22.12.10

Nun te piace, 'o presepe?...


Mica vero che "non fa male a nessuno". Anzi, nuoce gravemente alla salute. Chi? Meglio domandare "cosa", ma in verità è proprio quel "chi" a disturbare. Il presepe fa male. E, dietro e dentro di lui, la statuina di quel bimbo seminudo. Ciò ch'essa simboleggia.

Il presepe realizzato dagli allievi del liceo artistico "De Nicola" di Sesto San Giovanni (Milano), frequentato da giovani di diverse confessioni. In basso: la "crèche des santons" a Mentone (Francia).

Il collegio docenti della scuola materna di via Forze Armate, a Milano, aveva infatti stabilito di celebrare un Natale senza Natività. Via stelle comete, grotte o capanne, pastori e pecorelle, San Giuseppe, Madonne e quel povero cristo di Gesù Bambino. Al loro posto renne dal naso rosso, Babbi Natale paffuti e gaudenti, canti e cori inneggianti alla festa, ma, per carità, senza il minimo accenno alla religione. Per rispetto dei bambini, si capisce. Perché l'asilo di via Forze Armate è multietnico e multireligioso. Perché una festa cristiana scandalizzerebbe ed emarginerebbe i piccoli musulmani, indù, buddisti frequentatori di quell'istituto.

E pensare che, per anni, questi difensori a oltranza della pluriconfessionalità avevano bellamente irriso il Natale - e coloro che lo celebravano come zotici e ignoranti - non mancando mai di puntualizzare che in origine si trattava di tutto, tranne che di "festa cristiana". Era nient'altro che la festa del Sol Invictus, nella quale si annunciava il solstizio d'inverno e ci si scambiavano doni e si preparavano ricchi banchetti, che talora sconfinavano in orge. Più di recente, i divulgatori hanno trovato legami col culto tardoantico del dio Mitra e antiche celebrazioni egizie e mesopotamiche (cui potremmo aggiungere, per le analogie con l'uomo-dio, il Poema di Gilgamesh). Non si trattava tanto d'informare, quanto di screditare il 25 dicembre cristianizzato in nome di un'oggettiva e rispettosa laicità.

Peccato che oggi, la stragrande maggioranza dei cristiani grandi e piccini sia perfettamente a conoscenza di tutto ciò, per averlo appreso proprio a scuola; e persino un Papa, Giovanni Paolo II, ha riconosciuto senza alcun problema l'origine extracristiana del Natale. I fenomeni d'inculturazione, le maestre di Forze Armate dovrebbero saperlo, costituiscono l'ossatura delle civiltà, recuperano, fondano, rimescolano culture antiche, perdute, ritrovate, e ne ricavano un nuovo capolavoro, una serendipity di creatività. Una rinascita, ecco; un "far nuove le cose antiche", come appunto recita il Vangelo (che, non casualmente, significa "buona novella").

Le religioni, e il cristianesimo in particolare, non appartengono alle sfere celesti. Sono parti umani, storici, esattamente come non mancano mai di sottolineare i razionalisti dello "spiritually correct". Il cristianesimo è terrigno; lo ripete continuamente san Paolo: la vita è qui, adesso, e ciò che di noi resterà non sarà la fede né la speranza, bensì l'amore; quello gratuito, che non attende ricompensa, e che i greci chiamano carità. La relazione con l'altro. Con l'uomo. E' una terra, è addirittura un parto: una nascita. Fisica. Totale. Al punto di trasumanarsi. E' il dono che segna la insanabile differenza con la concezione dei summenzionati razionalisti.

L'irripetibilità del Natale cristiano non coincide con l'unicità dell'evento storico nudo e crudo. Ma col suo significato. Il dio bambino esiste in moltissime culture. Il dio bambino straniero, minuscolo e affondato nelle carovane delle quotidiane esistenze, invece no.

E solo i bambini possono comprenderlo compiutamente. Perché non si pongono domande. Non ne hanno bisogno. I bambini sono orizzontali e circolari. Percepiscono. Sono privi di voce. Ma non desiderano che qualcuno parli per loro, ne interpreti e ne immeschinisca gl'irrinunciabili sogni. Hanno fame di felicità assoluta. Sono già leopardiani, ma senza disperazione. Il Natale "cristiano", quindi, non li disturba. Non disturba i piccoli musulmani, che rispettano e venerano il profeta Gesù (accompagnando il suo nome con la formula "su di lui la pace di Allah", mentre qui da noi, non di rado, udiamo governanti "cattolici" infiorare le loro barzellette con allegre bestemmie). Non disturba i giovani indù, così come non disturbava Gandhi, che "sarebbe stato cristiano, se i cristiani lo fossero stati due volte al giorno". Non disturba i buddisti, i quali nutrono profondo rispetto per quel maestro religioso ebreo. Non disturba, Gesù, perché è come loro, tra loro. Un bambino. Ma i bambini possono terrorizzare i potenti della Terra. Gli Erode, quelli sì, sono turbati. I vecchi. Coloro che si volgono indietro nei loro pensieri cristallizzati. Coloro che "roba mia, vientene con me". Coloro che invidiano il fanciullo che non possiede niente, ma che li soppianta nella corsa verso un domani rivoluzionato e inquieto. E che gode, ed è beato, per il solo fatto di esistere, come gli uccelli e i cani.

Le maestre avevano pensato "per il loro bene". I buoni consigli. Di cui è lastricata la strada per l'inferno. E così, invece di cogliere l'occasione per illustrare parallelismi culturali, magari ricordando quel Francesco d'Assisi cui si deve l'invenzione del presepe e che, in tempi di Crociate, stabilì un legame d'amicizia col sultano islamico, le maestre di Forze Armate non avevano offerto ai loro alunni altra alternativa che un'infiocchettata paccottiglia da soap americana, con un pingue e rubizzo signore a dispensare i simboli di quel consumismo pacchiano e limaccioso da esse più volte denunciato.

Ho usato il passato perché, nel frattempo, pare abbiano desistito dal proposito. A causa delle proteste dei genitori e degli educatori. Anche non cristiani, certo. Ovviamente. Fanciulli, proprio perché naturalmente terrestri, non stancatevi d'incarnarvi nel seno di qualche donna, cristiana, shintoista o atea. Proprio perché naturalmente terrestri, potete aspirare al cielo. Nascete. Siate nuovi. E lasciate che i morti seppelliscano i loro morti.



21.12.10

Addio Enzo Bearzot, Ct 'Mundial' spagna 1982



Aveva 83 anni. Stabilì record panchine in Nazionale

Leggendario ct della Nazionale campione del Mondo in Spagna nel 1982,Enzo Bear- zot è morto a Milano. Era gravemente malato da diversi anni. Da calciatore fu all'Inter e al Torino. Poi arrivò, dal 1975 al 1986, alla guida della Nazionale. Ai suoi primi Mondiali, Argentina '78, conquistò un quarto posto che lasciò qualche rammarico, poi il trionfo in Spagna.
L'ex ct azzurro campione del mondo aveva 83 anni. Paolo Rossi: 'Per me era come un padre.  le  foto  sono tratte  dalla  galleria  de televideo della ( che  era un tempo  )  rai 










 

