10.6.24

Sport senza età La sassarese Rita Barria, campionessa italiana di scherma a 75 anni e la matematica Gigliola Staffilani è stata eletta membro dell’Accademia nazionale delle Scienze degli Stati Uniti D’America,

Sport senza età La sassarese Rita Barria, campionessa italiana di scherma a 75 anni di Gianna Zazzara La sassarese Rita Barria, campionessa italiana di scherma a 75 anni Ex insegnante, ultima cattedra a Sorso, ha appena vinto due bronzi ai master tricolore

di Gianna Zazzara  la  nuova sardegna  9\6\2024

  Sassari Avere 75 anni ( «76 a dicembre», precisa) e non sentirli. «L’età è un numero, conta lo spirito». Parola di Rita Barria, sassarese, insegnante in pensione e campionessa di  scherma. Le ultime medaglie la settimana scorsa ai campionati italiani master nella categoria over 70: bronzo nella sciabola e nella spada. Ma a casa di Rita le coppe sullo scaffale non si contano. «Nel 2021 ho vinto la medaglia d’oro in Coppa Italia nella spada, bronzo nel 2022 e nel 2023, i miei nipoti mi chiamano Lady Oscar».

Complimenti, salire in pedana, e vincere, a 75 anni, non è da tutti.

«È una passione nata per caso cinque anni fa, una mia amica con la quale frequento i corsi di Tai Chi mi ha detto che si era innamorata della scherma e mi ha invitato a provare. “Hai il fisico adatto”, mi ha detto».

E così è finita al Circolo schermistico sassarese, dai maestri Sandro Bartoletti e Gianfranco Masia.

«Ho fatto qualche lezione di prova e mi è piaciuto subito tirare, sono stata subito circondata da tanto affetto e simpatia. Così ho iniziato ad allenarmi seriamente con Sandro alla sciabola e alla spada e con Gianfranco al fioretto».


Poi sono arrivati i tornei e le medaglie.

«Non credevo che la competizione mi sarebbe piaciuta così tanto. Ma gareggiare è anche un’ottima scusa per viaggiare, una delle mie passioni. L’anno scorso sono stata a Zara per i Mondiali».

Non è faticoso alla sua età?

«Come si fa a dire che si fa fatica se ci si diverte?»

Si allena tutti i giorni? «Al circolo due, tre volte la settimana, altre due volte vado a scuola di ballo e poi c’è il Tai Chi, mi alleno anche con la spada e la sciabola cinese. Dimenticavo, a casa ho il sacco di boxe, un altro modo per scaricare le tensioni».

Lei è instancabile, era così anche da ragazza?

«Nuotavo, andavo a cavallo ma non ho mai fatto sport a livello agonistico, la competizione l’ho scoperta adesso e devo dire che è stata una sorpresa. Mi piace vincere».

Lei è in formissima. «Peso 48 chili per un metro e 60, sono sempre stata magra, lo sport aiuta, non c’è dubbio, lo consiglierei a tutte le donne».

Ecco, cosa pensano le sue amiche della sua nuova passione?

«Sono tutte più folli di me, iperimpegnate. E comunque non frequento persone della mia età, le mie amiche sono tutte più giovani di me».


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LE ECCELLENZE ITALIANE

    di Patrizia Benelli  amministratore del  gruppo fb   come  eravamo

C'è una notizia dei giorni scorsi che è passata in sordina ma che invece merita tutti gli onori della cronaca: la matematica Gigliola Staffilani è stata eletta membro dell’Accademia nazionale delle Scienze degli Stati Uniti D’America, un incarico prestigioso quasi al pari di un Premio Nobel (Medaglia Fields, l'equivalente visto che non esiste un Nobel per la matematica), giusto per capirne l'importanza.
Gigliola Staffilani [  foto  a destra  ]  nacque a Villa Rosa di Martinsicuro (TE) in Abruzzo nel 1966, crebbe in campagna parlando solo dialetto nella sua infanzia ed a soli dieci anni perse il padre. Così per combattere il dolore si buttò nella matematica scoprendo un talento naturale per i numeri e le equazioni. In famiglia c'era bisogno di soldi e la madre vorrebbe farla lavorare per far quadrare i conti, ma Gigliola nonostante tutto non mollerà e riuscirà ad iscriversi al liceo scientifico a San Benedetto divenendo successivamente la pupilla del professore Mario Illuminati, ottenendo una Borsa di studio all'Università di Bologna.
Trasferitasi negli USA, diventa assistente a Stanford, a Princeton, professoressa al MIT di Boston.
Gigliola Staffilani è stata la seconda donna della storia ad avere una cattedra “full” al MIT (Massachusetts Institute of Technology) di Boston (Matematica Pura), prima italiana di sempre. 

7.6.24

se gli stati europei anzichè vietare ed imporre dei limiti d'età per accedere alla ai social si occupassero di cose più seroie sarebbe meglio

 

gli stati europei si occupassero di cose serie anzi che di censurare e di proibire con provvedimenti : inutli. fuori dal tempo , fallaci , di blanda,se non impossibile applicazione,ecc che sanno di grida manzoniani . Proprio come quelle sul divieto di vendere alcool e sigarette ai minori o sull'uso dei cellulari .... ehm.. intestazione di una scheda telefinica sottouna certa eta, o divieto di scomettere online , o giocare alle slot

DIARIO DELLA SETTIMANA N 55 ANNO II Elisabetta Bathory, la terribile “contessa Dracula” che uccise oltre 600 giovanissime donne , anche i preti si tatuano , la bellezza salva i libri



La storia spesso trasforma donne influenti in leggende. Ed Elizabeth Báthory, aristocratica ungherese accusata di essere una serial killer nel XVI e XVII secolo, non fa eccezione. La sua storia continua a ispirare racconti agghiaccianti di orrore e crudeltà, anche quattro secoli dopo la sua morte.

  Secondo  Erzsébet Báthory - Wikipedia


Erzsébet Báthory, conosciuta in Italia anche come Elisabetta Bathory (a volte chiamata Elizabeth Bathory, il nome con cui è famosa nei paesi anglofoni), soprannominata la "Contessa Dracula" o "Contessa Sanguinaria" (magiaro Báthory Erzsébet (/ˈbaːtori ˈɛrʒeːbɛt/), slovacco Alžbeta Bátoriová; Nyírbátor, 7 agosto 1560 – Csejte, 21 agosto 1614), è stata una criminale, serial killer e nobile ungherese.Lei e quattro suoi collaboratori furono accusati di aver torturato e ucciso centinaia di giovani donne. Le vittime oscillerebbero tra le 100 accertate e altre 300 di cui era fortemente sospettata all'epoca; secondo un diario trovato durante la perquisizione in casa sua, le vittime sarebbero 650, e ciò farebbe di lei la peggiore e più prolifica assassina seriale mai esistita. Tuttavia, gli storici tengono per vera la stima delle 100/300 vittime e sono scettici circa la veridicità e/o esistenza di questo diario. 


