


NON SIAMO STUDENTI, ma vogliamo studiare. Veniamo sfruttati per pochi centesimi al giorno nelle fabbriche cinesi, facciamo i garzoni nei bar di Napoli. Sogniamo di diventare medico, architetto, giornalista. Ma coloro che ci sfruttano ce lo impediscono. Manifestiamo il 17 novembre perché studiare sia un diritto e non un sogno.


Siamo studenti incazzati. Ci dicono di stare seduti, ma vogliamo volare. Ci dicono di stare zitti, ma vogliamo urlare. Manifestiamo il 17 novembre perché le scuole e le università siano i luoghi dove far vivere la democrazia, la giustizia e la libertà.


Siamo uno, nessuno e centomila. Abbiamo mille facce, ma rappresentiamo una sola condizione.


Manifestiamo il 17 novembre in tutto il mondo e
gridiamo a tutti di sostenere la nostra mobilitazione


Perché cambiare la scuola e l’università, significa cambiare la società tutta.


Perché migliorare le condizioni materiali delle studentesse e degli studenti è possibilità di accesso al futuro, scelta di libertà individuale e collettiva.


Perché studiare sia un diritto e non un privilegio.
Per tutti.


Unione degli Studenti, Unione degli Universitari, Mutua Studentesca


…verso la Rete Studentesca

armi chimiche


mentre si cercano ancora le famose armi di distruzione di massa di saddam, ecco che stamattina la stampa ci informa candidamente che le forze anglo americane, per prendere falluja, usarono (sui militari ma anche sui civili compresi molti bamabini)  bombe al fosforo, di quelle che uccidono provocando un calore intenso che “scioglie” i corpi o genera terribili ustioni.


in compenso lasciano intatte le cose morte, come oggetti, vestiti beni preziosi, documenti, eccetera.


così l'economia è salva...

Solo3min

"Tre minuti  solo tre minuti per
parlarti di me
forse basteranno a ricoprirti di bugie
come se io dovessi mostrar di me
quello che ancora no…
non sono stato mai
per convincerti ho due minuti
ancora due minuti ma
non li sprecherei per mentirti mai


come neve  fredda scenderei

per coprir tutto quello che sei
come sale bianco brucerei …brucerei
tre minuti solo tre minuti per fidarti di me
pensi basteranno a ricoprirmi
di bugie come se
tu dovessi saper di me
quello che ancora no … non sono stato mai
per convincerti ho due minuti ancora due minuti ma
non li sprecherei  per mentirti mai

come neve  fredda scenderei
per coprir tutto quello
che sei come sale bianco brucerei

le bugie che ogni giorno
direi come neve fredda scenderei
per coprir  tutto quello che sei
come sale bianco brucerei
…bianco brucerei"


Testi dei Negramaro


E a voi bastano solo 3 minuti??


A me no...servirebbe una vita per parlare di me e di cosa ho dentro!


7.11.05

Senza titolo 959



Un sms di un’amica lontana:


Ti amo ragazza forte!”


Molti mi vedono così.. forte…


 


Parole di un ragazzino ad una festa:


 Quando arrivi ti si riconosce subito, hai uno stile particolare tutto tuo… bello!”


Mi ha fatto sorridere…


 


La mia frase sulla moleskine nel treno verso la stazione centrale:


Spero che tutto inizi da qui…”


 


Tornata


 


Mi basta respirare un po’ di aria che non sia Campana per sentire i miei pensieri non girare così ossessivamente nella testa.


Avevo dimenticato quanto fosse bello rimanere svegli fino alle quattro del mattino a parlare con un’amica che non si vedeva da una vita… a guardare film…a dormire in un letto che non sia il tuo…


Due ore di sonno…


Sono stata una meraviglia.


E come immaginavo, sarà dura, anche troppo… ma non importa perché questa è stata un’altra conferma di quanto mi piace il mio lavoro..


Nel treno al ritorno, mi sono addormentata col sole che mi teneva al caldo, con la musica che mi teneva compagnia, mi svegliavo ogni tanto per guardare fuori, e pensare che al momento rivoglio questa vita, fatta di piccole fughe, di poche ore di sonno, di sorrisi e storie assurde… vedere di continuo piccole scene che non sanno di essere viste: su una piccola stazione un anziano fermo mentre veniva avvolto da foglie d’autunno in volo per il troppo vento…


 


Leggo una mail… e non so che dire…


 


“Qui c'è uno schermo, proietta il nostro amore
Tutto sfocato, manca colore
È una irregolarità di immagine”


 


“Il mondo è come lo fai dentro la testa lo sai.


