11.12.08

da Riflessioni - Guerre e pace

 

“Una singola morte è una tragedia, un milione di morti è una statistica.“
Stalin


"Combattere per la pace è come fare l'amore per la verginità."
J. Lennon



guerra Vietnam


 


La nascita e la morte rappresentano i due più affascinanti momenti dell’esistenza umana ed intorno ad essi, e per essi, ruota l’intera vita di ogni singolo individuo. Questi verrà al mondo nel parto, generato da un altro essere nel suo sacrificio di carne ed amore. Da questo momento in poi sarà attore di esistenza e domande sul principio, sullo scopo e sulla fine del suo vivere.


Ognuno di noi nel corso della propria vita cerca di trovare risposte plausibili alla morte che – normalmente – per prima sperimenta nella perdita dei propri cari, quasi come naturale preparazione alla propria stessa “fine”.


Alcuni individui ricercano le risposte a questi due misteri cardinali nella fede, altri nella ragione e nell’indagine scientifica, altri ancora nelle leggi proprie della natura e nel fatalismo ad essa correlato.


Ma de facto nessuno è mai pronto alla morte.


Nemmeno il suicida, nemmeno il disperato desidera realmente la propria fine, paradossalmente se ne serve per fuggire alla vita che ama e disprezza nella sua non corrispondenza alle aspettative d’amore ch’egli nutre per essa.


Ma se difficile ed intimamente inaccettabile anche per il praticante cristiano, musulmano, buddista … che abbia goduto di una vita normalmente lunga e serena preparandosi al “trapasso” nella fede e nelle “risposte” che essa gli offre per affrontare il distacco dalla “vita”, quanto può essere inaccettabile, insopportabile ed intollerabile la fine per causa esterna al normale corso vitale di un individuo, per mano estranea, violenta e cruenta che vada a spezzare per ragioni di opportunità, convenienza, ricchezza o - semplicemente - per bieca malvagità fine a se stessa, la vita di un singolo o di un insieme di singoli individui?


Come possono fede o ragione dare delle risposte alle stragi, alle guerre (chimiche, intelligenti, atomiche, di liberazione, di ”pace”), agli abusi, alle violenze ed alle morti di tanti singoli individui che vivevano le loro vite come se fossero la cosa più preziosa della loro parentesi d’esistenza?


Come?


Eppure ai misteri fondamentali della nascita e della morte, dobbiamo ancora oggi associare il mistero della crudeltà dell’uomo verso l’uomo: il mistero della guerra.


 


“La pace non è una bandiera multicolore, una manifestazione di piazza tra canti e folklore, la pace è un’ideale sulla bocca d’un branco di iene.”


n.c.




 ba102


Il nostro mondo è attualmente teatro di circa 30 conflitti. Alcuni di essi vastamente “pubblicizzati”, altri semplicemente accennati o dimenticati. In Afghanistan abbiamo iniziato a contare vittime nel 2001, in Iraq nel 2003, della Georgia si comincia appena adesso a prendere reale coscienza. E questi sono i conflitti bellici “nobili”, quelli degni di menzione.


Poi ci sono le migliaia di morti dimenticate, quelle delle formiche, le “predestinate” e senza interesse, delle vicine Africa ed Asia.


 


Conflitti bellici nel mondo:


 


1. Iraq   80 mila morti dal 2003
2. Israele-Palestina   5 mila morti dal 2000
3. Libano   1.200 dal 2006
4. Turchia-Kurdistan   40 mila morti dal 1984
5. Afghanistan   25 mila morti dal 2001
6. Pakistan-Waziristan   3 mila dal 2004
7. Pakistan-Balucistan   450 morti dal 2005
8. India-Kashmir   90 mila morti dal 1989
9. India-Nordest   50 mila morti dal 1979
10. India-Naxaliti   6 mila morti dal 1967
11. Sri Lanka-Tamil   68 mila morti dal 1983
12. Birmania-Karen   30 mila morti dal 1988
13. Thailandia-Sud   2 mila morti dal 2004
14. Filippine-Mindanao  150 mila morti dal 1971
15. Filippine-Npa  40 mila morti dal 1969
16. Russia-Cecenia   250 mila morti dal 1994
17. Georgia-Abkhazia   28 mila morti dal 1992
18. Georgia-Ossezia   2.800 morti dal 1991
19. Algeria   150 mila morti dal 1991
20. Costa d’Avorio   5 mila morti dal 2002
21. Nigeria   11 mila morti dal 1999
22. Ciad   50 mila morti dal 1996
23. Sudan-Darfur   250 mila morti dal 2003
24. Rep.Centrafricana   2 mila morti dal 2003
25. Somalia   500 mila morti dal 1991
26. Uganda   20 mila morti dal 1986
27. Congo R.D.   4 milioni di morti dal 1998
28. Colombia   300 mila morti dal 1964
29. Haiti   1.500 morti dal 2004


 


Ma la lista è tristemente incompleta.


.



n.c. 