Secondo invece <<   Elisabetta Bathory, la terribile “contessa Dracula” che uccise oltre 600 giovanissime donne>> di (msn.com)


Riconosciuta dal Guinness World Record come la più prolifica assassina donna della storia, Báthory avrebbe tolto la vita a oltre 600 giovani ragazze per soddisfare la sua sete di sangue. Tuttavia, come molti eventi storici, la sua storia è tutt'altro che semplice da ricostruire.Era una spietata e tormentata assassina o era vittima di un'elaborata cospirazione? Date un'occhiata alla galleria e formate il vostro giudizio.


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Corpi come murales . Regno Unito, polemiche social per la reverenda di Canterbury tatuata: “Serve ancora più impegno contro misoginia e pregiudizi”



L’annuncio dell’arrivo di Wendy Dalrymple, con una foto che mostra i suoi numerosi tatuaggi, ha scatenato offese sessiste su Twitter, tanto da portare il decano di Canterbury a intervenire . il nuovo reverendo della cattedrale di Canterbury è una reverenda. Dal 1994 nella comunione anglicana le donne possono accedere al presbiteriato, ricevere l’ordinazione episcopale, diventare diaconi e sacerdoti. Nessuno quindi tra i sudditi di re Carlo III ha manifestato stupore. Ha destato invece meraviglia che la reverenda abbia le braccia tatuate. Le immagini che si è fatta imprimere sono di carattere religioso e lei, Wendy Dalrymple, 47 anni, sposata, due figli, non le nasconde; anzi, le mostra con orgoglio. Il decano di Canterbury David Monteith ne ha preso le difese e nell’esprimerle il suo sostegno ha detto che «i tatuaggi esistono da migliaia di anni e raccontano storie di cultura». È vero, e chi studia antropologia culturale lo sa. Sa anche, però, che nello scatolone della cultura ognuno mette e toglie ciò che gli fa comodo. Oggi nella società occidentale il tatuaggio è una moda. Sono molti i personaggi in vista, soprattutto calciatori e cantanti, che attraverso i corpi affrescati come murales intendono lanciare messaggi: tatuaggi al posto di pensieri e idee. Gli imitatori, uomini e donne, sono un esercito, e stanno per invadere le spiagge per mostrare i loro capolavori: pelli come arazzi. Il corpo non è più considerato un tempio sacro da non profanare, bensì una vetrina. Dove esporre, come fa la reverenda Wendy, la propria mercanzia.



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La bellezza che salva i libri

di Mario Calabresi







Siamo portati a pensare che la bellezza sia qualcosa di naturale, che le cose belle fioriscano spontaneamente, quasi figlie di una congiunzione astrale o di un caso fortunato. Non è mai così. La bellezza è figlia del tempo, quello necessario alla Natura o all’uomo per mettere le cose in un ordine che poi ci meraviglierà (penso a un bosco, a un roseto o a una spiaggia che il mare ha creato levigando le pietre per centinaia di anni). È figlia del metodo e della costanza. Un libro, un dipinto, un film, una foto, un oggetto, un giardino, una casa, una cena, un gol: non sono mai belli per caso, per incidente o per fortuna, sono belli perché ci sono stati dedizione, cura, allenamento e soprattutto fatica.


L’interno della Libreria Palazzo Roberti © Libreria Palazzo Roberti


Una delle librerie più belle d’Italia, se non la più bella in assoluto, si trova a Bassano del Grappa e si chiama Libreria Palazzo Roberti. Occupa tutti gli 800 metri quadrati di un palazzo del Seicento in cui ha dormito due volte Napoleone - l’8 settembre del 1796, reduce dalla vittoriosa battaglia di Bassano contro gli austriaci, e nel marzo del 1797 in sosta lungo la marcia che lo porterà alle porte di Vienna -, in cui passava le sue serate lo scultore Antonio Canova e i cui soffitti sono stati affrescati nel 1799 da Antonio Scajaro, un allievo del Tiepolo. Dopo tre secoli di splendore, nel Novecento l’edificio perde splendore e declina. Le vetrine vengono affittate e divise tra vari negozi e i piani superiori adibiti a magazzini.
Quel palazzo però è nel cuore di un fotografo che, per risolvere un problema di fatica, ha fatto fortuna. Si chiama Lino Manfrotto, è figlio di un tassista e di una casalinga e fa fotografie di cronaca, nera e rosa, con trasferte freddissime a Saint Vincent per fotografare le star al casinò, scatta foto industriali per le brochure delle aziende locali, foto di battesimi, cresime e soprattutto di matrimoni. Ma proprio le attrezzature che si porta sulle spalle ai matrimoni, così pesanti e scomode, gli fanno venire l’idea con cui avrebbe svoltato la sua vita. Insieme a un amico geniale, Gilberto Battocchio, si ingegna a produrne di più leggere, maneggevoli e veloci da usare. Gli riescono talmente bene che decidono di metterle in produzione: nasce così la Manfrotto, l’azienda di treppiedi per macchine fotografiche numero uno al mondo.
Con la fortuna accumulata, il 2 dicembre 1988 compra Palazzo Roberti, pensando di restaurarlo e di farne l’abitazione di famiglia. In una parte di Palazzo Roberti c’era una libreria e il libraio, che già da qualche anno aveva lo sfratto, in un tentativo di rimanere riesce a fare mettere un vincolo ministeriale che destina l’uso del palazzo a libreria. Ma Lino non ne ha idea, quando lo scopre è costretto ad abbandonare l’idea di dormire nella stessa stanza di Napoleone ma accoglie la sfida: acquista la storica libreria di Bassano, che si chiamava Scrimin, per trasferirla lì.


Lino Manfrotto © Famiglia Manfrotto


Così un vincolo ministeriale cambia la sua vita ma soprattutto cambierà quella delle sue tre figlie: Veronica, Lorenza e Lavinia che non avevano mai desiderato, pensato o immaginato di diventare libraie.
Le tre sorelle, a partire dal 1991, dopo gli studi, iniziano a lavorare da Scrimin: sanno ben poco del mondo dei libri e non sono nemmeno delle lettrici forti, ma imparano a fare gli ordini e vanno con il furgone ai magazzini delle case editrici a Padova per ritirarli, li stipano in un deposito di Bassano da cui poi vanno avanti e indietro con un carretto carico di volumi. Il lavoro è tanto ma le cose non girano, il padre ogni anno deve ripianare i conti. Però imparano a fare tutto e per alzare lo sguardo, a turno, vanno a lavorare nella mitica libreria Hatchards in Piccadilly Street a Londra, da cui poi copieranno gli scaffali, i mobili e le riunioni editoriali.
Il 28 marzo 1998 la libreria si sposta a Palazzo Roberti, che Lino ha restaurato, e inizia la nuova avventura. Il padre però è chiaro: da questo momento dovete stare in piedi da sole. «Le cose sono andate subito bene – racconta Lorenza - ed era anche piuttosto semplice: collaboratori preparati, un buon assortimento di libri, accurati rifornimenti, la bellezza del posto. Era sufficiente aprire il portone e la gente entrava da sé. Nonostante i modelli della scuola librai ci avessero date per spacciate, già al secondo anno avevamo raggiungo il punto di pareggio, il famigerato break-even point».