Il suo naso, da boxeur, e la pipa, perennemente accesa, hanno fatto la felicità dei vignettisti per anni. Erano i segni distintivi di Enzo Bearzot, scomparso oggi ad 83 anni. Detto il 'Vecio', come si fa per tutti i friulani doc (era nato ad Aiello del Friuli il 26 settembre '27), anche per quelli che vecchi non sono. Ed in effetti lui non lo e' stato mai, in questo aiutato dalla passione del calcio, che lo aveva preso da ragazzino, quando in un collegio di Gorizia dormiva con la foto di Campetelli, centromediano dell'Inter, sotto il cuscino. E non era taciturno, né introverso - come sostenevano i suoi denigratori -, soltanto non gli piaceva sprecare le parole. Fosse stato come lo dipingevano, non avrebbe mai creato il gruppo che conquistò il terzo titolo mondiale del calcio italiano nel 1982 in Spagna.
Un gruppo che non si è mai sciolto,neanche quandoqualcuno si è allontanato dal pallone (come Paolo Rossi), oppure oppure è stato prematuramente rapito dalla morte (come Scirea).               
Un gruppo che ha mantenuto i contatti con l'uomo che l'ha plasmato e che continuerà a considerarlo vivo. Un legame veramente speciale quello che legava gli azzurri a Enzo Bearzot, riconoscenti perché prima di condurli al traguardo più importante della loro carriera, aveva saputo difenderli da critiche feroci. E li aveva sostenuti quando decisero quel clamoroso e innovativo silenzio stampa che anche oggi, di tanto in tanto, viene imitato da questa o quella squadra di club. Portavoce era Dino Zoff, altro friulano di poche parole, che Bearzot considerava il suo terzo figlio, e che un giorno si sarebbe seduto sulla panchina azzurra con minor fortuna.
Nel dicembre del 2000 il gruppo si strinse ancora una volta intorno a Bearzot, che presentava (con l'autore Gigi Garanzini) il libro biografico, 'Il romanzo del vecio'. In quella serata il tecnico sorprese i suoi vecchi allievi rivelando che il calcio non gli mancava, pur amandolo, perché "sentivo di non appartenervi più ".  C'era amarezza nelle sue parole, un po' di malinconia, forse stimolata dalle note del jazz (questa musica era la sua seconda passione dopo il football).
Quella sera Bearzot parlava del calcio al passato remoto, come di una storia finita tanto tempo prima. Ma dopo poco più di un anno - a gennaio del 2002 -, mettendo fine a un distacco ventennale, Bearzot aveva accettato con rinnovato entusiasmo l'invito della Federcalcio ad assumere la responsabilità di presidente del settore tecnico della Figc. In quell'occasione Claudio Gentile, uno del gruppo, allora tecnico della Under 21, ricordando il bel gioco espresso dalla nazionale nei mondiali del '78 (Argentina, azzurri quarti) e dell''82, lo definì il miglior ct azzurro dopo Pozzo (morto come lui il 21 dicembre, del 1968), sostenendo che "Enzo Bearzot non deve restare lontano dal calcio, perché il calcio è il suo mondo". E lui: "Sono contento perché l'indicazione viene dal mio mondo".
La sua avventura nel calcio era cominciata come giocatore: dalla Pro Gorizia, era passato, ventenne, all'Inter, poi al Catania, poi all'Inter nuovamente, ed aveva terminato la carriera al Torino. Era un difensore grintoso ma corretto, non privo di tecnica. Delle sue esperienze di calciatore seppe far tesoro alla guida della nazionale, riuscendo ad utilizzare al meglio i giocatori che sceglieva, incurante dei suggerimenti e delle critiche della stampa, anche quando i risultati non gli davano ragione. Fautore del 'primo non prenderle' non fu mai catenacciaro.
Fu maestro invece nell'esaltare l'arte del contropiede con cui nell'82, nel Mundial, di Spagna schiantò una dopo l'altra Argentina, Brasile e Germania. Indimenticabili le imprese dei terzini-ala Cabrini e Gentile, delle ali a tutto campo Conti-Graziani, di Tardelli, giocatore universale, di Zoff portiere-saracinesca, di Paolo Rossi guizzante, imprendibile opportunista sotto rete, di Scirea, direttore d'orchestra di un gioco che a tratti ricordava il free-jazz per la sua imprevedibilità. Paradossalmente, però, quattro anni dopo, l'attaccamento al gruppo, e la conseguente incapacità a rinnovare, fu fatale a Enzo Bearzot. Al cospetto di risultati negativi (mancata qualificazione agli Europei '84, eliminazione negli ottavi del mondiale messicano '86), attaccato dalla critica e di fronte all'ostilità del vertice federale, preferì lasciare anziché rinunciare alle sue convinzioni. Ma nella storia del calcio, e non solo, rimarranno sempre le immagini delle imprese precedenti. L'urlo e la corsa pazza di Tardelli, dopo il gol alla Germania.
E quel giovane Vecio, dal naso di boxeur e dalla pipa eternamente accesa, che sull'aereo degli eroi di Madrid, gioca a briscola con Causio, Zoff e il presidente della Repubblica Pertini, un altro celebre appassionato della pipa, un altro Vecio che, come lui, non invecchiò mai.


ulteriori approfondimenti

- 4 Cena di Natale, bastano 11 euro a testa

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"Non occorre farsi spennare per fare un discreto cenone di natale a casa. L'idea che per l'occasione occorra spendere un mucchio di soldi È quanto dichiara Primo Mastrantoni, segretario di Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori).
"Abbiamo fatto un po' di conteggi- continua Mastrantoni- rilevando i prezzi nei supermercati romani (presi come media nazionale) e usufruendo delle offerte. Il costo e' di circa undici euro a testa con antipasto, primo, secondo, contorno, pane, dolce, frutta, vino e spumante". Vediamo:

- alici (50 grammi): 0,3 euro;
- cappelletti al prosciutto (50 grammi): 0,5 euro;
- tacchino (100 grammi): 0,4 euro;
- patate (50 grammi): 0,05 euro;
- panettone (50 grammi): 0,1 euro;
- mandarini (50 grammi): 0,05 euro;
- pane (50 grammi): 0,1 euro;
- condimenti: 3 euro;
- vino chianti (375 ml): 3,2 euro;
- spumante (50 ml): 0,2 euro;
- acqua, luce, gas: 3 euro.

"Con poco meno di 11 euro si puo', quindi- conclude il segretario Aduc- fare un cenone di natale di discreta qualita' il che, rapportato al costo praticato dai ristoranti, da' l'idea del fiume di denaro che esce dalle tasche del consumatore, a nostro dire, inutilmente. Impossibile? Provare a fare la spesa".

  fonte  televideo rai 

-4 Anche se è Natale non dimentichiamoci delle morti bianche e dello sfruttamento e omicidi di chi lotta per un lavoro migliore





Lo so   che per  un tabu'  buonista  ( quelo che io chiamo buonismo d'accatto \  forzato )  non si dovrebbe  parlare  di  certe cose , ma  è meglio un discorso franco e sincero  di uno ipocrita  che  usa  le  disgrazie   e le  umane miserie  solo  a natale  e  ora  sempre più anticipate   fin da novembre  .
Oggi  palerò , come  già anticipato dal titolo del post  , del lavoro .
Se prima  odiavo  (  non perchè sia  un mandrone o  uno sfaticato , ma  perchè m'era  imposto da mia madre  : <<  non deve stare tutta  'estate  a  fare la vita del bbeato porco ,  vai a lavorare  da  babbo  in azienda .,  quello sarà il tuo  futuro , ecc  >> ) o facevo controvoglia , il lavoro . Ecco  che   dopo  la  puntata  d'ieri  ( 20\12\2010,) della trasmissione di Lucarelli  e la mia esperienza  sul lavoro di cui  trovate sotto alcune foto del recente  rinvaso ( non ho  fatto in tempo  a fotografare  con il mio nokia 5230 ,  le  piante  rinvasate  perchè  basta  un attoim per  distrarsi  con le macchine  oltre a   creare  caos   ne lavoro   ti fai male   )  di viole

                                            1) le piante   da rinvasare 


                              
                                          2) la macchina  da rinvasare 

Anche se la macchina svolge la maggior parte del lavoro ci voglino delle persone per farla funzionare : mettere le piante , i vasi , la terra e rititare le painte rinvasate e poi sistemarle dentro le serre

ho capito che  rappresenta tutto ciò che permette all’uomo di avere quell’esistenza che scandisce la quotidianità e l’organizzazione di tutto il suo tempo. In particolare il dibattito sul lavoro si è fatto più ampio toccando la grave situazione della sicurezza sul lavoro. Un argomento che Carlo Lucarelli analizza in questa puntata, quello appunto delle morti sul lavoro, ogni giorno vittime in un numero sempre crescente.
Ora  mi molti di  voi  lettori , credo che si chiederanno come   sono arrivato a questo   cambiamento . Ebbene il processo è  avvenuto  dall'ascolto non acritico  \ passivo ma attento    e pensieroso  di   vieni a ballare  in puglia   o  di quest'altra   canzone di Caparezza 


ma  di questa di Fossati che  la musica  d'apertura  di  un sito web  che sto visitando in contemporanea   mentre scrivo questo post  e   di cui mi ritornano alla mente   alcuni versi  : << Devotissimi della chiesa \Fedelissimi del pallone
Nullapensanti \Della televisione \Siamo i ragazzi del coro \Le casalinghe sempre d'accordo \E la classe operaia \Nemmeno me la ricordo (...) >>  qui il resto del testo   e
da  questa    quella    che  è  a colonna  sonora   ( vedi sopra ) di cui trovate  il testo  e  il  video, per  ovvi motivi  ,   nell'altro blog   ., dal sentire  ( in rete  e   nei giornali locali ,  a livello nazionale  qualora    sono  stragi o  qrandi fatti come quello del rogo divampato nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007 all'acciaieria ThyssenKrupp di Torino 1 2   foto  affianco  )   dello stilicidio delle  morti sul lavoro .,( vedere  archivio del   blog gemello  di splider   l'intervista  con   l'autore  di http://www.cadutisullavoro.it/ ) .
Ma  soprattutto perchè come  è  evidenziato  sia  ;  dalle  canzoni  del canzoniere  di protesta ( 1 2 )  e  dalle  canzoni popolari, strofette,canti di fabbrica   e  delle mondine ,  dei cantacronache,operai, contadii , ecc  d tradizione  ed  ideologia     anarchico -socialista- comunista  che  volendo o non volendo,nel bene  e\o nel male  i settari ed i puristi   di destra   fascisti  e  i forza-italioti in primis ) e  di sinistra    che  eventualmente   passivamente  o attivamente i mie scritti  si mettano  l'anima in pace, perchè   esse  come le canzoni del regime   dei Savoia  e  poi  di quello  fascista   sono  ormai entrate  a far  parte  (  e di cui si sta perdendo la memoria   o viene strumentalizzata )   della  storia  sociale \  culturale    del  nostro paese ., sia  che  le  vicende  degli scioperi  di quella  che   era  la  classe operaia della canzone prima citata    nel corso del  secolo   e  oggi   , da  40 anni a questa  parte  con le   loro morti bianche  :
E poi la gente, (perchè è la gente che fa la storia)
quando si tratta di scegliere e di andare,
te la ritrovi tutta con gli occhi aperti,
che sanno benissimo cosa fare.
Quelli che hanno letto milioni di libri
e quelli che non sanno nemmeno parlare,
ed è per questo che la storia dà i brividi,
perchè nessuno la può fermare.


 scusate l'ennesima citazione  musicale  , stavolta  La storia  di De Gregori  ma  è più forte di me .Con questo è tutto .