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10.12.08

Senza titolo 1088

IL MIO LAVORO, IL MIO NOME, LA MIA STORIA


 



I miei giorni continuavano a scorrere come un fiume in piena senza argini: veloci, dirompenti, rapaci e senza una linea guida capace di inventarmi di nuovo o concedermi una strada alternativa da seguire senza intoppi e senza le finte illusioni che da sempre mi accompagnavano. Mi stavo lasciando vivere senza cercare di catturare ciò che volevo davvero; prendevo ciò che la vita mi elemosinava mentre i giorni scorrevano e, quel dannato lunedì, si avvicinava sempre di più. Forse Paolo, lo psicologo stronzo, sarebbe tornato, o forse sarebbe sparito per sempre dalla mia vita; volevo vederlo ma avevo paura di incrociare di nuovo i suoi occhi neri: neri come il carbone nero, aggressivi e scrutatori come una mano gelida che mi aveva violentato l’anima da dentro; io, invece, da brava puttana quale ero, lo avevo lasciato fare e, per un attimo, avevo raggiunto il mio orgasmo, solo fissandolo in viso per un secondo eterno; un piacere che era diverso da quello che mi regalava il sesso, un piacere nuovo, mai provato prima d‘ora.


Con il suo volto chiaro e deciso e con la sua voce calda e sincera aveva avuto prima il potere di dare pace ai miei sensi e, subito dopo, di sconvolgerli completamente.


Avevo fretta di vivere perché sentivo che non stavo più vivendo ma passeggiando sopra i miei giorni; volevo rivederlo ma avevo paura; e dentro di me qualcosa si stava muovendo finalmente, il mio corpo stava mutando, la mia anima era stata seviziata, il mio cuore e la mia testa si maledivano a vicenda e io, ero spettatrice del mio più grande sfacelo: l’espiazione da me stessa.


L’amore; i baci; il sesso; le carezze lunghe una notte intera; le mani che sfioravano mani sempre nuove; il vuoto del mio cuore. Perché tutto ciò? Perché non sapevo che farne della mia vita? Perché non riuscivo ad avere ciò che volevo?


Ma io, fondamentalmente, cosa desideravo davvero?


 


Il telefono che squillò era una campana veloce che trillava l’orecchio.


Era Marta.


“Ciao Maria. Finalmente ti trovo! Che fine avevi fatto? Con Paolo?”


“….anche io sono felice di sentirti! Con Paolo non so se ci sarà una seconda seduta.”


“Lo hai trattato male come al tuo solito? Sei una grandissima stronza lo sai?!”


“No, non è quello, è che è un grandissimo ciarlatano. Non sa fare il suo lavoro.”


“La verità è che tu sei intrattabile!”


“Può darsi….. Ma dove sei ora?”


“Sono a Rimini con un cliente. Un riccone che mi sta pagando la vacanza. Ti sento evasiva, hai qualche problema?!”


“Il solito, sono confusa e non vedo nulla di buono nel mio futuro!”


“Non dire queste cazzate amore mio. Sei una gran bella prostituta anche te, se ti impegni puoi arrivare a guadagnare quello che guadagno io…ahaha. Certo forse non sarai mai alla mia altezza, poiché io le tue crisi non le vivo….. la mia è una missione che porterò a termine da vincente.”


“Ma lo capisci o no che è proprio questo quello che non voglio, e tu continui a remarmi contro…”


“Senti Maria, tu hai bisogno di un consiglio da amica o vuoi sentire solo quello che ti fa piacere a te? Sei in crisi? Bene, io ti dico di uscirne tornando a fare quello che sai fare meglio, ovvero la puttana. Ma non capisci che per gente come noi non c’è nulla in questo mondo, non siamo fatte per l’amore e non siamo fatte per fare qualche altro lavoro che non sia scopare!....E sinceramente la donna delle pulizie non mi aggrada….


Maria, io ti ho accolta come una figlia perché in te rivedevo me stessa e la mia voglia di essere la migliore nel mio campo, quindi per favore, non deludermi cercando qualcosa che non puoi trovare…… perché non esiste!”


“D’accordo Marta, forse hai ragione tu, forse questa mia ansia è dovuta alla mancanza di qualcosa di stabile.!”


“Ma qualcosa di stabile lo hai: il tuo lavoro, il tuo nome e la tua storia…pensaci! Ora scappo, un bacio Marì!”


 


Luja


la rai ritrasmettera senza censura I segreti di Brokeback Mountain

 secondo la  versione ufficiale  invece  non c'è stata censura   rai  e  che  lo  ritrasmetteranno senza  tagli (  ? sarà vero  )  . Infatti da reèpubblica  online   :  " A dare la notizia del dietrofront di RaiDue è stata Vladimir Luxuria, vincitrice dell'ultima edizione dell'Isola dei famosi, in onda proprio sulla rete diretta da Marano. "L'ho sentito per chiedergli cos'era successo. Mi sembravano troppo strani questi tagli, dopo che la scorsa settimana era andato in onda senza tagli Transamerica e anche dopo la mia partecipazione all'Isola - ha spiegato - lui mi ha detto che il taglio non è dipeso dalla rete e che il film è arrivato a RaiDue già tagliato. Per questo ha preso l'impegno di rimandarlo in onda integrale. Far vedere un film che ha vinto il Leone d'oro a Venezia e 4 Premi Oscar con quei tagli è come far veder la Gioconda senza testa".
Nessuna censura, preciserà più tardi la nota della Rai: "Una serie di casualità ha impedito la messa in onda della versione originale. La Rai ha comprato i diritti del film tramite Rai Cinema. Per un'eventuale trasmissione senza vincoli di orario, è stato chiesto alla società Bim, che l'ha distribuito nelle sale, il visto censura. In seguito a tale richiesta, il distributore ha consegnato la copia che aveva ottenuto il visto, mentre non è stato sollecitato l'invio contestuale della versione integrale. Pertanto - continua la nota - quando RaiDue ha deciso di trasmettere il film ha ritenuto di utilizzare la versione integrale non verificando sul terminale che la versione in possesso della Rai era quella che aveva ottenuto il visto censura per la trasmissione senza vincoli di orario". Il direttore di RaiDue, dunque, "ha preso l'impegno di mettere in programmazione la replica del film nella versione cinematografica senza tagli".