Da sinistra: Lorenza Manfrotto, Inge Feltrinelli, Veronica Manfrotto, Lavinia Manfrotto e Lino Manfrotto © Famiglia Manfrotto


È l’effetto che fa a me la prima volta che ci entro, resto incantato dalla cura, dalla bellezza, dalla sensazione di accoglienza e dalla quantità di volumi (26mila titoli) divisi in sezioni molto ben definite. «I cinque libri che abbiamo venduto di più in questi 26 anni – racconta Lavinia - sono stati “Il codice da Vinci” di Dan Brown, “Il cacciatore di aquiloni” di Khaled Hosseini, “Sul Grappa dopo la vittoria” di Paolo Malaguti, “Cambiare l’acqua ai fiori” di Valerie Perrin e “L’eleganza del riccio” di Muriel Barbery. Che al terzo posto ci sia il romanzo d’esordio di Malaguti ambientato sul Monte Grappa fa capire quanto sia radicato il legame che i bassanesi hanno con il proprio territorio e la sua storia».
Le cose vanno bene fino al 2008, l’anno magico nel quale, complici dieci giorni di sconti per i festeggiamenti dei dieci anni della libreria, raggiungono il record di fatturato. Finita la festa però inizia il declino, la crisi del libro inizia a farsi sentire sempre più forte e le librerie storiche chiudono una dopo l’altra. Per resistere provano ad ampliare l’offerta, aprendo il reparto cartoleria e oggettistica. Ma non basta.
Nel 2012 le tre sorelle, in difficoltà con alcuni pagamenti, devono rompere il patto e chiedere un piccolo prestito al padre: «Glielo abbiamo restituito il mese dopo – spiega Veronica - ma è stato un monito: la scelta era soccombere o trovare il modo di risollevarci. Con la libreria non ci si arricchisce (o meglio ci si arricchisce in tutto tranne che in denaro) ma non potevamo pensare di dover ricorrere ai prestiti o fare debiti. Ci siamo dette: o invertiamo la rotta o chiudiamo».
Hanno cambiato completamente stile e atteggiamento: «Ci siamo inventate di tutto: dai laboratori per bambini in cui con uova, farina e mattarello facevamo loro preparare tagliatelle e biscotti, al tè con i libri, ai corsi di scrittura, alle tantissime presentazioni. E nonostante i temibili nemici che fronteggiavamo (Amazon, Ebook, smartphone, centri commerciali) ce l’abbiamo fatta. Abbiamo mosso la nostra pesantissima, meravigliosa nave e l’abbiamo rimessa sulla rotta della salvezza».


L'ingresso posteriore della Libreria Palazzo Roberti © Libreria Palazzo Roberti


La cosa che funziona meglio sono gli incontri con gli autori, ne fanno anche settanta l’anno, e da lì è nata la voglia di pensare più in grande: «Quando accompagnavamo gli scrittori a vedere la città, dopo le presentazioni, ci dicevano che era molto bella e che si sarebbe prestata a ospitare un festival. Abbiamo deciso di provarci ma volevamo che fosse una proiezione della libreria all’esterno, con la stessa cura e la stessa magia ma che potesse essere ospitato nei luoghi più belli di Bassano, a partire dal cortile del castello degli Ezzelini».
La prima edizione è nel 2016: «Le case editrici ci proponevano di portare libri che raccontavano tutti storie di resistenza: fisica, psicologica, economica. Così abbiamo deciso di chiamare il nostro festival “Resistere”, perché la vita prima o poi ti mette alla prova e tu devi resistere. Quell’anno è venuto Sepulveda e per noi è stato un momento indimenticabile».


Quest’anno il festival “Resistere” inaugura la collaborazione con Chora Media e Will attraverso una serie di eventi durante i giorni della rassegna. Trovate qui il programma completo

L’inaugurazione della prima edizione del festival nel 2016 con Carlin Petrini


Sono passati 26 anni dall’apertura della libreria: «Se ci guardiamo indietro vediamo che grazie al cielo la strada percorsa era corretta e ci ha portate dove siamo, ma nessun salto triplo ci avrebbe condotte qui: è stato necessario ogni passo, non ci sono scorciatoie. Ci siamo guadagnate ogni punto di sconto in più, ogni autore che è venuto, ogni relazione proficua, ogni cliente, ogni riga scritta su di noi. Ci vogliono tempo e abnegazione. Il lavoro è fatica, prima dell’appagamento viene la fatica. E non si può avere soddisfazione in alcun lavoro se non si fa prima fatica»



5.6.24

destra sempre più arrogante e caffona oltre che ignorante il caso della deputata venerta di Fdi elena donazzan che dice che matrimoni misti favoriscono i terroristi o ., e l'nsult a matrgherita lachin rimproverata in consiglio comunale per aver definito "antifascista" la Costituzione




È stata prima insultata da un consigliere di Fratelli d'Italia e poi redarguita dal presidente dell'assemblea per aver definito "antifascista" la Costituzione. È accaduto durante la seduta del 3 giugno del consiglio comunale di Marcon, cittadina di 17mila abitanti alle porte di Venezia. Margherita Lachin (  foto  a   sinistra  ) consigliera Pd dell'opposizione, prende la parola, ma viene interrotta dai consiglieri della maggioranza appena definisce "antifascista" la Costituzione. 
Si sente chiaramente un insulto al suo indirizzo ("vaffa.."), proveniente da Stefano Franceschetto, capogruppo di Fratelli d'Italia, che viene richiamato dal presidente, Thomas De Rossi. Ma lo stesso De Rossi, immediatamente dopo, se la prende con la consigliera Pd: "L'antifascismo c'entra abbastanza poco, la invito a continuare con i dovuti modi", le dice. E alla replica incredula di Lachin ribatte, stravolgendo completamente i fatti: "Chiarisca la sua posizione perché sennò le tolgo la parola: ha dato del fascista a...?". "Io non ho dato del fascista a nessuno", chiarisce Lachin. "Lei mi riprende perché ho detto "costituzione antifascista" e non dice nulla a chi mi ha offeso con una parolaccia ?".
Mi sa  che     ha  ragione  Montinari  


4.6.24

Come capire se un numero è di un call center o spam senza app antispam oltre la ricerca del numero su Internet

 