19.12.10

Prayer for a suicide - אמן תרין

mamma ci scappa la pip e i carabinieri i multano

la news riporta dal sito nocensura.com e presa dal quotidiano la stampa : << "Mamma, ci scappa la pipì" Denunciati due ragazzini avevano fatto fermare l’auto della donna in aperta campagna" >> mi riporta  alla mente questa canzoncina  

 





Ora tale notizia sarebbe ironica se non fosse che putroppo si impone in maniera stupida di far rispettare una legge ,d i per se ingiustificata relativamente alla situazione a cui la si vuole applicare. Successe anche in una città (non mi ricordo quale) dove un vigile urbano... multo una madre perchè fece fare la pipi al suo bambino di pochi anni dietro a degli alberi di un parchetto ( si sa come sono i bambini di punto in bianco gli scappa e non riescono a tenerla per un metro). Multata e via. come se poi fosse una cosa che se non multi possa diventare abitudine di tutti i giorni e malcostume generale. Perchè non vanno fuori dai locali o dai pub nei fine settimana , quando orde di ubriachi si riversano in strada a pisciare perchè i bagni sono stra pieni. Insomma la solita storia all'italiana, dove la legge si applica solo su chi la rispetta e ne ha timore e rispetto.

«Mi scappa la pipì», ma ai due ragazzi e alla mamma costretta a fermare l’auto in aperta campagna è andata davvero storta: una pattuglia dei carabinieri li ha fermati, portati in caserma e denunciati. 
Una disavventura che costerà alla famiglia poco meno di settecento euro, tra contravvenzione e spese legali. E’ successo lungo la direttrice per Lombardore, a una quindicina di chilometri da Torino.
Mentre la donna resta al volante, i due si dirigono verso i prati. Passa una gazzella, i carabinieri notano la scena. «Ehi voi, che fate?», intima il maresciallo. «Sto facendo la pipì», confessa il grande, sorridendo. Presi in flagrante: «Documenti!», dice il milite.
Atti osceni in luogo pubblico? I carabinieri scartano l’articolo 527 del codice penale, impugnano il 726 «Atti contrari alla pubblica decenza». La mamma scende dalla vettura, chiede spiegazioni, poi timorosa si giustifica: «Del piccolo non ho documenti». «Fermi. Facciamo accertamenti», aggiungono i militari. «Ma scherzate davvero? qui ci sono solo arbusti, che cosa c'è di male?» prova a dire la madre. «Tutti in caserma! Seguiteci!», l'ordine è perentorio
Inutili le giustificazioni dei ragazzi: «Mamma, non c'era nessuno...» ripete timidamente il bambino. I carabinieri sono abituati, fan tutti così davanti a chi deve far rispettare l'ordine: che paghino quanto prevede il 726 e via... a processo. La contravvenzione davanti al giudice comporterà una oblazione di 206 euro oltre le spese per l'avvocato.
Eppure la Cassazione ha sentenziato che «se certi atti vengono fatti con accortezza, lontano da occhi indiscreti e senza offendere o recare fastidio non si parla di reato». Ma allora perché perdere tempo in casi del genere? Si discute tanto di riforma della giustizia per ridurre i tempi dei processi e si rischia di moltiplicare le cause vigilando le campagne a caccia di chi gli «scappa la pipì». Una bella ramanzina e le forze dell'ordine avrebbero potuto dedicarsi ad altri servizi.
Per la famiglia multata, infine, oltre il danno, la beffa: «Abitiamo in un palazzo vicino a un accampamento di nomadi: gli zingari fanno i loro bisogni sotto le finestre, sotto gli occhi dei nostri figli», dice rassegnata la mamma.
 ecco  alcuni   " benevoli " ed  educati  commenti  del sito  Nocensura
Antonio ha detto...
IO DENUNCEREI PROPRIO I DUE CARABINIERI....PER PUBBLICA STUPIDITà E SPRECO DEL NOSTRO DENARO PUBBLICO.....CHE USANO PER PAGARGLI GLI STIPENDI! cazzo ci sono reati pesantissimi in ogni angolo di strada...e questi vanno a rompere proprio ad una famiglia che non ha fatto niente di male! l'italia e gli italiani....per questo motivo finiremo male.
Anonimo ha detto...
Questa per ovvietà dei fatti è la versione della donna... Non posso davvero credere che le cose siano andate davvero così... Anche se l'intelligenza degli abitanti dei Caraibi Neri non è certo leggendaria, deve essere successo dell'altro per essere così fiscali... (ad esempio uno scarso rispetto dell'autorità in alcune affermazioni o cose simili..) Poi... è solo un'opinione personale...
Roberto Mangosi ha detto...
Ricordate cosa diceva la canzone "bocca di rosa" ? ... Il cuore tenero non è una dote ... e fu inserita a causa della censura sulla frase "spesso gli sbirri e i carabinieri ..."
Anonimo ha detto...
perdono tempo con processi del genere..... ma che vadano a lavorare seriamente!!!!! cercate i malinquenti, gente che rapisce persone.... non bambini che fanno pipi!!
Anonimo ha detto...
se il fatto è realmente successo non ho parole..certo che l'ignoranza fa più male della cattiveria..
concordo  con essi  è  uno dei tanti paradossi di quest'Italia che  a volte manca  di buon senso  e sembra regredire anziché progredire. M multassero i padroni dei cani, sui marciapiedi di tante città e cittadine non si può passare più , bisogna tenere sempre gl occhi aperti e guardare per terra. 
Altrochè pipì di un bambino... . Un po' di buon senso  e tolleranza  cazzarola 

Lettera aperta a Maroni per evitare violenze il 22 dicembre

Caro Maroni

 gia precedentemente ( sul caso Saviano e la  sua replica  imposta da Fazio  ) :  << Je vous fais une lettre / Que vous lirez peut-être / Si vous avez le temps .... ( da  Le diserteur di Boris Vian ) >> e non ho ottenuto risposta . Ma  non importa  , visto che  è impossibile dialogare  direttamente  con lei anche  se  viene ogni estate in vacanza  all'isoa rossa (  40 minuti di macchina dalla mia cittadina ), visto il filtro  dela scorta  e  delle  email  al suo ministero  ,   le mando   come si faceva  una volta tramite  un Message in a Bottle per  parafrasare una famosa canzone dei Police
Se invece , e qui mi rivolgo a lei  signor  Alfano ,  di mandare   gli ispettori  in tribunale , le decisioni dei giudici  sbagliate  o giuste  che siano   si rispettano   e gli ispettori  si amndano  per  cose  serie  . Le chiedo   perchè  non li si manda  nei  corpi centrali di polizia   che hanno permesso simili abusi e  anzi che  fermare  i veri violenti  ( forse  si sarebbe  scoperto che  l'oposizione  ha ragione ?  su gli infiltrati  e gli agenti in borghese presenti al'interno  del corteo ) .
l'ordine pubblico , non si fa   solo con le  misure repressive  o processi e \ arresti rpeventivi  , ma con il dialogo ed  una buona formazione  delle  forze dell'ordine coem afferma  anche  fare  futuro(   vostri ex alleati )  che hanno avuto coraggio  ( speriamo  che  non sia solo un bla bla   un discorso di parata  ) di rimettere  con  un   editoriale  su un loro  giornale   indiscussione il comportamento tenuto  a  Genova 2001 .
Visto che  innegabile  che nei cortei  si  usino  agenti digos  ed  in borghese   perchè  non  usarli   con discrezione  come si fece a Firenze  , la prima manifestazione dopo Genova 2001 cercando anche se  sotto banco  di cordinare  fra movimenti  e forze dell'ordine  , cosa  che non è stata fatta  come avvenne il in altre manifestazioni   , a Roma il 14  dicembre   vedere questo video   l'inizio degli scontri






