2.1.12

Vivere senza soldi ( reprise ) la storia di Mark Boyle

riprendo l'argomento del  vivere senza denaro affrontato qui nel precedente post

Vivere senza soldi, la storia di Mark Boyle

Immaginate di scegliere di vivere senza denaro. Immaginate, in altre parole, di seguire l’esempio di Mark Boyle. Soprannominato 'the no money man', questo trentenne di Bristol ha deciso due anni fa di escludere i soldi dalla propria esistenza ed oggi è più che felice che mai.

di Alessandra Profilio - 10 Settembre 2010 storia  tratta  da ttp://www.ilcambiamento.it/persone/

31 anni e nemmeno un soldo in tasca. Una condizione comune di questi tempi. Eppure c’è qualcosa che distingue Mark Boyle
 da quella moltitudine di giovani che si ritrovano tristemente al verde: questo ragazzo inglese ha volontariamente deciso, nel novembre del 2008, di escludere il denaro dalla propria esistenza.
Tutto è iniziato in un pub: "Il mio amico ed io stavamo parlando di tutti i problemi del mondo - ricorda Boyle - come ad esempio lo sfruttamento della manodopera, la distruzione ambientale, gli allevamenti industriali, la sperimentazione sugli animali e le guerre per le risorse energetiche. Ho capito che erano tutti, in un modo o nell’altro, collegati al denaro. Ho deciso quindi di rinunciare ai soldi. Ho venduto la mia casa galleggiante a Bristol e ho lasciato il mio lavoro in una società di prodotti alimentari biologici".
Da ormai due anni, dunque, Mark Boyle vive in un caravan (messo a sua disposizione da Freecycle, gruppo di persone che si scambiano gratuitamente oggetti) parcheggiato in una fattoria alle porte di Bristol, dove lavora come volontario tre volte alla settimana.
Vegetariano già da sei anni, 'the no money man', come è stato soprannominato, si nutre ora delle piante che coltiva, produce elettricità con un pannello solare, ha un telefono cellulare che utilizza solo per ricevere chiamate ed un notebook che si alimenta ad energia solare.

Tutto è iniziato in un pub: "Il mio amico ed io stavamo parlando di tutti i problemi del mondo - ricorda Boyle - come ad esempio lo sfruttamento della manodopera, la distruzione ambientale, gli allevamenti industriali, la sperimentazione sugli animali e le guerre per le risorse energetiche. Ho capito che erano tutti, in un modo o nell’altro, collegati al denaro. Ho deciso quindi di rinunciare ai soldi. Ho venduto la mia casa galleggiante a Bristol e ho lasciato il mio lavoro in una società di prodotti alimentari biologici".
Da ormai due anni, dunque, Mark Boyle vive in un caravan (messo a sua disposizione da Freecycle, gruppo di persone che si scambiano gratuitamente oggetti) parcheggiato in una fattoria alle porte di Bristol, dove lavora come volontario tre volte alla settimana.
Vegetariano già da sei anni, 'the no money man', come è stato soprannominato, si nutre ora delle piante che coltiva, produce elettricità con un pannello solare, ha un telefono cellulare che utilizza solo per ricevere chiamate ed un notebook che si alimenta ad energia solare.
"Ho fatto un elenco di tutto ciò che ho comprato e ho cercato di capire quali cose avrei potuto ottenere in altro modo". Ed ecco che Mark ha sostituito il tradizionale dentifricio con una miscela di ossi di seppia e semi di finocchio ed ha rimpiazzato il comune detersivo con un sapone ricavato bollendo frutta secca.
"Ho avuto un’infanzia normale. Penso che in un primo momento i miei genitori si siano chiesti cosa mai stessi facendo. Ma ora mi sostengono completamente e dicono che potrebbero provare anche loro".
Nel 2007 Boyle ha fondato laFreeconomy, comunità online che promuove la condivisione di abilità e proprietà e che ad oggi conta 17.000 iscritti. Ha anche pubblicato un libro, The Moneyless Man: A Year of Freeconomic Living.
Come ha dichiarato Mark Boyle, ad aver giocato un ruolo determinante per la svolta della sua vita è stata la visione di un video di Gandhi: "Mi ha insegnato una lezione enorme, di essere il cambiamento che volevo vedere nel mondo. Il problema era che non avevo idea di che cosa fosse quel cambiamento".

"Filosofare un pomeriggio con un mio amico ha cambiato tutto. Stavamo analizzando le questioni del mondo e mi sono reso conto che stavo guardando il mondo nello stesso modo in cui un medico occidentale osserva un paziente, osservando i sintomi senza pensare alla loro causa principale. Così ho deciso di diventare un omeopata sociale, un pro-attivista, e di indagare la causa principale di questi sintomi".

E ancora, dice Mark: "Una delle principali cause di quei sintomi è il fatto che non vediamo più le ripercussioni che i nostri acquisti hanno sulle persone, sull’ambiente e sugli animali. I gradi di separazione tra ilconsumatore e il consumosono aumentati così tanto che siamo completamente all'oscuro dei livelli di distruzione e sofferenza determinati dalla roba che compriamo. Lo strumento che ha causato questa separazione è il denaro".
Quelle di Boyle sono dichiarazioni che fanno leva quindi su un cambiamento pratico: "Se coltivassimo da soli il nostro cibo non avremmo un terzo dei rifiuti che abbiamo oggi. Se noi stessi costruissimo i nostri tavoli e le nostre sedie, non li butteremmo via al momento di cambiare l’arredamento. Se dovessimo pulire la nostra acqua potabile, probabilmente non la contamineremmo. Quindi, essere il cambiamento che volevo vedere nel mondo, purtroppo, significava rinunciare ai soldi contanti, cosa che inizialmente ho deciso di fare per un anno”.
Eppure Mark adesso è talmente felice da voler proseguire su questa strada.
"Che cosa ho imparato? Che l’amicizia, non il denaro, è la sicurezza reale. Che la povertà più occidentale è di tipo spirituale. Che l’indipendenza è realmente interdipendenza. E che se non possiedi un televisore con schermo al plasma la gente pensa che sei un estremista.
La gente spesso mi chiede che cosa mi manca del mio vecchio mondo di profitto e affari. Stress. Traffico. Conti bancari. Bollette.Beh, ogni tanto c’era la pinta di birra naturale con gli amici".