leggi anche

oltre  i sistemi    citati   nell post  precedente  ( vei url  sopra  )    e  eventualmente  il registro 
dell'opposizione    un altro modo di    difendersi    dallo spam  è come capire se un numero è di un call center o spam   senza   app con la ricerca del numero su Internet .
Un metodo semplice ma efficace è ricercare il numero su internet. Spesso, se il numero appartiene a un call center, si troveranno recensioni o segnalazioni in forum o siti dedicati. Questo metodo può fornire rapidamente una conferma dell’origine del numero.La ricerca del numero su internet rappresenta uno dei metodi più immediati e accessibili per verificare se un numero telefonico appartiene a un call center. Questo approccio sfrutta la vastità delle informazioni disponibili online per offrire una rapida identificazione del chiamante. Vediamo come ottimizzare questa ricerca per ottenere risultati affidabili.
Come Funziona la Ricerca
Digitare il numero di telefono nella barra di ricerca di un motore di ricerca (come Google, Bing o DuckDuckGo) è il primo passo. È consigliabile inserire il numero in diverse formattazioni (ad esempio, con o senza il prefisso internazionale, separando i numeri con spazi o trattini) per aumentare le possibilità di trovare corrispondenze precise.La ricerca restituirà spesso link a siti web specializzati in cui gli utenti segnalano e discutono numeri di telefono associati a truffe, telemarketing o call center. Siti come WhoCallsMe, Tellows, e Should I Answer? sono esempi di risorse dove gli utenti possono lasciare commenti e valutazioni su numeri specifici, offrendo una panoramica dell’esperienza di altri utenti con quel numero.I social media e le directory online possono essere altrettanto utili nella ricerca. Numeri di telefono associati a imprese legittime sono spesso elencati sui loro profili social o pagine di contatto. Questo può aiutare a distinguere tra chiamate da call center e quelle da aziende con cui si ha già una
relazione.
Come capire se un numero è di un call center facendo attenzione alle false segnalazioni
È importante approcciare le informazioni trovate con un certo grado di scetticismo. Non tutte le segnalazioni o i commenti potrebbero essere accurati o aggiornati. In alcuni casi, numeri precedentemente utilizzati da call center potrebbero essere stati successivamente assegnati a utenti privati o aziende legittime. Durante la ricerca, è fondamentale anche considerare la propria privacy e sicurezza online. Evitare di inserire numeri di telefono in siti web poco affidabili che potrebbero raccogliere dati personali per scopi illeciti.La ricerca del numero su internet è uno strumento prezioso per chiunque desideri identificare rapidamente la fonte di una chiamata sospetta. Con l’uso di motori di ricerca, siti web dedicati, e piattaforme social, è possibile ottenere una buona indicazione sull’origine di un numero. Tuttavia, è essenziale utilizzare queste informazioni con discernimento, tenendo sempre in considerazione la possibilità di errori o informazioni obsolete.
Oppure    c'è  il fai da te 
 Quando riceviamo una chiamata da un numero sconosciuto, è naturale chiedersi chi possa essere dall’altra parte della linea. Identificare se si tratta di un call center può essere più semplice di quanto si pensi, prestando attenzione a determinati indizi durante la chiamata. Questi segnali possono aiutarci a capire rapidamente la natura della chiamata, permettendoci di agire di conseguenza. La tecnica  che  uso io   , per  provare  a distinguere  le  chiamate spam da   chiamate  di lavoro  è quella  di lasciarli squillare   se  vedo   che  richiamano o con lo stesso  n   o  un numero diverso è spam  perchè  prima quando richiamavo mi dicevo che il n    non è  abilitato al  traffico entrante   idem per  sms  .  Oltre quello    suggerito prima    un numero spam o sospetto tale    è   visto  che  prendono  (  ecco perchè quando si cambia  n  è semrpe  meglio  fare la portabilità  del  vecchio  )      usano  un trucchetto legale   cioè aspettano due mesi  o   che  ill n non più reclamato     dall'utente   per  cambio  o per   chìusura  senza portabilità   della  scheda precedente  e  usano come  n    insiuenme  ad  i  nomi identificativi     che  il proprietario precedente  ha  usato per  chiamare  la  sua  scheda   .Durante la chiamata, ci sono alcuni indizi che possono suggerire l’origine da call center. Ad esempio, un ritardo nell’inizio della conversazione dopo aver risposto o la presenza di rumore di fondo tipico di un ambiente di call center. Inoltre, se l’interlocutore , quando non parte  un nastro registrato  , segue uno script o fa domande generiche, è probabile che si tratti di una chiamata da call center.


1. Ritardo nella Risposta
Uno degli indizi più evidenti è un ritardo nell’inizio della conversazione dopo aver risposto. Questo accade perché molti call center utilizzano sistemi di dialing automatici che chiamano diversi numeri contemporaneamente. Il primo che risponde viene collegato all’operatore disponibile, causando così un breve ritardo. Se notate un silenzio insolito prima che qualcuno inizi a parlare, potrebbe essere un segnale.
2. Rumore di Fondo
Prestare attenzione al rumore di fondo può offrire ulteriori indizi. I call center sono ambienti rumorosi, pieni di persone che parlano al telefono. Se durante la chiamata sentite voci indistinte o un costante brusio di sottofondo,  e non risponde  nessuno\a  e  parte un nastro registrato  è probabile che la chiamata provenga da un ambiente di call center.
3. Uso di uno Script
Gli operatori di call center sono spesso formati per seguire script dettagliati durante le loro chiamate. Se l’interlocutore sembra leggere da uno script, facendo pause innaturali o ripetendo le stesse frasi in modo meccanico, è probabile che si tratti di una chiamata da call center. Questo approccio aiuta a mantenere la coerenza e l’efficienza, ma rende anche le conversazioni meno personali.
4. Domande Generiche
Le chiamate da call center iniziano spesso con domande generiche volte a catturare l’interesse o a verificare l’identità del destinatario. Frasi come “Sto parlando con il proprietario della casa?” o “Lei è interessato a risparmiare sulla bolletta energetica?” sono comuni. Queste domande servono a ingaggiare il destinatario prima di procedere con il vero scopo della chiamata.
5. Richieste di Conferma dei Dati Personali
Se l’interlocutore chiede immediatamente di confermare dati personali o informazioni sensibili, è un forte indicatore che la chiamata possa provenire da un call center. Sebbene alcune di queste chiamate possano essere legittime, è sempre meglio esercitare cautela e non fornire informazioni personali a meno che non siate certi dell’identità del chiamante.
Infatti   https://www.spiare.com/blog/come-capire-se-un-numero-e-spamne  aggiunge  altre 

  •   Numeri Sconosciuti o Stranamente Formattati: Uno dei primi indizi è ricevere chiamate da numeri che non riconosci, specialmente se presentano una formattazione insolita. Spesso, i truffatori utilizzano tecniche di ‘spoofing’ per mascherare il loro vero numero, facendolo apparire come se provenisse da una fonte legittima.
  • Frequenza delle Chiamate: Se ricevi chiamate ripetute dallo stesso numero, specialmente in orari insoliti, questo potrebbe essere un segnale di allarme. I truffatori spesso insistono, sperando di catturare la tua attenzione.
  • Messaggi Vaghi o Nessun Messaggio: Un altro segnale di allarme è quando il chiamante lascia messaggi vaghi o non lascia affatto un messaggio. Questo può essere un tentativo di indurti a richiamare, innescando potenzialmente costi nascosti o altre truffe.soprattutto  se  uusano la tecnica     linee all'estero  centrale    in italia  (     come li  numeri erotici  per  i   " pipparoli " cit  fantozzi   )   
  • Richieste di Informazioni Personali: Se il chiamante chiede informazioni personali, finanziarie o di sicurezza, è quasi certamente una chiamata spam. Le istituzioni legittime non chiederanno mai tali informazioni via telefono in modo non sollecitato.
  • Offerte Troppo Belle per Essere Vere: Sii sempre scettico nei confronti di offerte che sembrano troppo vantaggiose per essere reali. Questo include promesse di vincite a concorsi a cui non hai partecipato o offerte di prodotti a prezzi incredibilmente bassi.
  • Pressione per Agire Immediatamente: Un tattica comune usata dai truffatori è creare un senso di urgenza, insistendo che devi agire immediatamente. Questo può essere un tentativo di farti prendere decisioni affrettate senza il tempo di riflettere o verificare la legittimità della chiamata  e della  pposta  .
  • Qualità della Linea Telefonica: A volte, la qualità della chiamata può essere un indizio. Le chiamate spam possono provenire da lontano e presentare ritardi, echi o rumori di fondo insoliti.
  • Tecniche di Manipolazione Psicologica: I truffatori spesso usano tecniche di manipolazione, come lusinghe o intimidazioni, per ottenere ciò che vogliono. Essere consapevoli di queste tattiche può aiutarti a rimanere vigile e a non cadere nelle loro trappole.