Infatti  se la protesta legittima viene ignorata, bollata come quattro coglioni dei centri sociali dissidenti della sinistra più estrema , se si fa finta di niente, non si ascolta e si dice in giro  solo ed  esclusivamente  che si sta facendo per il loro bene, se si fa questo in modo reiterato e arrogante( salvo  qualche eccezione ) , allora la violenza te la cerchi fino al ...midollo ed è infinitamente meno di quella che applichi con tale menefreghismo .ora questo ... per inciso ... non significa giustificare la violenza, ma capirla, rendersi conto che è volutamente provocata e stimolata, che è figlia dell'esasperazione, di chi non trova altra forma e modo per farsi sentire e non vuole arrendersi al non essere ascoltato .
Il 14 dicembre a Roma non è accaduto soltanto che un gruppo di violenti si sia impadronito della protesta e - poi - la violenza di ogni ragione. È accaduto che per la prima volta nei modi del tumulto (lasciamo perdere l'esasperazione di chi parla di "guerriglia") ha preso forma pubblica e collettiva un rancore senza speranza, la rabbia di un Paese incattivito, socialmente fragile, segnato "da forme sommerse di deprivazione, di vera e propria povertà e soprattutto di impoverimento", come documenta Marco Revelli nel suo Poveri noi. Un Paese dove il prezzo della crisi - e delle soluzioni preparate dal governo - cala come un maglio sulla vita e sulle aspettative soprattutto dei più giovani. Le statistiche ufficiali ce lo raccontano. Per l'Osce, nei 33 Paesi maggiormente industrializzati, l'Italia è al penultimo posto per l'occupazione giovanile con il 21,7 per cento di occupati: soltanto uno su cinque lavora. Tra chi è occupato il 44,4 per cento ha un lavoro precario e il 18,8 lavora part-time. Tra chi è disoccupato, il 40 per cento lo è da lungo tempo e il 14,9 ormai non studia né lavora. D'altronde - dice Marco Revelli - "l'80 per cento dei posti di lavoro perduti tra il 2008 e il 2010 riguarda i giovani, quelli che erano entrati per ultimi nel mercato del lavoro, attraverso la porta sfondata dei contratti atipici, a termine, a somministrazione, a progetto... Precari nello sviluppo, disoccupati nella crisi, senza la copertura degli ammortizzatori, spesso senza neppure un sussidio minimo. I più istruiti e altamente qualificati, quelli che appartengono al "mondo dei cognitivi", alle nuove professioni come l'informatica, sono ormai ridotti a sottoproletariato".
Se rimuove questo quadro, il governo si impedisce di comprendere, ammesso che lo voglia, le ragioni della violenza. Non le ragioni di chi, vestito o no di nero, centro sociale o "cane sciolto", vuole "stare in piazza" con le pratiche dei black bloc e, prigioniero di un freddo nichilismo, non si fa alcuna illusione sulla democrazia e pensa - come il "blocco nero" - che "la violenza non sia un problema morale, è semplicemente la vita, il mondo in cui siamo capitati che non lascia altra strada che l'illegalità".
Queste ragioni sono inaccettabili e questa violenza va anticipata, isolata e ogni illegalità punita , ma  non aggiungendovi ad esso solo repressione  ed  illegalità . È un'operazione che può avere un esito positivo soltanto se - in tutti coloro che il 14 dicembre non si sono opposti o hanno addirittura approvato quelle violenze - si alimenta una speranza nella democrazia e la fiducia nel dialogo con le istituzioni; se si attenua la convinzione diffusa in una larga fascia di giovani (16/35 anni) di essere le vittime sacrificali del declino, le anime morte della crisi.
Il messaggio che  il governo ha voluto diffondere è stato di segno opposto. Come se la crisi sociale rappresentata il 14 dicembre potesse essere affrontata solo ed  esclusivamente   come "questione di ordine pubblico",   a voi spettabili  Maroni e Alfano hanno voluto dire soltanto della forza, con quale violenza e determinazione il governo avrebbe affrontato l'emergenza di nuovi tumulti. Lo hanno fatto nei soliti modi di un governo che crede in un diritto diseguale e immagina, per i potenti, un diritto debole e per i deboli leggi e dispositivi brutali. Questi campioni del "garantismo" che chiedono legittimamente per Cosentino, Dell'Utri, Verdini, Bertolaso l'accertamento della responsabilità personali, la verifica della fondatezza delle accuse e dell'attendibilità delle fonti di prova pretendono, abusivamente, un lavoro all'ingrosso per i giovani e giovanissimi arrestati a Roma l'altro giorno. Invocano, al di là delle prove, una detenzione esemplare non per le dirette responsabilità degli indagati, ma per le colpe di chi è riuscito a farla franca come se la stessa presenza a una manifestazione travolta dalle violenze sia già una prova di colpevolezza. Un'idea autoritaria che trova la sua dimostrazione nella insensata proposta del sottosegretario all'interno Alfredo Mantovano di allargare il "divieto di accedere alle manifestazioni sportive" (il D. a. spo.) dagli stadi alle piazze, come se una manifestazione di dissenso possa essere paragonata a una partita di calcio.
È l'avvilita idea di democrazia della destra berlusconiana. in questo  caso Ci deve consigliare attenzione perché non sarà con la forza e con "la repressione", invocata già a caldo dal ministro Sacconi, che si verrà a capo della crepa che si è aperta tra le generazioni più giovani e le istituzioni in quest' ultimi 25 anni . Sarebbe azzardato e imprudente se un governo politicamente e socialmente debole decidesse di rafforzare se stesso allargando quella ferita, accendendo la collera invece di raffreddarla prestando ascolto alle ragioni del disagio allora  si che la situazione  diventerebbe incontrollabile  ed  ingestibile , arrivando ad  una nuova stagione di terrorismo   che va  ad  aggiungengersi  in quell clima  già esacerbato d'odio  e di veleni .
Sperando , anche se ci credo poco  , visto  i  discorsi   infuocati  che   si fanno  che  il 22  dicembre  sia  una manifestazione pacifica  e   non si verifichino gli eccessi   dei tutori dell'ordine    vi saluto  e  v'auguro  buone  feste 

18.12.10

Arriva in Italia la nuova Twingo Miss Sixty e crea polemiche stupide ed ipocrite

Poichè  due parole  sno poche  ed  è una troppo . oltre a lasciarci  il video  cosi giudicate  voi   riporto soto  l'articolo dal  blog perseo.blog.kataweb.it



membro del Gruppo contro le pubblicità sessiste, misogine, razziste e omofobe che trovate  su  facebook  

Ipocrisie pubblicitarie

Quando ho visto per la prima volta il nuovo spot della Twingo ho pensato “Ecco che l’omosessualità femminile viene utilizzata ancora una volta per stuzzicare le fantasie erotiche del maschio.”
La pubblicità non è volgare, non è pruriginosa, si cerca di giocare sull’ironia (anche se la precedente pubblicità di questa casa automobilistica lanciava un messaggio sociale importante che in questa non c’è). Eppure questa pubblicità stona, soprattutto nella fase finale. Non si capisce bene perché due persone dovrebbero, dopo essersi guardate, finire per forza a letto insieme senza neppure essersi dette ciao, sembra quasi che se sei omosessuale, per forza, l’unica cosa a cui pensi è il sesso. E non mi piace per niente il messaggio finale “la competizione è donna” perché gioca su uno dei soliti stereotipi voluti dal maschio.
Eppure, nonostante i limiti di questa pubblicità, le critiche si alzano non perché la figura delle donne e, in questo caso, delle lesbiche viene inserita in un contesto sessuale o stereotipato ma perché ad essere le protagoniste sono, appunto, delle lesbiche (o presunte tali visto come va a finire la pubblicità).
C’era da aspettarselo in questa italietta bigotta, se i protagonisti fossero stati un uomo e una donna nessuno avrebbe detto nulla ma siccome le protagoniste sono lesbiche succede il finimondo. Non si può mostrare l’omosessualità in tv, chissà che effetto negativo avrà una cosa del genere sulle menti di bambini ormai piene di ogni tipo di immagini violente. Va bene far vedere tette e culi in prima serata, va bene far passare il modello della donna oggetto ma non va assolutamente bene far vedere due gay o due lesbiche, sia mai in questo paese in cui tutto è concesso basta che si faccia di nascosto.
Lo ammetto lo spot non mi piace, non lo trovo innovativo, non lo trovo ironico, come ho già detto lo trovo stereotipato ma non è possibile che si vieti la messa in onda non per questi motivi bensì a causa dell’omosessualità delle protagoniste. Il messaggio che passa è forse ancora più violento, l’omosessualità, in tutte le sue forme, va censurata, vietata, ammutolita. Ci sono centinaia di pubblicità in cui appaiono donne nude con chiari riferimenti al sesso, donne oggetto con scritte imbarazzanti del genere “Te la do gratis” (la montatura degli occhiali) o “Montami a costo zero” (donna nuda sul pannello solare, pubblicità fermata dallo IAP) e quasi nessuno protesta per queste cose. Però poi arrivano le lesbiche e tutti si indignano. A quanto pare siamo davvero lontani anni luce dall’essere un paese civile.
                  Marino Buzzi