Senza titolo 1087

Marx


"Il grande vecchio del "comunismo", in realtà è il massimo analista del capitalismo, solo che pensa e spiega anche come superarlo! A tutt'oggi insuperato per difetto di prassi, leggasi, Gramsci in proposito!"

LETTERINA DI NATALE

 


















 



LETTERINA DI NATALE







LETTERINA DI

NATALE


 dal blog di rossella drudi http://www.diteloame.splinder.com




"SFIDA AI DIRIGENTI DELLA

TELEVISIONE"








Molti lamentano i disagi dovuti alla

mancanza di una vita sociale e culturale organizzata fuori dal Centro







il "cattivo" nelle periferie "buone" (viste

con dormitori senza verde, senza servizi, senza autonomia, senza più reali

rapporti umani). Lamento retorico. Se infatti ciò di cui nelle periferie si

lamenta la mancanza, ci fosse, esso sarebbe comunque organizzato dal Centro.

Quello stesso Centro che, in pochi anni, ha distrutto tutte le culture

periferiche dalle quali, appunto, fino a pochi anni fa, era assicurata una vita

propria, sostanzialmente libera, anche alle periferie più povere e addirittura

miserabili.



Nessun centralismo fascista è riuscito a fare ciò che ha

fatto il centralismo della civiltà dei consumi. Il fascismo proponeva un

modello, reazionario e monumentale, che però restava lettera morta. Le varie

culture particolari (contadine, sottoproletarie, operaie) continuavano

imperturbabili a uniformarsi ai loro antichi modelli: la repressione si limitava

ad ottenere la loro adesione a parole. Oggi, al contrario, l’adesione ai modelli

imposti dal Centro, è totale e incondizionata. I modelli culturali reali sono

rinnegati. L’abiura è compiuta. Si può dunque affermare che la "tolleranza"

della ideologia edonistica, voluta dal nuovo potere, è la peggiore delle

repressioni della storia umana. Come si è potuta esercitare tale repressione?

Attraverso due rivoluzioni, interne all’organizzazione borghese: la rivoluzione

delle infrastrutture e la rivoluzione del sistema d’informazioni.



Le strade, la motorizzazione ecc. hanno ormai strettamente unito

la periferia al Centro, abolendo ogni distanza materiale. Ma la rivoluzione del

sistema d’informazioni è stata ancora più radicale e decisiva. Per mezzo della

televisione il Centro ha assimilato a sé l’intero paese, che era così

storicamente differenziato e ricco di culture originali. Ha cominciato un'opera

di omologazione distruttrice di ogni autenticità e concretezza. Ha imposto cioè,

come dicevo, i suoi modelli: che sono i modelli voluti dalla nuova

industrializzazione, la quale non si accontenta più di un "uomo che consuma", ma

pretende che non siano concepibili altre ideologie che quella del consumo. Un

edonismo neo-laico, ciecamente dimentico di ogni valore umanistico e ciecamente

estraneo alle scienze umane.



L’antecedente ideologia voluta e

imposta dal potere era, come si sa, la religione: e il cattolicesimo, infatti,

era formalmente l’unico fenomeno culturale che "omologava" gli italiani. Ora

esso è diventato concorrente di quel nuovo fenomeno culturale "omologatore" che

è l’edonismo di massa: e, come concorrente, il nuovo potere già da qualche anno

ha cominciato a liquidarlo. Non c’è infatti niente di religioso nel modello del

Giovane Uomo e della Giovane Donna proposti e imposti dalla televisione. Essi

sono due Persone che avvalorano la vita solo attraverso i suoi Beni di consumo

(e, s’intende, vanno ancora a messa la domenica: in macchina).



Gli italiani hanno accettato con entusiasmo questo nuovo modello

che la televisione impone loro secondo le norme della Produzione creatrice di

benessere (o, meglio, di salvezza dalla miseria). Lo hanno accettato: ma sono

davvero in grado di realizzarlo?

No. O lo realizzano

materialmente solo in parte, diventandone la caricatura, o non riescono a

realizzarlo che in misura così minima da diventarne vittime. Frustrazione o

addirittura ansia nevrotica sono ormai stati d’animo collettivi. Per esempio, i

sottoproletari, fino a pochi anni fa, rispettavano la cultura e non si

vergognavano della propria ignoranza. Anzi, erano fieri del proprio modello

popolare di analfabeti in possesso però del mistero della realtà. Guardavano con

un certo disprezzo spavaldo i "figli di papà", i piccoli borghesi, da cui si

dissociavano, anche quando erano costretti a servirli.

Adesso,

al contrario, essi cominciano a vergognarsi della propria ignoranza: hanno

abiurato dal proprio modello culturale (i giovanissimi non lo ricordano neanche

più, l’hanno completamente perduto), e il nuovo modello che cercano di imitare

non prevede l’analfabetismo e la rozzezza. I ragazzi sottoproletari umiliati

cancellano nella loro carta d'identità il termine del loro mestiere, per

sostituirlo con la qualifica di "studente". Naturalmente, da quando hanno

cominciato a vergognarsi della loro ignoranza, hanno cominciato anche a

disprezzare la cultura (caratteristica piccolo-borghese, che essi hanno subito

acquisito per mimesi). Nel tempo stesso, il ragazzo piecolo-borghese,

nell’adeguarsi al modello "televisivo" che, essendo la sua stessa classe a

creare e a volere, gli è sostanzialmente naturale, diviene stranamente rozzo e

infelice. Se i sottoproletari si sono imborghesiti, i borghesi si sono

sottoproletarizzati. La cultura che essi producono, essendo di carattere

tecnologico e strettamente pragmatico, impedisce al vecchio "uomo" che è ancora

in loro di svilupparsi. Da ciò deriva in essi una specie di rattrappimento delle

facoltà intellettuali e morali.