ecco  per concludere    che riconoscere questi indizi durante una chiamata può aiutarvi a identificare rapidamente se state parlando con un call center. Questa consapevolezza vi permetterà di gestire meglio la situazione, decidendo se continuare la conversazione o terminare la chiamata,  oppure    non rispondere  affatto 
Ricordate, la cautela è sempre la migliore politica quando si tratta di gestire chiamate da numeri sconosciuti.Identificare se un numero appartiene a un call center è diventato essenziale per proteggere la propria privacy e ridurre le interruzioni indesiderate. Utilizzando metodi come il riconoscimento dei pattern dei numeri, l’uso di app e servizi online, la ricerca su internet e l’ascolto attento durante la chiamata, è possibile distinguere con maggiore sicurezza le chiamate legittime da quelle di call center. Ricordate, tuttavia, che la vigilanza e l’uso di strumenti affidabili sono fondamentali in questo processo.Attraverso l’ottimizzazione di questo articolo, miriamo  a raggiungere coloro che cercano soluzioni a questo problema comune, fornendo loro informazioni utili e pratiche per navigare nel mondo delle chiamate indesiderate.

3.6.24

DIARIO DELLA SETTIMANA N 54 bis ANNO II DA VENEZIA A PORTOFINO L’ITALIA È A PAGAMENTO: TANTI SALUTI ALLA CARTA l'italia " a noi ? e l'abbazia con l'eliporto a loro . beni archeologici svenduti a privati .., PAPERINO L'IRRESISTIBILE TAPINO COMPIE 90 ANNI ., ed altre storie

 




PAPERINO L'IRRESISTIBILE TAPINO  COMPIE 90  ANNI  

Novant’anni fa, dalla matita di Walt Disney, nasceva Paperino e Panini Comics lo celebra per tutto il mese di giugno, a cominciare da “Paperino 528” in edicola da giovedì scorso. Paperino è stato pergenerazioni un insostituibile compagno di viaggio. Simpatico, scalognato, iracondo per nulla politicamente corretto ci ha fatto ridere e tifare per lui. Alla faccia del taccagno zio Paperone, dei perfettissimi Qui, Quo, Qua, dell’insopportabilmente fortunato cugino Gastone, del rissoso vicino di casa Anacleto Mitraglia. Paperino ci ha insegnato che si possono avere sogni impossibili e provare a realizzarli, che si può essere pigri e dormiglioni senza sentirsi in colpa: prima di fare questo disdicevole lavoro, pensavamo davvero che si potesse vivere collaudando materassi!





UNFORGIVABLE SINNER.

Da giorni mezzo mondo rompe le palline da tennis a Jannik Sinner perché ha cambiato morosa,fidanzandosi con la collega russa Anna Kalinskaya, la quale ha spiegato che sì, si frequentano da

un po’, specificando che non avrebbe aggiunto particolari. Lui pure ha dovuto giustificarsi: “Sapete che sono molto riservato. Sto con Anna, ma più di questo non dirò”. La precedente fidanzata era la modella Maria Braccini, a cui ora la gente sui social chiede di vendicarsi (sic). Ma onestamente, uno potrà cambiare fidanzata senza che l’intero orbe terracqueo si senta autorizzato a farsi gli affari suoi? Vale per tutti, ma per un ragazzo di 23 anni (che non ha abbandonato moglie e sei figli) ancora di più.










I FOUND MY LOVE IN PORTOFINO.

Non si capisce bene se è peggio il contenuto del messaggio o il modo scelto per veicolarlo: “L'amministrazione Comunale di Portofino è lieta di annunciare la realizzazione di un esclusivo evento privato - che si terrà Sabato 1 Giugno 2024 - nel cuore del Borgo”, si poteva leggere sul profilo Facebook del Comune ligure. L’evento in questione è il matrimonio di Anant Ambani, terzogenito dell’uomo più ricco dell’india (e dell’asia), con l’ereditiera Radhika Merchant (piove sul bagnato). Dopo il primo ricevimento prematrimoniale a marzo nella città di Jamnagar, nello stato occidentale del Gujarat, a cui avevano partecipato tutte le famiglie più ricche del mondo e con Rihanna in concerto ingaggiata per 8 milioni di euro, questo di Portofino è stato il secondo, prima del matrimonio che sarà probabilmente a Londra in luglio: la star ingaggiata è Andrea Bocelli (non si sa a quanto ammonta il cachet). La storica piazzetta è stata riservata ai festeggiamenti dalle 17,30 alle 22,30, ed erano autorizzate a solo quattro categorie di persone (“gli aventi diritto” secondo l’amministrazione del Comune): gli invitati, i residenti, i lavoratori, e gli ospiti di alberghi e ristoranti con una prenotazione. Il sindaco

Viacava (lo stesso che accusava il Fatto di aver inventato l’indagine

- verissima - sulle borse taroccate vendute nella sua tabaccheria) ha spiegato alla Stampa: “Il mio cuore, che di solito non sbaglia, dice che questa è una cosa molto buona per Portofino e che manderemo un'immagine stupenda. Quando mi hanno confermato il concerto di Bocelli, ho capito che era giusto fare questa esperienza”. L’esperienza sarebbe privatizzare un luogo pubblico, impedendo ai cittadini di circolare liberamente: l’articolo 16 della Costituzione prevede due eccezioni (“salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza”), tra cui non figurano matrimoni miliardari. A Venezia i cittadini devono pagare per entrare, a Portofino i miliardari pagano per tenere fuori gli altri. Bel Paese siamo diventati.



DIARIO DELLA SETTIMANA N 54 ANNO II .il due giugno spiegato ad un bambino di prima elementare ., Una manager perde il lavoro ( licenziata ) dopo uno stupro di gruppo ., Salva la cugina 15enne dal matrimonio combinato viene picchiato dagli zii genitori della ragazza., I Metallica suonano a Milano e in scaletta compare "Acida" dei Prozac., PALESTINA, L’EQUAZIONE FALSA COL TERRORISMO E LA DECIMA VANNACCI, morti candati alle europee



#Salvini e Borghi attaccano #Mattarella che parla di "sovranità Europea ". #Tajani è solidale. #Conte e #Schlein contro la lega .#Meloni tace : ecco cpme spiegate ad un bambono di 5\6 anni la festa del 2 giugno

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stop violenza sulle donna, intimo reggiseno buttato sul pavimento© Fornito da News Mondo

Una manager perde il lavoro dopo uno stupro di gruppo: offerti 5mila euro e licenziamento per giustificato motivo.