27 Novembre 2011 14:53, Free-consocience ha scritto:
@ Maurizio Capisco il tuo punto di vista, vorresti avere un sistema senza interscambio creditizio, ma solo: io lavoro, contribuisco al servizio comune, per esempio coltivo la terra, tu costruisci case, ma invece di farlo pe se stessi lo si fa per tutti così che ogni uno abbia il necessario (spero di non aver capito male). Ma devi contare che così si crea un caos a livello di risorse, conta che in un negozio, un cittadino che può prendere vestiti senza soldi ne prende tanti anziché uno solo, e per evitare questo dovrebbe esserci un sistema meritocratico, cioè chi fa di più merita di più. Abbastanza complicato. Guarda, in Italia siamo più o meno 60 milioni di persone, calcola tassare solo 200 euro al mese come unica trattenuta (togliendo i bambini) viene 8 miliardi al mese, in un anno sono 96 miliardi, in 5 anni 480. Questo per dire che i soldi ci sono, solo che finche abbiamo soldi fisici (che si possono rubare) non cambierà nulla mi dispiace. Cmq vada spero che la gente si svegli e cominci a ragionare per cambiar e il mondo da sola non chiedendo ai LADRI AL GOVERNO di cambiare qualcosa. :)
25 Novembre 2011 22:18, MAURIZIO nullaTenente ha scritto:
ma ci prendiamo per il CULO? dopo aver esposto un articolo del genere, si conclude con... "SE PENSI CHE IL CAMBIAMENTO VALGA ALMENO UN EURO AL MESE CLICCA QUI" non sarebbe piu in linea INCITARE alla distruzione di tutti I SOLDI che possediamo!! una distruzione REALE da effettuarsi di fronte alla massima istituzione Governativa della propria citta o Villaggio. E dichiarare la propria intenzione di viviere delle TERRA che calpestiamo, della terra in cui viviamo, DOVE le TASSE non esisteranno ma solo un Governo di (non INTERSCAMBIO) ma un Governo di OBBLIGO di CONTRIBUIRE con le PROPRIE risorse (il proprio corpo e non i propri soldi) al BENESSERE proprio e DELLA COMUNITA! E APPROPRIARSI delle proprie terre e decisioni! ribaltando tutto il sistema!! Sono sposato e abbiam bimba di 3 anni. Entro fine anno Di Fronte al Municipio di UDINE: taglierò in mille pezzi tutti i soldi che ho! Nonostante viva in appartamento in Affitto e non abbia terra; ho un lavoro a t. d. Un lavoro che lascerò volentieri se non mutasse da lavoro remunerato a Denaro in Lavoro prestato a scambio di un bene o servizio. !!! la_verita_ti_far@libero.it
15 Ottobre 2011 15:51, Free-Conscience ha scritto:
Ciao a tutti ragazzzi, secondo me dovremmo togliere il denaro per far posto ad un sistema di crediti ovvero soldi nn materiali. Mi spiego meglio. Partiamo dal fatto che le società non devono essere private, ma della comunità italiana. Con i soldi italiani si costruiscono le fabbriche, che varanno un manager o gestore, non un proprietario. Ogni mese Verrà distrubuito, in base al livello professionale di ogni dipendente un compenso, il resto, il guadagno, torna alle casse Italiane. Con i crediti i soldi vengono gestiti da un sistema che limita l'erogazione in base alla classe lavorativa. Se un manager ha classe AA per esempio il sistema erogherà per lui 4000%u20AC al mese, su una carta che sarà di credito e conterrà altre informazioni, tipo patenti, tessere sanitarie ecc.. diciamo funzionerà oltre a carta di credito tipo memory card con tutti i dati gestiti intermanete dall'anagrafe, che poi ogni 5 anni dovranno essere rinnovati. Ogniuno ha cosi i crediti che gli spettano e in nessun modo potrà rubarne poichè le entarte mensili di ogni individuo sono proporzionali al suo livello professionale e poi i crediti non esistono fisicamente. Inoltre siccome tutte le grandi fette di guadagno delle aziende ritornano al paese, tutto il credito verrà usato per comprare materie prime e finanziare il prorpio paese, paese dove non ci sono politici che decidono per te, ma persone che studiando, elaborano delle leggi, poi tramite voto tramite internet o voto fisico, i cittadini stessi dovranno approvare o abolire la legge, poichè siamo noi coloro che ne subiranno gli effetti. Immaginate che il popolo approvi leggi sull'ambiente, sulla giustizia ecc..tramite maggioranza. Ogni stato sarà come lo vogliono coloro che ci vivono.
27 Luglio 2011 14:33, Marco . ha scritto:
@Masterpiga. Non te ne accorgi ma ripeti molti dogmi parziali e interessati del capitalismo, a cominciare dal classico paragone con i documentari a-la- national geographic, interpretati con una dose abbondante di darwinismo sociale. La natura ha la sua saggezza (e abbiamo perso un bel po' anche di quella) ma l'obiettivo della società è superare la natura e la wilderness, non eguagliarle. Da quando Darwin è stato interpretato come un ideologo della lotta permanente e della prepotenza (ma non lo era, era uno scienziato e forniva modelli adatti a constatazioni fattuali, non politiche cultural-economiche fallimentari e classiste) travisando volutamente il suo "survival of the fittest" in un brutale "survival of the strongest", che apparirebbe puerile anche ad un animale, non abbiamo mai fatto che ripeterci, ingannandoci, che la moralità della natura non si può superare e che tali condizioni sono naturali, dunque inevitabili. Lo sforzo titanico della civiltà, quella che si vuole smarcare dalle pulsioni e dalle interpretazioni biologiche, quella con un sogno, è proprio quello di andare oltre la mentalità di un branco di lupi. E se proprio dovremmo rinunciare ad un contributo originale della razza umana alle strategie non di sopravvivenza (questa emergenza, questa penuria perenne, pretesto per ogni deroga, ogni sopruso, ogni autoritarismo, ogni spietatezza) ma di vita, potremmo non scegliere di essere lupi ma formiche. Sono anche loro "fit" pur non essendo "strong" e in ogni caso l'evoluzione non opera più sugli umani singoli o su gruppi isolati, ma sulle culture e non è affatto detto che la più adatta ad una vita soddisfacente sia la più aggressiva (ripeto, si parla di adattamento non di imposizione e di forza).
14 Giugno 2011 16:11, Christian ha scritto:
@Masterpiga: Grazie per le interessanti osservazioni. La mia impressione è che innanzitutto le risorse sarebbero potenzialmente sufficienti (se non abbondanti) per tutti, se si ridistribuissero equamente e si applicasse efficacemente le tecnologie disponibili a questo preciso scopo. In secondo luogo, per come intendo io l'educazione, questa serve a far emergere le componenti più evolute dell'essere umano promuovendo la predominanza di queste su quelle "bestiali". Nella scalata evolutiva si è passati dalla fase rettile, a quella di mammifero (cure parentali), a quella di ominide (sviluppo dell'intelletto e delle società complessa), fino allo sviluppo dei "valori spirituali" propri dei grandi uomini, che potenziano l'identificazione dell'essere umano con la propria componente più evoluta, e quindi meno soggetta alle leggi biologiche. In una società media si avrà una specie di gaussiana lungo la linea evolutiva appena descritta, le cui code saranno gli individui eccellenti da una parte, quelli meno evoluti e più sottomessi alla propria biologia dall'altra. L'educazione avrebbe lo scopo di spostare la gaussiana in avanti, rendendo le persone libere di scegliere. Finora la nostra società ha agito inconsapevolmente, permettendo ai fenomeni socioeconomici incontrollati di determinare il destino dei popoli (come a suo tempo facevano le leggi naturali per quel che riguardava l'alimentazione e la salute). Quando parlo di approccio sistemico intendo (concordemente con te) che non esiste la "ricetta sicura", ma come avviene nella medicina che mira alla salute dell'individuo, la cura dovrebbe coprire molti fronti, compresi quelli di cui abbiamo parlato, tenendo presente che i diversi fronti in qualche misura si aiutano a vicenda (per esempio una persona educata alla sobrietà consuma meno risorse, e quindi può vivere nell'abbondanza soggettiva, quando quella ingorda vive, a parità di risorse, in uno stato di scarsità soggettiva).
13 Giugno 2011 14:32, Masterpiga ha scritto:
@Christian: Ciao Christian, grazie per la tua risposta. Il tasso di natalitá é inversamente proporzionale al benessere di una comunitá. Questo fenomeno é documentato sia su scala planetaria (vedi paesi ricchi vs. paesi in via di sviluppo vs. paesi del terzo mondo) che su scala piú locale (le fasce piú povere di ciascuna societá sono quelle con le famiglie piú numerose). Il meccanismo alla base del fenomeno é in parte biologico, in parte socio-antropologico: piú figli = maggiore probabilitá che almeno qualcuno sopravviva, e piú figli vivi = piú forza (e potenzialmente maggior benessere) al nucleo di appartenenza. Riguardo il fatto che l'educazione possa essere un'alternativa alla violenza, permettimi due considerazioni. In primo luogo, l'educazione é un sottoprodotto del benesser. In ogni societá di cui si ha evidenza storica, l'educazione é sempre stata ad esclusivo appannaggio degli strati piú ricchi della società. La ragione é molto semplice: se devi lavorare 16 ore al giorno per garantirti la sopravvivenza, tutto sto tempo di essere educato non ce l'hai. In secondo luogo, la scarsitá di risorse necessariamente ed invariabilmente porta a conflitti, per il semplice fatto che quando si tratta di scegliere tra la sopravvivenza tua (o della tua prole) e quella di qualcun altro, quasi sicuramente non ci vai molto per il sottile. Nota bene che questo non é un fenomeno sociale, ma un fenomeno biologico. In ogni popolazione di qualsiasi specie vivente, gli individui che insistono sulle stesse risorse sono in competizione l'uno con l'altro. E organismi appartenenti a diverse specie, ma che insistono sulle stesse risorse, sono pure in competizione. E' un efficacissimo meccanismo di autoregolazione a livello di eco-sistema, che funziona proprio grazie al fatto che le risorse sono, per definizione, limitate. Le uniche societá in cui modelli di bonaria condivisione delle risorse come quello implicato dall'esperienza di Boyle (auspicabilissimi in teoria) siano applicabili sono quelle in cui le risorse disponibili sono sovra-abbondanti rispetto alle esigenze della comunitá. Gli esempi vanno da tribú isolate in aree naturalmente prosperose, a intere e moderne societá contemporanee, come quelle nord-europee, vedi Svezia e Norvegia. Qui, i fenomeni di corruzione e le altre storture del capitalismo sono molto meno evidenti che in altre societá (come quella Italiana) per il semplice fatto che le risorse economiche sono piú che sufficienti per far star bene tutti, e quindi non c'é bisogno di competere strenuamente e prevaricare. I modelli di societá che partono dal presupposto che tutti i parametri della convivenza siano in qualche modo suscettibili di essere controllati (tutti sono educati, tutti sono disponibili a condividere, tutti mettono il bene della comunitá di fronte al prossimo), perdono di vista il fatto fondamentale che le societá sono, per definizione, entitá caotiche. Detti modelli hanno solo tre possibili sbocchi: 1) morire prima di nascere, perché inapplicabili; 2) fallire; 3) degenerare (vedi fascismi e comunismi, che alle origini si proponevano solo di creare societá perfette). Invece di immaginare tanto radicali quanto improbabili modelli di societá alternative, non sarebbe piú utile cercare di impegnarsi per correggere le storture piú evidenti di quello che giá abbiamo?
13 Giugno 2011 13:36, Christian ha scritto:
@Masterpiga: Ciao, relativamente a quel che dici, secondo me andrebbero fatte delle riflessioni riguardo ai presupposti dai quali parte quel che affermi: 1) E' vero che le economie di scala sono l'unico modo per produrre a sufficienza? Dovremmo aver presente che queste contribuiscono all'inquinamento e all'impoverimento del terreno, creando un circolo vizioso di scarsità alimentare. 2) La sovrapopolazione mondiale deriva tra l'altro da particolari condizioni di certe società. Non è un caso che nell'occidente acculturato si assista ad una forte diminuzione del tasso di natalità. Non conosco esattamente le condizioni sociali in base alle quali si ha un sovraffollamento o viceversa, una diminuzione delle nascite, ma sarebbe interessante saperlo, in modo da ricercare una soluzione sistemica. 3) Presupponi che la scarsità di risorse produca automaticamente violenza. Questo dipende dall'educazione della popolazione. In uno scenario nel quale attori "educati" (p.es. alla mutua assistenza) si trovino in scarsità, si potrebbe anche giungere ad una collaborazione al fine di aumentare la produzione (a parità di terreni)
12 Giugno 2011 20:34, Masterpiga ha scritto:
Interessante esperimento sociale. Alcune considerazioni di Mark (o del reporter) sono però poco realistiche, per non dire errate. Per esempio, l'idea che sia possibile un mondo in cui ciascuno coltiva il suo orto e produce il suo cibo. Solo le economie di scala sono in grado di produrre abbastanza da soddisfare il fabbisogno di 7 miliardi di persone. Gli attuali problemi di inquinamento, sfruttamento delle risorse naturali e deforestazione sarebbero solo aggravati in un mondo in cui ognuno produce per sé, perché necessariamente la produzione sarebbe meno efficente, e perché ciascun individuo (o nucleo familiare) sarebbe in lotta con gli altri per accaparrarsi le risorse. Immaginate di avere il vostro orto, circondato dagli orti dei vicini. Vi nasce un figlio, ed avete bisogno di aumentare la vostra produzione. Chiedete aiuto ai vicini, ma sono tutti nelle vostre condizioni. Alla fine, l'unica soluzione é una bella guerra col vicino. Insomma, il modello di Boyle funziona solo perché lui é l'unico a vivere in quel modo. Condivido invece la riflessione sulla necessità di avere maggiore informazione sul ciclo di vita dei prodotti che consumiamo, e la chiamata ad un consumo responsabile che non produca sacche di ricchezza creando bolle di povertà.
7 Dicembre 2010 01:55, aVrion ha scritto:
Ragazzi, come gia qulcuno ha citato, esiste un movimento basato su una documentazione, precisa, logicamente impeccabile fatta da un regista e attivista americano, attraverso 2 film: zeitgeist e zeitgeist addendum.quanti di voi hanno visto questi film? sicuramente, non tutti.e di conseguenza, non potete realmente comprendere la natura, e l'importanza del gesto di mark boyle senza la visione completa che possono e DEVONO DARVI questi film-documento, sulla realtà della società odierna.ecco, lo noto soprattutto dall osservazione di fabio: "il denaro è uno strumento.. il male deriva da come lo si usa." purtroppo hai assolutamente sbagliato fabio, perche forse non sai che il denaro, è il motivo è la causa principale di ogni comportamento criminale. il denaro è il motivo per cui esiste il terzo mondo in espansione, perche la scarsità delle risorse, VOLUTA da un elite criminale ai vertici dei nostri governi, la produce perche è sinonimo di profitto. il denaro è il motivo pr cui oggi non usiamo fonti di energia rinnovabile, perche purtroppo le tue parole, e le mie da sole, non sono niente, contro le industrie petrolifere, che hanno comprato i brevetti delle auto elettriche per non metterle in commercio. potrei elencare tanti motivi qui del perche dovremmo fermare questo sistema monetario che è sinonimo di PURA CORRUZIONE voi avete una visione riduttiva di questa situazione, perche non conoscete questi film. noi tutti abbiamo il diritto, e IL DOVERE, di SAPERE, quello che sta succedendo, e quello che ci stanno facendo. vedete su youtube i film di zeitgeist e riprenderemo la discussione. ;)
11 Ottobre 2010 14:52, davide ha scritto:
Sarebbe interessante sapere se Boyle sia stato in grado di costruirsi una famiglia e come in tal caso avrebbe affrontato i problemi dell'educazione dei figli.
11 Ottobre 2010 14:21, mauro ha scritto:
Interessante, questo Mark, quanto costa il suo libro? A parte la facile battuta, trovo interessante questa ricerca concreta, certo parziale anche perchè individuale: giovane, single, senza figli, in salute, in un paese ricco, adesso è pure famoso! L'interessante credo sia uscire dall'ekonomia, almeno quella più screditata (finanza, agrindustria, moda) riducendo i consumi energetici, specie nei trasporti con una mobilità consapevole. Il prossimo passo potrebbe essere provare a sperimentare la pratica del no-money come piccolo gruppo di persone conviventi, da soli sono buoni tutti, comunque in bocca al lupo Mark e co.
17 Settembre 2010 12:48, Fabio FLX ha scritto:
In una porzione di mondo basata sul denaro il gesto di Mark Boyle è tanto simbolico quanto concreto. E' concreto perché dimostra che è possibile fare a meno dei soldi, ma anche simbolico perché in realtà i soldi sono un prodotto della spregiudicatezza degli esseri umani e non il problema stesso. Se l'uomo imparasse a vivere diligentemente, in maniera ecologica, i soldi potrebbero tranquillamente essere un aspetto positivo della vita. Il fatto che tutto ciò sia attualmente utopico rende il gesto di Mark Boyle particolarmente interessante e degno di essere divulgato.
16 Settembre 2010 16:25, Christian ha scritto:
@Paolo Riguardo a Zeitgeist, ho visto che nel blog di www.justfortheloveofit.org ne parla! Comunque questo sito di freeeconomy è una f***ta pazzesca :D
16 Settembre 2010 14:44, Christian ha scritto:
@Francesca: Grazie per il sito di condivisione, stavo cercando da tempo qualcosa del genere! Mi sono già iscritto :)
16 Settembre 2010 13:28, Francesca ha scritto:
Non vedo il mio commento allora lo scrivo di nuovo:)
A Fabio volevo far sapere che Mark ha venduto la casa galleggiante per creare un sito per diffondere la Freeconomy.
Il sito mette in contatto persone che vogliono scambiare cose e abilita' senza chiedere niente in cambio.Per esempio se in una via ci sono 10 case con un piccolo giardino e voglio mettere a disposizione il mio tagliaerba per i vicini lo posso far sapere,oppure se voglio aiutare a creare un orto o tutto quello che so fare lo voglio condividere, basta scriverlo nel mio profilo.Allo stesso modo se un giorno mi serve qualcosa che non ho posso vedere se qualcuno che abita vicino me la puo' prestare.
Mark ha scritto un libro il cui ricavato andra' a finanziare la realizzazione di una comunita' che vuole vivere senza denaro.
Il sito della Freeconomy e' www.justfortheloveofit.org
Consiglio la visita al blog che e' ricco di consigli pratici per uno stile di vita che non abbia un impatto negativo sull'ambiente.
16 Settembre 2010 12:57, Fabio ha scritto:
@Francesca Come vedi, i soldi gli son serviti. ;-)
16 Settembre 2010 12:37, Francesca ha scritto:
a Fabio. Mark ha usato i soldi ricavati dalla vendita della casa galleggiante per creare un sito web per mettere in contatto tutte le persone che sarebbero contente di condividere le proprie cose e le proprie abilita' con altri che vivono vicini. Il sito si chiama www.justfotheloveofit.org e il movimento freeconomy.
Il blog e' ricco di consigli pratici per vivere in un modo che ha un minore impatto sull'ambiente.
16 Settembre 2010 01:47, Chrstian ha scritto:
Sono d'accordo con tutto quel che dici... fattostà che spesso, pur volendo mantenere un comportamento (ed un consumo) etico, poi il funzionamento del sistema economico ci "costringe" a scelte/compromessi che coadiuvano le componenti non etiche del sistema, ostacolando di fatto il processo di transizione. Per esempio, non so se è una mia impressione, ma le soluzioni di consumo ecologiche/etiche hanno spesso un costo (non solo monetario) superiore a quello di quelle che non lo sono... per questo dicevo che sarebbe opportuno trovare delle alternative che risolvessero o attenuassero quel problema.
16 Settembre 2010 00:55, Paolo Posocco ha scritto:
Conoscete il movimento zeitgeist? zeitgeistitalia.org e thezeitgeistmovement.com Lo troverete interessante! Propone una transizione da un'economia basata sul denaro a una basata sulle risorse, il tutto senza ridurre il tenore di vita, anzi, elevandolo per tutte le persone del mondo, senza distinzioni.
16 Settembre 2010 00:22, Fabio ha scritto:
Sarebbe interessante sapere cosa ne ha fatto dei proventi della vendita della sua casa, e se il libro lo ha regalato od invece si acquistava. Il denaro è uno strumento... il male deriva da come lo si usa. Concordo, ad ogni modo, che la soluzione di tanti nostri problemi stia nel riavvicinarci alla terra dalla quale deriva tutto ciò che, in un modo o nell'altro consumiamo. Fare a meno del denaro è solo un modo estremo di costringersi a farlo, ma non è necessario.
16 Settembre 2010 00:01, Christian ha scritto:
Piacerebbe anche a me diventare fiscalmente invisibile :) Il problema è, per la maggior parte delle persone, che questo comporterebbe una drastica riduzione del tenore di vita... a meno che non costruissimo una specie di rete di scambi alternativa, che funzionasse a livello globale.