La responsabilità della

televisione in tutto questo è enorme. Non certe in quanto "mezzo tecnico", ma in

quanto strumento del potere e potere essa stessa. Essa non è soltanto un luogo

attraverso cui passano i messaggi, ma è un centro elaboratore di messaggi. È il

luogo dove si fa concreta una mentalità che altrimenti non si saprebbe dove

collocare. E attraverso lo spirito della televisione che si manifesta in

concreto lo spirito del nuovo potere. Non c’è dubbio (lo si vede dai risultati)

che la televisione sia autoritaria e repressiva come mai nessun mezzo di

informazione al mondo. Un giornale fascista e le scritte sui cascinali di slogan

mussoliniani fanno ridere: come (con dolore) l’aratro rispetto a un trattore. Il

fascismo, voglio ripeterlo, non è stato sostanzialmente in grado nemmeno di

scalfire l’anima del popolo italiano; il nuovo fascismo, attraverso i nuovi

mezzi di comunicazione e di informazione (specie, appunto la televisione), non

solo l’ha scalfita, ma l’ha lacerata, violata bruttata per sempre…





(Questo articolo non è stato scritto pochi giorni fa e

da un giornalista qualsiasi, ma è stato preso dal …)



Corriere Della Sera del 9

dicembre 1973.


(con questo titolo)

“Sfida ai dirigenti della televisione"



di: Pier Paolo Pasolini.



Sono passati ben 35

anni, ma le cose non sembrano diverse oggi, anzi, forse sono peggiorate. Babbo

Natale portaci un po’ di sana coscienza!



Chiudo con una

citazione del sommo P. P. P., e Buon Natale a tutti.



Baci dalla

sempre vostra, Rossella.



“Penso dei comunisti da salotto ciò che

penso del salotto. Merda”



Aggiungerei: che si "vendono" e vedono

in tv sempre di più oggi, ogni riferimento è puramente voluto!


(alcuni di loro poi, hanno anche sdoganato un reality sul quale fino a poco tempo fa avevano sputato sopra, solo il loro abbigliamento non cambia mai, pantaloni di velluto a costine (anni 68) atteggiamento da io so tutto e tu non  capisci niente. Che schifo! .... E poi si domandano come mai perdono  le elezioni, chiedetelo a tanti se non tutti  i disillusi di sinistra come me, magari siamo romantici idealisti, ma non coglioni! E la maggioranza ringrazia la vostra superbia narcisista che ci ha portati a questo!

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Senza titolo 1086

  L'AVETE LETTA LA FIABA IL SACCHETTO CON DUE SOLDI ?  :-)


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Senza titolo 1085

Senza titolo 1084

 


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 Innevati campi di margherite si tendono all'occhio fuoritempo
pile di vecchi impolverati diari imbottiscono angoli;
infinitesimali alte scale stagliano aria e cielo
ipersensibilità intercettano e bloccano impetuosità.


Brama di vitale quiete interrompe burrascosi flussi nascenti
sguardi inseguono dolci chimere intagliando armoniosi profumi;
laddove  ragione non si  addentra ciò che ne rimane è possibile
gradito cambio di probabili credenze in possibili sensazioni.

Ecco i veri super eroi


Un cane soccorre un altro cane.....le parole non servono!



10 dicembre 1948

gregge 2


Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. 10 dicembre 1948.  Si rispettano i diritti dell'uomo? Io non credo che si rispettano, i diritti di tutti. Ci sono ancora tantissimi poveri, che a testa china s'incamminano verso la morte. Morti di sete, di fame, morti bianche, loro muiono per noi, per il nostro egoismo. Spesso leggo di statistiche, l' allarme della Fao, miliardi di esseri umani che spariscono. Quali sono le loro colpe?  facciamo qualcosa, non lasciamo ai nostri posteri solo  statistiche negative? Abbiamo tanto, anche troppo, non lamentiamoci e ricordiamoci di loro.Sento ancora la voce di mio padre, che ci raccomandava di rispettare e aiutare il prossimo, ricordo ancora quando ci portava i poveri a mangiare a casa, li ospitava e gli davamo il nostro letto, a noi restava  il pavimento. Questo era mio padre. Sono due anni, che sto cercando di disfarmi della cose che a me non servono più. Desideravo dedicare gli anni che mi sono rimasti, alla semina di attimi di amore, ma, questo periodo infelice che stiamo vivendo, sta rallentando il mio progetto, ogni sera mi addormento con la speranza  di un giorno migliore, mi sento ancora in forza per dare una mano, ma tutto si è bloccato, oppure mi devo arrendere, perchè non sono all' altezza di uscire da questa situazione, eppure a me sembra che sto facendo il possibile.Se voi amici avete qualche consiglio,  aiutatemi a trovare l'ultimo tratto di strada che mi è rimasto da percorrere, grazie Un grande abbraccio franca 

Senza titolo 1083

  VE LO RICORDATE IL FUMETTO KIRK WESTERN ?  :-)


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Barack Obama, Il Gange, il kebab, Diwali ecc...