Dopo aver subito una terribile violenza di gruppo, una manager torinese di 32 anni è stata licenziata dalla sua azienda.
Come riportato da Leggo.it, sembrerebbe che l’azienda abbia offerto circa 5mila euro per cessare il contratto di lavoro con la dipendente.

violenza su una donna© Fornito da News Mondo

Una manager viene violentata e perde il lavoro: il lungo calvarioLa sera del 16 marzo 2023, una donna torinese di 32 anni è stata vittima di uno stupro di gruppo a Milano, mentre si trovava ai Navigli con tre persone che considerava amici.
Dopo una serata trascorsa a bere alcol, la manager è stata aggredita dai tre uomini, che sono stati successivamente identificati e arrestati. Da quel momento, per la donna è iniziato un percorso di visite mediche, ricoveri, e sedute psicologiche e psichiatriche.
Dopo sei mesi di convalescenza, la manager ha tentato di tornare al lavoro, pur non sentendosi ancora pronta. “La mia vita quella notte è cambiata, però ce la farò, mi serve solo un po’ di tempo, ne sono sicura“, aveva confidato all’azienda. Tuttavia, l’11 marzo scorso, l’azienda della donna le ha inviato una lettera di licenziamento per “giustificato motivo“.


Il licenziamento della 32enne: la difesa dell’azienda
La comunicazione, come riportato da La Stampa, recitava: “In un’ottica di maggior efficienza abbiamo deciso di riorganizzare le nostre attività, sopprimendo la posizione da lei attualmente ricoperta” Continua, la lettera: “La informiamo che, dopo attenta verifica, abbiamo constatato l’impossibilità di adibirla ad altre mansioni“. Secondo l’avvocato della vittima, l’azienda non voleva attendere il recupero completo della donna, né rischiare di perdere credibilità a causa di alcuni video della violenza finiti su delle chatL’avvocato ha inoltre aggiunto: “Quello che l’ha davvero distrutta è stato il modo in cui è stata silurata: le sono stati offerti cinquemila euro per chiudere il rapporto di lavoro “o firmi adesso o mai più’“.
L’azienda, da parte sua, ha respinto le accuse, affermando che la decisione è stata presa esclusivamente per motivi di riorganizzazione interna.


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 proprio mentre leggo che è stata arrestata in Pakistan Nazia Shaheen la madre di Saman Abbas: trovata in un villaggio ai confini con il Kashmir qui un ritratto che riepiloga la vicenda


 leggo   mi pare  su repubblica.it    questa news che oltre a denunciare i fanatici religiosi ed identitari sfatta un luogo comune che tutti gli immigrati sono cosi . Luogo comune \ stereotipo inculcatoci per 30 anni da questa estra sia parlamentare che extraparlamentare ma che ancora nonostante sia sempre più minoritaria ha lasciato ancora le sue scorie e ha permesso che sia al governo e che anche chi non è di destra ne subisce l'influenza Salva la cugina 15enne dal matrimonio combinato, picchiato al supermercato dai genitori della ragazza . Gli zii hanno organizzato il pestaggio e lo hanno filmato per fare sapere a tutti di averla fatta pagare al nipote. Quel video li ha incastrati. Indagine dei carabinieri nel Bolognese, 40enne finisce ai domiciliari anzichè in carcere come dovrebbe

 BOLOGNA - Ha aggredito e picchiato il nipote, colpevole secondo lo zio di avere mandato a monte il matrimonio combinato che lui e la moglie avevano deciso per la figlia, una ragazzina di 15 anni. Il cugino ha avvisato i servizi sociali, che l'hanno tolta alla famiglia e affidata a una comunità per minori. E' la vicenda avvenuta in un paese del Bolognese e scoperta dai carabinieri, che hanno arrestato un 40enne, finito ai domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico per i reati di atti persecutori e lesioni personali. L'aggressione da cui è partita l'indagine è avvenuta lo scorso 24 aprile in un supermercato di Zola Predosa, dove si trovavano il nipote 20enne dell'indagato insieme alla fidanzata. Lo zio e la moglie li hanno raggiunti e, davanti a cassieri e altri clienti, hanno cominciato a picchiarli, facendoli finire al pronto soccorso con traumi cranici, contusioni varie e 8 giorni di prognosi. Lo stesso 40enne aveva filmato la scena con il telefonino e pubblicato su un social network il video del pestaggio. Un gesto fatto dall'uomo forse a scopo dimostrativo, per fare sapere a tutti di averla fatta pagare al nipote. Quel video gli si è però ritorto contro, quando gli investigatori hanno cominciato a indagare sull'aggressione, scoprendone il retroscena: si era trattato di una rappresaglia nei confronti del nipote e della fidanzata, ritenuti responsabili di essersi intromessi nel matrimonio combinato tra la figlia 15enne e un coetaneo, facendolo saltare. Era stata probabilmente la stessa ragazzina a confidare al cugino di non volersi sposare con il giovane scelto dalla famiglia. Lo stesso cugino ha deciso di aiutarla e ha raccontato tutto ai servizi sociali, che sono intervenuti togliendo la minore alla famiglia. Il padre della ragazza ora è ai domiciliari e lei al sicuro in una comunità. Una vicenda che ricorda quella, tragica, di Saman Abbas uccisa a Novellara per essersi opposta a nozze combinate.


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I Metallica suonano a Milano e in scaletta compare "Acida" dei Prozac I Metallica suonano a Milano all'Ippodromo La Maura e dedicano un tributo ad una canzone italiana. Durante il concerto, unica data italiana del tour, il gruppo di heavy metal ha interrotto la scaletta per suonare "Acida" dei Prozac+.c

 Un fuoriprogramma che ha stupito anche il pubblico della band. E' stato Rob Trujillo a spiegare ai fan di aver pensato di suonare un brano italiano: «Se conoscete le parole, cantatela» ha detto prima di iniziare a suonare.


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a proposito di scrupoli di coscienza, pur non essendo persona informata dei fatti, un interrogativo su tutt’altro argomento, vorrei (con ogni scrupolo, si intende) proporlo, pensando alla vicenda palermitana dell’ingegnere Angelo Onorato: ma davvero a Palermo in campagna elettorale un delitto di mafia deve diventare un suicidio? Se sbaglio chiederò scusa, ma l’idea di tacere i miei dubbi lasciando soli i familiari a non credere alla tesi del suicidio mi inquieta. E tanto.
pensavano in tanti   che, con la morte di B., sarebbe cessato anche il berlusconismo, trascinato nella tomba insieme alle sue spoglie, ma invece si sono sbagliati ancora una volta. Infatti, B. si appresta ora a risorgere anche sulle prossime schede elettorali per le imminenti elezioni europee. Non contenti di aver confermato sul simbolo di Forza Italia il suo nome, ora si invitano gli elettori addirittura ad esprimere, come prima preferenza, il suo nominativo. Non un candidato, ma una mummia.