Il mondo è come lo sai dentro la testa lo sai.


Il mondo è come te, non gioca mai per perdere..


Il mondo è come te, equilibrio instabile…


Il mondo è come te, ombra e luce, guerra e pace…


Il mondo ha come te risposte imprevedibili…


Tu scegliti il mondo che vuoi.. viviti il mondo che hai…”


Senza titolo 958


ZUS. Zone Urbaine Sensible. Sigla inventata dal governo francese per identificare i ghetti che stanno scoppiando in questi giorni.


Il fronte avanzato dello scontro di civiltà ? I dati descrivono una realtà più tragica. Quartieri in cui famiglie con quattro o cinque figli godono, si fa per dire, di un reddito medio di 880 euro al mese. In cui la disoccupazione media è del 20%, con picchi, in alcune zone, del 40%.


In cui il 70% della popolazione vive nelle famigerate torri HLM, che tanto piacquero negli anni Settanta ad una certa edilizia di Sinistra, grattacieli di case popolari talmente indecenti, da far apparire Tor Bella Monaca un paradiso, tanto che una legge del 1993, mai attuata, ne prevede la demolizione.


Periferie in cui il 65% degli studenti è considerato sfavorito ed il 12% non parla francese, con i professori che non resistono più di due anni, con un medico ogni 10000 abitanti ed un tasso di deliquenza il doppio della media nazionale francese.


Sono luoghi dove lo stato ha abdicato il suo ruolo. In cui ha tradito il patto sociale.


Senza titolo 957


I modi di adorare il vero Dio non dovrebbero mai deviare dalla Ragione, perchè Dio è l'autore della Ragione e desidera che venga usata per giudicare quel che è bene e quel che è male.


Diderot

Senza titolo 956

un racconto bellissimo di un anonimo trovatom nel pc  della  biblioteca  del mio paese  , che    rapressenta la situazione  in cui mi trovo in questo periodo


 


ì"SIGNORA REALTA' "


Sì, è vero: sono un codardo. Il mio mondo non mi piace e ne invento altri di carta. Intanto la mia vita va in pezzi senza che io la veda crollare.io, mamma, ti ho sentito. Lasciami finire questo paragrafo, almeno. Mangia pure, non mi importa se si fredda. Ha ragione, sono un cafone, un ingrato. Sempre tra i libri mentre lei lava i miei vestiti e mi prepara da mangiare. Non le dico mai niente di me. Ma in fondo so che la mia storia la conosce già: me la racconta ogni mattina mentre faccio colazione.Sono un idiota, ha ragione Giulio. Dovrei buttare via le mie cartacce e andare a ballare con lui. Là fuori. Sotto una luna che mi osserva in silenzio e non mi tende una mano. Sto lì a guardarla per ore, guardo le nuvole quando non c'è. Ci sarà una notte stellata nel mio nuovo racconto. E un raggio di sole mi camminerà accanto.Sfoglio il giornale: in bianco e nero come le storie che ci sono dentro. Lo chiudo. Ho voglia di colori, oggi. Sono un sognatore, lo so. Cammino ad un metro da terra, troppo in alto, troppo lontano. Ma la vita è un'altra cosa, quando lo capirò? non lo so, Giada, forse non mi va di capirlo. Dimmelo tu, cos'è la vita. Quella che mi sto lasciando scorrere addosso mentre il mio naso rimane per aria. Certo. Quale aria, Giada? nel tuo mondo grigio non c'è ossigeno. Non capisce, corre via. Torno a volare nel vento.Giada. Mi manca, a volte.Devo andare in cucina. Lascio la penna sul tavolo e mi chiudo la porta alle spalle. I miei pensieri si staccano dalla carta e mi vengono dietro.Mando giù l'ultimo boccone: quasi gomma. Mia madre aveva ragione, è completamente freddo. Appoggio la forchetta sul piatto, mi scappa da ridere. Mia madre solleva un sopracciglio, so che vorrebbe dirmi: "te lo avevo detto", ma si trattiene. Rido ancora; è così ogni volta che i nostri pensieri quasi si sfiorano. Succede di rado, peccato. Di solito viaggiamo su due treni diversi. Il mio è quasi vuoto, nel suo stanno sedute tutte le persone che conosco. Le saluto dal finestrino sporco, ma non rispondono al mio gersto: fissano distrattamente le loro facce deformate sul vetro. Poi un piatto di pasta immangiabile e scendiamo alla stessa fermata, oppure ci scambiamo un sorriso dai finestrini aperti. Ogni volta quasi un miracolo.Mi guardo nelle mani che tremano un po'. Sono sporche di inchiostro, come sempre. Sorrido e decido che non sono un idiota e nemmeno un codardo. Qualsiasi cosa voglia dire, sono semplicemente me stesso.