Cari amici


Ecco la storia sulle kebabberie in Italia:


http://etnomondi1.splinder.com/post/19223456/LE+KEBABBERIE


Il Libano è la Terra dei cedri:


http://etnomondi1.splinder.com/post/19223454/BAB+ZUWEILA%3A+IL+LIBANO%2C+LA+TER


La vincita di Barack Obama è davvero un passo avanti per il mondo?


http://etnomondi1.splinder.com/post/19223450/BARACK+OBAMA%3A+UN+PASSO+AVANTI%3F


A spasso sui bus africani:


http://etnomondi1.splinder.com/post/19223444/A+SPASSO+SUI+BUS+AFRICANI


La storia del fiume Gange in India:


http://etnomondi1.splinder.com/post/19223435/FIUMI+DI+VITA%3A+GANGE


Il festival delle luci Diwali:


http://etnomondi1.splinder.com/post/19223430/DIWALI%3A+IL+FESTIVAL+DELLE+LUCI


Il Caodaismo:


http://etnomondi1.splinder.com/post/19223426/CAODAISMO


Alla prossima

9.12.08

Senza titolo 1082

  QUESTA E' UNA VECCHIA MACCHINA DA UVA !  L'AVETE MAI VISTA ?  :-)


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la destra non vuole che la gente ragioni i caso soru da fazio

da http://www.altravoce.net/
<<
 
L'effetto-Soru ha fatto scomodare Maurizio Gasparri, inviperito contro Fabio Fazio. Il capogruppo del Pdl al Senato, da sempre il più berlusconiano di Alleanza nazionale, ha addirittura invocato l'intervento nientemeno che di Rosario Villari. Quello scelto dalla destra nelle file del Pd per presiedere la commissione di vigilanza Rai: rimasto stoicamente al suo posto nonostante la successiva indicazione unanime per Sergio Zavoli. Villari è stato poi espulso dal Pd, dove era approdato dall'Udeur di Mastella: coerenza, innanzitutto. Indubbiamente una figura di altissimo profilo morale politico, la più adatta a sanzionare eventualmente Fazio per aver ospitato a “Che tempo che fa” Renato Soru. Deve aver lasciato davvero il segno, l'intervista di domenica, se oltre Gasparri anche il suo vice Francesco Casoli, è all'attacco del conduttore. Ma il fatto più sorprendente è che i due non contestano il contenuto dell'intervista. Non hanno censurato la trasmissione per una sola parola di Soru. Non potevano. Non è stato un comizio né una sparata politico-elettorale, non ci sono state parole forti e neanche polemiche verso Berlusconi, il centrodestra o gli avversari nel Pd. Ha proposto la sua idea della politica, le sue ragioni, solo pacatamente confermando la linea arcinota sulla situazione alla Regione e la decisione di continuare a fare politica in e per la Sardegna, escludendo un orizzonte nazionale. “Schivo e pensieroso”, lo ha definito il “Corriere della Sera”, che come altri quotidiani nazionali segue come mai è accaduto in passato il percorso di un presidente della Sardegna non più alieno ma certo anomalo nella politica nazionale. Non le parole ma solo la presenza di Soru da Fazio hanno scatenato le ire di Gasparri e Casoli. Forse neanche gli applausi scroscianti, l'ultimo particolarmente vibrante e prolungato, di un pubblico che non è una doppia claque di sinistra e destra come a “Ballarò” o unilaterale come da Santoro: meno schierato e impegnato politicamente ma non per questo meno sensibile a temi alti. Evidentemente è stato davvero notevole l'impatto del Soru più tranquillo e in palla, disteso, sorridente ma intenso visto finora in tv. Sicuramente ha dato grande fastidio che da una platea televisiva nazionale ad alto gradimento e di elevata audience arrivasse l'immagine e la sostanza che un altro politico non solo è possibile ma anche c'è: stride con i mestieranti vocianti, ottiene naturaliter un consenso complessivo ben superiore a quello in caduta libera del Pd. La reazione di Gasparri non è solo indirizzata alla Sardegna e alle probabili elezioni anticipate, in vista delle quali crea disagio e fastidio un sicuro candidato credibile e convincente come è apparso il presidente dimissionario. All'esponente della destra è riuscito sicuramente sgradito che in un momento di grande difficoltà di Veltroni e del Pd, il maggior partito di opposizione proponesse di sé l'immagine di una personalità ormai stabilmente all'attenzione di tutto il Paese, non solo della Sardegna. È ormai è chiaro e noto a tutti che Soru ha conquistato tanta parte degli italiani, sicuramente anche il rispetto dell'elettorato di destra, con la sua sobrietà, la diversità dell'approccio ma anche la semplicità e profondità efficaci e coinvolgenti delle sue affermazioni. È ugualmente noto che ai sardi in transito in tanti ambienti della penisola - specie tra personalità prestigiose, simpatizzanti e