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PALESTINA, L’EQUAZIONE FALSA COL TERRORISMO E LA DECIMA VANNACCI

Negli ultimi anni in Italia, complice il dibattito sui due conflitti che stanno funestando il mondo, si è rafforzata una pratica tanto longeva quanto insopportabile: l'automatismo a stravolgere qualsiasi gesto che prenda una posizione, vestendolo d'ignominia anche quando non ce ne sarebbe motivo o dipingendolo come un'implicita incitazione alla violenza o come un benestare indiretto al cattivo di turno. La confusione di merito già riscontrata nel dibattito sulla guerra in Ucraina, si sta ripetendo in maniera uguale e diversa sul tema del conflitto israelo-palestinese. L'argomentazione indistinta e violentissima per cui chi dichiara la propria contrarietà all'operato d'israele e manifesta la propria solidarietà alla Palestina viene etichettato come antisemita e apologeta del terrorismo é quantomai viziata e pelosa; eppure il timore di sentirsi riversare contro un'accusa tanto grave inibisce molti dal manifestare apertamente il proprio pensiero. Ha dunque mostrato coraggio Matteo Lepore, sapendo a cosa sarebbe andato incontro, quando ha deciso di esporre la bandiera palestinese da una finestra di Palazzo d'accursio. Il sindaco di Bologna, a cui è immediatamente piovuto addosso quel protocollo di critiche preconfezionate di cui sopra, non solo non ha retrocesso dalla sua azione, ma ha saputo replicare mettendo l'accento proprio sulla pratica della critica infamante usata per ridurre i cittadini al silenzio: “Voglio respingere qui e smentire l'interpretazione che esporre la bandiera del popolo palestinese rappresenti oggi un sostegno ai terroristi e un gesto antisemita. È veramente una cosa falsa che va rigettata e respinta... Evitiamo di accusare l'amministrazione comunale e la città di Bologna di essere al fianco dei terroristi solo perché abbiamo un'opinione e vogliamo aprire uno squarcio nel silenzio che ci si chiede di rispettare: chiederci di stare in silenzio significa chiederci di accettare un massacro”. Non lasciarsi intimorire dal fango delle accuse strumentali, ma smontarle e restituirle al mittente, è un buon modo di fare politica. Oggi ce n'è particolarmente bisogno.ANTISEMITA A CHI?
Se avesse voluto raccontare il vero senso della campagna elettorale che sta portando avanti, Matteo Salvini avrebbe dovuto parafrasare lo slogan scelto dalla Lega “Più Italia, meno Europa” e declinarlo soggettivamente: meno Capitano, più Generale. Negli ultimi giorni pre voto lo scritturato Vannacci sta dando il meglio di sé: tra un invito a votare mettendo una Decima sul simbolo della Lega e una citazione de “Il gladiatore” (il solito “Al mio via scatenate l'inferno”), l' 'intruso' sta sbigottendo l'intero ceto politico del Carroccio, che assiste alla sua performance imbarazzato e cerca di evitare commenti per scongiurare la tragedia pre voto. Mentre questo accade il segretario se ne sta un passo indietro, parla di pace, promette condonucci edilizi e guarda orgoglioso la sua creatura scalmanarsi. L'obiettivo? Essere gladiatori senza perdere del tutto la faccia.
MENO CAPITANO, PIÙ GENERALE : Se avesse voluto raccontare il vero senso della campagna elettorale che sta portando avanti, Matteo Salvini avrebbe dovuto parafrasare lo slogan scelto dalla Lega “Più Italia, meno Europa” e declinarlo soggettivamente: meno Capitano, più Generale. Negli ultimi giorni pre voto lo scritturato Vannacci sta dando il meglio di sé: tra un invito a votare mettendo una Decima sul simbolo della Lega e una citazione de “Il gladiatore” (il solito “Al mio via scatenate l'inferno”), l' 'intruso' sta sbigottendo l'intero ceto politico del Carroccio, che assiste alla sua performance imbarazzato e cerca di evitare commenti per scongiurare la tragedia pre voto. Mentre questo accade il segretario se ne sta un passo indietro, parla di pace, promette condonucci edilizi e guarda orgoglioso la sua creatura scalmanarsi. L'obiettivo? Essere gladiatori senza perdere del tutto la faccia.Voto: Vedremo cosa ne dicono le urne

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pensavano in tanti   che, con la morte di B., sarebbe cessato anche il berlusconismo, trascinato nella tomba insieme alle sue spoglie, ma invece si sono sbagliati ancora una volta. Infatti, B. si appresta ora a risorgere anche sulle prossime schede elettorali per le imminenti elezioni europee. Non contenti di aver confermato sul simbolo di Forza Italia il suo nome, ora si invitano gli elettori addirittura ad esprimere, come prima preferenza, il suo nominativo. Non un candidato, ma una mummia.

PALESTINA, L’EQUAZIONE FALSA COL TERRORISMO E LA DECIMA VANNACCI

Negli ultimi anni in Italia, complice il dibattito sui due conflitti che stanno funestando il mondo, si è rafforzata una pratica tanto longeva quanto insopportabile: l'automatismo a stravolgere qualsiasi gesto che prenda una posizione, vestendolo d'ignominia anche quando non ce ne sarebbe motivo o dipingendolo come un'implicita incitazione alla violenza o come un benestare indiretto al cattivo di turno. La confusione di merito già riscontrata nel dibattito sulla guerra in Ucraina, si sta ripetendo in maniera uguale e diversa sul tema del conflitto israelo-palestinese. L'argomentazione indistinta e violentissima per cui chi dichiara la propria contrarietà all'operato d'israele e manifesta la propria solidarietà alla Palestina viene etichettato come antisemita e apologeta del terrorismo é quantomai viziata e pelosa; eppure il timore di sentirsi riversare contro un'accusa tanto grave inibisce molti dal manifestare apertamente il proprio pensiero. Ha dunque mostrato coraggio Matteo Lepore, sapendo a cosa sarebbe andato incontro, quando ha deciso di esporre la bandiera palestinese da una finestra di Palazzo d'accursio. Il sindaco di Bologna, a cui è immediatamente piovuto addosso quel protocollo di critiche preconfezionate di cui sopra, non solo non ha retrocesso dalla sua azione, ma ha saputo replicare mettendo l'accento proprio sulla pratica della critica infamante usata per ridurre i cittadini al silenzio: “Voglio respingere qui e smentire l'interpretazione che esporre la bandiera del popolo palestinese rappresenti oggi un sostegno ai terroristi e un gesto antisemita. È veramente una cosa falsa che va rigettata e respinta... Evitiamo di accusare l'amministrazione comunale e la città di Bologna di essere al fianco dei terroristi solo perché abbiamo un'opinione e vogliamo aprire uno squarcio nel silenzio che ci si chiede di rispettare: chiederci di stare in silenzio significa chiederci di accettare un massacro”. Non lasciarsi intimorire dal fango delle accuse strumentali, ma smontarle e restituirle al mittente, è un buon modo di fare politica. Oggi ce n'è particolarmente bisogno.ANTISEMITA A CHI?
Se avesse voluto raccontare il vero senso della campagna elettorale che sta portando avanti, Matteo Salvini avrebbe dovuto parafrasare lo slogan scelto dalla Lega “Più Italia, meno Europa” e declinarlo soggettivamente: meno Capitano, più Generale. Negli ultimi giorni pre voto lo scritturato Vannacci sta dando il meglio di sé: tra un invito a votare mettendo una Decima sul simbolo della Lega e una citazione de “Il gladiatore” (il solito “Al mio via scatenate l'inferno”), l' 'intruso' sta sbigottendo l'intero ceto politico del Carroccio, che assiste alla sua performance imbarazzato e cerca di evitare commenti per scongiurare la tragedia pre voto. Mentre questo accade il segretario se ne sta un passo indietro, parla di pace, promette condonucci edilizi e guarda orgoglioso la sua creatura scalmanarsi. L'obiettivo? Essere gladiatori senza perdere del tutto la faccia.
MENO CAPITANO, PIÙ GENERALE : Se avesse voluto raccontare il vero senso della campagna elettorale che sta portando avanti, Matteo Salvini avrebbe dovuto parafrasare lo slogan scelto dalla Lega “Più Italia, meno Europa” e declinarlo soggettivamente: meno Capitano, più Generale. Negli ultimi giorni pre voto lo scritturato Vannacci sta dando il meglio di sé: tra un invito a votare mettendo una Decima sul simbolo della Lega e una citazione de “Il gladiatore” (il solito “Al mio via scatenate l'inferno”), l' 'intruso' sta sbigottendo l'intero ceto politico del Carroccio, che assiste alla sua performance imbarazzato e cerca di evitare commenti per scongiurare la tragedia pre voto. Mentre questo accade il segretario se ne sta un passo indietro, parla di pace, promette condonucci edilizi e guarda orgoglioso la sua creatura scalmanarsi. L'obiettivo? Essere gladiatori senza perdere del tutto la faccia.Voto: Vedremo cosa ne dicono le urne