il  mio commento  è  che  non faccia la  fine  di  Christopher Mc Candless. IL  quale Dopo la laurea presso la Emory University nel 1992, studente e atleta top Christopher McCandless abbandonato i suoi beni, ha dato il suo intero conto $ 24.000 risparmi in beneficenza e dopo  vari vagabondaggi  e  andato in  Alaska    dove  è morto : Dalla  vicenda  ( vedere approfondimenti  a fine post  ) è tratto  il film  into  the wild sotto il promo del film 

di cui sotto  trovate un video  di  una canzon  della colonna sonora

a  
l  cui e musiche  (  qui informazioni   sul  film  e quimaggiori  news  sulla  colonna  sonora  ) sono di  canzoni originali di Eddie Vedder, leader dei Pearl Jam, con pezzi alla chitarra eseguiti da Michael Brook eKaki King.

Letture  e  siti consigliati
Speciale Uomo e Natura/ 'Grizzly Man' e 'Into the Wild'
Il richiamo delle terre estreme. Into the Wild 
Sean Penn e Jon Krakauer: cuori selvaggi


http://it.wikipedia.org/wiki/Christopher_McCandless
http://www.tifilms.com/wild/call_intro.htm ( sul  suo viaggio e  su come  è morto realmente )

vivere senza denaro è possibile ? il caso di Heidemarie Schwermer e del film living without money


Nei  giorni  scorsi   con l'associazione  della bottwga  del mondo  cittadina  ho visto questo film documentario  (  foto  sopra )

da
http://coa.inducks.org/xref.php?c=I%20TL%201205-B

perchè :  1)  senza  soldi non si può  cantare nè messa  nè  bandiera  rossa  .Inizialmente  ero scettico e  confuso  proprio come  questa storia   ( foto  a   sinistra   )di topolino   n  1205
 2) è troppo utopistico vivere completamente  senza  soldi anche  se sono possibili  di compromessi  tipo  banche del tempo , scambi  , ecc  ( ne parleroò  in uno dei prossimi post  ) .Poi  dopo averlo visto mi sono  ricreduto . Anche  s difficilmente  io sarei capace  di metterlo  in pratica  .
Esso  ci racconta la vita di Heidemarie Schwermer(  trovate  sotto  una  breve biografia  ) una donna tedesca di 68 anni che 14 anni fa fece una scelta estrema: non usare più soldi. Con un’unica valigia di vestiti lascia il suo appartamento e regala tutto ciò che possiede,  cambiando radicalmente la sua intera esistenza.Oggi, 14 anni dopo, continua a vivere quasi del tutto senza soldi e dichiara di sentirsi sempre più libera e indipendente. Il film la segue nella sua quotidianità mostrando le continue sfide che questo  stile di vita alternativo comporta. Heidemarie è infatti sempre in viaggio, ospite per qualche giorno di  vecchi e nuovi amici e disposta a incontrare persone mai viste prima. Non è preoccupata per il futuro e vive intensamente il presente, perchè sa per esperienza che tutto va per il meglio quando ci si apre alla vita, e a qualunque cosa che viene incontro.Heidemarie viaggia tra Germania, Austria, Svizzera e Italia per tenere conferenze dove racconta la sua esperienza, desiderosa di condividere con gli altri la propria filosofia di vita che vede  nella semplicità la chiave della completezza. Quello che era iniziato come un sistema di scambio, di favori per sostituire il valore dei soldi oggi è diventato un vero e proprio modo di vivere che la vede impegnata nell’aiutare gli altri a trovare la propria strada per una vita più semplice e in armonia.Questo film segue Heidemarie nella sua vita di tutti i giorni, dove mangia, dove dorme,chi incontra; ci rende partecipi delle continue prove affrontate per poter vivere senza denaro. In Vivere Senza Soldi Heidemarie si racconta attraverso la sua filosofia di vita e le motivazioni che l’hanno portata ad abbracciare una sclta così difficile, in una società in cui tutto è basato sul potere dei soldi ed il valore di una persona dipende dalle sue possibilità economiche. Difficile restare indifferenti ad un incontro con  Heidemarie: alcuni la ritengono un “parassita” che vive sulle spalle degli altri, mentre altri la vedono come una “visionaria fonte di ispirazione”.  Resta il fatto che la sua storia ci porta a riflettere sull’influenza che il denaro ha sulle nostre vite, sulle nostre azioni e sul nostro modo di pensare oltre che sulla salute e sull’ambiente, in un discorso di ampio respiro che tocca i temi del materialismo e deca  tradizioni di condivisione  e d'l consumismo.Un ritorno  alle  antiche  tradizioni  di mutuo soccorso e  aiuto reciproco 