concludo  approvando  questo commento  di yatta  : << se questo fosse un paese più moderno dove la sessualità fosse trattata con più serenità e maggiore informazione non ci sarebbero queste situazioni ridicole. Il fatto è che in Italia non si può fare pubblicità diversa oltre alle solite canoniche, già il marketing dell’ikea sembra rivoluzionario per la gentaglia di sto paese. Per non parlare di uno spot di un caffé completamente in inglese, come faranno i poveri italioti a capirlo??
Io, da prevenuto quale sono, interpreto la scelta di non mandarlo in onda come omofobica, vedi te. Il ragionamento scritto dall’autore del post potrebbe filare, ma non verrebbe mai censurato per quel motivo, troppo poco sentito in realtà.
Ragionando da gay direi che non c’é niente di male, come ho visto tante pubblicità con un uomo e una donna che facevano la stessa cosa trovo che non ci sia nulla di omofobico. Al contrario di chi ha scelto di bloccarlo.>> preso dai commenti  a questo articolo di tvblog 
Parzialmente  vero  perchè tale pubblicità  la  troviamo in  rai  anche se  addulcorata  e priva dela scena iniziale e  quindi semicensurata  

NON È SUCCESSO NIENTE [ N*-7 al 25 dicembre ]



Mentre  lo stereo quasi a palla  diffonde  nell'etere  le ultime  note  de   " il commissario  "  del gruppo   Marta sui tubi  song tratta  dalla colona sonora della serie  TV romanzo criminale  in edicola  con tv  sorrisi e c  canzoni

Mi  barcameno  su come  ricostruire  il più fedelmente  possibile  , in quanto  a differenza d'altri ( alcuni finiti qui  sui blog  o su facebook o altrove   nelle maglie  della rete  )  altri rimasti solo abbozzi  o precordi alcuni  come questo evanescenti ( cioè  son morti all'alba quali si tratta  di sogni   )   altri  fermati e fissati sul cartaceo  ( moleskina  già
 
riportata   in qualche precedente post   -- vedere  archivio dei mesi precedenti  , smemoranda   al lato la  foto  dell'edizione del 2011  quaderni  tipo quelli che si  usano per  fare  verbali , finti chissà' in quale  scatola polverosa  della soffitta ) .
Dopo  aver ritrovato  nelle curve  della mia memoria  ed in parte  "nell'archivio"cartaceo  prima citato  le  vicende  di questi due  giorni La  ricostruzione  può incominciare  .
Al giorno d'oggi siamo troppo tecnologici e dipendenti  d'essa   ( sottoscritto n primis  )  se non addirittura schiavi   non solo  per  hobby e  cazzegggio  ma  anche per  informazioni , lavoro e impegni , ecc
Nei giorni scorsi  , mi è successo   più o meno   la stessa cosa del racconto di  Caparezza  scritto per  Sbs /smemoranda  2001 , che il cellulare  mi si fosse    che l'avessi perso scarico e quindi  non lo  potevo richiamare   per avvisare  colui   o coloro  l'avvessero ritrovato  e " accudito e rifocillato " . Quel  quella  scatola di  circuiti  era come  una droga   per  me  dipendente  e  quasi schiavo   della tecnologia  .L'usav  come  calcolatrice , sveglia (  una per  giorni feriali  , e  una  per  fine settimana \ festivi  )   , calendario ,appuntamenti , block notes ,  video  e foto  di  " viaggi fisici\ mentali " alcune delle quali  riportate  online su miei tatzebao (  YouTube , facebook , flicker ,  e  i  miei due  blog  ),   oltre  che per  mms  e  SMS  , per telefonare  , ascoltare musica  mp3   e radio anche se  causa problemi uditivi   quest'ultima funzione  l'ho usata  una\ due volte  al massimo   .
Proprio a  causa  di questo inconveniente  ho passato tre  giorni quasi isolato dal mondo ed  è stato dopo la durezza  del primo giorno in quanto abituato   quasi ad essere cellulare dipendente  ,
IL primo giorno  non ho sentito suonare  la sveglia , ma per fortuna   essendo abituato  a non abbassare le serrande  prima d'andare  a letto  , o soffrendo  d'ansia   dormo con l'orologio allacciato e ogni tanto  mi sveglio  e lo guardo  , non a suonato . Se non fosse  che  quel  giorno  dovevo alzarmi  presto per  fare un mucchio di cose   e d'andare presto  a fare a fila  all'apertura  della banca e delle poste  per non perdere  mattinata  , cosa   che  a causa  di ciò  è avvenuto .Cosi come  sono arrivato tardi dal barbiere e   al volontariato  . Non potendo comunicare ( oltre  che a scrivere per la tesi   , ho dovuto   riadattarmi al cartaceo ),in  quanto su quel  marchingegno  oltre  ad  averci configurato  facebook  ci avevo annotato un avviso presente  nella bacheca del condominio  che recitava  più o meno cosi &lt;&lt;   Avvisiamo i signori  condomini che dalle  08.00 alle 18.30 del 18\12\2010  mancherà la corrente allo stabile   per  lavori nel  quartiere   .(...) Auguri di buone feste   &gt;&gt; .Incavolatura per la mattinata persa  in quanto banca  e poste trovandosi proprio  nel mio  amato quartiere , erano senza linea  .
Salgo le  scale del condominio  quattro a  quattro  , per scaldarmi  vista la  bassa temperatura dopo la nevicata d'ieri , e per  sopravvenuti  bisogni fisiologici  . Dopo aver  espletato tali  funzioni, vado a connettermi , ma il PC  non s'accende  , Panico !! . Poi la mia vecchia madre  mi dice  : &lt;&lt;  guarda che non c'è corrente  all'ora  ho  ricordato   e capito meglio il messaggio e   condominiale appeso in bacheca d'ieri e che  avevo annotato  negli appunti  del mio telefonino , e che nella fretta non avevo avuto modo di riguardare  .  
Allora mi riviene  di nuovo  panico , cosa posso fare  , non posso  usare  internet  della  mediateca  in quanto la biblioteca  è chiusa per   trasferimento  sede ,di leggere  (  ne per  la tesi  ne per passare  il tempo non ne  ho  voglia  ( cazzarola  mi sto  impigrendo  e  diventato apatico ) . Decido , cosa  di solito faccio la sera  , prima d'addormentarmi  o quando sono  incacchiato  con me stesso, con gli altri\e  e il mondo , di sdraiarmi e di viaggiare  con la mente ad  occhi chiusi  sul mio presente , passato , futuro  insomma  rimetto  ordine  nelle mia mente e dopo averli fatto fare  il reset  invernale  , e mi rilasso talmente tanto  da non smuovermi neppure  le urla  e rimproveri   dei genitori perché  non  non studio , ecc  . Solo l'ora  di cena, ora  in cui è rientrata  la  corrente,  mi scuote . Mi dico finalmente posso usare  il PC  , ma  il destino  ha in serbo  per me  un'altra  sorpresa , poiché il portatile  di mio fratello  è rotto  e  deve   fare  con urgenza dei preventivi e fatture  , usa il mio  .
Il secondo  giorno , anche  se ho un cellulare  vetusto ( non ha  l'accesso alla rete e  sembra 
ormai quasi scomparse da  diventare  un  oggetto di culto del lontano passato una cabina  telefonica ) prestatomi  dall'ansiosa madre  , in quanto  quando se  fuori  paese   vuole  sapere se  torni e quando torni  , e come  è andato l'esame   o ( ed  è questo il mio caso ) l'incontro con il prof  per la tesi . In pulman   , mi  viene  rabbia   nel vedere la gente  , messaggiando , chattando  , ascoltando  musica   dal cellulare  , ma poi due \ tre respiri profondi mi rilassano e l'osservare  dal finestrino  il paesaggio  imbiancato mi distrae , chiudo  gli  occhi ed  inizio  a  fantasticare  e  progettare  ,  che non mi accorgo oltre  che delle fermate intermedie (  che non m'interessano , se non marginalmente ) della  fermata   dentro Sassari prima dell'arrivo in stazione , se  la persona  seduta  affianco a me , che poi  ho scoperto scendeva  a quella  che  è la mia stessa fermata , m ha  chiesto   di farla passare  . Scendo  giocondo dal pulman e  dico fra me   e me  guardando l'orologio    : &lt;&lt; sono in anticipo    potrò usare il PC  dell'aula informatica &gt;&gt; , invece   mi chiama mamma   al cellulare e mi dice   : &lt;&lt;   guarda  che ti ha chiamato  il prof.  che  è riuscito a liberarsi prima e  d'andare   vai subito perché  poi ha un impegno  . E no sbuffare   dai , cosi'  anziché  tornare  alle   tre  torni per  l'ìora  di pranzo &gt;&gt;.Va beh ,  accetto  la pagina  buia  scritta  dal destino , e  vado Nel viaggio  di ritorno stessa rabbia  e  stessa  tecnica  auto controllo  onde  evitare  di rosicare  pubblicamente   . Tornato a casa   ,  mia madre  mi riempie di commissioni perché gli servono file per preparare i dolci natalizi . Poi vorrei connettermi , prima  che il mio  PC  sia  espropriato   per lavoro  da mio fratello , ma  niente   stavolta  a tormentarmi  e il tempo perduto d'ieri  e quindi lavoro ala tesi . Dopo torna mia fratello  addio ( o quasi  ) solo 5 minuti  ,per scaricare  la posta elettronica  . Allora mi dedico ad altro  . Esco cammino e  respiro un aria  fredda   ma riscaldata ( più o meno sinceramente   dall'atmosfera natalizia  mancano  - 7  giorni  a natale  )  e vado a parlare  con i miei  vicini d piano   persone anziane (   fra quelle poche persone che non sanno  se  non per  averlo sentito  demonizzato  in tv, internet  ) . Ok anche oggi non è accaduto niente  , cosa rara  in un mondo ipertecnologizzato e dipendente  dalla tecnologia  , non on so  se ci avete fatto caso , ma  quando quelle poche  volte in cui  non succede niente  è  meraviglioso    è tutto  anche  le cose  (  che dovremo riscoprire più  spesso   e  che la dipendenza  da internet  e  affini  ci ha e  ci  sta  facendo  perdere\allontanare   ) più semplici  ed  antiche   diventano sbalorditive   e  fantastiche  .
Torno e vedo mio fratello uscire dalla  stanza   del pc    , e mi dice  : &lt;&lt;  oggi sono riuscito  a liberarmi prima  , ti lascio il  pc  &gt;&gt; ma che  sfiga  casco dal sonno   ed  a momenti se  non m'avesse  svegliato il momentaneo sbalzo di corrente  (  ma che razza  di riparazioni  fanno gli elettricisti  del  comune  o chi di competenza  )   mi sarei addormentato  sulla tastiera  .
Andando  a letto  , m'è venuto  un po' il magone , misto alle  emozioni che   avevo avuto  in   questi due  giorni di "  black out  "  m'apprestavo ad  un altro  giorno da  " non è successo niente "  , quando il  portiere dello stabile ,   viene  scusandosi per  l'ora  ( le  23  circa  )  e mi  restituisce  il cellulare  con la batteria carica .  Finalmente  , posso ritornare al mio mondo  anche  se  ancora  non completamente  visto  l'arretrato  da  smaltire e il sonno imminente   .
Anche  se  finalmente  rincomincia  la mia dipendenza  niente  sarà più come  prima   . visto che   ho riprovato  le stesse  emozioni e scoperte  di   quando  ero bambino  e  dei modi  che  trovavo  per distrattarmi dal sequestro pc   che  allora  usavo per i video giochi ( adesso concordiamo lo staccare il modem ) . 
 Scommettiamo che  non sapete  riprodurre i ghirigori delle mattonelle   o del parquet , ritrovare i  vostri libri preferiti , leggere  tutte  quelle  riviste ( il secondo giorno  ho vinto la mia apatia e  l'ho fatto in parte  ,
 mentre  merendavo e  facevo delle piccole pause   dallo studio per  la tesi )  che  comprate   e ammucchiate   e  solo sfogliate o  lette  completamente (  come nel mio caso  vedere  foto al lato  di parte della mia libreria  ) o  peggio    mai lette   ed  aperte  ancora  intonse   e cellofanate  . So come  di  chiama  il cane  della mia amica e compagna  di viaggio  , che rumore  fa un palazzo di  11  piani  quando  è investito dal forte maestrale \ tramontana  ,  cosa  c'è in fondo al cassetto  e di come  ( evito di fotografarlo e  riportarlo qui  per  la vergogna )  e altre meraviglie  che  ho scoperto , anzi  riscoperto  in questi due giorni  in cui non è successo niente  .