2.6.24

Dj Ringo contro Victoria dei Maneskin: «Rock di qua, rock di là e poi fa la dj mettendo musica di m..»

 premetto  che non sono loro fans  e  detesto   al 99.99 %  la musica dei  Dj un po'  per  ignoranza   \  chiusura mentale  ,  sordità  quasi totale  , educazione  artistica  classica  , ecc   la reputo  come muscica  tutta  uguale  priva  di  melodia    e  sinfonia    cioè   dei  "ciocchi   di  stagnali * .
Ma  il  commento «Sono tutti rockers con il culo degli altri »  apparso  sul   profilo Instagram Dj Ringo di Virgin Radio  in  "attacca" Victoria De Angelis, la bassista dei Måneskin, condividendo uno dei video che la ritrae alla consolle. La musicista romana ,infatti,, è  da mesi è impegnata in un tour da solista come dj nei club di mezzo mondo, ma Dj Ringo sembra proprio non aver apprezzato  la  sua  voglia di uscire   da  sua  routidine  e non le manda certo a dire: «Rock di qua, rock di là, la band di qua, la band di là – scrive – ma poi tutti a fare i dj e a mettere musica di merda», ha concluso il conduttore radiofonico, con tanto di hashtag tattico al gruppo capitanato da Damiano David.Tale giudizio  probabilmente    creato ad  arte  per  far parlare  di se  come avviene nella  maggior  parte dei casi   nel mondo dello showbuinees    ha  diviso   (  io mi  schiero   tra quelli  che  la  difendono  )    il pubblico del  web  in due  fazioni  . A valanga arrivano i commenti di chi difende la ragazza e la sua libertà di cimentarsi in generi diversi: «Che male c’è? È capace di essere una brava musicista e una brava dj», scrive un utente, che attira subito l’attenzione dello speaker: «Chi lo dice che è brava?». Un altro follower scrive: «Non vedo quale sia il problema se fa la dj di musica dance. Una non può avere più passioni musicali ? Questo mi sembra un attacco assolutamente gratuito».Probabile che il post, pubblicato solo ieri, continuerà ad attirare le opinioni sia dei fan dei Måneskin e di Victoria in particolare che dei comuni follower. Il polverone si è appena alzato e resta da vedere se dall’altra parte la musicista risponderà e se gli altri membri della band le daranno man forte.


*  espressione  del  mi dialetto     per  definire     confusione     rumore   traducibile     cosi   :  Rumori/colpi di secchi/recipienti

Caterina Stellato,Vittima della violenza di suo marito viveva in segreto, ora si candida a Borgo San Lorenzo (Firenze)

  fonte  Ansa.it


Vittima violenza marito viveva in segreto, ora si candida© Provided by ANSA

(ANSA) - FIRENZE, 02 GIU - Vittima della violenza di suo marito - un caso diventato noto per un video virale che ritraeva l'uomo mentre cercava di arrampicarsi su una grondaia per entrare in casa della moglie nel 2020 -, ha vissuto "in segreto" con i suoi tre figli a Borgo San Lorenzo (Firenze), decidendo ora di uscire allo scoperto candidandosi in una lista civica come consigliera comunale nella cittadina che l'ha accolta. "Voglio che la mia storia possa aiutare altre donne a trovare il coraggio di denunciare. A scappare da uomini che, quando va bene, ci riducono a sopravvissute" le parole di Caterina Stellato, 43 anni, a La Nazione che oggi racconta la sua storia."L'ansia e i timori ci sono, è innegabile - aggiunge spiegando la sua scelta - Ma voglio reagire. Voglio smettere di vivere nella paura. Non mi voglio più nascondere, chi deve nascondersi è lui", Antimo Carrera, condannato a 6 anni e 6 mesi di reclusione dal tribunale di Napoli per maltrattamenti ai danni di Caterina e che tuttora si trova in carcere. "Io dal Mugello non mi muovo più. Voglio viverci senza l'ossessione che il mio ex marito venga a cercarmi - dice ancora -. Conoscendolo, quando uscirà dal carcere, farà di tutto per trovarmi. Sicuramente la detenzione non lo avrà cambiato. E proprio per questo non mi voglio nascondere. Vivere nascosti significa vivere nella paura. Ho vissuto troppi anni con i brividi sulla pelle e con i sospiri per un nonnulla". Su come è arrivata in Mugello spiega che "'Chi l'ha visto?' si occupò del mio caso": "Arrivarono offerte da tutta Italia per aiutare me e i miei figli. Tra le tante me ne colpì una che proveniva da Borgo San Lorenzo. Fulvia e Marcello mi offrivano un lavoro in una struttura sanitaria. Ricordo ancora il giorno in cui vennero a prendermi alla stazione, era il 29 aprile 2021, mi accolsero con un paio di chiavi. 'Queste sono della tua nuova casa'. E' stato il giorno più bello della mia vita. Borgo San Lorenzo mi ha datto un'opportunità di rinascita. Sono grata a questo paese e se posso fare qualcosa mi metto a disposizione con grande umiltà".Quanto a cosa la politica possa fare per le donne vittima di violenza dichiara: "Credo che purtroppo il divieto di avvicinamento serva a ben poco. Mio marito lo aveva ma lo ha violato più volte. Dovrebbe scattare subito l'arresto. E poi, insisto, è necessario che le donne denuncino, abbiano il coraggio di farlo. Questo è il primo passo per la salvezza".

in tempo di crisi e di fame busa e non si vuole emigrare meglio addattarsi a tutti i tipi di lavoro anche queli per cui non abbiamo studiato la storia di La scommessa di Paolo Ladu, noto “Cipolla”: lava vewtri da 40 anni

  dala nuova  sardegna   9\1\2025  di Valeria Gianoglio Nuoro La bottega di Paolo Ladu, noto “Cipolla  "è un furgone vissuto, un ampio...