dirigenti di base del centrosinistra - accade sempre più spesso di sentirsi dire: “Beati voi che avete Soru”. Questo non è un dato encomiastico: è un dato e basta, segnale di una popolarità e di un gradimento estesi e consolidati, a ragione o torto, piaccia o non. Soru ha fatto breccia nel comun sentire nazionale. Come pesa e peserà in Sardegna, dove mai nessuno è stato profeta in patria se non per brevi stagioni? E soprattutto, quale impatto avrà fra gli avversari di Soru nel Pd, alcuni davvero lividi per l'attenzione e il rispetto che gli tributa la grande informazione, anche quella molto severa nei confronti del centrosinistra? Senza dimenticare le recenti parole nient'affatto ostili dello stesso Berlusconi alla presentazione del G8 di la Maddalena. Insomma, la domanda era e resta: conquistati tanti italiani, Soru conquisterà o riconquisterà i sardi e il consenso ottenuto nel 2004, confermato nei primi due anni, declinato nel 2007 e che pare essere fortemente risalito per le sue dimissioni contro gli avversari interni in sinergia col centrodestra? In questo periodo circolano e vengono diffusi abusivamente i sondaggi più stravaganti con una caratteristica: se ne parla e se ne scrive senza mai che qualcuno rispetti l'obbligo di indicare chi l'ha commissionato e la metodologia impiegata. Soru non ne ha ordinato alcuno, mentre è di questi giorni la notizia che sta provvedendo il Pd per volontà di Veltroni. Sondaggi più o meno fasulli e strumentali a parte, ora si tratta di capire se anche la performance da Fazio gioverà o nuocerà a Soru nella valutazione degli oppositori del Pd. Che ne disarmi l'ostilità, è quasi da escludere. Ci sono personaggi che vogliono la sua testa e basta: la sua popolarità nazionale crescente potrebbe rinfocolarne l'avversione rancorosa. Sembrano totalmente indifferenti al fatto che anche i sondaggi segnalano oggi e per giugno il Pd in grave caduta di consensi per le europee rispetto alle politiche di aprile. E che a oggi la Sardegna potrebbe essere un argine all'avanzata del centrodestra: sempre che il marasma nazionale del Pd non travolga tutto e tutti. Ma non è affatto probabile perché il Pdl, tutto ancora da costruire, resta fortemente diviso, senza un candidato credibile da opporre a Soru. E che tanti sardi non hanno dimenticato la tremenda esperienza del Polo alla Regione. Segnata - altro che questione morale - anche da una serie impressionante di illeciti sfociati in una stagione giudiziaria che ha visto e vede tanti suoi esponenti di primo piano (inclusi un presidente e tanti assessori regionali) alla sbarra, condannati o costretti al patteggiamento. Servirà tutto questo a raffreddare le tensioni? Non è affatto detto. Tra Cagliari e Roma si deve decidere se nominare un commissario autorevole che guidi il partito,specie se si andrà alle elezioni, anche nella formazione delle liste. Per superare la disamistade attorno alla segretaria Francesca Barracciu, di fatto non riconosciuta da una parte e impedita nello svolgimento di un mandato fragile, servirebbe un personaggio di grande autorevolezza fra i pochi rimasti nel Pd: del livello di Bersani o Letta, giusto per esemplificare. Quanto alle elezioni anticipate, con tutte le comprensibili riserve e dubbi, sembrano un esito inevitabile. Non si è trovato un accordo in oltre un anno, del tutto impensabile che ci si arrivi adesso, in una settimana. Il ricorso alle urne, paradossalmente, stringendo i tempi e riducendo i temi ai punti decisivi, potrebbe indurre o imporre una qualche intesa. Oppure lasciare le cose come stanno e che comunque marcirebbero e peggiorerebbero se si decidesse di tirare a campare. Infine tirando le cuoia a giugno, quando il voto europeo - col Pdl avanti di dieci punti, almeno a oggi - trainerebbe la destra anche alla Regione. Ci sono sempre stati dei passaggi cruciali in cui il ricorso alle urne è stata non un'avventura ma un liberazione da nodi che si possono recidere, mai sciogliere. Quello in atto sembra appunto uno di questi momenti senza vie d'uscita negoziabili. Si rischia una scissione nel Pd, viene detto. E dove, verso un ipotetico terzo polo? Con la legge elettorale in vigore, non c'è trippa per gatti terzi e quarti. Il vincitore relativo incamera i seggi del listino, il ruolo di opposizione va al secondo maggior schieramento, ad altri neanche le briciole. E comunque, la quadratura del cerchio non è ancora riuscita ad alcuno. Perciò, accada quel che può, succeda quel che deve.
>>