6.11.05

Senza titolo 955

ho  chiuso definitivamente  , perchè non è semplice chiudere  con certe cose che sono  radicate in  te  ormai diventandone   elementi essenziali   almeno  spero 


"San Francisco (Be Sure To Wear Some   Flowers In Your Hair)" di SCOTT MCKENZIE  





If you're going to San Francisco
Be sure to wear some flowers in your hair
If you're going to San Francisco
You're gonna meet some gentle people there
For those who come to San Francisco
Summertime will be a love-in there
In the streets of San Francisco
Gentle people with flowers in their hair
All across the nation such a strange vibration
People in motion
There's a whole generation with a new explanation
People in motion people in motion
For those who come to San Francisco
Be sure to wear some flowers in your hair
If you come to San Francisco
Summertime will be a love-in there
If you come to San Francisco
Summertime will be a love-in there


e  mi sto  avviando  un  nuovo viaggio


Sweet Home Alabama    versione Lynyrd Skynyrd
 


Big wheels keep on turning
Carry me home to see my kin
Singing songs about the Southland
I miss Alabamy once again
And I think its a sin, yes
Well I heard mister Young sing about her
Well, I heard ole Neil put her down
Well, I hope Neil Young will remember
A Southern man don't need him around anyhow
Sweet home Alabama
Where the skies are so blue
Sweet Home Alabama
Lord, I'm coming home to you
In Birmingham they love the governor
Now we all did what we could do
Now Watergate does not bother me
Does your conscience bother you?
Tell the truth
Sweet home Alabama
Where the skies are so blue
Sweet Home Alabama
Lord, I'm coming home to you
Here I come Alabama
Now Muscle Shoals has got the Swampers
And they've been known to pick a song or two
Lord they get me off so much
They pick me up when I'm feeling blue
Now how about you?
Sweet home Alabama
Where the skies are so blue
Sweet Home Alabama
Lord, I'm coming home to you
Sweet home Alabama
Oh sweet home baby
Where the skies are so blue
And the governor's true
Sweet Home Alabama
Lordy
Lord, I'm coming home to you
Yea, yea Montgomery's got the answer

Di nuovo?

Si, purtroppo si! Programmato nuovo viaggio di lavoro, Roma è la meta!  Cosi presto? Non adesso, certo, però nonostante io sia qui in vacanza da neanche un mese e già parli di lavoro e di futuro per me è importante. Si tratta di Roma, capite??? Sarà di sicuro un nuovo e stimolante ambiente, sia per me uomo che per me artista. L'innamoramento e il mio stato mentale attuale producono già devastanti effetti sulla mia musica, devastanti perché di questo passo, non concludo niente, visto che trovo sempre migliorie ogni volta che provo i pezzi, tanto che vengono stravolti in parte, ma meglio così! Aspetto almeno alla fine di febbraio, così potrò festeggiare qui 2 compleanni speciali uno della mia Yukino e l'altro del mio "Brada". Poi via, tra lacrime e gioia; meglio soffrire un pò adesso sapendo che dopo potrà essere TUTTO meglio, per me per noi... Evviva evviva!  

5.11.05

Dalla pace del mare lontano


Dalla pace del mare lontano
Fino alle verdi e trasparenti onde
Dove il silenzio non ha più richiamo
E tutto si confonde
Dalle lagune grigie e nere
Dal faticare senza riposo
Dalla sete alla fame allo spavento
Al più segreto tormento
Avemmo padri avemmo madri
Fratelli amici e conoscenti
Ed imparammo a dare un nome nuovo
Ai nostri sentimenti
E così un giorno a camminare
Su questa terra sotto a un sole avaro
Per un amore che sembrava dolce e
E si é scoperto amaro
Ma è solo un’eco nel vento
Nel vento che mi risponde
Venga la pace dal mare lontano
Venga il silenzio dalle onde
E in mezzo al mare c’è un punto lontano
Così lontano dalle case e dal porto
Dove la voce delle cose più care
E’ soltanto un ricordo
Ma da quel punto in poi
Non si distingue più
La linea d’ombra confonde
Ricordi e persone nel vento
Avemmo padri avemmo madri
Fratelli amici e conoscenti
Ed imparammo a dara un nome nuovo
Ai nostri sentimenti
E così un giorno a camminare
Sopra la terra sotto al sole avaro
Per un amore che sembrava dolce
E si é scoperto amaro
Ma è solo un’eco nel vento
Nel vento che mi risponde
Venga la pace dal mare lontano
Venga il silenzio dalle onde
Ma è solo un’eco nel vento
Nel vento che mi risponde
Venga la pace dal mare lontano
Venga il silenzio dalle onde