17.12.10

ma allora è proprio vero che The Times They Are a Changin' news da Londra e dall'Italia

la prima news  è  questa e viene dallo spocchiosi  e de politici  .
Ho sempre detestato  le  news  ( se  cosi si posso chiamare  provenienti da tale mondo ) ma a volte  capita   come la news  che  riporto sotto  che da tale ambiente  dorato e frivolo provengano  dei cambiamenti  notevoli ed  aperture mentali   interessanti anche   non profonde ( in  questo caso  sarà la storia  a dirlo )  e vere  , ma  solo  tanto  per   fare  parata

 unita  online del  17\12\2010

Clamoroso a corte, William e Kate
non invitano Obama alle nozze

kate e william
Sembrava dovessero essere gli ospiti d'onore in grado di condizionare persino la data delle nozze, e invece non sono stati nemmeno invitati: Barack e Michelle Obama non saranno al matrimonio del principe William e Kate Middleton ad aprile prossimo. La ragione, hanno rivelato alcuni funzionari di corte, e' che non essendo William l'erede diretto al trono, non si trattera' di un evento di Stato e per questo motivo gli sposi preferiscono invitare ''gente comune'' al posto dei rappresentanti di varie nazioni del mondo.
Secondo il Daily Mail tuttavia, alcuni capi di stato, forse il presidente francese Nicolas Sarkozy e la moglie Carla Bruni, verranno inclusi nella lista degli invitati. ''Certamente non tutti i capi di stato verranno esclusi. Stiamo ancora stilando la lista e potrebbe ancora cambiare ma per come stanno le cose'', ma ''al momento e' vero'' che gli Obama non sono stati invitati, ha detto un funzionario al tabloid. Anziche' trasformare le sue nozze in un complesso e costoso grattacapo per la polizia - proprio per ragioni di sicurezza gli Obama non si erano gia' recati al matrimonio di Chelsy Clinton quest'estate - invitando una miriade di vip e politici, William vuole riempire i banchi dell'abbazia di Westminster con le persone che lavorano con le ben 21 associazioni di beneficenza che hanno il suo patrocinio, in una vero ''matrimonio della gente''.
Consapevoli che in un periodo di tagli e crisi economica ostentare opulenza sarebbe sbagliato, William e Kate avrebbero scelto come modello della loro cerimonia quella della regina Elisabetta e del principe Filippo, sposatisi nel 1947 in pieno dopoguerra. Anche se il vestito di Kate costera' piu' di 1.200 sterline e non verra' pagato con i tagliandi dei razionamenti come quello di Elisabetta, di certo non sara' come quello indossato da Diana nel 1981, con un interminabile strascico che cadeva lungo le scalinate della cattedrale di St Paul.
Un segnale di come Kate stia gia' entrando a far parte della famiglia reale e' arrivato ieri con la sua presenza al pranzo pre-natalizio che la regina ogni anno organizza a Buckingham Palace, al quale prendono parte solamente i membri del clan Windsor, circa una cinquantina in tutto, dai quattro figli di Elisabetta - Carlo, Anna, Andrea e Edoardo - ai cugini e nipoti. Kate e William hanno lasciato Buckingham Palace nel pomeriggio a bordo di una limousine in compagnia del principe Harry, che ha da poco rilasciato un'intervista al tedesco Bild in cui dice di essere ''enormemente felice'' per le prossime nozze e definisce la fidanzata del fratello ''la sorella che ho sempre sperato di avere''. Harry oggi e' finito nuovamente sulle pagine dei tabloid in seguito alle rivelazioni dell'ex babysitter dell'attrice americana Catherine Ommanney. Monica Herrero ha raccontato che nel 2007 l'allora 21enne principe avrebbe avuto una serie di incontro romantici con la Ommanney, piu' vecchia di lui di 13 anni e avrebbe mandato due volte a casa sua un autista a prenderla. 
 