Sono stati cinque anni pieni di contraddizioni ma anche di forti conquiste. Soru non è un presidente perfetto, ma di sicuro il migliore degli ultimi decenni. Le sue idee daranno frutto in futuro,spero che in questi mesi i sardi riescano a chiarirsi le idee senza dare retta ai mass media isolani   soprattutto le tv   

invece di censurare perchè non rispondono culturalmente ?

ma purtroppo  è impossibile quando la censura  avviene    , per  non inimicarsi al Pontefice   è tutta  la  sua cricca   sotto pressione d'essi

Ecco   gli ultimi due  casi  


Il primo caso è  , Sic , Italiano non ci smentiamo  mai siamo   dal dopo guerra che si  censura  per  il vaticano o su pressioni d'esso . Notizia ignorata come sempre   dai media  ufficiali  ,  tratta  da  www.tvblog.it


 

Brokeback Mountain: l'amore gay censurato su RaiDue




bacio censurato brokeback mountainProponiamo integralmente una e-mail inviataci dall’affezionato Corrado, che denuncia in modo più che condivisibile la censura selvaggia operata da RaiDue su Brokeback Mountain. Ieri al primo passaggio televisivo fuori garanzia, il film non è stato solo relegato in seconda serata, ma spogliato di tutte le sue scene omoerotiche più significative (neanche troppo spinte) finendo così privo di senso. Non a caso questo maltrattamento ha suscitato l’indignazione dei colleghi di Queerblog, che sosteniamo.I segreti di Brokeback Mountain è un capolavoro.A mio modesto parere è il più bel film a tematica omosessuale che sia mai stato prodotto. Per chi vuole conoscere il mondo gay e capire come si vive in questa condizione basta dare uno sguardo a questa pellicola.Esso non ci presenta le solite cose banali viste altrove, non ci sono gli scherzi dei lattanti quindicenni che se la prendono con chi è diverso da loro, non ci sono le tragedie dei genitori nello scoprire il figlio gay, non si parla di AIDS, non si parla di malattie, ma è semplicemente un film d’Amore, di quello con la A maiuscola, appunto.Il tema portante è la passione emozionale tra i due cow-boys e credo che in nessun film del genere questa venga messa così in risalto.
Amo questo film proprio perchè riesce ad essere così semplicemente vero, senza scadere nelle ovvietà, e ci sbatte in faccia questa meravigliosa e difficile storia.Grazie al film scopriamo che i gay non sono solo “macchine del sesso” (!) ma sono persone che amano, hanno sentimenti l’uno verso l’altro, vediamo quanto sia difficile confrontarsi con la realtà che li circonda quando poi l’idillio delle montagne finisce e loro sono costretti a ritornare alla loro vita quotidiana, quella fatta di tabù e soffocamenti.Fatta questa piccola premessa per chi non avesse visto il film, e soprattutto dopo averlo visto stasera su raidue, come si può pensare di mandarlo in prima tv e censurare le scene di sesso ?

La cosa più triste è che non hanno censurato solo il sesso, ma in esso è rappresentata tutta la passione di cui ho parlato prima quindi tutta la bellezza del film (tra l’altro, eliminando la fatidica scena del rapporto anale, che è la prima ed io ho visto di peggio in prima serata, si toglie al telespettatore il nesso per capire da dove e come nasce tutto).
Il paradosso è stato raggiunto quando si vede la moglie di Hennis sconvolta ma chi non aveva mai visto il film prima di stasera non poteva capire che era rimasta scioccata dal vedere il marito che baciava Jack, dato che questo “grave” atto tra due uomini era stato tagliato!

Oppure, far vedere l’atto sessuale tra due uomini è da censura, ma dopo due minuti se uno dei due lo fa con la moglie va benissimo e non scattano le cesoie?

Ahinoi, dobbiamo sorbirci Lucignolo e pornografie varie in prima serata ma poi releghiamo un capolavoro del genere alle 23, in seconda serata, e tutto storpiato per far contenti i vari ipocriti moralisti.
Mentre vedevo il film stasera mi chiedevo quale fosse il pensiero di chi lo stava vedendo per la prima volta. Le emozioni provate erano le stesse che avevo provato io quando lo vidi al cinema? O questa censura ha fatto solo danni se essa non ti permette di capire e gustare a fondo un’opera d’arte come questa?

Forse, alla fine, era meglio non trasmetterlo neanche, rispettando fedelmente il capolavoro così come era stato fatto.

Corrado


  Quello che mi dà più fastidio  è 






che lo censurino anche in 2 serata come se : << il pubblico adulto non avrebbe potuto sopportare i baci e le effusioni tra due uomini? >> chiede Aurelio Mancuso, presidente nazionale di Arcigay.Tanto valeva non darlo per niente . In Italia in ambito sessuale si è ancora tabù anche se l'erotismo e il sesso lo mandiamo a tutte le ore in tv lo mettiamo ovunque .

La seconda  è avvenura in Francia    dove Una associazione cattolica ..... ha giudicato "blasfemo" ( e  fiin qui è  solo un parere  condivisibile o meno  )   il film di Claire Simon "Les Bureaux de Dieu"  (   Ne trovate  sotto un promo   in francese  )










e lo  ha tolto da un cinema vicino Lione  di proprietà di un ente  religioso Il film è a meta' strada tra una fiction e un documentario e d è stato girato in consultori femminili di Parigi e Grenoble.
"Rispettiamo la libertà, ma i film di questo cinema devono rispettare l'etica cattolica", questa la risposta per chi aveva proposto la proiezione dell'opera in un cinema d'essai di proprietà dell'associazione cattolica.

La censura è avvenuta perché il lungometraggio è stato definito una "scandalosa apologia dell'aborto". Questa  è la versione  ufficiale  . ma  in realtà   se  si và a leggere  la trama si  parla  della  sofferenza   di chi  deve o vuole  fare un aborto   e  dele storie  che si trovano  nei consultori  e non è ( almeno l'ho visto cosi  , ma  mi prometto di riguardarlo  perchè    l'ho visto durante  un attacco di cefalea ,  non è per niente  a favopre  dell'aborto  e  descrivere il dolore  di chi  vi deve ricoprrere  non  vuol dire  per  forza  che   sia pro  ed  inciti all'aborto  ) 

Senza titolo 1081

[...] Uno si costruisce grandi storie, questo è il fatto, e può andare avanti anni a crederci,non importa quanto pazze sono, e inverosimili, se le porta addosso,e basta. Si è anche felici, di cose del genere. Felici. E potrebbero non finire mai. Poi, un giorno, succede che si rompe qualcosa, nel cuore del gran marchingegno fantastico, tac, senza nessuna ragione, si rompe d'improvviso e tu rimani lì, senza capire come mai tutta quella favolosa storia non ce l'hai più addosso,ma davanti, come fosse la follia di un altro, e quell'altro sei tu. Tac. Alle volte basta un niente. Anche solo una domanda che affiora. Basta quello. [....]



tratto da Oceano mare di Alessandro Baricco  
                                    









da Riflessioni - Il gelido sapere

 “… vogliamo non sapere che cosa sia il coraggio, ma essere coraggiosi, e neppure sapere che cosa sia la giustizia, ma essere giusti, come anche essere sani piuttosto che sapere cosa sia l’essere sani”


Aristotele, Etica nicomachea


Iceberg


Un buon filosofo deve essere in grado non solo di “vedere più lontano degli altri”, ma di sapere rendere prossime le cose che vede, deve avere cioè quella capacità pratica oltre che teoretica, di fungere da catalizzatore di eventi oltre che di pensieri.