Heidemarie Schwermer


Heidemarie Schwermer nasce a Memel (ex Prussia Orientale) nel 1942 e dopo pochi anni si sposta in Germania con la famiglia, dove si stabilisce con lo status di rifugiata. Terminati gli studi lavora come insegnante, cresce due figli (che le regalano tre nipoti) e diventa successivamente psicoterapeuta. Nel 1994 fonda “La centrale del dare e ricevere”- il primo circuito di baratto presente in Germania- e nel 1996  regala tutto ciò che possiede per sperimentare uno stile di vita che esclude l’uso del denaro. Negli anni, in maniera graduale e decisa, Heidemarie è riuscita ad uscire dagli schemi, abbracciando un’esistenza libera dalle preoccupazioni legate alla proprietà e all’ansia del futuro.Di questa coraggiosa esperienza Heidemarie parla nel libro “Vivere senza Soldi”, tradotto in italiano, spagnolo, giapponese e sudcoreano.Visita il sito di Heidemarie per saperne di più sulla sua filosofia, la sua vita e l’esperienza di vivere senza denaro. 

Per  chi  volesse  approffondire 
promo film

intervista  a gli autori ddl  film da http://www.valcesano.tv/

intervista  all'autrice   1

intervista 2
http://www.aamterranuova.it/article1797.htm

temtiche  dekl film


1.1.12

il paese reale cambia quello istituzionale- dei cialtroni No . www l'italia multi etnica e multi tutto



E' un'Italia multietnica quella che fotografano i dati provenienti dagli ospedali in questo primo giorno dell'anno. Numerosi i bimbi nati da uno  o entrambi i genitori non italiani. Situazione  che  resiste  a   ciò : << Il Cambiamento è come un bel veliero, ogni giorno cerchiamo di migliorarlo, renderlo più bello e completo, per affrontare qualsiasi tempesta, ed arrivare ovunque, ma se Voi non ci aiutate a farlo galleggiare per fronteggiare il futuro, questo Veliero finirà in disarmo, non importa quanto sia bello e fin dove possa arrivare.>>  Per ora 

                                                            


ed in .... alla lega e a chi non vuole concedere la cittadinanza agli immigrati  ma  il  voto a  gli italiani all'stero si .

Di nuovo...


L'accoglienza è possesso senza egoismo.


(Bologna, 1 gennaio 2012)

31.12.11

povera italia sei bravo e sei costretto ad emigrare se un cialtrone e hai onori . il caso del premio unesco per la chimica valeria Alzar



dopo il caso di Valeria  Alzari   al centro  della  foto  sotto


ragazza precaria della facoltà di chimica di sassari premiata dall'Unesco , nonostante la regione sardegna diceva che il progtto non era granchè , costretta a d emigrare all'estero . Questo video che raccontata una vicenda pre 1968-1978 è più attuale che mai
cosi  pure  anche se  riadattata all'oggi qusta  canzone


dalla  nuova  saardegna  online






«È stata un'occasione emozionantissima - racconta lei, lineamenti da ragazzina e sguardo penetrante -. Eravamo lì, piccoli piccoli, davanti a personaggi come Giovanni Puglisi, rettore dell'Iulm e il genio della matematica Pergiorgio Odifreddi. È stata anche una rivalsa, in un certo senso». Perchè il progetto di Valeria, presentato nel 2010 a un concorso per giovani ricercatori bandito dalla Regione, era stato scartato a causa - così aveva decretato la commissione - della sua «scarsa rilevanza scientifica». 

Così vanno le cose, in Italia, per chi si affaccia alla carriera da ricercatore e si trova alle prese con un mondo fatto di incertezze e di precarietà, dove non sempre il merito coincide con le possibilità di progredire nella propria professione. Dove, talvolta, alla fine di una lunga battaglia, l'unica alternativa possibile è quella di fare le valigie e andare all'estero, in un contesto in cui, magari, se vali hai qualche chance in più. «Io non me ne vorrei andare, vorrei rimanere qui - dice Valeria - nella mia città dove ho investito tanto in termini professionali e dove ho i miei affetti. Ma mi sono data una scadenza. Se non si presenteranno opportunià entro la fine del 2012 sarò costretta ad abbandonare l'Italia». 

La scadenza coincide con un assegno di ricerca che la giovane ricercatrice ha ottenuto a giugno del 2010 come contributo della Regione al suo master&back, dopo aver completato il dottorato all'università di Perugia. Proprio nell'anno in cui la stessa Regione aveva rifiutato il suo progetto e proprio nei mesi in cui, ironia della sorte, a due studiosi russi era stato attribuito il premio Nobel per la chimica proprio in ragione della scoperta su cui si basa la ricerca di Valeria Alzari: il grafene. Si tratta di un nanomateriale isolato dalla grafite che consente applicazioni interessanti nella produzione della plastica conferendole qualità molto superiori a quelle attuali, tra le quali la resistenza. L'équipe in cui lavora la ricercatrice, diretta dal professore associato Alberto Mariani, ha raggiunto la più alta concentrazione di grafene mai ottenuta fino ad ora a livello mondiale, con un metodo originale e innovativo che ha portato, per la prima volta, alla sintesi diretta di materiali nanocomposti contenenti grafene. Un settore altamente specializzato che Valeria Alzari ha seguito fin dai tempi dell'università. 

«Mi sono laureata a Sassari a 25 anni - racconta - con la speranza di trovare subito lavoro. Così almeno garantivano le statistiche sui diplomi in chimica. Sembrava che tutte le aziende stessero aspettando il momento in cui io e i miei colleghi avremmo lasciato le aule della facoltà. Invece la realtà si è manifestata in modo del tutto diverso. Ho spedito decine e decine di curricula ma non ho mai avuto alcuna risposta. Né mi risulta che agli altri miei compagni di ventura sia andata meglio. Purtroppo, anche se sembra un luogo comune, essere donne, a parte il premio che ho vinto, crea parecchie difficoltà. Perciò se non troverò alternative sarò costretta ad andare via». 