La  seconda   viene  da  un mondo   dei boiardi  di stato  ed  in particolare  dall'ambiente  di  solito  che approva  l'ubbir  tacendo  e  le malefatte (  ovviamente  senza  generalizzare  , parlo anche per esperienza  personale amici e  conoscenti  , esiste  una minoranza    che non ci stà a tale  andazzo ) 
 
 repubblica  online  del 16\12\2010

IL CASO

I poliziotti, la piazza e la legalità sulle forze dell'ordine lo strappo dei finiani

Sul mensile di FIlippo Rossi un dibattito su "Genova 2001. Quella ferita da pensare e da curare". "Rifiuto l'idea della destra poliziottesca. La destra è stato di diritto nemmeno gli agenti possono travalicare i limiti"

di CONCETTO VECCHIO
 
I poliziotti, la piazza e la legalità sulle forze dell'ordine lo strappo dei finiani Gli scontri a Roma
 

RIPENSARE il G8 di Genova. Scardinare la retorica che vuole la destra stare sempre dalla parte dei poliziotti, anche quando sbagliano. Mettere in soffitta il law and order con la bava alla bocca. I finiani compiono un nuovo strappo con uno degli elementi costitutivi della loro identità d'origine: il rapporto con le forze dell'ordine. L'ultimo numero di "Caffeina", il mensile diretto da Filippo Rossi - che esce proprio nei giorni in cui Roma è teatro della guerriglia Black bloc - ospita una tavola rotonda su "Genova 2001. Quella ferita da ripensare e da curare", alla quale hanno partecipato Carlo Bonini inviato de La Repubblica, Peter Gomez, direttore de ilfattoquotidiano.it e Luciano Lanna, vicedirettore de Il Secolo d'Italia. Inoltre il magazine contiene un lungo articolo di Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, morto dopo i maltrattamenti subiti dopo un arresto, nella quale ricorda che "ci sono stati tentativi di difendere a prescindere l'operato delle forze dell'ordine: penso all'intervento del sottosegretario Giovanardi, lo stesso che aveva definito mio fratello 'larva umana'". Proprio Gianfranco Fini lo scorso 15 novembre ha voluto presentare a Montecitorio il libro di Ilaria, ringraziandola per non essere andata via dall'Italia.
Per Filippo Rossi il G8 fu "un dramma nazionale". E fa suoi i dubbi sollevati da un poliziotto anonimo, raccolti nell'ultimo libro di Bonini, Acab (Einaudi), dopo che il vicequestore Michelangelo Fournier parlò di "macelleria
messicana": "I colleghi che gridavano Sieg Heil ci fanno vergognare o no? I colleghi che avrebbero minacciato di stupro le signorine antagoniste meritano la nostra esecrazione o no? I colleghi che si accanivano con trenta manganellate sul primo che passava senza sapere se era solo solo un povero illuso pacifista o un violento vero, hanno sbagliato o no? La collega che al telefono con il 118 di Genova, riferendosi alla Diaz, parla di 1 a 0 dimostra di essere intelligente?". Ecco, dice Rossi, "queste domande una destra legalitaria, costituzionale e libertaria non può non farsele. E non può non rispondere, senza zone grigie. Verità e legalità devono essere uguali per tutti, come la legge. Perché non è possibile che in uno Stato di diritto ci sia qualcuno per cui questa regola non valga: fosse anche un poliziotto, un carabiniere, un militare, un agente carcerario. Non può esistere una terra di mezzo in cui si consente quello che non è consentito. Parlare di Genova, a quasi dieci anni di distanza, dunque è parlare di legalità".
E' un cambio di passo doppiamente significativo se si considera che Fini, allora vicepremier, trascorse le ore drammatiche degli scontri nella sala operativa della questura di Genova. Lanna questa nuova visione la declina così: "Io rifiuto l'idea di una destra poliziottesca, la destra è Stato di diritto, rispetto delle regole e delle persone. Quando le forze dell'ordine le travalicano allora negano la destra". "L'unica parte giusta - compendia Rossi - è quella della ricerca della verità".



Niente da nascondere

violenza e corenza poitica di fini

mentre scrivo  questo post  mi viene  in mente  questa  canzone   del  '68\78  intitolata appunto la violenza
E mi accorgo che  Saviano  ha  ragione    e dallla  sua lettera  ne  è  nato un interessante   dibattito  come  quello     della poesia  di Pasolini su  valle giulia ( marzo 1968  )

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Ecco la lettera di Roberto Saviano, indirizzata agli studenti di tutta Italia che hanno protestato contro la Riforma Gelmini, per condannare l’uso della violenza evidenziato nei recenti scontri del 14 Dicembre a Roma. La lettera è stata pubblicata questa mattina su Repubblica:
Chi ha lanciato un sasso alla manifestazione di Roma lo ha lanciatocontro i movimenti di donne e uomini che erano in piazza, chi ha assaltato un bancomat lo ha fatto contro coloro che stavano manifestandoper dimostrare che vogliono un nuovo paese, una nuova classe politica,nuove idee.
Ogni gesto violento è stato un voto di fiducia in piùdato al governo Berlusconi. I caschi, le mazze, i veicoli bruciati, lesciarpe a coprire i visi: tutto questo non appartiene a chi sta cercandoin ogni modo di mostrare un’altra Italia.
I passamontagna, isampietrini, le vetrine che vanno in frantumi, sono le solite, vecchiereazioni insopportabili che nulla hanno a che fare con la molteplicitàdei movimenti che sfilavano a Roma e in tutta Italia martedì. Poliziottiche si accaniscono in manipolo, sfogando su chi è inciampato rabbia,frustrazione e paura: è una scena che non deve più accadere. Poliziottiisolati sbattuti a terra e pestati da manipoli di violenti: è una scenache non deve più accadere. Se tutto si riduce alla solita guerra instrada, questo governo ha vinto ancora una volta. Ridurre tutto ascontro vuol dire permettere che la complessità di quelle manifestazionie così le idee, le scelte, i progetti che ci sono dietro venganoraccontate ancora una volta con manganelli, fiamme, pietre elacrimogeni. Bisognerà organizzarsi, e non permettere mai più che pochecentinaia di idioti egemonizzino un corteo di migliaia e migliaia dipersone. Pregiudicandolo, rovinandolo.
Scrivo questa lettera ai ragazzi, molti sono miei coetanei, che stannooccupando le università, che stanno manifestando nelle strade d’Italia.Alle persone che hanno in questi giorni fatto cortei pieni di vita,pacifici, democratici, pieni di vita. Mi si dirà: e la rabbia dove lametti? La rabbia di tutti i giorni dei precari, la rabbia di chi nonarriva a fine mese e aspetta da vent’anni che qualcosa nella propriavita cambi, la rabbia di chi non vede un futuro. Beh quella rabbia,quella vera, è una caldaia piena che ti fa andare avanti, che ti tienedesto, che non ti fa fare stupidaggini ma ti spinge a fare cose serie,scelte importanti. Quei cinquanta o cento imbecilli che si sono tiratiindietro altrettanti ingenui sfogando su un camioncino o con unasassaiola la loro rabbia, disperdono questa carica. La riducono a uncalcio, al gioco per alcuni divertente di poter distruggere la cittàcoperti da una sciarpa che li rende irriconoscibili e piagnucolandoquando vengono fermati, implorando di chiamare a casa la madre echiedendo subito scusa.
Così inizia la nuova strategia dellatensione, che è sempre la stessa: com’è possibile non riconoscerla? Com’è possibile non riconoscerne le premesse, sempre uguali? Quegli incappucciati sono i primi nemici da isolare. Il “blocco nero” o comediavolo vengono chiamati questi ultrà del caos è il pompiere delmovimento. Calzano il passamontagna, si sentono tanto il SubcomandanteMarcos, terrorizzano gli altri studenti, che in piazza Venezia urlavanodi smetterla, di fermarsi, e trasformano in uno scontro tra manganelliquello che invece è uno scontro tra idee, forze sociali, progetti le cuiscintille non devono incendiare macchine ma coscienze, molto piùpericolose di una torre di fumo che un estintore spegne in qualchesecondo.
Questo governo in difficoltà cercherà con ogni mezzo didelegittimare chi scende in strada, cercherà di terrorizzare gliadolescenti e le loro famiglie col messaggio chiaro: mandateli in piazzae vi torneranno pesti di sangue e violenti. Ma agli imbecilli col cascoe le mazze tutto questo non importa. Finito il videogame a casa,continuano a giocarci per strada. Ma non è affatto difficile bruciareuna camionetta che poliziotti, carabinieri e finanzieri lasciano comeesca su cui far sfogare chi si mostra duro e violento in strada, edelatore debole in caserma dove dopo dieci minuti svela i nomi di tutti isuoi compari. Gli infiltrati ci sono sempre, da quando il primo operaioha deciso di sfilare. E da sempre possono avere gioco solo se hannoseguito. E’ su questo che vorrei dare l’allarme. Non deve mai più accadere.
Adesso parte la caccia alle streghe; ci sarà la volontàdi mostrare che chi sfila è violento. Ci sarà la precisa strategia dievitare che ci si possa riunire ed esprimere liberamente delle opinioni. E tutto sarà peggiore per un po’, per poi tornare a com’era, a come èsempre stato. L’idea di un’Italia diversa, invece, ci appartiene e ciunisce. C’era allegria nei ragazzi che avevano avuto l’idea dei BookBlock, i libri come difesa, che vogliono dire crescita, presa dicoscienza. Vogliono dire che le parole sono lì a difenderci, che tuttoparte dai libri, dalla scuola, dall’istruzione. I ragazzi delleuniversità, le nuove generazioni di precari, nulla hanno a che vederecon i codardi incappucciati che credono che sfasciare un bancomat siaaffrontare il capitalismo. Anche dalle istituzioni di polizia in piazzabisogna pretendere che non accadano mai più tragedie come a Genova. Ognispezzone di corteo caricato senza motivazione genera simpatia verso chicon casco e mazze è lì per sfondare vetrine. Bisogna fare in modo chein piazza ci siamo uomini fidati che abbiano autorità sui gruppetti dipoliziotti, che spesso in queste situazioni fanno le loro battagliepersonali, sfogano frustrazioni e rabbia repressa. Cercare in tutti imodi di non innescare il gioco terribile e per troppi divertente dellaguerriglia urbana, delle due fazioni contrapposte, del ne resterà inpiedi uno solo.
Noi, e mi ci metto anche io fosse solo per età eper  -  Dio solo sa la voglia di poter tornare a manifestare un giornocontro tutto quello che sta accadendo  -  abbiamo i nostri corpi, lenostre parole, i colori, le bandiere. Nuove: non i vecchi slogan, non isoliti camion con i vecchi militanti che urlano vecchi slogan, vecchiecanzoni, vecchie direttive che ancora chiamano “parole d’ordine”. Questaera la storia sconfitta degli autonomi, una storia passata per fortuna.Non bisogna più cadere in trappola. Bisognerà organizzarsi, allontanarei violenti. Bisognerebbe smettere di indossare caschi. La testa serveper pensare, non per fare l’ariete. I book block mi sembrano unarisposta meravigliosa a chi in tuta nera si dice anarchico senza saperecos’è l’anarchismo neanche lontanamente. Non copritevi, lasciatelo fareagli altri: sfilate con la luce in faccia e la schiena dritta. Sinasconde chi ha vergogna di quello che sta facendo, chi non è in gradodi vedere il proprio futuro e non difende il proprio diritto allostudio, alla ricerca, al lavoro. Ma chi manifesta non si vergogna e nonsi nasconde, anzi fa l’esatto contrario. E se le camionette bloccano lastrada prima del Parlamento? Ci si ferma lì, perché le parole stannoarrivando in tutto il mondo, perché si manifesta per mostrare al Paese, achi magari è a casa, ai balconi, dietro le persiane che ci sono dirittida difendere, che c’è chi li difende anche per loro, che c’è chigarantisce che tutto si svolgerà in maniera civile, pacifica edemocratica perché è questa l’Italia che si vuole costruire, perché èper questo che si sta manifestando. Non certo lanciare un uovo sullaporta del Parlamento muta le cose.
Tutto questo è molto più chebruciare una camionetta. Accende luci, luci su tutte le ombre di questopaese. Questa è l’unica battaglia che non possiamo perdere.
Roberto Saviano