Se sia più importante “fare la verità” o “conoscere la verità” o se piuttosto bisognerebbe chiedersi se si possa fare qualcosa senza  avere la conoscenza previa o platonicamente  innata della stessa o ancora se si possa al contrario lasciar fare alle cose verità nei nostri pensieri perché possiamo autenticamente conoscere la realtà che ci circonda, e su che cosa sia la verità stessa e se di fatto esista o sia conoscibile, ci permettiamo di lasciare a noi ed a voi, sempre aperto l’interrogativo, non tanto per timore di azzardare una risposta sbagliata, ma perché in questa sede, con Aristotele,  preferiremmo molto più essere veri,  che credere di  sapere “la risposta”.


Spesso capita che interrogandoci sul significato di un concetto scopriamo in noi una ricchezza d’intuizioni che ci sorprende e poi, se un amico ci chiede un esempio da noi vissuto che dia spessore di esperienza alla sottigliezza delle stesse intuizioni, non siamo in grado di fornire alcun dettaglio e ciò non provoca né in noi né in chi ci ascolta una diminuzione di stima, anzi accresce la nostra fama di costruttori di teorie.


Ma la filosofia è chiamata ad elaborare dei metodi oppure a pensare su di essi?


Ed il “mestiere” del filosofo sta nel saper formulare bene le domande  o  nel dare le più diverse e alternative  risposte?


Se usciamo dal circolo vizioso dell’ “aut - aut” scopriremo quanto abbiamo da imparare dal dinamismo dell’ “et – et” .


Spesso le questioni nascono viziate in partenza: ad una domanda mal posta segue una risposta la cui categoricità la rende chiusa a prospettive nuove.


Per esempio se domandassi: la coerenza è un valore? Quanti di voi hanno pagato le spese dell’incoerenza propria o altrui, si irrigidirebbero in una risposta positiva arricchendo la loro personale prospettiva di citazioni autorevoli ed esempi. Quanti invece, grazie all’incoerenza, si sono “salvati la pelle” o sono stati messi in condizione di aprirsi nuove prospettive, affermerebbero senz’altro che essa non è un valore in assoluto, anzi che la contraddizione è l’anima della dialettica ….


Ma se io domandassi socraticamente: cosa è la coerenza? E poi: chi è coerente?


Le risposte sarebbero tutte formulate su un piano completamente diverso e nascerebbe un autentico atteggiamento filosofico, basato sul confronto delle “nostre” verità, alla ricerca di una risposta da trovare insieme, sulla quale soffermarci abbastanza da poterla oltrepassare.


Forse dovremmo recuperare quella visione della filosofia antica, magistralmente esposta da  Hadot, secondo la quale il filosofare è l’arte del saper vivere, in modo tale da poter offrire sempre ai nostri interlocutori, oltre al “sole freddo” della speculazione ( comunque indispensabile), che illumina, ma non riscalda, l’esemplarità di una filosofia che si fa vita, attraversandone le contraddizioni, e che, non dimenticando mai  le proprie origini ad esse torna per inverarsi.


a.f.


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Polvere

 

Coltiveremo sabbia
e polvere del nostro triste impasto
nelle misere fosse
che sia granito o marmo o nuda terra
ad accoglierne i resti.

Alambicchi di sogni distillati in versi
su polverosi scaffali si poseranno fogli,
sospiri e tormenti,
mentre percorriamo
nel silenzio delle parole scritte
le stanze buie del non aver vissuto
volgendo lo sguardo infantile
delle nostre rughe alle fantasie dipinte
su carezze negate.

Noi siamo oggi nelle stesse domande
di Didone ed Euridice,
siamo ieri nel costato ferito
dell'uomo tradito dalla sua stessa mano.

E siamo la Mecca di Terre Sante
e la manna per sfamarci l'amore
e siamo Natura sempre in divenire
senza risposte che nel nostro finire.

 


n.c.



http://filosofipercaso.splinder.com



Senza titolo 1080

Prato - Un film sulla condizione degli straniewri sarà proiettato a Prato "Come un uomo sulla terra"

che si terrà lunedì 15 dicembre alle 21.15 al Cinema Terminale di Prato. "Per la prima volta in un film, la voce diretta dei migranti africani sulle brutali modalità con cui la Libia controlla i flussi migratori, su
richiesta e grazie ai finanziamenti di Italia ed Europa".

Trovate maggiori informazioni a questo link:
http://comeunuomosullaterra.blogspot.com/

Il film è stato pluripremiato al festival di Salina e ha innescato
proteste e interpellanze parlamentari.

Interverrà alla serata uno degli autori del film.

Macché censura, Tony Effe è lo specchio del mondo quindi non rompete se va a san remo

Chiedo scusa per coloro avessero già letto i miei post su un fìnto ribelle o un nuddu miscato cu' niente ( cit dal film  I cento passi  ...