E una sorte incerta potrebbe subire la ricerca svolta dal gruppo di Valeria all'interno del dipartimento di chimica, proprio a causa dei finanziamenti «ballerini». «Abbiamo avuto un contributo ministeriale nel 2009 - spiega il responsabile Alberto Mariani -, il cosiddetto Prin per i progetti di ricerca di interesse nazionale. Ci doveva essere un bando ogni anno ma così non è stato. Lo abbiamo ricevuti nel 2010 e scadranno a fine 2012». Si tratta di una cifra bassa: 22 mila euro con i quali non si possono che acquistare i materiali per svolgere gli esperimenti minimi. Una situazione che proprio da ieri sembra meno nera perché il gruppo ha ottenuto un finanziamento di 133mila euro da dividere con altre due equipe. Una boccata d'ossigeno che consentirà di tirare avanti un altro po'. E poi?

ho preso un vecchio treno di http://lavocedeigiovani.splinder.com/



HO PRESO UN VECCHIO TRENO


HO PRESO UN VECCHIO TRENO ...
Per riportarmi indietro ...
Per cucire angoli …                                     
per fare orli disfatti dal tempo ...


HO PRESO UN VECCHIO TRENO...Senza riscaldamento...
Il freddo mi faceva sentire vivo...
Mi teneva sveglio...
Mi aiutava a pensare...
Il mio sguardo fuori dal finestrino,            
per vedere il panorama...

HO PRESO UN VECCHIO TRENO…
Un panorama ricoperto dalla nebbia fitta,
accompagnata dal buio del mattino...

Il sole ancora troppo pigro per splendere...
Per donare al mio sguardo paesaggi brulli      
e bagnati dalla brina...


HO PRESO UN VECCHIO TRENO…                    
e sono tornato alla vita!
dal  compagno di viaggio  di cdv.splinder.com http://lavocedeigiovani.splinder.com/

30.12.11

si può perdonare un tradimento di 50 anni fa ? ROMA. C'è la gelosia alla base della decisione dell'uomo, nativo di Olbia Lui 99, lei 96: si separano Ex carabiniere sardo rompe le nozze di 77 anni



Una notizia del genere, di questi tempi, non può che fare scalpore, abituati come siamo ai matrimoni lampo dei personaggi del mondo dello spettacolo.Ne  sono esempi quelli avvenuti   qualche giorno fa l’annuncio da parte di Sinead O’ Connor di aver troncato, dopo soli 16 giorni di matrimonio, la relazione con Barry Herridge, conosciuto online. Ancora più esilarante è però il divorzio di Britney Spears da Jason Allen Alexander, avvenuto appena 55 ore dopo aver pronunciato il fatidico sì. Ma quello che  lascia  sorpreso  e  mi fa  ridere  è  che   la  causa  dl divorzio    cioè  la  scoperta  di un tradimento  avvenuta  50 anni fa  


dall'unione sarda del 28\12\2011


C'è la gelosia alla base della decisione dell'uomo, nativo di Olbia
Lui 99, lei 96: si separano  Ex carabiniere sardo rompe le nozze di 77 anni
L'uomo aveva trovato nel 2002 alcune lettere che la moglie scrisse 50 anni prima ad una persona con la quale aveva avuto una relazione. Da qui la gelosia e l'idea di separarsi.


ROMA Una vita trascorsa insieme non basta per poter generosamente perdonare il coniuge che ha rotto il patto di fedeltà. E così, nonostante la veneranda età, due coniugi hanno scelto di restitursi le foto e di spartirsi i cucchiaini e soprattutto di affrontare una causa legale che sancisca la rottura del 
lungo matrimonio. I protagonisti della curiosa vicenda che metterà fine a 77 anni di matrimonio sono due anziani coniugi - lui di 99 anni, lei di 96 - che si sono sposati nel 1934. Lui era un giovane carabiniere, Antonio C. nato a Olbia che aveva lasciato ben presto l'Isola, destinazione Napoli dove aveva incontrato l'amore della sua vita, Rosa T.
Il ricorso per la separazione consensuale è già stato depositato al Tribunale di Roma e l'udienza presidenziale è stata fissata per il prossimo mese di marzo. «La crisi coniugale è cominciata nel 2002, quando lui ha scoperto alcune lettere che la moglie aveva spedito oltre mezzo secolo fa a un uomo con il quale aveva avuto una relazione», spiega uno degli avvocati di uno studio romano specializzato in casi fin troppo curiosi che accadono da nord a sud dello Stivale, mostrando all'Ansa copia del ricorso per la separazione.
Secondo quanto risulta dall'atto giudiziario e dal racconto del legale, i due coniugi - lui classe 1912, sardo; lei del 1915, napoletana - si conoscono negli anni Trenta, quando lui, giovane carabiniere, è mandato in servizio a Napoli. Le nozze sono celebrate nel capoluogo partenopeo il 25 luglio 1934.
Ventuno anni più tardi la coppia - che oggi ha cinque figli, una decina di nipoti e un pronipote - si stabilisce definitivamente a Roma.
La vita coniugale ha uno scossone nel 2002, quando il marito scopre in un cassetto di casa anche lettere che la moglie aveva scritto oltre mezzo secolo prima, in costanza di matrimonio, a un uomo con il quale aveva avuto una relazione. La reazione dell'ex carabiniere è rabbiosa: è il 2002 quando l'uomo si allontana dalla casa coniugale. Alcuni mesi dopo torna dalla moglie, ma nulla è più come prima: le liti sono sempre più frequenti, la distanza tra marito e moglie sempre più marcata e nostante l'età, quel tradimento avvenuto anni prima, che allora non aveva intaccato l'equilibrio della coppia, brucia nel cuore di Antonio come una ferita appena fatta.
Alcune settimane fa i due coniugi hanno deciso di separarsi e il 16 dicembre i legali hanno depositato il ricorso alla cancelleria del Tribunale di Roma. A marzo, prima di dichiarare la separazione
 consensuale, sarà compito del giudice compiere il tentativo di riconciliare i due coniugi. E di far recedere l'ostinato ex carabiniere sardo dall'idea di chiudere la vita da divorziato. Ne vale la pena? 