Ecco la risposta dell’Unione degli Universitari alla lettera di Saviano:
GRAZIE ROBERTO, IL TUO APPELLO E’ ANCHE IL NOSTRO.
Andiamo avanti a viso scoperto, con le nostre idee e le nostre lotte.
Così l’Unione degli Universitari e la Rete degli Studenti, che in questi mesi hanno organizzato manifestazioni e proteste nelle scuole, negli atenei e nelle piazze di tutta Italia, rispondono in una lettera inviata a LaRepubblica all’appello di Roberto Saviano contro le degenerazioni violente.
Gli scontri di martedì fanno male al movimento studentesco, hai ragione. Fanno male a tutto il Paese, perché offuscano una mobilitazione straordinariamente condivisa nelle sue ragioni e nelle sue pratiche dalla società civile, dall’opinione pubblica” spiega la lettera “Per questo crediamo che il tuo intervento rappresenti lucidamente le paure e le speranze di chi vede questo movimento come un elemento sano della nostra società e vuole difenderlo da una degenerazione violenta. La ribellione, quella sana e colorata, che in queste settimane ha paralizzato per intere giornate il Paese, ci ha dato una spinta propulsiva e una visibilità inaspettata.”
“In questi mesi abbiamo scoperto di non essere soli- continua la lettera – di essere una moltitudine in grado di cambiare l’agenda politica, e abbiamo conquistato l’affetto e il sostegno di larga parte del Paese, che applaude i nostri blocchi stradali, ci difende e ci aiuta a continuare.”
Gli scontri di martedì non possono oscurare tutto questo:“Crediamo che ognuno debba fare la sua parte per tener viva la speranza che abbiamo riacceso, per sconfiggere chi crede di azzittire un’intera generazione con metodi antichi, che puzzano di naftalina e ricordano le peggiori stagioni di questa Repubblica.”
Insomma un appello per continuare la battaglia a volto scoperto “A chi scientemente semina terrore, rispondiamo con le nostre idee e le nostre lotte, con la voglia di riscatto di una generazione che ha finalmente capito che si può vincere, e che per farlo c’è bisogno di tutti.
Una generazione che usa parole più pesanti delle pietre e sa scendere in piazza a viso scoperto.”
Infine l’Unione degli Universitari e la Rete degli Studenti Medi chiedono allo scrittore un incontro per confrontarsi sulla battaglia culturale per una società della conoscenza e della libera informazione.
  ed  ecco qui le altre risposte




veniamo al  2  argomento 

Non è per dare ragione a Berlusconi e company fini dovrebbe dimettersi visto che ha perso a scommessa  fatta    in cui diceva  che   se  non passava  la  sfiducia si sarebbe dimesso , ma  soprattutto  ora  che a Gennaio inaugurerà  un uovo partito rimandendo al suo posto perderebbe quel ruolo d'obbiettività  parziale  o effettiva  che   tutti gli hanno riconoscoiuto  che lo ha caratterizzato nella carica ricoperta




"Accettiamo le lire». E la gente affolla un negozio di intimo a Sassari

 

<< Qualche giorno fa un uomo anziano è entrato in negozio con 1500 lire: "Cosa compro con questi?". Donatella ha sorriso e gli ha dato un paio di calze. "Accettiamo pagamenti in lire". Quel cartello nelle vetrine del negozio di intimo per donna e uomo Fadda e Urzati al Corso di Sassari (esiste dal 1860) non è passato inosservato
di Nadia Cossu
>>
 
Appena  ho letto  questa   news , mentre  facevo ricerche  sul sito  della nuova Sardegna   mi sono chiesto    Ma  stiamo  impazzendo oppure  è una trovata  pubblicitaria   ironica   sfruttando  l'odio   \ mlumore  che ancora persiste   verso l'euro  , e  la nostalgia  della nostra  vecchia  moneta  ?  a  voi  la  risposta 
 
 
                     Donatella e Marzia del negozio Urzati al Corso
 
 
SASSARI. Ieri mattina - «ma succede tutti i giorni» dicono le proprietarie - la gente passava davanti alla vetrina e non poteva fare a meno di fermarsi a leggere il biglietto bianco. Sui visi spuntava un sorriso che aveva sapore di nostalgia.
Donatella e Marzia del negozio Urzati al Corso
«L'idea ci è venuta ascoltando un servizio del tg in televisione - ha raccontato Donatella, titolare del punto vendita insieme alla collega Marzia - In tempi di crisi come quello che stiamo vivendo, considerato che c'è sempre qualcuno che conserva nei cassetti o nelle tasche dei giubbotti le vecchie lire, abbiamo pensato che spenderle sarebbe stato come farsi un regalo senza toccare il budget (degli euro naturalmente ndc)». Con la sensazione, in sintesi, di comprare gratis. Idea geniale.
Ci hanno visto bene Donatella e Marzia. Negli ultimi giorni hanno incassato 300mila lire e una sola moneta da cinquecento. «Una signora ha speso 80mila lire, un'altra 180 che aveva trovato nella tasca di una vecchia giacca. Gli acquisti sono soprattutto collant e biancheria. Una volta che avremo racimolato una cifra importante faremo un unico viaggio alla Banca d'Italia e li cambieremo».
Non stiamo facendo un'«opera pia», precisano. «Siamo commercianti prima di tutto però abbiamo pensato di fare un servizio utile ai nostri clienti». Il negozio (che prima era anche merceria) esiste dal 1860. «Tre anni fa lo abbiamo rilevato dai vecchi proprietari».

L’AQUILA E LA BAMBINA CIECA

da  Claudia Pasquariello 18 dicembre alle ore 15:10 · Il vento sussurrava tra i pini della montagna, portando con sé gli echi di un mondo ...