Senza titolo 954


“Io rifletto il mio punto di fuga, la mia partenza, la mia prospettiva, rifletto la mia vita.


Sento intorno un riflesso su di me, le lacrime e sorrisi e i sogni dei miei simili.


Io rifletto aspettando il conto.


Io rifletto e cerco la mia strada


Io rifletto e questa è la mia sfida”


E ieri in un raptus di ricordi di vecchie canzoni ho ripreso questa dei Casino Royale.


 


Giorni di… appunto, riflessioni.


 


Penso


Se rimanere qui ancora per qualche annetto e pensare seriamente di iniziare un altro corso sperando che nel frattempo Will decida di trasferirsi come vorrebbe. E di conseguenza anche io con lui.


Se cercare al più presto un lavoro lontano da qui.


 


Penso


Che non ci credo più


Tante storie sbagliate… forse no…


Ma non ci credo per ora.


Stufa di chi venera solo il mio corpo.


Di chi grida amicizia profonda e intanto mente.


Capire cosa voglio.


Senza far casini, senza ingarbugliare la vita.


Che sia amicizia o amore, al momento non ci credo.


 


Ma rifletto mettendo insieme tutte le prime cose che mi vengono in mente.


 


Come modellare metallo, perché ne esca un cerchio che abbia una forma all’apparenza perfetta, ci vogliono pinze dalla punte rotonde perché non graffino il metallo, e con movimenti lenti e delicati dargli forma.


 


E domenica finalmente sarò fuori per un paio di giorni, sola, con le mie cuffie e un miscuglio di canzoni che suoneranno a rotazione… finalmente minimamente lontano da qui, ne ho bisogno…


4.11.05

Senza titolo 953


 


I beni superflui rendono superflua la vita.

Pier Paolo Pasolini

Senza titolo 952


www.photoforum.ru


Si guarda allo specchio, i suoi occhi verdi sono scavati dall’imperversare di calde lacrime, che per molto tempo hanno rigato il suo volto. Gli  occhi verdi, sembrano induriti come pietra, le sue labbra serrate dal forzato silenzio. Silenzio… compagno di giorni desolati e sofferenti. Compagno pacato di lunghe notti insonni con il dolce e delirante desiderio delle sue carezze. Quanti sogni, quanti illusioni, quante speranze. Eri steso accanto a lei, sfioravi delicatamente il suo bianco volto e con le labbra toccavi appena i suoi occhi (a lei piaceva molto essere baciata sugli occhi), con le dita percorrevi piano i suoi capelli biondi e morbidi e con la lingua sfioravi il suo naso, le sue orecchie, il suo collo. Tutto il suo corpo era tuo, e fremeva alle tue carezze, e ti desiderava, e ti voleva. Dolci erano i tuoi leggeri tocchi, profondi i suoi baci, calde le sue mani che percorrevano il suo corpo. Quante notti d’amore…... immaginazione, miraggio, sogno. Tutto è stato una splendida visione, e come tutti i sogni anche il tuo finì e ti ritrovasti sola a piangere, tante lacrime, troppe lacrime. Ma…se tutto è stato un sogno perché i suoi occhi sono stanchi? Perché tutta questa  angoscia?. Tutti le dicevano: una donna non può sognare…ma tu invece continuavi a farlo e sei rimasta sola, con il tuo splendido sogno frantumato come cristalli caduti a pezzi, come a pezzi era il tuo cuore e la tua anima. Era un sogno il tuo sogno.

Silvana



 

Tigri romantiche, trapianti suini, bestemmiatori fatali, smemorati fedeli, babbi Natale atletici, docenti truffaldini e omicidi su Google

Il prof di Economia si laurea in Fisica sfruttando un errore e gli esami di un omonimo L’accademico dell’anno è il prof. Sergio Barile, doce...