Ora  leggendo  l'articolo riportato sopra mi  chiedo  oltre alla  domanda  retorica  riporta  alla fine dell'articolo  mi chiedo  ( e mi dò la  risposta) si può perdonare  un tradimento  specie  se è avvenuto  50  anni fa ? 
Dipende   1)  dal perchè il tradimento  è avvenuto  se è avvenuto  per necessità come la  protagonista del  fumetto I Maestri dell'Orzo (Les Maîtres de l'orgedi Jean Van Hamme e Francis Vallès. È stato pubblicato in Francia in sette volumi tra il 1992 e il 1997, più un ultimo volume pubblicato nel 2001


Tradotta  e pubblicata  in italia  da I Classici del fumetto di Repubblica, I Maestri dell'Orzo. Panini Comics, 2005. La  foto  sopra  è la  copertina  di tale edizione 
Esso è un cult  in Belgio ed  in Francia  dove  :<< La storia fu originariamente pensata da Van Hamme nel 1980 come sceneggiatura per una collaborazione tra la televisione belga e quella francese, ma in seguito alla privatizzazione della televisione belga il progetto si arenò. Venne ripreso ed adattato come fumetto dieci anni dopo. In seguito al successo del fumetto la serie venne anche trasformata in due romanzi pubblicati nel 1996 e 1999 e in uno sceneggiato televisivo composto da due parti ognuna delle quali composta da tre puntate.>> ( dalla voce  maestri d'orzo di wikipedia  )., 2)  se il tradimento  viene rilevato subito   appena  scoperto come  fa il protagonista  (  ne  trovate sotto il trailer  )  de la versione di barney  





allora  si  è probabile  . Se invece No difficilmente lo perdonerei prchè  è non sopporto l'ipocrisia  meglio  dire direttamente  ho un 'altra\o  , non t'amo più o  non m'appaghi più  certe cose  con te  non l posso  fare  con lei\lui  si . concludono   il post  le  note  in sottofondo  di (  che poi è  anche la colonna sonora  del post  )  " la  città vecchia  " di De Andrè . Anche  se la mia  amica facebookiana  Maria laura Salsi  a cui avevo chiesto un pare   se  andava bene dice : << secondo me no, perchè credo parli più di solitudine incolmabile che di coppie infrante... :) comunque complimenti per il pezzo >> . Non la biasimo









29.12.11

cantiere fai dai te . la maddalena cittadini si riparano le strade


dall'unione  sarda  del  28\12\2011


LA MADDALENA. Un gruppo di volontari al lavoro nella notte

I cittadini riparano le strade

Il Comune non sistema le strade e a La Maddalena ci pensano i giovani. I componenti dell'associazione “Reazione giovanile”, impegnati in una battaglia per il miglioramento della città, hanno deciso di entrare in azione. Si sono autofinanziati e hanno passato una notte intera a impastare sabbia e cemento per tappare le buche di via Turati. «Siamo stanchi di promesse, è arrivato il momento di cambiare il paradigma “noi costruiremo per voi” in quello “noi costruiremo con voi” - dicono i rappresentanti dell'associazione - Ora nella nostra comunità è sorta un'alba nuova». Intanto in città vanno avanti le polemiche sulla viabilità nel rione Murticciola e lungo via Indipendenza che collega il centro storico al quartiere di Moneta. Uno dei problemi maggiori è che proprio via Filippo Turati, utilizzata in senso unico per rientrare al centro, è strettissima e piena di buche.“Reazione Giovanile” ha promosso una raccolta di firme che ha portato in breve a quattrocento adesioni. Ma niente per il momento è cambiato. «I rappresentanti delle istituzioni devono ricordarsi di aver ricevuto il mandato dai cittadini e di dover lavorare per loro», scrivono i giovani che hanno promosso la mobilitazione popolare. All'origine di questa polemica scatenata dai giovani di La Maddalena sta la decisione - contestata dagli abitanti del quartiere - di sottoporre una tratto della trafficatissima via Indipendenza, a senso unico in uscita dal centro storico: quattrocento metri e non di più, dove la carreggiata si restringe e diventata pericolosa. Ma il rimedio, purtroppo, è stato definito peggiore del male. Le strade alternative per il rientro in città, via Filippo Turati ma anche via Sartene e via Olbia, sono altrettanto strette. Tra le polemiche, i giovani hanno deciso di trovare un rimedio: «Sistemiamo le buche e così cerchiamo di ridurre al minimo i rischi. E visto che non ci pensa il comune, abbiamo dato una mano».
Francesco Nardini

Andrea Busia
I galluresi non hanno mai avuto un trattamento privilegiato in fatto di strade. Le più importanti sono drammaticamente inadeguate (in testa alla lista la Olbia Sassari) le altre spesso hanno le caratteristiche dei vecchi tracciati per i carri a buoi. In questo ultimo scorcio del 2011 all'insegna dei tagli alla spesa pubblica (dunque il prossimo anno arriverà ben poco per i cantieri comunali, provinciali e Anas) da La Maddalena arriva un messaggio che nessuno può permettersi di sottovalutare. Un gruppo di giovani ha raccolto i soldi per sistemare una via della cittadina, visto che il Comune ancora non ha provveduto a tappare le buche. Così nell'Arcipelago è stato inaugurato il “fai da te” della manutenzione stradale. La storia, pensandoci bene, non è solo una provocazione. Chi conosce bene Olbia, ad esempio, sa che in alcuni quartieri della città le buche sull'asfalto (anche nelle traverse della centralissima via Aldo Moro) esistono da anni. Le proteste dei cittadini non sono servite a nulla. Anzi in alcuni casi la situazione è peggiorata. Non va meglio in altri centri e anche sulle strade importanti. La Olbia Tempio, quando piove più del solito, perde sempre qualche pezzo. Insomma, la colpa è degli automobilisti che non riescono a evitare la voragine. A La Maddalena propongono il cantiere autogestito. Giusto? Sbagliato? Di sicuro la tempistica è azzeccata. Sperando che a qualcuno non venga l'idea di trasformare la provocazione in un modello. Del tipo: «Avete le buche? Fate come a La Maddalena».

Pretendere che italiani e immigrati ed in nuovi italiani condividano la stessa idea della donna come persona libera

Qualche  giorno    fa  stavo sfogliando la  slide   di msn.it      è  sono  capitato    su quest  articolo di  HuffPost Italy Dei fatti di C...